giovedì, marzo 31, 2016

Marzo 2016. Il meglio



Secondo mese dell’anno e qualche nome che ritroveremo prevedibilmente ai vertici dei migliori del 2016.
Iggy Pop, David Bowie, Motorpsycho, Kula Shaker, Marta Ren, Lucinda Williams, Nigel Hall, Mavis Staples, Parker Milsap, Charles Bradley, Deep Street Soul tra gli stranieri.
Statuto, The Winstons, Marlene Kuntz, Nada, Roberta Gulisano, Guignol, Wu Ming Contingent, Daniele Silvestri tra gli italiani


ASCOLTATO

IGGY POP - Post pop depression
La carriera solista di IGGY POP, dopo il fulminante doppio esordio del 1977 con "The idiot" e "Lust for life" (usciti a pochi mesi di distanza e in buona parte farina del sacco di David Bowie), è sempre stata, per usare un eufemismo, piuttosto altalenante.
Ottimi, dignitosi, lavori si sono alternati ad episodi tranquillamente evitabili, di maniera, poco incisivi.
Non mancano le eccezioni ("New values", "Soldier", "American Caesar") ma era comunque da oltre 20 anni che non sfornava qualcosa di veramente degno di nota. Sicuramente non era ormai lecito attendersi un CAPOLAVORO quale è questo nuovo album, scritto, prodotto e suonato con Josh Homme dei Queens of the Stone Age a cui si sono affiancati anche Dean Fertita (QoTSA e Dead Weather) e il batterista degli Arctic Monkeys Matt Helders.
Un sound cupo, gotico, oscuro, decadente che riporta ai primi due album, al Bowie più ostico, in cui si sente la penna acida di Josh Homme e in cui Iggy conserva il tono gutturale da crooner degli ultimi lavori ma con una tinta rabbiosa di derivazione Stooges che rende il tutto inquietante e minaccioso. Un blues moderno intensissimo e profondo (vedi le fantastiche "Break into your heart" , "Gardenia", il punk gospel di "Paraguay" il tex mex dark blues di "Vulture") a cui risponde il ritmo funk di "Sunday", un incrocio contronatura di Kiss e Talking Heads in acido ! Ma c'è anche la ballata alla Mark Lanegan di "Chocolate drops" o la dura, distorta, rutilante "German Days" (puro Bowie "berlinese").
Album eccelso, sperimentale, anti commerciale, scostante, arrogante, duramente malinconico.

MOTORPSYCHO - Here be monsters
Un viaggio acid folk prog psych rock nei 70's dei Pink Floyd di "More", nelle progressioni degli Hawkwind con una personalità che già sappiamo essere indiscutibile.
Poi rifanno questa "Spin spin spin" che Terry Callier inserì nel suo esordio del 1964 "The new folf sound of.." e gli Hp Lovecraft ripresero nel loro secondo album del 1968 ed entriamo nei solchi dei primi Jefferson Airplane...
Avvolgente, mistico, psichico, solenne, davvero bello.

PARKER MILSAP - The very last day
'Sto fighetto bianchiccio viene dall'Oklahoma, è al terzo album e si mangia in tranquillità fior di bluesmen con un sound che mischia BLUES, COUNTRY, GOSPEL, brani alla Jason and the Scorchers, una cover di "You gotta move" da paura, un groove e un'attitudine impressionanti.
Da seguire attentamente.

CHARLES BRADLEY - Changes
A 68 anni CHARLES BRADLEY è all'inizio della carriera.
"Changes" è il terzo album, puro rhythm and soul in pieno mood Otis Redding con la favolosa Menahan Street Band ad accompagnarlo e il singolo è un'incredibile versione soul di "Changes" dei BLACK SABBATH (da "Vol. 4" del 1972).
Poco da dire, voce super, atmosfere 60's Stax, southern soul.

DEEP STREET SOUL - Come alive
Nuovo album su Freestyle (una garanzia a prescindere) e un'esplosione di FUNK, SOUL, GROOVE di rara potenza e grande qualità.
La voce di May Johnston graffia e avvolge, la band spara raffiche di black music potentissima.
Ottimi davvero.

DANIELE SILVESTRI - Acrobati
DANIELE SILVESTRI è uno dei cantautori più personali, particolari e anomali in circolazione.
Il nuovo album "Acrobati" è un piccolo gioiello di equlibri(o) in cui si avvale di collaboratori preziosi (Caparezza, Dellera, Enrico Gabrielli, Diodato, Funky Pushertz), spaziando, in una sorta di "Album Bianco/London calling", tra mille sonorità/generi, dalla canzone d'autore al funk, da Dalla all'hip hop, all'alt rock e tanto altro.
Belle canzoni, ottimi (come sempre) testi, ironia e concretezza, TANTA MUSICA.

ESPERANZA SPALDING - Emily's D+Evolution
Nuovo album davvero travolgente.
Mille influenze, dalla fusion, al prog, al funk, jazz, blues, gospel, hip hop.
Ci ascolti i Primus e Carla Bley, Janelle Monae e Prince, Frank Zappa e tanto altro.
Il tutto suonato ovviamente suonato in modo pazzesco.

THREE DEGREES - Strategy
Primo album dopo 25 anni, dedicato al classico Philly Sound, da “Love train” a “Disco fever”. Voci sublimi, arrangiamenti curati e raffinatissimi, ascolto di un’eleganza unica.

VIOLENT FEMMES - We can do anything
Tra le vittime dell’ “esordio capolavoro” (vedi Television tra i tanti) possiamo annoverare anche i Violent Femmes che da quella fulminante omonima partenza del 1983 non hanno più saputo ripetersi allo stesso livello (anche se il secondo “Hallowed ground” non era certo male, anzi).
Dopo 16 anni di silenzio tornano con un nuovo album che brutto non è ma alla fune non dice nulla ed è destinato ad un veloce ritorno nell’oblìo.

THE CORAL - Distance Inbetween
La band inglese torna con un buon album, come sempre una saporita zuppa dai colori psichedelici.
Alla distanza perde qualche colpo ma un ascolto lo merita.

PRIMAL SCREAM - Chaosmosis
Deludente ritorno di Gillespie e soci.
A parte un paio di episodi che tornano in un contesto vagamente pop psych, il resto è un reiterato e noioso pulsare synth pop poco ispirato e sostanzialmente inutile. Peccato.

THE PLEASE - Here La band lombarda tocca il
traguardo del quinto album dove con una maturità da veterani (quali ormai sono) sfoderano con una classe cristallina un delizioso songwriting che attinge dal folk beat dei 60s' tra Beatles, Jefferson Airplane e Beach Boys o dai Traffic e Fairport Convention e i loro recuperi folk dei 70's  ma anche da umori ben più recenti e attuali come Riley Walker, Fleet Foxes o addirittura i primi Coldplay.
Canzoni fresche, solari, frizzanti anche quando vitrano verso linee melodiche più malinconiche.
Pregevole.

DAMIEN JURADO - Visions of us on the land
Non ho mai seguito le vicende di DAMIEN JURADO che pure ha una discografia impressionante alle spalle.
Il nuovo album è molto interessante e valido, tra Van Morrison, ballate un po' Dylanesche, folk dai colori psych, vicino a Riley Walker come approccio (anche se è vero il contrario).

ELLI DE MON vs DIEGO DEADMAN POTRON - s/t
Due solitari del (deep) blues, abitualmente sul palco senza nessuno intorno, solo con le loro chitarre, voce e percussioni, si incontrano e uniscono le forze in questo affascinante e intenso split di quattro brani ciascuno e un sorprendente finale insieme con una versione di "Go with the flow" dei Queens of the Stone Age.
Più roots e lineare Elli De Mon, più sporco, duro e contaminato Diego Deadman Potron. Splendido album, sincero, profondo, cool.

GIORGIO CANALI/ROSSOFUOCO - Perle per porci
Giorgio Canali torna a cinque anni dal precedente "Rojo" con un lavoro particolare in cui rivisita una serie di canzoni semi sconosciute (con qualche eccezione, vedi Finardi, De Gregori e Luci della Centrale Elettrica) appartenute a band della scena "alternativa" italiana.
Ne nasce una piccola Spoon River sonora della "penisola rock", come sempre perfettamente interpretata ed eseguita da Canali tra suoni aspri e taglienti, arrangiamenti essenziali ma efficaci, un sound (e una voce) immediatamente riconoscibili.
Spessore e personalità.

WHITE PAGODA - Everything explodes
Terzo album per la band toscana e consueto tuffo in un diretto, senza fronzoli, PUNK ROCK, chitarra, basso, batteria che trae spunto tanto da nomi come Ramones quanto da quella frangia più pop e 60's oriented del 1977  di bands come i Buzzcocks.
Non mancano un'anima power pop, un gusto per gli arrangiamenti e una capacità compositiva che sembrano rendere semplici brani in realtà talvolta complessi e ricercati nella struttura. Ottimo lavoro.

MONKEY WEATHER - New frontiers
Tornano i Monkey Weather con una robusta iniezione di brit pop rock, come sempre suonato benissimo e con il giusto tiro. Gusto power pop, occhiate a Franz Ferdinand, Arctic Monkeys, Presidents of Usa, Knack, un approccio punk che sporca adeguatamente il tutto, splendide armonie vocali curate al punto giusto e arrangiamenti riusciti e azzeccati.
Buona anche la cover di "Police on my back" dei Clash.

GIORGIO TUMA - The life denied me your love
Ottimo album di suadente e avvolgente dream pop di sapore psichedelico.
Dal Salento in technicolor !

45 GIRI

IGGY POP / TARWATER / ALVA NOTO - Leaves of grass
Un ep tra elettronica, il cupo e gutturale recitato (poesie di Walt Whitman) di Iggy Pop e una fruibilità decisamente per pochi.

THE SCRUBS - Please Go Out / Hey Girl
Suonare garage punk al giorno d'oggi potrà sembrare fuori moda.
Ed è probabilmente quello di cui vanno fieri i lodigiani Scrubs, alle prese con l'esordio su vinile a 45 giri. Due brani, veloci, corti, chitarre fuzz, voce aggressiva, ritmi indiavolati sulle tracce di Sonics e Fuzztones.
Nessun fronzolo, arrangiamenti minimali e secchi. Un calcio nello stomaco, puro garage punk.

THE TIBBS - The story goes / Next time
In attesa dell’album il combo olandese esce su singolo per la Record Kicks con un ottimo mix di northern soul, soul, funk e rhythm and blues che caratterizza “The story goes”.
Si va di ritmi in levare con un fascinoso rocksteady beat in “Next time”.

JESSE MORGAN - You’ve changed for the worst/You and me baby
Nel 1978 l’ex leader della soul band Hawaiana dei Moptops incise un album(mai realizzato).
Riemerge dal passato con questo singolo dell’epoca a base di un ottimo soul tinto di Philly Sound.

ASCOLTATO ANCHE
GEORGE FEST (tributo live a George Harrison, carino quanto superfluo), MIND SPIDERS (tra Strokes e asperità chitarristiche varie, dignitosi), UNITED VIBRATIONS (soul/ethio jazz/ funk/afro beat da Londra. Interessante), WUSSY (buon shoegaze e psych rock), GRANT GREEN JR (un buon album di soul jazz a tinte funk).

LETTO

NANDO MAINARDI - La magnifica illusione
In un paese giusto e intelligente a Gaber dedicherebbero vie, piazze e teatri.
Non ci viviamo quindi proseguiamo nella nostra "magnifica illusione" che prima o poi le cose cambieranno.
Nel frattempo Nando Mainardi ci ricorda il perchè al troppo spesso dimenticato "Signor G" andrebbero tributati onori in abbondanza ripercorrendo gli anni dell'impegno di Gaber quando coraggiosamente abbandona la "canzonetta" e i tour con Mina e abbraccia (affiancato dal fido co-autore Luporini) il "teatro canzone" ovvero come dice lo stesso autore quando fare teatro e cantare canzoni, per Gaber, significava parlare di rivoluzione, di cambiamento, dei tentativi eroici e spesso fallimentari di abbattere regole che fino a poco tempo prima erano consideraste eterne e immutabili.
Sarà una stagione lunga, intensa, densa, piena di soddisfazioni, (dis)illusioni, sfide, scontri ideologici e contenutistici.
Ne uscirà, come tanti (tutti?), bastonato dalla storia e dagli eventi ma con quel costante sorriso malinconico di scherno di chi aveva capito tutto e tanto tempo prima.
Scritto benissimo, avvincente e dettagliato, per (ri)scoprire un Grande.

BENEDETTO XVI (Joseph Ratzinger) - L' infanzia di Gesù
Prosegue il personale percorso alla ricerca di particolari sulla vita e l'opera di quel "personaggio" chiamato GESU' CRISTO.
Iniziata con Emmanuel Carrere e il suo "Il regno"( http://tonyface.blogspot.it/2015/09/settembre-2015-il-meglio.html), proseguita con la visone laica e razionale di Paul Verhoven con "L'uomo Gesù" (http://tonyface.blogspot.it/2016/02/luomo-gesu-di-paul-verhoeven.html) approda ora all' "altra sponda", direttamente a chi è deputato più di altri a trasmettere la parola di colui che sarebbe vissuto 2.000 anni fa, Josif Ratzinger, già Papa con il nome di Benedetto XVI.
La sua trilogia dedicata a Cristo si è conclusa con l'inizio, "L' infanzia di Gesù".
E' ovviamente un approccio ortodosso e rigidamente ancorato al dogma ecclesiastico, in un'ottica teologica, pur se mitigata da un linguaggio molto semplice. In realtà dell'infanzia si dice ben poco (se non ciò già conosciuto nei Vangeli di Marco e Luca) relegando il tutto ad un "mistero imperscrutabile". Il tutto è condotto sui sogni di Giuseppe, sulle annunciazioni angeliche, su Cristo che induce i Magi a seguire la stella "cometa" (pare accertato che si trttò di un luminoso allineamento di pianeti o di un'esplosione di una supernova, segnalata anche in Cina).
Ci sono alcuni passaggi controversi come quello sull'impurità di Maria che diviene pura con un processo successivo al parto e dello stesso Cristo che lo diviene 40 giorni dopo. Cristo, secondo Luca, auspica una pietra al collo per chi si rende protagonista di SCANDALI...non sembra che la Chiesa abbia mai messo alcuna pietra a nessuno (e gli scandali, anche parecchio gravi, non sono mai mancati).
Alla fine deludente, macchinoso, decisamente poco concreto ma interessante in un'ottica di ricerca e conoscenza dell'argomento.

VISTO

The ecstasy of Wilko Johnson di Julien Temple
La storia è nota.
Agli inizi del 2013 WILKO JOHNSON ex chitarra dei Dr Feelgood e inventore di uno stile che ha influenzato decine di chitarristi, Paul Weller in primis, scopre di avere un cancro e una decina di mesi di vita.
Decide di viverli al top, con un tour d'addio e un disco di cover con Roger Daltrey.
Contro ogni previsione alla fine del 2014 può annunciare che il tumore al pancreas di 3 kili (!!) gli è stato asportato con successo.
Il doc The ecstasy of Wilko Johnson di Julien Temple racconta questa incredibile storia a lieto fine tra qualche (raro) filmato d'epoca e alcuni flash su concerti recenti (incluso uno con Daltrey che compare anche con una breve intervista).
Wilko riflette su vita e morte, ricordi, presente e futuro.
Un documento prezioso e interessante ma in cui ho trovato esagerati i continui riferimenti gotici e dark alla morte incombente (con spezzoni di film, con Wilko che parla con la morte giocando a scacchi con lei di fronte al mare, qualche effetto speciale un po' banale e inutile).
La testimonianza di Wilko è sicuramente affascinante ma eccessivamente prolissa a scapito di poche immagini musicali e come detto leziose e un po' pacchiane.

Come un fiume. The Ska faces di Alessandro Melazzini
Il cortometraggio "Come un fiume", diretto e autoprodotto da Alessandro Melazzini, creatore di SkabadiP (1999-2005), la prima rivista web italiana di musica Ska e Rocksteady, attraverso le testimonianze di alcuni protagonisti della scena ska e mod italiana (Oskar degli Statuto, Tommaso degli One Droppers e di vari altri personaggio del giro mod, skinhead e ska italiano), ci porta all'interno di una Cultura ormai ben radicata anche in Italia.
Ci porta sui palchi e nelle strade con un sottofondo in levare che accompagna alla perfezione un racconto diretto e sincero.
Un'ottima testimonianza, senza filtri e omissioni.

Il film è qui:
https://www.youtube.com/watch?v=jiO1_wx58pM

COSE & SUONI

Mie recensioni quotidiane su www.radiocoop.it e su CLASSIC ROCK.

In corso al Melville di San Nicolò (Piacenza) il Festival Rock d'Autore.
https://www.facebook.com/events/177664219287514/
Prossimamente Cisco (1 aprile), MODS (7 aprile), Marco Parente (15 aprile), Cabaret Schengen (21 aprile), Beppe Carletti (5 maggio) , Mauro Ermanno Giovanardi (29 maggio).

IN CANTIERE
Esce il 19 aprile ROCK n SPORT mio nuovo libro per VoloLibero Edizioni (i dettagli qui: http://tonyface.blogspot.it/2016/03/rockn-sport-musica-discipline-olimpiche.html).
Prima prese ntazione martedì 19 aprile alla Libreria dello Sport a Milano.

MODS invece sarà qui:
Giovedì 31 marzo : MILANO "Ligera" https://www.facebook.com/events/1716276955263047/
Giovedì 7 aprile: San Nicolò (PIACENZA) "Melville"
Giovedì 5 maggio: Neive (CUNEO) "Cita Biunda"
Venerdì 6 maggio: Settimo Torinese (TORINO) " Suoneria"
Giovedì 12 maggio: PERUGIA "T-Trane" (da confermare)
Venerdì 13 maggio: TERAMO "Officina"
Domenica 29 maggio: Paratico (BRESCIA) "Belleville"
Venerdì 24 giugno: Poggibonsi (SIENA) "Festival Teatrale"

https://www.facebook.com/MODS-1698944940392303/

MODS a Milano



Stasera MODS arriva a MILANO, al "Ligera" di via Padova, dalle 22 (5 euro l'ingresso).

https://www.facebook.com/events/1716276955263047/

Prossime date:

Giovedì 7 aprile: San Nicolò (PIACENZA) "Melville"
Giovedì 5 maggio: Neive (CUNEO) "Cita Biunda"
Venerdì 6 maggio: Settimo Torinese (TORINO) " Suoneria"
Giovedì 12 maggio: PERUGIA "T-Trane" (da confermare)
Venerdì 13 maggio: TERAMO "Officina"
Domenica 29 maggio: Paratico (BRESCIA) "Belleville"
Venerdì 24 giugno: Poggibonsi (SIENA) "Festival Teatrale"

mercoledì, marzo 30, 2016

Get Back. Dischi da (ri)scoprire



Ogni mese la rubrica GET BACK ripropone alcuni dischi persi nel tempo e meritevoli di una riscoperta.
Le altre riscoperte sono qui:

http://tonyface.blogspot.it/search/label/Get%20Back

BOBBY HATFIELD - Messin in Muscle Shoals
L’ex voce dei Righteous Brothers (da poco sciolti) nel 1971 entra nei Muscle Shoals Studios in Alabama e registra qullo che rimarrà il suo unico album solista, un poderoso condensato di soul, rhythm and blues, swamp rock, blues, con tinte proto funk e un gusto gospel che permea il tutto.
Splendida la voce di Bobby perfettamente a suo agio con la materia e grandi brani di infuocato e bollente black sound (tra cui un bellissimo medley di “Let it be” con “People get ready”).
L’album purtroppo, anche a causa della pessima promozione della MGM in difficoltà finanziarie, passò pressochè inosservato.
Da riscoprire assolutamente.

EDGAR “JONES” JONES - Shooting music for stray cats
Edgar William Jones, conosciuto anche come Edgar Jones Jones o Egard Summertyme è un personaggio poco noto ma che ha un currriculum invidiabile.
Leader di quella fantastica band che fu quella degli STAIRS che nei primi 90’s sfornò un (unico) album “Mexican RnB” di grandissimo garage beat e recentemente tornata insieme, ha proseguito la carriera suonando con Paul Weller, Johnny Marr, Ian Mc Culloch, St. Etienne e tanti altri ma realizzando anche alcuni album solisti o con altre band.
“Shooting music for stray cats” è il primo lavoro del 2005, affascinante viaggio tra jazz, blues, rhythm and blues, doo wop, funk, rock n roll.

THE ANDREW LOOG OLDHAM ORCHESTRA - The Rolling Stones Songbook
Nel 1965 il funambolico Oldham pensò bene di spiazzare (come sempre) pubblico e fans degli Stones prendendo alcuni dei loro successi e brani più conosciuti, riarrangiandoli in chiave orchestrale e proto lounge con accenni easy jazz.
Aiutato da una session band di prima qualità con le future star John McLaughin, John Paul Jones, Nicky Hopkins, Big Jim Sullivan (chitarrista con Georgie Fame, Alexis Korner, Eddie Cochran, Gene Vincent ma anche con Small Faces in “Hitchycoo Park”, George Harrison in “Wonderwall” etc ec), infila una serie di godibilissime versioni di “Satisfaction” , “Time is on my side” e soprattutto quella “The last time” che venne campionata dai Verve per “Bittersweet Symphony"

THE HEARTSTOPPERS - s/t
Quartetto vocale del New Jersey che consegnò alla storia del Northern Soul la stupenda Marching Out Of Your Life e che incise un solo album nel 1971 per la All Platinum.
Niente di particolarmente eclatante ma un buon lavoro con ottime songs tra soul e primo funk cantate benissimo e con grande groove ritmico.

martedì, marzo 29, 2016

David McCabe



Nato a Leicester nel 1940, DAVID MC CABE si spostò a New York nel 1960 dove lavorò come assistente per Alexey Brodovitch, Henry Wolf e Melvin Sokolsky e nel 1963 ricevette il primo incarico per Conde Nast.

Entrò in contatto nel 1964 con ANDY WARHOL di cui e per cui fece alcune foto entrate nella storia.
Fotografò anche Beatles, Jagger, Byrds e Animals.

Ha lavorato per Life, Harpers Bazaar, Mademoiselle, W, French Elle, French Vogue e London Times.

lunedì, marzo 28, 2016

La banca dei semi



La fine del mondo è la rubrica domenicale che va ad esplorare i luoghi abbandonati dalla storia, particolari o estremi.
I precedenti post
:
http://tonyface.blogspot.it/search/label/La%20fine%20del%20mondo

Uno dei luoghi più suggestivi (ma soprattutto preziosi) nell'immaginario globale è lo Svalbard Global Seed Vault è una gigantesca cassaforte nel mezzo dei ghiacciai a mille chilometri dal Polo Nord, nelle isole Svalbard (in Norvegia, in una miniera abbandonata di carbone fin dal 1984.
Vi si conservano SEMI.

Di ogni qualità e pianta esistente al mondo, riso, grano, fagioli, sorgo, patate, soia ovvero tutto ciò da conservare per la biodiversità.
Centinaia di migliaia di semi conservati a 18 gradi sotto zero (temperatura che li preserva anche per migliaia di anni, fino a 20 mila), per garantirne la sopravvivenza anche in caso di guerra o cataclisma.
Il progetto globale della banca dei semi (o banca del germoplasma) è promosso e finanziato dal governo norvegese e sostenuto dalla Fao, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura.
In molti Paesi c'è comunque una una rete di istituti che provvedono alla conservazione dei semi,abitualmente nelle università e nei centri di ricerca.
Italia inclusa, dove però pare che questa attività sia spesso messa a rischio dalla carenza di finanziamenti.

La banca dei semi è costruita 120 metri dentro una montagna di roccia arenaria nella isola Spitsbergen delle Svalbard e utilizza vari sistemi di sicurezza per impedire accessi non autorizzati.
I semi sono confezionati in speciali pacchetti di quattro strati e sigillati termicamente per escludere l'umidità.
La localizzazione, 130 metri sopra il livello del mare, assicura che il sito rimanga all'asciutto anche nel caso di scioglimento dei ghiacci artici. Sulla Terra si pensa esistano circa 1.500.000 tipi differenti di semi di raccolti alimentari, l'impianto ha una capacità di stoccaggio di 4.500.000 semi.
Il costo totale dell'iniziativa ammonta a circa 30 milioni di euro, di cui 25 milioni donati dalla Bill & Melinda Gates Foundation.
Contribuiscono anche la Fondazione Rockefeller, la Monsanto, il gruppo Syngenta, DuPont/Pioneer Hi-Bred, il Gruppo Consultivo per la Ricerca Agricola Internazionale (CGIAR) e il governo norvegese.

sabato, marzo 26, 2016

Classic Rock



Nel nuovo numero (41) di CLASSIC ROCK parlo degli album di Angelo Sicurella, dei Chanfrugen e della Fuzz Orchestra.
Ma partecipo con una serie di schede allo speciale sugli ALBUM del 1976 parlando di "Radio Ethiopia" di PATTI SMITH, "Shake some action" dei FLAMIN GROOVIES, "The songs in the key of life" di STEVIE WONDER e "Stupidity" dei DR.FEELGOOD.

Ci sono anche Ramones, Blondie, Bowie ("Station to station"), Dylan ("Desire"), Kiss ("Destroyer"), Modern Lovers, Lou Reed ("Coney island baby"), Stones ("Black and blue"), Weather Report ("Black market") e tanti altri.

Benedetto XVI (Joseph Ratzinger) - L' infanzia di Gesù



Prosegue il personale percorso alla ricerca di particolari sulla vita e l'opera di quel "personaggio" chiamato GESU' CRISTO.
Iniziata con Emmanuel Carrere e il suo "Il regno"( http://tonyface.blogspot.it/2015/09/settembre-2015-il-meglio.html), proseguita con la visone laica e razionale di Paul Verhoven con "L'uomo Gesù" (http://tonyface.blogspot.it/2016/02/luomo-gesu-di-paul-verhoeven.html) approda ora all' "altra sponda", direttamente a chi è deputato più di altri a trasmettere la parola di colui che sarebbe vissuto 2.000 anni fa, Josif Ratzinger, già Papa con il nome di Benedetto XVI
.

La sua trilogia dedicata a Cristo si è conclusa con l'inizio, "L' infanzia di Gesù".
E' ovviamente un approccio ortodosso e rigidamente ancorato al dogma ecclesiastico, in un'ottica teologica, pur se mitigata da un linguaggio molto semplice.
In realtà dell'infanzia si dice ben poco (se non ciò già conosciuto nei Vangeli di Marco e Luca) relegando il tutto ad un "mistero imperscrutabile".
Il tutto è condotto sui sogni di Giuseppe, sulle annunciazioni angeliche, su Cristo che induce i Magi a seguire la stella "cometa" (pare accertato che si trttò di un luminoso allineamento di pianeti o di un'esplosione di una supernova, segnalata anche in Cina).

Ci sono alcuni passaggi controversi come quello sull'impurità di Maria che diviene pura con un processo successivo al parto e dello stesso Cristo che lo diviene 40 giorni dopo. Cristo, secondo Luca, auspica una pietra al collo per chi si rende protagonista di SCANDALI...non sembra che la Chiesa abbia mai messo alcuna pietra a nessuno (e gli scandali, anche parecchio gravi, non sono mai mancati).

Alla fine deludente, macchinoso, decisamente poco concreto ma interessante in un'ottica di ricerca e conoscenza dell'argomento.

giovedì, marzo 24, 2016

Omaggio a JOHAN CRUIJFF



JOHAN CRUIJFF di Alberto Galletti

E’ morto oggi Johan Cruijff.
Oggi è una bella giornata qui in fondo alla Val Padana c’è il sole e un primo tepore primaverile sferzato da un po d’arietta fredda, immagino sia primavera anche a Barcellona, l’amata Barcellona di Johan Crujiff.
La stessa primavera che Johan, il suo Ajax e la sua Olanda, portarono nello stagnante mondo del calcio europeo (prima) e mondiale (poi), sul finire degli anni 60.
Questa squadra ‘nuova’ ancora a conduzione dilettantistica, investì le competizioni europee per club che languivano da anni sotto il tacco malefico delle squadre milanesi ed iberiche simboli di un calcio lento, statico e difensivista.

L’Ajax ribaltò quest’ordine di cose giocando un calcio di movimento, grande corsa, ritmo duttilità tattica e grandi doti tecniche.

La punta di diamante di questa compagine, il suo astro sfavillante fu Johan Crujiff.
Non mi dilungherò in narrazioni che tutti conosciamo.
Per i 50enni di oggi, bambini matti per il pallone degli anni 70 Crujiff è stato l’idolo incontrastato dell’infanzia e adolescenza, il giocatore che tutti volevano imitare, tutti volevamo essere come lui.

Tecnicamente dotatissimo, grande proprietà nel controllo palla, dribbling ubriacante unito a cambi di direzione improvvisi, visione di gioco, passaggi che affettavano le difese, scatto fulminante e una freddezza sotto porta con pochi uguali, forse nessuno ai suoi tempi corsa continua e sfiancante (per gli avversari), ma anche grandissima personalità in campo e fuori, leader indiscusso di tutte le squadre in cui ha giocato, sempre pronto ad incalzare i compagni, a volte gli avversari e persino gli arbitri, memorabile il cartellino giallo rimediato dall’arbitro inglese Taylor mentre rientrava negli spogliatoi per l’intervallo della finale mondiale del 74 reagì sventolandogli un faccia a sua volta un cartellino (che ovviamente non aveva).
Sterminata la messe di titoli di cui fece incetta da calciatore su cui spiccano tre palloni d’oro (quando ancora significavano qualcosa), tre Coppe dei Campioni di fila con il piccolo Ajax e il famoso scudetto vinto a Barcellona nel 1973/74 che mise fine ad un digiuno che per i blaugrana durava da 14 anni (impensabile oggi).

Appese le scarpe al chiodo si ritrovò in panchina dove si confermò il fenomeno che era sempre stato.
Grazie al suo modo di intendere il calcio rifece grande l’Ajax coltivando e portando in prima squadra Van Basten, suo pupillo, e Rijkaard tra gli altri.
Rifece il cammino verso Barcellona anche da allenatore e ancora una volta fece la storia del calcio blaugrana ed euro mondiale vincendo l’agognatissima Coppa dei Campioni nel 1992, la prima nella storia del Barcellona.

Vado oltre, pose le fondamenta (e qualcosa in più) per la costruzione di questa formidabile macchina da calcio che è il C.F. Barcelona come lo conosciamo oggi.
Durante tutti questi anni si è portato appresso un viziaccio, non so quante sigarette al giorno, che gli costarono quattro bypass una ventina di anni fa e un tumore ai polmoni diagnosticatogli lo scorso ottobre e che purtroppo lo ha portato alla prematura scomparsa di oggi.
Negli ultimi lustri si è impegnato tantissimo nel sociale con la fondazione che porta il suo nome e che aiuta ragazzi che con disabilità motorie non avrebbero altrimenti la possibilità di praticare sport.
Personalmente lo scorso giugno in occasione di un torneo giovanile a Giussano (MI) paese natale di Stefano Borgonovo sfortunato calciatore di Como, Milan e Fiorentina ho visto in esposizione foto sue scattate in quello stesso campo in occasione di un’appuntamento benefico della fondazione Borgonovo ,che raccoglie fondi per la lotta a quella terribile malattia che è la SLA, e che lui aiutava personalmente. Ricordo l’emozione che provai nel vedere quelle foto, un campione di vita!

Me lo voglio ricordare sorridendo perché mi ha sempre dato gioia (calcistica) con le parole dette su di lui da Valdano che, ventenne, lo incrociò al suo debutto in Copa del Rey in un lontano Barcellona-Alàves.
Più o meno :

‘Crujiff voleva avere il controllo su tutto, durante una partita, non solo in campo sui compagni, ma anche avversari, arbitro, guardalinee, spettatori e venditori di bibite, tutti.
Si mise a protestare con l' arbitro per un fallo senza importanza.
E dato che l'arbitro non smetteva di dargli spiegazioni, suggerii a Cruyff di tenere quel pallone e di darcene un altro, visto che in quella partita avevamo qualche diritto anche noi.
Cruyff mi chiede: come ti chiami? «Jorge Valdano».
E quanti anni hai? «Ventuno».
«Ragazzino, a 21 anni a Cruyff si dà del lei
.

Triste, triste, è un giorno triste.
Per chi ha avuto sogni legati al calcio e magari ogni tanto ne coltiva ancora qualcuno, Crujiff resta un simbolo.
Per me Crujiff sarà sempre quello in azione palla al piede, inarrestabile ed irresistibile, con la zazzera al vento e quella sfrontatezza stampata in faccia di chi era il migliore e sapeva di esserlo.

Non lo dimenticherò (ahimè) mai.

I 90 anni di Dario Fo



DARIO FO festeggia i suoi primi 90 anni.
Una vita segnata dalla costante sfida alle istituzioni e alla omologazione culturale, soprattutto negli anni 50 e 60, quando vari spettacoli (soprattutto televisivi) suscitarono polemiche e lo fecero incappare in censure varie.

Premio Nobel nel 1997 ("Perché, seguendo la tradizione dei giullari medievali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi") sono famosi suoi spettacoli come "Mistero buffo" o "Morte accidentale di un anarchico".
A Verona è stato inaugurato, nella sede dell'Archivio di Stato di Verona, il Laboratorio-Museo-Archivio destinato a valorizzare l'archivio di Dario Fo e Franca Rame.

mercoledì, marzo 23, 2016

I libri che le persone fingono di avere letto



Tra le classifiche più curiose c'è anche quella dei LIBRI CHE LE PERSONE MILLANTANO di AVER LETTO.
Il Telegraph, quotidiano inglese, ha reso noto i risultati di un sondaggio tra i suoi lettori.

1. Alice nel Paese Delle Meraviglie di Lewis Carroll
2. 1984 di George Orwell
3. Il Signore degli Anelli – JRR Tolkien
4 Guerra e Pace – Lev Tolstoj
5. Anna Karenina – Lev Tolstoj

Ma ci sono anche vari titoli di Dickens, Dostoyevsky, il Diario di Anna Frank, Il Giovane Holden di Salinger, la Bibbia, Moby Dick di Melville e Ulisse di Joyce.

In Italia invece Vice ha verificato che i titoli "più letti" (ma in realtà nemmeno mai aperti) sono

I malavoglia, Giovanni Verga
Infinite Jest, David Forster Wallace
L'amica geniale, Elena Ferrante
Ragazzi di vita, Pier Paolo Pasolini
Anna Karenina, Lev Tolstoj.
Molto gettonati anche La Bibbia e "Guerra e pace"

martedì, marzo 22, 2016

Manuel Agnelli al "Melville"



Grande successo, addirittura grandissimo, con locale gremito, per la serata con MANUEL AGNELLI al "Melville" di San Nicolò (Piacenza), all'interno della Rassegna Rock d'Autore, organizzata dal locale e dal sottoscritto.
Un'ora di domande e di dettagliate e interessanti risposte da parte di Manuel, disponibile, cordiale, gioviale e che alla fine ha imbracciato la chitarra acustica e ha snocciolato una serie di grandi interpretazioni di STATE TROOPER di Bruce Springsteen le sue BALLATA PER LA MIA PICCOLA IENA,MALE DI MIELE, PADANIA, QUELLO CHE NON C'E', BYE BYE BOMBAY e DANCING BAREFOOT di Patti Smith) in duetto con Rita "Lilith" Oberti.

MODS



Lo spettacolo MODS con il sottoscritto e Alex Loggia, torna a breve sui palchi italiani.
Le prossime date:

Giovedì 31 marzo : MILANO "Ligera"
https://www.facebook.com/events/1716276955263047/
Giovedì 7 aprile: San Nicolò (PIACENZA) "Melville"
Giovedì 5 maggio: Neive (CUNEO) "Cita Biunda"
Venerdì 6 maggio: Settimo Torinese (TORINO) " Suoneria"
Giovedì 12 maggio: PERUGIA "T-Trane" (da confermare)
Venerdì 13 maggio: TERAMO "Officina"
Domenica 29 maggio: Paratico (BRESCIA) "Belleville"
Venerdì 24 giugno: Poggibonsi (SIENA) "Festival Teatrale"

https://www.facebook.com/MODS-1698944940392303/

lunedì, marzo 21, 2016

Alfabetizzazione in Italia



Secondo una recente ricerca del Guardian (e ripresa in Italia dal sito www.illibraio.it, la Finlandia è il paese più alfabetizzato del mondo.
Lo studio condotto da John Miller, presidente della Central Connecticut State University si basa su test del livello di alfabetizzazione, sul numero di biblioteche, copie di giornali vendute, gli anni di scuola obbligatoria e la diffusione dei computer.

Le nazioni nordiche e scandinave dominano quasi ovunque con qualche sorpresa nell'ambito degl iinvestimenti.

L'ITALIA è al 25esimo posto della classifica generale, al 21esimo per gli investimenti nel sistema educativo, al 20esimo posto per i test di alfabetizzazione, al 21esimo posto per numero e diffusione delle biblioteche, al 37esimo per la diffusione dei giornali e al 35 esimo per la diffusione dei computer.
Risultati umilianti...

Nazioni più alfabetizzate

1 Finlandia
2 Norvegia
3 Islanda
4 Danimarca
5 Svezia
6 Svizzera
7 Stati Uniti
8 Germania
9 Lettonia
10 Paesi bassi

Nazioni che investono di più nel settore educativo

1 Brasile
2 Israele
3 Messico
4 Belgio
5 Argentina

Nazioni con un punteggio più alto nei test di alfabetizzazione

1 Singapore
2 Finlandia
3 Corea del Sud
4 Giappone
5 Cina

Nazioni con più biblioteche

1 Estonia
2 Lettonia
3 Norvegia
4 Islanda
5 Polonia

Nazioni con la maggior diffusione di giornali

1 Finlandia
2 Norvegia
3 Germania
4 Svizzera
5 Repubblica Ceca

Nazioni con la maggior diffusione di computer in ambito domestico

1 Paesi bassi
2 Islanda
3 Danimarca
4 Lussemburgo
5 Norvegia

domenica, marzo 20, 2016

Osun-Osogbo



La fine del mondo è la rubrica domenicale che va ad esplorare i luoghi abbandonati dalla storia, particolari o estremi.
I precedenti post:

http://tonyface.blogspot.it/search/label/La%20fine%20del%20mondo

Osun-Osogbo è una foresta sacra (una delle ultime appartenenti alla civiltà Yoruba prima dell'urbanizzazione) che si trova sulle rive del fiume Osun, nei pressi della città nigeriana di Osogbo, nello stato di Osun.
Per il suo valore culturale la foresta è stata inserita tra i patrimoni dell'umanità dell'UNESCO nel 2005.

Nella foresta si trovano numerose sculture votive che derivano dalla religione ancestrale OLORISHA.
Il luogo fu "scoperto" e poi preservato dall'artista austriaca Susanne Wenger che rimase affascinata dal culto locale che unisce Dei e Nautura e fondò in loco la New Sacred Art School.
Related Posts with Thumbnails