sabato, ottobre 29, 2011

Vinylmania - When Life Runs at 33 Revolutions





Il documentario Vinylmania - When Life Runs at 33 Revolutions per Minute tratta della bellezza e del fascino del vinile, quell’oggetto dato per morto un po’ di tempo fa ma che invece ostinatamente resiste, aumenta progressivamente le vendite (sempre irrisorie) e continua ad appassionare migliaia di persone che non gli negheranno mai solidarietà e amore eterno.

"E' un film di 75 minuti", racconta l'autore Paolo Campana, regista di documentari e programmi RAI e vecchio dj “La storia di una passione che affonda nell'infanzia”

Le riprese e la fase di montaggio sono terminate e il film si trova sulla lista d'attesa di alcuni importanti festival internazionali ma servono finanziamenti per realizzarne un dvd in edizione speciale.
L'obiettivo di è raccogliere 33,000 dollari in 45 giorni:
chi volesse partecipare trova tutte le informazioni necessarie qui (oltre ad un trailer esplicativo sul film)
www.kickstarter.com/projects/edwinstepp/vinylmania-when-life-runs-at-33-revolutions-per-mi

venerdì, ottobre 28, 2011

Ottobre 2010. Il meglio.



John Lennon canta "Tomorrow never knows"

Dopo dieci mesi un po’ di nomi destinati a combattere nella top 10 di fine anno.
A partire da Tom Waits, PJ Harvey, Beady Eye, Little Barrie, Meat Puppets, Miles Kane, Anna Calvi, Noel Gallagher, Marianne Faithfull, Nick Pride & the Pimptones, Fitz and the Tantrums, Laura Vane and the Vipertones, Stepkids. Baker Brothers con Wanda Jackson, Bo Keys, Booker T, Charles Bradley, REM e Joan As Police Woman come outsiders.
Tra gli italiani Verdena, Enrico Brizzi e Yuguerra, Sick Rose, Statuto, Peawees, Smart Cops, Link Quartet, Assalti Frontali, Raphael Gualazzi, Paolo Benvegnù, Daniele Silvestri, Dellera, Avvoltoi, Forty Winks, Casanovas, Peluqueria Hernandez, Impossibili, Lemeleagre e Pitch


ASCOLTATO

TOM WAITS - Bad as me
Si candida tra gli album dell’anno.
Un riassunto del Tom Waits sound: dal blues tra Screamin Jay Hawkins e John Lee Hooker, alle sue tipiche ballate notturne, un po’ di rumba n roll e le consuete pennellate di follia e inimitabile personalità a cui ci ha abituati.
Niente di nuovo ma una miscela sempre esplosiva, unica, eccelsa.

NOEL GALLAGHER - High Flying Birds
Un album elegante, dai tratti marcatamente acustici e orchestrali, ben fatto e ricco di eccellenti spunti.
Anche se poco immediato e alla lunga poco incisivo.
Rimanendo però a livelli di eccellenza.

SICK ROSE - No need for speed
Se c’è bisogno di presentarvi i Sick Rose avete sbagliato blog.
Basti dire una delle migliori rock band italiane di sempre, attivi dal 1983, al sesto album, conosciuti in tutto il mondo.
“No need for speed” è un capolavoro di power pop, guitar rock, intriso di beat, pop, splendidi suoni, canzoni eccelse, arrangiamenti maturi. Tra gli album dell’anno.

DELLERA “Colonna Sonora Originale”
Album solo del bassista degli Afterhours.
Un sorprendente e riuscito mix di sixties, primi Pink Floyd, tardi Beatles, Battisti, Cremonini,personalità a badilate.
Molto bello. Tra i top italiani 2011.

JC BROOKS AND THE UPTOWN SOUND - Want More
Pura soul music, energica, scarna, dura e minimale da Chicago.
Super!

DIONNE BROMFIELD - Good for soul
Fioccano le “eredi di Amy Winhouse”.
Ad incominciare da questa 15enne con una voce paurosa, un ottimo repertorio di soul pulito e raffinato (dal sapore di “costruito” a tavolino) ma convincente al punto giusto. Da ascoltare.

MUSICA PER BAMBINI “Dei nuovi animali”
Da sempre, con una lunga attività alle spalle, dissacratori nel sound e nell’approccio. Quando non si sa come definire l’eccleticità di un gruppo si dice che sono Zappiani. Sono Zappiani.

45 GIRI
JULIE’S HAIRCUT "The Tarot" /”O Venezia Venaga Venusia"

Un elegantissimo e raffinato omaggio a Nino Rota da uno dei gruppi TOP della scena italiana. Vinile 10 pollici, reinterpretazioni personalissime come sempre.


ASCOLTATO ANCHE:
FATOUMA DIAWARA (dal Mali, molto afro sound, un po’ di jazz e funk con Terry Allen alla batteria e il Led Zep John Paul Jones al basso !! Solo per seguaci della nuova musica africana. Comunque notevole, molto Rokia Traorè e un pizzico di Asa), ZEN CIRCUS (buon nuovo album anche se meno incisivo dei precedenti lavori. Transitorio), EDDIE PHILLIPS (il nuovo album del chitarrista dei Creation, con copertina psychmod, tra rock blues, pop rock di stampo 80‘s, un po’ di rock n roll. Alla fine da evitare, soprattutto la riedizione rockeggiante di ”Biff Bang pow”), GRAM (dall’Olanda ottimo pop contaminato da 60‘s, rock, wave varia, soul. Stranissimo), BLACK BOX REVELATION (dal Belgio incrociano gli Stones dei 70’s, Iggy e i Primal Scream di Give Out But Don't Give Up. Non male), ADAM FREI (gli anglo italiani Afterglow con un altro nome e un sound tipicamente brit rock, molto ben fatto), LA CAROVANA (dalle parti di Pogues, Modena City Ramblers, Gang e Bandabardò e un grande bel pezzo irish soul “Guardie e ladri”), VEGETABLE G (indie pop che occhieggia a Battiato e Blue Vertigo, ma molto personale), SICK TAMBURO (2/3 dei Prozac+ con qualcosa di simile ma più electro e pop), ATARI (indie pop con gusto elettronico), CHAGALL (gradevole pop soul)

LETTO
NICOLAI LILIN - Caduta libera
Il libro è un interessante, atroce, crudissimo, viaggio nella guerra cecena, raccontato in prima persona dall’autore.
Sul quale continuano però a pesare forti dubbi sulla reale veridicità dei suoi racconti e “imprese”, talvolta abbastanza improbabili.
Rimane comunque un buon lavoro che fa luce in maniera disincantata sui reali scopi di quella sporchissima guerra.

VISTO
Addio del passato di Marco Bellocchio
Uno sguardo particolarissimo a Piacenza attraverso le note della “Traviata”.
Un piccolo gioiello.
23 di Joel Schumacher
Parte bene poi si perde e banalizza in un thriller poco credibile.
Jim Carrey bravino. Film trascurabile.
American Gangster di Ridely Scott
Buon filmone, spesso crudo, che si volge nella Harlem tardo 60’s, inizio 70’s, con immagini e musica di condimento niente male. Bello.
Viva Zapatero di Sabina Guzzanti
Agghiacciante come l’Italia che rappresenta
This is England di Shane Meadows
Film duro con la cultura skinhead all’epoca della Tatcher in sottofondo.
Bello e diretto.
Un ragazzo di Calabria di L.Comencini
Un Comencini debole, zuccheroso e approssimativo, nonostante due buoni Abatantuono e Volontè. Poca roba.

COSE & SUONI

Stiamo registrando il nuovo album di Lilith and the Sinnersaints . Con qualche bella sorpresa.
www.tonyface.it
http://it-it.facebook.com/people/TonyFace-Bacciocchi/1173366149
www.lilithandthesinnersaints.com

News sui Beatles su www.pepperland.it by me
Su www.piacenzasera.it una serie di interviste a personaggi di musica, arte e spettacolo locali e non solo

CALCIO e SPORT
Campionato così così anche se meno monotono del solito (anche perchè il livello si è abbassato notevolmente.
Bene il Cagliari e bene il Piacenza in serie C.
Banino il Piacenza Basket in A2, male il Piace Volley in A.
Meritato il titolo agli All Blacks nel mondiale di Rugby (Italia come sempre asfaltata dalle squadre vere).


IN CANTIERE

Le registrazioni del nuovo album di Lilith and the Sinnersaints .
Il libro “Le Storie dal Rock piacentino dal 1960 ad oggi” in uscita in dicembre.
Un altro libro per febbraio 2012 su PAUL WELLER (in coppia con Luca Frazzi) per Arcana, “This is modern world”.
La traduzione, sempre per Natale, di “Rude Boy, from Borstal to The Specials”, l’autobiografia di Neville Staple, per Shake!
A febbraio quello su Gil Scott Heron per Il Volo Libero edizioni.

giovedì, ottobre 27, 2011

Get back. Album da (ri)scoprire





Il consueto spazio alla riscoperta di album dimenticati ma meritevoli di essere riascoltati. Questo mese spazio a qualcosa di non propriamente sconosciuto, anzi, ormai assurti quasi a classici del rock.

POLICE - Outlandos d'amour
Uscito alla fine del 1978, accolto freddamente dalla critica, rimane uno degli album più freschi, immediati e innovativi di quegli anni.
Punk, reggae, pop, melodie beatlesiane e ruvidi cantati da una voce particolarissima come quella di Sting.
E poi suonavano da paura: Stewart Copeland proveiva da anni di prog ad alto livello con i Curved Air, Amdy Summersa ddirittura dai 60's nella Zoot Money Big Roll Band, nei freakbeat Dantalion's Chariot e poi con Eric Burdon & New Animals.
Miscela esplosiva, grandi songs, l'inizio di una leggenda.

GUN CLUB - Fire of love
Pietra miliare "minore", uscito nel 1980 nel bel mezzo del furore punk.
Che Jeffrey Lee Pierce e compagni usano in abbondanza per condire però esplisiti riferimenti al blues più nero e maledetto, al country, alle radici musicale americane.
Un capolavoro di rabbia, violenza metropolitana e dolcezza.

PRIMAL SCREAM - Sonic flower groove
E' del 1987 l'esordio dei Primal Scream. guidati dall'ex Jesus and Mary Chain, Bobby Gillespie.
Un omaggio ai 60's jingle jangle dei Byrds, ai Love, agli Stones di "Aftermath" ai Beatles di "Revolver".
Derivativo e incompleto ma ancora godibilissimo.

martedì, ottobre 25, 2011

Non è mai troppo tardi



Argomento ormai sempre più spesso dibattuto e sentito:
perchè in Italia i concerti iniziano tardi, spesso tardissimo ?

Si dice: perchè prima delle 23 o anche dopo non viene nessuno.
Sia nelle vesti di musicista che di spettatore trovo che probabilmente con un' "educazione" mirata si potrebbe tranquillamente portare l'orario alle 22.
E la gente interessata al gruppo a quell'ora ci sarebbe (magari anche chi, venendo da più o meno lontano, se ne resta a casa, preventivando una levataccia il giorno successivo).
Per chi ama le ore piccole un djset successivo (spesso presente e disertato proprio perchè l'orario è ormai proibitivo) fungerebbe da ottimo intrattenimento.

venerdì, ottobre 21, 2011

The Doors






Ho già parlato di un po’ dei miei artisti preferiti: Specials (15 ottobre 2011), Undertones (25 ottobre 2010), Dungen (8 settembre 2010), Bob Dylan (17 giugno 2010), Supergrass (13 aprile 2010), Iggy Pop (17 marzo 2010), Secret Affair (11 novembre 2009), Kinks (15 settembre 2009) The X (24 giugno 2009), Area (11 giugno 2009),Statuto (3 aprile 2009) ,Clash (13 marzo 2009) Small Faces (6 feb 2009), Rolling Stones (23 genn 2009) De Andrè (8 genn 09) Beatles (9 dic 08), Graham Day (27 ott 08), Oasis (7 ott 08), Paul Weller (27 mag 08) Prisoners (6 giu 06), , Ruts (23 sett 06), Who (22 mag 06), Monkees (28 giu 06).

Troppo spesso sbrigativamente relegati a band “freak” o semplicemente a “gruppo di Jim Morrison” (con codazzo di icona generazionale trita e ritrita), i DOORS sono in realtà tra i gruppi più originali e rappresentativi dei 60’s.
In grado di coniugare una solida matrice blues e rythm and blues con visioni psichedeliche (mai eccessive rispetto a quanto attribuitogli abitualmente), la poetica di Morrison, una notevole capacità tecnica dei singoli, unita ad inventiva ed eccellenti intuizioni compositive.
L’attività della band si esaurisce in sei album e un sempre meno dignitoso proseguio fatto di ristampe, live, improbabili reunion, fino alla farsa degli ultimi anni con Manzarek e Krieger affiancati da vari sosia di Jim Morrison (incluso il bollito ex cantante dei Cult).
Una fine ingloriosa, pacchiana e malinconica.

Discografia

The Doors (1967) 10
Il capolavoro assoluto degno di rientrare nei famosi 10 dischi da isola deserta.
Le fulminanti “Break on through” e “Soul kitchen”, la psichedelia nervosa, cupa e apocalittica di “The end” e quella dilatata di “Light my fire”, l’omaggio a Brecht di “Alabama song”, quello a Willie Dixon di “Backdoor man” ne fanno un monumento.

Strange days (1967) 6.5
Nove mesi dopo l’incredibile esordio, “Strange days” suona come una pallida copia pur con gioielli come “Love me two times”, “People are strange” e la programmatica “When the music’s over” a rischiarare.

Waiting for the sun (1968) 6.5
Lo stile compositivo diventa più accorto e raffinato.
Il singolo “Hello I love you” è diretto e semplice, “Spanish caravan” esplora ed evoca terre lontane, “Love street” e “Summer’s almost gone” accarezzano suoni vellutati. Il sound è ormai un marchio di fabbrica ben riconoscibile.

Soft Parade (1969) 6.5
Un tentativo di uscire dalle proprie caratteristiche e di cercare nuove direzioni.
Non del tutto riuscito.
Entrano fiati ed archi, un po’ di soul e di crooning (“Touch me”) , i brani cercano soluzioni ritmiche più ardite e complesse (“Do it” o gli inserti country di “Runnin blue”), tornano al rock blues più sanguigno (“Wild child”).
Transitorio.

Morrison Hotel (1970) 7
L’album più rock e roots.
Dal tormentone di classico e semplice di “Roadhouse blues” al boogie all’insegna del divertimento di “You make me real” agli accenni funk di “Peace frog” ai blues di “The spy”, “Queen of the highway” e “Maggie McGill”.
La classe c’è ma il contenuto è ormai convenzionale.

L.A. Woman (1971) 8
Registrato quasi live in studio, molto bluesy, energico, rock, testimonia di un gruppo che non ricerca più, adagiato su un sound ormai ben definito.
Ma la qualità è altissima, la verve intatta, la band in gran forma.
E la capacità di tirare fuori ancora brani immortali come “Riders on the storm”, la title track o la dolcissima “Hyacint house” è comune a pochi.

Jim Morrison muore nel luglio del 1971.
Il gruppo proverà ad andare avanti in trio con “Other voices” (1971) e “Full circle” (1972) ma con scarsi risultati.
“An american prayer” del 1978 è un discutibilissimo (e poco significativo) album in cui la voce del defunto Jim viene riadattata con sotto nuovi brani.

Consigliati invece il doppio live del 1970 “Absolutely live” (che, contrariamente al titolo, “cuce” spesso parti dello stesso brano: una parte presa da un concerto attaccata ad una parte presa da un altro) con una travolgente “Who do you love?” e “Alive she cried” del 1983 con una bellissima “Gloria”.
Buono anche “Live at the Hollywood Bowl” del 1987 anche se non aggiunge nulla a quanto già offrono i due precedenti.

mercoledì, ottobre 19, 2011

Facebook è gratis ?



Sono un utente di Facebook e lo trovo molto utile per segnalare le mie iniziative, contattare persone di vario tipo e per vari motivi, cazzeggiare, sopratttutto COMUNICARE.
Facebook è un mezzo.
Sta all’utente utilizzarlo nel modo più consono alle proprie esigenze.
Nessuno ci obbliga ad iscriverci.

Un interessante articolo di Claudio Leonardi (da cui estrapolo e sintetizzo un po’ di concetti) su La Stampa ne sottolinea un aspetto poco considerato.

In sostanza: FACEBOOK E' GRATIS ?
In pratica si, lo sappiamo.

Ira Winkler, presidente dell'Internet Security Advisors Group e autore del libro Spies Among Us (Spie tra di noi) non è di questo avviso, gli utenti pagano con due monete preziosissime: il loro tempo e la proprietà intellettuale sui loro dati.
Il tempo che si trascorre a fare clic sui link di Facebook fa aumentare il valore delle inserzioni sul social network e frutta dollari su dollari.
I clic sulla pubblicità non sono certo frequenti, ma la frequentazione del social network stimola comunque iscrizioni, connessioni, concentrazione di attenzione su quelle pagine .
E non dimentichiamo che “tutti i contenuti sono forniti a Facebook gratuitamente”.
I nostri dati, la nostra creatività, le nostre tendenze, il nostro pensiero, i nostri contributi.
Nel social network, le persone investono tempo e contenuti: hanno creato le proprie impostazioni, archiviato foto, raccolto link, creato gruppi.
Hanno prodotto un valore di cui sarebbe impossibile rientrare in possesso qualora si decidesse di migrare su un altro social network.
Chi si iscrive ad un social network ne diventa cliente, ma è anche un pezzo essenziale del suo valore economico.

martedì, ottobre 18, 2011

"This is England" : l'innocenza a brandelli





“This is England” è un film duro, molto duro, perchè parla dell’innocenza (bene supremo) fatta a brandelli.
L’innocenza di Shaun, 13 enne allo sbando, orfano di padre caduto in una delle guerre più assurde (come se ce ne fossero di meno assurde), quella delle Falklands, che trova sollievo e identità all’interno di un piccolo gruppo di giovani skinheads.
Bianchi e neri, nell’Inghilterra depressa e reazionaria dei mid 80’s.
L’arrivo di un “leader” razzista e xenofobo brutalizza l’innocenza di Shaun e dei suoi nuovi amici.

“This is England” fa rima con “This is Italy” dei nostri giorni.

Noi che lo capiamo, teniamo gli occhi aperti e la guardia alta.
Salvaguardiamo l’innocenza dai bastardi.
Con ogni mezzo necessario !


PS:
Shaun è interpretato da Thomas Turgoose, un ragazzo tredicenne cresciuto in mezzo a enormi difficoltà.
Gli era stato diagnosticato un disordine da deficit di attenzione, andava a scuola per una sola ora alla settimana ed era appena stato scartato come comparsa nella recita scolastica.

Il regista Shane Meadows è stato in gioventù uno skinhead di “seconda generazione” (fine anni 70 inizi anni 80)

Nella colonna sonora spiccano Toots and the Maytals, Uk Subs, Symarip etc

lunedì, ottobre 17, 2011

I Clash hanno suonato alla Costa di Casaliggio



I Clash hanno incominciato a suonare alla Costa di Casaliggio verso la fine dei 70’s.
Ci andavo d’estate con un registratore a cassette.
Portavo con me Beatles, Who e Stones e poi un po’ di compilation che mi ero fatto su qualche C90 della TDK.
In una c’erano un po’ di pezzi dei Clash: “Janie Jones”, “Garageland”, “Tommy gun”, “English civil war”.
Erano quelli che incominciavamo a provare con i Chelsea Hotel, insieme a quelli dei Ramones, Stooges e dei Dead Boys.
Suonavano a basso volume i Clash.
Li potevo sentire solo io da quello sputo di registratorino.
Ma tanto agli altri del paese non sarebbero interessati visto che l’età media era di 70/80 anni.
Anche negli anni successivi, quando ci ho aggiunto “London calling” e il resto.
Il giradischi non lo muovevo da Piacenza, dove abitavo.
Ma le cassette mi bastavano, tra un concerto, un viaggio, un giro in bici da corsa sul Penice.

Alla fine degli anni 80 ci siamo sposati e lì ci siamo andati ad abitare.
E i Clash hanno incominciato a suonare a tutto volume.
Anche quando c’era la messa , nella chiesa attaccata a casa mia, così per il gusto di disturbare.
Poi ho capito che con il Vaticano non la puoi vincere, in nessun modo.
E allora durante la messa lo stereo lo tenevo basso e mettevo gli Style Council di “Cafè Bleu” che non facevano rumore.

Quest’anno all’annuale castagnata che si fa davanti a casa hanno suonato anche dei ragazzi di 12, 13 anni, qualcuno appena più “vecchio”, i Sit Down.
E hanno fatto, proprio sotto quella finestra da dove per oltre 30 anni hanno suonato i Clash, “Police on my back” il pezzo di Eddy Grant che Joe,Mick,Paul eTopper riproposero su “Sandinista!”

Il seme è germogliato e il cerchio si è chiuso.

domenica, ottobre 16, 2011

Fascisti a Roma

Fascisti devastano Roma, deligittimando, come da copione, il significato della legittima e sacrosanta protesta degli Indignati.

Altri fascisti nel "Governo" e nei media loro asserviti si fregano le mani e se la ridono.

venerdì, ottobre 14, 2011

Gallaghers Cup: Noel-Liam 2-2






Con High Flying Byrds di Noel Gallagher si completa l’atteso post Oasis.
Inevitabile, per quanto banale, fare un raffronto.

E visto che i nostri masticano parecchio di calcio, direi che alla fine ci scappa un bel pareggio, un onesto 2-2, divertente, molto piacevole, a tratti spettacolare.

Gioco maschio, rude ed irruente, spettacolare e frizzante ma parecchio prevedibile quello dei BEADY EYE guidati da Liam.
Più raffinato e intelligente, sofisticato e ricercato, ma sicuramente di minor impatto quello di NOEL.

Partono forte i BEADY EYE e mettono al sicuro il risultato con una prodigiosa doppietta di forza.
Replica con calma ragionata NOEL e pur se gli avversari tengono, alla distanza il nostro recupera e pareggia.

High Flying Byrds è quello che ci si poteva aspettare da Noel (tanto quanto era ampiamente prevedibile l’esordio dei Beady Eye).
Noel pesca a piene mani dai Beatles dei tardo 60’s e in Ray Davies, usa archi e orchestra, enfatizza l’anima acustica, tiene i ritmi bassi, sviluppa melodie e arrangiamenti ricercati e raffinati.
Un bell’album per chi ama il “suono Oasis” (derivativo etc etc), FINALMENTE BREVE (poco più di 40 minuti), in cui c’è tutto il verbo NOEL.

Gallaghers Cup: partita d'andata 2-2

mercoledì, ottobre 12, 2011

Calcio Pulito: Le Maglie delle Squadre Straniere






Calcio Pulito è una nuova rubrica che parlerà di quel calcio che non ha nulla
(comunque poco) a che fare con quello attuale, destinato a televisione,
faccendieri, veline etc.
Parleremo di aspetti, avvenimenti, personaggi che lo rendono pur sempre il
gioco più bello del mondo.


Abbiamo già parlato delle maglie di squadre di calcio italiane e delle nazionali (il 2 e il 16 settembre).
Tocca ora alle squadre straniere.
Ovviamente spaziare in tutto il mondo alla ricerca delle maglie “migliori” è impresa improbabile e impossibile.
Ma guardando un po’ in giro si trovano cose eccellenti.
In particolare dalla Gran Bretagna.

Partendo dalla classicissima e stupenda maglia a strisce verdi su bianco del CELTIC e dall’accostamento azzurro/granata di WEST HAM e ASTON VILLA (maglia praticamente uguale).
Stupendo il giallo oro bordato di nero dei WOLVERHAMPTON WANDERERS (Wolves) attualmente in Premier League e bello pure il bianco e rosso dell’ARSENAL.
La striscia rossa su bianco dell’AJAX è un classico di eleganza e sobrietà, quanto il tutto bianco REAL MADRID (prima dell’epoca delle scritte pubblicitarie).
Non male il blau grana del BARCELLONA , il bianco viola dell’ANDERLECHT e il verbe bianco arancione del WERDER BREMA e molto bello il biacno e rosso del VOJVODINA di Novi Sad

Nel top il giallo rosso del DUKLA PRAGA.

In Sud America il giallo nero del PENAROL e le strisce orizzontali rosso nere del FLAMENGO meritano.

martedì, ottobre 11, 2011

Mod Heroes: The Avengers






The Avengers è stata una serie televisiva andata in onda dal 1962 al 1969 in Inghilterra (e poi esportata in numerosissimi altri paesi, Italia inclusa, dove fu trasmessa con il titolo di "Agente Speciale").
John Steed (Patrick Macnee), un agente segreto inglese, affiancato prima da Cathy Gale (Honor Blackman) , poi da Emma Peel (Diana Rigg) e infine da Tara King (Linda Thorson) , risolve centinaia di casi oscuri.
Il tutto con ironia, spesso palesemente esagerata, estrema coolness ed eleganza.
Ogni episodio durava 50 minuti.
Ne furono trasmessi 161 (104 in bianco e nero, 57 a colori).
Finita la serie, negli anni 70 ci riprovarono, con scarso successo, con i New Avengers.

Patrick Macnee è stato anche protagonista del video “Don’t look back in anger” degli Oasis

La serie rimane tra le principali icone dell'immaginario MOD dei 60's, sia per l'eleganza "fredda" di John Steed che per l'abbigliamento sempre ultra cool delle protagoniste, Emma Peel in particolare

lunedì, ottobre 10, 2011

Ma ci crederanno davvero?




Dal 9 agosto e ancora per tutto settembre stanno circolando degli spot contro l’evasione fiscale realizzati dal Ministero dell’Economia e dall’Agenzia delle Entrate negli spazi gratuiti televisivi e radiofonici della Rai.
Presente quello con i vari parassiti ?

Il programma dell'Agenzia delle Entrate del 2011 prevede "la riduzione delle risorse destinate all'attività di prevenzione e contrasto dell'evasione", la diminuzione dei controlli (da 220 mila a 175 mila) su chi non dichiara.
E da poche settimane un decreto impedisce di effettuare più di un controllo nei confronti di uno stesso soggetto entro 6 mesi: ciò significa che un esercente beccato a non emettere scontrini, dopo il controllo avrà 6 mesi di franchigia durante i quali potrà fare come gli pare.

Il 21 settembre il movimento in difesa dei contribuenti italiani ha sporto denuncia per pubblicità ingannevole, in riferimento agli spot televisivi e ai cartelloni pubblicitari di sensibilizzazione contro l’evasione fiscale.

venerdì, ottobre 07, 2011

Appuntamenti Beat




I MOVEMENT in concerto a Cremona al "Dordoni", sabato 8 ottobre e domenica 9 a Torino allo "United"

Da Copenhagen i MOVEMENT sono tra i più potenti eredi del sound dei primi Jam (con abbondanti dosi di Clash e Who)
100% anti fascisti hanno sempre affiancato ad un tiratissimo punk beat testi precisi e direttì di stampo marxista e libertario.
Formatisi nel 2002 grazie ad un’idea di Lukas Sherfey (mente del gruppo, sopravvissuto a vari cambiamenti di line up) hanno all’attivo gli album “Move!” e “Revolutionary Sympathies”, oltre all’album solista di Lukas, “Soul vacation” del 2008 (uscito durante una pausa artistica di un paio di anni del gruppo) più vicino al soul e al pop.
Pubblicato da poco l’EP “Still Living The Dream”.

www.themovement.dk

Sempre sabato a Fidenza (PR) all’ Arci Taun ci sono gli splendidi ultra soulers di Detroit JC BROOKS AND THE UPTOWN SOUND mentre al “Bloom” di Mezzago (MI) il super soul dei B.E.S.T.

Jc Brooks è stasera a Roma al "Circolo degli Artisti" e domenica a Gambettola (FC) al "Treesessanta"

Questa sera al "Madly" di Castelnuovo (PC) invece THE JUNE + ROOKIES

giovedì, ottobre 06, 2011

Black Skins






E’ noto che la cultura Skinhead nasce alla fine degli anni 60, assorbendo elementi da quella Mod, in via di dissolvimento (a livello di massa e di notorietà, ma che è sempre rimasta ben viva e presente dalla fine de gli anni 40 ad oggi) e da quella Rude Boy di origine giamaicana.

I nuovi mods in reazione ai capelli che si allungavano ovunque, se li tagliano cortissimi, induriscono l’aspetto stradaiolo, il look diventa più essenziale, i gruppi dal vivo diventano uncool (se non si tratta di soulmen originali).
Il 3 settembre del 1969 il “Daily Mirror” nell’articolo sulle nuove tendenze giovanili “No love for Johnny” parla per la prima volta di “skinheads”.

In maniera molto semplicista, generalizzando, si può dire che i mods che si fecero crescere i capelli e abbracciarono le nuove sonorità psichedeliche, divennero hippies, quelli che, facendo resistenza al nuovo trend, se li accorciarono, fino a rasarli, rivolgendosi a reggae e ska, diventarono skinheads.

Poco noto è che in questo primo periodo fosse frequente la presenza (pur se numericamente molto limitata) di skinheads di colore (figli delle prime generazioni di immigrati caraibici), che scomparvero successivamente dal movimento, quando alla fine dei 70’s fu infiltrato dal National Front e prese connotati razzisti e xenofobi in alcune delle sue frange.

Da ricordare gli omaggi sonori di Laurel Aitken (“Skinhead”) o dei Symaryp che con le loro "Skinhead Girl", "Skinhead Jamboree" e "Skinhead Moonstomp" rimane uno dei gruppi (composto da soli neri) più vicini allo spirito skinhead originale.

mercoledì, ottobre 05, 2011

Redskins






"We want to sing like The Supremes and walk like The Clash!"

Chris Dean (che con lo pseudonimo di X Moore collaborava con il NME) e Martin Hewes formarono nel 1981 a York la loro prima band, chiamata No Swastikas.
Insieme al batterista Nick King nel 1982 si trasferirono a Londra diventando i REDSKINS.

Nel marzo 1985 King esce dalla band e viene sostituito per un breve periodo da Steve White (Style Council e Paul Weller) che suona nel singolo “Bring it down” e poi definitivamente da Paul Hookham.

Incideranno una manciata di eccellenti singoli dal 1982 al conclusivo “It can be done!” del 1986 e un album "Neither Washington Nor Moscow" meno riuscito di quanto ci aspettasse, ma tuttora validissimo.
Il tutto imperniato su un sound che mischiava il rude approccio punk dei primi Clash con il soul e il rythm and blues dei 60’s e la coolness degli ultimi Jam e dei Dexy’s Midnight Rummers e condito da testi senza filtri che inneggiavano alla rivoluzione socialista in un periodo in cui lo sciopero dei minatori e la criminale politica della Tatcher devastavano l’Inghilterra.
Li vidi in Italia e a Londra. Semplicemente indimenticabili.

Dopo lo scioglimento Dean scomparve dalla scena, ritirandosi in un murismo totale assoluto (c’è chi lo indica a Parigi, chi a New York. Pare avesse formato una band chiamata P-MOD con cui registrò qualche demo, rimasto inedito)
Martin Hewes suonò con Raj and the Magitones, prima di diventare un insegnante di musica, Paul Hookam si unì ai Barely Works.

Discografia :
Album :
"Neither Washington Nor Moscow" (1986, London Records)
"Live" (Cd - Dojo Records, 1988)

Singoli :
"Lev Bronstein" / "Peasant Army", 1982 (7", CNT productions CNT007).
"Lean On Me" / "Unionize", 1983 (7", CNT productions CNT016)
"Keep On Keepin' On!" / "Reds Strike The Blues", 1984 (7", Decca F1)
"Keep On Keepin' On!" / "16 Tons" / "Red Strikes the Blues", 1984 (12" Decca FX1)
"Bring It Down (This Insane Thing)" / "You Want It? They've Got It!", 1985 (12" Decca FX2)
"Kick Over The Statues" / "Young & Proud (Anthem Of Mistake)", 1985 (7" Abstract AD6).
"The Power Is Yours" / "Ninety Nine And A Half (Won't Do)", 1986 (7" Decca F3) -
"It Can Be Done" / "Let's Make it Work" / "K.O!K.O!" / "A Plateful of Hateful", 1986 (12" Decca FX4)
"Peel sessions", 1987 (12", Strange Fruit SFPS 030)


"Possiamo parlare di rivolte, molotov e rivoluzioni tutto il giorno, ma se non riusciamo ad organizzarci distruggeremo le nostre vite sulle canzoni di protesta".
Chris Dean

martedì, ottobre 04, 2011

Blog



Come da molti segnalato è impossibile per buona parte dei fruitori del blog pubblicare commenti in questi giorni.
Pare sia un problema diffuso anche ad altri blog.
Portiamo pazienza.

Basket: il Dream Team




Nel 1992, gli USA dopo aver perso il mondiale del 1980 e essere stati eliminati nelle semifinali olimpiche del 1988, decisero che era giunta l’ora di schierare i massimi calibri del talento cestistico statunitense.
Nacque così il primo ed unico DREAM TEAM (ce ne saranno altri in seguito ma ami all’altezza dell’originale)

Il regolamento permise dal 1989 agli atleti professionisti della NBA di giocare alle Olimpiadi, mentre in precedenza le eccezioni erano solo per i cestisti europei o sudamericani
Il Dream Team è appunto il soprannome che venne dato alla squadra statunitense di pallacanestro che vinse la medaglia d'oro alle Olimpiadi di Barcellona 1992, schierando un mix di campioni come mai si erano visti tutti assieme.
Già nelle qualificazioni gli USA travolsero tutte le avversarie di almeno 30 punti:
USA 136 - Cuba 57
USA 105 - Canada 61
USA 112 - Panama 52
USA 128 - Argentina 87
USA 119 - Porto Rico 81
USA 127 - Venezuela 80

Alle Olimpiadi vinse tutte le partite viaggiando ad una media di quasi 44 punti di distacco inflitti.

USA 116 Angola 48 (gir. eliminatorio)
USA 103 Croazia 70 (gir. eliminatorio)
USA 111 Germania 68 (gir. eliminatorio)
USA 127 Brasile 83 (gir. eliminatorio)
USA 122 Spagna 81 (gir. eliminatorio)
USA 115 Porto Rico 77 (quarti di finale)
USA 127 Lituania 76 (semifinale)
USA 117 Croazia 85 (finale per l'oro)

Charles Barkley, dei Phoenix Suns
Larry Bird, dei Boston Celtics
Clyde Drexler, dei Portland Trail Blazers
Patrick Ewing, dei New York Knicks
Magic Johnson, dei Los Angeles Lakers
Michael Jordan, dei Chicago Bulls
Christian Laettner, dalla Duke University
Karl Malone, degli Utah Jazz
Chris Mullin, dei Golden State Warriors
Scottie Pippen, dei Chicago Bulls
David Robinson, dei San Antonio Spurs
John Stockton, degli Utah Jazz

lunedì, ottobre 03, 2011

Sostiene Bollani





Pare incredibile, ma in una RAI depauperata delle cose migliori per favorire Mediaset, di proprietà del presidente del consiglio, esiste un PROGRAMMA STREPITOSO.

Siccome è bello va in onda la domenica sera da mezzanotte all'una.
Ma "SOSTIENE BOLLANI" è un programma stupendo, in cui il musicista jazz STEFANO BOLLANI diventa docente di musica, si attornia di fantastici ospiti e spiega con ironia, garbo e chiarezza COSA E' LA MUSICA.
Affiancato, PURTROPPO, da Caterina Guzzanti (che vorrebbe fare ridere ma non ci riesce, è pure antipatica, ingombrante e non vedi l'ora che si levi di torno), Bollani ha già portato a termine tre puntate (IN DIRETTA).
Ne mancano solo tre.
Ieri sera si è passati da un grandissimo VInicio Capossela a Strawinsky, Eric Satie e John Cage di cui è stata "eseguita" la celebre "4'33" (minuti di silenzio), con anche filmati d'epoca, spiegazioni colte, semplici, esecuzioni live in studio di livello supremo.

FARE BELLA TELEVISIONE SI PUO'.
ANCHE IN RAI.


http://www.rai.it/dl/portali/site/page/Page-76ad6d6a-d41c-495d-8b6c-22e60f6c5427.html
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