domenica, giugno 30, 2013

Festival Beat



Il FESTIVAL BEAT è uno degli eventi più particolari, suggestivi, meglio riusciti e organizzati in Italia.
Ed è arrivato alla VENTUNESIMA edizione !!!
Sempre con nomi di ambito di livello mondiale con un corollario di iniziative sempre interessantissime.
E poi entrare al festival è essere immediatamente travolti da mille conoscenze, vecchie e nuove, che vedi una volta l'anno ( o anche 5 o 10) e via di parole, ricordi, progetti etc.

Chi ti esalta Arthur Bown ("è stato pazzesco, incredibile") e un passo dopo chi lo asfalta con "una palla pazzesca, non se ne poteva più, ha fatto anche dei pezzi reggae", chi rimane estasiato da Jim Jones Revue ("grandissimi, che tiro, spaccano !") chi (una voce autorevole, direi) li liquida dopo due pezzi con "sono la parodia del rock n roll" e se ne va.
Insomma un crogiuolo di menti, pareri, gusti.

Tutto bello.
Sono io e solo io che non faccio più per il Festival Beat da cui mi sono sentito terribilmente lontano, che ho avvertito come una realtà a cui sono appartenuto per tanto tempo e che ora non mi appartiene più.
Tanto che dopo tre brani dei Fuzztones, imbacuccati con gli stessi vestiti e pose di quando li vidi nel 1985, me ne sono tornato a casa.

sabato, giugno 29, 2013

Giugno 2013. Il meglio



Tra i primi nomi che potrebbero finire nella top 10 di fine anno Miles Kane, Charles Walker & the Dynamites, Beady Eye, Sweet Vandals, Mudhoney, Nicole Willis, Ocean Colour Scene, Mavis Staple, Nick Cave, Johnny Marr , Jimi Hendrix, Jesse Dee e Lilian Hak, Impellers e tra gli italiani Statuto, Raphael Gualazzi, Temponauts, Lord Shani, Mauro Ermanno Giovanardi, Petrina, Zamboni/Baraldi, Cut/Julie’s Haircut, Valentina Gravili, Cesare Basile e Andrea Balducci, Electric Shields

ASCOLTATO

MILES KANE - Don’t forget who you are
Il secondo lavoro di Miles è un gioiello di rara fattura che riassume il meglio del brit pop (da Beatles, Small Faces, Who e Kinks fino a Verve e Oasis, via Paul Weller e Jam).
Brani scarni, elettrici, sempre ben arrangiati, brevi, nervosi, urgenti, immediati corredati da avvolgenti melodie 60’s e un arrembante sound chitarristico.
Tra i collaboratori Paul Weller (che compone con Miles “You’re gonna get it” ) Andy Partridge ex XTC.

MAVIS STAPLE - One true vine
Torna il duo Jeff Tweedy (Wilco) e la voce super di Mavis Staple a rivisitare gospel, folk blues, soul, black country.
Ancora un grande album da brividi moderno e allo stesso tempo antico.

BEADY EYE - BE
Torna la nuova incarnazione di Liam Gallagher e il risultato, per quanto scontato e prevedibile continua a piacermi un sacco.
Lennon/Stones/Kinks/Small Faces/Bowie/psyche/Jam/Weller oriented, niente di nuovo o rivoluzionario (e chi lo vuole da Liam ?) ma bella musica, ottime canzoni, ben fatte, piacevoli.
A me basta.

VALERIE JUNE - Pushin against a stone
Dagli Usa un ottimo album di folk soul, gospel, blues (prodotto e co-scritto da Dan Auerback dei Black Keys e con l’apparizione di Booker T in un brano).
Non sempre efficace ma convincente.

IMPELLERS - This is not a drill
Da Brighton una band di ultra soul funk tra Sharon Jones, Martha High, il groove funk del James Brown mid 70’s, una gran bella voce e tanto ritmo, fresco, solare e dal tiro spettacolare.

KERBSIDE COLLECTION - Mind the curb
Giovanissimi, da Brisbane, Australia con un Hammond funk groovissimo, strumentale dalle parti di Meters, Jack McDuff e George Benson.
Sparatissimi, ultra funk, da seguire !

QUEENS OF THE STONE AGE - Like clockwork
Torna Nick Olivieri, c’è sempre Dave Grohl ,addirittura Elton John (!).
Il risultato è sicuramente dignitoso ma caotico e poco incisivo.

NOON - 775 Lumiere
Esordio a 33 giri della band piacentina tra accenni agli antichi riff di chitarra cari a Black Sabbath, Blue Cheer, Black Widow e Hawkwind, passando per la riattualizzazione fatta negli anni 90 da Kyuss e Fu Manchu prima e Queens of the Stone Age dopo e a nomi più attuali come Red Fang o Dead Meadow. Ritmica granitica, chitarre in costante fuzz, lunghe parti strumentali, ottimi gli interventi vocali.

PELUQUERIA HERNANDEZ - Tequila/La Martiniana Uscito in occasione del Record Store Day, un delizioso 45 giri in saporito vinile con una versione live del celebre classico "Tequila" e una versione de "La Martiniana" con la voce di Joyello.
http://www.joyello.net/peluqueria/

ASCOLTATO ANCHE:
LALOUZZ (ottimo swing soul dall’Olanda tra Stevie Wonder e Jamie Cullum) , SIGUR ROS (certo non sono le cose che mi piace ascoltare ma i SR confermano di essere creativi e avanti) SONNY & the SUNSETS (tra Velvet Underground, Blur, psichedelie varie. Non male) FEMI KUTI (figlio di cotanto padre prosegue con dignità il suo percorso musicale, afro funk con spruzzate caraibiche) SPECTRALS (tra Smiths, Aztec Camera e Costello un buon disco pop, solare e fresco), YAST (dalla Svezia un buon 60’s guitar pop, leggero e gradevole), VALIUM (da Salerno un buon album di power pop con tracce beat, punk e tanto altro), HARRY CONNICK JR (raffinato, zuccheroso sottofondo jazzy, tanto gradevole quanto inutile), GIUBBONSKY (uno strano ma riuscito mix di Jannacci, asprezze varie e tanta personalità. Interessante), MOP MOP (afro funk italiano di gran gusto con Fred Wesley e Antony Joseph ospiti. Ottimo)

LETTO

LUCIANO BIANCIARDI - La vita agra
Un classico.
Da leggere e rileggere.
La crisi e l’assurdità del capitalismo selvaggio e robotico, attuale, purtroppo, anche 50 anni dopo.
Bianciardi scrive con grazia e grande ironia.
Ottimo.

VISTO
Piccoli affari sporchi di S.Frears
Crudo e iper realista film sul dramma dei clandestini immigrati in Inghilterra con lieto fine.
Ben fatto e molto interessante.

COSE & SUONI
Tornati sul palco ad Udine LILITH & the SINNERSAINTS in procinto di rientrare i nstudio a metà luglio per un nuovo disco (disco intendo !) in uscita a metà ottobre 2013.

www.lilithandthesinnersaints.com

Mie recensioni su www.radiocoop.it

IN CANTIERE
Il libro sugli Statuto alle fasi finali ((in uscita a febbraio 2014))mentre prosegue la promozione di “Rock n Goal”
Il libro su Paul Weller l’11 ottobre per Arcana.
Il nuovo lavoro di Lilith and the Sinnersaints per ottobre 2013

venerdì, giugno 28, 2013

Confederations Cup: Spagna - Italia 7-6



Se ne è andato Stefano Borgonovo, ucciso dalla Sla ( sclerosi laterale amiotrofica).
Ne avevamo già parlato anni fa, nel 2008 qui:
http://tonyface.blogspot.it/2008/10/sla-sclerosi-laterale-amiotrofica.html

Invece l'Italia è volata fuori dalla Confederations Cup ai rigori.
Partita brutta, noiosa, soprattutto quando nessuno stava più in piedi.
Far giocare in Brasile nel primo pomeriggio (per esigenze televisive....) con un caldo boia è un ennesimo esempio di quanto conti il GIOCO nel calcio.

A parte questo dispiace non essere riusciti a sbattere fuori gli odiosi, boriosi e irritanti spagnoli.
Non che si potesse pensare di fare granchè con Gilardino (Gilardino...) unica punta, una serie di giocatori spompati dietro (Pirlo sempre più impresentabile, ogni palla toccata è persa), con i soli Maggio, Candreva e De Rossi a portare avanti la palla e mantenere un po' d'ordine.
Sempre più preoccupante Buffon che alterna grandi interventi a topiche clamorose.
Un palo per parte, più occasioni per gli Azzurri ma alla fine se vai ai rigori può capitare di uscire con l'amaro in bocca.
Va bè, comunque molto più di quanto si potesse sperare.
Ora un'inutilissima partita con l'Uruguay per il 3° posto (che si giocherà all'una di pomeriggio brasiliana) e l'annunciata finale Brasile-Spagna che si guarderanno loro.
Forza Brasile.

giovedì, giugno 27, 2013

Get Back. Dischi da (ri)scoprire



ALBERTO RADIUS - America goodbye
Personaggio di primaria importanza dell’Italia musicale dai 60’s ad oggi (chitarrista di BAttisti prima, poi con la Formula 3, produttore di migliaia - migliaia ! - di dischi tra cui Faust’O, Underground Life per citare il versante underground.
Poco considerata la sua carriera solista che ha in “Amrica Goodbye” il gioiello più fulgido, dopo che con “Carta straccia” (1978) aveva trovato il successo (grazie allo stupendo singolo “Nel ghetto”).
L’album, del 1979, appare oggi piuttosto datato, in virtù di suoni e arrangiamenti peculiari dell’epoca ma che per i tempi era decisamente avanti con i richiami alla new wave elettronica che si mischia ad un solido rock tradizionale con venature prog e a testi decisamente inusuali, polemici e aspri, decisamente non allineati con l’epica lirica di quegli anni. Eccellenti la title track, il funk rock di“Coccodrilli bianchi” e la blueseggiante “Patricia”.
Album (e artista) da riscoprire.

PHIL DANIELS & the CROSS - s/t
Phil Daniels è l’indimenticabile protagonista del film “Quadrophenia”, ha “cantato” in “Parklife” (e anche in “Think tank”) dei Blur (apparendo anche sul palco con loro) e ha continuato una dignitosa carriera cinematografica. Nel 1979 sull’onda del successo di “Quadrophenia” ebbe anche l’opportunità di aprire una parentesi discografica (tale si è rivelata con un album e due 45 giri).
L’album pur non brillando è comunque di buona fattura.
Daniels canta in modo sgraziato, novello Shane McGowan, indulgendo spesso in stretto cockney che colora alcuni brani di un gusto retrò alla Small Faces ultimo periodo (vedi “Lazy sunday”) o riporta ai Kinks più cabarettistici mentre la musica rimane sospesa tra power pop, un po’ di new wave, pub rock.
Niente di indimenticabile ma di buon livello.

BILL WITHERS -Still Bill
Secondo album del 1972 dopo il fulminante esordio di “Just as I am” dell’anno precedente.
“Still Bill” si addentra nel soul funk più nero, nel southern soul con classici come “Use me” e “Lean on me”, nel duro e minimale soul blues di “I don’t want you on my mind”, nella ritmatissima e ipnotica “Lonely town, lonely street”. Un vero e proprio gioiello di black music all’ennesima potenza.

mercoledì, giugno 26, 2013

PAUL MCCARTNEY live a Verona 25 giugno 2013



Quando vai al Louvre a vedere la Gioconda non ti aspetti di incontrare Leonardo.
Così se vai a Verona a vedere PAUL MC CARTNEY di certo non pensi di incontrare Paul Mc Cartney.
Neanche se ti prende su Enrico (con la sua compagna Nikka e mio figlio Enea al suo primo concerto serio dopo tanti Lilith and the Sinnersaints, tributi ai Clash e gruppi garage punk sbraioni) che con Paul (e non solo) ha recentemente collaborato.

Invece Enrico estrae le chiavi del paradiso con cui si entra dall'acceso VIP, con tanto di pass per backstage (negli antri oscuri dell'Arena) e biglietti nelle prime file.
Ad un certo punto l'assistente di Paul (ignorando un tale Red Canzian dei Pooh che si aggira borioso-voi-non-sapete-chi-sono-io-lo-sappiamo-ma-non-ce-ne-frega-un-cazzo) ci mette in fila e ci annuncia l'arrivo di uno che ha scritto la Gioconda del rock.

E' in gran forma (un po', appena appena eh, tinto e tirato), sorridente, amabile e disponibile
Ci stringe la mano (lo riscrivo: mi ha stretto la mano Paul McCartney), chiede i nomi, sorride e poi dice, come ad una festa tra amici, "Su ragazzi facciamo una foto insieme" (...).
Il fotografo ufficiale (un body guard deciso e temibile proibisce con una mano grossa come un badile qualsiasi altra foto) scatta a ripetizione e ci rassicura che, dopo che il suo staff avrà vagliato le migliori, ce ne manderà una copia (è incominciata da subito una lunga estenuante attesa...il quadro è già pronto).

Mi gira la testa ancora per un po' intanto che, scansando per lo schifo il sindaco legaoilofascio Tosi, prendiamo velocemente posto nel parterre Vip da 200 e passa euro (e noi aggratis !! tiè) e Paul è sul palco per partire con "Eight days a week" e "Junior's farm".

Il concerto è assolutamente PERFETTO.

L'abilità di Paul è di sapere mischiare, con perfetto equilibrio, i successi Beatlesiani di sempre ("Yesterday", "Hey Jude", "Let it be", "Obladi Oblada", "Eleanor Rigby"), quelli "minori" (minori...) come "Paperback writer", "Day tripper", "The long and winding road", una strepitosa "Blackbird", "Get back", una violentissima "Helter skelter", il medley finale "Golden slumbers/Carry that weight/The end" e qualche chicca buttata qua e là (dalla solita "I've just seen a face" a "Your mother should know", "Lovely Rita", "Lady Madonna", una sorprendente Being For The Benefit Of Mr. Kite").

Ci sono le dediche inevitabili, marpione ma in fondo sincere e struggenti a John ("Here today") e Giorgio, così lo chiama in uno dei frequenti interventi in italiano, con una bella versione conl'ukelele di "Something".

Gli arrangiamenti sono sapientemente fedeli agli originali ma con piccoli e spesso interessanti cambiamenti che rendono l'ascolto simile ad una preziosa outtake dei Beatles.

Immensa come sempre "Maybe I'm amazed" (per Linda), il miglior brano post Beatles di Paul, qualche altro omaggio al periodo Wings da "Let it roll" (conclusa con un'inutile reprise di "Foxy lady") all'esplosiva "Live and let die" con fuochi d'artificio in abbondanza, tre da "Band on the run", poi la recente "Funny Valentine" e qualche altro brano sparso qua e là per un totale di 36 pezzi per oltre due ore e mezza di concerto.

Band essenziale, precisa e sempre convincente, voce di Paul incredibilmente fresca, efficace e potente.
Alla fine è un po' affaticato ma neanche troppo e te ne vai sazio e appagato, felice ed entusiasta.
Paul sa bene cosa vuole il suo pubblico e sa come confezionarglielo alla perfezione con tanto di fiocchi, ricchi premi e cotillons.

IL CONCERTO PERFETTO.

lunedì, giugno 24, 2013

Caro amico ti scrivo



Ricevo abitualmente una buona dose di mails e messaggi, nella maggioranza dei casi piacevoli, educati e propositivi.
In mezzo una serie di quelli che potremmo definire "curiosi".
Ne riporto alcuni (assolutamente veri fedeli agli originali con pochissime variazioni).

"Ciao sono un cantautore in cerca di visibilità, suono musica nuova ed originale in stile Luci della Centrale.
Vedo che fai molti concerti, mi puoi dare TUTTI i tuoi contatti che così posso incominciare a propormi anch'io"
?

"Ciao siamo un gruppo grunge di SanVito al Rubicone di Sotto.
Abbiamo realizzato un demo CDR che ha venduto più di mille copie solo tra i nostri amici.
Ti inviamo il demo (ATTENZIONE: I brani sono tutti registrati alla SIAE) per una produzione discografica da definire contrattualmente. Siccome siamo in contatto con parecchie altre etichette gradiremmo una risposta veloce."


"Ciao, ho letto che sei amico di Max Pezzali.
Potresti mandarmi il suo contatto diretto (mail o telefono). Ho del materiale che sono sicuro potrebbe interessargli tantissimo"


"Ciao, siamo un gruppo di ragazzi di un posto a 400 km da casa vostra. Ci piacerebbe farvi suonare ina rassegna che facciamo ogni anno nel nostro paese.
Siamo un'associazione Onlus e come puoi facilmente immaginare soldi non ce ne sono. Però possiamo arrivare ad un rimborso (ti assicuro che viene un sacco di gente)
Dovreste però portare voi l'impianto".


"Ciao, sono di un'agenzia di concerti appena nata.
Vedo che suoni spesso in giro, potresti mandarmi una lista di tuoi contatti per proporre i nostri gruppi? Ti chiedo se puoi però selezionarmi quelli migliori, dove ti sei trovato meglio economicamente e a livello logistico.
Grazie"

"Ciao, ho scritto un romanzo frutto di un lungo lavoro durato parecchio tempo.
Vedo che hai pubblicato parecchi libri.
Se ti mando il manoscritto potresti inoltrarlo tu alle case editrici per cui scrivi per evitare inutili attese?
Grazie.

domenica, giugno 23, 2013

Confederations Cup: Brasile-Italia 4-2



L'Italia c'è.
Ne prende quattro dal Brasile (e con questi fanno 8 gol in tre partite..) ma dimostra di essere una buona squadra che può fare buone cose.
Lotta e stringe i denti, Maggio per poco non ci porta sul 3-3, poi una difesa imbarazzante (Buffon incluso) ci castiga contro un Brasile di buona qualità ma non certo ai massimi livelli.
Rimane il mistero sulla presenza in squadra di alcuni elementi imbarazzanti per pochezza (Aquilani e Montolivo) e anche tanti dubbi sulla inamovibilità di Buffon dai pali (forse i sostituti sono anche peggio) ma personalmente ho visto una partita divertente e una buona Italia.
Ora ci tocca la Spagna, a proposito di divertimento...

venerdì, giugno 21, 2013

I migliori assolo di batteria nel rock



Personalmente ho sempre mal sopportato gli assoli di batteria, nella maggior parte dei casi inespressivi e pura ed inutile ostentazione tecnica.
Prevalentemente relegati ad un’epoca storica del rock (fine 60’s/metà 70’s) e poi in pianta stabile nell’ambiente prog/neo prog e hard metal.
Esiste però una serie di esempi che è doveroso segnalare, dove alla creatività e al gusto si uniscono anche tecnica ed espressività.


1) RINGO STARR - The end
Da “Abbey Road” de l1969 un assolo breve, semplice, minimale, spesso malignamente attribuito a Paul McCartney ma che rispecchia in pieno la personalità schiva e discreta del batterista più famoso di tutti i tempi.

2) RON WILSON (Surfaris) - Wipe out
Lo strumentale del 1963 con l’arrembante, preciso e travolgente rullare sui tom di Ron Wilson. Un classico.

3) KEITH MOON (The Who) . Cobwevs and strange
Da “A quick one” del 1966 una delle migliori rappresentazioni del genio malato del grande Keith che ha dato comunque il megli odi sè anche in ”The ox” nel precedente album e la perfezione nell’intermezzo d i”Won’t get fooled again” In generale la sua carriera di batterista è stata tutta un assolo.

4) LUCKY LEHRER (Circle Jerks) - Red Tape
Il concetto di assolo non è unicamente rapportato al cosiddetto classic rock.
Lucky Lehrer (ex batterista jazz prestato all’hardcore punk, oltre che con i Circle Jerks suonerà con Bad Religion, Red Kross, Darby Crash Band, LA Wasted Youth) lo dimostra nella funambolica “Red tape” tratta dallo stupendo esordio della band di LA, “Group sex” del 1980.

5) GIULIO CAPIOZZO (Area) - FFF
Come Keith Moon anche la carriera batteristica dell’immenso Capiozzo è stata un assolo unico, soprattutto immerso nella musica totale degli Area.
L’intro di “FFF” ma anche gli intermezzi di “Guardati dal mese vicino all’aprile” entrambi da “1978, gli dei se ne vanno...” ne sono due splendidi esempi.

6) GINGER BAKER (Cream) - Toad
Uno dei classici del drum solo, da “Fresh Cream” esordio della super band di Clapton, Bruce e Baker, poi diventata un classico dei loro live.

7) JOHN BONHAM (Led Zeppelin) - Moby Dick
Mai amato troppo lo stile di John ma il suo famoso e classicissimo brano da Led “Zeppelin II” del 1969 non poteva mancare

8) MICHAEL SHRIEVE (Santana) - Soul sacrifice
La sua prestazione in “Soul sacrifice “ a Woodstock è uno dei momenti memorabili della storia del rock per efficacia, precisione, potenza.

9) RON BUSHY (Iron Butterfly) - In a gadda da vida
Altro classicissimo, del 1968, indispensabile in una simile classifica.

10) ANGELO PUDIGNANO (Circus Mort) - Swallow you
Un album quasi dimenticato per un’oscura band new yorkese di dark wave sperimentale con un brano pazzesco per potenza del drumming dall’intro alla fine. Il loro leader Michale Gira fonderà in seguito gli Swans.

giovedì, giugno 20, 2013

Rock n Goal e Lilith and the Sinnersaints



Doppia trasferta nel Nord-Est.

Venerdì 21 giugno al PNBOX di Pordenone, in via Vittorio Vento, presentazione di "Rock n Goal".
Ingresso libero - info/prenotazioni tavoli tel. 0434.551781
Modera Stefano Basso, a seguire mio DJ set.

https://www.facebook.com/events/256094991197731/

A Camino al Tagliamento (Udine9 sabato 22 giugno tornano sul palco, in procinto di tornare anche instudio di registrazione per un nuovo lavoro previsto per l'autunno, LILITH & the SINNERSAINTS

www.lilithandthesinnersaints.com

https://www.facebook.com/LilithandtheSinnersaints

Confederations Cup: Italia-Giappone 4-3



Innanzitutto un elogio alla Nazionale Under 21 che nonostante la prevedibile e prevista sconfitta con la Spagna (che ad un certo punto sembrava potesse dilagare senza limiti) ha portato a casa un onorevole secondo posto agli Europei di categoria.
Troppo superiori gli iberici ma i nostri hanno, come in molti hanno sottolineato, ottenuto ben più di quanto fosse lecito aspettarsi.

Già qualcuno invece sui giornali odierni spaccia il 4-3 degli Azzurri al Giappone in Confederations Cup con paragoni alla solita Italia-Germania di Messico '70.
Nulla di tutto ciò, anzi...

Gli Azzurri dopo cinque minuti guardavano già l'orologio per vedere quanto mancava alla fine e il Sol Levante ce ne ha rifilati due, grazie a generosi regali della difesa, a Pirlo che perdeva palle a pioggia a centrocampo e Montolivo non pervenuto.
Ad un certo punto la sensazione era che ci potessero sommergere di gol.
Il Giappone è squadra volonterosa ma scarsa e con un palo di Giaccherini, il gol di DeRossi alla fine del primo tempo, una loro autorete e un rigore di Balotelli li rimettiamo al loro posto.
Per poi crollare paurosamente, subire il pareggio e una serie di occasioni giap che di nuovo rischiano di seppellirci di gol e umiliazione.
Rimedia Giovinco che sfrutta di nuovo la loro mediocrità.
Si va in semifinale dove (prevedibilmente) ci toccherà Spagna o Uruguay.
Nel frattempo se andiamo sabato in queste condizioni contro il Brasile prepariamo il pallottoliere...

mercoledì, giugno 19, 2013

Targa MEI al Tony Face Blog ?



Il NOSTRO BLOG è stato scelto tra i finalisti dell'Indie Blog Award 2013 al MEI di Faenza.
Gareggerà nella categoria BLOG PERSONALE.

La gara sarà impari visti certi calibri concorrenti ma non si sa mai.
Si può votare con un "mi piace" su Facebook.

www.facebook.com/IndieBlogAward

Dopo diversi mesi di ricerche e valutazioni, la giuria della Targa Mei Musicletter (composta da Annachiara Pipino, Luca Minutolo, Ilenia Lando, Marco Archilletti, Gaetano Ambrosiano, Luca D’Ambrosio e Giordano Sangiorgi), con il contributo della "rete", ha finalmente scelto, con non poche difficoltà, i siti web e i blog collettivi candidati alla vittoria finale del primo premio nazionale destinato al miglior sito o blog indipendente d’' informazione musicale e culturale.
La premiazione dei vincitori - che saranno resi noti durante la prima settimana del mese di settembre - avverrà domenica 29.09.2013 presso la Sala Consiliare del comune di Faenza nell’ambito del Mei 2.0 (Meeting delle Etichette Indipendenti). Nell’attesa del verdetto finale, anche questa volta il “popolo della rete” potrà segnalare fino al 31 agosto prossimo, con un semplice “mi piace”, il proprio sito web o blog preferito attraverso l'’apposita pagina di Facebook.

Ecco tutte le nomination della Targa Mei Musicletter - Indie Blog Award 2013.


Premio Speciale ”Miglior blog personale”
(10 blog personali in ordine alfabetico)
- Doctor Wu di Leo Giovannini (www.wudoctor.blogspot.it)
- Fard Rock di Luciano "Joyello" Triolo (www.fardrock.wordpress.com)
- Fascino Rock di Sara Stella (www.fascinorock.wordpress.com)
- L'ultima Thule di Federico Guglielmi (www.lultimathule.wordpress.com)
- Musica, viaggi... di Paola De Angelis (www.paoladeangelis.tumblr.com)
- Onan Records di Luca Bettega (www.onanrecords.blogspot.it)
- The Red River Shore di Paolo Vites (www.gamblin--ramblin.blogspot.it)
- Tony Face di Antonio Bacciocchi (www.tonyface.blogspot.it)
- Venerato Maestro Oppure di Eddy Cilìa (www.venerato-maestro-oppure.com)
- Zambo's Place di Mauro Zambellini (www.zambosplace.blogspot.it)

Quando mettete il LIKE aggiungetene un oanche per Fard Rock di Joyello e per Doctor Wu di Harmonica, mi raccomando.

martedì, giugno 18, 2013

Rodney Bingenheimer



Nato nel 1947 Rodney Bingenheimer è stato uno dei personaggi più influenti della scena rock n roll americana soprattutto quando incominciò a trasmettere nelle sue trasmisisoni radiofoncihe nuove bands come Ramones, Blondie, Sex Pistols e successivamente X, Bangles Nirvana etc. lanciandole a livello mediatico.
Nei 60’s collaborò con Sonny&Cher, Byrds e Monkees (dopo che perse il posto come cantante della band a favore di Davy Jones), suonò brevemente (un solo concerto...) con la Chocolate Watch Band ma divenne famoso per essere sempre al posto giusto nel mondo dello stardom pop rock, sempre a fianco delle principali star, da Bowie (a cui diede una mano decisiva per trovare un contratto discografico in Usa) a Jagger, John & Yoko, Rod Stewart. Jimi Hendrix etc.

Nei primi 70’s aprì a Los Angeles il club Rodney Bingenheimer's English Disco destinato a diventare il fulcro della nuova scena glam (con Iggy Pop ospite fisso) e ricettacolo di ogni tipo di eccessi.
Durerà fino al 1975.
Nell’agosto 1976 inizia per la KROQ la trasmissione radiofonica “Rodney on the Roq” (tuttora in onda) che lancerà, per prima, tutti i migliori nomi della nascente scena punk e new wave.

“Sono sempre un anti-Eagles e un anti barbe. Suonavo quattro ore di punk”

La sua vita è stata degnamente immortalata nel doc “Mayor of Sunset Strip” e non sono rare le sue partecipazioni a vari film (guida la Cadillac rosa dei Ramones in “Rock n roll high school” e appare in un loro video)

lunedì, giugno 17, 2013

Confederations Cup: Italia-Messico 2-1



Come consuetudine questo blog segue assiduamente le vicende della Nazionale Italiana di Calcio quando impegnata in Mondiali, Europei e, in questo caso, Confederations Cup.
E' il sapore di GIUGNO...caldo, afa, Azzurri in Tv...


Intanto salutiamo con piacere la finale conquistata dall'Under 21 agli Europei, dopo aver eliminato una bruttissima Inghilterra, il modesto Israele, la rocciosa Norvegia e la fortissima Olanda.
A parte i già affermati Verratti, Insigne e Immobile c'è una sorprendente nuova leva di giovani in gamba, in buona parte destinata ad approdare alla nazionale maggiore e che sarebbe meglio fosse valorizzata dalle grandi squadre di serie A invece di rincorrere bidoni vari in giro per il mondo a suon di milionate buttate via.
Uno come Giulio Donati ad esempio lasciato dall'Inter in giro tra Padova, Lecce e Grosseto..mah...
Con la Spagna in finale sarà durissima e quasi impossibile ma ce la giochiamo.

La CONFEDERATIONS CUP è invece un torneo di scarso prestigio, figlio del calcio moderno, inventato dall'Arabia Saudita nel 1992, inizialmente ad "inviti" e poi assurto a regolare torneo Fifa assumendo sempre più (relativa) importanza.
L'albo d'oro vede il Brasile con 3 vittorie, 2 per la Francia, 1 Argentina, Messico e Danimarca.
La formula è interessante e prevede la partecipazione di otto squadre: oltre al paese ospitante (Brasile) ci sono la vincitrice della Coppa del Mondo (Spagna), Europa (Italia in qualità di seconda dopo la Spagna), SudAmerica (Uruguay), NordAmerica (Messico), Asia (Giappone), Africa (Nigeria), Oceania (Tahiti).

L'Italia partecipò una sola volta nel 2009 rimediando una figuraccia storica, sconfitta da Brasile ed Egitto, vincendo con gli Usa.

Sembra andare meglio stavolta con una buona partenza contro il modesto Messico, dominato nel primo tempo, nonostante una loro traversa e il rigore regalato da Barzagli.
Poi l'Italia si affloscia ed è solo grazie alla difesa ridicola dei messicani che Balotelli butta dentro il 2-1 (dopo che Pirlo ci aveva portati in vantaggio con una grande punizione, nonostante la complicità dello scarso portiere avversario).
Bene Balotelli e Pirlo, bravissimo De Sciglio, poca roba gli altri.
Il Giappone travolto dal Brasile non sembra poterci impensierire più di tanto ma non si sa mai...

domenica, giugno 16, 2013

Discografia dei NOT MOVING



1982 : "Strange dolls " E.P. 7" (Electric Eye)


1983 : "Movin' Over" E.P. 7" (Electric Eye)


1985 : "Black 'n' wild" MLP 12" (Spittle)


 1986 : "Sinnermen" L.P. (Spittle)


1987 : "Jesus loves his children" MLP (Spittle)


1988 : "Flash on you" L.P. (Electric Eye)

1989 : "Song of myself" (Wide Records) Mini LP
1992 : “A flash on you” / “Dancing” (Vitriol) Mini Lp
1994 : "Home coming" (Pick Up) CD
2003 : "Land of nothing" (Area Pirata) Mini LP
2005 : “Live in the 80’s “ (Go Down Records) CD /DVD
2009 : “Sinnermen”/”Black n wild” (Spit Fire) CD (ristampa)
2011 : “Light”/Dark” (Spit /Fire) CD/LP (ristampa)




Compilations


1982 : "Baron Samedi" su "Gathered" LP


1983 : "So far from heaven" live su "Faith fear" tape


1986 : MAD STRIPPERS "You gotta move" su "Pluto" L.P.
Not Moving sotto falso nome

1987 : "Spider" , "Break on through" live su "Rockbeef" LP


1987 : "Spider" su "Spittle free compilation" LP

Compilation gratuita distribuita dalla Spittle al Meeting delle etichette indipendenti del 1987

1988 : "Stupid girl" su "This is Europe" tape
 Compilation su cassetta uscita in Irlanda

2007 : "Kissin cousins" su "Wild sounds" (GoDown Records) CD
2011 : "Devil's rattle" su "Vinile Italiano" LP

sabato, giugno 15, 2013

Recensione Beady Eye "Be" e Miles Kane "Don't forget who you are"



The Empire strikes back !
Due album BRIT fino al midollo che riportano il rock inglese al top of the pops !


BEADY EYE “BE”

Mi era piaciuto molto l’esordio dei Beady Eye, fresco, spontaneo, immediato, urgente, soprattutto pensando al ruolo negli Oasis di Liam Gallagher, esecutore vocale delle canzoni del fratello o poco più.
E le eventuali mancanze erano passate in secondo piano proprio in base a quanto appena detto.
Più complesso l’approccio con il secondo lavoro, preparato e pensato a lungo e in cui non c’è alcun spazio per l’effetto sorpresa.
Ma che è l’ultima cosa che sarebbe lecito aspettarsi da Liam e soci.

E’ sempre stato palese, esplicito e cristallino l’amore per il rock n roll più semplice, per i Beatles, per gli Stones, per i 60’s, per la psichedelia, l’adorazione per Lennon.

La produzione di David Sitek dei Tv on the Radio non apporta grandi modifiche se non una maggior varietà di sonorità e una maggiore ricercatezza negli arrangiamenti e la predilezione frequente per atmosfere dilatate.
Gli undici brani (che diventano 15 nella versione deluxe e 17 in quella giapponese) girano intorno all’alternanza tra brani di sapore beatlesiano psichedelico, energici rock n roll, intense ballate semi acustiche.
Molto interessante e riuscita l’introduttiva “Flick of the finger” con una sontuosa sezione fiati, irresistibile il mod sound in pieno stile Jam di “Face the crowd”, outtake del Lennon tardo 60’s/ primi 70’s “Soon come tomorrow” e “Don’t brother me” (dove arriva ad inserire il verso “give peace a chance”...), bello il jungle sound pischedelico di “Shine a light”.
Un album piacevole da ascoltare, divertente, coinvolgente, con mille limiti ma chi se ne frega. It’s only rock n roll and I like it !

MILES KANE - Don’t forget who you are

Miles Kane non è certo un esordiente.
Alle spalle una decina di anni di attività nel sottobosco indie inglese, prima con i Little Flames e poi con i Rascals, prima di affiancarsi ad Alex Turner degli Arctic Monkeys ed ottenere con il nome di Last Shadow Puppets nel 2008 un enorme successo in patria con l’album (destinato a rimanere finora l’unico) “The age of the understatement” con un sound a base di beat, 60’s sound, psichedelia, ecchi Morriconiani.
Dopo il promettente esordio solista di 2 anni fa con “Colour of the trap”, il nuovissimo “Don’t forget who you are” lancia definitivamente Miles Kane nell’Olimpo dei migliori autori ed interpreti inglesi.
Aiutato anche dall’amico Paul Weller e dall’ex XTC Andy Partridge, sforna 11 deliziosi brani in cui melodie beatlesiane, l’irruenza di Jam, Clash, Who e Kinks, il soul “bianco” degli Small Faces e tutto il meglio dell’esperienza brit pop (Verve, Oasis, Supergrass, Blur) si condensano alla perfezione.
La scrittura è lineare e solo apparentemente semplice ed immediata, in realtà ricercata, raffinata e complessa, rendendo “Don’t forget who you are”  un gioiello di rara bellezza, destinato a veleggiare alto nelle liste dei migliori album del 2013.

venerdì, giugno 14, 2013

Google, YouTube e il furto agli autori



In un’intervista dal sito www.huffingtonpost.it Scott Turow avvocato, autore di bestseller (da Presunto innocente a Errori reversibili), ex braccio destro del procuratore generale di Chicago e oggi presidente della Authors Guild of America, riporta alcune interessanti considerazioni su Google, il web e il diritto d’autore

Ho digitato il mio nome su Google e tra i primi dieci risultati ho trovato sei siti dove poter scaricare illegalmente i miei libri.
La cosa pazzesca è che su quel suggerimento il motore di ricerca ci guadagna quando, se si trattasse di droga, per un’indicazione simile qualunque pusher di strada finirebbe diritto in galera.
La gente è convinta che società come Google, Apple o Amazon siano una cosa fantastica.
E non si rende conto che sono solo colossi del capitalismo che fanno i loro interessi.
Mica cercano di educare il mondo o renderlo migliore, pensano a guadagnare. Invece dovrebbe capire che se c’è una crisi degli autori, questa è provocata dal furto continuo del loro lavoro, come fa ad esempio Youtube.

Google potrà pure guadagnare così per qualche altro anno, ma quando non ci saranno più musiche, né libri, né film perché non ci saranno più autori pagati per realizzarli, finiranno anche loro.
La “lenta morte” degli autori, è quello che sta già accadendo.
Si salvano i grandi. I piccoli e medi stanno morendo, privati dei loro diritti.
Nessuno si rende conto che una classe indipendente di autori che vivono del proprio lavoro è fondamentale per la sopravvivenza della democrazia.

giovedì, giugno 13, 2013

Sovietici su Marte



Tra gli eventi più appassionanti del secolo scorso la Corsa allo Spazio tra Americani e Sovietici catalizzò l'attenzione e l'immaginazione di tantissime persone.
Una gara non cruenta (anche se finalizzata a propositi bellicosi), sperimentale, avanguardistica, futurista, modernista.
Un episodio, recentemente venuto alla luce e passato senza troppo clamore, ha riportato clamorosamente in auge tempi ormai sepolti nell'oblìo.


Nelle foto due francobolli celebrativi, il Mars 3 atterrato e la foto dei resti della sonda rimasta su Marte.

Nel 1971 l’Unione Sovietica arrivò per prima su Marte dopo aver messo in orbita , sempre per primi nel 1957, la prima sonda, lo Sputnik, ma esser estati battuti dagli americani che arrivarono (pare..) sulla Luna con l’ Apollo 11 nel 1969.
Mosca riuscì a far arrivare su Marte ben due sonde, il 2 dicembre 1971, ognuna delle quali con un piccolo modulo per l’atterraggio.

Mars 2 e Mars 3 vennero però oscurate da una tempesta di detriti.
Mars 2 precipitò ma Mars 3 riuscì ad atterrare interrompendo però dopo 15 secondi le comunicazioni.
Solo recentemente il Rover americano ha inviato sulla Terra le immagini che provano l’avvenuto sbarco sovietico, fotografando il paracadute, il retrorazzo, il veicolo di atterraggio e lo schermo di alimentazione del calore del Mars 3 sparso sul terreno marziano.
La Nasa ha incominciato a lavorare con Arnold Selivanov, uno dei creatori di Mars 3, e Vladimir Molodtsov, ex ingegnere spaziale russo, per capire ciò che accadde alle 13:52:25 del 2 dicembre 1971 quando Mars 3 cessò di comunicare.

martedì, giugno 11, 2013

Intervista a JOE STRUMMER



Prosegue la serie di (volutamente) brevi interviste ad alcuni personaggi della scena musicale italiana (amici e conoscenti).

Dopo FEDERICO FIUMANI dei DIAFRAMMA (martedì 14 maggio), al giornalista FEDERICO GUGLIELMI (mercoledì 22 maggio) ad OSKAR GIAMMARINARO, cantante e anima degli STATUTO (martedì 28 maggio), al presidente dell'Associazione Audiocoop GIORDANO SANGIORGI (martedì 4 giugno) oggi è la volta del cantante e chitarrista JOE STRUMMER
.

A volte la vita riserva strane sorprese e coincidenze.
Qualche giorno fa, passeggiando per Camden Town, Londra, più o meno nello stesso punto in cui lo incontrai nel novembre 1984, rivedo JOE STRUMMER.
Fuma una sigaretta davanti ad un bar italiano, la gente, giovani e meno giovani, gli passa accanto incurante, tanto che ho perfino il dubbio che si tratti di lui.
E’ un po’ appesantito, i capelli leggermente più radi e brizzolati, ma lo sguardo sornione, le orecchie appuntite, la postura, sono inequivocabili.
E’ vestito sobrio ma elegante: giubbotto di stoffa nera, maglioncino blu girocollo, un paio di jeans scuri.

Mi avvicino, lo saluto intimorito, mi risponde con un sorriso rassicurante, gli racconto che suonammo insieme nel 1984 a Milano ma liquida la questione con un perentorio “Un periodo brutto e stupido, forget it”.
Vorrei fare una foto ma non ho con me la macchina e il mio cellulare è ancora di quelli che servivano solo a telefonare, mi vergogno a chiedergli un autografo.
Gli butto lì
“Mi piacerebbe farti un’intervista Joe, mi lasceresti un’email ?
Mi guarda un po’ torvo:
“Ah sei un giornalista ? E per chi scrivi?”
“No, Joe, ho solo un blog ma è abbastanza seguito, soprattutto da appassionati di buona musica, quella che conta
Sorride
“Ah ma allora non c’è problema. I blog sono le fanzines moderne, dài facciamola!”
Adesso ?
“Adesso ! Sto aspettando un amico ma è in ritardo, sai il traffico di Londra, se mi offri un caffè abbiamo un quarto d’ora”

Io a Joe offrirei colazione, pranzo e cena vita natural durante, altro che un caffè !
“Io lo prendo decaffeinato, dopo l’infarto del Natale 2002 ci devo stare attento a queste cose.
Mi è andata bene per un pelo”


Entriamo.
E ora cosa gli domando a Joe Strummer ?
L’intervista della vita in due minuti !
Non mi viene in mente niente di sensato, le mille domande scorrono veloci in testa e l’unica cosa è:

Non rivedremo mai più i Clash insieme ?
Sorride malizioso, temporeggia un attimo:
“Naaaa. Non sarebbe giusto fare un concerto o due con il biglietto a 200 sterline per pochi fortunati, non siamo mica i Led Zeppelin e neanche fare un tour a 100 sterline, non siamo mica gli Stones.
E poi Topper non ce la farebbe e senza di lui non avrebbe senso.
Ci avevo pensato prima dell’infarto ma Paul non aveva voluto ed è andata meglio così.
Ma poi ogni tanto ci troviamo al concerto di uno o dell’altro ed è sempre uno spasso.
Va bene così.


Alcuni fans si sono lamentati della decisione di fare uscire un box con tutta la produzione, vi hanno rimproverato di poca coerenza.
Joe si rabbuia un attimo, forse dovevo evitare
“I nostri fans sono sempre stati molto esigenti, forse troppo.
Perchè non dovremmo ? Sono i nostri pezzi ed è giusto che chi non ci conosce abbia un’opportunità in più per farlo.
Forse che le “Washington bullets” hanno smesso di uccidere ?
O che non sia più necessario “Know your rights” o che non ci siano più di “White riots” ?
Guarda cosa sta succedendo in Turchia, pensa che là ci sono perfino nato !
La musica ora la devi proporre così, è diverso da 30 anni fa.
E quindi se serve perchè no"
?

E allora cosa ne pensi di quello che sta succedendo nell’industria discografica?
Voi siete stati sempre attenti a vendere la vostra musica a prezzi accessibili.

“Non lo so, è un gran casino.
Sono contento che i ragazzi possano ascoltare tanta musica senza spendere un soldo grazie ad internet ed è anche un modo per costringere gli artisti e i musicisti a reinventare la scena musicale. Anche se per chi suona è ancora più difficile di prima.
Ma sono sicuro che alla fine sarà la musica a vincere"
.

E tu cosa ascolti ?
“Tante cose vecchie, blues, soul, tanto reggae e dub, funk, rhythm and blues".

Chi sono gli eredi dei Clash ?
“Gli eredi dei Clash sono quelli come te, che sono cresciuti anche con la nostra musica ,quelli a cui in qualche modo abbiamo cambiato la vita.
Spero in meglio !"


Ma perchè dopo i Clash non ce l’avete più fatta a fare dei grandi album ?
Scusami se sono così schietto ma...
“Ahahah se ti sentissero Mick e Paul ti prenderebbero a calci nel culo.
Ma io sono una persona gentile e ti risparmierò.
Cosa vuoi che ti dica ?
I Clash erano quattro persone, quattro talenti che mettevano insieme tutto e, boom, saltava fuori il meglio.
Separatamente è evidente che il valore diminuisce in proporzione.
E poi magari non te ne sei neanche accorto di qualche altro grande album dei Clash”

(dice più o meno così, un po ‘sottovoce e scoppia a ridere)

Cosa vuoi dire ?
“Che magari il tuo blog ha parlato di un disco dei Clash e non te ne sei accorto “

Vuoi dirmi che avete fatto un disco sotto falso nome ?
“Magari anche più di uno “

Ma dai, non prendermi in giro

Joe ride, guarda l’orologio un paio di volte, in effetti è passato un quarto d’ora, l’amico ormai dovrebbe essere arrivato.
Guardo anch’io l’orologio, sono le 6.30, entra un po’ di luce dalla finestra, fuori piove ancora, in ‘sta primavera di merda, la sveglia mi trapana le orecchie.
Provo a richiudere gli occhi, il cuore batte forte ma non è la solita aritmia che mi perseguita, provo a ritornare a Camden, nel bar italiano, davanti a Joe con il giubbotto di stoffa, il maglioncino blu e i capelli brizzolati.
Cazzo Joe non lasciami proprio adesso, non lasciarmi.
Non lasciarmi un’altra volta.

lunedì, giugno 10, 2013

Ricilaggio musicisti usati



Avevano incominciato alla fine degli 80’s i CCCP ospitando Amanda Lear in una versione provocatoria di “Tomorrow”, gli Statuto invece avevano duettato con Donatella Rettore (giustificatamente essendo la Donatella nazionale tra le prime ad avere suonato ska in Italia).
Ultimamente sdoganare personaggi della musica leggera non sempre di alta elevatura artistica o comunque di scarsa pertinenza con la musica dei gruppi “indie/avant/nuovi/alternativi” è diventata una prassi abbastanza abituale.
Dall’omaggio a Max Pezzali e 883 di vari gruppi indie, promosso dal sito Rockit.it (che nel Festival MiAmi di quest’anno ospiterà Patty Pravo “la Keith Richards italiana” - Vasco Rossi dixit...mah...) ai Subsonica e Battiato e tantissimi altri esempi che includono anche l’imprevedibile recente accoppiata Queens of the Stone Age/Elton John per guaradre all’estero.

Amore per un inconfessabile passato pop, omaggio sincero, pochezza, mancanza, assenza di idee ?

domenica, giugno 09, 2013

La STORIA dei NOT MOVING: 2005-2006 la Reunion



Si chiude la lunga storia dei Not Moving in tutti i suoi dettagli e particolari.
Un suggello definitivo (personale) a qualcosa di particolarmente importante nella mia, nella nostra, vita.
Tornerò presto con un'altra (lunga) storia particolare...
.

Finito il periodo storico dei Not Moving e sciolto il gruppo dopo qualche anno, Severine lascia l’attività musicale, Dany la prosegue in Germania con Surfin Dead e Big Chief Broom Man Band (di cui la mia face Records pubblicherà un singolo), Dome con gli Hush e con MGZ, io con Lilith nel suo progetto solista fino alla fine dei 90’s.
Il nome dei Not Moving scompare per anni nel nulla, totalmente dimenticato.
Solo i collezionisti si contendono a prezzi esorbitanti e senza senso i vinili originali degli 80’s.

Nel 2003 la benemerita Area Pirata rispolvera il mini LP mai uscito nel 1984, "Land of nothing" e lo ristampa in vinile esattamente come sarebbe dovuto essere 20 anni prima.
Nello stesso periodo ai numerosi concerti del Link Quartet si presentano sempre più spesso persone con i vinili da autografare, accompagnati da richieste del vecchio materiale introvabile, il tutto supportato da sempre più numerose domande via web sulla disponibilità di ascolto dei lavori degli anni ’80.
Forse è ora di ridare giustizia ad una storia troppo presto dimenticata e che forse ha ancora qualcosa da dire.
Quale migliore dimensione se non quella live ?
Innanzitutto c’è da trovare un’etichetta e la neo nata GoDown Records risponde subito positivamente alla proposta di un live album dei Not Moving e davanti ad una birra, una stretta di mano sancisce l’accordo.
Ma non basta.
La registrazione temo non possa restituire in pieno la potenza del gruppo.
Ci vogliono le immagini.
Non ce ne sono molte ma da accanito archivista ho collezionato tutto e qualcosa di interessante si può utilizzare.
Ma per legare il tutto provo a chiedere in giro ad amici e conoscenti qualche testimonianza su come si ricordavano del gruppo.

Armato di una piccola telecamera incomincio a girare da Roma (da Federico Guglielmi) a Fidenza (Luca Frazzi), da Milano (Ermanno Mauro Giovanardi) a Faenza (Giordano Sangiorgi), da Torino (Oscar Giammarinaro) a Crema (dove suonano i Marlene Kuntz con Cristiano Godano e Gianni Maroccolo) ma ci sono anche Umberto Palazzo, Enzo Onorato, Luigi Riganti, Marc Pastorelli e Claudio Sorge.
Trascorro anche lunghe serate (e pure nottate) a selezionare in mezzo ad una marea di cassette le registrazioni più significative e meglio riuscite per il live, a scartabellare tutti gli articoli, foto e materiale d’archivio, a selezionare le immagini video meglio girate, a stilare varie scalette che possano rappresentare al meglio un set del gruppo.
Soprattutto a scrivere la sceneggiatura del testo che dovrà accompagnare il video.
Alla fine io e Rita/Lilith in studio di registrazione e in sala montaggio video trascorriamo ulteriori ore a leggere e a commentare le immagini.

Da aprile a settembre si completa il lavoro, ad ottobre la GoDown lo stampa, giusto in tempo per la REUNION.
Nel frattempo infatti è successo che Dany è tornato in Italia da un mesetto e che e telefonate con Dome si sono intensificate per decidere quali brani inserire e che verso Ferragosto dopo anni ed anni ci si era ritrovati a fare due chiacchiere per vedere se questo CD/DVD poteva avere anche il privilegio di essere promozionato dal vivo.
Molte le perplessità iniziali (Severine rinuncia per mancanza di tempo), soprattutto “etiche” (vale la pena ? abbiamo lasciato un buon ricordo, perchè disseppellire il cadavere ?) ma nel momento in cui l’agenzia Blitz Studio si è mossa chiedendo in giro se c’era interesse per i concerti del gruppo e una decina di locali si è subito dimostrata più che disponibile (anche con un cachet per nulla trascurabile..) decidiamo di provare a rientrare in sala prove. Domenica 2 ottobre dedichiamo 5 ore alla prima prova e ai primi 10 brani.
Non riesce granchè bene ma le quattro o cinque successive invece ci fanno ritrovare lo smalto e il tiro lasciato da parte una ventina di anni prima.
Il 30 ottobre facciamo quella generale e ultima perchè l’11 novembre si torna su un palco, allo “United “ di Torino per replicare il giorno dopo al “Melania” di Rimini, il 18 al “Thunder Road” di Pavia, il 26 al “Sonar” di Siena, il 1° dicembre al “Borderline” di Pisa, il 15 al “Jailbreak di Roma (con i Vib Prince Experience).

I concerti vanno più che bene, nel pubblico tanti reduci ma anche molti giovani, curiosi, fans con il classico vinile originale da autografare o con il CD/DVD “Live in the 80’s” che intanto vende bene spinto anche da numerosissime recensioni, interviste, articoli.
Musicalmente il tiro c’è ancora, ci si diverte, ogn itanto si improvvisa , inseriamo in scaletta anche un’inedita per noi “Venus in furs” dei Velevet Underground che si trasforma poi in “Dirt” degli Stooges.
Suoniamo ancora nel 2006 a Massa al “Baraonda”, a Brescia al “Frremuzik” a Rimini al “Velvet” e chiudiamo l’esperienza con anche Severine alle tastiere il 2 settembre a Milano al Festival Rock In Idro aprendo per International Noise Cospiracy, Damned e Iggy and the Stooges !

Poi torniamo alle occupazioni abituali.
Successivamente verranno ristampati l’album “Sinnermen” in CD e tutti singoli usciti con l’aggiunta del primo demo nel CD “Light/dark”.
Si attende la ristampa di “Flash on you”.

sabato, giugno 08, 2013

Rock n Goal a Milano



Domani a MILANO al VYNIL di P.Le Archinto alle 19 presentazione (informale) di "ROCK n GOAL" con Sir ALBERTO GALLETTI.

venerdì, giugno 07, 2013

La mini gonna



Nelle foto alcune famose mini gonne da quella di Jean Shrimpton a Brigitte Bardot, Mary Quant, Twiggy e Raquel Welch che si esibisce per le truppe americane in Vietnam.

Uno dei capi di abbigliamento più comuni della cultura 60’s è la mini gonna, apparsa per la prima volta nel 1963.
La paternità è sempre stata in discussione tra Mary Quant e Andrè Courrèges anche se la Quant più salomonicamente ha sempre decretato quella che è più probabilmente la verità:
"Né io né Courrèges abbiamo avuto l'idea della minigonna.
È stata la strada a inventarla"
.

Fu comunque una sua modella , Twiggy, a lanciarla a livello mediatico, Mary Quant a battezzarla “mini skirt” in onore dell’omonima auto di cui andava pazza, e ad imporla a livello mondiale, diventando velocemente un simbolo culturale di liberazione e protesta contro i vecchi schemi morali.

In auge fino ai primi anni venne poi soppiantata, in epoca di femminismo duro e puro, dal ritorno delle gonne lunghe per tornare poi prepotentemente e definitivamente grazie anche al punk, diventando ormai un classico senza più alcuna connotazione se non puramente estetica.

giovedì, giugno 06, 2013

Prisencolinensinainciusol



Prisencolinensinainciusol è probabilmente il più bizzarro, strano, avanguardista brano nella storia del POP (inteso come musica popolare a beneficio del grande pubblico) italiano.

ADRIANO CELENTANO la compose ed incise nel 1972 originariamente come facciata B del brano “Disc Jockey” a cui stava lavorando, poi diventato il retro del 45 giri che uscì il 3 novembre.
Il brano è volutamente cantato (o meglio recitato/declamato) in una specie di pseudo inglese in cui le parole non hanno alcun significato compiuto (se si eccettua una specie di “All right” spesso ricorrente nel brano) e musicalmente si basa su una ritmica ossessiva in chiave funk con un’accentazione irregolare.
Base su cui una chitarra semi distorta crea un wall of sound con un gran lavoro di wha wha e si innesta un altrettanto ossessivo riff di fiati e un solo di armonica finale.

Celentano ammantò (come sempre) il brano di significati anti conformisti parlando di “ribellione alle convenzioni, anche musicali” mentre sul retro del 45 compariva la scritta "Questa canzone è cantata in una lingua nuova che nessuno capirà; avrà un solo significato: amore universale"

"Ho capito che oggi nel mondo non ci capiamo più - spiegò Celentano - È proprio difficile, non c’è dialogo ormai. È rimasto solo lo sguardo, un po' afflitto. E quindi ho ritenuto opportuno fare una canzone sul tema, cioè sviluppando il tema dell’incomunicabilità".

Prisencolinensinainciusol uscì come singolo nel novembre ' 72, e venne poi inserito nell' album di cover Nostalrock del ' 73.
Fu utilizzato come sigla del programma radiofonico Gran Varietà ma fece il suo ingresso nella top ten italiana un anno e mezzo dopo, il 16 febbraio 1974, in seguito alla partecipazione a "Formula Due" e allo show con Mina e Raffaella Carrà "Milleluci".

La canzone rimase in classifica nelle prime dieci posizioni fino al 29 giugno e ottenne un ottimo successo anche all’estero, conquistando la testa delle top ten di Francia, Belgio, Olanda, Germania, riuscendo persino ad entrare nella top 100 americana al numero 75 (caso rarissimo).

Qualche anno fa venne indicata su varie testate come una delle prime “canzoni rap”, definizione piuttosto forzata ma con un piccolo fondo di verità.

Celentano ricorda così la genesi del brano:
«Quel giorno ero in sala d' incisione, stavamo registrando la base di "Disk Jockey".
Mi soffermai di più, fu quello della batteria.
Il batterista era un tedesco, molto bravo.
Gli feci allentare la pelle del tamburello in modo che il colpo sul rullante risultasse di tono più basso e più sconquassante, quasi come se il colpo si rompesse.
La stessa cosa feci con la chitarra e con il resto degli strumenti.
Finalmente quando tutto funzionava alla perfezione e il colpo del tedesco era perfetto come una vera e propria macchina da combattimento, sovrapposi la voce.
Come al solito i miei dischi non finiscono mai con un finale preciso, e anche in quel caso lasciai alla batteria il compito di chiudere il pezzo.
Fu a quel punto che dissi al bravissimo e simpatico tecnico, Gualtiero Berlinghini, di farmi un anello (loop ,ndr) di quel finale che durasse circa quattro minuti e di mettermelo da parte perché intendevo con quel finale fare un nuovo pezzo.
Tutto era pronto.
Dissi a Gualtiero di mandarmi in cuffia quell' anello che si ripeteva per quattro minuti.
Cominciai quindi a improvvisare con la voce il suono di un qualcosa che evidentemente avevo dentro fin dalla nascita.
Un ritmo che in qualche modo sentivo che dovevo tirar fuori.
Fu così che nacque Prisenconilnensinainciusol"
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