L'amico LEANDRO GIOVANNINI ci ha aiutati ad esplorare l'ambito dello YACHT ROCK (qui: https://tonyface.blogspot.com/search/label/Yacht%20Rock ) in otto interessantisisme puntate che hanno trovato particolare apprezzamento.
Andiamo oltre approfondendo sempre grazie al suo aiuto un contesto ancora più particolare e "oscuro": il CITY POP.
I precedenti post sono qui: https://tonyface.blogspot.com/search/label/City%20Pop
TATSURO YAMASHITA
Tatsuro Yamashita, nato a Tokyo nel 1953, è uno dei pilastri del City Pop, capace di fondere magistralmente influenze occidentali con la sensibilità musicale giapponese. La sua carriera inizia con i Sugar Babe, lasciando subito un’impronta nella scena musicale nipponica. Dal 1976 Yamashita si afferma come artista solista, noto per la sua ossessione per la perfezione sonora e per la capacità di reinterpretare il pop occidentale con una visione unica.
DISCOGRAFIA ESSENZIALE
CIRCUS TOWN (1976, RCA)
Circus Town (1976) di Tatsuro Yamashita non è il suo debutto, avvenuto nel 1972, ma segna l’inizio della sua carriera come innovatore del pop giapponese. Sebbene acerbo, l’album rivela già il suo talento nel rinnovare il pop giapponese, mescolando sonorità del westcoast pop americano.
La divisione in due parti, New York Side e Los Angeles Side, riflette la sua capacità di esplorare influenze diverse: dalla disco sofisticata in stile Philly Sound alla musica intima del Laurel Canyon. Pur non raggiungendo le vette degli album successivi, Circus Town anticipa il genio di Yamashita e la sua fusione unica di influenze globali e giapponesi.
SPACY (1977, RCA)
Con Spacy (1977), Yamashita non si limita a definire un genere emergente, ma lo rappresenta con una visione chiara e innovativa.
L’album, che prefigura il City Pop, è caratterizzato dalla partecipazione di artisti di grande rilievo come Haruomi Hosono e Ryuichi Sakamoto, che contribuiscono a un sound ricco e variegato. Rispetto al lavoro precedente, Spacy mostra un’evoluzione stilistica, con sonorità eteree e una fusione perfetta di West Coast, jazz e blues. Brani come Candy e Dancer esemplificano questa sintesi, mentre l’influenza di Brian Wilson è evidente in due tracce. La conclusione con Solid Dancer rappresenta un ritorno al West Coast pop, ma con una raffinatezza unica. Spacy mantiene una freschezza senza tempo, capace di attrarre tanto gli appassionati di City Pop quanto le nuove generazioni.
GO AHEAD!(1978, RCA)
Go Ahead!(1978) si apre con il potente brano funk Love Celebration, che richiama gli Earth, Wind & Fire, e prosegue con una fusione brillante di jazz, funk, soul e pop. Tracce come Let’s Dance Baby, Bomber e la toccante The Whispering Sea mostrano l’evoluzione stilistica di Yamashita e la sua abilità nell’incorporare vari generi.
Il funk ritorna con Paper Doll, mentre This Could Be The Night rievoca lo stile dei Beach Boys, filtrato dalla tecnica del wall of sound. L’album si chiude con 2000T of Rain, un brano pop straordinario. Sebbene inizialmente criticato per la sua apparente disorganicità, Go Ahead! è stato riconosciuto col tempo come un capolavoro, anche se la grandezza di Yamashita non era ancora al culmine.
MOONGLOW (1979, Air Records)
Nel 1978, Yamashita pubblica altri due album: Pacific, un lavoro strumentale in collaborazione con Haruomi Hosono e Shigeru Suzuki, e il live It’s Poppin’ Time. L’anno successivo, nel 1979, arriva Moonglow, il suo esordio con un’etichetta indipendente che gli offre maggiore libertà creativa. L’album segna un passo importante nella sua carriera, con una voce più precisa e arrangiamenti raffinati.
Moonglow si distingue per le sue mid-ballad in stile yacht rock, anticipandone le sonorità future. Brani come Full Moon e Funk Flushin’ (un pezzo disco/funk) evidenziano la varietà dell’album, che include anche la soul Hot Shot e la funk Yellow Cab, quest’ultima una riflessione sulla vita come viaggio. L’album si chiude con una traccia pop solare scritta da Minako Yoshida. Moonglow resta nella classifica Oricon per oltre cinquanta settimane, sottolineando il suo grande impatto nel panorama musicale giapponese.
RIDE ON TIME (1980, Air Records)
L’inizio degli anni Ottanta segna un periodo di grande creatività per Tatsuro Yamashita, che con Ride On Time (1980) raggiunge la piena maturità del City Pop. L’album trasforma influenze occidentali in un linguaggio musicale nuovo e originale, creando un suono autentico. Sebbene inizialmente confinato al mercato giapponese, Ride On Time è un capolavoro che solo decenni dopo verrà apprezzato a livello internazionale.
L’album spazia dal solare City Pop di Someday e Daydream al funk energico di Silent Screamer, fino a brani più morbidi come Summer e My Sugar Babe. Altri momenti eleganti includono la balearic No Tobira e la ballad jazz Rainy Day. Con Kumo no Yukue ni, Yamashita esplora lo yacht rock, e l’album si chiude con la dolce ballad Oyasumi (Kissing Goodnight). Ride On Time consolida Yamashita come una figura centrale nel panorama musicale giapponese, ma il meglio doveva ancora arrivare.
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FOR YOU (1982, Air Records)
Nel 1981, Yamashita si dedica a un tour in Giappone senza nuove uscite discografiche, ma l’inizio dell’anno segna l’arrivo di For You (1982), considerato il suo capolavoro definitivo e uno degli album più significativi del City Pop. L’album si apre con il riff iconico di Sparkle, un brano funk travolgente, seguito da Music Book, un pezzo luminoso in stile yacht rock. La cover di Morning Glory, originariamente di Mariya Takeuchi, è reinterpretata da Yamashita con un tocco più intimo e rilassato. Altri momenti dell’album includono la blues ballad Futari, le sonorità brasiliane di Loveland Island, e il funky Love Talkin’.
Hey Reporter è un’invettiva contro i paparazzi, mentre Your Eyes chiude l’album con una ballad romantica.
La ristampa include anche la bonus track あまく危険な香り (That Sweet & Dangerous Scent), un mid-tempo irresistibile. For You si distingue per la qualità delle canzoni, gli arrangiamenti impeccabili e la produzione sofisticata, paragonabile a quella degli Steely Dan. Resta una pietra miliare del City Pop e una delle vette più alte di Yamashita.
STILE E IMPATTO
Yamashita eccelle come produttore, arrangiatore e polistrumentista, mantenendo una meticolosità rara. Le sue opere catturano l’essenza del Giappone moderno degli anni ’70 e ’80, intrecciando storie personali e collettive con un’estetica sonora ricca e sofisticata. Nonostante la scarsa distribuzione internazionale, il suo fascino è stato riscoperto con l’esplosione globale del City Pop.
EREDITA’
L’approccio unico di Yamashita ha trasformato il City Pop in un linguaggio musicale universale, rendendolo un artista fondamentale per comprendere questa scena e il suo impatto sulla musica contemporanea, anche se in Occidente lo abbiamo scoperto solo in un secondo momento.
CASIOPEA
Nati a Tokyo nel 1976, i Casiopea sono stati protagonisti della scena jazz fusion, grazie al loro virtuosismo tecnico e alle composizioni innovative. Fondati da Issei Noro, Minoru Mukaiya, Tetsuo Sakurai e Takashi Sasaki, hanno debuttato nel 1979 con l’album Casiopea, che li ha resi subito celebri nella fusion giapponese. Il loro sound, che unisce jazz, funk, rock e pop, è arricchito da un uso avanzato di strumenti elettronici. Collaborazioni con artisti di spicco come Harvey Mason e i Brecker Brothers hanno ulteriormente arricchito il loro percorso.
Negli anni ’80 hanno pubblicato un album live di culto come Mint Jams (1982). Nonostante i cambi di formazione, la band ha mantenuto il suo livello musicale sotto la guida di Noro.
Dischi consigliati:
Casiopea - (1979, Alfa Music Inc.)
Mint Jams - (1982, Alfa Music Inc.)
CHO KOSAKA
Nato nel 1948, Chu Kosaka è stato un pioniere del pop giapponese e del movimento City Pop. Dopo gli esordi con The Floral e il gruppo April Fool, al fianco di Haruomi Hosono e Takashi Matsumoto, intraprende una carriera solista.
Nel 1975 pubblica il capolavoro Horo, che segna una svolta dal folk rock a uno stile innovativo: il Wasei-R&B, una fusione di blues, folk, soul e R&B. Considerato una pietra miliare della musica giapponese, Horo è apprezzato anche dagli ascoltatori occidentali per l’autenticità e la profondità della voce di Kosaka. Nel 2010, l’artista ha realizzato un remake dell’album, dimostrando ancora intensità e passione.
Disco consigliato:
Horo - (1975, Alfa Music Inc.)
HARUOMI HOSONO
Haruomi Hosono, nato a Tokyo nel 1947, è una figura fondamentale della musica giapponese, considerato un pioniere del City Pop e uno degli artisti più influenti del suo tempo. Ha iniziato la sua carriera negli anni ’60 con gli April Fools, ma è con il lavoro solista e la Yellow Magic Orchestra (YMO) che ha raggiunto lo status di leggenda. Hosono è noto per la sua capacità di reinventarsi e sperimentare, attraversando generi e influenze con una visione unica.
Tra i suoi album più significativi spiccano Hosono House (1973), un’opera che mescola folk, country, psichedelia, west coast e afrobeat, e Paraiso (1978), un disco che abbraccia il tropicalismo e i sintetizzatori, fondendo elementi di musica brasiliana, sudamericana e giapponese. Paraiso segna la fine della fase folk di Hosono e anticipa il suono globale e sofisticato del City Pop. Entrambi gli album, pur nella loro diversità, mantengono una coerenza artistica e una profondità che ne fanno pietre miliari della sua carriera.
Con la fine della YMO, Hosono si è dedicato alla musica elettronica sperimentale e all’ambient, ampliando i confini della musica giapponese e globale. Il recente interesse per il City Pop ha riportato alla luce il suo immenso contributo, facendo riscoprire la modernità e la genialità delle sue opere, che continuano a ispirare ascoltatori e musicisti in tutto il mondo.
Dischi consigliati:
Hosono House - (1973, King Record Co. LTD)
Paraiso - (1978, Alfa Music Inc.) Disco a nome Haruomi Hosono & The Yellow Magic Orchestra
HIROMI GO
Hiromi Go, noto principalmente come pop idol giapponese, ha lasciato un segno nella storia del City Pop con l’album Superdrive (1979). Fino a quel momento, la sua carriera era stata costruita su brani pensati per conquistare il pubblico adolescente, grazie al suo fascino e alla sua presenza scenica. Deciso a reinventarsi, Hiromi si trasferì a New York per registrare un album che catturasse le sonorità della città.
Per Superdrive, collaborò con la 24th Street Band, composta da musicisti americani di talento come Hiram Bullock, Will Lee, Steve Jordan e Clifford Carter. L’album esplora un mix di disco, funk, soul, latin e yacht rock, interpretati attraverso lo stile del City Pop. Tuttavia, la voce di Hiromi, monocorde e poco espressiva, appare meno adatta a queste sonorità.
Nonostante questo limite, il disco offre brani ben eseguiti e piacevoli, pur senza raggiungere lo status di capolavoro.
Disco consigliato
Superdrive - (1979, Sony Music)
HIROSHI SATO
Hiroshi Sato, nato nel 1947 a Shiran, Kagoshima, è una figura di culto nel city pop giapponese, noto per la sua fusione di jazz, pop ed elettronica. La sua musica è caratterizzata da sintetizzatori, armonie complesse e atmosfere sospese, evocando paesaggi notturni delle metropoli giapponesi. Sebbene non cercasse il successo commerciale, la sua opera è stata riscoperta come fondamentale per il genere.
I suoi album Time (1977) e Awakening (1981) sono cruciali per capire il suo stile. In Time, Sato esplora il jazz fusion con arrangiamenti sofisticati, evitando i cliché del genere e mantenendo un uso contenuto dei sintetizzatori.
Sebbene il pop sia ancora marginale, i suoi brani più accessibili mostrano una qualità artistica notevole. In Awakening, Sato abbraccia il yacht-rock e il synth-pop, con una perfetta combinazione di elettronica e pianoforte. L’album include anche una reinterpretazione dance/funk di “From Me to You” dei Beatles e tutte le canzoni sono cantate in inglese. Sato resta una figura chiave nel city pop, capace di fondere sperimentazione e melodia in un linguaggio unico.
Dischi consigliati
Time - (1977, Wave Concept)
Awakening - (1982, Alfa Records) A nome Hiroshi Sato featuring Wendy Matthews
YELLOW MAGIC ORCHESTRA
Inserire la YMO (Yellow Magic Orchestra) nel contesto del City Pop non è una forzatura, poiché i membri Haruomi Hosono, Ryuichi Sakamoto e Yukihiro Takahashi hanno avuto un ruolo cruciale nello sviluppo del genere. Hosono, ex membro degli Happy End, ha contribuito a gettare le basi del City Pop, mentre Sakamoto e Takahashi sono stati arrangiatori e produttori per vari artisti di “New Music”, termine che designava il City Pop in Giappone.
Il loro album Naughty Boys (1983) è il loro lavoro più pop e il maggiore successo commerciale, rappresentando l’ultimo album synth-pop giapponese a raggiungere la vetta della classifica Oricon, un record mantenuto fino al 2008. In questo album, la YMO applica l’esperienza acquisita come produttori, creando un synth-pop sofisticato che si confronta con le produzioni occidentali.
Sebbene Naughty Boys contenga il brano “Kimi Ni Mune Kyun - Uwaki Na Vacance”, un pezzo tipicamente City Pop, gran parte dell’album esplora un techno-pop sofisticato ma accessibile.
Inoltre, il contributo di Bill Nelson, ex Be-Bop Deluxe, con la sua chitarra, aggiunge una dimensione unica, integrandosi perfettamente con i synth e arricchendo il sound complessivo.
Disco consigliato:
Naughy Boys - (1983, Alfa Records)
GINJI ITO
Ginji Ito è stato un cantautore e produttore giapponese influente nella scena del City Pop degli anni ‘70 e ‘80, anche se oggi è poco ricordato. Ha partecipato al progetto NIAGARA TRIANGLE Vol.1 con Tatsuro Yamashita e Eiichi Ohtaki, ed è stato arrangiatore e produttore per artisti come Kenji Sawada e Ann Lewis. La sua carriera da solista iniziò nel 1977 con l’album Deadly Drive, pubblicato sotto l’etichetta Asylum.
Deadly Drive è un album raffinato che mescola generi come westcoast pop, jazz e rock. Pur non essendo rivoluzionario, offre un’esperienza musicale elegante e rilassata. Tra i brani notevoli ci sono “Sweet Daddy” (funky jazz alla Crusaders), la ballata soul “Konukaame”, il funk strumentale “King Kong” con un originale uso del talk-box, e una versione reggae di “I’m Tellin’ You Now” dei Freddie and The Dreamers. L’album esplora anche il latin con “Anotoki Wa Doshaburi” e si conclude con una blues-ballad dalle sfumature soul.
Disco consigliato:
Deadly Drive - (1977, Asylum Records)
TOSHIKI KADOMATSU
Toshiki Kadomatsu, nato nel 1960 a Tokyo, è un artista e produttore di rilievo nel panorama del City Pop, noto anche per il suo lavoro con Anri, in particolare nella produzione dell’album Timely, il capolvoro della cantante giapponese. Sebbene le sue opere siano radicate nel City Pop, Kadomatsu distingue il suo stile con sonorità notturne che fondono funk, disco e boogie, creando un suono cosmopolita che mescola vibrazioni urbane giapponesi e americane.
Il suo album più celebrato, After 5 Clash, potrebbe facilmente essere scambiato per un lavoro di una band americana degli anni ‘80, grazie al groove deciso e avvolgente, reso dal basso slap e dai fiati. Nonostante la lingua giapponese, l’album trasmette un’energia pulsante tipica del funk e della disco. Tra i brani migliori spiccano “Maybe It’s Love Affair” (un classico Yacht Rock), “Will You Wait For Me” (un mid-tempo romantico e introspettivo) e la fusione di tradizione musicale giapponese in tracce come “Step Into The Light” e “Heart Dancing”, che mescolano funk, boogie, jazz e elementi del kabuki drum e dell’ondo. After 5 Clash rimane un capolavoro del City Pop, un album elegante e sofisticato che continua a essere apprezzato anche oggi.
Dischi consigliati:
After 5 Clash - (1984, Air Records)
Gold Digger ~With True Love~ - (1985, Air Records)
TAKAKO MAMIYA
Takako Mamiya, conosciuta come “la donna misteriosa del City Pop”, pubblicò nel 1982 Love Trip, un album che è oggi considerato un capolavoro del genere. Nonostante la qualità delle sue canzoni e il supporto di musicisti di alto livello, come Yoshihiro Naruse dei Casiopea, l’album non ebbe il successo commerciale dovuto alla limitata promozione della piccola etichetta Kitty Records. Love Trip si distingue per il suo sound raffinato e le atmosfere notturne, tipiche delle produzioni di David Foster per artisti come Dionne Warwick e Al Jarreau.
La voce di Mamiya è caratterizzata da una delicatezza e da uno stile più occidentale rispetto alle cantanti giapponesi dell’epoca, che la rende particolarmente apprezzata anche al di fuori del Giappone. I brani dell’album, che trattano di amori perduti e nostalgia, sono tutti memorabili e hanno acquisito status di culto nel tempo. Nonostante il mistero che circonda la sua scomparsa dalla scena musicale, Love Trip rimane uno dei punti più alti del City Pop, un vero tesoro per gli appassionati, e ad ogni ristampa di Love Trip, questa va subito esaurita.
Disco consigliato:
Love Trip - (1982, Kitty Records)
martedì, gennaio 28, 2025
City Pop. Gli imprescindibili. Parte seconda
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