martedì, giugno 09, 2020

Calcio e coronavirus



Alcune considerazioni su CALCIO e CORONAVIRUS a cura di ALBERTO GALLETTI.

Qualche impressione al volo su questo infausto periodo prima che sfuggano.

Pur rendendomi conto della tragicità degli eventi che questa pandemia è riuscita a causare, vi sono risvolti sui quali mi sono brevemente soffermato.
Brevemente in quanto, ammetto, la peste del duemila non ha colpito nessuno della mia ristretta cerchia, ma neanche allargata, e quindi il tutto sè rimasto circoscritto al dover accettare le limitazioni imposte.
Non ho neppure voglia di mettermi a disquisire in merito alle limitazioni, mi limito ad osservare che si è trattato e si tratta tutt’ora di una grandissima rottura di coglioni.

Tra le cose secondarie, per me ma non per mio figlio ad esempio, intaccate pesantemente c’è senz’altro il calcio.

La prima osservazione è quella relativa ad un ragazzo di diciassette anni che dopo anni di sacrifici, gli ultimi due enormi, approdato finalmente ad un grande club in grado di soddisfarne la fame di sogni e la voglia di emergere si trova impossibilitato a svolgere qualsiasi voglia forma di allenamento e privato della possibilità di dimostrare il proprio valore.
Ha sopportato tutto con grande compostezza eseguendo tutti gli allenamenti inviati a casa dal club e senza mai un cenno di lamento.
Encomiabile e straziante allo stesso tempo.

Per quanto riguarda il calcio professionistico di alto livello, il coronavirus ha aperto gli occhi, se ancora ce ne fosse stato bisogno, a chi ancora non si era accorto che si tratta ormai di showbiz, nulla più.

Non fosse stato per i diritti televisivi, versati in anticipo o promessi tramite contratti da centinaia di milioni di euro, i campionati di Serie A, Bundesliga, Liga e Premier League non sarebbero mai ripresi.

Ora pare che persino il campionato francese, già dichiarato concluso, possa riprendere.
La possibilità di incassare altri diritti tv limitando le ingenti perdite fa gola. Neanche mi sento di condannarli a sto punto, ma non mi si chieda di farmelo piacere.

C’è da farsene una ragione, il motore che manda avanti tutto sono i diritti tv.

Ho guardato sabato, quasi per intero e non senza una certa fatica, Bayer Leverkusen – Bayern.
La Bundesliga è già ripresa da due settimane, si sono disputati tre turni di campionato.
Tre osservazioni, la prima:
i tedeschi si confermano la gente più disciplinata, pratica e determinata d’Europa, sono in questo modo riusciti a darsi e a rispettare regole per il contenimento pandemico e a riprendere una parvenza di normalità, ivi incluso il proseguio delle prime due serie dei campionati professionistici.
Gente che raramente cede al panico.

La seconda:
il Bayern è al momento la squadra più forte d’Europa.
L’impressione che ho avuto sabato è stata quella di un rullo compressore.
Per nulla turbati dallo svantaggio iniziale, hanno continuato a macinare dominando la partita con un impressionate dimostrazione di proprietà tecniche, condizione atletica e impostazione di gioco.
Al 5’ della ripresa avevano già ribaltato tutto e vincevano 4-1.
Partita poi terminata 4-2.
Ho ripreso degli appunti con impressioni che avevo annotato tempo addietro dopo le demolizioni di Tottenham e Chelsea in Champions League e dell’ Hoffenheim e un’altra squadra in campionato, ricordavo bene, erano le stesse.
Credo che se la Champions League riprenderà sarà dura togiergliela dalle mani.
Anche qui, tedeschi, gente che raramente cede al panico.

Terza osservazione, molto preoccupante in chiave futuro.
La Bundesliga, come tutti sappiamo è ripresa a porte chiuse.
Come tutti sappiamo inoltre, gli stadi delle squadre che partecipano a questo genere di campionati sono dotati di impianti tecnologici di avanguardia, incluso quello di diffusione audio.
Ho notato che i club si sono dati da fare, chiaro da dove venga ‘input, al fine di rendere accattivante lo spettacolo televisivo di una partita di campionato giocata senza pubblico; i presenti ad ogni incontro non sono mai più di trecento, di cui almeno la metà tra addetti ai lavori e stampa-tv, quindi non in grado di creare un’atmosfera da stadio.
Ebbene le prime file delle gradinate sono state più o meno riempite con spettatori finti sul lato di fronte alla telecamera e sciarpe ed altri vessilli dietro le porte.
In questo modo le inquadrature danno l’impressione che i seggiolini non siano vuoti, non lo sono anche se non c’è seduto sopra nessuno.
Inoltre l’impianto di diffusione dello stadio ha mandato per tutta la durata dell’incontro (credo, io ho smesso di guardare all’ 80’) cori e incitamenti; ad un certo punto mi è sembrato addirittura che il rumore della folla fosse sincronizzato con l’andamento della partita.
E vista la precisione dei tedeschi ci sarebbe anche da aspettarselo.
Quindi , nei momenti in cui ero assorbito dal gioco, non avevo nessuna percezione che lo stadio fosse vuoto.

Questo getta un’ombra minacciosa su quello che potrebbe essere in futuro il calcio di questo livello, spero non succeda mai.
Vista cioè la tutto sommata buona riuscita del set-up televisivo a porte chiuse (chiamiamolo così), nonché la sua miglior abilità, temo che, visto che i mega-direttori delle tv a pagamento stiano sicuramente guardando, preoccupati per i loro idioti investimenti, questo non diventi uno spunto per il futuro.

E visto che sono costoro che poi influenzano i calendari e il come e il quando si gioca sarebbero perfettamente in grado di chiedere che si giochi sempre a questo modo.
Non so, è un flash che mi è balenato davanti agli occhi mentre guardavo la partita, procurandomi un rimbalzo sul ricordo del film Rollerball, che avrà almeno quarant’anni, e che destò in me un sinistro presentimento sulla fine che avrebbero fatto gli sport di questo tipo nel futuro; futuro nel quale, rispetto ad allora adesso ci troviamo.

Considerando che eccezion fatta per gli inglesi e gli stessi tedeschi, in posti come l’Italia i ricavi da stadio sono incredibilmente inferiori ai diritti tv, non mi stupirei se, data la tendenza all’opportunismo sfrenato dei capitalisti italiani, i dirigenti delle squadre si mettessero all’avanguardia in questa direzione.
Si toglierebbero di dosso così in un sol colpo ultras, problemi di ordine pubblico con relativi costi, che pure qualsiasi governo probabilmente appoggerebbe, contestazioni e costi per il mantenimento di impianti
.
Già lo vedo uno come Lotito in prima fila.

Perché, se ancora ce ne fosse bisogno, il pubblico dello stadio nel calcio è ormai decaduto al ruolo di semplice riempi seggiolini perché gli stadi pieni, o almeno le prime file, quelle che si vedono in tv, stanno bene pieni.
Di loro nulla frega ai presidenti quando protestano perché le squadre fan schifo, sono solo una rottura di palle che intralcia la loro attività di commercio di giocatori e diritti tv.

Infine ultima considerazione:
al di sotto della due massime categorie si rischia lo sfacelo totale, dalla Serie C inclusa in giù.
Qui i diritti televisivi irrisori lasciano le squadre a dover contare esclusivamente sugli incassi delle partite e/o sull’intervento del benefattore/presidente di turno quando c’è.

Sarebbe stata questa l’occasione per guardarsi in faccia e dirsi che soldi per pagare i calciatori non ce ne sono quando hai 500 spettatori di media a partita e che la categoria andrebbe ridimensionata in termini numerici e di status.
Stesso discorso per la Serie D. Per le categorie dall’eccellenza in giù si torni allo sport e basta compensi, quasi sempre sottobanco, ai calciatori dilettanti.

10 commenti:

  1. Appoggio, amaramente, le considerazioni di Alberto. E temo che l'ipotesi di stadi vuoti senza pubblico rompicoglioni ma confinato a casa a sbraitare sui social, sia un'ipotesi a cui stanno pensando seriamente da molte parti.

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  2. Pensieri, son giusto pensieri che mi han balenato in testa mentre guardavo. Poi magari non cambierà niente, ma per il momento e chissà ancora per quanto è così. Dopodiché però si sarà creato un precedente.

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  3. Aggiungo anche che i toni agonistici delle gare giocate sono stati decisamente blandi. Ho contato nel Klassiker 9 contrasti in novanta minuti. Ovviamente con la situazione attuale i contatti sono limitati e i giocatori, magari, limitano la furia agonistica; tutto ciò porta le squadre più tecniche a scintillare ancora di più.

    Charlie

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    1. Quello senz'altro. Ad ogni modo a me è sembrato che quando il Bayern ha voluto, non scherzasse affatto.
      A proposito Charlie, toccherà a noi il dubbio piacere di riaprire la PL. Non so se ridere o piangere

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    2. Io la vedo così: per come eravamo messi ad inizio marzo non avevamo alcuna possibilità di salvezza quindi il lockdown ci ha regalato tre mesi per tentare di riorganizzarci. La pausa molto probabilmente danneggerà le squadre che ad inizio marzo erano in palla. Noi siamo fuori pericolo. Mal che vada tutto rimarrà identico.

      Ps: il Bayern e' fuori categoria almeno in Bundes. Hanno quel canadese che mi piace molto.

      Charlie

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  4. Ma sto Bayern a me sembra proprio forte

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  5. È ripartito l ex campionato inglese, ora PL.
    Trattandosi del Villa ho guardato la partita. Con lo spirito di sempre e di chi comunque segue da stare a 1.500km, sperando di vincere, come sempre.
    Partita di merda due squadre mediocre, una per davvero. L altra meno ma per i loro fortissimi connotati britannici potreero finire per pagare dazio per la mancanza di pubblico e incitamento nelle partite in casa. Fondamentale per chi fa del ritmo la propria forza. Operation Restart, mah...
    Anche qui cori registrati, non so se siano udibili anche all interno dell impianto o meno. Non hanno comunque nascosto la pochezza della partita, poco più di un allenamento. Spogliata dello spettacolo audiovisivo del pubblico è rimasta una serie di tentativi mal riusciti di riprodurre giocate provate e riprovate in allenamento senza tenere conto delle situazioni che via via si viene a creare in campo. Gioco mnemonico e pedestre praticato da asini che si muovono senza pensare con la propria testa.
    Lo Sheffield United probabilmente aveva segnato un gol ma l orologio dell arbitro non ha vibrato, o forse lui non se ne è accorto. Il pallone sembrava davvero dentro mezzo metro. Un bello smacco per i coglioni favorevoli a VAR, moviole in campo e tecnologie varie.
    I due time out, uno per tempo, confermano che si va verso una riforma del regolamento e due tempi da 30 minuti effettivi ciascuno. Eaumento degli spazi per inserirci pause pubblicitarie.
    Infine è sempre un piacere ascoltare le telecronache con il commento del nostro ex Andy Townsend, unica cosa positiva della serata.
    Risultato finale
    A. Villa 0-0 Sheffield United

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  6. Incredibile, la ditta che ha inventato e gestisce la goal line ha rilasciato una dichiarazione ufficiale di scuse incondizionate in cui parla di errore tecnologico che non ha permesso di segnalare all arbitro che la palla era entrata.
    GRAVISSIMO

    Buffoni

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  7. Con un errore tecnico del genere ci sarebbero i presupposti per la ripetizione della partita

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  8. Dov era il VAR? Al bar?
    Dove sono i suoi sostenitori?

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