mercoledì, agosto 31, 2016

Il meglio di agosto 2016



Dopo otto mesi si può dire che il 2016 è propizio per i buoni dischi : molti nomi li ritroveremo prevedibilmente ai vertici dei migliori a fine dicembre.
Michael Kiwanuka, Last Shadow Puppets, PJ Harvey, Iggy Pop, David Bowie, Motorpsycho, King Gizzard and Lizard Wizard, Seratones, Fantastic Negrito, Kula Shaker, Marta Ren, Lucinda Williams, Nigel Hall, Mavis Staples, Parker Milsap, Charles Bradley, Deep Street Soul, The Heavy, Bob Mould, Steve Gunn, Monkees, Senior Service tra gli stranieri.
Statuto, The Winstons, Afterhours, Marlene Kuntz, Radio Days, Nada, Roberta Gulisano, Guignol, Wu Ming Contingent, Daniele Silvestri, Sistah Awa, Vinicio Capossela tra gli italiani


ASCOLTATO

THE SPITFIRES - A thousand times
Dopo l'ottimo esordio di "Response" i quattro di Watford tornano giusto un anno dopo riproponendo la stessa brillante miscela di Jam sound e Wellerismi vari.
La voce di Billy Sullivan ricalca alla perfezione quella cupa e gutturale del Weller dei primi Jam, il sound viaggia all'ombra di dischi storici come "All mod cons" (Jam), i primi dei Buzzcocks o "Brassbound" (Ordinary boys) con una solida base ritmica, chitarra semi distorta in primo piano, ottime ballate acustiche, interventi di tastiere sempre azzeccati, eccllenti melodie di sapore 60's pop.
Ci sono anche "Return to me" (che però potremmo trovare, con quel funk solare, su un album degli Style Council...), "I don't even know myself" dove risaltano anche vaghi accenti reggae soul e "Day to day" che invece incrocia Prisoners, Charlatans e Kula Shaker.
Ancora un lavoro ben fatto, sono giovani e con molte frecce al loro arco.

The SENIOR SERVICE - The girl in the glass case
Ritorna quatto quatto il sempre immenso Graham Day (presente Prisoners, Solarflares, Gaolers etc ?) con il fido Wolf Howard alla batteria, basso e Hammond per riproporre quelle magnifiche sonorità, rigorosamente strumentali, che furono così care ai Prisoners ma anche al primo James Taylor Quartet e, andando più indietro, a Booker T and the Mg’s.
Hammond beat, rozzo e diretto, ultra cool, elegante e superlativo.
Grandissimo album.

FRIGHTNRS - Nothing more to say
Arrivano da New York e firmano il primo album " per la Daptone Records, suonando un reggae/ska/ rocksteady super groovy cantato da una voce soulful che riporta a Smokey Robinson e Al Green.
Purtroppo è proprio la voce di Dan “Brukky” Klein che non potremo più sentire essendo scomparso per SLA poco prima dell'uscita dell'album.

ARTE POP - Hacia adelante
Un ex degli spagnoli Los Flechazos (tra le migliori mod bands degli 80’s in assoluto) torna con un nuovo ottimo progetto che ripercorre quei suoni tra beat, Who (di cui c’è anche una buona versione di “Run rn run” in spagnolo), garage, 79’s sound, Jam e un pizzico di soul. Disco fresco e attuale che respira suoni e atmosfere antiche.

SHARON JONES and the DAP KINGS - Miss Sharon Jones
Colonna sonora dell’omonimo doc sulla grande vocalist soul raccoglie quindici dei migliori brani della sua carriera e un inedito.
Indispensabile per chi non ha dimestichezza con la sua discografia e intende mettersi in casa una raccolta di qualità sopraffina.

MILD HIGH CLUB - Skiptracing
Progetto solo di Alex Brettin, avvolgente, sinuoso e convincente nei suoi numerosi riferimenti ai Beatles psichedelici, agli XTC, Todd Rundgren e al più recente Ariel Pink.
Cerebrale.

64 SLICES OF AMERICAN CHEESE - Il pavone reale
La band cesenate ha lasciato trascorrere ben otto anni dal precedente lavoro per tornare con un album variegato, difficilmente definibile secondo i consueti canoni e parametri, con un approccio "filosofico"quasi Zappiano.
Basti pensare che ognuno dei nuovi brani è stato composto come “…una colonna sonora a sé stante…”.
E infatti c'è molto gusto cinematografico ne "Il pavone reale" con brani che saltano da approcci post rock a folate prog, fino al jazz ,con un'ampia gamma di strumenti a corredo del tutto. Bizzarro, originale, personale, riuscito.

SCOTT WALKER - Childhood of a leader
Colonna sonora dell’omonimo film, interamente orchestrale e strumentale, cupa, solenne.
Difficile ma interessante.

STOLEN APPLE – Trenches
Coordinate psichedeliche e shoegaze, saporiti intrecci  di chitarra che toccano i Loop, i Primal Scream dei primi lavori, Swervedriver e scavano fino ai Television di “Marquee Moon” e a certe esperienze del Paisley Underground per la band toscana.
Nonostante i riferimenti palesi il risultato finale è originale, personale e raramente praticato nella Penisola.

ASCOLTATO ANCHE
SCOTT HIRSH (discreto lavoro tra rock blues, indie, folk, soul), CASS MC COMBS (buon american groove tra folk, rock, soul), ANGIE STONE (album di cover da S.Wonder a Phil Collins...alcune cose discrete altre sovra prodotte e poco incisive) JOEY DI FRANCESCO (buon album di Hammond jazz con abbondanti dosi di funk)

LETTO

GABRIELE ANTONUCCI- Aretha Franklin
LUCIA SETTEQUATTRINI- Al Green

Volo Libero Edizioni inaugura una benvenuta serie di pubblicazioni su alcuni dei nomi principali della SOUL MUSIC, intitolata SOUL BOOKS e curata da un luminare del genere, Alberto Castelli. Doveroso partire con la Queen of Soul, ARETHA FRANKLIN, coraggioso affiancarle un nome da noi poco noto come AL GREEN.
Gabriele Antonucci scrive un ritratto completo ed esaustivo di ARETHA FRANKLIN, con tutti i suoi eccessi (madre di due figli già a 14 anni, bizzosa, passione per l'alcool, una vita complicata, segnata da amori turbolenti, numerosi e dolorosissimi lutti, ascese all'Olimpo, cadute rovinose) ma soprattutto i suoi successi, pressochè infiniti dai 60's fino ai nostri giorni. Un racconto dettagliato e preciso, appassionante e "caldissimo".
Più "personalizzato" il lavoro su AL GREEN, a cura di Lucia Settequattrini, di cui si sottolinea una vita spesa tra musica e conversione (è un fervente predicatore cattolico), ma che però perde a tratti il percorso strettamente musicale.
Un testo comunque unico ed essenziale per scoprire un nome così poco considerato dalle nostre parti nonostante lo spessore della sua carriera e una voce pressochè unica.

VALERIO MARCHI - Teppa
Interessantissimo viaggio del compianto Valerio nella storia del “teppismo” giovanile, dal 1.500 ad oggi con una disamina competente, profonda, sociologica di grande spessore culturale.
Dal “puer barbaricus” ai bucanieri, i merveilleux etc per arrivare a teds, mods, punks e skins.
Consigliato.

VITTORIO PARISI - Fix !
Mafia, corruzione e sfruttamento nella grande boxe è un sottotitolo esaustivo per descrivere cosa ci attende nelle oltre 200 pagine di questa pubblicazione a cura di Bradipo Libri. Vittorio Parisi entra nel dettaglio (paradossalmente forse l'unica pecca del libro è l'eccesso di nomi, date, sigle in cui si rischia alla fine di perdersi un po') di una lunga serie di incontri combinati, per scommesse, per l'intervento diretto della mafia, per convenienze varie.
Si passa da Rocky Marciano, alle sfide Cassius Clay-Sonny Liston ad una lunga serie di verdetti scandalosi, all'analisi molto precisa e circostanziata del controllo totale che la mafia ha a lungo tenuto sul pugilato.
Ne escono puliti davvero in pochi e alla fine la visione della "nobile arte" è veramente desolante.

GIORGIO BASSANI - Il giardino dei Finzi Contini
Interessante ogni tanto ripescare libri letti decenni fa e vedere l’effetto che fa. Molto buono il classico di Bassani nella sua malinconia decadente, nella romantica disperazione dei protagonisti di cui conosciamo già dall’inizio la tragica fine (tutti ad Auschwitz a parte Alberto che muore per malattia).
Struggente.

COSE & SUONI

Mie recensioni quotidiane su www.radiocoop.it e mensili su CLASSIC ROCK

Uscito ROCK n SPORT mio nuovo libro per VoloLibero Edizioni (i dettagli qui: http://tonyface.blogspot.it/2016/03/rockn-sport-musica-discipline-olimpiche.html).

IN CANTIERE

Tornano live in novembre LILITH AND THE SINNERSAINTS (prima date a Milano e Cuneo) e sempre in autunno una nuova serie di MODS!

martedì, agosto 30, 2016

Get back. Dischi da (ri) scoprire



Ogni mese la rubrica GET BACK ripropone alcuni dischi persi nel tempo e meritevoli di una riscoperta.
Le altre riscoperte sono qui:
http://tonyface.blogspot.it/search/label/Get%20Back

PP ARNOLD - The first lady of Immediate 1967
PP ARNOLD - Kafunta 1968

Una serie infinita di collaborazioni (da Small Faces a Rod Stewart, Humble Pie, Graham Nash, Roger Waters, Ocean Colour Scene, Primal Scream tra i tanti) ma solo due album all’attivo a fine 60’s con l’aiuto del giro Stones (Mick Jagger produce quattro brani), per la Immediate.
Tra classico R&B, un sound bluesy piuttosto aggressivo e pop soul è il primo album, con il classico “First cut is the deepest”, la fantastica “(If you think) I’m groovy (composta e suonata da Steve Marriott e Ronnie Lane), un gioiello come “Speak to me”.
La backing band è quella dei Nice con Keith Emerson alle tastiere.
Più sofisticato e affettato il successivo “Kafunta” prodotto da Andrew Loog Oldham che si affida spesso ad un pop zuccheroso (le versioni di “As tears go by” e di “To love somebody” dei Bee Gees) mentre si segnala una bella “Eleanor Rigby”. Scompare il pulsare rhythm and blues e il black sound più ruvido.
Comunque apprezzabile.

MILTON WRIGHT - Friends and buddies 1975
Uscito nel 1975, l’esordio di Milton Wright dovette essere riregistrato dopo che i nastri originali erano andati persi in un incendio prima della pubblicazione.
Ma si salvarono alcuni acetati che ora vengono pubblicati per la prima volta restituendo le versioni primitive.
Album interessantissimo, perfettamente a cavallo tra il funk dei mid 70’s e le prime istanze discomusic e con molti riferimenti allo Stevie Wonder dell’epoca.

SERGE GAINSBOURG - Histoire de Melody Nelson 1971
Giudicato come il migliore e più completo album del cantautore e compositore francese, questo concept del 1971 vede anche la partecipazione dell’affascinante Jane Birkin che interviene vocalmente (o gemendo di piacere in “En melody” sorta di riproposizione delle tematiche di “Je t’aime moi non plus”).
Gainsbourg parla/recita/canta gutturalmente su basi personalissime, tra funk e arrangiamenti orchestrali particolarisismi e spesso imprevedibili.
Molto interessante.

lunedì, agosto 29, 2016

Mod Records



L'estate ci regala tre nuovi fiammanti dischi di ispirazione MOD a rinfrancare le sorti di un sound e di una scena un po' con il fiato corto ultimamente.

THE SPITFIRES - A thousand times Dopo l'ottimo esordio di "Response" i quattro di Watford tornano giusto un anno dopo riproponendo la stessa brillante miscela di Jam sound e Wellerismi vari.
La voce di Billy Sullivan ricalca alla perfezione quella cupa e gutturale del Weller dei primi Jam, il sound viaggia all'ombra di dischi storici come "All mod cons" (Jam), i primi dei Buzzcocks o "Brassbound" (Ordinary boys) con una solida base ritmica, chitarra semi distorta in primo piano, ottime ballate acustiche, interventi di tastiere sempre azzeccati, eccllenti melodie di sapore 60's pop.
Ci sono anche "Return to me" (che però potremmo trovare, con quel funk solare, su un album degli Style Council...), "I don't even know myself" dove risaltano anche vaghi accenti reggae soul e "Day to day" che invece incrocia Prisoners, Charlatans e Kula Shaker.
Ancora un lavoro ben fatto, sono giovani e con molte frecce al loro arco.

The SENIOR SERVICE - The girl in the glass case
Ritorna quatto quatto il sempre immenso Graham Day (presente Prisoners, Solarflares, Gaolers etc ?) con il fido Wolf Howard alla batteria, basso e Hammond per riproporre quelle magnifiche sonorità, rigorosamente strumentali, che furono così care ai Prisoners ma anche al primo James Taylor Quartet e, andando più indietro, a Booker T and the Mg’s.
Hammond beat, rozzo e diretto, ultra cool, elegante e superlativo.
Grandissimo album.

ARTE POP - Hacia adelante
Un ex degli spagnoli Los Flechazos (tra le migliori mod bands degli 80’s in assoluto) torna con un nuovo ottimo progetto che ripercorre quei suoni tra beat, Who (di cui c’è anche una buona versione di “Run rn run” in spagnolo), garage, 79’s sound, Jam e un pizzico di soul.
Disco fresco e attuale che respira suoni e atmosfere antiche.

domenica, agosto 28, 2016

Wādī al-Salām



La fine del mondo è la rubrica domenicale che va ad esplorare i luoghi abbandonati dalla storia, particolari o estremi.
I precedenti post:

http://tonyface.blogspot.it/search/label/La%20fine%20del%20mondo

Il cimitero di Wādī al-Salām (“la valle della pace”) si trova ad Al-Najaf – nel centro dell’Iraq – ed è uno dei più grandi cimiteri al mondo, il più grande tra quelli islamici.
Costruito circa 1.400 anni fa, è un cimitero sciita, copre un’area di circa 6 chilometri quadrati e si stima che ci siano seppelliti più di 5 milioni di corpi.

Il cimitero contiene molte tombe di Profeti ed è situato vicino alla Moschea dell'Imam Ali, dove è sepolto il quarto califfo dell'Islam sunnita e il primo Imam dell'Islam sciita.
Per questo, quasi tutti gli Sciiti in Iraq ambiscono d'essere seppelliti in questo cimitero.

Le recenti guerre che hanno sconvolto la zona hanno incrementato a tal punto le sepolture (passate da 80 a 200 al giorno) che incomincia ad esserci una carenza di spazio (per il quale il costo è aumentato vertiginosamente fino a 3.000 euro).

sabato, agosto 27, 2016

Il Grande Freddo



Ho recentemente visto la replica di una puntata del programma tv "Il Grande freddo", programma di Rai 3 dedicato a "scomparsi illustri".
Si parlava di FABRIZIO DE ANDRE' attraverso i ricordi e le testimonianze di Guido Harari, Eugenio Finardi, Franz Di Cioccio, Luigi Viva, Francesco Baccini (sempre imbarazzante, purtroppo) e altri.

Molto, molto bello.
Molto, molto TRISTE.
Con la sensazione che questo tipo di testimonianza artistica sia ad appannaggio di noi VECCHI.
Che ci emozioniamo a sentire parlare del tour dei 70's, di Mauro Pagani, della PFM, del Movimento etc etc.
Il tutto raccontato da gente con i capelli bianchi che parla al passato e di quanto era bello e interessante.
CARTOLINA SBIADITA e COLOR SEPPIA, nostalgica e "bei tempi quelli".
Comunque, ripeto, bello e nel link ve lo potete vedere.

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-83ed8d6e-128a-46a0-a69b-413ac67c91c7.html

venerdì, agosto 26, 2016

Leonarda Cianciulli



Le precedenti puntate della rubrica CRIMINAL WORLD ovvero i criminali che hanno avuto connessioni con la musica e l'arte, (dedicate ai Kray Twins, Ronnie Biggs, Luciano Lutring, Gary Gilmore, Janie Jones, i Moor Murders Ian Brady e Myra Hindley, Bonnie & Clyde, Hattie Carroll e William Zantzinger, Stagger Lee, Charles Manson, Ted Bundy, John Wayne Gacy il Killer Clown), Ed Gein sono qui:
http://tonyface.blogspot.it/search/label/Criminal%20World

Meglio nota come La saponificatrice di Correggio perché pare che smembrasse le sue vittime per bollirli con soda caustica per ricavarne sapone, la storia di LEONARDA CIANCIULLI è densa di lati oscuri e la maggior parte delle informazioni derivano dal suo memoriale, Confessioni di un'anima amareggiata (pare suggerito dai suoi avvocati, lei che aveva la terza elementare e difficilmente in grado di scrivere 700 pagine...).

Nata in Irpinia e trasferitasi a Correggio (Reggio Emilia) con il marito, si segnalò precedentemente come donna di facili costumi, impulsiva, ribelle all'autorità e incline a millanteria e truffa mentre nella cittadina emiliana fu benvoluta.
Tanto che conquistò la fiducia di tre donne sole che uccise tra il 1939 e il 1941, uccidendole, sezionandole e sciogliendole poi in una pentola e facendone sapone e biscotti (...)

« Gettai i pezzi nella pentola, aggiunsi sette chilogrammi di soda caustica, che avevo comprato per fare il sapone, e rimescolai il tutto finché il corpo sezionato si sciolse in una poltiglia scura e vischiosa con la quale riempii alcuni secchi e che vuotai in un vicino pozzo nero.
Quanto al sangue del catino, aspettai che si coagulasse, lo feci seccare al forno lo macinai e lo mescolai con farina, zucchero, cioccolato, latte e uova, oltre a un poco di margarina, impastando il tutto. Feci una grande quantità di pasticcini croccanti e li servii alle signore che venivano in visita, ma ne mangiammo anche Giuseppe ed io. »


« Finì nel pentolone, come le altre due (…); ma la sua carne era grassa e bianca: quando fu disciolta vi aggiunsi un flacone di colonia e, dopo una lunga bollitura, ne vennero fuori delle saponette cremose. Le diedi in omaggio a vicine e conoscenti.
Anche i dolci furono migliori: quella donna era veramente dolce. »


Pare che la spinta ad uccidere fosse mutuata dalla volontà di proteggere il figlio in guerra con sacrifici umani.

Scoperta, il 20 luglio 1946, la Cianciulli viene ritenuta colpevole di tre omicidi, del furto delle proprietà delle vittime e condannata al ricovero per almeno tre anni in un manicomio criminale e a trent'anni di reclusione.
Muore il 15 ottobre 1970, nel manicomio di Pozzuoli, all'età di 77 anni.

Oltre a libri, spettacoli, teatrali e vari film alla sua vicenda si sono ispirate diverse band:

Cianciulli Sapone Dance degli En Manque D'Autre dall'album Cianciulli!! del 1988
Cianciulli balla degli Acid Folk Alleanza (AFA) dall'album Acid Folk Alleanza del 1993
Soap opera degli Offlaga Disco Pax
La saponatrice di Ferrara degli OvO
A Bizarre Alchemical Practice dei Dark End
Soap Maker Woman dei Beggars On Highway nell'EP "Hard, Loud And Alcoholic!"
Disco Cianciulli del progetto musicale industrial italiano Teatro Satanico
In Memoria Di Me dei Subhuman

giovedì, agosto 25, 2016

4 luglio 1981, Hambrugh Tavern, Southall e la fine dell' Oi !



Gary Hodges, voce dei 4 Skins ha definito l'infausta serata del 4 luglio 1981, all'Hambrugh Tavern, Southall, "la fine dell'Oi!".
Il giorno in cui si tenne, organizzato da un gruppo di Skinheads anglo-asiatici, un concerto con 4 Skins, The Business e Last Resort tra i nomi principali della scena Oi/Skinhead inglese.

Southall era/è un quartiere con un alta densità di indo-pakistani, cuore pulsante della comunità asiatica londinese, già teatro un paio di anni prima 1979 di scontri tra National Front ed esponenti di sinistra aiutati dalla gente del quartiere in cui morì un attivista dell'Antinazi League.

Alcuni bus portarono centinaia di skins, punks e altri ragazzi al locale ma gli asiatici interpretarono il concerto come un raduno di nazi e si assieparono intorno al pub (dopo aver attaccato alcuni bus che esponevano bandiere inglesi).
In realtà il pubblico era prevalentemente apolitico (con anche skin neri e asiatici) e gli esponenti di destra circoscritti a poche persone (e come ricorda sempre Gary Hodges "tra i nostri fans vigeva un tacito accordo durante i nostri concerti: che tu fossi di destra o di sinistra non importava, di fronte a noi le differenze si appiattivano").

Durante il concerto dei 4 Skins trecento persone (asiatici appoggiati da organizzazioni di sinistra) attaccarono il pub con mattoni e bottiglie incendiarie che bruciarono completamente il locale.
I pochi poliziotti presenti evitarono il linciaggio e il pestaggio di spettatori e componenti delle band.

La stampa etichettò immediatamente gli intervenuti al concerto come nazisti e conseguentemente anche tutto il movimento Oi.
L'episodio si aggiunse alla compilation "Strenght through Oi!" il cui titolo riecheggiava (inconsapevolmente) lo slogan nazista "Strenght through joy" e sulla cui copertina appariva Nicky Crane, membro di organizzazioni di estrema destra.
Il movimento Oi! venne delegittimato e spesso derubricato a fascista.

mercoledì, agosto 24, 2016

Herbie Hancock - Possibilities



Notevole questa autobiografia di HERBIE HANCOCK, uno dei musicisti più geniali del panorama internazionale, dalla carriera fenomenale (dal Miles Davis Quintet alla colonna sonora di "Blow Up" fino al successo commerciale con "Head Hunters" e "Rockit" che bissava la lontana hit "Watermelon Man").
Se si mastica di musica e si è musicisti è un vero piacere addentrarsi in certi particolari tecnici (per il lettore meno specializzato sono invece talvolta eccessivamente prolissi, tra elenchi di tastiere e specifiche tecnologiche).

La sua vita è un appassionante susseguirsi di eventi (artisticamente e non) pazzeschi e nel libro entrano concerti epici, dischi storici, interminabili tour, registrazioni senza fine, lutti, alcolismo, droga, la conversione al Buddismo di Nichiren Daishonin ma soprattutto un'energia e una voglia di vivere, creare, scoprire, sfidarsi, incredibili.
La lettura è scorrevole e appassionante, gli aneddoti sono impagabili e spesso divertenti, il tono è serio ma leggero.

Pubblica Minimum Fax.

martedì, agosto 23, 2016

Olimpiadi Rio 2016



Quando sei in vacanza in montagna una bella Olimpiade a riempire le giornate è l'ideale.

BELLA non lo è stata, nessun record particolarmente eclatante, pochi gli "eroi" (Bolt, Phelps...) ma è comunque sempre un ottimo spettacolo.
Contro ogni previsione RIO ha svolto un discreto lavoro organizzativo anche se gli spalti erano spesso desolatamente vuoti (dove a Londra erano gremiti per ogni sport).

Hanno spadroneggiato gli USA, in calo la Cina, molto sotto tono la Russia, bene l'Italia, scomparsa o quasi l'Africa dal medagliere.
Divertente il Rugby a 7, appassionante la corsa della pallavolo nostrana e del ciclista Viviani.

lunedì, agosto 22, 2016

Targa MEI Musicletter



IL NOSTRO BLOG HA VINTO la Targa MEI Musicletter come MIGLIOR BLOG 2016 !
Grazie a tutti per l'aiuto e il supporto.

http://www.musicletter.it/?x=entry:entry160822-125830#readmore-entry160822-125830

Campionato di calcio 2016-2017



Come ogni anno da queste pareti si fanno i pronostici sul campionato prossimo venturo.

La palla è rotonda, il campionato è lungo, tutto può succedere etc etc. Si possono cercare mille scuse per provare a rendere interessante la nuova stagione ma che la JUVENTUS vinca a mani basse penso sia fuori dubbio. Troppa la disparità con le rivali e una evidente "Bayernizzazione" o "PSG style" del nostro torneo.
Dietro le solite ROMA e NAPOLI.

L'INTER ha un buon potenziale di calciatori ma un tale casino societario che lascia poche speranze al momento.
Per il resto FIORENTINA, SASSUOLO, TORINO e anche LAZIO possono fare bene.
Per la retrocessione se la giocano PESCARA, CROTONE, UDINESE, PALERMO.
Il mio CAGLIARI ha messo su una bella squadra che dovrebbe consentire una salvezza tranquilla.

E come sempre i pronostici in percentuale:

Juventus 90%
Roma 3%
Napoli 3%
Inter 3%
Cagliari 1%

venerdì, agosto 19, 2016

Aretha Franklin di Gabriele Antonucci
Al Green di Lucia Settequattrini



Volo Libero Edizioni inaugura una benvenuta serie di pubblicazioni su alcuni dei nomi principali della SOUL MUSIC, intitolata SOUL BOOKS e curata da un luminare del genere, Alberto Castelli.
Doveroso partire con la Queen of Soul, ARETHA FRANKLIN, coraggioso affiancarle un nome da noi poco noto come AL GREEN.

Gabriele Antonucci scrive un ritratto completo ed esaustivo di ARETHA FRANKLIN, con tutti i suoi eccessi (madre di due figli già a 14 anni, bizzosa, passione per l'alcool, una vita complicata, segnata da amori turbolenti, numerosi e dolorosissimi lutti, ascese all'Olimpo, cadute rovinose) ma soprattutto i suoi successi, pressochè infiniti dai 60's fino ai nostri giorni.
Un racconto dettagliato e preciso, appassionante e "caldissimo".

Più "personalizzato" il lavoro su AL GREEN, a cura di Lucia Settequattrini, di cui si sottolinea una vita spesa tra musica e conversione (è un fervente predicatore cattolico), ma che però perde a tratti il percorso strettamente musicale.
Un testo comunque unico ed essenziale per scoprire un nome così poco considerato dalle nostre parti nonostante lo spessore della sua carriera e una voce pressochè unica.

In arrivo Marvin Gaye, Curtis Mayfield, Otis Redding, Solomon Burke, Nina Simone e altri.

mercoledì, agosto 17, 2016

Fix! di Vittorio Parisi



Mafia, corruzione e sfruttamento nella grande boxe è un sottotitolo esaustivo per descrivere cosa ci attende nelle oltre 200 pagine di questa pubblicazione a cura di Bradipo Libri.

Vittorio Parisi entra nel dettaglio (paradossalmente forse l'unica pecca del libro è l'eccesso di nomi, date, sigle in cui si rischia alla fine di perdersi un po') di una lunga serie di incontri combinati, per scommesse, per l'intervento diretto della mafia, per convenienze varie.
Si passa da Rocky Marciano, alle sfide Cassius Clay-Sonny Liston ad una lunga serie di verdetti scandalosi, all'analisi molto precisa e circostanziata del controllo totale che la mafia ha a lungo tenuto sul pugilato.

Ne escono puliti davvero in pochi e alla fine la visione della "nobile arte" è veramente desolante.

lunedì, agosto 15, 2016

Atipico



Vi segnalo l'uscita del nuovo numero (gratis in dowmload) della rivista ATIPICO.
La trovate qui: http://atipico-online.it/ e il Nostro Charlie cura un interessante sondaggio sul brano "bromuro"...
io ho votato "Certe notti" di Ligabue (e la discografia dei Queen)

venerdì, agosto 12, 2016

Omaggio di Iggy Pop a David Bowie



E' nota la lunga e proficua collaborazione tra IGGY POP e DAVID BOWIE, supportata da una sincera amicizia.

Bellissimo questo sentito omaggio che IGGY ha fatto allo scomparso amico DAVID alla BBC in qualità di DJ.
Buon ascolto, sono due ore ma vale la pena.

http://www.bbc.co.uk/programmes/b07llby4

mercoledì, agosto 10, 2016

Lo Stadium di Torino



Il più grande stadio d'Italia fu costruito a Torino nell'area dell'ex piazza d'Armi, dove oggi sorge il Politecnico: l'ingresso principale era posto su corso Vinzaglio, oggi corso Duca degli Abruzzi.
Oltre ad essere stato il primo stadio di Torino, fu anche il primo d'Italia ad essere dotato di un impianto di illuminazione elettrica e ad essere realizzato in cemento armato.

Fu progettato da Carlo Ceppi e dai suoi collaboratori architetti Vittorio Ballatore di Rosana e Ludovico Gonella.
Fu costruito in concomitanza dell'Esposizione Internazionale di Torino del 1911 svoltasi al parco del Valentino in occasione del cinquantenario dell'unità d'Italia.
Si chiamava STADIUM, occupava un'area di 100.000 metri quadrati, con 40.000 posti a sedere e 30.000 in piedi, venne inaugurato il 30 aprile del 1911 davanti ai Sovrani e a 70.000 spettatori.

In stile greco-romano misurava 361 metri di lunghezza per 204 di larghezza , circa il doppio dello "Stadio Comunale".
Intorno al campo c'erano tre piste: una grande esterna da 730 metri per le gare ciclistiche, una per le corse dei cavalli e una terza di 500 metri per l'atletica.

L'arena centrale, di circa 47.000 m², era suddivisa in due parti eguali: la prima metà ospitava un campo da calcio regolamentare e un attiguo campo per l'allenamento, l'altra metà era invece attrezzata per allestire una pista di pattinaggio su ghiaccio e comprendeva anche una piscina con trampolino mobile che poteva essere completamente svuotata e coperta.
Sotto le campate degli spalti trovavano posto un grande numero di locali che ospitavano la palestra utilizzata dalla Reale Società Ginnastica Torino, svariate sale destinate ad altre discipline sportive come scherma, ginnastica artistica, pugilato e una serie di altri locali: spogliatoi, docce, infermeria, una caffetteria con ristorante, sale da buffet, scuderie, autorimessa, magazzini, vani tecnici e anche un dormitorio per gli atleti delle squadre sportive da 5.000 posti letto.

Esternamente la struttura era circondata da un'aiuola recintata che percorreva tutto il perimetro e, sul lato corto affacciato su corso Peschiera vi era un'ampia area verde che ospitava campi da tennis e da bocce.
Totalmente finanziato da privati fu costruito in meno di un anno.
Ospitò solo due partite di calcio di campionato e tre volte la nazionale ma si svolsero anche spettacoli pirotecnici, saggi ginnici, mostre di cani e di cavalli, concorsi ippici internazionali, corride, gare di pallone elastico, corse di bici, auto e moto, proiezioni cinematografiche estive, circhi equestri, mostre ed esposizioni.
Nel 1923 fu teatro della spettacolare rappresentazione della "Passione di Cristo" che coinvolse oltre 2000 comparse e ospitò la mostra delle invenzioni e delle industrie, che si sarebbe poi strasformata nel Salone della Meccanica e successivamente, della Tecnica. Nel 1928 vi si svolse il "Carosello Storico Sabaudo".
Nel 1930 venne acquisito dal Comune di Torino ma cadde presto in disuso e fu chiuso nel 1938.

Durante la seconda guerra mondiale fu adibito a scopi militari e nel 1946 venne infine demolito.
L'area restò inutilizzata fino al 1951, quando venne lottizzata per edificare l'attuale area residenziale, gli edifici dell'istituto "G. Sommelier", del liceo scientifico "G. Ferraris" e la nuova sede della Facoltà di Ingegneria del Politecnico.

lunedì, agosto 08, 2016

The Big Show - The Who, Small Faces, Paul Jones in Australia 1968



Un potenziale successo, in una terra mai "esplorata" e piuttosto sensibile al fascino del beat inglese, il Tour Australiano e Neo Zelandese del gennaio del 1968 di WHO, SMALL FACES e PAUL JONES, si trasformò in un incubo, con autorità, stampa e anche pubblico ostili e spesso inclini al sabotaggio.

La cattiva fama delle bands fu preceduta da alcuni "scontri" verbali sull'aereo nel viaggio d'andata con il personale di bordo (sui beveraggi alcolici in particolare e qualche comportamento "sopra le righe") su cui la stampa locale prese a ricamare abbondantemente, aggiungendo vari particolari relativi agli esplosivi concerti degli Who, ad alcune storie di droga di vari membri delle band.
In particolare la prima domanda che fu fatta a Mc Lagan nella prima conferenza stampa fu "E' vero che sei un drogato?" (era stato accusato di possesso di marjuana)a cui rispose con un sonoro "Vaffanculo!".
Tutti i giornalisti si alzarono e se ne andarono scrivendo da quel momento articoli di fuoco.
Ci furono scontri verbali con vari giornalisti, palchi, strumentazione e impianti voci di pessima qualità, problemi con il pubblico (o troppo freddo o talvolta eccessivamente agitato).
Durante il volo da Adelaide a Sidney una hostess fu mandata affanculo da uno delle band.
Per ripicca il pilota atterrò nel primo aeroporto disponibile e cacciò l'intero gruppo di musicisti e accompagnatori....

Durante un party in un hotel, Steve Marriott, ubriaco, ruppe un registratore portatile e lo buttò fuori dalla finestra, mandandolo in mille pezzi.
Keith Moon prese spunto per svuotare la stanza e gettare in strada ogni tipo di suppellettile.
Ian Mc Lagan ricorda tra i pochi momenti gradevoli l'incontro con un gruppo di Mods ad Adelaide che li scorazzò da un pub all'altro in scooter.
Alla fine addirittura il Primo Ministro australiano John Gordon mandò un telegramma a Pete Townshend dicendogli che la loro presenza non era gradita e di no ntornare mai più. Townshend prese alla lettera l'invito e gli Who suonarono di nuovo in Oceania solo nel 2009.

Ogni tappa prevedeva due concerti, uno alle 18.00 e l'altro alle 20.45

Saturday 20 January - Festival Hall, Brisbane
Monday 22 January - Sydney Stadium, Sydney 
Tuesday 23 January - Sydney Stadium, Sydney
Thursday 25 January - Festival Hall, Melbourne
Friday 26 January - Festival Hall, Melbourne
Saturday 27 January - Centennial Hall, Adelaide

New Zealand
Monday 29 January - Town Hall, Auckland
Wednesday 31 January - Town Hall, Wellington

Questo post ne aggiorna uno più sintetico del 2011
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