martedì, novembre 27, 2007
Morire di carcere
Estratti da un articolo da www.peacereporter.net di Luca Galassi
Trentanove detenuti suicidi dall'inizio dell'anno
Nelle carceri italiane si continua a morire. Per omicidio, per malattia, per overdose, per 'cause da accertare'.
Ma soprattutto per suicidio.
I detenuti si tolgono la vita con una frequenza venti volte maggiore rispetto alle persone libere.
Spesso, lo fanno negli istituti dove le condizioni di vita sono peggiori: strutture fatiscenti, con poche attività ricreative, con scarsa presenza del volontariato.
A ottobre si sono suicidate sette persone.
Trentanove dall'inizio dell'anno.
Quattrocentoventotto dal 2000. I 'casi' registrati dal centro di documentazione 'Ristretti Orizzonti', la fonte più ricca e aggiornata in materia di carceri, non rappresentano però la totalità delle morti che avvengono all'interno dei penitenziari. Sono quelle ricostruire in base alle notizie dei giornali, delle agenzie di stampa, dei siti internet, delle lettere che scrivono i volontari o i parenti dei detenuti. Molte morti passano ancora sotto silenzio, nell'indifferenza dei media e della società.
Un terzo sono giovani.
Alcuni eventi della vita detentiva, poi, sembrano funzionare da innesco rispetto alla decisione di'farla finita': il trasferimento da un carcere all’altro (a volte anche solo l’annuncio dell’imminente trasferimento, verso carceri e situazioni sconosciute), l’esito negativo di un ricorso alla magistratura, la revoca di una misura alternativa, la notizia di essere stati lasciati dal partner.
Abbastanza rari, invece, sembrano essere i casi di suicidio direttamente connessi all’arrivo della sentenza di condanna. Circa un terzo dei suicidi aveva un’età compresa tra i 20 e i 30 anni e, più di un quarto, un’età compresa tra i 30 e i 40. In queste due fasce d’età il totale dei detenuti sono, rispettivamente, il 36 percento e il 27 percento: quindi i ventenni si uccidono con maggiore frequenza, rispetto ai trentenni. Nelle altre fasce d’età le percentuali dei suicidi non si discostano molto da quelle del totale dei detenuti.
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E Mastella intanto si fa le seghe
RispondiEliminapurtroppo il problema delle carceri in italia è ben noto...sovraffollamento..condizioni interne...strutture e riabilitazione...non solo nei carceri ma ancora prima nei riformatori...e ancora prima nel motivo per cui un soggetto va in carcere...la trafile...la semplicità e la disuguaglianza...il tenore che hanno alcuni "ospiti" rispetto ad altri...la convivenza forzato con persone che hanno commesso da un crimine atroce ad un altro che ha commesso ben poco...viviamo nel paese dei balocchi...forse del panettone balocchi però...chi la fà più grossa paga meno...o forse manco non paga...
RispondiEliminawww.comunicazionepolitica.splinder.com
RispondiEliminauna brutta storia, purtroppo vera, detto da un frequentatore (sono avv, beninteso) di quelle situazioni...
un salutone al grande tony ed al suo amico Mauro
stef
Cipelli no?
RispondiEliminaE alla luce di questo un paio di fatti che rendono il tutto ancora più raccapricciante e addirittura grottesco:
RispondiElimina°°°
"Il rom che uccise 4 ragazzi con il suo furgone, usato da un agente di moda per creare la «Linearom»."
°°°
"Corona prosciolto: "Non ricattò Totti"
Il Gip: "Un accordo privato, nessun reato". Archiviazione anche per Lele Mora"
Con un fondo interessante di Francesco Merlo:
http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/cronaca/corona-processo/polemica-merlo/polemica-merlo.html