martedì, marzo 31, 2020
Il meglio del mese. Marzo 2020
Parte bene l'anno con Real Estate, Christian McBride, Gil Scott Heron/Makaya McCraven, Isobel Campbell, Monophnics, Black casino and the Ghost, Crowd Company, Ben Watt. Moses Boyd, Shabaka and the Ancestors, Field Music.
Per l'Italia Calibro 35, Dining Rooms, Era Serenase, Ok Bellezza e Handshake.
REAL ESTATE - The main thing
Quanta levità, leggerezza psichedelica, solare, estiva, californiana, 60's. Quanti echi dal Paisley Underground, Rain Parade in particolare. E quanti brani incredibilmente belli in questo quinto album della band New Yorkese. Un vero gioiello. Molto prezioso.
BOOMTOWN RATS - Citizens of Boomtown
Difficile aspettarsi un ritorno così fresco e pulsante, dopo 36 anni di silenzio discografico, dalla band di Bob Gedolf che ha azzeccato il grande successo con "I don't like mondays" senza però poi riuscire a lasciare grandi album. Il nuovo lavoro è pieno di energia, brani che spaziano dal glam al garage beat alla Kinks, ottime ballate Dylaniane e un'imprevedibile finale con due brani ai confini con la dance terribilmente efficaci.
Più che riuscito.
SHABAKA AND THE ANCHESTORS - We Are Sent Here by History
Registrato in Sud Africa con musicisti locali, concept sul declino della vita sulla Terra, spettacolare album in cui si mischiano spiritual jazz, afro funk, suggestioni africane, avanguardia, ritmi caraibici, rimandi continui allo scibile jazz. Il NEW JAZZ ha trovato un altro RE da affiancare a Kamasi Washington.
MOSES BOYD - Dark matter
Batterista ma soprattutto compositore, arrangiatore, visionario della scena new jazz londinese.
Un album che ne riassume lo spirito, pescando da jazz, funk, afro, elettronica, drum n bass, clubbing, Miles Davis di "Tutu" e tanto altro.
E' il suono del 2020 ma che guarda avanti.
Stiamo al passo, restiamo a ritmo.
TONY ALLEN /HUGH MASEKELA - Rejoice
Una session del 2010 tra la ritmica unica e inimitabile di Fela Kuti e l'immaginifica tromba del compianto Hugh Masekela, rivive in un album perduto dal groove spettacolare. Afro jazz funk (con l'aggiunta postumadi membri della nuova scena londinese, da Ezra Collective a Kokoroko) di pura eccellenza.
JAMES HUNTER SIX - Nick of time
James Hunter continua a mietere album di pura delizia con quel sound a metà tra Sam Cooke e Arthur Alexander, tra rhythm and blues, soul e un retaggio di sapore latino.
Voce come sempre superba, brani originali ma che sembrano arrivare direttamente dalla fine dei 50's e inizio dei 60's.
Super gradevole.
CORNERSHOP - England is a garden
E' sempre divertente un ascolto alla band inglese, così floreale, un po' soul, quella psichedelia beat in sottofondo, belle melodie, brani godibili e retrò. Mancavano da otto anni e il ritorno è più che dignitoso e apprezzabile.
MORRISSEY - I am not a dog on a chain
Proviamo a non pensare che è un album fatto da un cretino. Ma da una voce unica e da un compositore sempre a livelli dignitosi. Che in questo caso si concede un massiccio uso di elettronica, di pop "sintetico", con qualche divagazione "black" (con tanto di duetto con Thelma Houston). Alla fine un po' noioso, magniloquente e enfatico come sempre. Ha fatto di meglio.
TOWER OF POWER - Step up
Esordio live nel 1968, primo album nel 1970, 60 musicisti cambiati in carriera
"Step up" è il loro 27simo album. La band californiana suona sempre da paura un POP SOUL FUNK raffinatissimo che rade al suolo chiunque pensi di avvicinarsi alla loro CLASSE. Divertente e ultra grooooovy.
MONOPHONICS - It's only us
La band dei Kelly Finnigan (un ottimo album solista lo scorso anno) torna con un eccellente (quarto)album di sofisticato e solare 70's soul tra Curtis Mayfield, Gimmicks, Chi Lites, un retro gusto vagamente psichedelico e un paio di visite al magico mondo Northern Soul. Gustosissimo ed elegante.
BEAT BRONCO ORGAN TRIO - Road trip
La band spagnola offre un ottimo album in classico stile funk soul strumentale con Hammond in bella vista e buoni brani di gran gusto e tanto groove.
SWAMP DOGG - Sorry You Couldn’t Make It
Estroso e vulcanico soul funk man, alle soglie degli 80 anni se ne esce con un nuovo ispirato album tra un old school southern soul, influenze country, i consueti irresistibili groove funk. Ottime canzoni, tanto mestiere e un album a suo modo perfetto.
GEORGE BURTON - Reciprocity
Secondo album per l'eccellente pianista jazz, nativo di Filadelfia ma New Yorkese d'adozione (già membro della Sun Ra Arkestra e leader di cinque band). Un album intenso in cui il be bop si affianca al free, al soul jazz e alla sperimentazione (vedi la ripresa di un brano dei Sigur Ros).
Molto interessante.
CHILDISH GAMBINO - 3.15.20
Suona come un album minore di Prince, con l'aggiunta dello Sly Stone dei 70, modern funk, elettronica.
Buono a tratti ma niente di eclatante.
RUSSO AMORALE - Europe
Un esordio fiammeggiante di ispirazione, oscuro calore, suggestioni noir. Tra deep blues (in un demoniaco incrocio tra Mark Lanegan, Manuel Agnelli, Guignol, Tindersticks, soprattutto a livello vocale), canzone d’autore italiana (da Sergio Endrigo a Tenco e Ciampi), folk e un’attitudine punk di fondo, “Europe” è un album sorprendente per vitalità, cattiveria, sfrontatezza. Da ascoltare ripetutamente. Molto, molto, molto bello. Massimo dei voti.
ROOZALEPRES - s/t
Il quartetto toscano all'esordio con un album tiratissimo, aspro, duro, bello ruvido come si conviene al loro punk rock dalle tinte garage. Dagli Mc5 e Sonics, passando per Ramones e Johnny Thunders, arrivando a Oblivians e Hellacopters c'è abbondanza di materiale per i cultori del migliori rock 'n' roll. Ottime canzoni e attitudine totale.
THE BRIGHTEST ROOM - Run
Valerio "Valo" Frezza è stato a lungo un "agitatore" musicale della scena milanese, dagli Impulsive Youth a numerose altre esperienze. La nuova incarnazione con i Brightest Room, attivi dal 2015, lo coglie al secondo album, caratterizzato, come consuetudine, da un sound che parte dai sempre amati 60's per arrivare ad influenze attuali tra pop rock, sguardi agli Smiths e tanto altre. Belle canzoni, ben realizzate, fresche e mature.
FABRIZIO TAVERNELLI - Homo distopiens
Ex pilastro portante di due esperienze seminali come En Manque D’Autre e AFA (Acid Folk Alleanza), di cui conserva nell'esperienza solista molti elementi a livello di approccio e attitudine, giunge all'approdo del quinto album.v Il sound è avvolgente, sinuoso, malinconico e romantico. Attinge dalla canzone d'autore italiana più profonda mischiandola con un gusto new wave decadente anni 80 (da David Sylvian a John Foxx) e con le suggestioni nostrane dell'epoca (vedi CSI). Bello e intenso e splendidamente realizzato a livello di suoni e produzione.
M A D Music Against Disorders – Basta eroi
La band modenese diverte e si diverte con un ep di cinque brani in cui spazia dal rock ‘n’ roll al pop (e qualche tocco funk) ma nel quale scorre, evidente, una forte anima beat che proprio dalle loro parti nacque in Italia negli anni Sessanta. Brani frizzanti, freschi, onesti e sinceri. E’ quello che ci serve e ci basta.
TRIP TAKERS - Collection
La band siciliana in brevissimo tempo si è costruita una solidissima reputazione in ambito garage folk di estrazione 60’s (dalle parti della mitica compilation “Nuggets”) incidendo un album, un singolo e un Mini Lp tra il 2017 e il 2019. Andati ormai esauriti, Area Pirata provvede a raccoglierli in una compilation che restituisce integralmente la bellezza di un’esperienza sonora interessantissima.
GOLDEN SHOWER - DIldo Party
Sopravvissuta a cambi di formazione e peripezie di vario tipo la band più “esplicita” della scena garage punk torna con un terzo album, a cinque anni dall’ultima pubblicazione discografica (l’ep “Gasolio”). Ed è sempre una festa punk rock, garage punk, chitarre distorte, melodie 60’s, piglio ’77, grande tiro ritmico e una canzone come “Nobody knows” che meriterebbe di essere in testa a tutte le classifiche, in un mondo più giusto.
BAVOSA - s/t
Il quartetto in arrivo dalla riviera adriatica sferza le membra più pigre con un album di puro garage/punk rock in chiave lo-fi, tra Oblivians, l'immancabile tiro alla Ramones, una ruvidezza di sapore 60's che riporta ai primi Miracle Workers e una grandissima energia di stampo punk '77. Grandi!!!
ASCOLTATO ANCHE:
JOSE JAMES (cool & soft soul. Molto raffinato), HELIOCENTRICS (funk psichedelico e sperimentale), LINKWOOD & GREG FOAT (atmosfere liquide, electro jazz, ambient lounge), LUKE HAINES/PETER BUCK (ex Autreche + ex REM tra glam, sperimentazioni. Molto confuso),
LETTO
JOHN PEARSON - Professione criminale. La Londra dei gemelli Kray
Delinquenti, criminali, assassini, sadici, figli di puttana senza pietà, alcolizzati, psicotici.
I gemelli Kray con efferata violenza (e collusioni con politici e polizia) riuscirono ad ammantarsi di un fascino ambiguo e "conquistare" la Londra degli anni 60, diventando icone di un'epoca.
John Pearson li frequentò e fu incaricato dai gemelli di scriverne una biografia.
Dettagliatissima e particolareggiata mette in luce una vicenda dai contenuti rivoltanti ma esaustiva e mai assolutoria.
Tra i migliori "libri criminali" in circolazione.
GABRIELE MERLINI - No music on weekends
Un lavoro molto particolare e personale in cui l'autore si muove nell'alveo dei primi passi della new wave italiana (ma non solo) attraverso una collocazione socio politica, in una sorta di saggio su nomi, scene, aneddoti, vita vissuta.
In cui si intrecciano flashback personali, visioni, ricordi, pensieri.
Un ibrido interessante e innovativo in cui emerge una grande abilità di scrittura e uno stile spedito e accattivante.
ALESSANDRA IZZO - She Rocks
Quindici giornaliste musicali che emergono da un mondo indiscutibilmente in prevalenza maschile e, sottolineano, spesso maschilista e "testosteronico", testimoniano delle loro esperienze nell'ambito, attraverso veloci interviste a cura dell'autrice.
Uno spaccato indicativo di un ambito in cui (anche in questo caso!) il solo fatto di essere donna comporta qualche ostacolo in più.
Brillano i contributi delle "regine" del giornalismo musicale nostrano, Daniela Amenta, Alba Solaro, Marinella Venegoni.
Un centinaio di pagine, lettura veloce e frizzante.
ANTONIO G. D'ERRICO- PEPPE PONTI - I suoni del sud. La musica tra i vicoli di Napoli
La scena musicale napoletana è sempre stata un fonte inesauribile di creatività, mescolanza di stili, suoni, influenze.
E anche di aneddoti di tutti i tipi.
Come quelli che accompagnano la lunga carriera del produttore Peppe Ponti (creatore dell'etichetta Suoni dal Sud) che in questo godibile e frizzante libro racconta a Antonio G.D'Errico una lunga storia a fianco di nomi come James Senese, Tony Esposito, Osanna, Enzo Gragnaniello, Tullio De Piscopo, Enzo Avitabile, Mia Martini, Pino Daniele e tanti altri.
Un modo diretto per conoscere più a fondo e dettagliatamente quella che è stata e rimane un'incredibile miniera di creatività artistica.
HUBERT SELBY JR. - Ultima fermata a Brooklyn
Uscito nel 1964, ambientato in una devastante e devastata New York di fine anni 50 tra teddy boys crudeli, ribelli senza causa e futuro, prostituzione femminile e maschile, travestiti, droga, violenza oltre ogni limite, degrado umano e sociale, è uno dei romanzi più feroci e disturbanti di sempre.
Non a caso a lungo perseguitato per oscenità (fu censurato in Italia).
I racconti trasudano di una violenza gratuita spesso insopportabile (lo stupro di massa di Tralala è una lettura insostenibile), i contenuti esasperatamente provocatori proprio perché reali, crudi, veritieri e tremendamente attuali.
Personaggi sempre miseri e sgradevoli, senza etica, morale, valori, pietà.
Altrettanto interessante la modalità di scrittura, gergale, con una grammatica volutamente anarchica, senza punteggiatura.
AA.VV- Inchiostro sprecato
Il progetto INCHIOSTRO SPRECATO prosegue le pubblicazione aggiungendo tre nuovi capitoli.
La produzione è 100 % D.I.Y., ma la volontà è di fare le cose per bene, divulgando controcultura di qualità in stile «MILLELIRE» con libretti in formato A6, stampati professionalmente su carta patinata, ad effetto «rivista».
* ANTONIO BACCIOCCHI - Spara Iuri Spara / ALDONE SANTARELLI / Data di scadenza / Uomini in nero PATH -Nonostante tutto
* MARIO BIANCHI - Bullet bar
* PAOLO MERENDA - Okkupazione / VINCENZO TRAMA - Le barbare d'urso hanno gli occhi
Nel primo caso si tratta di una ristampa della precedente uscita, andata esaurita, con l'aggiunta di una racconto di Santarelli e di uno di Path.
Nuove produzioni le altre due.
Racconti sempre con ampi ed espliciti riferimenti alla musica e scena "alternativa", un forte senso dell'humor e del noir.
Iniziativa da supportare (considerata anche il costo bassissimo dei libretti).
https://www.facebook.com/inchiostrosprecato
VISTO
Permette? Alberto Sordi di Luca Manfredi
Sono contrario a prescindere alle biografie cinematografiche di personaggi famosi, in genere malamente riuscite e approssimative.
Lo scetticismo era totale nei confronti di quella sui primi passi nello spettacolo di ALBERTO SORDI (mio attore preferito in assoluto), praticamente inimitabile e, a parer mio, intoccabile.
Il regista Luca Manfredi ha fatto un buon lavoro, il protagonista Edoardo Pesce è superlativo nel riprodurre la mimica, i tic, le particolarità, le espressioni, la voce di Alberto Sordi.
Il contorno (l'improponibile giovane Fellini a parte) , nei limiti di una fiction nazional popolare, dignitoso e sufficiente.
Non passerà alla storia ma piacevole.
COSE VARIE
Ogni giorno mie recensioni italiane su www.radiocoop.it, ogni domenica "La musica ribelle", una pagina sul quotidiano "Libertà", ogni mese varie su CLASSIC ROCK.
Occasionalmente su "Il Manifesto".
Sulla pagina Facebook di RadioCoop va in onda il TG musicale condotto da me , Carlo Maffini e Paolo Muzio.
lunedì, marzo 30, 2020
Get Back. Dischi da (ri)scoprire
Ogni mese la rubrica GET BACK ripropone alcuni dischi persi nel tempo e meritevoli di una riscoperta.
Le altre riscoperte sono qui:
http://tonyface.blogspot.it/search/label/Get%20Back
POISON GIRLS - Statement - The complete recordings
Band fondata alla fine dei 70 da VI SUBVERSA, ormai quarantenne, ispirata dai due figli punk (prima nei Fatal Microbes e poi nei Rubella Ballet), molto vicina all'etica e filosofia politica anarchica dei CRASS.
Incisero quattro album e parecchi singoli, caratterizzati da un sound aspro, dissonante ma che sapeva aprirsi anche a soluzioni melodiche, fascinose e decadenti ("Promenade immortelle" è una ballata di incredibile suggestione), tra punk e post wave.
Testi politicamente improntati all'avversione alla guerra, autorità, machismo.
La compilation della Cooking Vynil raccoglie tutto.
Ascolto molto interessante.
Vi Subversa se ne è andata nel 2016.
ZOUNDS - Curse of the Zounds
Suonavano come i Clash, pensavano come i Crass.
Il loro unico album del 1981 su Rough Trade potrebbero essere le registrazioni perdute della band di Joe Strummer (anche la voce è molto simile) del 1977.
Anche se orbitarono intorno al giro anarco punk dei Crass (con cui suonarono e per la cui etichetta esordirono con un ep).
Album ottimo, grezzo, minimale, grezzo e immediato.
E suona ancora più che bene.
AA.VV. - Bullshit detector
Tre volumi, usciti tra il 1980 e il 1984, assemblati dai Crass che raccolsero demo tape di vari gruppi punk e affini, il più delle volte registrati con mezzi di fortuna e volutamente lasciati senza alcun intervento tecnico o miglioria per l'ascolto.
Materiale di infima qualità sonora ma testimonianza di un sottobosco vitale e pulsante (sorta di lavoro alla Alan Lomax nel punk). Tra i gruppi inclusi, l'esordio degli sconosciuti Napalm Death, gli stessi Crass e poi Amebix, Cumabawamba, Omega Tribe e tanti altri.
Ironicamente il titolo arriva da un verso di "Garageland" degli odiati Clash.
FLUX OF PINK INDIANS - Strive to Survive Causing Least Suffering Possible
Attivi tra il 1980 e il 1986, tre album improntati a un punk rock talvolta ai confini con l'hardcore. Testi militanti su vegetarianesimo e pacifismo (anche loro affini all'area Crass per la cui etichetta incisero l'ep d'esordio "Neu Smell" contenuto in questo primo album, perfettamente rappresentativo del loro sound).
Le altre riscoperte sono qui:
http://tonyface.blogspot.it/search/label/Get%20Back
POISON GIRLS - Statement - The complete recordings
Band fondata alla fine dei 70 da VI SUBVERSA, ormai quarantenne, ispirata dai due figli punk (prima nei Fatal Microbes e poi nei Rubella Ballet), molto vicina all'etica e filosofia politica anarchica dei CRASS.
Incisero quattro album e parecchi singoli, caratterizzati da un sound aspro, dissonante ma che sapeva aprirsi anche a soluzioni melodiche, fascinose e decadenti ("Promenade immortelle" è una ballata di incredibile suggestione), tra punk e post wave.
Testi politicamente improntati all'avversione alla guerra, autorità, machismo.
La compilation della Cooking Vynil raccoglie tutto.
Ascolto molto interessante.
Vi Subversa se ne è andata nel 2016.
ZOUNDS - Curse of the Zounds
Suonavano come i Clash, pensavano come i Crass.
Il loro unico album del 1981 su Rough Trade potrebbero essere le registrazioni perdute della band di Joe Strummer (anche la voce è molto simile) del 1977.
Anche se orbitarono intorno al giro anarco punk dei Crass (con cui suonarono e per la cui etichetta esordirono con un ep).
Album ottimo, grezzo, minimale, grezzo e immediato.
E suona ancora più che bene.
AA.VV. - Bullshit detector
Tre volumi, usciti tra il 1980 e il 1984, assemblati dai Crass che raccolsero demo tape di vari gruppi punk e affini, il più delle volte registrati con mezzi di fortuna e volutamente lasciati senza alcun intervento tecnico o miglioria per l'ascolto.
Materiale di infima qualità sonora ma testimonianza di un sottobosco vitale e pulsante (sorta di lavoro alla Alan Lomax nel punk). Tra i gruppi inclusi, l'esordio degli sconosciuti Napalm Death, gli stessi Crass e poi Amebix, Cumabawamba, Omega Tribe e tanti altri.
Ironicamente il titolo arriva da un verso di "Garageland" degli odiati Clash.
FLUX OF PINK INDIANS - Strive to Survive Causing Least Suffering Possible
Attivi tra il 1980 e il 1986, tre album improntati a un punk rock talvolta ai confini con l'hardcore. Testi militanti su vegetarianesimo e pacifismo (anche loro affini all'area Crass per la cui etichetta incisero l'ep d'esordio "Neu Smell" contenuto in questo primo album, perfettamente rappresentativo del loro sound).
Etichette:
Get Back
domenica, marzo 29, 2020
Gabriele Merlini - No music on weekends
Un lavoro molto particolare e personale in cui l'autore si muove nell'alveo dei primi passi della new wave italiana (ma non solo) attraverso una collocazione socio politica, in una sorta di saggio su nomi, scene, aneddoti, vita vissuta.
In cui si intrecciano flashback personali, visioni, ricordi, pensieri.
Un ibrido interessante e innovativo in cui emerge una grande abilità di scrittura e uno stile spedito e accattivante.
Etichette:
Libri
sabato, marzo 28, 2020
Bob Dylan - Murder most foul
C'è chi scrive canzoni e chi compone OPERE D'ARTE.
BOB DYLAN chiude per sempre con questa OPERA un'epoca, un sogno, un'utopia.
I Vecchi come me rimangono senza fiato e in lacrime.
JFK, i Beatles, gli Who, Woodstock, Altamont, John Lee Hooker, Thelonius Monk, Bo Diddley, "Dizzy Miss Lizzie".
Un abbraccio finale a un mondo che non c'è più e non si sarà più.
https://www.youtube.com/watch?v=3NbQkyvbw18
It was a dark day in Dallas, November '63
A day that will live on in infamy
President Kennedy was a-ridin' high
Good day to be livin' and a good day to die
Being led to the slaughter like a sacrificial lamb
He said, "Wait a minute, boys, you know who I am?"
"Of course we do, we know who you are!"
Then they blew off his head while he was still in the car
Shot down like a dog in broad daylight
Was a matter of timing and the timing was right
You got unpaid debts, we've come to collect
We're gonna kill you with hatred, without any respect
We'll mock you and shock you and we'll put it in your face
We've already got someone here to take your place
The day they blew out the brains of the king
Thousands were watching, no one saw a thing
It happened so quickly, so quick, by surprise
Right there in front of everyone's eyes
Greatest magic trick ever under the sun
Perfectly executed, skillfully done
Wolfman, oh wolfman, oh wolfman howl
Rub-a-dub-dub, it's a murder most foul
[Verse 2]
Hush, little children, you'll understand
The Beatles are comin', they're gonna hold your hand
Slide down the banister, go get your coat
Ferry 'cross the Mersey and go for the throat
There's three bums comin' all dressed in rags
Pick up the pieces and lower the flags
I'm goin' to Woodstock, it's the Aquarian Age
Then I'll go to Altamont and sit near the stage
Put your head out the window, let the good times roll
There's a party going on behind the Grassy Knoll
Stack up the bricks, pour the cement
Don't say Dallas don't love you, Mr. President
Put your foot in the tank and then step on the gas
Try to make it to the triple underpass
Blackface singer, whiteface clown
Better not show your faces after the sun goes down
Up in the red light district, they've got cop on the beat
Living in a nightmare on Elm Street
When you're down on Deep Ellum, put your money in your shoe
Don't ask what your country can do for you
Cash on the ballot, money to burn
Dealey Plaza, make a left-hand turn
I'm going down to the crossroads, gonna flag a ride
The place where faith, hope, and charity lie
Shoot him while he runs, boy, shoot him while you can
See if you can shoot the invisible man
Goodbye, Charlie! Goodbye, Uncle Sam!
Frankly, Miss Scarlett, I don't give a damn
What is the truth, and where did it go?
Ask Oswald and Ruby, they oughta know
"Shut your mouth," said a wise old owl
Business is business, and it's a murder most foul
[Verse 3]
Tommy, can you hear me? I'm the Acid Queen
I'm riding in a long, black Lincoln limousine
Ridin' in the backseat next to my wife
Headed straight on in to the afterlife
I'm leaning to the left, I got my head in her lap
Hold on, I've been led into some kind of a trap
Where we ask no quarter, and no quarter do we give
We're right down the street, from the street where you live
They mutilated his body and they took out his brain
What more could they do? They piled on the pain
But his soul was not there where it was supposed to be at
For the last fifty years they've been searchin' for that
Freedom, oh freedom, freedom over me
I hate to tell you, mister, but only dead men are free
Send me some lovin', then tell me no lie
Throw the gun in the gutter and walk on by
Wake up, little Susie, let's go for a drive
Cross the Trinity River, let's keep hope alive
Turn the radio on, don't touch the dials
Parkland hospital, only six more miles
You got me dizzy, Miss Lizzy, you filled me with lead
That magic bullet of yours has gone to my head
I'm just a patsy like Patsy Cline
Never shot anyone from in front or behind
I've blood in my eye, got blood in my ear
I'm never gonna make it to the new frontier
Zapruder's film I seen night before
Seen it thirty-three times, maybe more
It's vile and deceitful, it's cruel and it's mean
Ugliest thing that you ever have seen
They killed him once and they killed him twice
Killed him like a human sacrifice
The day that they killed him, someone said to me, "Son
The age of the Antichrist has just only begun"
Air Force One comin' in through the gate
Johnson sworn in at 2:38
Let me know when you decide to throw in the towel
It is what it is, and it's murder most foul
[Verse 4]
What's new, pussycat? What'd I say?
I said the soul of a nation been torn away
And it's beginning to go into a slow decay
And that it's thirty-six hours past Judgment Day
Wolfman Jack, he's speaking in tongues
He's going on and on at the top of his lungs
Play me a song, Mr. Wolfman Jack
Play it for me in my long Cadillac
Play me that "Only the Good Die Young"
Take me to the place Tom Dooley was hung
Play "St. James Infirmary" and the Court of King James
If you want to remember, you better write down the names
Play Etta James, too, play "I'd Rather Go Blind"
Play it for the man with the telepathic mind
Play John Lee Hooker, play "Scratch My Back"
Play it for that strip club owner named Jack
Guitar Slim going down slow
Play it for me and for Marilyn Monroe
[Verse 5]
Play "Please Don't Let Me Be Misunderstood"
Play it for the First Lady, she ain't feeling any good
Play Don Henley, play Glenn Frey
Take it to the limit and let it go by
Play it for Carl Wilson, too
Looking far, far away down Gower Avenue
Play tragedy, play "Twilight Time"
Take me back to Tulsa to the scene of the crime
Play another one and "Another One Bites the Dust"
Play "The Old Rugged Cross" and "In God We Trust"
Ride the pink horse down that long, lonesome road
Stand there and wait for his head to explode
Play "Mystery Train" for Mr. Mystery
The man who fell down dead like a rootless tree
Play it for the reverend, play it for the pastor
Play it for the dog that got no master
Play Oscar Peterson, play Stan Getz
Play "Blue Sky," play Dickey Betts
Play Art Pepper, Thelonious Monk
Charlie Parker and all that junk
All that junk and "All That Jazz"
Play something for the Birdman of Alcatraz
Play Buster Keaton, play Harold Lloyd
Play Bugsy Siegel, play Pretty Boy Floyd
Play the numbers, play the odds
Play "Cry Me A River" for the Lord of the gods
Play Number nine, play Number six
Play it for Lindsey and Stevie Nicks
Play Nat King Cole, play "Nature Boy"
Play "Down In The Boondocks" for Terry Malloy
Play "It Happened One Night" and "One Night of Sin"
There's twelve million souls that are listening in
Play "Merchant of Venice", play "Merchants of Death"
Play "Stella by Starlight" for Lady Macbeth
Don't worry, Mr. President, help's on the way
Your brothers are comin', there'll be hell to pay
Brothers? What brothers? What's this about hell?
Tell them, "We're waiting, keep coming," we'll get them as well
Love Field is where his plane touched down
But it never did get back up off the ground
Was a hard act to follow, second to none
They killed him on the altar of the rising sun
Play "Misty" for me and "That Old Devil Moon"
Play "Anything Goes" and "Memphis in June"
Play "Lonely At the Top" and "Lonely Are the Brave"
Play it for Houdini spinning around his grave
Play Jelly Roll Morton, play "Lucille"
Play "Deep In a Dream", and play "Driving Wheel"
Play "Moonlight Sonata" in F-sharp
And "A Key to the Highway" for the king on the harp
Play "Marching Through Georgia" and "Dumbarton's Drums"
Play darkness and death will come when it comes
Play "Love Me Or Leave Me" by the great Bud Powell
Play "The Blood-stained Banner", play "Murder Most Foul"
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Songs
Classic Rock e Alphaville Radio
Nel nuovo numero di CLASSIC ROCK intervisto e recensisco (il nuovo ottimo album) i PETER AND THE TEST TUBE BABIES.
Parlo inoltre degli album di LeiBei, Gulino, Black Casino and the Ghost, Smakoacustico, Malecherifarei, T.Grave, The Lovecat, Thick.
ALPHAVILLE RADIO è un'iniziativa dell'omonimo negozio di dischi di Piacenza, dove man mano saranno caricate le playlist degli Alphavillers, ognuno con i propri gusti e passioni: per tenerci in compagnia e in contatto in questi tempi difficili, e soprattutto per mantenere, anche a distanza, il valore della condivisione della buona musica.Quasi come in negozio, quasi...
http://www.alphaville.online/
La mia è questa: https://www.youtube.com/playlist?list=PLJcaAItxj9aLedait5s7YC0xwhrK4OUni
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I me mine
venerdì, marzo 27, 2020
Beatles - I want you (she's so heavy)
Uno dei brani più particolari dei Beatles, composto da John ma frutto di un lavoro corale.
Un rock blues dalle tinte hard che sfuma a tratti in atmosfere jazzy e si chiude con un taglio brusco.
Un testo minimale (14 parole, ripetute ossessivamente per i quasi otto minuti di brano).
"I want you" esalta la maturità dei Beatles, capaci di inoltrarsi in ogni territorio sonoro e musicale, traendone sempre il massimo dell'originalità (vedi ad esempio il "rumore bianco" inserito nei tre minuti finali con il Moog).
Un muro di chitarre, Ringo e Paul all'apice dell'espressività, Billy Preston preziosissimo, la voce disperata di John ("When you're drowning, you don't say, 'I would be incredibly pleased if someone would have the foresight to notice me drowning and come and help me.' You just scream." dichiarò a "Rolling Stone").
BEATLES - I want you
https://www.youtube.com/watch?v=tAe2Q_LhY8g
Grande versione di Alvin Lee dei Ten Years After con George Harrison alla slide.
https://www.youtube.com/watch?v=2RHPpW1iuis
Buona versione di Eddie Hezel con Bootsy Collins al basso.
https://www.youtube.com/watch?v=pNuCnyjt_gg
giovedì, marzo 26, 2020
PDU Records
Nel 1967 MINA, già ai tempi tra i personaggi più conosciuti e apprezzati in Italia, alla ricerca di una via autogestita decide di fondare un'etichetta indipendente insieme al padre Giacomo.
Nasce la PDU (Platten Durcharbeitung Ultraphone - Produzione Dischi Ultrafonici), con sede fiscale in Lichtenstein, uffici in Svizzera e succursale a Milano.
Mina utilizzerà l'etichetta per una lunga serie di proprie pubblicazioni (a partire dalla prima uscita, nello stesso anno, con un lavoro intitolato, non a caso, " Dedicato a Mio Padre").
Nel corso tempo l'etichetta si caratterizzerà per una serie di album sperimentali e d'avanguardia, dai Guru Guru ai Popol Vuh, l'esordio solista di Klaus Schulze (Tangerine Dream, Ash Ra Tempel).
Ma ci sono anche dischi jazz (Gaslini - "Colloquio con Malcom X", Franco Cerri, Gaetano Liguori), il prog folk dei Lyonesse, l'esordio di Luigi Grechi (fratello di De Gregori).
Non dimenticando i dischi solisti del figlio Massimiliano Pani e i successi degli Audio 2.
Difficile pensare a un coinvolgimento diretto di Mina in scelte artistiche così estreme ma suggestivo comunque accostarla a un'esperienza così creativa.
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Di cosa parliamo quando parliamo di musica
mercoledì, marzo 25, 2020
Permette? Alberto Sordi di Luca Manfredi
Sono contrario a prescindere alle biografie cinematografiche di personaggi famosi, in genere malamente riuscite e approssimative.
Lo scetticismo era totale nei confronti di quella sui primi passi nello spettacolo di ALBERTO SORDI (mio attore preferito in assoluto), praticamente inimitabile e, a parer mio, intoccabile.
Il regista Luca Manfredi ha fatto un buon lavoro, il protagonista Edoardo Pesce è superlativo nel riprodurre la mimica, i tic, le particolarità, le espressioni, la voce di Alberto Sordi.
Il contorno (l'improponibile giovane Fellini a parte) , nei limiti di una fiction nazional popolare, dignitoso e sufficiente.
Non passerà alla storia ma piacevole.
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Film
martedì, marzo 24, 2020
Il rumorista
La realizzazione di un'opera cinematografica e/o televisiva implica, oltre all'apporto degli attori, un lavoro di sonorizzazione.
Inclusi i RUMORI (raramente registrati in diretta).
Appannaggio dei RUMORISTI che provvedono a doppiare e rendere verosimile a livello sonoro quanto succede sullo schermo.
Un lavoro in studio di registrazione originariamente del tutto artigianale e "manuale", diventato nel tempo facilitato dal digitale.
Il rumorista deve trovare il modo di rendere il più realistico possibile il rumore connesso all'immagine prodotta sullo schermo.
Uno stupendo video rappresenta, ironicamente, il lavoro in questione.
https://www.youtube.com/watch?v=zoWW2oElGWw&feature=emb_logo
L'Associazione Creatori di Suoni sta cercando di ottenere i giusti diritti per i lavoratori dell'ambito:
http://www.associazionecreatoridisuoni.com/
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Di cosa parliamo quando parliamo di musica
lunedì, marzo 23, 2020
John Pearson - Professione criminale. La Londra dei gemelli Kray
Delinquenti, criminali, assassini, sadici, figli di puttana senza pietà, alcolizzati, psicotici.
I gemelli Kray con efferata violenza (e collusioni con politici e polizia) riuscirono ad ammantarsi di un fascino ambiguo e "conquistare" la Londra degli anni 60, diventando icone di un'epoca.
John Pearson li frequentò e fu incaricato dai gemelli di scriverne una biografia.
Dettagliatissima e particolareggiata mette in luce una vicenda dai contenuti rivoltanti ma esaustiva e mai assolutoria.
Tra i migliori "libri criminali" in circolazione.
"They were the best years of our lives. They called them the swinging sixties. The Beatles and The Rolling Stones were rulers of pop music, Carnaby Street ruled the fashion world... and me and my brother ruled London. We were fucking untouchable..." -
Ronnie Kray
http://www.milieuedizioni.it/
Dei Krays hanno parlato nelle loro canzoni anche i BLUR in "Charmless man" ("I think he'd like to have been Ronnie Kray"), RAY DAVIES in "London" ("...and don't forget the Kray twins...very dangerous people those Kray twins") e MORRISSEY in "The Last of the Famous International Playboys" ("Reggie Kray do you know my name?...Ronnie Kray do you know my face?").
Dei Kray Twins parlò il blog qui: http://tonyface.blogspot.com/2015/04/kray-twins.html nell'aprile 2015.
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Libri
sabato, marzo 21, 2020
Gli album più venduti al mondo nel 2019
La compilation "5x20 All the BEST!! 1999-2019 del gruppo giapponese ARASHI, è l'album più venduto del 2019 con 3 milioni e 300 mila copie.
Secondo posto per "Lover" di Taylor Swif con 3,2 milioni di unità vendute (3 milioni solo nella prima settimana). "Map of the soul: Persona"del gruppo sudcoreano BTS al terzo con 2,5 milioni di copie.
Ha anche raggiunto la vetta delle classifiche di Australia, Canada, Nuova Zelanda, Regno Unito e Stati Uniti.
Poi A Star Is Born, colonna sonora del film con Lady Gaga, Billie Eilish con "When we all fall asleep, Where do we go?", Bohemian Rhapsody dei Queen, Ed Sheeran, Ariana Grande, Rammstein e "Abbey Road" dei Beatles (800mila copie).
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Di cosa parliamo quando parliamo di musica
venerdì, marzo 20, 2020
* Martha High and the Italian Royal Family - Nothing's going wrong
* Brownout - Berlin sessions
* James Hunter Six - Nick of time
* Matti Klein - Soul Trio
MARTHA HIGH AND THE ITALIAN ROYAL FAMILY - Nothing's going wrong
Un piccolo grande capolavoro, con un'abbondante dose di condimento italiano. Grazie alla backing band tutta tricolore, guidata da Luca Sapio che produce anche artisticamente l'album.
Classic soul in tutte le sue principali accezioni e sfumature, cantato divinamente, suonato alla perfezione con ogni suono al punto giusto.
E in più una spolverata di tipico groove caro alle colonne sonore dei 60's italiani. A corollario i testi che guardano al sociale e alla situazione politica attuale come insegnarono i maestri Gil Scott Heron, Curtis Mayfield e Marvin Gaye nei primi 70.
Pura eccellenza.
A little spark
https://www.youtube.com/watch?v=25bRpO4XQ_U
BROWNOUT - Berlin Sessions
La band di Austin al primo album con brani autografi dopo aver trasformato in latin funk Black Sabbath, Prince, Public Enemy.
E colpiscono di nuovo nel segno: heavy funk, influenze latine, texmex, caraibiche, soul, rock, Prince (di cui fecero anche la backing band), afro, in un minestrone super piccante ed esplosivo.
PS: Berlin è Steve Berlin dei Los Lobos che produce il tutto.
Somewhere to go
https://www.youtube.com/watch?v=qa170j51qAo
JAMES HUNTER SIX - Nick of time
James Hunter continua a mietere album di pura delizia con quel sound a metà tra Sam Cooke e Arthur Alexander, tra rhythm and blues, soul e un retaggio di sapore latino.
Voce come sempre superba, brani originali ma che sembrano arrivare direttamente dalla fine dei 50's e inizio dei 60's.
Super gradevole.
I can change your mind
https://www.youtube.com/watch?v=HRstumXrVKw
MATTI KLEIN - Soul Trio
Gustosissimo album di raffinato soul jazz per il tastierista berlinese. Niente Hammond ma è il Fender Rhodes a farla da padrone su grooves funk e momenti più mellow e dal sapore lounge.
River Journey
https://www.youtube.com/watch?v=KKUk3ESoq-o
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Dischi
giovedì, marzo 19, 2020
Inchiostro Sprecato
Il progetto INCHIOSTRO SPRECATO prosegue le pubblicazione aggiungendo tre nuovi capitoli.
La produzione è 100 % D.I.Y., ma la volontà è di fare le cose per bene, divulgando controcultura di qualità in stile «MILLELIRE» con libretti in formato A6, stampati professionalmente su carta patinata, ad effetto «rivista».
* ANTONIO BACCIOCCHI - Spara Iuri Spara / ALDONE SANTARELLI / Data di scadenza / Uomini in nero PATH -Nonostante tutto
* MARIO BIANCHI - Bullet bar
* PAOLO MERENDA - Okkupazione / VINCENZO TRAMA - Le barbare d'urso hanno gli occhi
Nel primo caso si tratta di una ristampa della precedente uscita, andata esaurita, con l'aggiunta di una racconto di Santarelli e di uno di Path.
Nuove produzioni le altre due.
Racconti sempre con ampi ed espliciti riferimenti alla musica e scena "alternativa", un forte senso dell'humor e del noir.
Iniziativa da supportare (considerata anche il costo bassissimo dei libretti).
https://www.facebook.com/inchiostrosprecato
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Libri
mercoledì, marzo 18, 2020
The daily howl di John Lennon
Pagine dal "Daily Howl" e John Lennon nel 1955
Che John Lennon avesse una vocazione artistica è cosa nota ma lo evidenziò fin dall'adolescenza.
"Daily howl" fu una proto fanzine che pubblicò all'età di 15 anni con racconti, poesie, disegni.
"Daily howl" fu uno dei miei primi sforzi per scrivere un "giornale". Lo scrivevo di notte (a Mendips), poi lo portavo a scuola e lo leggevo ad alta voce ai miei amici; guardandolo ora sembra stranamente simile al Goon Show! Persino il titolo!" (John).
Partito come tentativo giornalistico diventò poi un quaderno su cui progressivamente John inseriva nuovi contributi, caratterizzati da un grande senso dell'humor (curioso l'aneddoto di un suo compagno di classe che ricorda una sua scritta sotto il cartello della fermata del bus : BUS STOP a cui aggiunge WHY?) e da un approccio surreale e molto creativo.
Non si sa quante edizioni abbia redatto del "Daily Howl" (il quaderno a un certo punto fu confiscato dai professori e restituito alla fine dell'anno).
Sono circolate alcune pagine, spesso vendute a prezzi salati all'asta, mentre alcune poesie vennero pubblicate sulla rivista "Mersey Beat" nei 60s, agli esordi dei Beatles.
Una copia è stata acquistata da Yoko Ono e poi esposta alla mostra "Double Fantasy".
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Beatles
martedì, marzo 17, 2020
Real Madrid - Ac Rapallo Ruentes 8-0
ALBERTO GALLETTI ci porta in una partita sconosciuta ai più.
REAL MADRID - AC RAPALLO RUENTES 8-0
Quando si dice il caso.
Nel 1962, Carlo Tagnin era un calciatore trentenne che aveva appena finito di scontare una squalifica per un tentativo di combine di una partita del Bari, di cui era calciatore, e per la quale venne ritenuto unico responsabile.
La squalifica, di due anni e mezzo poi ridotta ad uno solo, fu un duro colpo alla carriera del mediano mandrogno, sia in termini sportivi che di reputazione.
Sempre in quel lontano 1962, mese di maggio, una piccola e gloriosa compagine ligure, il Rapallo Ruentes, otteneva la sua prima storica promozione in Serie C, il terzo livello calcistico nazionale italiano.
Artefice, dietro le quinte, il Signor Armando Bogliardi, imprenditore locale, col pallino del calcio.
Erano anni in cui l’ottimismo non mancava neanche in questo angolo di mondo oggi in preda ad una pluridecennale depressione e il calcio, pur con le limitate sconcezze dell’epoca, non faceva eccezione.
Sull’onda dell’entusiasmo promozione quindi, Bogliardi organizzò una tournèe in Spagna:
tre incontri amichevoli con il clou al Bernabéu il 10 giugno.
Il presidentissimo bianconero, che vantava parecchie conoscenze in ambito calcistico, dopo il colpo messo a segno per l’amichevole del 10 giugno, riuscì a contattare proprio Carlo Tagnin, al quale propose di unirsi alla squadra come ospite per la trasferta spagnola.
Tagnin, in cerca di una nuova opportunità, accettò.
Guidati dal valoroso capitano Angelo Pessina coadiuvato dall’esperto Tagnin, i bianconeri liguri scesero dunque in campo quel giorno sul terreno del mitico Bernabèu.
La partita non ebbe storia e si risolse in un monologo dei bianchi che pur schierando le seconde linee, eccezion fatta per Gento nell’ultima mezz’ora, travolsero il Rapallo con un 8-0 che non lascia spazio a dubbi di sorta.
Rimane il prestigio per i bianconeri liguri di aver calcato uno dei più prestigiosi palcoscenici calcistiche di aver affrontato la più blasonata compagine a livello mondiale al tempo vicecampione d’Europa e campione di Spagna.
La partita come abbiamo visto andò male ma, al rientro in Italia, per Tagnin ci fu un’ altra sorpresa:
Italo Allodi, allora direttore dell’ Inter lo chiamò a Milano e gli offrì un contratto, la richiesta veniva direttamente dal mago Herrera alla ricerca di gente dinamica a centrocampo.
Tagnin giocherà due stagioni con l’Inter e vincerà uno scudetto e una coppa dei campioni.
Di tutt’altro tenore sarà il suo successivo incontro con il Real , la sera del 27 maggio ’64 a Vienna. Non più amichevole questa volta ma finale di Coppa Campioni, non più vestendo il bianconero di una matricola della Serie c italiana ma il nerazzurro della squadra campione d’Italia, non più travolto da una grandinata di gol ma vittorioso per 3-1 e campione d’Europa.
Il calcio sapeva regalare storie da ricordare.
Madrid 10 giugno 1962, Estadio Santiago Bernabèu
Partita Amichevole
REAL MADRID - AC RAPALLO RUENTES 8-0
Real Madrid CF: Vicente (Betancort); Miche, Marquitos, Miera; Isidro, Zárraga (Vidal); J. Tejada (Gento II 62´), Pepillo, Simonsson, Gento III (Marsal), Canario.
AC Rapallo Ruentes: Piccoli; Giacobbe, Varlyen, Hanset (Costagli); Bellormo, Parodi; Sala, Tagnin, Magnon, Tamburini, Ieri
Arbitro: Caballero Reti: Gento III 13´, Canario 14´, Isidro 27´, Marsal 55´, Tejada 58´, Pepillo 65´, Pepillo, 80’ Canario.
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Grandi partite dimenticate
domenica, marzo 15, 2020
Shabaka and the Ancestors - We Are Sent Here by History
Monophonics - It's only us
George Burton - Reciprocity
Beat Bronco Trio - Road Trip
SHABAKA AND THE ANCESTORS - We Are Sent Here by History
Registrato in Sud Africa con musicisti locali, concept sul declino della vita sulla Terra, spettacolare album in cui si mischiano spiritual jazz, afro funk, suggestioni africane, avanguardia, ritmi caraibici, rimandi continui a tutto lo scibile jazz.
Il NEW JAZZ ha trovato un altro RE da affiancare a Kamasi Washington.
MONOPHONICS - It's only us
La band dei Kelly Finnigan (un ottimo album solista lo scorso anno) torna con un eccellente (quarto)album di sofisticato e solare 70's soul tra Curtis Mayfield, Gimmicks, Chi Lites, un retro gusto vagamente psichedelico e un paio di visite al magico mondo Northern Soul.
Gustosissimo ed elegante.
GEORGE BURTON - Reciprocity
Secondo album per l'eccellente pianista jazz, nativo di Filadelfia ma New Yorkese d'adozione (già membro della Sun Ra Arkestra e leader di cinque band).
Un album intenso in cui il be bop si affianca al free, al soul jazz e alla sperimentazione (vedi la ripresa di un brano dei Sigur Ros).
Molto interessante.
BEAT BRONCO ORGAN TRIO - Road trip
La band spagnola offre un ottimo album in classico stile funk soul strumentale con Hammond in bella vista e buoni brani di gran gusto e tanto groove.
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Dischi
sabato, marzo 14, 2020
The Be Positives - s/t
Shantih Shantih - Someone, anyone?
Freez - Always friends
Los Mofongos - Puerto Rico / Non Giudicar
Recupero con piacere alcuni dischi sfuggiti alla mia attenzione nel 2019 a cui consiglio di dare un ascolto:
THE BE POSITIVES - s/t
Il quartetto di Manchester all'esordio con un ottimo lavoro tra Kinks, Soft Boys, XTC, melodie 60's ma tiro elettrico moderno ed elettrizzante.
Ci sanno fare a livello compositivo con brani freschi e allegri.
https://www.youtube.com/watch?time_continue=24&v=O6bFY_-11RU&feature=emb_logo
0
SHANTIH SHANTIH- Someone, anyone?
La all female band di Atlanta si muove tra Velvet Underground, Paisley, psichedelia, freakbeat, dream pop. Il tutto virato in chiave lo-fi.
Ipnotici.
https://www.youtube.com/watch?v=APKb2fQGZgc
FREEZ - Always friends
La band vicentina viaggia a suon di garage rock che abbraccia uno spettro temporale molto ampio, partendo dai 60's e arrivando ai Modern Lovers, Feelies e Dream Syndicate.
Godibile, energico, schitarrante.
https://www.youtube.com/watch?v=qzbsz8a8yeg
LOS MOFONGOS - Puerto Rico / Non Giudicare
Nato da un incontro fortuito con Matt Verta-Ray (produttore e chitarrista di Speedball Baby, heavy Trash, Brooklyn Lafayette e Andre Williams) Roxy Verta Ray (alla produzione), un 45 di garage malato con un tocco dell'attitudine di Wall of Voodoo e Suicide.
Deragliante come si deve.
https://badmanrecords.bandcamp.com/album/puerto-rico-non-giudicare-7-bm-30
THE BE POSITIVES - s/t
Il quartetto di Manchester all'esordio con un ottimo lavoro tra Kinks, Soft Boys, XTC, melodie 60's ma tiro elettrico moderno ed elettrizzante.
Ci sanno fare a livello compositivo con brani freschi e allegri.
https://www.youtube.com/watch?time_continue=24&v=O6bFY_-11RU&feature=emb_logo
0
SHANTIH SHANTIH- Someone, anyone?
La all female band di Atlanta si muove tra Velvet Underground, Paisley, psichedelia, freakbeat, dream pop. Il tutto virato in chiave lo-fi.
Ipnotici.
https://www.youtube.com/watch?v=APKb2fQGZgc
FREEZ - Always friends
La band vicentina viaggia a suon di garage rock che abbraccia uno spettro temporale molto ampio, partendo dai 60's e arrivando ai Modern Lovers, Feelies e Dream Syndicate.
Godibile, energico, schitarrante.
https://www.youtube.com/watch?v=qzbsz8a8yeg
LOS MOFONGOS - Puerto Rico / Non Giudicare
Nato da un incontro fortuito con Matt Verta-Ray (produttore e chitarrista di Speedball Baby, heavy Trash, Brooklyn Lafayette e Andre Williams) Roxy Verta Ray (alla produzione), un 45 di garage malato con un tocco dell'attitudine di Wall of Voodoo e Suicide.
Deragliante come si deve.
https://badmanrecords.bandcamp.com/album/puerto-rico-non-giudicare-7-bm-30
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Dischi
venerdì, marzo 13, 2020
Hubert Selby Jr - Ultima fermata a Brooklyn
Uscito nel 1964, ambientato in una devastante e devastata New York di fine anni 50 tra teddy boys crudeli, ribelli senza causa e futuro, prostituzione femminile e maschile, travestiti, droga, violenza oltre ogni limite, degrado umano e sociale, è uno dei romanzi più feroci e disturbanti di sempre.
Non a caso a lungo perseguitato per oscenità (fu censurato in Italia).
I racconti trasudano di una violenza gratuita spesso insopportabile (lo stupro di massa di Tralala è una lettura insostenibile), i contenuti esasperatamente provocatori proprio perché reali, crudi, veritieri e tremendamente attuali.
Personaggi sempre miseri e sgradevoli, senza etica, morale, valori, pietà.
Altrettanto interessante la modalità di scrittura, gergale, con una grammatica volutamente anarchica, senza punteggiatura.
Lessi questo libro a fine anni 70, da adolescente, con in sottofondo gli album, da poco acquistati e appena usciti, "Street Hassle" e "Live take no prisoners" di Lou Reed e "Easter" di Patti Smith. E cambiò radicalmente la mia percezione del mondo e delle cose.
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Libri
giovedì, marzo 12, 2020
Trap
Riporto l'articolo che ho scritto sabato scorso sulle pagine del MANIFESTO nell'inserto ALIAS / ULTRASUONI dedicato al fenomeno TRAP.
Uno dei fenomeni (musicali e non) più criticati, osteggiati, sbeffeggiati da musicisti, critici, pubblico.
La Trap ha coagulato intorno a sé un unanime fronte di repulsa. A partire dalla irritante essenzialità musicale, passando per il contenuto dei testi, concludendo con un aspetto estetico che difficilmente può trovare approvazione.
Le coordinate che appartenevano al punk degli esordi.
Ma dove il punk era in qualche modo una prosecuzione di discorsi socio culturali e artistici già affermati in precedenza (garage, glam, rock 'n' roll), la Trap e il suo corollario estetico, pur essendo figlio di rap e hip hop, ostentano ogni mancanza di contenuto “politico” o contro culturale.
A fronte di un modo che viaggia, scientemente, verso il disastro ambientale ampiamente annunciato, preda di un capitalismo senza ormai alcun freno, in cui il mercato determina ogni singola mossa, non solo escludendo ma semplicemente annientando ogni voce dissidente, chi canta o ascolta trap, abbraccia una visione nichilista, dove il “no future” urlato provocatoriamente dai Sex Pistols nel 1977 è una realtà, un dato di fatto.
Le nuove generazioni hanno in mano il mondo, hanno tutto lo scibile terracqueo a portata di click ma in realtà non possiedono nulla di tangibile, tanto meno un futuro. Lo stesso incedere ritmico della trap è il suono di un'epoca che si lascia cullare nell'abbandono ansiolitico, nell'appiattimento emotivo, nervoso, cerebrale.
Contro l'ansia, l'insonnia, la paura della catastrofe, personale e globale, imminenti.
E allora l'ostentazione becera della ricchezza, del lusso (spesso “inventato” e irreale), l'esaltazione della dipendenza da droghe rilassanti, sono un grido rassegnato di chi accetta l'ineluttabilità della dipendenza tecnologica, della sempre più scarsa attenzione al reale e al circostante, di una condizione sociale che ti imprigiona, fin da adolescente, in una gabbia classista da cui è impensabile pensare di uscire.
Dove sei nato, rimani, nessuna possibilità di emanciparti, crescere, “diventare qualcuno”.
Negli anni 60 per uscire dalla “miseria” (non necessariamente solo economica) potevi fare il cantante o dedicarti a calcio o boxe. Ma ora gli sportivi sono ormai merce costruita in laboratorio.
Se non ce l'hai fatta a 14 anni sei già out.
Nella musica e nell'arte non è molto diverso ma in questo ultimo ambito un'ultima speranza ancora ce l'hai.
Il guizzo, l'intuizione, il colpo di fortuna, una concatenazione di circostanze possono aprirti una strada, darti una luce.
La Trap può essere un mezzo immediato in tal senso.
Un suono, un'attitudine, una modus vivendi che nasce, non a caso, in luoghi di spaccio e consumo, ad Atlanta.
Case abbandonate (le trap house) dove ci si ritrova clandestinamente e che generano il mood, lento, cupo, disperato e decadente, del genere.
Brani fatti con il minimo indispensabile.
Basi elettroniche minimali, scarne, essenziali a cui si sovrappongono narrazioni personali (caratterizzate da un volutamente esagerato e quasi parodistico uso dell'auto tune sulla voce) di ciò che accade, allo stesso modo dei primi toaster reggae giamaicani che su brani rimixati e allungati in loop, raccontavano la realtà circostante, fin dagli anni 70.
Si innesta in questo modo il concetto del Do It Yourself, dell'autogestione del brano e della proposta artistica.
Un concetto “volatile”, musica distribuita non sul canonico CD o supporto fisico ma via web, con un concetto di degradabilità quasi immediata. E che si espande in breve tempo ovunque.
La facilità di produzione a basso costo è tra le particolarità più immediate, mutuata da rap e hip hop. Lo studio di registrazione è facilmente riducibile a un portatile, un microfono e un paio di cuffie.
Autogestione a prezzo (e kilometro) zero.
Dalla propria stanza alla conquista del proprio paese o del mondo. A cui si unisce l'immediatezza della fruizione, il linguaggio quasi carbonaro comprensibile solo agli adepti ma che ha il fascino perverso del proibito, del mondo delinquenziale e della trasgressione, che sono tra i propulsori dell'espansione in tutto il mondo.
Diventando uno dei fenomeni giovanili di maggior seguito di sempre.
Non necessariamente fautore di tatuaggi in faccia o comportamenti estremi ma nuovo meta linguaggio con le variabili adattate ai luoghi geografici. Che si sviluppa esclusivamente sul web, veloce, immediato.
Che non ha bisogno di tour in locali, prove incessanti in cantina, strumentazioni complesse ed economicamente onerose.
In Italia la trap arriva a metà degli anni 10 e si può fare idealmente coincidere con il successo dell'esordio di Sfera Ebbasta con “XDVR”, inizialmente distribuito in download gratuito e solo successivamente pubblicato dall'etichetta di Marracash in una riedizione in cui compare il brano “Ciny” in cui offre uno spaccato della periferia da cui viene, Cinisello Balsamo.
Il tutto corredato da liriche in cui si evidenziano riferimenti chiari all'uso di droghe, dalla marjuana all'abuso della codeina. E' il disco che lancia il talento del produttore Charlie Charles, factotum della scena trap nostrana, dietro ai primi successi di Ghali (uno dei personaggi più interessanti, latore di messaggi e testi più profondi e concreti), Tedua, Izi.
E che è riuscito, in poco tempo, partendo da una condizione di totale autogestione, a diventare l'artefice di una vittoria al Festival di Sanremo, dove nel 2018 ha trionfato Mahmood con “Soldi”, grazie anche alla sua produzione.
La Dark Polo Gang è la punta di diamante della scena romana.
Anche loro escono autoprodotti, con una propria etichetta e un produttore alle spalle, stretto collaboratore e coetaneo del gruppo, Sick Luke.
Nel 2015 il primo album viene, anche in questo caso, distribuito gratuitamente.
Anomali nel porsi in modo sfrontato, esaltando il lusso, il danaro, ostentando ricchezza, sfacciataggine e disprezzo per povertà e umiltà, e un atteggiamento sempre unpolitically correct, attirandosi le ire e le critiche di molti rapper e trapper.
Non a caso non avranno alcun problema ad abbracciare una major.
Assimilabile al fenomeno trap, solo per vicinanza elettiva ma mai effettivamente parte integrante della scena, c'è il periodo degli esordi di Achille Lauro, ormai traghettato ad un successo trasversale e musicalmente orientato in ben altre direzioni.
Non dimenticando uno dei personaggi più estremi, provocatori e controversi come Young Signorino, cialtrone per molti, genio per (pochi) altri ma che, come buona parte dei trapper, non passa inosservato.
Dato significativo è la pressoché totale assenza, perlomeno in Italia, di importanti nomi femminili, a testimonianza di una scena non necessariamente considerabile misogina ma sicuramente poco incline a dare spazio a personaggi non maschili.
E infine occorre sottolineare come in questo ambito sia fiorita la prima generazione di musicisti figli di immigrati, nati o cresciuti in Italia, da Ghali a Mahmood a Laioung.
La Trap è il fenomeno più significativo in ambito musicale negli ultimi anni, testimonianza di un cambiamento epocale che ha modificato per sempre la modalità di fruizione della musica.
Piaccia o meno.
Agenzia X ha da poco pubblicato un libro di UFPT, “Trap. Storie distopiche di un futuro assente”, importante e basilare per chi vuole cogliere gli aspetti sociali, culturali e artistici del movimento.
Contiene spunti essenziali per comprendere ciò che sta accadendo, in ambito strettamente musicale e (sotto) culturale.
Chi ama le sotto culture giovanili ed è curioso di comprenderne le evoluzioni e i cambiamenti farebbe bene a provare a capirne di più.
Anche grazie a questo libro.
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Di cosa parliamo quando parliamo di musica
mercoledì, marzo 11, 2020
Alessandra Izzo - She Rocks
Quindici giornaliste musicali che emergono da un mondo indiscutibilmente in prevalenza maschile e, sottolineano, spesso maschilista e "testosteronico", testimoniano delle loro esperienze nell'ambito, attraverso veloci interviste a cura dell'autrice.
Uno spaccato indicativo di un ambito in cui (anche in questo caso!) il solo fatto di essere donna comporta qualche ostacolo in più.
Brillano i contributi delle "regine" del giornalismo musicale nostrano, Daniela Amenta, Alba Solaro, Marinella Venegoni.
Un centinaio di pagine, lettura veloce e frizzante.
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martedì, marzo 10, 2020
Antonio G. D'Errico - Peppe Ponti - I suoni del sud. La musica tra i vicoli di Napoli
La scena musicale napoletana è sempre stata un fonte inesauribile di creatività, mescolanza di stili, suoni, influenze.
E anche di aneddoti di tutti i tipi.
Come quelli che accompagnano la lunga carriera del produttore Peppe Ponti (creatore dell'etichetta Suoni dal Sud) che in questo godibile e frizzante libro racconta a Antonio G.D'Errico una lunga storia a fianco di nomi come James Senese, Tony Esposito, Osanna, Enzo Gragnaniello, Tullio De Piscopo, Enzo Avitabile, Mia Martini, Pino Daniele e tanti altri.
Un modo diretto per conoscere più a fondo e dettagliatamente quella che è stata e rimane un'incredibile miniera di creatività artistica.
Peppe è sicuramente uno storico di tutto quel fermento musicale che va dagli 70 in poi.
La sua importanza di operatore culturale consiste nel suo impegno attivo nella produzione musicale.
Nella produzione dei suoi dischi ha seguito una linea sempre molto coerente, andando alla ricerca di lavori di qualità, non troppo commerciali.
(Tony Esposito)
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