lunedì, luglio 03, 2023

Festival Beat - 29° edizione


Il FESTIVAL BEAT è da tempo una consolidata FESTA intorno e all'interno della quale si radunano centinaia e migliaia di "veterani" della scena undeground rock 'n' roll italiana (ma non solo, sempre numerose le partecipazioni dall'estero) a cui si sono progressivamente aggiunte nuove leve e più freschi adepti.
Un'occasione per ritrovarsi, confrontarsi, divertirsi.

Quasi a corollario, una lunga serie di eventi musicali e letterari tra concerti, DJ set, presentazioni di libri, mercatino etc.

Organizzazione come sempre ben fatta perché alla fine ciò che guida queste manifestazioni è semplicemente la PASSIONE, in nome della quale si fanno cose che, in tempi di "ma quanto ci guadagni?", difficilmente ne varrebbe la pena.

Passando al dettaglio delle due serate a cui ho assistito un grande plauso per le americane DARTS (costrette dal maltempo a ripiegare nella bocciofila di Salsomaggiore): garage punk, surf, beat, scatenate e tecnicamente preparatissime, oltre che con una presenza scenica travolgente.
Più morigerato e sofisticato lo psych pop di BARBARA BREANNA, comunque apprezzabile e interessante.

Si torna sul palco grande (dove giovedì avevavano, riportano le cronache, fatto faville i CUT e i MIDNIGHT KINGS) il sabato sera.

Dopo l'assalto rock 'n' roll garage un po' "storto" degli YONIC SOUTH e i divertenti e pregevoli intermezzi degli HUMAN TOYS, JIM JONES ALL STARS cancellano tutto e tutti con un set devastante (due chitarre, basso, batteria, due sax, piano/tastiera) che evoca il fantasma 60's di Mitch Rider and Detroit Wheels, con l'iconoclastìa del primo Little Richard (di cui non a caso riprendono "Can't believe you wanna leave"), una bella dose di selvaggio e primitivo groove e abbonndante attitudine punk e garage.
Sorprendono con versioni in salsa rhythm and blues di "Run run run" dei Velvet Underground e "Parchman farm" di Mose Allison, una brutale "Everybody got something to hide except for me and my monkey" dei Beatles (o meglio, Lennon), una funk punk "Big Bird" di Eddie Floyd (che scrisse con Booker T e fu ripresa anche dai Jam), "Shakedown" (cover degli Hypnotics di cui Jim fece parte negli 80).
Grande band, grande concerto.

Dopo questa esplosione di ritmo ed energia, SHANNON AND THE CLAMS funzionano bene come chill out con un beat intriso di riferimenti 50's (rockabilly, doo wop, rhythm and blues), perfetto per chudere la serata.

Tanta gente, location eccellente anche da un punto strettamente logistico (poter parcheggiare a 100 metri dal concerto capita di rado), situazione rilassata e amichevole.
Alla prossima edizione !!!

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