Sul Corriere della Sera del 26 marzo è stato pubblicato un interessante scritto del teologo dissidente Kung sulle undici contraddizioni di Wojtyla.
Una gestione vaticanocentrica, che smentisce le strombazzate dichiarazioni di apertura ed ecumenismo, con una pratica reazionaria:
verso i poveri (ostacolando il controllo delle nascite);
verso le donne, demonizzando il sesso e la loro discriminazione, negando la loro ordinazione o l'uso della pillola, mantenendo un sacerdozio maschile e celibe, non previsto nella Bibbia e fino al primo millennio;
verso le altre religioni, definite "forme deficitarie di fede";
verso movimenti e religiosi critici che vengono isolati, discriminati, ridotti alla museruola
verso i principi di democrazia e di divisione dei poteri, tant'è che non viene sottoscritta la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo;
verso le vittime degli orrori e dei peccati della Chiesa, presentati come compiuti da alcuni figli, ma non dai papi o dalla chiesa in quanto tale, non incontrando alcune vittime della pedofilia ecclesiastica, ;
verso personalità e movimenti repressi, mentre eccede con le canonizzazioni;
verso le peculiarità culturali e religiose del Concilio vat. II;
verso i movimenti di massa, alimentati con l'enfasi mediatica;
Quando, si chiede Kung, i cardinali vorranno porre fine ai gravi danni, della politica di Wojtyla ?
lunedì, aprile 04, 2005
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