giovedì, gennaio 31, 2013
Gennaio 2013. Il meglio.
ASCOLTATO
UNKNOWN MORTAL ORCHESTRA - ii Secondo album della band di Portland e uno stupendo mix di psichedelia tardo 60’s (Beatles “revolveriani”, primi Pink Floyd, essenze di oscuro freakbeat), certe movenze alla Beck, un velo indie alt rock che rende il tutto attuale, fresco e moderno. Consigliatissimo.
FOXYGEN - We are the 21st century
Duo di LA alle prese con un godibilissimo album che mischia il Bowie mid 70’s, Stones e Betles di fine 60’s, un po’ di Kinks e varie psichedelie.
Ricordano nell’approccio i Dukes of Stratosphear / XTC nella cura con cui mettono insieme tutto l’immaginario a cavallo tra 60’s e 70’s e il risultato è davvero piacevole e l’album riuscito.
LILIAN HAK - Lust guns and dust
Olandese si muove in un inedito e sorprendente mix di Tom Waits, Anna Calvi, blues, reggae, new wave, rock. Originalissima e personale. Da scoprire.
CESARE BASILE - s/t
Nuovo grande album di uno dei cantautori più espressivi della scena italiana.
Basile si cala ancora di più nella sua terra e sforna un SIcilian Blues senza eguali, personalissimo, cattivo, spietato, spesso nella “lingua” natìa, a partire da “Introduzione e sfida” in apertura che riporta al De Andrè di “Nuvole”.
Poi si affonda nelle acque fangose alla Tom Waits, Screamin Jay Hawkins, Capossela, Dr,John, Piero Ciampi, tutti insieme.
Ed è un bel sentire.
VV.AA: Ancestors Of Rap – A Collection Of Highly Underrated Prototype Rap Songs
Spettacolare compilation sui precursori del rap.
Non ci sono gl iovvi nomi di Gil scott Heron e Last Poets ma una serie di nomi minori e pressochè sconosciuti con brani a cavallo tra 60’s e 70’s impostati su basi di crudo e acido funk e rhythm and blues su cui nomi come Pigmeat Markam, Bill "Butter Ball" Crane, Blowfly , Billy Dee & Sugar Bear, Rufus Beacham scrivono le “regole” di quell oche sarà poi il rap , parlando e declamando.
C’è anche James Brown con la sua classica “Get on the good foot” dall’omonimo album del 1972.
Album esplosivo , sorprendente, basilare per capire le radici del rap.
ANDREA BALDUCCI - Bloom
Elegante, raffinatissimo, gustoso esordio a base di una saporita e chic zuppa soul jazz per Andrea Balducci, allevato alla scuderia Schema.
“Bloom” scorre via veloce tra evidenti omaggi al mood di Jamie Cullum, Michael Bublè e Raphael Gualazzi.
Un ascolto piacevole, fresco, di alto valore qualitativo pur se in un contesto prevedibile come quello del crooner jazz style.
MASSIMO ZAMBONI - Canto l’isolamento
L’ex chitarra dei CCCP e mi mille altre esperienze artistiche con un nuovo album, come sempre austero, rigoroso, elegante, intransigente sia da un punto di vista musicale che lirico.
Numerosi ospiti, da Nada a Lalli a Fiamma.
Ottimo lavoro, importante come tutte le cose firmate da Massimo.
ARBOURETUM - Coming out of the fog
Americani, al quinto album, viaggiano in un roots rock personale e incisivo che cita il Neil Young più ruvido, Thin White Rope, Giant Sand, Warren Zevon.
Un ottimo album, aspro, malinconico, chitarristico, roccioso.
THE CUT - Operation Manitoba
L’esordio del grandissimo combo (oggi terzetto, ai tempi ancora in cinque) bolognese datato 1998 (e recentemente ristampato da Gamma Pop).
Elettricità a profusione, noise punk, psichedelia grezza, rock n roll, atmosfere claustrofrobiche, violenza sonora sparsa, chitarre (tre) graffianti e rauche.
Fu un inizio mozzafiato, ideali radici per la grande band che è diventata oggi.
VALENTINA GRAVILI - Arriviamo tardi ovunque
La cantautrice brindisina festeggia il terzo album, dopo aver inanellato una serie di riconoscimenti prestigiosi (dal Premio Ciampi nel 2010 al Premio MEI nel 2011). Il nuovo album affina le sue capacità compositive, mantiene i riferimenti con l'Inghilterra scontrosa di PJHarvey ma ricorda spesso le ultime prove d'autore di Nada.
Movenze elettriche, melodie decise e sicure, eccellente il lavoro di produzione e arrangiamento di Max Baldassare.
PERE UBU - Lady from Shanghai
Non è che David Thomas e soci ci siano mai andati leggeri ma il nuovo album è davvero aspro, duro, disarmonico, aggressivo.
Difficile ma , come sempre, interessante.
ASCOLTATO ANCHE:
BETTIE SERVEERT (Olandesi, sulla scena dal 1990, con un un indie pop molto accattivante e dalle esplicite matrici 60’s (vicini ai Primitives). Il nuovo album è molto gradevole e fresco e con due o tre hits di sicuro effetto) SERAVINCE (nu soul molto soft con spruzzate jazzy, dalle parti degli Incognito), REASON TO BELIEVE- THE SONGS OF TIM HARDIN (in pochi ricordano il cantautore Usa TIM HARDIN, scomparso nel 1980. Lo fanno ora 13 artisti, tra cui giganteggia Mark Lanegan. Tono sommesso ma giusto tributo), I AM KLOOT (brit pop a tratti sinfonico, molto arrangiato, poco incisivo), NA NA BANG (Duo bresciano alle prese con un lofi indie rock che corteggia i Pavement, un po ‘di psichedelia 80s’ e varie influenze minimali più attuali. Interessanti), SOUL ASYLUM (discreto pop punk grungy commerciale), BEANS ON TOAST (tra Billy Bragg e Pogues, folk inglese sgraziato), JESSE DAYTON (roots rock Usa, ben fatto ma prevedibilissimo), TRAUMAHELIKOPTER (dall’Olanda garage e punk 77..buono). KEITH CANISIUS (pop dalle tinte psych alla Echo & the Bunnymen e shoegaze. Carino), DEXTER STORY (soft soul in odore di Earth Wind and fire, un po’ di nujazz, di funk ma poca sostanza), NADAR SOLO (da Torino tra indie rock, power rock, Teatro Orrori, Interpol, Afterhours), WILL AND THE PEOPLE (girano tra reggae e ska ma con poca convinzione lasciando un album così così), VILLAGERS (folk pop elettronico e ipnotico. Noioso e insopportabile), BART LUST QUINTET (ottimo be bop jazz dall’Olanda), BRZZVLL (band belga che mischia soul jazz con sonorità afro funk e psichedeliche. Strumentali, interessanti), BLUE WILLA (Il Mucchio li ha piazzati in copertina. In molto parlano di next big thing italiana. Io, che non so niente, ci trovo poco. Noise, alt rock abrasivo etc etc. ma già sentito in tutte le salse), MISACHENEVICA (indie rock ruvido con folate melodiche da Padova), SHOGU TOKUMARU (dal Giappone una sorta di bizzarra lounge semi sperimentale e vaudeville. curioso), GAETANO PARTIPILO BESIDES BAND - Songs from the 60’s Cool jazz rivolto ai 60’s con influenze soul, funk (“Se voce pensa”) e jazz dance (dalle parti di Jimmy Smith, Eddie Jefferson, Mose Allison), EX-CULT (punk rock abrasivissimo da Memphis), FREE ENERGY (power pop tra Cheap Trick, Knack ma con tendenze FM Rock alla Bachman Turner Overdrive e perfino Ac/Dc), THE HISTORY OF APPLE PIE (grazioso shoegaze pop, scarso spessore ma divertente) ROBIN THROWr (l’ex Procol Harum torna con un ennesimo album di rock blues “alla” Clapton, ben fatto ma prevedibile in ogni nota), RG PROJECT (funk jazz dall’Olanda, grande tecnica, poca espressività)
LETTO
Vera Lehndorff - Jörn Jacob Rohwer. - Veruschka
La vita di Veruschka una delle top model più belle e conosciute nella storia della moda e del glamour. Una vita drammatica, segnata dalla scomparsa del padre, resistente anti nazista nella Germania hitleriana e giustiziato nel 1944, un’infanzia diffiicilissima, il successo, il glamour, macchiati da due tentativi di suicidio, ricoveri in cliniche psichiatriche, difficoltà, delusioni.
Personaggio controverso, triste, borderline ma interessantissimo, genuino e sincero.
Il libro, sotto forma di intervista, è spesso troppo inutilmente dettagliato e prolisso ma fotografa bene diverse , diversissime, epoche storiche e sociali.
BRET EASTON ELLIS - Glamorama
Thriller fiume (oltre 700 pagine), complesso, metaforico, ricchissimo di riferimenti, talvolta eccessivamente prolisso e confuso.
Alla fine il talento di Ellis emerge con tutta la sua forza ma solo con qualche centinaio di pagine in meno saremmo vicini al capolavoro.
RAYMOND CARVER - Tell it all
Prezioso e commovente compendio alla bibliografia dell’autore raccoglie alcuni “insperati” inediti e una serie di bellissime testimonianze sull’Uomo Carver che fanno disperare ancora di più per la sua scomparsa.
Come dice nel libro lo scrittore giapponese Haruki Murakami.
Ebbi la sensazione di essermi imbattuto in un genere di narrativa completamente nuovo che non aveva mai avuto eguali
COSE & SUONI
Finita la prima parte del tour di “A kind of blues” di Lilith and the Sinnersaints si riprende in primavera a suonare.
www.lilithandthesinnersaints.com
Mie recensioni varie sul sito www.radiocoop.it
CALCIO
Davvero un noiosissimo campionato, partite mediocri, calciatori di scarso talento (con rare eccezioni). Qualche sparuta nota positiva da qualche giovane emergente. Il resto è trascurabile.
Patetico anche il calcio mercato.
IN CANTIERE
“Rock n goal” di Antonio Bacciocchi e Alberto Galletti in libreria a marzo 2013 per Volo Libero Edizioni
Libro su Weller per Arcana il 15 marzo: “This is the modern world”.
Viaggia spedito il libro sugli Statuto (ottobre 2013)
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Tim Hardin e' uno dei miei songwriter preferiti in assoluto.
RispondiEliminaCoverrebbe prima sentire gli originali ben bene,poi le cover..
Il primo in foto e' J Nicholson? non e' che adesso raganeggia "il mattino ha l'oro in bocca"?
C
Lui da "Psych out" del 1968
RispondiEliminaTim Hardin è presente pure sulla Colonna Sonora del film su Joe Strummer, Black Sheep Boy fa da sottofondo ad una delle scene più toccanti del film. Ah domanda: l'altro giorno il mio collega di radio mi ha fatto sentire un paio di pezzi dei Vintage Trouble, una band particolare con un imprinting rock ma con Ty Tyrell che con la sua voce soul da un tocco black molto interessante. Qualcuno di voi li conosce?
RispondiEliminaCharlie
Ciao, ascoltati su YT, mi sembrano validi.
EliminaTim Hardin (tra l'altro una vita sfortunata: Vietnam, tossico, morto di overdose etc etc) è un "dimenticato".
RispondiEliminaUno di quelli che nessuno cita e ha mai citato in nessun libro.
il paolino ha coverizzato 4 suoi pezzi red baloon, black sheep boy, dont make promises, reasons to believe, ma chi mi ha fatto conoscere hardin per una volta non è stato lui ma small faces e rod.
RispondiEliminaadoro i suoi primi 2 album che trovai insieme su 1 cd (repertoire?) però alla lunga, essendo la struttura dei brani ripetitiva, mi stanca un po.
adesso voglio vedere faybio che link trova tra hardin e la hallam (a parte la h) ;o)))) cheers f
Non mi viene in mente niente!...Dovrebbe??
EliminaFabio T.
Infatti anche Paolino ha dichiarato di averlo conosciuto tramite Small Faces ( e Rod)..mentre l'altra sua perla "If I were a Carpenter" l'hanno rifatta in tanti.
RispondiEliminaIn Italia la versione dei Dik Dik "Se io fossi un falegname" mi piace parecchio (un po meno al Sivio Rude per via della metrica "piana"..aha remember bro?)
Giusto,Charlie! e la sua "Hang on to a dream" e' nella colonna sonora di "Febbre a 90"
"It'll never happen again" coverizzata dalla nostra Top Mod Singer PP Arnold (oltre a Fay,of course)
Consiglio il vol 3 live..veramente "stoned" cosi come fu cassato dal "Woodstock "movie (ma presente nel Director's cut)
e The Homecoming Concert dell'81 (il rpimo postumo e l'ultimo suo concerto)
Era pronipote del leggendario John Wesley Harding (con la G) che i Dylanofili conosceranno..
God Bless You Tim
C
a me Hardin piace parecchio, ho i primi due dischi. peraltro gli Okkervil River avevano fatto una bella cover sua di Black Sheep Boy...
RispondiEliminaGrande C, non sapevo fosse pronipote del John Wesley...
Grande C!
RispondiEliminaE non male questi Arboretum!
W
Si molto particolari, non mi dispiacciono
RispondiEliminaODIO ETERNO AL CALCIO MODERNO
RispondiEliminathe cut.. molto rumore per nulla, abbiamo capito john spencer e il casino ma basta.. spero non ti piacciano massimo volume senno' non sono piu tuo amico
RispondiElimina