martedì, marzo 13, 2012
On the road - Jack Kerouac
Jack Kerouac avrebbe compiuto 90 anni ieri.
E’ morto alcolizzato nel 1969 dopo aver lasciato alcuni ottimi libri e l’epocale “On the road”, opera che ha segnato una e più generazioni e che contiene una delle frasi più significative di sempre e per sempre:
« Dobbiamo andare e non fermarci finché non siamo arrivati»
«Dove andiamo?»
«Non lo so, ma dobbiamo andare »
“On the road” fu pubblicato nel 1957 dopo sei anni di rifiuti e narra delle avventure di viaggio (realmente vissute da Jack) di alcuni giovani beatnicks, appassionati di jazz, droghe, alcool, ma soprattutto di una vita non omologata, inquieta, febbrile.
Il tutto condito da un linguaggio nuovo, vero , di strada, appunto.
Fu pubblicato in Italia da Mondadori nel 1959 grazie all’interessamento di Fernanda Pivano che nei suoi “Diari” ricorda come convinse Arnoldo e Alberto Mondadori a pubblicare 'Sulla strada', ad una delle loro feste private: '''Presidente, io ho un titolo che le farebbe guadagnare un mucchio di soldi'.
Arnoldo aveva aggrottato le ciglia e aveva detto senza sorrisi:
'E come mai i miei direttori non l'hanno pubblicato?'.
'Perche' a volte sono un po' distratti'''.
A breve uscirà la trasposizione cinematografica di Walter Salles
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
A me non è mai piaciuto.
RispondiEliminaNeanche Kerouac in generale.
Ecco, vado a recuperarlo e me lo rileggero'. Anche a me Kerouac ha mai fatto impazzire. Diciamo che l'unico libro e' proprio on the road. E forse e'piaciuto, soprattutto, a noi che i 50 annetti celi siamo messi in saccoccia...Poi ho ritrovato qualcosa del vagabondare (ma meno disperato) nelle Strade Blu di William Least Heat-Moon.
RispondiEliminaPure io sono rimasto affascinato dal classico fra i classici della beat generation. Così come da "I Sotterranei".
RispondiEliminaNon amo molto, invece, i poeti beatnik e, nel tempo, ho preso le distanze anche dal 'mito' di Kerouac: resta comunque un libro memorabile.
Poi, una volta scoperto Bukowski (che a volte, erroneamente, viene associato al movimento beatnik ma che in realtà è tutt' altra cosa) persi un po' di interesse...
Un amico di Roma conosceva Fernanda Pivano, a lei piacevano certi suoi racconti: si parlava di pubblicarli (ero riuscito a scriverne uno decente e sarebbe stato fra quelli) con una sua breve prefazione.
Tutto perfetto, insomma. Ma poco tempo dopo se ne andò...
AndBot
P.S. viveva in una villa in centro a Roma, accessibile da una piccola porta sulla strada: quando entravi c' era un tripudio di giardino ad attenderti. Il mio amico un paio di volte incontrò Jodorowsky, amico della Pivano, che parlava con un enorme pappagallo...
Personalmente ho amato On the road da giovanissimo, insieme al Giovane Holden o a Sabato sera Domenica mattina di Alan Sillitoe.
RispondiEliminaMa l'ho sempre trovato troppo "americano" e troppo poco concreta come visione di vita, anche se contiene frasi e passi memorabili e il concetto di libertà dagli stereotipi è importantissimo (soprattutto alla fine degli anni 50).
Adesso è un pezzo di storia, datato.
In generale tutto il giro Beat Generation mi sembra sia stato molto mitizzato.
Belle le storie di AndBot
Bella Tony!
RispondiEliminaOn the Road uno dei miei pilastri adolescenziali...me lo lessi tre volte di fila...poi ho perso un po' di interesse pure io...A proposito di Beat Generation, l'altra sera su IRIS hanno dato Easy Ryder...anche quello da ragazzetto in pieno trip woodstockinano mi aveva entusiasmato, rivisto anni dopo mi è sembrato a tratti ridicolo...strano come cambia il modo di vedere le cose...
W
Easy Rider l'avevo visto negli anni 70 o giù di lì e mi sembrò qualcosa di spaziale. Adesso è un simpatico film d'epoca. Epoca lontana, morta, finita etc etc.
RispondiElimina"Il Giovane Holden" che hai citato, Tony, è tutt' ora uno dei miei romanzi preferiti: di umore adolescenziale, certo, ma di una purezza che è difficile trovare.
RispondiEliminaEcco, forse l' ho ritrovata soltanto in "La Bibbia Al Neon" di John Kennedy Toole.
Peccato che Salinger non sia poi riuscito più a scrivere niente di così buono, anzi, è sparito proprio. Ma sono quei libri senza tempo, dotati di una forza spaventosa.
"Easy Rider" lo trovo sempre gradevole: grandi attori, la musica, l' utopia dei 60's...un classico pure lui. Anche se, è vero, con il tempo ha perso un po' di smalto.
A proposito, ho visto "Restless" di Van Sant, nel quale recita il figlio dell' immenso Dennis Hopper...
AndBot
Anche io l'avevo letto da adolescente, e quindi pochi anni fa... Letto tutto dall'inizio alla fine, solo per rispetto alla caratura, ma ho fatto molta fatica. Mi faceva proprio cagare, direi.
RispondiEliminaMarco MODS Trieste
Di keruac a me è piaciuto molto anche "Tristessa"...
RispondiEliminaEasy Ryder si vede sempre volentieri (e ha dei gran pezzi in sottofondo), è che su certe cose è proprio datato, la parte nella comune, la scena del trip...però ci sono anche passaggi veramente mitici: il finale, jack nicholson, le riprese in moto...
Di Bukowski mi piace come ridicolizza senza pietà l'aspetto modaiolo e superficiale del movimento prima beat e poi hippy...
W
IN ogni caso "On the road" rimane tra i libri da avere comunque nella propria libreria.
RispondiEliminaConcordo.
RispondiEliminaAlla fine è un libro che BISOGNA leggere (se si vuole conoscere un certo mondo e un certo ambito) anche se magari può essere difficile arrivare alla fine...
Tanto l'importante è andare...;-)
RispondiEliminaW
Ha ha ha ha grande W!
RispondiEliminaIo ho "solo" I sotterranei, penso di essere arrivato a pag.30 si e no (15 anni fa), cheffaccio, lo riprendo?Ma decisamente not my cup of tea.
Strade blu (e Nikawa) invece mi son piaciuti parecchio.
Sulla decadenza di quei miti (soprattutto qui da noi in Italia,più ancora che negli USA stessi) non ci sono dubbi... 55 anni di storia sono passati e le cose non possono certamente essere viste in quell'ottica ed in quelle circostanze !
RispondiEliminaPerò ai più giovani ho sempre consigliato certe letture,alla fine sta ad ognuno di noi saperle storicizzare e trarne SOLO i risvolti più attuali,esattamente come la cultura politica o filosofica : se ci si limita a prendere le teorie (marxiste,anarchiche o socialisti liberali che siano) come se fossero vangelo e tutto ciò che si legge diventa un dogma,ovviamente si fa una brutta fine ("On the road NOI e loro tranquilli a casa" come diceva Gaber)...
al contrario di altri,invece,io i poeti li ho assimilati meglio degli scrittori di racconti (e forse un po' lo si capisce anche nei testi che scrivo per le canzoni)
il mio amico Gianni Milano (forse il più grande poeta BEAT nato in Italia,molto vicino alla Pivano già dagli anni 50) racconta sempre che Allen Ginsberg,arrivato al festival di Spoleto nel 1967,rimase molto sorpreso dall'Italia di allora perchè i giovani contestatori si facevano chiamare BEAT (assieme alla loro musica) mentre negli USA quel termine non lo si usava più da anni ed era unicamente legato al movimento letterario...ma ancora oggi si incontra un sacco di gente che confonde le due cose che,sebbene legate da un comune pensiero di fondo,erano ben distinte........
la BEAT GENERATION musicalmente era legata al jazz del suo periodo,quello che si è sviluppato poi nei 60 e 70 fu una conseguenza,ma neppure troppo vicina (a pensarci bene)......pantarei !
On the Road...
RispondiEliminaSS n°1, strada costiera all'imbrunire, mi avvio verso casa con la Lambra scoppiettante riportata al suo antico splendore. Son goffo sul dueruote, nelle curve troppo strette picchio il ginocchio sul volante, sembro un pivot del basket seduto su un cinquantino. Lei è bella da paura, prendo confidenza facendole qualche complimento poi quando le curve si smorzano aprendo la vista al lungo rettilineo di Vesima mi dichiaro spudoratamente con un motivo che mi batte in testa da quando siamo partiti. Sembra apprezzare e anch'io mi sento più sciolto meno impacciato, la situazione è sotto controllo, son perfino intonato. Ancora curve e controcurve poi una galleria e un altro rettilineo che termina con un semaforo, rosso. Centro abitato andatura lenta, lei rumoreggia con discrezione, siamo osservati e la cosa mi riempie d'orgoglio, son talmente a mio agio che l'improbabile postura di guida ha un suo fascino e mi piace. Poi si riparte, una faticosa salita e una ripida discesa che piega bruscamente a destra e dall'alto ti sembra che finisca in mare. Siamo arrivati a casa.
Anyway Anyhow Anywhere
"Sulla Strada" lo portai come tema di esame orale di italiano alla maturità nel 1976, l'insegnante esaminatore era un non vedente, una persona eccezionale che apprezzò molto il mio esposto. Certamente il libro e il film Easy Rider possono risultare datati se riletti o visti al giorno d'oggi, e se vogliamo, secondo molte persone anche la nostra amata musica dei sixties... ma proprio perchè è il mondo contemporaneo che è enormemente cambiato rispetto allora, e come disse Dylan "The Time Are A-Changin'", ma forse non nel modo migliore. Il presente è mediocre e mi disgusta!!
RispondiElimina@Ursus: io possedevo una copia del cd Toast "Uomo Nudo" in cui Gianni Milano recita il suo poema beat sulla base di un loop dei No Strange. Una vera chicca... Lo prestai e non mi tornò più indietro...
RispondiEliminaSei ancora in contatto con Gianni Milano? lo avevo conosciuto a Torino sette o otto anni fa, gran persona...
W
lo conosco bene anche io..passato ciriacese!
RispondiEliminaC
(Vaai Cortez!)
per me on the road resta un attualissimo paradigma del ribellismo e del rifiuto dei valori di questa società.
RispondiEliminaper quanto riguarda easy riders, comprese alcune scene che sono parte integrante del racconto dei 60's, dovremmo chiederci come mai resta un film ancora così visto e idolatrato dai kids di oggi.
m.
Concordo sugli ultimi commenti !
RispondiEliminaGianni Milano lo vedo abbastanza spesso : un allegrissimo settantenne tutto bianco (ha un po' l'aspetto da guru dell'underground) con cui abbiamo collaborato in diverse occasioni,infatti lo conosco dagli anni 70 perchè frequentavamo gli stessi giri anarco-situazionisti ecc... (roba vecchia e datata,peggio che Kerouac,porca vacca)
nel 2009 invece ha recitato una serie di poesie su di un tappeto sonoro che abbiamo improvvisato noi dal vivo...quella performance del CD (che io non ho, tra l'altro) dev'essere di molti anni prima,ma non so se è ancora reperibile.
Avrò comunque modo di rivederlo,sicuramente indagheremo :-)
@URSUS: Deve essere fine anni 90, se riesco a farmelo dare indietro poi te lo faccio avere!
RispondiElimina"Oltrepassa il ramo, pitecantropo ossuto e scoglionato..."
W
grande Gianni Milano! ha scritto alcuni libri col mio partner (musicale e letterario)Luigi Bairo..pasta e fagioli e pintone di Barbera robusto e poi in giro per il balon!
RispondiEliminaC
Grande Cris! Si, veramente un grande Milano, pur avendolo conosciuto moooooolto di sfuggita, mi aveva colpito parecchio...poi lo stile alla Ginsberg/Ferlinghetti/Corso può piacere o non piacere, ma la sua roba è assolutamente credibile e sincera e lui una persona umanamente straordinaria...tra l'altro, non doveva esser facile in Italia a metà anni 60 vivere e pensare in un certo modo e fare il maestro elementare...ne ha viste delle belle, va'...Ebbi modo di conoscerlo quando io e il tuo omonimo chitarrista mio socio nei June avevamo un altro gruppo ed entrammo in contatto con Giulio Tedeschi della Toast...ci presentò lui Gianni e una volta venimmo su a Pinerolo dove Tedeschi aveva organizzato un evento dedicato alla Beat Generation in un circolo Arci con dibattito sull'argomento e reading di poesie di Gianni Milano, che recitò accompagnato da Cris (quello parmigiano) al sitar...groovy, man!...bella esperienza...
RispondiEliminaW
PS: allora, il loop utilizzato per Uomo Nudo (Toast, 1999) è preso da Vibrazioni di Alghe Marine" dei No Strange... qui c'è una recensione e si dovrebbe sentire la registrazione
http://www.rockit.it/recensione/333/giannimilano-uomo-nudo
Il primo libro che scrisse,se non sbaglio,un trattato di pedagogia libertaria nel 1960
RispondiEliminapoichè lui era insegnante alle elementari,ci furono molte reazioni di scandalo ai tempi,per cui la cosa finì sui giornali : era un precursore della nuova pedagogia,contraria a qualsiasi autoritarismo verso i bambini.