A 3/4 dell'anno l'elenco di ottime uscite da segnalare si allunga ancora di più.
Dall'estero Judith Hill, Libertines, Prisoners, the X, Bella Brown and the Jealous Lovers, Dexy's, Jack White, The Heavy Heavy, Les Amazones d'Afrique, Sahra Halgan, Boulevards, Mdou Moctar, Paul Weller, Liam Gallagher & John Squire, Mooon, Black Crowes, Sharp Class, Mourning (A)Blkstar, Dandy Warhols, Michelle David & True Tones, Clairo, Big Boss Man, The Wreckery, Yard Act, Kula Shaker, Kim Gordon, Kamasi Washington, Real Estate, Lemon Twigs, Bad Nerves, Tibbs, Idles, Krypton Bulb, New Mastersounds, Mo Troper, Galileo 7, Fontaines DC e Popincourt, The Tambles, Grace Browers & the Hodege Plodge, Lady Blackbird.
Tra gli italiani Ossa di Cane, Peawees, The mads, Statuto, A Toys orchestra, Tre Allegri Ragazzi Morti, Manupuma, Rudy Bolo, Klasse Kriminale, Statuto, The Mads, Cesare Basile, Organ Squad, La Crus, The Devils, Enri Zavalloni, Any Other, Smalltown Tigers, Paolo Zangara, Pier Adduce, Paolo Benvegnù, Zolle, I Fenomeni, Lovesick, Newglads.
FANTASTIC NEGRITO - Son Of A Broken Man
L'artista californiano, al sesto album, si conferma di nuovo come una delle realtà più interessanti, vitali , propositive in circolazione. Innanzitutto in virtù di una personalità e di un sound immediatamente riconoscibili e per la capacità di miscelare ingredienti diversissimi alla perfezione. Blues, funk e soul sono alla base della pietanza ma non esita a infilarci Jimi Hendrix, Led Zeppelin, Sly Stone. Non si tratta di revivalismo perché il tutto è moderno, fresco, eccitante. Un album di pura eccellenza. Come sempre.
STATUTO - Statuto Football Club
E' nota la vicinanza tra la storia degli STATUTO e la passione calcistica.
Dall'amore per la maglia granata del Torino (nel 1998 al videoclip del loro brano “Un Posto al Sole”, partecipò tutta la rosa della squadra, nel 2005 nel video di “Facci un goal” fu ospite Paolo Pulici, nel 2006 l'album "Toro" raccoglieva brani dedicati alla squadra del cuore, tra cui "Cuore Toro", inno ufficiale del Torino), a canzoni a tema calcistico meno specifiche.
Furono i primi nel 1988 a firmare un testo, “Ragazzo ultrà”, che descrive la tematica delle tifoserie organizzate, successivamente con Enrico Ruggeri hanno scritto nel 2010 il brano “Controcalcio”, omaggio al calcio d’altri tempi.
Inoltre oSKAr, è membro della Nazionale Italiana Cantanti dal 2017 con il ruolo di difensore.
Gli otto brani di "Statuto Football Club" alternano canzoni dedicate al calcio come "Notte magiche", "Una vita da mediano", "La leva calcistica del '68" e "La partita di pallone" a strumentali, sigle storiche televisive e radiofoniche di “Tutto il calcio minuto per minuto”, “Novantesimo Minuto”, “Domenica Sprint”,“Domenica Sportiva", come "A taste of honey" di Herb Alpert and Tijuana Brass o "Stadium" di Oscar Prudente con il baritonale coro "Viva viva il goleador".
Le versioni sono ovviamente caratteristiche dello stile degli Statuto tra ska, soul, rocksteady, soul funk, modern latin jazz (vedi "Pancho" di Jack Trobey che fu sigla di "90° minuto").
L'idea è vincente, l'album arrangiato e suonato benissimo oltre che decisamente originale e godibilissimo.
La storia continua.
THE MADS - Time By Time
I milanesi Mads, tra i primissimi in Italia ad abbracciare suoni ed estetica mod vissero poco tempo, dal 1979 al 1984, per incidere qualcosa, pur lasciando un fervido ricordo con travolgenti esibizioni dal vivo. Rinati nel 2012 con l'ottimo "The Orange Plane", bissano ora con il secondo splendido album, in cui converge tutto il meglio del mod sound, dai Jam, ai Chords, power pop, soul, ska, una splenmdida cover degli Action "Never Ever". Abbiamo dovuto aspettare tanto tempo ma l'attesa è stata felicemente ripagata da una band nel pieno dell'espressività e maturità artistica. Disco eccellente.
SHARP CLASS - Welcome To The Matinee Show (Of The End Of The World)
E' sempre più raro trovare una band che si definisca chiaramente Mod, tanto più se è di giovane età.
Gli Sharp Class firmano il secondo album e ci riportano nel più classico mondo dei primi Jam, quelli più aggressivi e scarni.
Le canzoni sono fatte molto bene, l'energia non manca di certo, il sound è quello giusto.
Revivalismo?
Può darsi.
Personalmente lo trovo un disco freschissimo, pulsante, elettrico, nervoso, semplicemente bello da ascoltare per gli amanti di certe cose.
Si astengano gli altri.
PAUL WELLER - Supplement 66
Nuovo ep con 4 inediti di grande classe, di stampo folk jazz che riporta immediatamente agli Style Council, in particolare in "That's What She Said" e "Change What You Can" con un ottimo lavoro della sezione fiati. Un pizzico di funk soul per "Earth In Your Feet", puro folk acustico dalle tinte jazzy nella conclusiva "So Quietly" con la voce della cantautrice Kathryn Williams. Ulteriori ospiti Max Beesley al vibrafono, Danny Thompson al contrabbasso e Steve Brookes alla chitarra.
Disco molto piacevole, autunnale, rilassato, che nella sua concisione trova il tratto più apprezzabile.
THE WINSTONS - Third
L'aspetto prevalente del mondo Winstons è il gusto continuo per il cambiamento, la sorpresa, la capacità di spaziare in mezzo a suoni di ogni tipo che possono essere facilmente collegabili a "generi" e ambiti sonori precisi, da cui però il trio rifugge subito, contestualizzandoli ad altri profili artistici.
Il terzo album della felice carriera cammina su sentieri riconducibili al primo prog a cavallo dei Sessanta e Settanta, ancora profondamente contaminato dalla psichedelia e da echi Beatlesiani. Ma in mezzo c'è un altro universo di riferimenti e influenze (dalla musica classica al rock, sperimentazione e pop) che rendono il loro sound immediatamente riconoscibile. Band di altissimo spessore internazionale, splendidi musicisti, compositori unici ed eccelsi.
AMYL AND THE SNIFFERS - Cartoon Darkness
Terzo capitolo per Amy Taylor e soci, formula consolidata di punk rock e hard tipicamente australiano (Ac/Dc e Rose Tattoo su tutti). E' sempre un buon sentire, divertente e coinvolgente. I testi si fanno socio politici tra cambiamento climatico e attivismo digitale.
SEUN KUTI & EGYPT 80 - Heavier Yet (Lays The Crownless Head)
Il figlio più giovane di Fela Kuti ne ha raccolto l'eredità musicale e sociale, portando avanti il progetto Egypt 80.
Al quinto album approda alla nostra Record Kicks con sei brani di afrobeat, soul, funk.
Prodotto da Lenny Kravitz, con ospiti del calibro di Damian Marley e Sampa The Great, sfodera un album di grandissima potenza emotiva e comunicativa, con testi che invitano al cambiamento sociale e all'emancipazione della sua gente. Sound perfetto, ritmi contagiosi, canzoni eccellenti.
EZRA COLLECTIVE - Dance, No One’s Watching
Il terzo album di una delle band di spicco della scena del nuovo British Jazz ne conferma le qualità esecutive e compositive, oltre all'innata propensione alla contaminazione e sperimentazione. A una concezione moderna di jazz si uniscono fusion, afrobeat, highlife, soul, funk, dub e tanto altro. La formula é stimolante e intrigante anche se incomincia a mostrare la corda, diventando nella sua (passata) innovazione ormai prevedibile.
KOKO-JEAN AND THE TONICS - Love Child
L'ex funambolica voce degli Excitements firma il secondo album con i suoi Tonics ed è l'esplosione di un grande soul e rhythm & blues party a base della gustosa pietanza che ben conosciamo.
Novella Tina Turner dei 60's inanella il classico e prevedibile repertorio tra ritmi infuocati e languide ballate.
Certo, non rivoluzionerà la storia della musica ma se quello che chiedete a un disco è divertimento, sudore, ritmo, intensità, non rimarrete insoddisfatti.
MYLES SANKO - Let It Unfold
Il cantante e musicista inglese è una garanzia di qualità.
Il nuovo lavoro ce lo conferma alle prese con un mix di soul, funk, retaggi afro, marcate influenze jazz, qualche cenno di hip hop.
Produzione eccelsa, Curtis Mayfield spesso in agguato.
Album di grande pregio, ricchissimo di groove e canzoni eccellenti.
THEE SACRED SOULS - Got A Story To Tell
Al secondo album la band di San Diego ribadisce l'amore per il vintage soul anni Sessanta, sia nei suoni che nella composizione.
I ritmi sono costantemente bassi, mellow, soft, bluesy, con un uso elegante di archi e fiati, tra Percy Sledge e il Marvin Gaye più dolciastro.
Per gli amanti di questo mood, un ascolto perfetto.
LEON BRIDGES - Leon
All'eleganza del pluri premiato soul man texano siamo abituati e il nuovo album ne è una felice conferma.
Tredici brani di soul melodico, caldo, raramente up tempo ("Panther City" è una bellissima eccezione), con tinte gospel blues e jazz.
Alla lunga i toni sono ripetitivi e il lavoro perde mordente ma l'ascolto rimane gradevole.
MT JONES - s/t
Ep d'esordio autoprodotto per il cantante inglese. Quattro ottimi brani mid-tempo intrisi di care buone vecchie influenze soul 60/70. Ottima voce e interpretazione di gran gusto. Da tenere d'occhio.
BOOM YEH - Near-Earth Objects
La band londinese arriva dal giro Jamiroquai, Brand New Heavies, Incognito e si cala in un gustoso e classico mix di soul, funk e jazz in chiave strumentale. Tanto ritmo e groove, una discreta dose di fusion e brani costruiti con classe, raffinatezza e tanta voglia e piacere di suonarli.
GALLIANO - Halfway somewhere
Dopo 30 anni di silenzio tornano i grandi esponenti della scena Acid Jazz inglese con un album di un'ora e 19 brani in cui convergono le loro classiche sonorità, soul, funk, hip hop, elettronica, dance, fusion, jazz. Un signor album, moderno, vario, ricchissimo di spunti e influenze, compositivamente di altissimo livello, con arrangiamenti e suoni perfetti.
LES HOMMES - Si, così
Tornano dopo sette anni di silenzio con undici brani lounge jazz dal consueto forte sapore cinematografico, un po' di elettronica distribuita con parsimonia e precisione, il consueto groove soft funk a condire la ritmica. Perfetto sottofondo per un cocktail.
FACES - At the BBC
Una delle band più particolari nella storia del rock, misto di blues, glam, rock 'n' roll, "black", folk inglese, country.
Ascoltare i Facesè semplicemente rilassante, corroborante, un piccolo lusso che ci si permette ogni tanto, prima di tornare alle "cose serie".
Lo conferma questo box che raccoglie tutte le esibizioni live alla BBC, le Peel Sessions etc. tra il 1970 e il 1973.
Quasi un centinaio di brani in otto CD (e un 150 euro più o meno di spesa) con tanto di libretto di 48 pagine.
Sgangherati al punto giusto ma musicisti pazzeschi, con la voce di Rod Stewart al top.
STEVE CROPPER -. Friendlytown
Steve Cropper sta per compiere 83 anni.
Ha composto "(Sittin on the) Dock of the bay", "In the midnight hour", "Knock on wood", è stato il chitarrista degli imperatori del groove, Booker T. and the Mg's, ha inciso non si sa quanti dischi per gli artisti della Stax Records, suonato con i Blues Brothers (partecipando anche al film), con Ringo e John, Jeff Beck, Neil Young, Elton John etc etc.
Il suo nuovo album è un energico mix di rock blues, rhythm and blues, soul rock, con l'aiuto di un po' di amici, da Steve Gibbons degli ZZ Top a Brian May a Roger C. Reale.
Non entrerà nella storia ma è un piacere ascoltarlo.
MC5 - Heavy Lifting
Un po'imbarazzante vedere accostato quel nome immortale a un disco super pompato di hard rock tamarro (con tanto di Tom Morello, Slash e Vernon Reid a impestare di assoli). Della mitica band c'è il solo Wayne Kramer e in un paio di brani Dennis Thompson (pace all'anima loro). Distruggono anche la bellissima "Twenty Five Miles" di Edwyn Starr.
Sacrilego tutto.
MOTORPSYCHO - Neigh!!
Siamo ormai a una trentina di album (esclusi live, compilation, singoli, collaborazioni etc) e non sempre è tutto perfettamente a fuoco. Il nuovo lavoro soffre di luci e ombre e alla fine passa senza colpo ferire, pur essendo sempre di buon livello.
KARATE - Make It Fit
Torna dopo 20 anni di silenzio la band di Geoff Farina, passata musicalmente tra post rock, sperimentazione, slow core, post punk. Il nuovo album sorprende spesso con una serie di brani punk rock 77, tra Clash, Jam, Boys, a cui affiancano momenti più jazz core e altri episodi più affini alla consuetudine (se così si può dire) a cui ci avevano abituati.
OKMONIKIS - Party fever
La band di Tucson non va praticamente mai oltre i due minuti per ognuno dei nove brani. Puro e semplice garage beat punk, tirato e nervoso. Bravi!
GOPHER & THE DEADLOCKS - Tropical riot
Spettacolare album che accosta con disinvoltura brani reggae (vedi la splendida "Cenere" in coppia con Neffa) e dub a furiosi punk rock, spesso sconfinanti nell'hardcore, una cover punk di "Concrete Jungle" degli Specials, non disdegnando intermezzi hip hop. Un mix intrigante ed eccitante di Clash, Rancid, Beastie Boys, Ruts, 2Tone Records. Il tutto eseguito (e composto) con un'energia travolgente e uno spirito rivoltoso e combattivo. Notevole.
https://gdeadlox.bandcamp.com/album/tropical-rio
CARNIVAL OF FOOLS – Complete discography 1989-1993
Una delle band più rappresentative della scena underground italiana a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, con una discografia mai ristampata nella sua completezza, trova ora il dovuto riconoscimento in due CD che includono i due album Religious Folk e Towards the Lighted Town, i singoli, brani sparsi su compilation e due live. Trentuno canzoni intrise di blues, punk, violenza, sofferenza, intimismo, “malattia”. Era il mondo del gruppo di Mauro Ermanno Giovanardi che dopo lo scioglimento, nel 1994, intraprese altre strade, sia soliste che con l’originalissima e unica avventura dei La Crus. Un capitolo essenziale per conoscere la scena italiana di quegli anni.
CUT - Annihilation Road
La Go Down Records ristampa (in vinile, da lungo tempo irreperibile) il quinto album della band bolognese pubblicato nel 2010, registrato a New York e prodotto da Matt Verta-Ray (già al lavoro con Ronnie Spector, Oblivians, Dirtbombs, Jon Spencer Blues Explosion). Il marchio di fabbrica è da tempo già definito e inciso a fuoco sulla carne dei loro adepti: garage, punk, rock 'n' roll, rhythm and blues malatissimo, elettricità, nervosismo quasi nevrotico, violenza sonora. Uno dei tanti gioielli dei Cut da riscoprire.
MASTICA - (12) Treize cigarettes
In occasione del ventennale della prima pubblicazione, rivive in vinile l'eccellente album della band veneta, ristampato e rimasterizzato da Go Down Record. Splendida miscela di hard rock, rock blues, garage punk, proto prog, psichedelia, cantata in italiano, suonata a livelli di pura eccellenza e suoni perfettamente confacenti alle origini del sound.
COSMIC ROOM 99 - s/t
La band trevigiana, attiva da un paio di anni, firma un ottimo esordio a base di una miscela sonora dai retaggi "antichi" e nobili: dai Velvet Underground alle sognanti e psichedeliche visioni di Syd Barrett, fino alle più recenti esperienze di Jesus and Mary Chain, della scena shoegaze (Swervedriver in particolare, senza trascurare le melodie alla Teenage Fanclub) e un gusto new wave a corredare il tutto. Ottimi i suoni, gli arrangiamenti e la produzione, molto azzeccate le composizioni. Un piccolo gioiello, dal respiro internazionale.
RIP OFF – 1982…non voglio polizia
I bolognesi Rip Off sono stati tra i primi interpreti di un violento e rauco Oi! Street Punk nei primi anni Ottanta. Incisero una cassetta insieme ai mitici Nabat (massimi interpreti di quell’ambito) uscita nel marzo 1982. L’anno successivo pubblicarono un’ulteriore cassetta. HellNation ristampa su vinile formato LP, in tiratura limitata, le canzoni della prima tape, con allegato un libretto di quattro pagine con interviste, foto, testi, ritagli, fanzine. I sei brani sono una cruda testimonianza di quell’epoca pionieristica, con tutte le ingenuità ma soprattutto la spontaneità, irruenza e urgenza di una giovanisisma band, mantenendo l’immediatezza dell’approccio e dell’attitudine. Un recupero più che benvenuto per i cultori di un certo suono.
ASCOLTATO ANCHE:
SOUL ASYLUM (per chi ama il "rock robusto" tipicamente americano, questo è un buon album), LINDA LINDAS (pop punk rock molto carino ma di consistenza altrettanto scarsa), ASHLEY HENRY (soul jazz raffinato di alto livello), DINNER PARTY (jazz, hip hop, nu soul, funk. Un mix molto sofisticato), MAXIMO PARK (pop rock piuttsoto anonimo e incolore), OFFSPRING (fatto benissimo, ovviamente, prevedibilissomo, altrettanto ovviamente, pop hardcore senza anima)
LETTO
Ron Bailey - Squatter. La vera storia degli occupanti di case di Londra
La Camera ha approvato gli emendamenti al DDL Sicurezza, con l’introduzione di una nuova fattispecie di reato nel Codice Penale per chi occupa abusivamente case private.
L’articolo 634-bis andrà infatti a punire chi si macchia di occupazione abusiva di un immobile destinato al domicilio altrui, prevedendo dai 2 ai 7 anni di reclusione.
Ultimo tassello di una sempre più feroce guerra contro i poveri e i deboli (immigrati in particolare ma italiani soprattutto)di cui questo governo è il portabandiera.
Interessante andarsi a leggere il libro "Squatter" di Ron Bailey che racconta le lotte di chi aveva perso la casa, nell'Inghilterra di fine anni Sessanta che non era solo Beatles, psichedelia e minigonne ma celava una realtà aspra in cui i " ricchi avevano improvvisamente investito nell’edilizia, demolendo i quartieri storici e scacciando dalle abitazioni migliaia di famiglie operaie, pensionati, giovani coppie e immigrati giamaicani di prima generazione."
Le lotte per le occupazioni di case sfitte e inutilizzate furono terribili, con scontri, dolore, repressione ma anche con tante vittorie.
Ron Bailey, coordinatore della London Squatters’ Campaign rivive quei periodi con una prosa cruda ma anche spesso divertente e (auto) ironica.
"L'azione di massa da parte della gente comune (i milioni che soffrono per la carenza di case) non era solo una tattica rivoluzionaria che peroravo ma il solo modo per queste persone di sperare di avere abitazioni decenti".
"I membri del gruppo di squatter cambiavano di continuo. Da un certo punto di vista era positivo, dall'altro una continua fonte di difficoltà. Era positivo perché evitava che si formasse una elite che si autoperpetuasse. Era fonte di difficoltà perché, nel caso in oggetto, la discrezione e la segretezza erano fondamentali e più persone nuove apparivano sulla scena più il problema della sicurezza si aggravava".
Include anche:
2 interviste a Ken Loach sulla necessità delle occupazioni oggi;
“Lotta Continua” e Lea Melandri: Milano 1971. L’occupazione di via Tibaldi;
Roma 2001-2016: Action per le occupazioni
Alessandro Gandino - Il bancone è oggettivo. Storie inutili da bar
Per chi vive o ha vissuto la provincia, le storie da bar sono una componente essenziale della quotidianità.
Purtroppo la triste stagione dei social ha deviato altrove l'inventiva spontanea, grezza, crudele, in cui il cosiddetto politically correct non ha mai avuto casa, sostituendola con la malsana fantasia e le ossessioni del web.
I banconi del bar hanno sono stati testimoni di milioni di questi racconti.
Come dice l'autore: raccogliere questi racconti, se sai riconoscere la lingua dei banconi, è fondamentale.
Aggiunge: tutte le storie sono frutto di fantasia. O forse no. Ma è così importante?
No, non è importante perché è molto facile riconoscersi in questi racconti, molto "emiliani" (ma non solo).
Ognuno dei quali con un titolo di una canzone ben identificativa del contenuto.
Alcuni agghiaccianti ("All you fascists" Billy Bragg/Wilco non mi ha fatto dormire la notte), altri molto divertenti, altri ancora malinconici e commoventi, tutti decisamente realisti.
La scrittura è ironica, "ruspante" e schietta, esattamente come un racconto da bancone da bar.
VISTO
Nel nostro cielo un rombo di tuono di Riccardo Milani
Un racconto commovente e appassionato, dall'infanzia drammatica alla vecchiaia solitaria, della roboante carriera di GIGI RIVA, che riuscì ad andare oltre la figura del calciatore, diventando simbolo (eterno) e riscatto sociale per la "sua" Sardegna, grazie allo scudetto del Cagliari del 1969/70.
Una carriera sfortunata, funestata da tre terribili incidenti di gioco, l'ultimo dei quali, nel febbraio del 1976, sancì l'addio al calcio giocato.
Oltre due ore di filmati, interviste, ricostruzioni, intermezzi, testimonianze (forse eccessive e talvolta troppo enfatiche) a descrivere un personaggio anomalo e unico nelle abituali modalità del mondo calcistico.
Gigi Riva realizzò 156 gol in 289 presenze in Serie e 35 reti in 42 gare disputate con la maglia azzurra (media realizzativa di 0,83 gol per partita), restando tutt'ora il capocannoniere della Nazionale.
Il tratto dominante del docu film è la costante vena malinconica che ha permeato la sua vita, il suo sguardo, la storia recente della Sardegna, costantemente sfruttata e dimenticata.
Un documento esaustivo sul calciatore più affascinante della storia sportiva italiana.
La ragazza del punk innamorato (How to Talk to Girls at Parties) di John Cameron Mitchell
Uno dei film più bizzarri che abbia mai visto, a metà tra un viaggio super psichedelico/techno/punk, un'opera musical rock anni 70 e una fesseria incomprensibile, con punk nel 1977 (finalmente non caricaturizzati ma più che realisti), alieni, viaggi lisergici.
Ma alla fine davvero divertente, ironico, originale, particolare.
COSE VARIE
° Ogni giorno mie recensioni italiane su www.radiocoop.it (per cui curo ogni settimana un TG video musicale - vedi pagina FB https://www.facebook.com/RadiocoopTV/).
° Ogni mese varie su CLASSIC ROCK.
° Ogni sabato un video con aggiornamenti musicali sul portale https://www.facebook.com/goodmorninggenova
° Sulle riviste/zines "GIMME DANGER" e "GARAGELAND"
° Periodicamente su "Il Manifesto" e "Vinile".
IN CANTIERE
Sabato 2 novembre
Reggio Emilia - Spazio Gerra via XXV Aprile
Modero la presentazione di "Miss Black America" di Carlo Babando, ore 19
Sabato 17 novembre
Firenze
Circolo Culturale Il Girone via Aretina 24, Girone Fiesole - Firenze
Presentazione del libro "Quadrophenia" (edito da Interno4 Edizioni)
Sabato 23 novembre
Modena
Kanalino Settantotto, via Canalino 78.
Modero la presentazione del libro "Too Much Too Young" di Daniel Rachel.
mercoledì, ottobre 30, 2024
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