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giovedì, settembre 21, 2017

Big Jim Sullivan



La rubrica DARK SIDE OF THE SUN va alla scoperta di quei personaggi rimasti sempre nell'ombra di grandi artisti (talvolta parenti stretti) ma essenziali nella loro carriera senza godere mai delle luci della ribalta. Dopo Enrico Ciacci (fratello e chitarrista di Little Tony), Ian Stewart pianista fondatore dei Rolling Stones, Simon Townshend, fratello di Pete, il padre/manager di Paul Weller, John Weller, Marco Pirroni, da sempre nelle retrovie di alcuni tra i principali act della scena punk/new wave, Andy Summers, nomade della musica dagli anni 60 ad oggi, Pat Smear, dai Germs ai Nirvana ai Foo Fighters, l'attore Gianni Agus, Chris Spedding, Henry Padovani escluso dai Police poco prima dell'esplosione commerciale, Bruce Foxton, da sempre nelle retrovie con Jam, Stiff Little Figers, Casbah Club, Glen Matlock fuori dai Sex Pistols appena prima del successo, il grande batterista Jim Keltner, Steve Jones, ex Sex Pistols e tanto altro, Dave Davies dei Kinks, Ari Paffgen (figlio di Nico e Alain Delon), Linda Eastman , Daryll Jones dei Rolling Stones, Jack Nitzsche, produttore e compositore, Jimmy Nicol, per un attimo batterista dei Beatles, David Spinozza chitarrista con John, Paul e Ringo e tanto altro, oggi parliamo di BIG JIM SULLIVAN.

Le precedenti puntate qui:
http://tonyface.blogspot.it/search/label/Dark%20side%20of%20the%20sun

Difficile ricordarsi di James Tomkins, meglio conosciuto come "Big Jim" Sullivan.

Eppure la sua chitarra è presente 55 brani arrivati al numero uno delle classifiche di vendita inglesi tra cui "Je t'aime... moi non plus" di Jane Birkin e Serge Gainsbourg, "Yeh Yeh" di georgie Fame, "Something in the air" dei Thunderclap Newman e poi ancora con Tom Jones, Walker Brothers, Long John Baldry, Cilla Black, Small Faces, David Bowie etc etc.
Suona in oltre mille album e ha collaborato con George Harrison, Frank Zappa, Nacny Sinatra e Donovan, oltre ad essere insegnante di chitarra di Ritchie Blackmore dei Deep Purple e di Steve Howe degli Yes.

Era il chitarrista in due album epocali come R&B from the Marquee di Alexis Korner e la Blues Incorporated e Rhythm & Blues at the Flamingo di Georgie Fame, ha curato la versione orchestrale di "Tommy" degli Who del 1972 e inciso una ventina di album solisti con il suo nome o altre sigle.

E' scomparso nel 2012.

lunedì, luglio 10, 2017

David Spinozza



La rubrica DARK SIDE OF THE SUN va alla scoperta di quei personaggi rimasti sempre nell'ombra di grandi artisti (talvolta parenti stretti) ma essenziali nella loro carriera senza godere mai delle luci della ribalta. Dopo Enrico Ciacci (fratello e chitarrista di Little Tony), Ian Stewart pianista fondatore dei Rolling Stones, Simon Townshend, fratello di Pete, il padre/manager di Paul Weller, John Weller, Marco Pirroni, da sempre nelle retrovie di alcuni tra i principali act della scena punk/new wave, Andy Summers, nomade della musica dagli anni 60 ad oggi, Pat Smear, dai Germs ai Nirvana ai Foo Fighters, l'attore Gianni Agus, Chris Spedding, Henry Padovani escluso dai Police poco prima dell'esplosione commerciale, Bruce Foxton, da sempre nelle retrovie con Jam, Stiff Little Figers, Casbah Club, Glen Matlock fuori dai Sex Pistols appena prima del successo, il grande batterista Jim Keltner, Steve Jones, ex Sex Pistols e tanto altro, Dave Davies dei Kinks, Ari Paffgen (figlio di Nico e Alain Delon), Linda Eastman , Daryll Jones dei Rolling Stones, Jack Nitzsche, produttore e compositore, Jimmy Nicol, per un attimo batterista dei Beatles, parliamo oggi del chitarrista DAVID SPINOZZA.

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DAVID SPINOZZA chitarrista di cui in pochi ricordano il nome ma che è stato protagonista di album se non basilari comunque firmati da eccellenze della storia del rock.

A partire dalla collaborazione con PAUL MC CARTNEY in "Ram" a cui seguì quella con JOHN LENNON, poco dopo, in "Mind Games". Nei primi 70's Paul e John erano piuttosto scorbutici l'uno con l'altro e David temeva che se John avesse scoperto la precedente collaborazione con Paul lo avrebbe licenziato. John si limitò a commentare che "Paul sapeva come scegliere la gente migliore".

Per non farsi mancare niente suona anche su "Ringo the 4th" di RINGO STARR.

Lo troviamo anche con Yoko Ono, James Taylor, Gil Scott Heron (in "Free Will"), Billy Joel (nella famosa "Honesty"), Aretha Franklin, BB King, Paul Simon, Herbie Mann, Dr,John, Yusef Lateef, Danny Hathaway e in numerose colonne sonore, tra cui "Dead Man Walking".
Suona con L'IMAGE con star dello strumento come Tony Levin, Steve Gadd, Warren Bernhard e Mike Mainieri.

giovedì, aprile 13, 2017

Jimmy Nicol



La rubrica DARK SIDE OF THE SUN va alla scoperta di quei personaggi rimasti sempre nell'ombra di grandi artisti (talvolta parenti stretti) ma essenziali nella loro carriera senza godere mai delle luci della ribalta. Dopo Enrico Ciacci (fratello e chitarrista di Little Tony), Ian Stewart pianista fondatore dei Rolling Stones, Simon Townshend, fratello di Pete, il padre/manager di Paul Weller, John Weller, Marco Pirroni, da sempre nelle retrovie di alcuni tra i principali act della scena punk/new wave, Andy Summers, nomade della musica dagli anni 60 ad oggi, Pat Smear, dai Germs ai Nirvana ai Foo Fighters, l'attore Gianni Agus, Chris Spedding, Henry Padovani escluso dai Police poco prima dell'esplosione commerciale, Bruce Foxton, da sempre nelle retrovie con Jam, Stiff Little Figers, Casbah Club, Glen Matlock fuori dai Sex Pistols appena prima del successo, il grande batterista Jim Keltner, Steve Jones, ex Sex Pistols e tanto altro, Dave Davies dei Kinks, Ari Paffgen (figlio di Nico e Alain Delon), Linda Eastman , Daryll Jones dei Rolling Stones, Jack Nitzsche, produttore e compositore, parliamo oggi dello sfortunato JIMMY NICOL, per un attimo batterista dei Beatles.

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Tra i momenti più particolari della storia del rock la figura di JIMMY NICOL ha spesso colpito l'immaginario soprattutto per la sua involontaria "crudeltà" e tristezza.

Jimmy fu il batterista dei Beatles per 13 giorni, nel giugno del ’64, chiamato urgentemente a sostituire Ringo Starr, a causa di un ricovero ospedaliero per una tonsillite. Per non annullare una serie di concerti tra cui alcun importanti in Australia Brain Epstein rimediò il nome di Nicol che, tra l'altro, aveva da poco registrato come session man un ep con sei brani in versione strumentale dei Beatles.
La decisione di sostituire Ringo trovò le resistenze di George che disse ad Epstein che i sostituti dovevano essere due perchè lui non avrebbe fatto nulla senza Ringo.
Ma alla fine fu convinto.

Nel giro di 27 ore Jimmy dovette accettare, fare i bagagli, provare dieci brani ad Abbey Road (quella era la lunghezza del set dei Fab Four) e volare in Danimarca per il primo concerto a Copenhagen, il 4 giugno. Poi toccò ad Amsterdam (dove John fu sorpreso all'uscita di un bordello all'alba ubriaco fradicio, fotografato anche se le immagini furono poi distrutte) per due concerti. Ritorno a Londra per volare ad un concerto ad Hong Kong, Sidney e Adelaide.
Il 14 giugno Ringo raggiunse gli altri a Melbourne e l'avventura di Jimmy finì.
Se ne ripartì per Londra senza poter salutare i ragazzi che ancora dormivano e non volle svegliarli.



Ha dichiarato in seguito che "Sostituire Ringo è stata la cosa peggiore che mi potesse capitare".
Riformò la sua band precedente, rinominandola Jimmy Nicol and the Shubdubs. Poi entrò negli Spotnicks con cui incise un paio i singoli di scarso successo.



Ritrovò i Beatles quando la sua band aprì un loro concerto a Brighton nel luglio del 1964.
Nel 1967 Nicol lasciò la musica e si è sempre rifiutato, anche in tempi economicamente problematici, di sfruttare la sua storia a fini commerciali.
Durante la sua breve permanenza con John, Paul e George alla loro domanda su come andava rispondeva sempre "It's getting better", frase che ispirò Paul per scrivere "Gettin better" per "Sgt Peppers".

martedì, gennaio 17, 2017

Jack Nitzsche



La rubrica DARK SIDE OF THE SUN va alla scoperta di quei personaggi rimasti sempre nell'ombra di grandi artisti (talvolta parenti stretti) ma essenziali nella loro carriera senza godere mai delle luci della ribalta. Dopo Enrico Ciacci (fratello e chitarrista di Little Tony), Ian Stewart pianista fondatore dei Rolling Stones, Simon Townshend, fratello di Pete, il padre/manager di Paul Weller, John Weller, Marco Pirroni, da sempre nelle retrovie di alcuni tra i principali act della scena punk/new wave, Andy Summers, nomade della musica dagli anni 60 ad oggi, Pat Smear, dai Germs ai Nirvana ai Foo Fighters, l'attore Gianni Agus, Chris Spedding, Henry Padovani escluso dai Police poco prima dell'esplosione commerciale, Bruce Foxton, da sempre nelle retrovie con Jam, Stiff Little Figers, Casbah Club, Glen Matlock fuori dai Sex Pistols appena prima del successo, il grande batterista Jim Keltner, Steve Jones, ex Sex Pistols e tanto altro, Dave Davies dei Kinks, Ari Paffgen (figlio di Nico e Alain Delon), Linda Eastman , Daryll Jones dei Rolling Stones, tocca oggi a JACK NITZSCHE, produttore e compositore.

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Figura quasi se,pre in ombra ma di spessore artistico eccelso JACK NITZSCHE ha lavorato a fianco di Rolling Stones, Willy De Ville, Neil Young, Graham Parker, oltre ad avere composto decine di colonne sonore per titoli prestigiosi.

Inizia come braccio destro di Phil Spector (con cui arrangia "River Deep, Mountain High" di Ike and Tina Turner), suona il sax, compone "Needles and Pins" per Jackie DeShannon poi ripreso dai Searchers.
Nel 1964 incontra i ROLLING STONES con cui suona pianoforte, percussioni e altri strumenti in "The Rolling Stones No. 2", "Out of Our Heads", "Aftermath" e "Between the Buttons" e nei singoli "Paint It, Black" e "Let's Spend the Night Together" curando gli arrangiamenti per i cori di "You Can't Always Get What You Want".

Produce parecchi lavori di NEIL YOUNG (in particolare "Harvest") e suona in tour con lui nei 70's.

Rompe con Neil Young e finisce male tra droga e depressione.

Torna in attività alla fine dei 70's lavorando con Graham Parker in "Squeezing Out Sparks" e WILLY DEVILLE in "Cabretta", "Return to Magenta" e "Coup de Grâce".

Si è dedicato a lungo alle colonne sonore (tra cui quella di "Head" dei Monkees e "Performance"), vincendo anche parecchi premi.
Tra queste:
L'esorcista, Qualcuno volò sul nido del cuculo, Hardcore, Cruising, Ufficiale e gentiluomo, 9 settimane e ½, The Hot Spot - Il posto caldo , Sirene.

lunedì, dicembre 12, 2016

Darryl Jones



La rubrica DARK SIDE OF THE SUN va alla scoperta di quei personaggi rimasti sempre nell'ombra di grandi artisti (talvolta parenti stretti) ma essenziali nella loro carriera senza godere mai delle luci della ribalta. Dopo Enrico Ciacci (fratello e chitarrista di Little Tony), Ian Stewart pianista fondatore dei Rolling Stones, Simon Townshend, fratello di Pete, il padre/manager di Paul Weller, John Weller, Marco Pirroni, da sempre nelle retrovie di alcuni tra i principali act della scena punk/new wave, Andy Summers, nomade della musica dagli anni 60 ad oggi, Pat Smear, dai Germs ai Nirvana ai Foo Fighters, l'attore Gianni Agus, Chris Spedding, Henry Padovani escluso dai Police poco prima dell'esplosione commerciale, Bruce Foxton, da sempre nelle retrovie con Jam, Stiff Little Figers, Casbah Club, Glen Matlock fuori dai Sex Pistols appena prima del successo, il grande batterista Jim Keltner, Steve Jones, ex Sex Pistols e tanto altro, Dave Davies dei Kinks, Ari Paffgen (figlio di Nico e Alain Delon) di Linda Eastman andiamo a trovare oggi DARRYL JONES.

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DARRYL JONES è un bassista solido, di caratura eccelsa ma raramente considerato nelle liste tra i migliori, nonostante una carriera al top.

Basti pensare agli inizi di carriera direttamente, a 22 anni, in tour con MILES DAVIS nel 1983 e con cui registrerà gli album Decoy (1984) e You're Under Arrest (1985).
Entra poi nella band di STING ( a fianco di Branford Marsalis, Kenny Kirkland e Omar Hakim) con cui registra Dream of the Blue Turtles nel 1985.

Quando nel 1993 Bill Wyman decide di lasciare la band entra in pianta stabile (anche se non ufficialmente nel gruppo) nei ROLLING STONES, suonando sempre in tour e registrando con loro Voodoo Lounge (1994), Stripped (1995), Bridges to Babylon (1997), No Security (1998) e il recente Blue & Lonesome (2016).
Ha suonato anche con Headhunters, Steps Ahead, Mike Stern, John Scofield, Eric Clapton, Madonna.

Proprio sulla mancanza di un accredito ufficiale di membro degli Stones (che appaiono in foto sempre in quattro e che anche nei live lo relegano quasi sempre in secondo piano), Jones ha dichiarato, un po' dispiaciuto:

Ovviamente per uno come me che è stato per oltre 30 anni un sideman sarebbe una cosa meravigliosa.
Credo che la maggior parte dei musicisti, nel loro intimo, anche se sono sidemen o turnisti, hanno il desiderio di far parte di una band.
E io non sarei del tutto onesto se non dicessi che sarebbe meraviglioso e non sarebbe sorprendente se fossi considerato membro a pieno titolo di questa organizzazione.
Ma non è una decisione che mi compete. Io devo solo suonare al meglio delle mie possibilità, le altre questioni non mi riguardano."

venerdì, novembre 25, 2016

Linda Eastman



La rubrica DARK SIDE OF THE SUN va alla scoperta di quei personaggi rimasti sempre nell'ombra di grandi artisti (talvolta parenti stretti) ma essenziali nella loro carriera senza godere mai delle luci della ribalta. Dopo Enrico Ciacci (fratello e chitarrista di Little Tony), Ian Stewart pianista fondatore dei Rolling Stones, Simon Townshend, fratello di Pete, il padre/manager di Paul Weller, John Weller, Marco Pirroni, da sempre nelle retrovie di alcuni tra i principali act della scena punk/new wave, Andy Summers, nomade della musica dagli anni 60 ad oggi, Pat Smear, dai Germs ai Nirvana ai Foo Fighters, l'attore Gianni Agus, Chris Spedding, Henry Padovani escluso dai Police poco prima dell'esplosione commerciale, Bruce Foxton, da sempre nelle retrovie con Jam, Stiff Little Figers, Casbah Club, Glen Matlock fuori dai Sex Pistols appena prima del successo, il grande batterista Jim Keltner, Steve Jones, ex Sex Pistols e tanto altro, Dave Davies dei Kinks e Ari Paffgen (figlio di Nico e Alain Delon) parliamo oggi i LINDA EASTMAN

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Ha detto Paul McCartney, con un po' di amarezza, che la donna più odiata dai fan dei Beatles non è stata Yoko Ono ma sua moglie LINDA EASTMAN.

Il fatto che Linda abbia ad un certo punto condiviso con il ben più famoso marito l'esperienza artistica con i Wings, partecipato, anche a livello compositivo, agli album della band, preso posto fisso sul palco al suo fianco, le ha attirato non pochi strali, soprattutto dalla critica.
Basti pensare per quanto tempo la sua attività da fotografa e il suo cognome l'abbiano accostata alla dinastia Kodak/Eastman, facendola passare come ricca rampolla viziata.
Povera non lo è mai stata ma nulla aveva a che fare con Kodak.

Curiosamente il cognome del padre era originariamente EPSTEIN (come il manager dei Beatles...) ma se lo fece cambiare in Eastman una volta immigrato in USA dalla Russia...

Fotografò numerose star della scena rock (si attribuiscono a lei anche esperienze da groupie in tal senso) a partire dal 1966 quando immortalò gli STONES sul Sea Panther, lo yacht in cui Jagger e soci tennero la prima conferenza stampa americana.
Era l'unica fotografa presente e ciò le consentì di lanciarsi nel mondo della musica.
Toccò poi ai Cream, Simon & Garfunkel, Mamas and Papas, Jackson Browne, Blue Cheer, Jim Morrison, Frank Zappa, Animals, Traffic, Who, Neil Young, fu presente alla conferenza stampa dei Beatles a New York in occasione del loro ultimo tour, nel 1966, e fu invitata come fotografa al party di presentazione del nuovo disco dei Beatles "Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band" nel 1967.

Quattro giorni prima al club Bag O'Nails aveva conosciuto PAUL MC CARTNEY.

I due si sposarono il 12 marzo 1969 presso l'ufficio municipale di Marylebone, Londra.
Da allora divennero inseparabili fino alla prematura scomparsa di Linda per un tumore al seno nel 1998 all'età di 56 anni.
Vegetariana, attivista per i diritti degli animali, donna combattiva, colta, intelligente, Linda è sempre rimasta fedelmente all'ombra di una delle stelle più fulgide dello star biz mondiale. Nel 2000 è stato aperto il The Linda McCartney Centre, una clinica per malati di cancro, presso il Royal Liverpool University Hospital.

Dopo la sua scomparsa uscì un album solista con alcuni suoi brani in cui ovviamente Paul compare in tutte le vesti, "Wide Praire" (se ne parla in dettaglio qui: http://tonyface.blogspot.it/2014/10/get-back-dischi-da-riscoprire.html )

mercoledì, novembre 02, 2016

Ari Päffgen - Christian Aaron Boulogne



Una storia amara e strana, all'ombra di due miti.
Ari Päffgen è il figlio di NICO (voce dei Velvet Underground) e ALAIN DELON che pur non lo ha mai ufficialmente riconosciuto.

Nato nel 1962 venne accolto dalla madre di Delon, Édith Boulogne (contro la volontà del figlio) dopo che la stessa Nico le aveva comunicato la sua "impossibilità" ad allevarlo correttamente.
Edith volò a New York, lo prese con sè e lo crebbe fino a quando nel 1977 suo marito Paul Boulogne non lo adottò come figlio dandogli il cognome.

Si riavvicinò alla madre con cui condivise anche passioni molto pericolose (in un'intervista ha dichiarato di essere stato in coma per tre settimane per overdose e che Nico cercò di registrare in ospedale il suo flebile battito del cuore per inserirlo in un disco....).

Nico smette con la droga per salvarlo e proteggerlo ma alla sua morte nel 1988, Ari si rituffa nei suoi demoni passando da una cura per la disintossicazione all'altra.

Ha avuto sporadici contatti con Alain Delon che ha sempre negato di poter essere suo padre (nonostante una somiglianza evidente) ma di considerarlo un "amico": "Tu non hai i miei occhi, non hai miei capelli, non sei mio figlio, non lo sarai mai, sono andato a letto con tua madre solo una volta, tu sei solo un mio amico" gli disse una volta.

Ha pubblicato un libro di memorie, L'Amour n'oublie jamais, girato alcuni film (anche con la madre ne "La cicatrice interiore" del 1972), lavora come fotografo, anche se ultimamente vive in una sorta di ricovero in condizioni critiche dopo un ictus e una vita spesa in abusi.

Dome La Muerte, ex chitarrista dei Not Moving ebbe l'occasione di ospitare Nico e Ari a casa sua per una settimana.
Interpellato ricorda:
"L'agenzia di Nico sbagliò le date e la spedì con il figlio in Italia una decina di giorni prima del tour previsto da noi.
Inizialmente furono alloggiati in albergo ma siccome la prima data era a Pisa chiesero a me se potevo aiutarli e ospitarli, visto che le spese salivano.
Non me lo feci ripetere due volte, un mio idolo a casa mia !
Purtroppo erano conciati molto male e ci furono esperienze non molto piacevoli da vedere.
Era la prima volta che si vedevano e stavano insieme dopo 10 anni, era strano anche per loro.
A breve uscirà un film per la Fandango su Nico in Italia e intervistato dalla regista Ari ha dichiarato che di quei giorni si ricorda poco, solo di qualche giorno a Ivrea e una settimana a Pisa da Domenico...mi fa molto piacere.
Mi ricordo che gli feci ascoltare "Black and wild" dei Not Moving, uscito da poco (1985) e che apprezzarono molto".


https://www.youtube.com/watch?v=q6bDkM5tJ9g

https://www.youtube.com/watch?v=oxyvvf7DQIU

venerdì, ottobre 21, 2016

Dave Davies



La rubrica DARK SIDE OF THE SUN va alla scoperta di quei personaggi rimasti sempre nell'ombra di grandi artisti (talvolta parenti stretti) ma essenziali nella loro carriera senza godere mai delle luci della ribalta. Dopo Enrico Ciacci (fratello e chitarrista di Little Tony), Ian Stewart pianista fondatore dei Rolling Stones, Simon Townshend, fratello di Pete, il padre/manager di Paul Weller, John Weller, Marco Pirroni, da sempre nelle retrovie di alcuni tra i principali act della scena punk/new wave, Andy Summers, nomade della musica dagli anni 60 ad oggi, Pat Smear, dai Germs ai Nirvana ai Foo Fighters, l'attore Gianni Agus, Chris Spedding, Henry Padovani escluso dai Police poco prima dell'esplosione commerciale, Bruce Foxton, da sempre nelle retrovie con Jam, Stiff Little Figers, Casbah Club, Glen Matlock fuori dai Sex Pistols appena prima del successo, il grande batterista Jim Keltner, Steve Jones, ex Sex Pistols e tanto altro, parliamo oggi di DAVE DAVIES dei KINKS.

http://tonyface.blogspot.it/search/label/Dark%20side%20of%20the%20sun

E' dura vivere una carriera artistica a fianco di un fratello dotato di immensa capacità artistica e compositiva che ti ruba la scena.
Se poi hai un carattere non propriamente malleabile il tutto sfocia in un'aperta rivalità e il tuo rimanere "in ombra" diventa ancora più frustrante.

Per il buon DAVE DAVIES l'ombra del fratello RAY ha pesato sicuramente parecchio nell'economia di una storia fulgida come quella dei KINKS, soprattutto considerando la sua ottima valenza chitarristica e buone capacità compositive (vedi "Death of a clown" o "Susannah's Still Alive") o quanto sia stato decisivo nella realizzazione della loro hit per eccellenza, "You really got me".
Il brano fu concepito inizialmente come un brano dal sapore jazz blues, suonato e composto sul piano da Ray a cui Dave aggiunse il riff imperioso e distorto, ottenuto tagliando il cono del suo amplificatore con un rasoio....

Dopo lo stop della carriera della band nel 1996 (con un fugace ritorno sul palco dei fratelli Davies nel 2015 per eseguire "You really got me"), Dave ha proseguito un'alterna carriera solista non particolarmente significativa, minata anche da vari problemi di salute.

Allo stato attuale si ricorrono frequenti voci di una reunion, puntualmente smontate da dichiarazioni incrociate tra i fratelli, frequentemente al vetriolo...

giovedì, settembre 08, 2016

Steve Jones



La rubrica DARK SIDE OF THE SUN va alla scoperta di quei personaggi rimasti sempre nell'ombra di grandi artisti (talvolta parenti stretti) ma essenziali nella loro carriera senza godere mai delle luci della ribalta. Dopo Enrico Ciacci (fratello e chitarrista di Little Tony), Ian Stewart pianista fondatore dei Rolling Stones, Simon Townshend, fratello di Pete, il padre/manager di Paul Weller, John Weller, Marco Pirroni, da sempre nelle retrovie di alcuni tra i principali act della scena punk/new wave, Andy Summers, nomade della musica dagli anni 60 ad oggi, Pat Smear, dai Germs ai Nirvana ai Foo Fighters, l'attore Gianni Agus, Chris Spedding, Henry Padovani escluso dai Police poco prima dell'esplosione commerciale, Bruce Foxton, da sempre nelle retrovie con Jam, Stiff Little Figers, Casbah Club, Glen Matlock fuori dai Sex Pistols appena prima del successo, il grande batterista Jim Keltner, oggi si parla di STEVE JONES, conosciuto quasi solo per i SEX PISTOLS, in realtà valente chitarrista dalle mille esperienze.

Le altre puntate qui:
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STEVE JONES è ovviamente ricordato specialmente per l'esperienza con i SEX PISTOLS, che gli ha dato notorietà e soldi.
Ma raramente viene presa in considerazione la sua caratura tecnica e troppo spesso si ignora una carriera che lo ha portato a fianco di IGGY POP, BOB DYLAN, BILLY IDOL, JOHNNY THUNDERS, JOAN JETT e una lunga serie di altri nomi con cui ha suonato in maniera caotica e mai continuativa.

Senza dimenticare il personaggio: ex pugile dilettante, in gioventù più volte pizzicato dalla polizia per piccoli reati, dedito ad abusi di vario tipo da alcool a droghe varie, scatenato biker, protagonista di spassosi aneddoti (suonò un solo nella versione di "Anarchy in the UK" dei Megadeth e come compenso chiese 100 dollari e "qualcuno che glielo succhiasse"...gliene diedero mille dicendogli che con quei soldi ci poteva pensare da solo e scegliere quello che preferiva).

Ha suonato con varie band, dai Professionals ai Fantasy 7 ai Neurotic Outsiders con ex Guns and Roses e Andy Taylor dei Duran Duran, realizzato due album solo ("Mercy" nel 1987 in cui suona quasi tutto e "Fire and gasoline" nel 1989 in cui appaiono Axl Rose e Ian Atsbury e Billy Duffy dei Cult) e partecipato a qualche film e sceneggiato TV.

Stile secco e asciutto, suoni roboanti e pieni (che resero l'album dei Sex Pistols diversissimo dalla schiettezza degli altri lavori punk.
In ogni brano Steve sovrappose fino a dieci chitarre a suonare lo stesso riff.
Suonò anche tutte le parti di basso, vista l'incapacità di Sid Vicious, con l'eccezione di "Anarchy in the Uk" ad appannaggio di Matlock).
Eccellente il suo lavoro in "Instinct" di Iggy Pop mentre è indistinguibile l'apporto in "Down in the groove di Bob Dylan (dove appare anche Paul Simonon dei Clash).
Ha condotto per cinque anni un seguitissimo programma radiofonico, Jonesy's Jukebox, in una radio di LA.

Si gode attualmente i proventi (copiosi) dell'esperienza con i Sex Pistols e reunion successive, nel sole californiano (ricordiamo la dichiarazione di Glen Matlock : "Quando ci siamo riuniti nel 1996 ho preso 35.000 sterline per concerto, per circa 100 concerti, più il profitto dalle ristampe e dal merchandising").
Uscirà nel 2017 la sua autobiografia "Lonely Boy".

giovedì, febbraio 11, 2016

Jim Keltner



La rubrica DARK SIDE OF THE SUN va alla scoperta di quei personaggi rimasti sempre nell'ombra di grandi artisti (talvolta parenti stretti) ma essenziali nella loro carriera senza godere mai delle luci della ribalta. Dopo Enrico Ciacci (fratello e chitarrista di Little Tony), Ian Stewart pianista fondatore dei Rolling Stones, Simon Townshend, fratello di Pete, il padre/manager di Paul Weller, John Weller, Marco Pirroni, da sempre nelle retrovie di alcuni tra i principali act della scena punk/new wave, Andy Summers, nomade della musica dagli anni 60 ad oggi, Pat Smear, dai Germs ai Nirvana ai Foo Fighters, l'attore Gianni Agus, Chris Spedding, Henry Padovani escluso dai Police poco prima dell'esplosione commerciale, Bruce Foxton, da sempre nelle retrovie con Jam, Stiff Little Figers, Casbah Club, Glen Matlock fuori dai Sex Pistols appena prima del successo, oggi si parla dello "sconosciutissimo" JIM KELTNER (vedere curriculum....)

Le altre puntate qui:
http://tonyface.blogspot.it/search/label/Dark%20side%20of%20the%20sun

Credo che difficilmente qualcuno inserirebbe JIM KELTNER tra i batteristi più rappresentativi del ROCK.
Non che si sia mai distinto per particolari doti virtuosistiche. E' stata anzi una delle sue peculiarità l'apporto ritmico sempre discreto e mai appariscente che lo ha portato a fianco dei GRANDI.

L'elenco è infinito ma basterebbero "Imagine" di JOHN LENNON, il Concerto per il Bangladesh con GEORGE HARRISON e gli altri, alcuni dischi e tour con RINGO STARR e le collaborazioni con (tra gli altri) BOB DYLAN (in "Pat Garret and Billy the Kid"), Eric Clapton, Steely Dan, Joe Cocker, Rolling Stones, Ron Wood, Bill Wyman, Mick Jagger, Keith Richards, Joni Mitchell, Brian Wilson, Seals and Crofts, Neil Young, Crosby, Stills, Nash and Young, Elvis Costello, Bee Gees, Jackson Browne, The Manhattan Transfer, Randy Newman, Ry Cooder, Los Lobos, Pink Floyd, Warren Zevon, Rufus Wainwright, Tom Petty, Steve Miller Band, Alice Cooper, Sheryl Crow, Lucinda Williams, Carly Simon, Barbara Streisand e con il nome di Buster Sidebury negli album dei TRAVELING WILSBURY.
Non ultimi gli italiani Sacri Cuori.

Antonio Grammentieri dei Sacri Cuori ricorda così l'esperienza a fianco di Jim:

Con noi ha suonato a Los Angeles nel 2012 nelle sessioni di Rosario.
è stata una delle più grandi emozioni della mia vita, giacchè Ketlner è uno dei miei musicisti preferiti di tutti i tempi.
Averlo è stato un sogno e ricordo ancora quando mi telefonò a casa per dirmi che aveva sentito parlare bene di noi, gli piaceva il materiale ed era contento di partecipare alla session.
Ebbi un capogiro, era come parlare al telefono con la Storia.
Negli anni abbiamo suonato con molti dei miei musicisti di sound preferiti del mondo, ma gli incontri in studio con Keltner, David Hidalgo e Ribot rimangono per me i più emozionanti.
Quando si sparse la voce che Keltner stava registrando con degli italiani, a Los Angeles molti gruppi ci chiesero delle cose... il secondo giorno c'era ad aspetttarci in studio Bobby Gillespie con tutti i Primal Scream, per dirne uno...
a livello sonoro è una bestia.
Suona piano, in generale.
Suona - come è ovvio - in maniera molto "sinfonica", cioè arrangia sempre in tempo reale. ama un'idea di tempo elastica , appunto da orchestra, e non strettamente metronomica.

martedì, gennaio 26, 2016

Glen Matlock



La rubrica DARK SIDE OF THE SUN va alla scoperta di quei personaggi rimasti sempre nell'ombra di grandi artisti (talvolta parenti stretti) ma essenziali nella loro carriera senza godere mai delle luci della ribalta. Dopo Enrico Ciacci (fratello e chitarrista di Little Tony), Ian Stewart pianista fondatore dei Rolling Stones, Simon Townshend, fratello di Pete, il padre/manager di Paul Weller, John Weller, Marco Pirroni, da sempre nelle retrovie di alcuni tra i principali act della scena punk/new wave, Andy Summers, nomade della musica dagli anni 60 ad oggi, Pat Smear, dai Germs ai Nirvana ai Foo Fighters, l'attore Gianni Agus, Chris Spedding, Henry Padovani escluso dai Police poco prima dell'esplosione commerciale, Bruce Foxton, da sempre nelle retrovie con Jam, Stiff Little Figers, Casbah Club, oggi parliamo di GLEN MATLOCK, fuori dai Sex Pistols appena prima del successo (poi recuperato con la reunion).

Le altre puntate qui:
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Fondatore dei SEX PISTOLS (era già stato a fianco di Steve Jones e Paul Cook negli Strand e fu proprio Jones a chiamarlo nella band in formazione).
Con loro incise e compose dieci brani di Never mind the bollocks anche se nel corso degli anni interviste e auto biografie incrociate dei vari componenti hanno smentito (o confermato) in varie forme il suo effettivo ruolo nelle registrazioni.
Allo stesso modo si sono accumulate pagine e pagine sulle ragioni dell'abbandono e della sostituzione con Sid Vicious.

Dopo i Sex Pistols formò i RICH KIDS con il futuro Ultravox Midge Ure, con Steve New (poi con Iggy, PIL e altri) e Rusty Egan (Visage, Skids etc).
Sciolta velocemente anche questa band, suona con gli Spectres, Philistines, con Iggy Pop in "Soldier", i Damned in "Not of This Earth" con Sid Vicious nei White Kids, con gli International Swingers, spesso come solista, e anche in una delle reunion dei Faces e con gli Stone Roses in un tour giapponese.
Ha partecipato alle reunion dei Sex Pistols nei tour del 1996, 2002, 2003, 2007 e 2008.

Interessante un'intervista al Telegraph del 2014 in cui dice che lasciare i Sex Pistols gli costò "milioni di sterline".
"Quando suonavo con loro prendevo 25 sterline la settimana ma due anni dopo incominciarono ad arrivare le royalties e il primo assegno fu di 14.500 sterline.
Quando ci siamo riuniti nel 1996 ho preso 35.000 sterline per concerto, per circa 100 concerti, più il profitto dalle ristampe e dal merchandising"
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