venerdì, luglio 29, 2005

Libri per le vacanze


Il blog va in vacanza per un tot.
Un consiglio personale su un po' di libri da leggere e una foto dell'altro ieri tanto per gradire

“Confesso che ho vissuto” Pablo Neruda
Un capolavoro di poesia e militanza
“L’ultimo giro di giostra” Tiziano Terzani
Semplicemente tra i libri più belli che abbia mai letto
“La pelle” Curzio Malaparte

Crudo , sincero , disperato e decadente
"La vita mistero prezioso" Daisaku Ikeda
C'è dentro tutto quello che serve per capire il mistero della vita (e della morte)
“La noia” Alberto Moravia

Il meglio di Moravia (stupendo anche il film tratto dal libro)
“Il giardino dei Finzi Contini” Giorgio Bassani
Malinconico e intensissimo

“Il deserto dei Tartari” Dino Buzzati
Un classico
“1984” George Orwell
Di orwell andrebbe letto tutto
“Absolute beginners” Colin Mc Innes
Come sono nati i mods
“Alta fedeltà” Nick Hornby

Mi ci sono riconosciuto tantissimo
“Il lercio” Irwin Welsh

Uno degli scritti più bastardi e più geniali degli ultimi anni

giovedì, luglio 28, 2005

Le sopracciglia

"Le sopracciglia" di Gianfranco Ravasi da "L'Avvenire" del 28-07-2005

Furono dati gli occhi a un cieco: subito chiese di avere anche le sopracciglia.

Durante una cena in casa di amici mi viene presentato un signore della Georgia....vengo, così, a conoscenza di un aforisma georgiano
La sua incisività è indubbia e colpisce un difetto che un po’ tutti ci trasciniamo dietro, quello che ci rende incontentabili.
Vogliamo, esigiamo, pretendiamo, reclamiamo, richiediamo senza sosta, quasi tutto ci fosse dovuto.
L’insoddisfazione non ci permette neppure di godere quello che abbiamo ottenuto perché, subito dopo, siamo pronti a protestare perché desidereremmo qualcos’altro.
È, questo, un vizio che riguarda non solo il possesso ma anche l’intelligenza: vorremmo capire e risolvere tutto.
Riguarda la stessa vita: se abbiamo un dolore, ci lamentiamo; se passa, ci sembra poca cosa la serenità; se siamo soli, vorremmo una presenza; quando abbiamo una persona accanto, ci annoiamo.
La litania potrebbe proseguire all’infinito.
Non conosciamo il gusto della semplicità, del poco, della sobrietà, dell’essenzialità, dell’essere appagati anche nelle piccole cose e nella quotidianità.
È l’atteggiamento illustrato dall’autore sacro nel delizioso quadretto del Salmo 131:
«Non vado in cerca di cose grandi, superiori alle mie forze.
Io sono tranquillo e sereno come un bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è l’anima mia».
È questa pace interiore, libera da tensioni incessanti, il dono più prezioso.

mercoledì, luglio 27, 2005

In ricordo di Tiziano Terzani


Il 28 luglio del 2004 Tiziano Terzani ha lasciato il suo corpo.
Personalmente lo ritengo il miglior scrittore , poeta , giornalista , intellettuale italiano dell'ultimo mezzo secolo con Pasolini e De Andrè.
"Un altro giro di giostra" è tra i migliori libri di sempre.

lunedì, luglio 25, 2005

Stefano Benni

da Stefano Benni.it

Il mondo si divide in:
quelli che mangiano la cioccolata senza pane
quelli che non riescono a mangiare la cioccolata se non mangiano anche il pane
quelli che non hanno la cioccolata
quelli che non hanno il pane

(Dai detti celebri di nonno Socrate)

venerdì, luglio 22, 2005

Ricordando Indro Montanelli

Se ne andava quattro anni fa Indro Montanelli , il più grande giornalista italiano di tutti i tempi (con Tiziano Terzani , Ettore Mo , Enzo Biagi , PierPaolo Pasolini e pochi altri...).
Mi piace ricordarlo con un brano da una delle sue interviste più famose che rilasciò nel 2001 a Curzio Maltese
Le sue risposte alle Lettere al Corriere continuano a mancarmi

" Gli italiani non sanno andare a destra senza manganello.
Non amano la destra seria e non l'hanno mai amata, prima e dopo il fascismo.
Pensa alla grande destra risorgimentale, ai Sella, agli Spaventa.....
E pensa alla parabola di De Gasperi.
No, la destra liberale in Italia è stata sempre impopolare, una minoranza odiata e derisa.
Gli andava bene Mussolini e gli va bene Berlusconi.
Che cos'hanno Berlusconi e i suoi alleati in comune con la destra liberale, legalitaria?
Nulla..... La destra è incompatibile con il «parabolismo», la ciarlataneria e Berlusconi è un parabolano, un grande ciarlatano.....
La capacità di menzogna di Berlusconi è quasi commovente.
Perché il primo a credere alle sue menzogne è lui...».

Sei convinto che prima o poi gli italiani se ne accorgeranno?
«Sì, ma devono andare a sbattere.
Ci libereremo di Berlusconi come del vaiolo, con il vaccino.
E l'unico vaccino è che provi a governare.....

martedì, luglio 19, 2005

Il figlio di Vargas Llosa riscrive la storia di Ernesto Guevara, dipingendolo come un criminale.Luis Sepulveda gli risponde

I deliri del Che del piccolo Alvarito Llosa
Alvarito, oh Alvarito
di Luis Sepulveda (da "Il Manifesto" del 17 luglio)

Il figlio di Vargas Llosa riscrive la storia di Ernesto Guevara, dipingendolo come un criminale. Ignorando che la principale preoccupazione del Che fu quella di evitare alla popolazione civile di finire ostaggio della guerra

Ci sono tipi che, a leggere quello che scrivono o a sentire quello che dicono, ci spingono a porci una domanda cruciale: da che uovo è uscito quel passerotto?
Senza offesa per i passeri e gli ornitologi, Alvaro Vargas Llosa, «Alvarito», è un passerotto uscito dall'uovo della frustrazione sofferta da quelli che hanno un papà che è un grande scrittore e vogliono mettersi in luce anche loro come letterati o giornalisti.
Alvarito si trova bene a Miami, papà gli ha trovato un lavoro da giornalista e lui dalla terra di Jeb Bush scrive, o almeno così assicura dalla sua singolare mediocrità di tonto viziato dall'editoriale che è poi la stessa in cui papà pubblica i suoi libri.
Stranamente è un'impresa che, in questi tempi di concentrazione dei mezzi di comunicazione in pochissime mani, appartiene allo stesso proprietario di radio spagnole in cui il papà di Alvarito, e lo stesso Alvarito, commentano gli accadimenti da un punto di vista il più possibile di destra e, altra curiosità, appartiene allo stesso proprietario della Cnn in spagnolo e al giornale di maggior tiratura in cui il papà di Alvarito e lo stesso Alvarito scrivono le loro odi ultra-conservatrici in nome del «liberalismo» e della libertà di mercato come unica etica possibile.
Qualche anno fa Alvarito ebbe con suo papà un interessante scambio intellettuale, di alto livello. «Papi, voglio diventare scrittore, dammi una mano».
Papà gli diede una mano e il pargolo pubblicò un oggetto, con forma di libro, intitolato «Manuale del perfetto idiota latinoamericano».
Nelle sue pagine piene di errori, tutti noi che abbiamo preso le difese dei valori democratici in America latina, da Garcia Marquez e Cortazar fino alle vittime delle dittature, eravamo qualificati come «idioti al servizio del castrismo».
Adesso, da Miami, Alvarito scrive sul Che. Su Ernesto Guevara.
Sul comandante Ernesto Che Guevara, che è molto più di una moda, di una marca o di una maglietta.
Sostiene Alvarito, in un articolo pubblicato su The New Repubblic, che è normale che i fedeli di un culto non conoscano la vera storia dell'eroe che ha fondato quel culto. E sembra che lui sì che la conosca, grazie alle straordinarie fonti di informazione offerte da Miami e dai gusanos della Fondazione Cubano-Americana.
La spazzatura scritta da Alvarito non merita risposta, neppure i suoi tentativi di infangare con i dubbi - semina dubbi che qualcosa rimane, deve aver detto Goebbels - Frei Betto e Leonardo Boff, dal momento che entrambi hanno alle spalle un valore etico che parla da solo.
Invece conviene soffermarsi su questo nuovo tentativo - uno in più - di screditare l'immagine e il ricordo del comandante Ernesto Che Guevara, un uomo che, anche se questo pesa molto a tutti gli Alvaritos del revisionismo storico, è un punto di riferimento fondamentale per tutti coloro che credono in un altro mondo possibile, in un'altra realtà possibile, in una società più giusta e più generosa.
Il Che partecipò alla guerra rivoluzionaria a Cuba, combatté insieme ai cubani - non insieme ai russi o ai cinesi o i marziani - contro la dittatura di Fulgencio Batista, un dittatore inventato dal dipartimento di Stato degli Stati uniti.
In guerra si uccide o si muore - che ci piaccia o no - e lo stesso Che si incaricò di ricordarlo a una maestra rurale che andò a visitarlo nella scuola di Vallegrande, in Bolivia, poche ore prima che lo assassinassero, per ordine degli Stati uniti.
Se Alvarito e tutti gli Alvaritos della new age fossero dotati di una minima capacità di intendere, nonché di leggere i trattati della guerra rivoluzionaria e i diari scritti dal Che, scoprirebbero che la sua grande preoccupazione fu quella di rendere meno cruenta la guerra di liberazione; che la guerra di guerriglia concepita dal genio strategico del Che cercava di evitare, prima di tutto, che la popolazione civile finisse come ostaggio degli eserciti mantenuti e diretti da ufficiali degli Stati uniti.
Il Che è stato l'uomo più universale dell'America latina.
Gli toccò vivere l'epoca atroce in cui le prospettive di vita della popolazione del Centramerica e dei Caraibi arrivavano appena ai 40 anni, l'epoca in cui la denutrizione era endemica e l'analfabetismo era accettato come il prezzo da pagare per il fatto di vivere in una società divisa in classi. E agì di conseguenza. Si mise in gioco.
Morì in un'azione di coerenza etica.
Oggi, a più di trent'anni dalla sua morte, possiamo essere d'accordo o no con le sue analisi della società latinoamericana o africana, ma nessuno può negare che il Che ha marcato più di una generazione ridando loro un orgoglio che gli Alvaritos non possono capire: l'orgoglio di vivere in piedi, l'orgoglio di essere padroni del proprio destino, l'orgoglio di essere protagonisti attivi della propria storia.
Per infangare la memoria del Che, gli Alvaritos si avvalgono di testimonianze che loro stessi sono andati a cercare fra la gente dell'esilio cubano - lamentabile come tutti gli esili -, ma ignorano le testimonianze di quelli che l'accompagnarono e che sarebbero disposti ad andare di nuovo in montagna con lui.Conosco due persone in Cile, sono figli di Augustin Carrillo, il «Comandante Gonzalo» dell'Esercito di liberazione nazionale della Bolivia, morto in combattimento contro i Rangers sulle montagne del Teoponte.
Venerano il ricordo di loro padre, che perdettero quando avevano tre e cinque anni.
Ma i loro visi si riempiono d'orgoglio quando dicono: «Mio padre ha combattuto con il Che».
In ogni giovane che crede che un altro mondo è possibile, in ogni individuo che crede in una società migliore, più giusta e più etica, lì sta l'esempio del Che, molto di più che un'icona culturale di sinistra o una figura romantica.
Il suo esempio si traduce in un breve paragrafo dei «Passaggi della Guerra rivoluzionaria»:
«Il livello più alto dell'umanità è la dedizione, è la rinuncia al benessere personale quando la maggioranza vive nella miseria, è capire che la rivoluzione è un atto trasformatore della società perché le sue decisioni future siano orientate verso il benessere della specie umana.
Quando si capisce questo e si raggiunge quel livello più alto della specie umana, allora si è un rivoluzionario. E il dovere di ogni rivoluzionario è fare la rivoluzione».

Il comandante Ernesto Che Guevara è ancora qui e ci resterà fino a che la società avrà bisogno di trasformazioni.
I miserabili e gli Alvaritos saranno dimenticati, per molto che scrivano e siano i figli viziati del potere monopolistico delle comunicazioni.

giovedì, luglio 14, 2005

Dell'Utri, le motivazioni della condanna: per trent'anni mediatore tra mafia e Fininvest

dall' Unità del 14/7/2005

Marcello Dell’Utri è stato per trent'anni anni mediatore tra Cosa Nostra e la Fininvest.
Per questo il tribunale di Palermo lo ha condannato nei mesi scorsi a nove anni di reclusione per concorso in associazione mafiosa.
Lo afferma la motivazione della sentenza, depositata mercoledì e che chiama in causa anche il patron della Fininvest, Silvio Berlusconi che era a conoscenza dell’attività del suo fido.
Dell’Utri ha in particolare «chiesto ed ottenuto dal capo mandamento mafioso Vittorio Mangano favori, promettendo anche appoggio in campo politico e giudiziario». Mangano è il preteso stalliere della villa di Arcore di Berlusconi. In realtà, scrivono i giudici, l’uomo era stato “assunto” per garantire le relazioni tra Fininvest e l’organizzazione mafiosa.

venerdì, luglio 08, 2005

London calling

London calling to the faraway towns
Now that war is declared and battle come down
(Londra chiama le città lontane
Ora che la guerra è dichiarata e la battaglia è in corso)

'Cos London is drowing and I live by the river
(Perché Londra sta annegando ed io vivo vicino al fiume)

da "London Calling" - Clash - 1979

giovedì, luglio 07, 2005

Il gran raduno

Il gran raduno di Massimo Serafini da "Il Manifesto" del 6/7/2005

Vengono pomposamente chiamati «i potenti della terra» gli otto capi di stato che si riuniscono, da oggi, a Edimburgo.
Dovrebbero discutere e soprattutto prendere qualche decisione utile per governare il clima impazzito e la povertà che si diffonde.
Tantissimi, non solo quelli che protestano nella città scozzese, non li considerano né potenti, ma soprattutto in grado di governare i cambiamenti climatici o combattere la povertà, per la semplice ragione che per mettere a posto il clima e non avere poveri bisogna mettere in discussione e non difendere quella globalizzazione liberista che invece li alimenta.
Come ogni G8, anche questo lascerà che i poveri crescano e che la terra si surriscaldi, producendo come ogni volta solo repressione (oltre alle botte siamo tornati alla pratica degli arresti preventivi) e ulteriore esasperazione, che mi auguro diventi ribellione diffusa e conflitto.

martedì, luglio 05, 2005

Top black

Alcuni album di black music da avere

James Brown - Live at the Apollo
Pura dinamite funk soul !
Aggiungere una compilation con le migliori cose dai 60's e dai primi 70's
Aretha Franklin - Live At Fillmore West
Un super megalive del 1971 con una band super con Billy Preston , King Curtis e Ray Charles come ospite. Il soul all'ennesima potenza.
Ci sono anche "Lady soul" e "Aretha arrives" di qualche anno prima con gemme fantastiche.
Otis Redding - Otis blue
A parte le compilations piene di ogni ben di dio , "Otis blue" del 1965 è il meglio del grande e sfortunato Otis con dei grandi megaclassici
Marvin Gaye - What's goin on
Un classico del soul più raffinato
Steve Wonder - Talking book
Secondo me il suo migliore anche se in molti indicano "Songs of the key of life" o "Innervisions" pur eccellenti (senza dimenticare la proiduzione rythm and soul dei 60's)
Gil Scott Heron - The revolution will be not televised
Poeta e musicista , ha raggiunto il top con "The bottle" e con la title track di questo grande album
Ray Charles - Doing this thing
Di lui ci sono da cercare più che altro le compilations del periodo Atlantic (50's/60's) con tutte le piccole gemme , ma questo album de l1969 è comunque eccellente con la superba "Finder keepers , loosing weepers"
Temptations - Gettin ready
Anche per loro un bel "Best of" rende la miglior giustizia ad una lunghissima carriera , ma quest'album de l1969 ne riasume al meglio i tratti principali
Sly and the Family Stone - Stand
Se "There'a riot goin on" di un paio di anni dopo (1971) è quello artisticamente più importante "Stand!" è quello più vitale , più rythm and blues , più energico. Consigliato anche un bel greatest hits
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