venerdì, febbraio 22, 2013
Mario Castelnuovo "E' piazza del campo"
In pochi si sarebbero aspettati Mario Castelnuovo su questo blog.
Neanch'io in realtà perchè di Lui poco conosco ma con l'intercessione di AndBot/Andrea Fornasari eccovi un ottimo scritto dell'altrettanto ottimo Alberto Scotti ad introdurci al magico mondo di Mario.
Ciao amici, topolini miei, mi chiamo Alberto, sono un bel ragazzo di 41 anni, le mie passioni sono la musica, la poesia e la natura, ci sono ragazze che vogliono conoscermi?
Vorrei viaggiare con voi sulle ali della fantasia. Ok, questa è fatta, ora passiamo alla parte meno interessante del post (si chiamano così anche le cose che si scrivono sui blog?).
I fatti: Qualche giorno fa sul mio diario di facebook (si, anche noi bastardi nichilisti abbiamo un profilo facebook, probabilmente perché siamo una massa di pagliacci senza alcuna coerenza) pubblicavo un post (lì si chiamano così, ne sono sicuro) per invitare i miei amici immaginari (si, ho degli amici immaginari, come tutti gli adolescenti problematici) all’ascolto di quello che ritengo un (disco) capolavoro misconosciuto della musica italiana e, per esteso, di tutti i lavori dell’artista che ne è autore.
L’ho fatto subito dopo aver assunto la mia dose quotidiana di Paroxetina, un anti-depressivo che risveglia in me la voglia di fare l’amore con le belle ragazze (in fiore) ma anche di correre nudo dei prati (cosa che poi alla fine non faccio quasi mai) e di condividere con il mondo le mie passioni musicali, gastronomiche, politiche ecc…
Il giorno successivo alla pubblicazione, mi contatta in pvt (adoro usare questa terminologia giovane) un critico, musicista, uomo di mondo e fervente bestemmiatore che risponde al nome di Andrea Fornasari.
Nel msg (l’ho fatto di nuovo!) c’era scritto più o meno: “perché non posti qualcosa su Mario Castelnuovo (ecco rivelato il nome dell’artista…sono proprio un genio nel creare la suspance!) nel blog di Tony Face? Sai, è molto frequentato…”.
Io gli rispondo che ne sono onorato e che (forse) lo farò. Chiudo la conversazione, dicendogli che devo andare a fare “i miei esercizi yoga contro l’ansia” (un modo elegante che uso per definire la masturbazione), poi ascolto un disco dei Thin Lizzy, faccio una telefonata alla mia rag…(va beh, questi sono fatti miei, perché ve li sto raccontando?).
Comunque, prima di cena torno a pensare all’invito, sforzandomi di trovare una valida ragione per accettare. “Perché mai dovrei? A chi vuoi che freghi di scoprire l’ennesimo artista che l’ennesimo idiota (che in questo caso sarei io) si affanna a dipingere come un genio (incompreso)?”. Dio solo sa quanta irrazionale voglia di condivisione abbia sempre albergato nel mio stupido cervello, però è già da un po’ che ho perso la voglia di aprire la gabbietta per farla svolazzare liberamente (magari poi me la impallinano, poveretta).
Si, va bene, quel post l’ho scritto, ne scrivo anche altri ma, come vi spiegavo, è merito della paroxetina (e la “botta” dura pochino, giusto una mezz’oretta) e poi sono 4 parole in croce.
Su un blog invece devi allungare il brodo, rileggere quello che hai scritto, stare attento alle virgole ecc...
Per uno, come me, che non ci crede è roba assai impegnativa, mi capite, no? Tu amico lettore, topino carissimo, a questo punto, ti chiederai: “Alberto, ma perché non ci credi più? Perché non vuoi dividere con noi le passioni che ti fanno battere il cuore?”. Bella domanda, davvero. Ti risponderò che non ci credo perché non credo più nel mondo e nella possibilità di migliorarlo, meno che mai attraverso l’arte (arte, arte un cazzo, qui non sappiamo come fare a pagare le bollette e tu vieni a parlarci di arte! Casomai proponici qualcosa che ci faccia divertire un po’, che non ci faccia pensare troppo e che subito dopo aver fatto il suo dovere svanisca nel nulla.
Facci un’endovena di nulla che svanisca nel nulla). Se penso a me, a te, caro topino, a tutti noi, mi/ci vedo come esserini infelici e spaventati (e anche piuttosto brutti da vedere) che vanno avanti spinti da puro istinto di conservazione. “Sopravvivo senza un motivo, prima ero felice ora sono cattivo, sopravvivo senza uno scopo, perché non mi sparo ve lo spiego dopo” (cit.). Siamo esserini incapaci di immaginare il futuro e (soprav)viviamo aggrappandoci al passato (a tutto il passato, dai fenici al Pop Group) per percepirci “vivi e scalcitanti” in un ipotetico altrove. I nostri padroni, incessantemente, ci sommergono di materiali (inerti): “ecco altri dischi, altri film, vagonate di dischi e film!
Milioni di sogni, suoni, colori, tutti per voi, carissimi sottoposti!”. “E’ tutto gratis, tutto per noi, grazie, grazie, grazie…”, raccogliamo avidamente da terra e ci ingozziamo, fino a vomitare: “sono uscito dal tunnel, sai, non scarico più, però sto facendo l’abbonamento a Spotify” (sai, non mi faccio più le canne, ne sono venuto fuori, adesso solo crack).
Riusciamo a stare concentrati su un disco, su un libro, su un film, per quanto? 5 minuti? 5 Secondi? 5 Millesimi di secondo?
Iniziamo a leggere, ad ascoltare, a guardare e subito il pensiero corre all’enorme cumulo di altri materiali che ci aspettano. “Cazzo Alberto, devi ASSOLUTAMENTE ascoltarti i dischi dei Guru Guru, sono straordinari!”, “Certo, dopo li scarico”. Alberto non li scaricò mai, lo scordò un millesimo di secondo dopo. Iniziamo a fumare una canna, due tiri, e subito il pensiero corre alla pera, uno schizzo e ci viene tanta tanta voglia di coca. Facciamo proprio schifo al cazzo! Abbiamo smesso di credere. Non abbiamo più il senso del sacro, siamo una massa di squallidi, razionali, cinici miscredenti. Dovremmo pregare la Madonna, invocarla, scongiurarla di apparirci almeno una volta (no, Carmelo, tu potevi apparire alla Madonna, noi decisamente no) e semmai (MIRACOLO!!!) lei decidesse di accogliere le nostre suppliche, dovremmo mostrarci grati, annullarci davanti a lei, restare in adorazione davanti alla sua sublime, celeste figura, con il cuore gonfio di gioia, almeno un paio d’ore al giorno. Ma noi non preghiamo più. Siamo sazi, monotoni, moderni, attrezzati e bruciamo cataste di maiali. Topi che bruciano maiali. Dove andremo a finire, signora mia? Mario Castelnuovo è la Madonna ma è anche un ragazzo (fantasma) timido e riservato, uno che arriva alla festa, lo saluti, ti distrai un attimo e non lo vedi più: “Qualcuno ha visto Mario?”. No, nessuno ha visto Mario. ”Sette fili di canapa”, Sanremo, primi anni ’80. Spaesato, fuori posto, oltre il giardino. Lui avrebbe voluto essere a Siena o a Lucca o chissà dove, ad annusare le signorine (che non si spaventano e gli sorridono). “Ciao ciao (pallida) bambina…”
Tu guardi l’autostrada e lui fissa un formicaio, tu Agosto, lui Gennaio. Le canzoni di Castelnuovo si spostano su vecchio catorcio e vanno (da nessuna parte), si arrampicano e poi scivolano giù (“questa parete è impossibile”, dissero un attimo prima di precipitare nel vuoto). Quando tutti gli altri sono arrivati loro devono ancora partire.
Sembra sia molto malato, si parla di tisi, lo hanno visto sputare sangue nel fazzoletto. Un giovane cantautore è stato inghiottito dalla terra, si è aperto un buco, così, dal nulla, all’improvviso e lui c’è finito dentro.
Immediatamente dopo la terra si richiuse. Un fatto che nessuno scienziato è mai riuscito a spiegare. Guarda quel matto che apre e chiude la bocca, è convinto di parlare. Poveretto. Oh, senti qua, su questo disco hanno scordato di mettere la batteria!
Ahahahah…minchia, fa proprio schifo! 13000 lire buttate, vediamo se domani me lo cambiano, magari mi prendo l’ultimo di coso, quello là, quello bravo, come si chiama? Ogni tanto (nelle notti particolarmente gotiche) Mario C. si materializza e suona per il suo strambo pubblico: tre distinti signori senza gambe, un morto, due allegri fantasmi, uno zoppo così pigro da fingersi paralitico.
Dalla bacheca di Alberto Scotti (che sono io):
Siamo nel 1984, impazzano i Duran Duran e i paninari, e Mario Castelnuovo dà alle stampe "E' piazza del campo", uno dei capolavori assoluti (sto pesando attentamente le parole di questo post) dell'intera storia della musica italiana.
Il problema è che non se ne accorge quasi nessuno.
Io vi sto chiedendo di aiutarmi a porre riparo a questa macroscopica ingiustizia.
Si, ingiustizia, perché un disco come questo non può restare patrimonio della memoria dei quattro gatti che l'hanno venerato, stupendosi ogni volta per l’incredibile bellezza di questo miracolo.
Un disco così dovrebbe diventare patrimonio di chiunque ami la musica (in particolare quella italiana).
"E' piazza del campo" è uno di quei rarissimi lavori che non somiglia a nulla se non a sé stesso, non ha davvero termini di paragone (continuo a pesare attentamente le parole).
Nelle undici canzoni di questo Long playing non c'è una parola, una rima, un passaggio che non sia baciato dalla grazia dell’autentica poesia e sarebbe bastato registrarle solo con chitarra e voce per realizzare un grande album. Ma questo non è “solo” un grande album, è un miracolo e ciò che lo tale, sono gli straordinari, sublimi, geniali arrangiamenti (frutto di un lavoro certosino di quel genio pazzo che risponde al nome di Rodolfo “Araba fenice” Santandrea, di Arturo Stalteri, di Lilli Greco e dello stesso Castelnuovo).
Una sorta di straniante minimalismo sintetico "rinascimentale", come se i vestiti di queste canzoni fossero stati confezionati da un sarto di luce dentro la "camera bianca" kubrickiana.
E qui scatta la minaccia: se non comprate questo disco non potrete mai più dire di amare la musica.
E non intendo "procurare" (come dite voi maledetti giovani di oggi), intendo comprare.
E per farlo dovrete anche farvi in quattro, perché (sempre per compra vostra) il disco è da tempo fuori catalogo.
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Caro Alberto, bel ragazzo di 41 anni, mi spiace annunciarti che la Paroxetina fa l'effetto esattamente contrario. Oltre a far prendere un sacco di kg, si intende. Questa notizia non mi ha fatto andare oltre nella lettura. :)
RispondiEliminaMi hai convinto lo ascolterò! Di lui ricordo solo i 7 fili di canapa sanremesi, che peraltro mi piacque.
RispondiEliminaPS: se hai più di sedici anni e mezzo la prima volta che ti vedo ti do quattro sberloni....(a patto che tu non sia grosso come il Bot ha ha ha ha ha)
Non ho mai avuto la percezione dell'esistenza di Mario Castelnuovo (grave mancanza, non sono ironico) che ho sempre considerato un Marco Ferradini al massimo, un Riccardo Fogli al "minimo".
RispondiEliminaProvvederò
Sulle prime guardando le copertine e pensando che il disco fosse nuovo ho pensato 'pheega ma non invecchia mai 'sto tipo?'. Sono io che invecchio,invece.
RispondiEliminaMa questa è materia per Mich, IL MAESTRO, ha ha ha ha ha ha ha ha ha
RispondiEliminaAlberto è fatto così, prendere o lasciare, ma è una splendida persona.
RispondiEliminaNella sua reale timidezza si è "scordato" di dire che esiste anche un brano molto bello dei Maisie (la sua band) in collaborazione (cantato) da Mario Castelnuovo: Istituto Marino (Via ortopedico).
Si trova su quell' altro capolavoro (e lo dico da "critico" e non da amico) che è "Balera Metropolitana" dei Maisie, appunto.
Per quanto mi riguarda mi dissocio da termini quali critico(?), musicista (ah ah ah ah...) e uomo di mondo (come no...) ma mi tengo stretto il fervente bestemmiatore!
Su, topolini miei, datevi da fare... :)
AndBot
Ah, la Paroxetina E' un anti-depressivo.
RispondiEliminaAndBot
Non era in una canzone di qualche anno fa?
RispondiEliminaLa Paroxetina,Sir,era citata in Charlie fa Surf dei Baustelle e dalle mie parti e' citata spesso..aha!
Elimina(I Prozac+ invece prendevano il nome da una molecola simile,la Fluotexina)
C
La Paroxetina?
RispondiEliminaUhm, non ricordo...
AndBot
Adesso mi viene in mente Oceania, su che disco era?
RispondiEliminaSto post mi ha incuriosito. E quindi credo abbia raggiunto il target prefissato. Farò i compiti. Giuro.....hai visto mai che Galletti picchi pure me? :-)
RispondiEliminaCharlie
cos'è questo, dadaismo?? ...non conosco il disco del Maestro ma se c'è Goran Kuzminac sarà great immagino
RispondiEliminaEgregio sig. Scotti, ma per invogliare ad ascoltare un disco non sarebbe il caso di parlare (almeno un po') anche di quel disco lì?
RispondiEliminaScusate scrivo qui anche se dovrei farlo nel post di ieri:
RispondiEliminaA PROPOSITO DI STADI VUOTI
Domenica Finale di Coppa di Lega a Wembley: il Bradford City finalista e militante in IV Serie ha esaurito la sua spettanza di 31.852 biglietti, altri hanno acquistato biglietti in diversi settori, saranno circa in 35 mila, IV SERIE!!!!
Spero che vincano anche se mi hanno fatto piangere!
Q Disc di Goran Kuzminac?
RispondiEliminaBel post Alberto Scotti! e tanx ad AndBot too..
RispondiEliminaLa curiosita a me viene comunque,Alberto Scotti parla poco del disco ma ha un alto potere evocativo..
Anch'io conoscevo solo i 7 fili e la bellissima Oceania (avevo la cassetta)..
Del Maestro Castelnuovo si parlava in effetti sul blog di Mich..con interventi esterni interessanti (Mich,link??)
Un plauso allora ai Maisie sempreverdi e a Snowdonia tutta (possiedo "Snowdoniani Baccelloni invadono/attaccano Megaton 4" una raccolta interessante per un'etichetta veramente indipendente e coraggiosa..! KTF)
C
Kuzminac meriterebbe un post adeguato
RispondiEliminaC
Kuzminac ha una delle teste piu' grandi del mondo,centimetro alla mano!
RispondiEliminayeh,..ricordo che uscì un Q disc del Kuzminac,...ma a quei tempi il bello era che entravi in un negozio di dischi (vinili of course , non la cd-pagliacciata) e ti perdevi a scartabellare tutte le sezioni (pop-rock, soul, punk,nw/punk,..free-jazz-punk-,maltese),..e poi ti compravi l'ep dei Chron Gen o un 45 dei Beat (quelli ska ,.but c'era anche Paul Collins' beat,pure power pop...),..o estraevi 6-7 dischi 'oscurissimi' e poi decidevi quali comprare,...ora se vai in un negozio di dischi che cazzo trovi???
RispondiEliminaPure io tifero' Bradford, tifoseria fantastica. Fine OT
RispondiEliminaCharlie
Condivido l'ultima parte del post. Io sono tra quelli che hanno venerato questo disco e ne sono molto fiera.
RispondiEliminaPer quel che riguarda la prima parte volevo farti notare che Castelnuovo era un bellissimo ragazzo, alto un metro e novanta e...MAGARI INCONTRARLO A UNA FESTAAAAAA!!!! Io non me lo sarei certo dimenticata e come me tante altre, timido o non timido.
Mi chiamo Walter. Caro Alberto, non so minimamente chi tu sia ma approdo a queste pagine cercando novità su Mario Castelnuovo, che è uno degli autori di canzone che amo di più. L'album di cui parli è di certo molto particolare, ma non uno dei miei preferiti. In ogni caso Mario è uno che - al pari di De Andrè - non ha mai sfornato un lavoro mediocre, quindi invito tutti ad approfindire il suo lavoro. Tra i suoi album che più rischiano di essere dimentaticati in questi tempi frenetici e famelici c'è "signorine adorate", bellissimo.
RispondiEliminaCondivido: si tratta di uno dei capolavori della musica italiana: minimale, senza batteria, completamente acustico (in un paio di canzoni arpeggia Goran Kuzminac), giusto qualche tastiera di Lilli Greco, nessun brano orecchiabile, testi ricercati....e infatti fu un flop. Da notare il coraggio di Castelnuovo, che nel disco precedente aveva avuto successo con una canzone, "Nina", presentata a Sanremo e che avrebbe potuto, come fanno molti, sfornare una "Nina 2"....
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