martedì, luglio 17, 2018
Yoko Ono, Donna e Artista
ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO "LIBERTA'" il 15 luglio 2018
"E' l'artista sconosciuta più famosa del mondo.
Tutti sanno il suo nome ma nessuno sa cosa faccia"
(John Lennon)
E Yoko Ono è stata anche la più odiata. Per decenni derisa, insultata, bastonata (artisticamente e verbalmente), ritenuta la responsabile della fine dei Beatles (tesi sempre ampiamente smentita da ognuno di loro). Un odio gratuito e sguaiato, che anticipa di molto quello all'ordine del giorno sui social attuali.
Un linciaggio insensato per un'Artista totale, d'avanguardia, sperimentale, provocatoria, raramente comprensibile per i canoni abituali dell'appassionato rock.
Ma critici, appassionati, ascoltatori non le hanno mai perdonato nulla. Anche se non aveva niente da farsi perdonare. Non le hanno perdonato di essere una Donna, con la maiuscola, che non si accontentava di stare al fianco della rockstar, all'ombra, senza “disturbare” l'estro del “genio”. Non le hanno perdonato di avere una personalità a 360 gradi in grado di coprire tutto lo scibile dell'arte. Nè di non essere avvenente come ci si sarebbe aspettato di vedere al fianco di uno che poteva avere le donne più belle del mondo (probabilmente tutte le donne del mondo).
E infine, non dimentichiamolo, è orientale e “io non sono razzista ma”.... John Lennon lo sapeva bene e lo aveva preconizzato in uno dei brani più particolari dei Beatles, significativamente intitolato, “The ballad of John and Yoko” e pubblicato come singolo nel 1969 (registrato interamente dai soli Paul e John) nel cui ritornello dice esplicitamente “da come vanno le cose mi crocifiggeranno”.
La storia di Yoko Ono è già di per sé un vero e proprio romanzo. Nasce nel 1933 da una famiglia ricchissima con discendenze imperiali ma trascorre un'infanzia, seppur dorata, caratterizzata da un rapporto anaffettivo da parte dei genitori. L'arrivo della seconda guerra mondiale costringe il padre ad espatriare, viene dato per disperso e per Yoko e la madre incomincia un durissimo periodo di assoluta povertà, in un paese di campagna, dove vengono emarginati e derisi a causa della loro provenienza agiata vivendo a lungo di elemosina. Il padre in realtà si salva dall'orrore della guerra, torna e rimette in sesto famiglia e averi. Di lì a poco Yoko sarà la prima donna giapponese ad essere ammessa alla prestigiosa università Gakushuin di Tokyo, dividendo gli studi con i figli dell'imperatore. Negli anni 50, mentre i coetanei si appassionano al rock 'n' roll, lei si dedica all'ascolto di musica d'avanguardia come quella di Stockhausen, John Cage, Edgar Varese, si avvicina all'arte sperimentale, entra nel collettivo Fluxus, si trasferisce a New York dove si sposa con un gallerista e incomincia a lavorare come artista concettuale.
Ma il matrimonio fallisce e la carriera artistica non decolla e ciò la sprofonda nella depressione più cupa, tenta il suicidio, viene ricoverata in un ospedale psichiatrico.
Da cui viene “salvata” da uno studente d'arte americano Anthony Cox, interessato alle sue opere. I due si sposano nel 1962 e dal legame nasce la figlia Kyoko.
Yoko Ono affida al marito il compito di crescere e accudire la neonata per continuare a dedicarsi alla sua carriera artistica. Che frutta il suo primo e unico libro, “Grapefruit”, e uno dei suoi happening più famosi, il provocatorio e estremo “Cut piece” in cui, seduta immobile su un palco, lascia che il pubblico le tagli, con una forbice, i vestiti che indossa, restando con lo sguardo fisso nel vuoto.
Nel 1966 Yoko è a Londra per un'esibizione, la “Unfinished paintings and objects” (dipinti e oggetti non terminati). Tra le opere “Hammer nail in” (pianta un chiodo). Quando entra John Lennon, Yoko non conosce chi sia questo personaggio (noto invece nel resto del mondo), né John ha la benchè minima idea di chi possa essere questa stramba artista giapponese. L'opera consiste nell'invitare il pubblico a piantare un chiodo in una tela vuota. Quando John chiede di farlo lei gli chiede cinque scellini. Gli straricchi Beatles, ai tempi, avevano sempre qualcuno che pagava loro ogni tipo di spesa e soddisfaceva qualsiasi richiesta, di conseguenza non avevano mai con sé né portafoglio né soldi. John allora replica: “Ti darò cinque scellini immaginari se mi fai piantare un chiodo immaginario”.
Yoko capisce che c'è qualcuno che comprende (più o meno consapevolmente) il suo linguaggio visionario.
Inizia da qui una delle storie più importanti e famose della storia del “pop”. Di lì a poco i due diventeranno inseparabili. Nel frattempo Yoko perde Kyoko.
Il padre Cox sparisce con la figlia, diventa irreperibile.
Yoko, supportata dal potere (non solo economico) di John farà l'impossibile per ritrovarla ma ci riuscirà solo anni e anni dopo (si scoprirà che è cresciuta in una setta in una zona rurale degli Stati Uniti, lontana dal mondo). I contatti saranno sporadici e solo quando Kyoko diventerà madre ricucirà qualche rapporto con Yoko. La Ono diventa l'ombra di John, è sempre presente in ogni apparizione pubblica, in ogni momento della vita del chitarrista, in ogni seduta di registrazione dei Beatles. All'inizio tollerata (Paul la considera “il gusto del mese” di John) poi guardata sempre più con fastidio.
E' l'unica al di fuori dei quattro a cantare una strofa in un brano dei Beatles, “The continuing story of Bungalow Bill” dal “White Album” del 1968, John la vuole con sé in alcune session fotografiche del gruppo, lei lo consiglia, lo coinvolge in tre album totalmente sperimentali come “Two virgins”, “Life with lions”, “The wedding album” e in happening provocatori e particolari (come il famoso “Bed In” in cui si fanno intervistare e riprendere mentre sono a letto o l'invio di una ghianda con lettera d'accompagnamento a tutti i leader del mondo in segno di pace. Gli americani faranno esplodere la busta per paura di un attentato. Più simbolico di così...).
E alla fine i Beatles si sciolgono.
Yoko diventa il capro espiatorio, il motivo per cui la band si è scissa. In realtà, per quanto talvolta non ci fosse una simpatia reciproca, Paul, George e Ringo hanno sempre chiarito che la fine dei Beatles dipendeva solamente da problemi ormai insormontabili che sussistevano già da tempo nella band e che il gruppo era sostanzialmente alla fine (basti pensare che al matrimonio di Paul con Linda Eastman, alla fine del 1968, nessuno degli altri tre Beatles fu invitato).
Il loro legame durerà ancora dieci anni, fino a quel maledetto 8 dicembre 1980 in cui un folle metterà fine alla vita di John.
La ballata di John e Yoko proseguirà attraverso album condivisi, la nascita di Sean Ono Lennon (che è diventato un valente compositore e musicista e che collabora sempre con la madre), nuove opere artistiche e discografiche soliste e una crisi che li allontana, per decisione comune e reciproca, per un certo periodo. Si ritroveranno e ameranno ancora di più. Dopo la morte di John, Yoko Ono continua a lavorare artisticamente e sempre in modo provocatorio (vedi la copertina del suo album “Season of glass” dove compaiono gli occhiali insanguinati che John portava la sera dell'omicidio) ma è interessante sottolineare come, con il trascorrere del tempo, le nuove generazioni si siano appassionate alla sua musica e alla sua arte, incuranti di squallide storie di vecchi tromboni ancora intenti a speculare sul suo ruolo nella fine dei Beatles. Gruppi dell'alternativa rock come i Sonic Youth le rendono omaggio, DJ affermati remixano i suoi brani, lei non ha paura a collaborare, anche ultra ottantenne, a nuove esperienze (quando potrebbe tranquillamente crogiolarsi nell'immensa fortuna lasciatagli dal marito). Yoko Ono, un'Artista, una Donna.
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Ben venga la nostra musa..collegalìbile al post di inizio mese
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