venerdì, gennaio 30, 2009
Gennaio 2009. Il meglio
ASCOLTATO
LUKAS SHERFEY - Soul Vacation
L’ex leader dei Movement, si dedica alla carriera solista con un eccellente viaggio tra gli ultimi Jam, gli Style Council più energici, soul, northern, scrittura Welleriana e una valanga di coolness. 100% MOD.
ANTHONY JOSEPH & the SPASM BAND - Bird head son
Uno splendido mix di Miles Davis, James Brown, Fela Kuti, Last Poets , Gil Scott Heron in un coraggioso album di deep funk soul dalle forti radici africane
FRANZ FERDINAND - Tonight
Ottimi davvero, tra pulsioni wave, il solito fantasma dei Talking Heads, pop e tentazioni kraut (che li avvicinano ai Blur). Album maturo e convicente
ANTHONY & the JOHNSONS
Not my cup of tea, ma “The crying light” è affascinante e avvolgente
ASCOLTATO ANCHE
HUGH CORNWELL (l’ex Stranglers riesce ancora a convincere anche se il tutto suona vecchio e risaputo)
JAZZANOVA (si respira aria soul, northern, jazzy, funk e pop anche se il tutto suona un po’ troppo artificioso)
BRUCE SPRINGSTEEN (non mi è mai piaciuto e non mi convince neanche questo nuovo debole album)
FLEET FOXES (tra Neil Young e i tardi Byrds alla fine annoiano un po’)
MARIANNE FAITHFULL (un po’ troppo prolissa ma con una classe smisurata)
THE BIRD AND THE BEE (mah, pseudo 60’s tronica troppo dolciastra)
HONEYCHILD COLEMAN (reggae, dub, funk pop, ben fatto)
LUCA CARBONI (un FANTASTICO esempio di come rovinare canzoni storiche e belle. Da ascoltare, un inno alla bruttezza)
LETTO
ERNEST HEMINGWAY . Addio alle armi
Non male pur se limitato da una verbosità eccessiva e da un racconto talmente particolareggiato da annoiare per lunghi tratti. Ha fatto di meglio, il ragazzo.
PINO CACUCCI - Oltretorrente
Stupendo ed agile racconto di un episodio poco conosciuto dell’Italia antifascista
ALESSANDRO BARICCO - Senza sangue
Molto cinematografico ed esile, ma Baricco scrive bene e si fa sempre apprezzare anche negli episodi minori
LUIS SEPULVEDA - Jacarè / Hot Line
Certamente non il suo meglio, ma sempre divertente e denso, spiritoso e “spesso” . Amo Luis !
MARIO SOLDATI - Le sere
Divertenti ritartti di un’Italia che fu e che è meglio continuare a NON dimenticare
E poi Soldati è sempre simpatic o
VISTO
"Il diavolo veste Prada”
Sempre bello
“Un paese chiamato Po”
Quando la RAI se ne esce con questi servizi (un docufilm sul Po e le sue città) mi riconcilio con il Canone
“il Commisario Coliandro”
Leggero leggero. Bello e divertente.
COSE & SUONI
** Con Lilith & The Sinnersaints stiam preparando un po’ di cose nuove
WWW.LILITHANDTHESINNERSAINTS.COM (iscrivetevi alla nostra mailing list per tutte le news)
**www.myspace.com/tonyfacedrummer
Mercoledì 4 febbraio a Piacenza al “Baciccia” “Jukebox all’Idrogeno” con il sottoscritto
CANZONI
“Aeon” - Antony & the Johnson
“Vèro” - Antony Joseph + Keziah Jones
“Spend my days” - Lukas Sherfey
“Panic attack” - Svetlanas
BANDS DA SCOPRIRE E CONOSCERE
Anthony Joseph www.anthonyjoseph.co.uk/
Svetlanas www.myspace.com/svetlanas77
CALCIO
Vola il CAGLIARI !!! Il Piacenza balbetta in fondo alla B
Sul fronte BASKET il Copra Piacenza sta sbancando in C1 rifilando 80 punti ad ogni squadra. Soli in testa a punteggio pieno , 19 vittorie su 19 partite
IN CANTIERE
Mercoledì 4 febbraio a Piacenza al “Baciccia” “Jukebox all’Idrogeno” con il sottoscritto
Il 23 maggio il Beatles Day a Castelsangiovanni (organizzato by moi)
La ristampa di “Sinnermen” dei Not Moving
Produzione e consulenza artistica al nuovo album della PELUQUERIA HERNANDEZ
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Il meglio del mese
mercoledì, gennaio 28, 2009
Bandiera Rossa La Trionferà !
Bandiera Rossa La trionferà
Nei cessi pubblici della città
Con la scissione all’interno di Rifondazione si è consumata l’ennesima (ultima ?) farsa della sinistra “radicale (??) italiana.
Ora a fregiarsi e a scippare lo scettro del comunismo o di “quelli a sinistra del PD” (che ci vuole uno sforzo incredibile) ci sono più o meno Rifondazione Comunista, Rifondazione per la Sinistra (i vendoliani), il Pdci di di Diliberto, Sinistra Critica di Flavia D'Angeli, il PCL di Ferrario, Sinistra Democratica, ci possiamo mettere anche i Verdi, senza considerare la miriade di piccoli e insignificanti partitini, da Iniziativa Comunista di Norberto Natali al Partito Comunista Italiano Marxista Leninista di Domenico Savio, Lista comunista per il blocco popolare di Pietro Vangeli, Partito di alternativa comunista e l'immarcescibile PMLI di Scuderi
Un applauso sentito a chi non era lontano da un possibile 10%, a chi è stato al governo, a chi ha rappresentato ideali FORTI , PULITI e SINCERI ed ora ci consegna questa emerita MERDA.
A chi cinguettava in cachemire in ginocchio da Bruno Vespa (o Santoro o Mentana o Floris, stessa palude è) a fianco di fascisti e democristi mentre bruciavano gli operai della Thyssen o continuavano a morirne tre, quattro, cinque al giorno
A chi volava alle Maldive con la scorta (compagno Oliviero), a chi dispensava favori e badilate di soldi a fratelli e amici (compagno Alfonso), a chi ci esortava a resistere o a credere in loro che con stipendi da favola pasteggiavano alla corte del nostro Caro Leader.
A costoro : un bel vaffanculo e buona rifondazione, ricostruzione, risodomizzazione.
Non contate più su di me
martedì, gennaio 27, 2009
La Giornata Della Memoria
Un sondaggio del Corriere della Sera ci dice che il 12% degli italiani è antisemita e che il 44% nutre qualche pregiudizio contro gli ebrei.
Sua Santità Ratzinger coglie l'occasione per reintegrare nella Chiesa un porco negazionista come monsignor Williamson.
Mai come oggi è NECESSARIO NON DIMENTICARE
Anche attraverso un libro appena uscito:
Il libro della Shoah italiana. I racconti di chi è sopravvissuto
di: Marcello Pezzetti
Più di cento sopravvissuti raccontano la loro storia, componendo un grande racconto corale dell'ebraismo italiano. Dal mondo di prima, l'infanzia, la scuola, alle leggi antiebraiche e alla conseguente catena di umiliazioni. E poi l'occupazione tedesca, gli arresti, le detenzioni, la deportazione. Complessivamente nel 1943 venne deportato circa un quinto degli ebrei residenti sul territorio italiano: oltre 9000 persone
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Giornata della memoria
venerdì, gennaio 23, 2009
The Rolling Stones
Ogni tanto parlo in dettaglio dei miei musicisti preferiti.
La lista è lunga: Beatles (9 dic 08), Graham Day (27 ott 08), Prisoners (6 giu 06), Oasis (7 ott 08), Paul Weller (27 mag 08), Ruts (23 sett 06), Who (22 mag 06), Monkees (28 giu 06), De Andrè (8 genn 09)
Ne mancano ancora un po’ a partire dai ROLLING STONES.
Difficile analizzare una carriera così lunga, ma ci ho provato, eliminando la marea di inutili live e compilations varie e lasciando perdere le opere soliste, per lo più scontate e mediocri (se si eccettuano alcuni dischi jazz di C.Watts, qualche brano di Mick e “Talk is cheap” di K.Richards, buono per quanto prevedibile.
Ladies and gentlemens The Rolling Stones
The Rolling Stones 1964 7.5
Grezzi, acerbi, cattivi.
Esordio con il coltello tra i denti a base di rythm and blues (“Walking the dog”, “Can I get a witness”), rock n roll (“Route 66” , “Carol” ) , blues ”I’m a king bee”). Fulminante
The Rolling Stones No. 2 1965 6
Molto meno convincente il secondo, più raffazzonato e alla ricera di un’identità, ma con “Off the hook” e “Time is on my side” che brillano
Out of Our Heads 1965 6.5
La band incomincia a crescere vistosamente. Ancora tante covers (la travolgente “She said yeah”) ma anche le prime songs autografe come la splendida “The last time”, mentre impazza su singolo “Satisfaction”
December's Children (And Everybody's) 1965 6.5
Solo per il mercato americano mischia brani da “Out of our heads” a bsides (con un capolavoro come “I’m free” e il nuovo singolo “Get off my cloud”)
Aftermath 1966 7
Il primo album firmato interamente Jagger Richards e dove Brian Jones si apre a nuovi strumenti ed arrangiamenti.
Ci sono vette come le classiche “Lady Jane” e “Under my thumb”, la lunghissima (e un po’ inutile) “Goin’ home” e una serie di altri buoni brani
Got Live if You Want It! 1966 6.5
Grezzo e imperfetto, coglie però in pieno l’atmosfera live del periodo, infilando unaserie di hits impressionante , da “Satisfaction” a “19th nervous breakdown” più qualche rarità
Between the Buttons 1967 6.5
Gli Stones guardano oltre il consolidato territorio R&B e Rock n roll alla ricerca di nuovi orizzonti artistici.
Nuovi suoni e composizioni più curate e meno prevedibili ma il risultato non è eclatante e l’album non regala momenti indimenticabili tra accenni psichedelici, vaudeville, canzoncine ironiche.
Their Satanic Majesties Request 1967 5.5
In pieno trip psichedelico, presunta risposta a Sgt Peppers, “Their satanic..” risulta in realtà uno sconclusionato esperimento mal riuscito.
Si salvano “2000 light...” , “Citadel” , “She’s a rainbow”, ma è un album che difficilmente si riesce a prendere sul serio
Beggars Banquet 1968 7.5
Gettata alle ortiche la paccottiglia psichedelica e con l’ultimo apporto di Brian Jones prima della tragica scomparsa, gli Stones scrivono uno dei loro capolavori.
Rock minimale, suonato con l’anima, scarno e crudo, ma soprattutto songs senza tempo come “Sympathy fr the devil”, “Street fighting man”, “Stary cat blues” , “Jigsaw puzzle”
Let It Bleed 1969 8
Gli ultimi due brani con Brian , i primi due con Mick Taylor e uno dei capolavori degli Stones (e della musica rock).
Da “Gimme shelter” a “Midnight rambler” dalle suggestioni country (nate dall’amicizia tra Keith e Gram Parsons dei Byrds) e blues, alla splendida conclusione di “You can’t always get waht you want” , è un album perfetto
Get Yer Ya-Ya's Out! The Rolling Stones in Concert 1970 6.5
Uno dei loro, innmerevoli, miglior live.
Ancora grezzo e rabbioso infila una serie di hits impressionante
Sticky Fingers 1971 8
Reduci da due album superbi gli Stones riescono a confermarsi qualitativamente (a partire dalla mitica copertina di Warhol). Album drogatissimo ma irresistibile, a partire da “Brown sugar” , “Wild horses” e “Sister morphine”, ma senza dimenticare “Moonlight mile” e i fiati di “Bitch”
Exile on Main St. 1972 9
Il capolavoro della band, che in due album raccoglie, pur senza brani memorabili, tutto il mood Stones, tra rock, blues, funk, soul e un Jagger in forma smagliante.
Il suono è crudo e diretto, sporco e scarno, il tutto suona sincero (forse per l’ultima volta)
Goats Head Soup 1973 6.5
Il perido d’oro scema lentamente verso produzioni più modeste, a partire da questo buon lavoro ma che raramente vive di vette, vira verso il funk e con “Angie” occhieggia spudoratamente al mercato.
It's Only Rock 'n' Roll 1974 6.5
L’ultimo album con Mick Taylor, abitualmente poco considerato dalla critica, ma in realtà poderosamente funk rock, con un paio di gemme come la title track e “Fingerprint file” e altri eccellenti momenti come “Luxury” e la cover di “Ain’t too proud..” dei Tempatations
Black and Blue 1976 7
Arriva Ron Wood (e soprattutto Billy Preston), il sound vira pesantemente verso funk, black sound, soul, reggae, jazz blues raffinato (“Melody”). Un lavoro molto particolare e inusuale ma eccellente.
Love You Live 1977 7
Un ottimo live, tra i migliori della lunga serie, corredato da un’orrenda copertina di Andy Warhol e pieno di classici e piccole rarità.
Some Girls 1978 6.5
In piena era punk e disco music gli Stones sanno ancora destreggiarsi con furbizia e abilità, concedendosi al dancefloor con la celeberrima “Miss you”, ma ruggendo con alcuni consueti riff “alla” Keith e ritornando al country nell’ironica “Faraway eyes”
Emotional Rescue 1980 5
Brutto, poco ispirato, svogliato e troppo equilibrato nel volersi dividere tra dance, rock da FM, ballate etc.
Tattoo you 1981 6
Una raccolta di brani inutilizzati negli ultimi otto anni e opportunamente rimixati e risistemati, un paio di nuove songs (la nuova hit “Start me up”), ospiti vari (Pete Townshend, Sonny Rollins tra gli altri) , il tutto ben confezionato e venduto come sempre a tonnellate.
L’Industria Stones funziona a pieno regime
Undercover 1983 4.5
L’aspra divisione tra Jagger (più orientato verso dance e sperimentazione) e Richards (legato al “buon vecchio rock”), partorisce un album pessimo, con testi oscuri, suoni levigati, tempi funk disco, ma soprattutto canzoni modeste e di poco conto.
Dirty Work 1986 5.5
Con Charlie Watts impegolato nell’eroina e nell’alcolismo (sostituito in numerose songs) e la morte dello storico “sesto Stones” Ian Stewart, “Dirty work” non nasce sotto i migliori auspici e se si considera che i migliori brani sono due covers (“Harlem shuffle” e “Too rude”) è chiaro che la crisi artistica continua
Steel Wheels 1989 5.5
Il riavvicinamento di Mick e Keith, dopo due anni di break e (deludenti) album solisti, coincide con l’ultimo album di Bill Wyman. Apprezzabile lo sforzo di continuare, molto meno i contenuti che a parte l’arabeggiante “Continental drift” , sembra voler suonare il più possibile “alla Stones” scegliendo e riproponendo abilmente tutti i clichès musicali della band.
Trascurabile
Voodoo Lounge 1994 6
Dopo cinque anni di attesa, altri (sempre trascurabili) album solisti e una marea di compilations, live album e rarità varie, il nuovo sforzo è addirittura doppio, si avvale della produzione di Don Was, suona di nuovo “crudo e diretto” (seppure riprodotto artificialmente) ma non di meno, è un grande passo avanti ed il migliore loro album dal 1978.
E “Love is strong” , “Suck on the jugular” e “I go wild” sono proprio ottime songs
Stripped 1995 7
Uno stupendo live , registrato in piccoli club, spesso in versione semi acustica con grandi songs del passato e un feeling unico che pervade il tutto.
Da “Like a rolling stone” di Dylan a “Love in vain” e vecchie gemme nascoste come “Spider and the fly” , “Not fade away” e “Sweet Virginia”, “Stripped” è uno stupendo inno al rock blues
Bridges to Babylon 1997 5
Per un nuovo trionfale tour un nuovo album con tutte i tasselli “Stones” al loro posto, ma con rarissime tracce di anima
A Bigger Bang 2005 7
Solita serie di live e compilation a riempire un buco di otto anni e contro ogni previsione “Bigger bang” restituisce gli Stones al top della forma.
Il suono si scrolla di dosso ogni tipo di pomposità, recupera la raucedine dei 60’s e dei primi 70’s, ritorna nel blues più marcio e sporco, Keith schitarra che è un piacere, Mick canta come sempre al meglio, dietro c’è un feeling da paura. Bellissimo.
giovedì, gennaio 22, 2009
Sgombrato il Cox 18
Stamane all’alba, quando non c’era nessuno dentro, è stato sgomberato il Cox 18, storico centro sociale in zona Navigli a Milano. Attivo da decenni, centro di attività autogestite di tutti i tipi (la Libreria Primo Moroni su tutte), realtà scomoda nella nuova Milano da bere e dell'Expo delle mie palle.
Ci ho suonato uno dei miei migliori concerti, con gli Hermits, secoli fa
Omologare, omologare, omologare, omologare, omologare, omologare
http://cox18.noblogs.org/
Contro lo sgombero del C.S. Conchetta - Milano
Riprendiamoci COX 18!
http://www.petitiononline.com/cox18/petition.html
In questi mesi un po' ovunque a Milano, nel contesto della mostra It's Difficult di Alfredo Jaar, si potevano scorgere cartelli con la domanda Cos'è la cultura? La risposta di Letizia Moratti e Riccardo De Corato ci è giunta in questi giorni, con la chiusura di uno dei luoghi culturalmente più dinamici e stimolanti della città. Il tutto in nome di uno spirito legalitario di cui gli stessi amministratori non sembrano dare prova quando in gioco sono questioni edilizie, sanità privata o poteri forti. Con sgomento abbiamo appreso dello sgombero di Cox 18. In una città sempre più tetra e asfittica, Cox 18 ha rappresentato per tutti noi un punto di riferimento importante. Una programmazione musicale di alto livello, aperta sul mondo a 360 gradi, che dava a molti, e a prezzi irrisori, la possibilità di confrontarsi con le produzioni più innovative o, in altre serate, di ballare o fare quattro chiacchiere. Questo sarebbe già abbastanza, ma non è certo tutto. Nel corso degli anni Cox 18, con al suo interno la Libreria Calusca e l'Archivio Primo Moroni ha costituito un luogo unico di confronto fra le idee. Tutti noi abbiamo presentato i nostri libri, abbiamo organizzato dibattiti o vi abbiamo assistito. Se c'era un'idea, in Cox 18 la si poteva realizzare, magari testandola per poi portarla altrove. Presentazione di libri, si diceva, ma anche rassegne cinematografiche, convegni, seminari, spettacoli teatrali o di danza, mostre o installazioni. E magari tutto insieme, unendo forme e mondi distanti. Non è questa la sede per illustrare tutto quello che Cox 18 ha fatto in più di dieci anni. Noi lo sappiamo e ci auguriamo che il collettivo di gestione sappia, in queste settimane, rendere consapevoli coloro che non lo sono dell'importanza di Cox 18, della sua storia, del livello delle iniziative che in questi anni si sono succedute.
C'è un'immagine che rende chiaramente l'idea di che cosa sia la cultura per Letizia Moratti e Riccardo De Corato: i poliziotti che si avventano sui libri della Calusca e dell'Archivio Moroni per sequestrali e spedirli al macero. Fortunatamente qualcuno li ha fermati, almeno per il momento. Ma Cox 18 è sotto sequestro. Non può finire così. Ormai siamo quasi al capolinea. Non resta più molto, in questa città, che non sia consumo scadente o trash provinciale. Da qualche parte bisogna iniziare a fare qualcosa per porre fine al 'genocidio' culturale avanzato inesorabilmente in questi ultimi anni.
Mobilitiamoci per difendere Cox 18, la Libreria Calusca e l'Archivio Primo Moroni.
[Marco Philopat]
mercoledì, gennaio 21, 2009
Good Luck Barack
"Obama è un INTELLETTUALE. e da troppo tempo negli USA mancava un presidente così"
Thurston Moore dei Sonic Youth
In queste parole per me c'è tutto, incluso un briciolo di speranza di VERO cambiamento.
PS: per festeggiare Obama c'erano Stevie Wonder, Bruce Springsteen, Pete Seeger, James Taylor, Bono, Mary J.Blige tra gli altri.
Aretha Franklin ha cantato l'inno americano.
Immaginiamoci in Italia: Apicella, Albano, Gigi D'Alessio, Toto Cotugno e i Pooh.
Presenta una frizzante, brillante, tiratissima Simona Ventura, affiancata da Carlo Conti e Pupo.
martedì, gennaio 20, 2009
MusicalNews
Segnalo un'intervista al sottoscritto su www.musicalnews.com a cura di Erasmo Graffietti
Il link diretto è questo:
http://www.musicalnews.com/articolo.php?codice=14755&sz=3
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Cose mie
lunedì, gennaio 19, 2009
Giochi Senza Frontiere
Una delle trasmissioni più IMPORTANTI della storia della televisione, che contribuì più di tante altre decisioni a tavolino a instillare nella mente degli europei, il concetto di EUROPA UNITA
I giochi nacquero nel 1965 per volere dello statista francese De Gaulle, proprio in funzione di creare un'unità "gioiosa" tra le popolazioni europee (che solo fino a 20 anni prima si erano massacrate nella seconda guerra mondiale)
La prima edizione andò in onda nel 1965 e poi ogni estate ininterrottamente fino al 1982; dopo una sospensione di alcuni anni, il programma riprese nel 1988 e andò avanti fino al 1999.
Ma le edizioni di maggior fascino rimangono quelle circoscritte agli anni 70.
Un appuntamento imperdibile per milioni e milioni di europei.
Condotti nelle edizioni storiche dal mitico Ettore Andenna, assursero a ruolo di protagonista i due giudici Gennaro Olivieri
Guido Pancaldi, vere icone dell'evento.
I GIOCHI SENZA FRONTIERE erano una sorta di olimpiadi dove ogni nazione partecipante era rappresentata da una propria città che si sfidava in prove divertenti e bizzarre, con le città delle altre nazioni.
I giochi erano a tema, generalmente suggerito da qualche peculiarità della città che li ospitava in quella puntata.
Erano generalmente piccoli paesi, piuttosto che grandi città, a rappresentare le nazioni
Nel 1965 parteciparono Belgio, Francia, Germania Ovest e Italia e nel corso degli anni si avvicendarono in totale 20 nazioni, non a caso poi tutte confluite nell' UNIONE EUROPEA.
Si è più volte tentato di fare resuscitare la trasmissione, ma i tempi sono profondamente cambiati e l'ingenuità, la spontaneità, l'importanza mediatica di quelle edizioni non possono più tornare.
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Grande e piccolo schermo
venerdì, gennaio 16, 2009
Abbonamento Rai Tv
E’ arrivato, puntuale, anche quest’anno, comprensivo di leggero aumento, il bollettino per il pagamento dell’abbonamento RAI.
Ed è sempre più difficile andarlo a pagare senza bestemmiare, a causa dell’evidente spreco di danaro, molto più utile per ben altro, soprattutto di questi tempi.
Con rare e sempre più sporadiche eccezioni (cito a caso “Passepartout” di P.Daverio, “Per un pugno di libri” condotto da Neri Marcorè, la domenica su Rai 3, qualche “La storia siamo noi” di, con e per Minoli , sempre abbastanza circostanziati e ben fatti, i vari “Superquark” e poco altro) , la RAI è ormai un contenitore di spazzatura varia, tra reality, Simona Ventura, il suo respiro affannoso e la faccia “tirata” in ogni salsa, programmi per decerebrati, culi e tette a go go, fiction su preti, papi, santi e sante, TeleGiornali faziosi all’inverosimile (si salva qualche volta la solita Rai 3), “inchieste” e “servizi” spesso revisionisti o pacchianamente filo governativi, fiction su tutte le forze dell’ordine possibili ed immaginabili (sempre oneste, sprezzanti del pericolo, paciose e simpatiche...)
Neanche lo sport si salva, ormai relegato sulle tv a pagamento.
E allora ci si chiede una volta di più: PERCHE’ PAGARE ???
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Povera Italia
mercoledì, gennaio 14, 2009
Black Power : Motown Records
Prosegue la serie periodica dedicata agli artisti più rappresentativi della Black Music, intesa come commistione di radici nere, impegno civile, impegno anti razzista, qualità della proposta musicale. Il 24 giugno si è parlato di NINA SIMONE , l'8 Luglio di SLY & THE FAMILY STONE , il 18 luglio di GIL SCOTT HERON, il 15 settembre i TEMPTATIONS, il 7 ottobre di FELA KUTI, il 10 novembre a MIRIAM MAKEBA.
Tocca oggi alla MOTOWN RECORDS di cui il 12 gennaio ricorreva il 50° anniversario della nascita
Dalla classicissima prima uscita, “Money” di Barrett Strong, ad oggi, con il black sound nuovo e stimolante di Erykah Badu, la Tamla Motown, è stata ed è una delle più importanti etichette della storia della musica e non solo.
Inutile ripercorrerne la storia e la discografia, infinita e complessa (tenuto conto anche delle numerose sotto etichette, dalla Gordy alla Mo Jazz, dalla Hitsville alla Prodigal).
Solo una lista di alcuni artisti targati Motown credo che basti
Stevie Wonder
Temptations
Marvin Gaye
Diana Ross & the Supremes
Smokey Robinson & the Miracles
Four Tops
Martha & the Vandellas
Edwin Starr
Commodores
Rick James
Gladys Knight & The Pips
Marvelettes
Jr. Walker & The All Stars
Mary Wells
Spinners
Rare Earth
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Black Power
lunedì, gennaio 12, 2009
Oroscopo 2009
Tempo di oroscopi e previsioni.
Tempo anche di crisi.
Così mi cimento in una serie di previsioni per l'anno in corso, che se ci becco, mi riciclo come Mago Face e mi faccio due soldi.
POLITICA
Dopo un drammatico congresso il PD confluisce nel PDL. Mugugni dalla base.
Rimpasto di governo, Veltroni Ministro delle Scelte Intelligenti, Belen alla Cultura , Fabrizio Corona alla Pubblica Istruzione.
Sale il gradimento al Governo.
Salgono a 10 i partiti comunisti in Italia (ognuno con lo 0,2%)
ECONOMIA
Nonostante la vendita della Sardegna agli arabi, della Val d'Aosta alla Francia, del Friuli alla Slovenia, del Trentino all'Austria, di Lampedusa a Malta e della Puglia all'Albania, l'Italia va in bancarotta.
L'Italia si smembra in Padania, Stato Vaticano, Regno delle Due Sicilie, sotto un unica bandiera bianca e con la banana di Andy Warhol che vi campeggia.
CLIMA
Allarme piogge in primavera
Allarme caldo e siccità in estate
Allarme nebbia e caduta foglie in autunno
Allarme ghiaccio e neve in inverno
CALCIO
L'Inter vince lo scudetto ma va fuori ai quarti in Champions. Via Mourinho, torna Simoni.
Moratti compra Cristiano Ronaldo, Messi, Crujiff, Maradona, Puskas e le ceneri di George Best
Il Milan punta sempre sul calcio spettacolo e l'allegria e schiera Belen e la Ventura in attacco
MUSICA
Gli Afterhours vincono Sanremo e si aggiudicano un posto fisso a Domenica In in duetto con Gio Di Tonno e Lola Ponce
RIABILITAZIONI
Ribailitati :
MOGGI (Cavaliere della Repubblica per meriti sportivi)
MASTELLA (doppio ministero come risarcimento)
CRAXI (fiction di 12 puntate trasmessa a rete unificate, una piazza in ogni città e paese d'Italia, Piazza Duomo a Milano si chiamerà Piazza Grande Craxi)
SOCIALITA'
Milioni anzi miliardi di italiani in vacanza sulla neve, ai tropici, in coda davanti ai negozi di lusso, in giro in Ferrari e yacht.
La crisi si conferma un'invenzione dei comunisti e di paesi stranieri ostili
COSE MIE
Escono 8 miei nuovi album, 16 compilations, , 3 libri, 12 racconti, tre quadri, due statue, bricolage vario.
In totale raccolgono 624 recensioni positive e vendono in tutto 53 copie.
giovedì, gennaio 08, 2009
Fabrizio De Andrè
Ormai abbondantemente avviato alla beatificazione (in direzione ostinatamente contraria a quello che è sempre stato) Fabrizio De Andrè a dieci anni dalla morte continua a rimanere una delle poche pietre miliari della nostra cultura del ‘900.
Decine di mediocri si sono rifatti la verginità (o meglio ci hanno provato) coverizzando, citando, riferendosi a Faber , ma una risata (salvo poche eccezioni) li ha seppelliti.
E’, a parer mio, comunque buona cosa, che l’interesse intorno a Fabrizio De Andrè
continui a crescere e permetta così a tanti di conoscere un gioiello di cultura a 360 gradi, un patrimonio senza uguali nella nostra storia recente.
Come disse Fernanda Pivano “Bob Dylan è il De Andrè d’America”
Godiamoci con distacco, come avrebbe fatto lo stesso De Andrè, l’enfasi della santificazione, le lacrime di coccodrillo, l’autocelebrazione di chi lo ha solo sfiorato e torniamo ad ascoltare la sua voce e leggere le sue parole.
Ne usciremo comunque più ricchi
Tutto Fabrizio De André (Karim, 1966) 6.5
Primo (ed unico) album pubblicato dalla Karim. Raccoglie 10 dei 18 brani incisi su singolo da Fabrizio De Andrè in questo primo periodo (dal '58 al '66). Nell'album compare per la prima volta come 'Fabrizio De Andrè' (i singoli venivano pubblicati con il solo nome: 'Fabrizio'). Verra' ripubblicato numerose volte
Volume I (Karim, 1968) 7
Il vero esordio , subito ricco di perle come “Bocca di rosa” o “Via del Campo” (tanto quanto il misconosciuto “Spiritual”)
Tutti Morimmo A Stento (Ricordi, 1969) 7
Lavoro difficile, “concept” a tratti “eccessivo” , barocco, monumentale, ma imprescindibile nella sua discografia
Volume III (Ricordi, 1969) 6.5
Si torna ad un album “normale”, con quattro inediti e brani già noti del periodo con la Karim Records, in ogni caso ottimo
La buona novella (Ricordi, 1970) 7
Concept album tratto dalla lettura dei Vangeli apocrifi ritenuto dallo stesso De Andrè come uno dei suoi più riusciti, risente forse eccessivamente dell’adesione al tema di fondo e appare oggi “invecchiato male” . Il sitar in chiave mediterranea di “Il ritorno di Giuseppe” sembra anticipare le intuizioni di “Creuza de ma”
Non al denaro non all'amore né al cielo (Ricordi, 1971) 8
Ispirato a Edgar Lee Masters e alla sua Antologia di Spoon River, suonato con musicisti di eccelsa levatura, prodotto magnificamente, pur se particolare, è tra le vette della sua produzione
Storia di un impiegato (Ricordi, 1973) 8.5
Ancora un concept, molto vicino musicalmente all’estetica Dylaniana affronta a muso duro l’arrivo dei cosiddetti anni di piombo, con brani epici come “Il bombatrolo” o “Canzone di Maggio”
Canzoni (Ricordi, 1974) 6.5
Album transitorio con solo tre inediti e rifacimenti di brani già noti, ma che segna l’inizio della collaborazione con De Gregori
Volume VIII (Ricordi, 1975) 7.5
Si salda la collaborazione con De Gregori e ne esce un ottimo lavoro con classici come “La cattiva strada” e “Amico fragile” e un’impronta musicale sempre più USA folk roots ( Dylan in particolare)
Rimini (Ricordi, 1978) 7.5
Lasciato De Gregori inizia la collaborazione con Massimo Bubola, il sound diventa più pop, i testi più criptici e ricchi di metafore, coverizza Dylan nella splendida “Avventura a Durango”, ritornano i personaggi a lui cari, protagonisti dell’emarginazione.
Uno dei suoi migliori album.
In concerto volume I (con la Pfm - Ricordi, 1979) 7
In concerto volume II (con la Pfm - Ricordi, 1979) 6.5
Il tour con la PFM conferisce nuova linfa ai vecchi brani con arangiamenti sontuosi, vicini ad un prog pop ben fatto, frizzante, in cui la band milanese si sbizzarrisce al meglio. Ottimi
L’Indiano (1981) 7
Abitualmente poco considerato è in realtà un eccellente album (successivo al rapimento subito con la moglie Dori Ghezzi), apparentemente più rilassato ma con liriche sempre a livelli di prima qualità tra cui spicca “Fiume Sand Creek”. Al suo fianco ancora Massimo Bubola.
Creuza de mä (Ricordi, 1984) 8.5
Originariamente nato come progetto solista di Mauro Pagani (già autore di un eccellente primo album dal forte sapore mediterraneo), “Creuza de ma” diventa il capolavoro di De Andrè. Con una scelta coraggiosa , assolutamente contro ogni logica commerciale, canta tutto l’album in genovese, utilizzando suoni, ritmiche , atmosfere provenienti dalla ricca cultura mediterranea. Un successo di critica e di pubblico
Le nuvole (Fonit Cetra/Ricordi, 1990) 8
Dopo un lungo silenzio torna a collaborare con Mauro Pagani realizzando un nuovo eccellente lavoro che si divide tra le suggestioni etniche del lato B e la graffiante satira del lato A con la celeberrima “Don Raffaè”, la stupenda “Domenica delle salme”, il barocco di “Ottocento”
Anime salve (Ricordi, 1996) 8
Il testamento discografico di De Andrè nasce dalla collaborazione con Ivano Fossati e mischia , di nuovo coraggiosamente, l’anima che fu di Pagani, rivolta al Mediterraneo con quella di Fossati che guarda al SudAmerica, ma assimila anche elementi balcanici.
Ennesimo capolavoro
lunedì, gennaio 05, 2009
Facebook è stato fondato il 4 febbraio 2004 da Mark Zuckerberg, all'epoca diciannovenne e studente presso l'università di Harvard.
Il sito conta attualmente oltre 160 milioni di utenti in tutto il mondo ed è valutato più di 16 miliardi di dollari.
Il sito è gratuito per gli utenti e trae guadagno dalla pubblicità inclusi i banner.
E' in atto, così a pelle, un'offensiva pubblicitaria massiccia per introdurlo in Italia (non passa giorno in cui i principali quotidiani o media in genere non diano ampio spazio a notizie correlate a Facebook).
Personalmente ho aperto il mio profilo su Facebook, l'ho tenuto una settimana, l'ho trovato una puttanata pazzesca e l'ho chiuso.
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