lunedì, ottobre 08, 2012

Di cosa parliamo quando parliamo di musica: età e creatività



Una rubrica (che nel titolo cita un racconto di Raymond Carver) che cerca di definire ciò di cui parliamo quando parliamo di musica.
Ovvero una visione personale di quello che è la musica oggi in tutte le sue componenti (dischi/album, concerti, registrazione,video, etichette, distribuzione, promozione etc)


Il 2012 ha segnato il ritorno discografico di un un buon numero di “vecchi” del rock da Patti Smith, Stranglers e Springsteen ai ben più attempati Dylan, Van Morrison, Leonard Cohen per fare qualche nome.
In alcuni casi con dischi dignitosi, altre volte (Patti Smith e Leonard Cohen) con lavori a livello di eccellenza.
Il problema nasce quando in OGNI valutazione (anche le mie) si parte dal presupposto che “considerando l’età ha fatto un buon disco”.

DUNQUE IL "ROCK" HA UN LIMITE D'ETA' OLTRE IL QUALE SI PRESUPPONE CHE NON SI POSSANO PIU' SCRIVERE CAPOLAVORI ?

Un musicista “rock” di 60/70 anni deve essere per forza valutato in base all’età ?
Gli eventuali prossimi album di Who, Paul McCartney, Stones,Bowie (improbabile...) ad esempio, saranno “buoni/ottimi/dignitosi , considerata l’età” ?
O semplicemente buoni o cattivi dischi e punto ?

Non sono mica calciatori....

25 commenti:

  1. "Hope I die before I get old...."(Pete Townshend-My Generation). Paul 67

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  2. Eh eh è stato il primo a dimenticarsene...e continua a portare in giro il carrozzone Who con uno senza voce.

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  3. Devo stare piú attenta quando leggo (sará che tendenzialmente mi fido poco di chi scrive recensioni, di qualunque tipo esse siano) ma io non ho mai sentito come "pressante" l'etá matura in un artista. Mi sembra piuttosto il discorso opposto: ovvero l'aver fatto un buon prodotto a dispetto della giovane etá...
    Da gente della generazione (e soprattutto del calibro) di Jagger o della Smith io mi aspetto, naturalmente cose egregie, proprio perchè filtrate dall'esperienza e partorite da menti che hanno lavorato attraverso gli anni.
    ...ma davvero c'è questo atteggiamento verso gli over??? Mah, io preferisco pensarla come una tua provocazione del lunedi mattina ;-)

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    1. La tendenza che ho riscontrato nelle recensioni relative agli ultimi di Van Morrison, Patti Smith, Dylan etc è che sono ottimi dischi "se si considera l'età".
      A parte che la Smith ha fatto uno dei migliori dischi della sua carriera (secondo me) l'approccio è (molto spesso) quello di avere un occhio di riguardo perchè si tratta di "vecchi leoni" che provano a ruggire ancora una volta.

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  4. L'eta in se'non significa granche',la carriera di diversi personaggi del rock e''a volte una ricerca interiore personale,esempio lampante Bowie o Dylan.Creativita'e maturita'personale.C'e'chi si brucia nel giro di un paio di dischi,chi invece e'piu'costante e attuale.Forse il segreto della longevita'musicale sta nel rimanere attuali e mantenere la propria integrita'individuale creativa. Paul67

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  5. Discorso complicato.
    Dipende molto da cosa si cerca in un disco: se però stiamo parlando di "rock" possiamo ipotizzare che cose come freschezza, energia, originalità abbiano una certa importanza, e cose come maturità, professionalità, raffinatezza ne abbiano un po' meno.

    Ma poi non è tanto l'età in sè, quanto la "carriera".
    Parti giovane ed entusiasta, poi se vai avanti e ne fai la tua carriera subentrano troppe cose che non vanno d'accordo con la creatività.
    Ma non a sessanta o settanta anni, bastano due o tre anni da rockstar probabilmente per realizzare l'importanza del tuo conto in banca nei confronti del rispetto dei fan.
    E anche senza essere rockstar, basta anche farne un "normale" lavoro per dover cominciare a fare i conti con le bollette da pagare e la spesa da fare.

    Lo so che è una super-iper-semplificazione, ma di massima è vero che i migliori lavori di qualsiasi artista rock siano i primi, e che quelli successivi siano inevitabilmente a calare.
    La musica diventa, nella migliore delle ipotesi, professionismo ed entertainment.
    Cose dignitosissime, ma che mi interessano poco.
    E soprattutto, molto poco "rock".

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  6. Poi ci sono anche i casi più unici che rari del soul man Charles Bradley che a 63 anni fa il primo album e ne salta fuori un discone !.

    Reputo improbabile che il prossimo dico degli Stones sia un capolavoro che possa rivaleggiare con "Exile" o "Sticky fingers" ma quando uscì "Bigger bang" (2005) , spazzò via anni di album di routine (e valanghe di "nuovi" gruppi)

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  7. Va detto,però,che questo tipo di pregiudiziali non esistono in altri campi musicali (come il jazz,la classica o il folklore) proprio perchè il rock è stato fin dagli esordi (con il rock'n'roll dei 50) identificato con la gioventù ed i miti dell'adolescenza : motociclette,rumore,esuberanze di ogni genere...
    oggi non è più così,ma da parecchio tempo...
    a mio modo di vedere bisognerebbe togliersi di dosso tutti questi clichè ultra-datati (il rock trasgressivo,volgare e drogato innanzitutto,che è una iattura),magari riprendendo gli aspetti più filosofici e culturali della musica (che non è solo "rock" ma è un mondo vasto e ricco di altre sfumatare),il che non significa rinunciare agli spunti creativi e liberatori che da decenni sopravvivono (grazie anche al rock stesso),ma possiamo contaminarli e RI-trasformarli,forse...

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  8. In effetti non ha senso porsi il problema dell' "età" (nel senso di anni di carriera): è solo uno dei tanti pregiudizi, nel quale spesso sono incappato anch' io.

    La musica è musica, punto.

    Dovremmo ascoltarla sempre come se fosse la prima volta: forse il problema della "vecchiaia" riguarda più l' ascoltatore...

    AndBot

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  9. Sono d'accordissimo (il senso del post è quello).
    Ascoltare la musica e stop.
    Che poi l'abbia fatto un punk indonesiano di 72 anni o un sedicenne di Quarto Oggiaro non deve fare differenza.
    Il dico è bello o no ?
    E' chiaro che di fronte al nuovo album di Dylan o di Macca, Bowie o Who un minimo di confronto con il passato giocoforza lo fai ma sarebbe bello non dover più leggere (nè scrivere come capita di fare anche a me) "nonostante l'età".

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  10. beh but Loretta Lynn o Johnny Cash hanno fatto dischi bellissimi over-70,..idem Compay Segundo,...o il Marione Carotenuto a 70 anni sfavillava ancora:)

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  11. Tony, Charles Bradley, ci sta: non è tanto l'età anagrafica quanto l'età della carriera. E' un disco di esordio e, volendo essere precisi, non è nemmeno un disco rock.

    Ursus, sono d'accordo: in altre musiche quelle pregiudiziali non ci sono, però il rock è anche quelle robe lì, gioventù, esuberanza, trasgressione, rumore, etc.
    Se manca quella parte, è un'altra cosa.
    Magari anche migliore, ma diversa.

    Il problema della vecchiaia e dell'ascoltatore, vero. Anche se ascoltare la musica e stop non è possibile: perchè sai sempre chi e cosa ascolti, e i pregiudizi ci sono sempre, sia negativi che positivi.
    Se fosse possibile "l'ascolto puro" i giudizi su qualsiasi disco sarebbero secondo me completamente diversi.

    Ma gli anni di "carriera" per me contano eccome: il rock è una musica piuttosto semplice e limitata, con gli anni è inevitabile perdere freschezza.
    Sarà anche un pregiudizio, ma a me vengono in mente centinaia di gruppi che hanno fatto dischi via via sempre meno interessanti, e forse un paio che hanno seguito la strada opposta...

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  12. Loretta Lynn, Johnny Cash, Compay Segundo, Marione Carotenuto non mi sembrano esattamente artisti rock.
    :)

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  13. Tornando a quelli citati nel post: Patti Smith: grande album, Dylan, Van Morrison: dignitosi, Leonard Cohen (rock non è ma da quelle parti): eccellente.
    Sto ascoltando il nuovo "Giants" degli Stranglers in attività dai mid 70's. Sbertucciato dalla critica lo trovo in vece fresco, godibile, con tante idee (magari vecchie ma comunque tante).
    Uno come McCartney sarà nel nuovo album di un gruppo italiano di "techno" insieme a Penny Rimbaud dei Crass...
    Gente che si rimette in gioco a 70 anni !

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  14. Certo, quando hai sul groppone anni ed anni di ascolti, i "rimandi" (di ogni tipo) partono automaticamente.

    L' ascolto puro è impossibile, ovvio. Ma sforzarsi di ascoltare senza pregiudizi è possibile, io sto cercando di farlo da un po' di tempo e ho riscoperto cose eccellenti.

    Per farlo è importante il confronto, lo scambio continuo di idee e impressioni, altrimenti ci si fossilizza sulle proprie abitudini.

    La maggior cultura (in ogni campo) dovrebbe corrispondere ad una più ampia apertura mentale, ad un più profondo senso critico generale e, naturalmente e soprattutto, ad una maggiore consapevolezza auto-critica.

    AndBot

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  15. Appunto...se non ti curi granchè dell'aspetto fisico ed eviti di riempirti di botulino o di farti stirare le rughe,il rock diventa un altra cosa,perchè è sempre stato legato direttamente ad un immaginario collettivo di un certo tipo : Elvis che balla "Jailhouse rock" nei tardi anni 50 è cosa ben diversa da quello che si rivide 20 anni dopo a Las Vegas,prima di lasciare la vita terrena...
    così come ritengo che molti artisti siano rimasti nel MITO,anche perchè sono scomparsi in età prematura (Hendrix,Brian Jones,Morrison ecc...) e che se così non fosse stato,oggi ne parleremmo in modo superficiale come si fa con gli attuali reduci dei sixties (bravissimi ancor oggi,magari,ma spesso irriconoscibili).
    Per questo non voglio rimanere legato al ROCK in se stesso e non mi faccio alcun problema se debbo andare a pescare da altre culture (folklore tradizionale,classica,oriente o altro) : del resto lo si è sempre fatto e nessuno si è mai posto il problema dell'età anagrafica di un sitarista indiano o di un suonatore di oboe nella filarmonica di Vienna.

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  16. Riciclo una vecchia citazione da "Vinile": "la differenza principale tra i miti (Ian Curtis) e le leggende viventi (Robert Smith) è che le ultime non essendo morte (per definizione) hanno tutto il tempo che vogliono per ingrassare, sputtanarsi e arricchire."

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  17. Si, ma anche per vivere (che non è mai una passeggiata per nessuno) e, nel caso di un musicista, per fare dischi e metterci, comunque, la faccia.

    Nonostante io ami molte band da "un disco epocale e via", trovo che sia molto più difficile portare avanti una carriera fra alti e bassi, fra cadute di tono (anche pesanti) e, a volte, insperate risalite.

    E' la vita con le sue aporie: cosa c' è di più coerente che accettarla per intero?

    AndBot

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  18. ...mi piace tirarmela un po'...

    AndBot

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  19. Ne faccio anche un uso un po' improprio, utilizzando il termine "aporia" come sinonimo di "contraddizione": in realtà ha più a che fare con "insolubilità", con un problema irrisolvibile.

    Chiedo venia, ma io certe contraddizioni le vedo così.

    ...venia...

    AndBot

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  20. AndBot, ma certo che è più difficile vivere.
    Stavamo parlando degli eroi del rock che muoiono giovani e belli, al contrario dei sopravvissuti che invecchiano e, quasi sempre, si sputtanano.
    Ovvio che se muori non puoi più sputtanarti (anche se, parlando di musica, di solito si trova qualcuno che si occupa di farlo in vece tua)
    Ma perchè per chi non muore lo sputtanamento deve essere quasi una regola?



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  21. Aporie! ah ah ah...

    AndBot

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  22. sono aporie,Allelimo..
    ahahah!
    C

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  23. ah ah ah, fantastico!

    "aporie"
    L'ho capita adesso!

    rofl
    :)

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