venerdì, dicembre 29, 2017

Dicembre 2017. Il meglio



BASTARD SONS OF DIONISO - Cambogia
Non è certo in questa sede che ci interessa dibattere di un programma come XFactor e di quanto possa essere deleterio o utile per uscire dall'anonimato.
Curioso il caso del trio trentino che grazie a quella apparizione nel 2009 ha trovato la popolarità ma che paradossalmente da allora continua a pagare dazio per quella “colpa” e viene visto con sospetto, distacco snob o superficialità. Loro proseguono imperterriti, pur se in modo sempre molto schivo e poco appariscente, una carriera più che dignitosa infilando eccellenti album in cui viene risaltata un'attitudine del tutto sincera e pura alla materia rock.
Canzoni che sanno mischiare un approccio aggressivo e potente che richiama Foo Fighters e Queens of the Stone Age, con la capacità, comune a pochi, di tessere melodie di sapore beatlesiano. Ma è soprattutto lo spessore compositivo delle canzoni a stupire per validità, la perizia nel confezionare arrangiamenti mai banali, testi incisivi e mai approssimativi (aspetto sempre più trascurato nell''ambito del “nuovo rock” nostrano), esecuzione tecnica mozzafiato e competente. Siamo di fronte ad un album maturo e di alto livello.
L'invito è di mettere da parte ogni prevenzione, dare un ascolto e lasciarsi trasportare da un sound che se arrivasse da oltremanica o oceano sarebbe incensato in ben altra maniera.

JOE PERRINO'S GROG - Bomba W W la guerra
Joe Perrino è una pura e semplice leggenda del rock italiano. Dall'esperienza con i Mellowtones, all' Elefante Bianco e a numerose altre incarnazioni soliste arriva ora ai GROG. Il secondo album della band sarda si dipana per oltre mezzora di musica divisa in sei lunghi episodi.
Il sound attinge da un hard rock tinto di prog e psichedelia, da Rob Zombie ai primi Deep Purple, sui giganteggia la voce di Perrino (nome d'arte di Nicola Macciò) ma che non disdegna un insert rap in "La mia piccola Hiroshima" con la partecipazione di Ergobeat.
Potente, originale, personale, notevole.

CURTIS HARDING - Face your fear
Secondo album per il soul man americano che spande blackness a piene mani tra soul, funk, rhythm and blues, northern soul. Sound sempre ottimo, buona la voce e canzoni di alta qualità. Ascolto molto piacevole anche se c'è una sensazione di manierismo con troppa carne al fuoco.

NICOLE MITCHELL - Liberation Narratives
Poderoso mix di jazz e poesia, condiviso dalla flautista Nicole Mitchell e dal poeta Haki Madhubuti. Jazz, funk, afro beat, militanza politica. Notevole.

NICOLE MITCHELL - Mandorla Awakening II: Emerging Worlds
Capolavoro di afro, spiritual, funk, poetry jazz. Con la forza dei primi album di Gil Scott Heron, di Charlie Mingus, di Kamasi Washington. Narrazione e musica, un album complesso nelle sue infinite sfaccettature.

IRREVERSIBLE ENTANGLEMENTS - Irreversible Entanglements
Potentissimo album di free jazz tra Ornette Coleman, Archie Shepp, Sun Ra, New York Art Quartet, Last Poets, Watts Prophets.
Testi militanti declamati su basi dure, dissonanti, travolgenti, improvvisazioni che seguono la voce e rafforzano la concretezza delle parole.

THE SHAME -Song of praise
Sonorità abrasive che pescano nel vasto campionario post punk tra Killing Joke, Therapy? e un retrogusto garage rock caro ai Dream Syndicate. Compongono bene, sono convincenti e credibili. Annotiamo un nome che potremmo ritrovare presto tra i migliori in circolazione in Gran Bretagna.

FRANCESCO PAOLO PALADINO - Siren
Francesco Paolo Paladino è un’eccellenza della cultura locale ma naturalmente non solo. Nella sua lunga attività ha abbracciato numerose branche dell’arte, partendo dalla musica (dalle storiche esperienze con La Pattona, gli Atrox e i Doubling Riders fino ad una nutrita carriera solista, densa di prestigiose collaborazioni) ma concentrandosi soprattutto sulla cinematografia, partecipando, con importanti affermazioni, ai più importanti Festival del cortometraggio nazionali ed esteri, dedicandosi dal 2000 alla videoarte. Insieme a Maria Assunta Karini ha formato i Kapa e dal 2003 collabora con importanti musicisti di tutto il mondo realizzando audio/video denominati “trancesfilm”.
L’ultima realizzazione discografica è il CD “Siren”, un’opera tra ambient e musica contemporanea con movenze classiche e operistiche, sperimentazione, rumorismo, avanguardia. Ad aiutarlo un’invidiabile cast di musicisti di primo piano, tra cui il chitarrista degli Area Paolo Tofani a Riccardo Sinigaglia, la prima cantante dei Fairport Convention Judy Dible e Alison O Donnel dei Mellow Candle.
Un album evocativo, liquido, avvolgente, malinconico e struggente.

CRACK OF DOWN - Spotlight
Band canadese con due album incisi alla fine dei 70's. Per il terzo album hanno aspettato 40 anni ma "Spotlight" è ottimo. Soul funk di grande raffinatezza, coolness e ballabilità.

CROWD COMPANY - Stone & sky
L'ottetto inglese al secondo album. Dinamico mix di funk, soul, pop, Hammond beat e un groove continuo di grande classe e raffinatezza ma a cui non manca un approccio particolarmente energico e potente.

QTY - Qty
Band new yorkese che attinge da Lou Reed, Strokes, Willie Nile e ricorda spesso i mai troppo lodati Lloyd Cole and the Commotions. Brani aspri ma melodici con un approccio che ha il marchio tipicamente made in NY. Molto buono.

GIULIANO PALMA - Happy Christmas
Album natalizio con tutti i classici del caso rivisitati in chiave ska...mah...o forse: bah.

GLI INUTILI – L’universitario di Bologna
Da una serie di esperienze di primo piano in ambito (genericamente) punk e affini (Skruigners , YokoanoEva’s Milk, Meanatons, Rotten Ponies) arrivano Gli Inutili con il primo album. Puro e semplice punk rock, diretto, senza fronzoli con una gamma di influenze che va dai Sex Pistols ai Punkreas via Social Distorsion. Tredici brani veloci, brevi immediati a cui si aggiungono gli apocalittici nove minuti finali di “Un tuffo nell’odio” sorta di suite punk.

LA BOCCA - Evoluzioni
A tre anni dal primo album “Due” Alessandra Lancini e Gian Franco Riva, con il nome La Bocca, tornano con un nuovo album composto da dieci nuovi brani (otto inediti e due cover). Protagonisti come sempre il basso e la voce, alle prese con atmosfere jazzy che affiancano un approccio vicino alla canzone d'autore. Sorprendente per efficacia la rivisitazione di "The killing moon" degli Echo & the Bunnymen e molto intrigante "Shock" che cita il riff di "Come together" dei Beatles.
Album originale e personale.

MOONSHINE BOOZE – Desert Road
Esordio con il botto per la band teramana. Rock ‘n’ roll, country, blues, rockabilly e un approccio punk sono il corredo di “Desert Road”, viaggio super energico nelle lande americane più oscure e ruvide. Azzeccata anche la produzione, potente ma ruvida come si addice al sound dei Moonshine Booze. Quattordici brani di grande effetto ed efficacia.

DAMIANALS – What the fuck are we talking about?
Il trio mantovano all’esordio con un ep di quattro brani rumorosi. Si spazia tra punk rock, rimandi ai Sonic Youth, shoegaze deragliante e urticante, garage punk diretto e minimale. Urgenza, immediatezza, approccio teen e sfacciato. Promettente.

ASCOLTATO ANCHE:
JIM JAMES (zzzzzzzz), RYUCHI SAKAMOTO (....)

LETTO

Harley Flanagan - La mia vita Hard core, Punks, skins e altre storie a New York City
Difficile rendere un'idea della vita vissuta da HARLEY FLANAGAN.
Padre delinquente, madre hippie sbandata, cresciuto per strada, nei peggiori quartieri della New York degli anni 70 e 80, dove ha incrociato (punk dodicenne) Allen Ginsberg e i Clash, Andy Warhol e i Dead Boys, Johnny Thunders e Debbie Harry.
Fino ad arrivare alla scena Hardcore Core New Yo orkese e americana di cui è uno dei riconosciuti fonfdatori.
Prima batterista con gli Stimulators poi bassista dei Cro Mags e infine con gli Harvey's War.
Una vita oltre ogni immaginazione, fatta di ultra violenza, qualsiasi tipo di droga, eccesso, aberrazione, abuso, tra carcere, risse, ferite, pestaggi etc.
In mezzo la musica (e le arti marziali) come tentativo di fuggire dall'abisso.
400 pagine di minuziose descrizioni di un inferno.
Talvolta prolisse e stucchevoli (all'ennesimo fiotto di sangue, faccia spaccata, dose del mix più inimmaginabile di stupefacente si tende a passare oltre).
Una testimonianza unica di come è stata New York in un certo periodo, di come la scena Hardcore non fosse solo musica veloce ed eccitante ma anche tanto altro, meno affascinante e gradevole.
Lettura interessante (tradotta come sempre in modo eccellente da Caterina Micci).

Gianluca Morozzi‎ Lorenzo Arabia - Skiantos
La storia DEFINITIVA degli SKIANTOS.
368 pagine di narrazioni, testimonianze dirette di ognuno dei numerosi componenti della band, foto, documenti, ritagli di giornali, copertine e tanto tanto altro. Una storia (sostanzialmente in perfetta linea con la "mission" della band) di INsuccessi.
Spesso ad un passo invece dalla popolarità monetizzabile.
Che è talvolta pure arrivata ma la realtà è sempre stata piuttosto diversa, complice anche l'assoluta ingestibilità professionale di Freak e soci.
L'artista unico e insuperabile che era Freak Antoni, il più banale e tipico esempio di genio e sregolatezza, ne ha determinato il raggiungimento del vertice ma allo stesso tempo ne ha spesso causato la caduta.
Gli Skiantos sono un fenomeno assolutamente unico, originale e inimitabile.

Emidio Clementi - L'amante imperfetto
EMIDIO CLEMENTI si è sempre diviso, a livelli di eccellenza, tra l'attività di cantante e compositore con i MASSIMO VOLUME e l'essere un valente scrittore.
Il suo nuovo romanzo dai connotati autobiografici (ambigui, mai esplicitamente dichiarati), esplora il crollo psicologico e umano di un ex libertino alle prese con un innocente "tradimento" della moglie.
Il racconto di un lento e progressivo scivolare in un inferno angosciante e opprimente.
Clementi scrive molto bene, asciutto, essenziale, colto, erudito, diretto.
Il libro scorre veloce e incalzante e merita un'attenta lettura.
Questo libro raccoglie tutto quello che c'è da sapere e ci induce a rimettere mano ai loro dischi e a ricordarne l'assoluto valore.

Massimo Pirotta - Le radici del glicine
In via Correggio 18 a Milano c'era una casa occupata in una ex fabbrica della Mellin.
I primi nuclei di persone e famiglie entrarono nel 1975, fu sgomberata nel 1984.
Era un luogo aperto, fulcro di mille incontri trasversali, una sorta di albergo per girovaghi ma anche e soprattutto un posto in cui si creava, si condivideva, si viveva un 'esperienza nuova.
Un laboratorio sociale che passò dalle esperienze dell'Autonomia a quelle dei primi punk organizzati milanesi.
Un ambiente in cui si mischiavano estremisti di sinistra e anarchici ma anche cattolici (che pensavano fortemente a sinistra).
Anni in cui si poteva ancora cambiare spesso lavoro.
Lì restò attivo per anni il VIRUS ma anche il VIDICON, ci passarono gruppi, artisti (dal Living Theatre a Nico a Basquiat a Keith Harding), si incrociarono migliaia di esperienze.
Molte vengono narrate in questo libro di MASSIMO PIROTTA, giornalista, scrittore, tra i fondatori del "Bloom" di Mezzago, attraverso testimonianze e ricordi di molti degli occupanti e dei protagonisti.
Libro prezioso che documenta una realtà lontana, inimmaginabile oggi.

John Lennon - Vero amore, i disegni per Sean
John fu, oltre ad una serie di altre cose, un tenero padre per Sean, nato dalla relazione con Yoko Ono.
Per lui disegnò parecchio.
"Vero amore, i disegni per Sean" è una raccolta di una cinquantina di disegni dai colori tenui di animali, prati e alberi, accompagnati da una breve didascalia, spesso surreale e sottilmente ironica.

La ferrovia sotterranea di Colson Whitehead
COLSON WHITEHHEAD è uno scrittore New Yorkese che con il suo (sesto) romanzo "The Underground Railroad" / "La ferrovia sotterranea" ha vinto il National Book Award, il Premio Arthur C. Clarke e il Premio Pulitzer per la narrativa.
Nei ringraziamenti cita David Bowie, Prince e Sonic Youth.
La prosa di "La ferrovia sotterranea" è poderosa, tagliente, diretta come un brano dei Sonic Youth, nera come uno di Prince, cosmopolita e universale come la musica di Bowie.
Si narra dello schiavismo in America nella prima metà dell'800 attraverso la tragica vicenda di Cora che fugge da una piantagione della Georgia in cui avvengono orrori inenarrabili a danno degli schiavi neri e che, dopo mille traversie, troverà la libertà. Il tutto con un crudo realismo a cui affianca il coup de theatre della "ferrovia sotterranea" (metafora dei collegamenti che avevano gli abolizionisti per salvare gli schiavi in fuga), che, scavata sottoterra, porta uomini e donne verso la libertà.
Un romanzo epico e potente, molto cinematografico, appassionante, dove nulla ci è risparmiato.
Libro epocale di rara intensità.
Personaggi credibili e azzeccati, riferimenti storici precisi, un inno contro il razzismo e le ingiustizie che ancora attanagliano America e non solo.



Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts with Thumbnails