giovedì, maggio 31, 2018

Maggio 2018. Il meglio del mese



Prosegue bene il 2018 e ci regala già alcune ottime cose come gli album di Arctic Monkeys, Gaz Coombes, The Sea and cake, New Mastersounds, Belly, Bellrays, Jack White, Sons of Kermet, Buttshakers, Anderson East, James Hunter Six, Orgone, Laissez Fairs, Ruby Rushton, Yungblud e tra gli italiani Calibro 35, Iacampo, New Colour, Mads, Mamuthones, Sick Rose, Guignol, Mina, Blue Giants, Red Lines.

ARCTIC MONKEYS - ‘Tranquility Base Hotel & Casino’ Review
“I just wanted to be one of the Strokes/now look at the mess you made me make”
Incomincia così il nuovo album di Alex Turner (e soci).
Svolta brusca, coraggiosa, intrigante, verso una dimensione che mette insieme Bowie, Beatles ("She looks like fun" sembra un incrocio tra il "White Album" e Jack White), i Lennon e Mc Cartney solisti, Last Shadow Puppets (nell'uso reiterato di piano e archi), un gusto vaudeville, una voce profondamente melodica e da crooner, sperimentazioni varie.
Un album unico, originale, personale.
Innovativo, forte, una spanna in alto rispetto al resto.
Destinato a crescere e che va ascoltato a lungo.

BELLY - Dove
Gradito ritorno di Tanya Donelly (già con Throwing Muses e Breeders) con il suo progetto Belly, primo album dal 1995.
Suadente alt rock molto invischiato in atmosfere psichedeliche, avvolgenti, dreamy, grandi melodie, poche asperità. Album eccellente.

THE SEA AND CAKE - Any day
Arrivano da Chicago, attivi dal 1994, una decina di album alle spalle e un nuovo lavoro stupendo, delizioso, soave, tra sonorità che ricordano i Monochrome Set o i Feelies, con melodie suadenti di gusto 60's, malinconiche.
Brani secchi, diretti, essenziali.
Un disco da cui non si riesce a staccarsi.

LAST POETS - Understand what black is
Poderoso ritorno dopo 20anni di silenzio dei mitici Last Poets, primi seminatori del germe del RAP nei tardi 60's, a loro volta diretti ispiratori di Gil Scott Heron.
Nella cupa era Trump tornano a far sentire la loro forte voce su quanto non funziona nell'essere neri negli States e su come le cose non stiano andando bene nel resto del mondo. Il tutto su splendide basi reggae dub (prodotto da Prince Fatty). Abiodun Oyewole e Umar Bin Hassan tornano ad alzare la voce. Album intenso e diretto, bellissimo.
America is a terrorist
Killing the natives of the land
Killing and stealing


THE MADS - Orange plane
La band milanese è stata tra le primissime ad abbracciare la musica e la filosofia mod in Italia nel 1979.
La loro storia fu breve e sfortunata e si sciolsero nel 1983 senza lasciare tracce discografiche ma molte testimonianze sonore, raccolte recentemente in una compilation della Well Suspect.
La reunion nel 2012, una serie di 45 giri e finalmente il primo vero album edito da Area Pirata.
Senza troppi altri preamboli "The orange plane" è un imperdibile gioiello sonoro in cui il quartetto milanese sfodera tutta la classe, maturità, competenza acquisite in anni di militanza tra album di Beatles, Who, Small Faces, mod sound 79, rhythm and blues, soul, beat e tanto tanto altro.
I brani sono di altissima qualità compositiva, curatissimi negli arrangiamenti (con quei dettagli tipicamente beatlesiani nei cori che sottolineano melodie immediatamente memorizzabili).
Il sound abbraccia l'immaginario che va dai Jam al primo Elvis Costello, da "Revolver" a "Sell Out".
La resa sonora è potente, efficace, pulita.
Un album che si candida tranquillamente tra i migliori prodotti italiani dell'anno e si sistema nell'Olimpo assoluto dei dischi mod (italiani e non solo).

STEVE ELLIS - Boom! Bang! Twang!
L'ex voce dei Love Affair torna con un album in cui a dare una pesante mano c'è nientemeno che Paul Weller, oltre a Andy Crofts e Ben Gordelier della sua band, Mike D'Abo della Manfred Mann Band, i Cow. Un ottimo lavoro di ruvido soul e rhythm and blues, qualche riuscita cover (da TimHardin a jimmy Cliff), un originale in stile Northern composto da Weller e altre piccole delizie. Ben fatto, un buon ascolto.

DAMNED - Evil spirits
Undicesimo album della carriera, a 10 anni dal precedente, per chi viene ricordato come tra i nomi più importanti della scena punk inglese. La band ha in realtà da subito virato verso altre atmosfere lasciando comunque album sempre dignitosi. Anche "Evil spirits" (prodotto niente di meno che da Tony Visconti!) è un buon disco che spazia tra atmosfere molto pop, riferimenti 60's ("Daily liar" sembra un pezzo dei Monkees), qualche schitarrata più energica. Sound molto pulito, ottimi brani. Niente di eclatante, merita un ascolto.

RUBY VELLE and the SOULPHONICS - Broken woman
Secondo album per la band di Atlanta all'insegna di un southern soul molto caldo e potente, impreziosito dalla grande voce di Ruby che ci delizia su basi arrangiate alla grande. Album decisamente classico ma gradevolissimo.

KAMAAL WILLIAMS - The return
Esordio solista del tastierista che stupì due anni fa con il duo Yussef Kamaal e l'album "Black focus". Il nuovo lavoro è interessante, tra fusion e jazz liquido e visionario con tinte funk ma non convince fino in fondo. Comunque da ascoltare nel contesto della nuova ondata di rinnovamento del jazz.

RY COODER - The prodigal son
Il grande, vecchio, chitarrista riprende un po' di classici oscuri (o meno) della tradizione blues, country, gospel americana oltre a tre buoni inediti.
Disco molto nostalgico ma ovviamente di altissimo livello e che non mancherà di soddisfare gli appassionati.

ASH - Islands
Ottavo album per la band nord irlandese che ci ha abituati ad un brit pop corposo, elettrico, energico. Disco molto gradevole, ottime melodie, qualche brano azzeccato ma manca un po' di rabbia e verve in più che lo avrebbe reso sicuramente migliore. Transitorio.

JESSICA LAUREN - Almeria
Attiva dagli anni 90 la tastierista inglese infila un altro piccolo gioiello cool jazz and lounge di grandissima classe e particolarmente divertente e godibile all'ascolto.

LEON BRIDGES - Good thing
Torna con il secondo album il soul singer texano.
Soft soul molto raffinato ed elegante spesso vicino a Prince ma anche alla vocalità di Sam Cooke.
Un disco moderno, attualissimo, pur se talvolta troppo incline al mainstream.

MAMAS GUN - Golden days
Quintetto inglese, in giro da 10 anni con un po' di dischi all'attivo.
Se vi piace lo Stevie Wonder dei mid 70's qui c'è un po' di tutto in tal senso. Un tocco di Jamiroquai, Prince e di Curtis Mayfield completano il piacevolissimo quadro (soul).

BROWNOUT - Fear of a brown planet
La band di Austin ci riprova. Dopo due album dedicati ai Black Sabbath, ripresi in versione funk soul, tocca ora ai Public Enemy coverizzati per intero nel primo "Fear of a Black Planet". Il risultato è come sempre curioso e divertente oltre che ben fatto.

LAKE STREET DIVE - Free yourself up
Discreto nuovo album (il sesto) per la band di Boston che basa il sound su solide basi soul e rhythma and blues, aggiunge un po' di FM rock, melodie facili, enfasi yankee e confeziona un prodotto genuino e di buona fattura.

THE APPLES - Dragonz
Sesto album per la band israeliana e poderoso esempio di potentissimo funk mischiato ad un lavoro eccellente di d DJ che scratchano alla grande e a melodie medio orientali accattivanti che rendono il tutto originalissimo.
Notevole !

BEN LAMAR GAY - Downtown Castles Can Never Block the Sun
Trobettista di Chicago con un esordio molto interessante, per quanto ostico e sperimentale.
Nei quindici brani entrano jazz, funk, sonorità brasiliane, elettronica, sperimentazione, ambient, noise, techno. Un album che guarda avanti, avanguardia sonora e stilistica.

JAMES CREOLE THOMAS - Omas Sextet
Band di stanza nelle Isole Mauritius ma che assembla elementi da Haiti e Louisiana. New jazz in cui convergono funk, ritmiche hip hop, sonorità caraibiche, gusto dub e un grande groove. Molto interessante.

DANA MURRAY - Negro Manifesto
Il batterista Dana Murray in coppia con il saxofonista JD Allen e una serie di cantanti e rapper presenta un lavoro in cui jazz, sperimentazione, spiritual jazz, contaminazioni di ogni tipo, scrivono un "manifesto" musicale piuttosto ostico che talvolta riporta ad Alice Coltrane o Nicole Mitchell.
Avantgarde.

JANELLE MONAE - Dirty computer
Terzo album per la genietta americana. Tanto popfunk, tanto Prince, tante intuizioni, una stupenda intro con Brian Wilson, belle cose ma una dimensione molto, troppo, pulita e "plastica". Comunque sempre interessante e piacevole.

IACAMPO - Fructus
Iacampo è uno dei migliori artisti/cantautori in circolazione in Italia. Mai banale, immediatamente riconoscibile, autore raffinato e sopraffino, ricercatore di suoni poco praticati nelle nostre tristi lande creative. Nel terzo e conclusivo capitolo di una trilogia discografica che ha avuto nel precedente FLORES un vero e proprio capolavoro, riesca ancora a superarsi con un magnifico disco in cui confluiscono canzone d'autore, influenze mediterranee, caraibiche e brasiliane, miscelate con una grazia e una sapienza magistrali. Un vero gioiello.

THE GAGS - Götterdämmerung
Abitualmente si fa risalire la nascita del punk italiano ai primi anni 80. Erroneamente. Già prima, seppur in pochi, ci fu chi abbracciò il nuovo trend e provò a portarlo nella penisola. I milanesi Gags già nel 1978 erano attivi e alla ricerca di un sound originale e personale che rivive in questa preziosissima ristampa con 18 brani inediti. La band fu sfortunata e si sciolse presto lasciando però una lunga serie di registrazioni che evidenziano creatività e urgenza, dalle parti del primo Adam Ant. Affascinante.

FERRANIACOLOR - Alfabeto illustrato
Davvero bello questo ep d'esordio per gli ex Panoramics storica indie band attiva tra gli 80 e i 90.
Con l'unico difetto di essere troppo breve. La solarità dei quattro brani inclusi è travolgente, una boccata d'aria fresca e pulita grazie ad un pop intelligente e maturo che assorbe influenze lounge, bossa, jazz, wave, soul.
A tratti ricordano la fulgida esperienza dei Delta V ma la personalità che trasuda da ogni nota ci fa fremere d'impazienza per l'album d'esordio prossimo venturo. Cantano e collaborano Tommaso Cerasuolo, voce deiPerturbazione, Gabriella Rinaldi, Eugenio Cesaro degli Eugenio in via di gioia, Simona Boo, vocalist dei 99 Posse e dell’Orchestra di Piazza Vittorio.

RIMOZIONE - Come un'onda
Attiva dal 1994 con il nome di Rimozione Koatta la band torinese toglie "koatta" diventa solo Rimozione e dà alle stampe il sesto album della lunga carriera. Non cambia la (fortunata) formula: ska (talvolta contaminato altre volte affine alla purezza originale), rocksteady, reggae con gran finale riservato ad una versione di "Sole spento" dei Timoria con ospite Omar Pedrini. Nove brani suonati alla perfezione, con la giusta carica e un'attitudine totale.

KILLER KLOWN - Crappy circus
La band torinese è in circolazione dal 1994 e ormai non si contano i concerti, i dischi, i tour, i cambiamenti di formazione. Quello che rimane è la loro classica impronta rock 'n' roll, di quello selvaggio, abrasivo, travolgente, tra Stooges, Cramps, Fuzztones, Sonics, Miracle Workers, il blues malato di Screamin Jay Hawkins.
I dieci nuovi brani sono programmatici in tal senso e ci consegnano un album perfetto per chi ama questo tipo di sonorità.

A TOYS ORCHESTRA - Lub Dub
Ogni album della band campana è un passo in avanti verso un sound sempre più personale, intrigante, ricco delle più svariate influenze che finiscono per confluire in un profilo artistico distintivo, colto, raffinato. LUB DUB è un lavoro emozionante e seducente da dove è facile percepire echi dal Lou Reed e dal David Bowie di metà anni 70, carezze di sapore Arcade Fire, brani solenni dall'incedere austero, romantico, malinconico. Ancora una volta a ribadire un ruolo di primo piano nella scena alterative italiana.

DIRTY TRAINLOAD - Revolution and crime
Quarto album per la band pugliese guidata da Bob Cilio. Con la formazione ampliata a trio si conferma coerente al consueto sound intriso di blues, sporco e ruvido, garage punk, country, il tutto proposto con la consueta verve e un tiro comune a pochi. Genuini, sinceri, diretti, i 13 brani viaggiano alla velocità della luce. Ottimo.

ASCOLTATO ANCHE:
STEPHEN MALKMUS (un buon album, un po' psych, un po'sghembo, un po' pop, bello da ascoltare), RYLEY WALKER (meno folk jazz dei precedenti e meno convincente), BOMBINO (sempre interessante il desert funk rock del grande chitarrista Tuareg), COURTNEY BARNETT (molto incensata ma a parer mio piuttosto anonima), JACK MASON TRIO (puro Jimmy Smith Hammond style, piacevole), ROBIN MC KELLE (elegante e soffuso soul jazz), MIDDLE CLASS (sciapo alt rock), ICEAGE (noioso alt rock), SEAN KHAN (ottimo lavoro di jazz dalle influenze di musica brasiliana), LIZ VICE (gospel soul solenne ma anche "moderno"), NEKO CASE (carino), BEADY BELLE (soft jazz funk, innocuo ma gradevole)

LETTO

STEFANO SPAZZI - Beat in rosa
Nell'affollatissimo marasma di gruppi beat degli anni 60 sono spesso sfuggiti all'attenzione una serie di nomi molto particolari.
Quelli delle beat band tutte femminili.
In effetti nomi come Le Scimmie, Le Snobs, Le Stars, Le Pupille, Le Najadi, Ambra Borelli e le Gatte, Le Svitate possono dire poco ma le loro storie sono affascinanti e interessanti.
Vissero tutte per poco tempo, spesso ostracizzate dai colleghi maschi e dall'ambiente piuttosto misogino e sessista ma hanno lasciato una coraggiosa eredità e storie incredibili (vedi il tour di tre mesi delle Stars nel Vietnam sconvolto dalla guerra suonando nelle basi americane talvolta attaccate dai Viet Cong).
Stefano Spazzi, sull'esempio di "Ciglia ribelli" di Claudio Pescetelli, è andato a scavare in quelle esperienze, contattato le protagoniste, spesso intervistate e ricostruito la storia di queste pioniere.
C'è tanta ingenuità ma anche un'urgenza, un'esplosione giovanile, una freschezza a tratti commovente.
Corredano il libro un'intervista esclusiva a Mita Medici e interventi di vari collaboratori (oltre ad un corposo inserto fotografico).

STEVEN BLUSH - New York Rock
E' cosa nota ma rimane impressionante constatare, una volta che l'elenco ti scorre davanti agli occhi, quanti nomi essenziali, imprescindibili, assolutamente determinanti nella musica rock e nella cultura “alternativa”, siano nativi di New York.
Giusto per dirne qualcuno: Velvet Underground, Lou Reed, New York Dolls, Patti Smith, Talking Heads, Ramones, Blondie, Beastie Boys, Johnny Thunders, tutta la No Wave, Kiss, Sonic Youth, Willy De Ville, Strokes.
Senza dimenticare le decine di mitici locali (CBGB'S...), personaggi affini alle varie scene musicali (Andy Warhol su tutti), negozi di dischi, etichette.
Steven Blush, new yorkese doc, è da lungo tempo un profondo studioso di tutto quanto si è sempre mosso nella città e non solo in ambito underground.
A lui si deve questo certosino affresco sulla storia del rock a New York.
La particolarità del libro è che Blush svolge un ruolo di collettore tra le dichiarazioni di oltre mille e cinquecento personaggi coinvolti dagli anni 60 ad oggi, dai nomi più importanti a semplici frequentatori di locali o fan dei gruppi.
Testimonianze senza filtri, spesso spietate e crude ma che rendono alla perfezione l'idea di quello che era ed è la “New York Rock”.
Il comune denominatore è l'abuso sterminato di droghe di ogni tipo, eccessi, violenza, disagio, degrado, creatività estrema.
In mezzo migliaia di nomi di band sconosciute, locali vissuti qualche mese, aneddoti preziosi e incredibili. Un testo importante e godibilissimo.

EZIO GUAITAMACCHI - Atlante Rock: Viaggio nei luoghi della musica
Un suggestivo e interessantissimo viaggio nei luoghi del rock (per intenderci da Woodstock a Carnaby Street, dal CBGB al Marquee), dove sono successe le cose e dove l'epopea è iniziata (o finita). Guaitamacchi gira soprattutto gli States, da New York a Chicago, lasciandoci un'infinità di dettagli, indirizzi, suggerimenti, aneddoti (spesso poco conosciuti) che rendono questo libro una vera e propria guida turistica da portare con sè in caso di vista di certi posti.
Prezioso e curioso.

SALVATORE LA PORTA - Less is more
Interessante lettura sull'arte di non possedere niente o comunque il meno possibile, liberandoci dalla schiavitù della proprietà ad ogni costo, dell'accumulo insensato.
Non si tratta di una guida su come risparmiare ma semplicemente (attraverso anche una serie di citazioni letterarie da Jack London a Mark Twain a Kafka) un saggio che ci porta a riflettere su quanto il possesso sia fondamentalmente poco utile ad una vita felice.
Opinione talvolta discutibile, filosoficamente però impeccabile.

JOHN STEINBECK - La luna è tramontata
Agile, efficace, diretto, minimale. Un piccolo paese occupato da forse straniere (riferimento esplicito alla Germania nazista che invase la Norvegia). Le violenze, la resistenza in un sottile gioco delle parti in cui alla fine entrambi i soggetti sembrano diventare meccanismi impotenti di una realtà più grande di loro. Personaggi perfettamente delineati e magnificamente dipinti. Grande libro

COSE VARIE
Ogni giorno mie recensioni italiane su www.radiocoop.it, ogni domenica "La musica ribelle", una pagina sul quotidiano "Libertà", ogni mese varie su CLASSIC ROCK.
Occasionalmente su "Il Manifesto".

Sul sito di RadioCoop (www.radiocoop.it) ogni lunedì va in onda il TG musicale "3 minuti con RadioCoop" condotto da me , Carlo Maffini e Paolo Muzio.

Le varie puntate sono qui:
https://www.youtube.com/playlist?list=PLq4GWqezsdXQktNFF5Mai9q0NA4e7CMH4

IN CANTIERE

E' uscito il 27 marzo la riedizione aggiornata del libro su GIL SCOTT HERON "Gil Scott Heron. The black Bob Dylan" per Volo Libero Edizioni.

Prossime presentazioni a:
GIOVEDI' 5 LUGLIO: TRAVO (PC) “Piazza”

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