venerdì, settembre 29, 2023

Settembre 2023. Il meglio

A metà del 2023 tra i migliori album ci sono quelli di Jaimie Branch, Aja Monet, Corinne Bailey Rae, Teenage Fanclub, Noel Gallagher, Graham Day, The Darts, Blur, Miles Kane, Durand Jones, Edgar Jones, Bobby Harden, DeWolff, Wreckless Eric, Public Image LTD, Billy Sullivan, Iggy Pop, Everettes, Everything But The Girl, PJ Harvey, Slowthai, Meshell Ndegeocello, Sleaford Mods, John Cale, Elza Soares, Acantha Lang, Joel Sarakula, Algiers, The Men, Tex Perkins and the Fat Rubber Band, Gina Birch, Gabriels, Lonnie Holley, The Who, Mudhoney, Kara Jackson, Tinariwen, Geese, Don Letts, Pretenders, Bobby Bazini, lankum.
Tra gli italiani Alex Fernet, Funkool Orchestra, Sick Tamburo, Zac, Polemica, Milo Scaglioni, Il Senato, Lucio Corsi, Statuto, Broomdogs, The Cut, Senzabenza, Forty Winks, The Lancasters, Elli De Mon, Ellen River, Double Syd, Pitchtorch, C+C=Maxigross, Blue Moka, Lory Muratti, Garbo, Electric Machete, Avvoltoi & Steno, Dome La Muerte EXP, Marco Rovelli & Paolo Monti.
.

CORINNE BAILEY RAE - Black rainbows
Ispirata da una visita al Stony Island Arts Bank a Chicago, un archivio dell'arte e cultura afroamericana, gestito dall'artista Theaster Gates, CORINNE BAILEY RAE realizza un album esplosivo.
In "Black rainbows", spazia tra soul, jazz, punk, Pj Harvey, sperimentazione, hip hop, elettronica.
Un lavoro complesso, spesso difficile, politico, pieno di stimoli e messaggi, suoni nuovi e suggestioni artistiche.

TEENAGE FANCLUB - Nothing lasts forever
Che meraviglia il dodicesimo album della band scozzese. Jingle jangle sound, Byrds, Buffalo Springfield nell'anima, nel cuore, nelle corde, nelle voci. Canzoni strepitose, atmosfere "californiane" e solari, di una bellezza rara, nessuna caduta di tono. Al top degli album del 2023.

DON LETTS - Outta Sync
Dopo aver portato il reggae nel primo punk inglese, condiviso con l'ex Clash Mick Jones l'esperienza nei BAD e realizzato mille altri progetti, il DJ anglo giamaicano giunge all'esordio con un lavoro molto gustoso e ricco di ospiti (tra cui il compianto Terry Hall degli Specials, Wayne Coyne dei Flaming Lips, la regina del reggae inglese, Hollie Cook, figlia del batterista dei Sex Pistols). L'impronta è marcatamente reggae, dub e ska ma con varie contaminazioni e sfumature che assorbono gli umori britannici e che riportano alla mente l'esperienza dei Clash in “Sandinista!”. OUTTA SYNC ha il gusto speziato e indimenticato degli anni Ottanta di Brixton e dintorni.

PRETENDERS - Relentless
Dopo l’ottimo “Hate for sale” di tre anni fa, torna la longeva creatura di Chrissie Hynde con un nuovo lavoro che ci conferma la freschezza della proposta, tra energici rock chitarristici, malinconiche ballate, irresistibili intermezzi più pop. La voce della Hynde rimane impeccabile, sexy, calda, suadente, avvolgente, il disco più che godibile.

LANKUM - False Lankum
Il quarto album della band irlandese è un sorprendente lavoro sperimentale, dove si respira un'aria drammatica, minacciosa, demoniaca, con lunghi raga quasi psichedelici e di sapore Velvet Underground, la tradizione musicale dell'Isola in sottofondo, ballate acustiche malinconiche e improvvisi salti in post rock e noise. Affascinante e ipnotico.

BOBBY BAZINI - Pearl
Eccellente album che arriva dal Canada. Folk soul e soul funk, che riporta a Michael Kiwanuka e Myles Sanko ma anche a Marvin Gaye, Bill Withers e Stevie Wonder. Le canzoni sono sempre perfettamente equilibrate, suadenti, ben arrangiate.

THE SEXTONES - Love can't be borrowed
La band americana si affida alla nostra Record Kicks per il terzo album, prodotto da Kelly Finnigan dei Monophonics. Uno splendido viaggio nella soul music a cavallo tra i 60 e 70, con particolare riguardo per Impressions e Curtis Mayfield. Arrangiamenti raffinati ed eleganti, mood slow e sensuale, sonorità "vintage", canzoni di grande livello.

THE FAITHFUL BROTHERS - s/t
Arrivano da Tel Aviv e sono (con i Men of North County) i più noti rappresentanti della locale scena soul, grazie all'attività del Tel Aviv Soul Club.
Alla guida del club e delle due band c'è il DJ, cantante e musicista Yashiv Cohen.
L'album, omonimo, della band è super cool, tra puro Northern soul, soul e rhythm. and blues.

THE BLIND BOYS OF ALABAMA - Echoes Of The South
I "gospel titans" sono attivi dal 1944, hanno ovviamente cambiato parecchie volte formazione e son oancora in circolazione (dopo aver caollaborato con, tra gli altri, Stevie Wonder, Chrissie Hynde, Lou Reed, Tom Waits, Peter Gabriel). La ricetta è consolidata e immutata: gospel/soul/blues, grande vocalità, atmosfere profondamente "sudiste", cuore e anima. Non male.

BOMBINO - Sahel
Tinariwen, Mdou Moctar, Bombino sono tra i nomi principali del desert rock di origine Tuareg, caratterizzato da matrici rock psichedeliche che si uniscono sapientemente alla tradizione folk Sahariana, su cui si raccontano storie, spesso amare e drammatiche, di esilio, povertà, guerre, soprusi, rendendo i loro album manifesti politici e di denuncia. Il nuovo di Bombino si muove su queste coordinate, affascinanti, sinuose, avvolgenti, altamente suggestive.

JALEN NGONDA - Come Around and Love Me
Uno dei tanti preziosi regali della Daptone Records che porta, ancora una volta, il fantasma di Marvin Gaye in vita, grazie a questo giovane autore americano, residente a Londra. Vintage soul, suadente e mellow, bella voce in falsetto, sottofondo godibilissimo.

IDRIS ACKAMOOR & THE PYRAMIDS - Afro Futuristic Dreams
Afro jazz, spiritual jazz, funk, trame etno world, sperimentazione, free jazz. Un calderone ipnotico, tribale, psichedelico a tratti. Interessante e dal sapore moderno.

THE FUNK REVOLUTION - Don’t Go Away / Space Dream
Doppio album per Joel Ricci aka Lucky Brown a base di un funk basico e crudo, registrato live in studio, con una grande sezione fiati e un tiro micidiale. Gli amanti del genere ne rimarranno affascinati.

THE ARROGANTS - Brainwashed
Secondo album per laband francese, supporter degli Who nel recente concerto parigino, con tanto di endorsement di Pete Townshend sul disco.
Lavoro di ottimo pregio per chi ama il garage punk e il più crudo 60's sound, aggressivo e pulsante.

DOME LA MUERTE EXP - Il Santo
La nuova creatura di Dome la Murte, personaggio dalle mille esperienze e incarnazioni artistiche lo coglie in una veste insolita per chi si aspetta i sentieri che abitualmente percorre, tra primitivo rock 'n'roll, punk e distorsioni. Il sound è invece raffinato, strumentale, debitore a influenze che vanno dallo “spaghetti western” di stampo Morricone al surf, Tex Mex, organo Hammond, country rock e altre delizie affini. C'è anche una collaborazione con Hugo Race e la consueta smisurata passione.

GLI AVVOLTOI & STENO – Un Uomo Rispettabile / Scenderemo Nelle Strade
Due leggende della musica bolognese e italiana insieme per un incontro estemporaneo su 45 giri: Steno, voce della Oi! band dei Nabat si unisce alla storica neo beat band degli Avvoltoi. “Uomo rispettabile” è la versione italiana di “A well respected man” dei Kinks, tradotta dai Pops nei Sessanta, da sempre presente nel repertorio degli Avvoltoi, impreziosita qui dalla voce ruvida di Steno, autore di quello che è diventato un classico del punk nostrano, “Scenderemo nelle strade” che in questa versione assume vesti garage beat che, sorprendentemente, si adattano alla perfezione al taglio compositivo del brano. Bellissimo tutto!

MIKE PAINTER – UFO Theme /Star Trek Theme
La carriera del tastierista milanese è lunga e articolata, dai Four By Art agli Investigators, Il Santo, al Quintetto con Viola Road e tanto altro. Il nuovo 45 giri in puro e raro vinile, rende omaggio alla tradizione delle sigle delle colonne sonore di film e telefilm a tema “spaziale”. “Ufo theme” e “Star Trek theme” sono due travolgenti reinterpretazioni, piene di groove, ritmo, valenza tecnica e giusta attitudine.

ELECTRIC MACHETE – High Penetration Formula
Difficile credere a chi sostiene di essere influenzato sia dai Black Sabbath che dai maestri del funk Meters.
Personalmente aggiungerei anche i riff dei primi Led Zeppelin (vedi l’incipit di “Processionarie”), l’attitudine dei Blue Cheer e una buona dose del miglior stoner, quello più ruvido e meno psichedelico e, perché no?, l’irruenza di certi brani degli Hellacopters.
Però c’è sempre quel groove funk, black, che imperversa nella ritmica o nella chitarra che apre “Go to hell” e che prosegue con un riff che, con le dovute modifiche, potremmo trovare in un album di funk dei 70 o dei Grand Funk Railroad (vedi tra i tanti “Black licorice”).
Alla fine la band marchigiana ha tirato fuori un disco fantastico, suonato benissimo, con un sound originale e una personalità unica. Notevoli!

MARCO ROVELLI & PAOLO MONTI – Concerto d’amore
Un album denso di collaborazioni ma soprattutto di grande intensità, trattandosi di una serie canti d’amore della tradizione popolare italiana cantati da Marco Rovelli insieme ad alcune voci femminili della scena musicale italiana, e suonati da Paolo Monti. Il parterre degli ospiti è prestigioso: Fausta Vetere della Nuova Compagnia di Canto Popolare, Mara Redeghieri (ex Üstmamò), Angela Baraldi, Erica Boschiero, Serena Altavilla e Paola Rovai (voce femminile nel live). La parte strumentale è curata da Paolo Monti alle chitarre, Lee Ranaldo (Sonic Youth), Cesare Basile, Bruno Dorella (OvO, Bachi da Pietra, Ronin), Nicola Alesini, Rocco Marchi, Lara Vecoli. Il risultato è un album originalissimo, profondo, romantico, avvolgente, in cui la tradizione viene rinnovata, senza comprometterne l’essenza originaria.

THE CORAL - Sea of mirrors
L'undicesimo album della band inglese viaggia su binari folk rock, molto gradevoli, raffinati, piacevoli all'ascolto ma che mancano di sostanza, lasciando il tutto in un limbo di anonimato.

THE RATBOYS - The window
Il quartetto di Chicago è divertente, suona fresco e adolescenziale. Power pop tra Juliana Hatfield, primi Blondie e Cardigans. Molte canzoni sono godibilissime e il disco scorre via come una birra ghiacciatra in una calda giornata estiva.

GIANNI MARCHETTI - Milano, Il Clan Dei Calabresi M2 / Milano, Il Clan Dei CalabresiM3
CARLO PES con I MARC 4 - Un Uomo Dalla Pelle Dura

La Four Flies Records ristampa per la prima volta su due 45 giri in edizione limitata, estratti dalle colonne sonore di due film polizieschi anni 70.
Tra funk grooves, una favolosa samba, sferzate e un tocco prog (nel primo dei due), due preziosi gioielli in vinile da non perdere.

VICTOR AXELROD - If you ask me to
Gustosissima compilation che raccoglie una serie di brani prodotti, arrangiati (e anche suonati) da Victor Axelrod per la mitica Daptone Records. Una bellissima compilation di original reggae e rocksteady, tanto groove, grandi canzoni di Sugar Minott, Sharon Jones, Bob & Gene.

ASCOLTATO ANCHE:
ROYAL BLOOD (sempre ottime cose arrivano da quelle parti anche se sempre meno personali), SLOWDIVE (statico), JEFF ROSENSTOCK (punk rock più o meno scontato), SPEEDY ORTIZ (punk pop wave molto esile), CLEO SOL (molto gradevole il connubio tra Sade e Erykah Badu), LYDIA LOVELESS (niente male. Pop rock molto fruibile con influenze country), MAX BEESLEY'S'HIGH VIBES (jazz funk di alta qualità). Zeus

LETTO

THOMAS MAUCERI / SEB PIQUET - In search of Gil Scott Heron. The Godfather of rap
Gil Scott Heron rimane un faro nella "black culture", un infinito universo di spunti artistici, culturali, musicali, socio/politici.
Un personaggio e un lascito che è necessario continuare ad approfondire, studiare, esaminare con cura, tanto è prezioso il contenuto che ha espresso nella sua convulsa vita.
Questa graphic novel è semplicemente stupenda nel raccontare il sincero e appassionato tentativo di uno studente francese di incontrare Gil per girare un documentario su di lui cercando di vincerne la ritrosia ("non ho nulla di interessante per te, tutto ciò che ho da dire lo dico nei miei testi. Non riesco a capire il motivo di fare un film su di me" lo gela nella prima convesazione telefonica).
Non ce la farà, passando attraverso mille disavventure ma riuscendo però a entrare in un percorso di formazione, culturale e sociale, nel mondo afroamericano, vivendo il drammatico e drastico passaggio da Obama a Trump e continuando a dover fare i conti con discriminazione e razzismo.
Stupendi i disegni, le citazioni, la discografia ragionata e commentata alla fine.

NADINE COHONDAS - Spinning Blues into Gold: The Chess Brothers and the Legendary Chess Records
Uscito nel 2000, è un esaustivo e puntiglioso viaggio nella storia della CHESS RECORDS dei fratelli Lejzor e Fiszel Czyz, ebrei polacchi immigrati nel 1928 in Usa, approdati a Chicago e che cambiarono nome nei più comprensibili Leonard e Phil Chess.
Cresciuti nei quartieri neri della città, ne assimilarono gusti musicali e attitudine a una vita dura e rude.
Lavorarono nel giro dei club della città, prima di dedicarsi a dare voce con l'etichetta ai nomi più brillanti della storia del blues e rock 'n' roll, da Muddy Waters a Howlin Wolf, Chuck Berry, Etta James, Bo Diddley, John Lee Hooker e tante altre stelle (incluso il "nostro" Rocky Roberts).
Fedeli alla loro "legge" "“se investi un dollaro, fallo se sei sicuro di riprenderne uno e mezzo” fecero una montagna di soldi, spesso scontrandosi con gli artisti per diritti e compensi mal distribuiti.
Sapevano poco di musica ma avevano un senso degli affari innato:
“Se mi mostrate la scala armonica delle note e mi chiedete dove e cosa siamo Do, Re, Mi non velo potrei dire. Nemmeno Leonard. Ma – mostrando le orecchie – queste invece velo possono dire.”
Il libro è ricchissimo di informazioni, indulge troppo spesso su guadagni, tariffe, retribuzioni, somme di danaro, percentuali, ininfluenti nel contesto della vicenda ma ci consegna una storia unica e irripetibile.
Smentendo anche la famosa leggenda che quando gli Stones arrivarono nei loro mitici studi trovarono Muddy Waters che dipingeva il soffitto degli uffici, fatto considerato impossibile e assolutamente mai verificato.
Mike Rowe nel libro “Chicago Breakdown”:
“Le due principali caratteristiche della vita dei neri in America erano la migrazione e la segregazione. Con la prima che dava impulso alla seconda. Musicalmente mentre la segregazione creò il blues, la migrazione diffuse il messaggio”.

PAOLO BORGOGNONE - The Beatles. Il mito dei Fab Four
Oddio!
Un altro libro sui Beatles!!!
Che altro si può ancora dire?
Eppure...
Paolo Borgognone riesce ad aggiungere, se non cose nuove (impossibile!), un taglio interessante, competente, godibile e approfondito, pieno di nomi, dati, particolari spesso poco conosciuti, alla storia più bella del mondo, quella dei BEATLES.
Partendo da un'accurata analisi sociologica dell'ambiente in cui i quattro Fab Four sono nati e cresciuti, aggiungendo particolari sempre poco citati della loro storia, concludendo con una veloce analisi del post Beatles e delle varie opportunità di possibili, ventilate e mai realizzate reunion.
I Beatlesiani di ferro troveranno la lettura più che piacevole e potranno annotare un po' di particolari insoliti e non sempre messi in evidenza, gli "occasionali" avranno una visione completa della storia dei Beatles al di fuori del consueto taglio "Wikipedia".

ROBERTO CALABRO' - Fugazi. Committed To Excellence
Pubblicato dalla collana "Director's Cut" di Blow Up, esce, firmato dalla competente penna di Roberto Calabrò, la biografia dei FUGAZI, una delle band più particolari, originali e influenti uscite dalla scena hardcore (quando ancore si chiamavano Teen Idles e si evolveranno nei favolosi Minor Threat) per evolversi verso un sound personalissimo che ne conservava l'attitudine, spostandosi verso un inconfondibile mix di alt rock, reggae/dub, punk, jazz e tanto altro.
Dal 2003 la band ha interrotto l'attività senza ufficialmente sciogliersi, intraprendendo mille altri progetti solisti ma mantenendo l'amicizia e saltuariamente suonando ancora insieme in sala prove.
Il libro è dettagliatissimo e particolareggiato, approfondito e di agevole lettura.
Inevitabilmente si torna a riascoltare la discografia della band.

VISTO

Paul Weller live @Alcatraz - Milano 20 settembre 2023
Paul Weller è in grande forma, fisica, artistica, vocale.
Il concerto milanese (quasi due ore, 26 brani) si fonda su due solidi pilastri.
Primo: una band rodata, coesa, che lavora di fino, ritocca con eleganza e precisione ogni brano.
Una ritmica possente (batteria, percussioni, tastiere, sax ) che permette a Weller e Steve Cradock di lavorare tranquilli alla voce e ai solismi.
Il groove generale viaggia su atmosfere modern soul e funk, con numerose pennellate jazz che rendono inconfondibile e perfettamente fruibile il suo collaudato pop rock.
Secondo: una potenzialità di scelta tra centinaia di brani della lunghissima carriera che a breve toccherà il mezzo secolo.
Due omaggi ai Jam (Start in scaletta, Town called malice come secondo bis), tre Style Council ((Headstart for happiness, My ever changing moods, una spettacolare e imprevista Shout to the top), un ottimo ed energico inedito, Jumble Queen (pare scritto con Noel Gallagher) e largo spazio a cose recenti da Fat Pop vol. 1 (cinque), tre da On Sunset (bellissima la title track con la sezione fiati degli Stone Foundation), un paio da Saturns Pattern e poi ancora Peacock Suit (con cui chiude il concerto, prima dei bis), Broken Stones (nel bis, in duetto con il cantante degli Stone Foundation e la loro sezione fiati) e, sempre da Stanley Road, una grintosa versione della title track.
C'è spazio per una riuscita Wild Wood nel bis, All the pictures on the wall e Hung (tutti e tre da Wild Wood) e Above the clouds e Into tomorrow dall'album d'esordio.
In apertura l'impeccabile soul funk disco degli Stone Foundation.
Locale non sold out ma decisamente affollato, età media alta, resa sonora discreta (leggi impianto voci), palco minimale ed essenziale, nessuna concessione ad "effetti speciali", biglietto (35 euro) consono.

COSE VARIE
° Ogni giorno mie recensioni italiane su www.radiocoop.it (per cui curo ogni settimana un TG video musicale - vedi pagina FB https://www.facebook.com/RadiocoopTV/).
° Ogni domenica "La musica ribelle", una pagina sul quotidiano "Libertà"
° Ogni mese varie su CLASSIC ROCK.
° Ogni sabato un video con aggiornamenti musicali sul portale https://www.facebook.com/goodmorninggenova
° Sulle riviste/zines "GIMME DANGER" e "GARAGELAND"
° Periodicamente su "Il Manifesto" e "Vinile".

IN CANTIERE
NOT MOVING LTD live
This could be the last time Tour

Sabato 7 ottobre: Poviglio (Reggio Emilia) “Caseificio La Rosa”
Venerdì 27 ottobre: La Spezia “Shake”
Sabato 28 ottobre : Como “Joshua"

Venerdì 24 novembre: castelnuovo di Borgonovo (Piacenza) “Kelly’s”
Sabato 25 novembre: Lonate Ceppino (VA) “Black Inside"

Venerdì 1 dicembre: Pisa “Caracol”
Sabato 2 dicembre: Rubiera (Reggio Emilia) “Condor”
Domenica 3 dicembre: Torino "Blah Blah" ore 18
Sabato 9 dicembre : S.Arcangelo Romagna “Sidro”
Sabato 16 dicembre: Milano “CIQ”

Sabato 6 gennaio 2024: Savona "Raindogs"

2 commenti:

Related Posts with Thumbnails