mercoledì, ottobre 14, 2015

La Storia come idea di progresso



Torna ANDREA FORNASARI a parlarci di storia, filosofia e tanto altro.
Come sempre imperdibile.

Si è parlato di tematiche affini anche qua:
http://tonyface.blogspot.it/search/label/Filosofia

Prometeo: Ho impedito agli uomini di prevedere la loro sorte mortale.
Coro: Che tipo di farmaco hai scovato per questa malattia?
Prometeo: Ho posto in loro cieche speranze.
Eschilo, Prometeo incatenato

La previsione segreta di Prometeo chiude l'età mitica, caratterizzata dalla potenza arbitraria degli dèi, per aprire l'età storica, connotata dalla potenza che l'uomo guadagna attraverso la scienza (Scienza è potenza, ripeterà Bacone).
Il futuro verso cui la previsione (Pro-meteo, colui che "vede", "pensa" anticipatamente) si protende non abolisce il passato, ma lo riassume sotto un nuovo sguardo. Non più, quindi, la nostalgia che, idealizzando il tempo trascorso, lo fissa nella sua immobile perfezione come età dell'oro, Arcadia che offriva gioie in seguito non più fruibili, ma la memoria, che guarda al passato come al tempo in cui è stato possibile accumulare quelle esperienze che consentono di muoversi con più agilità nel presente che è "memoria di tutto, operosa madre delle tecniche", come ci racconta Eschilo nel suo Prometeo incatenato.
Questa nuova prospettiva, questo mutamento di sguardo, sono decisivi per il modo di affrontare il tempo e il senso che esso dispiega.
La nostalgia, infatti, è caratterizzata dall'esperienza della disillusione promossa dalla persuasione che è impossibile ritrovare l'innocenza perduta.
Sottesa a questa disillusione c'è la contrapposizione tra il passato, connotato dalla semplicità della natura, e il presente, connotato dall'artificiosità della tecnica.
Non a caso, in tutti i tempi, le espressioni nostalgiche designano quadri pastorali e semplicità dei piaceri campestri, bucoliche e idilliache visioni di una natura ritenuta ormai persa per sempre, dopo l'intervento delle forze artificiali.
In questa visione, il passato, così irrimediabilmente perduto, finisce per essere semplicemente negato, in quanto nell'esperienza nostalgica è assente la capacità di annodare il passato al presente, creando quella continuità della coscienza che invece la memoria ribadisce come legge della vita.

Morta al futuro, la nostalgia celebra un passato che in realtà essa rende nullo, perché non lo visualizza come tempo in cui s'è maturata l'esperienza che il presente dispiega. La memoria invece, che Prometeo indica come "operosa madre delle tecniche", richiamando fatti ed eventi, cerca di ricostruire ciò che è accaduto in modo da reperire quelle condizioni che rendono possibile l'ulteriore accadere. Si tratta di quella ricostruzione che avviene nello spazio ravvicinato che pone a stretto contatto recente passato e immediato futuro, perché questo è il tempo della tecnica, tesa a controllare l'intervallo temporale tra i mezzi a disposizione e gli scopi da raggiungere con quei mezzi.

Fuori da questo tempo, la tecnica guarda con sospetto sia il lontano passato della nostalgia, sia il futuro lontano dell'utopia.
Enfatizzando la semplicità naturale del passato o l'auspicato ritorno alla natura nel lontano futuro, nostalgia e utopia propongono in realtà l'immagine di una eterna fanciullezza con cui esorcizzano l'ansia indotta da ogni trasformazione.

Ma la previsione segreta di Prometeo non fa alcuna concessione a questo tipo di temporalità. Le divinità mitiche che garantiscono il tempo ciclico saranno cancellate dalla tecnica che guarda al progresso nel tempo, un progresso che Prometeo indica come congedo dall'infanzia, ricettacolo di ogni pensiero nostalgico, per un'età adulta caratterizzata dalla padronanza della propria mente: "Li ho resi da infanti quali erano, razionali e padroni della loro mente".
Perché la tecnica abbia un senso, e con senso possa iscriversi nella storia dell'uomo, Prometeo sa che, prima del dono della tecnica, è necessaria quella trasformazione antropologica profonda capace di congedare definitivamente l'uomo dalla nostalgia per aprirlo al progetto e alla previsione.
Questa trasformazione è il segreto che Prometeo tiene nascosto a Zeus e contro cui nulla può la potenza insipiente di Zeus: non è dunque la tecnica a sconfiggere Zeus, che pure dispone di tecniche, ma quell'invisibile trasformazione antropologica decisa da una nuova e radicalmente diversa visualizzazione del tempo, senza la quale il dono stesso della tecnica non avrebbe alcuna rilevanza.
Prometeo questo lo sa e ne serba il segreto. Per questo può dire:
"Ecco il segno che il mio pensiero scorge più di ciò che vede".

7 commenti:

  1. Andrea santo subito !
    Mi ha fatto ritrovare il gusto di discutere di filosofia (materia che peraltro non avevo mai studiato prima,se non per mio unico interesse personale) addirittura su facebook,dove una buona parte di utenti si limitano a citare frasi prese così alla cazzo,non si sa bene da dove...
    le sue analisi sono sempre lucide e disincantate,ma hanno il dono dello humour e della onestà intellettuale : qualità assai rare,in questi tempi dominati da ciarlatani e imbonitori di ogni risma & religione.

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  2. Infatti aspetto sempre con gran piacere i suoi contributi che rendono questo blog unico insieme alle mie elucubrazioni musicali e agli interventi calcistico/rugbisti di Galletti.
    Oltre a quelli sempre preziosi degli altri collaboratori e di chi commenta.

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  3. e ancora non sono comparsi i soldi.............

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  4. Io ho mandato i bonifici promessi a tutti. Se non li avete ricevuti è colpa delle banche. Chiedete al Carlo che conosce questi maneggi !

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