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martedì, marzo 28, 2017

Mondiali di calcio 2018



Uno sguardo a come stanno andando le QUALIFICAZIONI ai MONDIALI 2018 più o meno a metà strada.

Poche sorprese in EUROPA dove le favorite guidano i rispettivi gironi.
Uniche sorprese la reiterata crisi dell'OLANDA in seria difficoltà a raggiungere anche lo spareggio con Bulgaria e Svezia, difficili avversarie e la Francia già lontana.
Delude il GALLES in un girone non irresistibile dove invece guida la sorprendente SERBIA, da tempo lontana dai vertici.
Si confermano ISLANDA e IRLANDA del NORD, rivive la GRECIA dopo anni terribili.
ITALIA e SPAGNA si giocano il primo posto ma per noi è impresa piuttosto ardua.

Nella lista di eventuali avversarie per gli spareggi a parte Portogallo o Svizzera, il resto è comunque abbordabile.

In SUDAMERICA BRASILE già quasi qualificato mentre URUGUAY, ARGENTINA, COLOMBIA, ECUADOR e CILE si giocano gli altri quattro posti (considerando che la quinta classificata giocherà uno spareggio contro la vincitrice dell'OCEANIA che uscirà dallo scontro (titanico...) tra Nuova Zelanda e Tahiti.

In ASIA vanno forte le solite GIAPPONE e COREA del SUD mentre una seria ipoteca l'hanno messa IRAN e ARABIA SAUDITA.
L'Australia arranca e rischia lo spareggio (con una del Nord e Centro America per il quinto posto disponibile), la Cina di Lippi è lontana ma con una residue speranza, ancora in lista Uzbekistan e l'incredibile Siria.

In AFRICA nei 5 gironi al momento sembrano solidamente avanti Nigeria, Congo, Tunisia, Costa d'Avorio, Egitto, Burkina Faso, SudAfrica, Uganda.
In ritardo il Ghana e il Senegal.
Ne andranno cinque.

In CENTRO AMERICA si giocano tre posti (il quarto va a spareggiare con un'asiatica) in un girone a sei, MESSICO (in testa), Costarica, Panama, USA (attualmente in ritardo), Trinidad e Honduras.

Si configura un Mondiale con i consueti protagonisti e rare sorprese.

mercoledì, novembre 23, 2016

Julian Nagelsmann e il TSG HOFFENHEIM



A cura di ALBERTO GALLETTI

Quando l’Hoffenheim, squadra della Bundesliga, il massimo campionato tedesco di calcio, consegnò le redini della prima squadra a Julian Nagelsmann lo scorso febbraio i media parlarono di bravata massmediologica e idea da fuori di testa.
Pareri duri ma senz’altro ma comprensibili viste le circostanze.

Il ‘piccolo’ TSG Hoffenheim è una squadra del Baden-Wurttemberg, espressione di un paese di 3.300 abitanti (comunque frazione di una cittadina di 35.000 abitanti), cosa ci fanno sti qua, innanzi tutto, in Bundesliga?
Vediamo:

Nel 1999 Dietmar Hopp , ex-giocatore dell’ Hoffenheim, squadra che fino ad allora aveva partecipato solo a campionati regionali dilettanteschi, rileva la proprietà del club forte della ricchezza acquisita grazie al successo della SAP, società di produzione di software, da lui fondata ed ormai assurta al rango di multinazionale dell’elettronica.
Hopp ha un sogno: portare la squadra nella quale ha giocato da ragazzo ai vertici del calcio tedesco, i mezzi non mancano la SAP ha un giro di affari di oltre 17 miliardi di euro e qualcosa come 74.400 dipendenti.
Quando Hopp rileva il club la squadra langue nella quinta serie tedesca, campionato regionale.
Investe subito nella squadra e vince due campionati consecutivi ritrovandosi in terza serie per la stagione 2001/02, vi rimane per sei stagioni fino al 2006/07 quando finisce 2° guadagnandosi la promozione alla Zweite Bundesliga, la serie B tedesca.
Tutto avviene molto in fretta, nella stagione 2007/08 l’Hoffenheim finisce secondo alle spalle del ben più glorioso Borussia Monchengladbach e a pari merito con un'altra ex-grande, il Colonia, conquistando la tanto sperata quanto incredibile promozione in Bundesliga.

Intanto nel 2009 è pronto il nuovo stadio, grazie ad un investimento da 100 milioni di euro, l’Hoffenheim ha adesso una nuova casa da 30.000 spettatori e la prospettiva di una stabilità finanziaria da club di alto livello.
Siamo ora a febbraio 2016, la squadra è al suo ottavo campionato in Bundesliga consecutivo, non è mai andata oltre a piazzamenti da centro classifica, ma si trova adesso all’ultimo posto in graduatoria: 14 punti in 20 partite, due sole vittorie, a 7 lunghezze dal quart’ultimo posto che vuol dire salvezza, situazione disperata.
Quello che succederà nei successivi nove mesi ha dell’incredibile a cominciare dalla nomina del nuovo allenatore.

Perché la stampa locale tuonò in termini tanto drastici contro la nomina di Nagelsmann?
‘Sarà stato senz’altro per via dell’età’ risponde il diretto interessato 29 anni oggi, 28 al momento della nomina.
‘Quando vieni nominato responsabile di una grande ad avviata impresa all’età di 28 anni è inevitabile destare sensazione’ aggiunge Julian.
‘Non li biasimo’ dichiara il direttore tecnico del club Alexander Rosen, ‘ ma Julian era con noi da sei anni, e noi sapevamo benissimo cos’era , ed è, in grado di fare. E’ un ragazzo molto preparato, dotato di grande talento, conosce il calcio ed ha una passione smisurata che trasforma in energia per caricare la squadra ’.

Già da tempo soprannominato ‘baby Mourinho’ all’interno del Club, Nagelsamann aveva dovuto abbandonare i sogni di carriera a causa di continui infortuni al ginocchio all’età di 20, come il più celebra portoghese, quando giocava nella seconda squadra dell’Augsburg FC sotto la guida di Thomas Tuchel attuale (bravo) tecnico del Borussia Dortmund.
Tuchel lo nomina suo vice l’anno dopo quindi i due si separano e Nagelsmann diventa allenatore dell’ Under 17 del Monaco 1860. L’anno dopo passa all’ Hoffenheim dove guida la squadra della stessa categoria, e poi via via su fino all’ Under 19 che guida per un triennio e conduce al titolo nazionale nel 2014, a soli 27 anni.

Quando Huub Stevens lo scorso febbraio per problemi legati al cuore si dimette con la squadra in enormi difficoltà di gioco e quasi spacciata in classifica, i dirigenti non hanno dubbi e nominano Julian allenatore, il quale prende d’assalto la Bundesliga con il suo manipolo di giocatori e firma un impresa grandissima, con un fenomenale girone di ritorno dove, grazie anche a 7 vittorie (a fronte delle due dell’andata), si salva, quart’ultimo posto con 37 punti.
‘La squadra mi ha seguito fin da subito’ afferma Julian che si ispira a Cruyff e Guardiola in termini di modello di gioco.

Tuchel lo ha definito un allenatore molto curioso ed interessato, e gran lavoratore.
‘Credo molto in lui e sono davvero contento per il successo che stà ottenendo’, afferma.
Per parte sua Nagelsmann crede fermamente nell’adattabilità applicata al gioco del calcio come chiave per vincere partite. Cambia di continuo piccoli accorgimenti tattici in funzione dell’avversario sia prima delle partite che a gara in corso. Rimane un convinto sostenitore del gioco d’attacco e a modelli come l’Arsenal di Wenger o il Barcellona del già citato Guardiola, rivisitato aggiungo io, in quanto il titic-totoc non incontra affatto il gusto prussiano per il fussball.
Tuchel rimane in ogni caso il suo modello.

‘Preferisco attaccare l’avversario a ridosso della sua area’ dice ancora, ‘ in quanto in caso di riconquista della palla la porta è molto più vicina’, fantastico aggiungo io che lo penso da trent’anni! Un'altra caratteristica delle sue squadre è la velocità del contrattacco da eseguirsi per linee dirette a gran velocità, verticalizzazioni vertiginose mi vien da dire usando il ‘Professore’.

L’aggressività è dunque la caratteristica principale del gioco di Nagelsmann le cui squadre amano attaccare lo spazio , specie a ridosso della fascia metà campo- trequarti avversaria con frequenti sovrapposizioni dei terzini a ritmi forsennati. Importantissima a mio avviso la convinzione di Nagelsmann di attenersi al suo piano generale e alla condotta di gara condivisa (con i calciatori), piuttosto che ad uno schema di formazione specifico, è passato indifferentemente dal 4-2-3-1 al 5-4-1, via 3-5-2 a seconda che l’avversario fosse il Magonza piuttosto che il Borussia Dortmund o il Kaiserslautern, in questo lo applaudo e di questo mi congratulo con lui, non è il cosa, ma il come che conta veramente. Una volta provato che tutti i calciatori sappiano giocare, si gioca!

La giovanissima età non ha affatto condizionato Nagelsmann, aiutato in questo da una rosa con ben otto elementi provenienti dal vivaio, priva di star bizzose o strapagate ma con elementi disposti a lavorare e sacrificarsi e l’età media più bassa del campionato, solo tre giocatori sono più vecchi di Nagelsmann infatti.
Il ragazzo è comunque dotato di un bel caratterino, se sul campo da allenamento è pacato e disposto al dialogo in panchina si agita parecchio trattenendo spesso a stento le emozioni, ma non deve essere facile alla sua età quando sia mentalmente che fisicamente ti senti ancora in grado di essere in campo, anzi praticamente lo sei.

Grazie a Julian e al suo lavoro, l’Hoffenheim si ritrova oggi al terzo posto in Bundesliga a quattro lunghezze dal duo di testa formato da Bayern e dal sorprendente RB Leipzig (che merita un discorso a parte), a braccetto con l’Herta Berlino.

Questo ventinovenne ha veramente ribaltato la Bundesliga.
Sotto la sua guida la squadra ha conquistato 43 punti in 24 gare, molti per una squadra che a febbraio sembrava già retrocessa senza scampo. Nell’ultimo turno di campionato hanno colto un ottimo 1-1 sul campo del sommo Bayern Monaco unico favorito alla vittoria finale.
E’ inoltre una delle sole cinque squadre nei cinque maggiori campionati d’Europa ad essere imbattuta. Nagelsmann ha saputo trasformare i suoi detrattori in ammiratori grazie alle prestazioni della squadra e al suo modo di essere che potremmo definire normale,quelli che parlavano di follia mediatica lo chiamano oggi Local Hero, una bella soddisfazione.

La strada è ancora lunga ma obbiettivamente il settimo posto, che porterebbe in dote la qualificazione all’Europa League e calcio Europeo alla Rehin-Neckar Arena, pare nelle possibilità di Nagelsmann e i suoi, glielo auguro.
Niente male per un paese di 3.300 abitanti, e si lo so che dietro c’è un colosso dell’informatica ma bisogna anche essere bravi e intendersene di calcio, e chi si intende di calcio ha sempre tutta la mia più sincera ammirazione.

Prost Herr Julien!
Con la benedizione di Rosen che dichiara molto saggiamente
‘ Ha fatto solo 26 partite in Bundesliga come allenatore, deve ancora imparare molto. Prima o poi arriveranno anche le sconfitte e dovremo permettere a Julian di lavorare in serenità’.

venerdì, novembre 11, 2016

Il calcio che (non) conta



Qui si è ancora all'inizio e in pieno marasma ma altrove gli scudetti sono già stati assegnati: al Malmoe in SVEZIA, al Rosenborg in NORVEGIA mentre in FINLANDIA è il solito IFK a guidare sul HJK.

In MONGOLIA l'Erchim ne ha vinte 17 su 18 e ha lo scudetto in mano mentre in CINA il Guangzhou ha vinto un altro titolo (intanto Lippi arriva in panchina della Nazionale a serio rischio di eliminazione per i prossimi mondiali russi).

Nelle FAR OER le 10 squadre della serie A, la Formuladeildin, si affrontano 3 volte per un totale di 27 partite.
Quest'anno titolo al Vikingur con un punto sul Ki, mentre il Torshavn (che ha all'attivo ben 68 titoli !!!!) è arrivato solo quinto.
Il campionato delle Isole esiste dal 1942 ma solo nel 1992 le squadre hanno avuto accesso alle Coppe Europee (la Nazionale dal 1988).

Tra i Brits in SCOZIA domina il Celtic con 10 punti di vantaggio sull'Aberdeen e 11 sui Rangers dopo 12 giornate.
I Crusaders guidano davanti al Linfield in IRLANDA del NORD.
In quello IRLANDESE (dieci squadre che si affrontano in un torneo in cui si affrontano due volte andata e due ritorno) in testa il Dundalk davanti al Cork City.
Il campionato in GALLES non comprende notoriamente una serie di squadre che giocano in quello inglese (Cardiff City, Swansea City e Wrexham le principali) ed è dominato da anni dai NEW SAINTS che anche quest'anno è in testa con 14 vittorie su 14 partite (52 gol fatti, quasi 4 a partita, 7 subiti...). Ha vinto 9 titoli negli ultimi 12 campionati (gli ultimi 5 consecutivi).

La nazionale di PAPUA NUOVA GUINEA non giocò nessuna partita tra il 2006 e il 2011 ed è rtironata a competizioni ufficiali solo nel 2015, ottendendo discreti risultati e risalendo fino al 150° posto del ranking Fifa.

Il 13 novembre del 1991, 25 anni fa, la JUGOSLAVIA batteva 2-0 l'Austria a Vienna e si qualificava per gli Europei dell'anno successivo.
In campo Savicevic, Mihajlovic, Pancev tra gli altri (i giocatori croati avevano lasciato la squadra l'anno precedente).
Fu l'ultima partita di una delle squadre più forti dell'epoca, la guerra cancellò tutto e nel 1992 la nazionale fu esclusa dagli Europeia favore della Danimarca che vinse sorprendentemente il titolo.

mercoledì, settembre 07, 2016

Il calcio che (non) conta



Rubrica periodica che va a visitare i campionati meno seguiti e noti in giro per il mondo ma che non disdegna sguardi anche più in alto.
In precedenza se ne è parlato qui:

http://tonyface.blogspot.it/search/label/Il%20calcio%20che%20%28non%29%20conta

Partiti gli incontri europei le QUALIFICAZIONI AI MONDIALI 2018 (nessuna sorpresa significativa, inclusa un balbettante Italia), già da tempo in corso in SUD AMERICA (dove su 10 ne vanno 4 più la quinta che se la gioca con la vincitrice dell'area Oceanica e da cui raramente arrivano particolari sorprese...).

Più curioso e interessante andare a vedere cosa succede nelle altre aree del mondo.

Dall' ASIA arriveranno quattro squadre più una che spareggerà contro il girone Nord Americano.
Alla fase finale sono arrivate in dodici, divise in due gironi.
Dal primo dovrebbero saltare fuori Corea del Sud e Iran con Cina terzo incomodo (Qatar, Siria e Uzbekistan meno probabili), dal secondo Australia e Giappone mentre Iraq, Emirati Arabi, Arabia Saudita e Thailandia non dovrebbero avere scampo.
Nei precedenti turni fuori per un soffio la Corea del Nord e bene hanno fatto anche nomi imprevedibili come Oman, Singapore e Afghanistan.

Cinque i nomi dall'AFRICA (numero esagerato rispetto al reale potenziale abitualmente dimostrato).
Venti quelle arrivate alla fase finale, cinque di gironi da quattro, chi lo vince è in Russia.
Girone di ferro quello con Algeria, Camerun, Nigeria e Zambia, più facile per la Costa d'Avorio (con Marocco, Gabon e Mali), Senegal e Sudafrica rivali nel girone con Burkina Faso e Capo Verde, Ghana e Egitto con Congo e Uganda, facile per la Tunisa con Libia, Guinea e RD del Congo.

In NORD e CENTRO AMERICA il lungo tragitto eliminatorio ha portato al girone conclusivo sei squadre (tre vanno in Russia, la quarta spareggia con un'asiatica): i soliti Messico e Costarica, oltre a Trinidad e un sempre più forte Panama.
Dovrebbero arrivare anche Usa e Honduras ma hanno ancora un turno finale rischioso.
Fuori Haiti, Giamaica, Canada, El Salvador.

Dall'OCEANIA una sola squadra (prevedibilmente la solita Nuova Zelanda) avrà il diritto di spareggiare con la quinta del girone SudAmericano.

giovedì, aprile 21, 2016

Calcio, guerra, politica e ideologia: l'incredibile caso del Ponziana Trieste



Ci voleva il Nostro ALBERTO GALLETTI per scovare questa incredibile storia, tutta da leggere.

Trieste è una città un po’ speciale, con un sacco di storia alle spalle, non sempre serena.
Vicende dolorose, spesso tragiche, una posizione geografica al confine di mondi diversi e contrastanti,un’esistenza comunque sofferta.
La storia del calcio nel capoluogo giuliano non fa eccezione.

Quando nel 1898 a Torino la neonata FIF (Federazione Italiana del Football, diventerà FIGC solo nel 1909) organizza il primo campionato italiano di calcio, Trieste è ancora parte dell’Impero Austro-Ungarico, terza città più importante e maggior porto asburgico (il secondo in Europa).
La società triestina è assai cosmopolita per l’epoca, crocevia di quattro nazionalità: italiana, austriaca,slovena e croata, e ospitante comunità inglesi, svizzere, ma anche romene, boeme,serbe e armene.
Nonostante la popolazione si considerasse culturalmente italiana vi si respirava un aria veramente internazionale, notevole la presenza di intellettuali a Trieste a fine 800, un nome su tutti James Joyce.

Contrariamente a quello che si può supporre l’introduzione del gioco del calcio non ebbe niente a che fare col porto e con gli equipaggi delle navi britanniche attraccate ai moli triestini.
Le prime due società calcistiche di Trieste vengono fondate da residenti tedeschi l’Eintracht, come emanazione calcistica del pre-esistente club canottieri e ginnastica dello stesso nome, e boemi: il Black Star FC, fondato da Emilio Arnstein (che tre anni dopo giunto a Bologna ivi fondò il Bologna F.B.C.), praghese, insieme al fratello e ad alcuni inglesi residenti in città, quest’ultima compagine ottenne l’affiliazione alla federazione austriaca e partecipò ad alcuni campionati da essa organizzati anche se non vi è traccia nelle classifiche delle prime due divisioni austriache del tempo. Il diffondersi dell’attività pedatoria come ben sappiamo è contagiosa e nel 1904 si forma l’Associazione Sportiva Edera, che rappresentava la comunità italiana in città, e poi ancora, nel 1912 vide la luce il Circolo Sportivo Ponziana, vero protagonista della nostra storia.

La conclusione del primo conflitto mondiale cambiò radicalmente gli scenari cittadini, alla fine della guerra Trieste si ritrovò inclusa nel Regno d’Italia, ne fece le spese la Black Star al quale fu negato,dalle nuove autorità italiane, il permesso di riprendere l’attività.
Le nuove autorità ordinarono la fusione tra il neonato Trieste FC e il Ponziana creando l’Unione Sportiva Triestina che diventerà il mezzo divulgativo della ritrovata italianità in ambito sportivo, viene scelta una maglia rossa con alabarda sul petto come il gonfalone cittadino.

Il C.S. Ponziana, maglia bianco azzurra a strisce verticali, era stato fondato nel quartiere di S.Giacomo, roccaforte operaia e socialista della città, nonché della larga comunità slovena triestina, quando ancora la città si trovava sotto il dominio asburgico, queste componenti mal digerirono la fusione e spinsero fortemente finchè nel 1920, riuscirono a staccarsi dall’Unione e a riformare il Ponziana indipendente.
Nel corso degli anni 20 il territorio di Trieste subirà un violento processo di ‘italianizzazione’ ad opera delle autorità di Roma, che si inaspriranno duramente con l’avvento al potere del partito fascista.
In questo periodo la Triestina scalò via via le divisioni calcistiche italiane fino ad essere ammessa (non senza aiuti), alla nuova serie A a girone unico nella stagione 1929/30, diventando così (anche) un simbolo per il consenso fascista in città.
Il Ponziana si iscrisse anch’esso ai campionati FIGC arrivando nel 1927 alla seconda serie, sempre controllati a vista dal regime fascista, che mal sopportava sia i socialisti che la minoranza slovena.

Dopo ripetuti tentativi di fusione sempre rigettati dalla dirigenza nel 1930 il Ponziana viene fatto confluire insieme all’Edera nell’ ASPE (Associazione Sportiva Ponziana Edera), colori sociali bianco con fascia rosso-nera, i più radicali tra i dirigenti ne fuoriuscirono subito formando questa volta i Ponzianini Erranti che si iscrivono alla Prima Categoria giuliana.
Nel 1931 comunque la riottosità di dirigenti e di alcuni giocatori ad accettare la nuova imposizione, porta ad una nuova fusione questa volta con i Cantieri San Marco e nel giro di un anno a riassumere la vecchia denominazione di C.S. Ponziana.
In tutto questo marasma di vicende societarie mirate a pilotare il consenso ottenuto mediante il calcio e ad eliminare realtà sgradite, il regime fascista ottiene però un autogol in quanto la fusione con i Cantieri cementa il rapporto tra la squadra e gli abitanti del quartiere, lavoratori dei cantieri e socialisti.
Il Ponziana in campo si comporta discretamente, iscritta alla IV serie viene promossa in Serie C nel 1936 e vi rimane fino al 1943, cogliendo un ottimo 2° posto nel 1940/41 a due lunghezze dalla Fiumana, promossa in Serie B. Promozione sfumata all’ultima giornata conseguenza dell' 1-1 in Ponziana-Fiumana dell’ultima giornata, avessero vinto sarebbero stati promossi in virtù del quoziente reti.

Gli eventi bellici, già di per se catastrofici, presero via via pieghe sempre più drammatiche dopo l’8 settembre 1943, Trieste ancora una volta si ritrovò a soffrirne in maniera assai dura.
Il 1° maggio 1945 le truppe jugoslave, che già avevano conquistato l’Istria entrano in città seguite da quelle neozelandesi, queste ultime accettano la resa dei tedeschi.
Gli sloveni, ormai inglobati nell’esercito di Tito, hanno propositi di annessione della regione triestina sin dal tardo 1941, Trieste che ancora una volta si ritrova in balia di divisioni e tensioni enormi.
Ad ogni buon conto, il 12 giugno 1945 si insedia il Governo Militare Alleato (GMA) e le truppe di Tito abbandonano la città, ma le rivendicazioni jugoslave non si fermano e provocano un’escalation di tensioni nei rapporti tra i due blocchi che si erano venuti a formare alla conclusione del conflitto che sfoceranno dopo il Trattato di Parigi nella costituzione del Territorio Libero di Trieste, diviso in due zone: Zona A, che includeva la città, amministrata dagli anglo-americani e zona B amministrata dalla Jugoslavia del Maresciallo Tito.
In questo interregno fatto di incertezze, e sono sicuro anche parecchi timori dovuti a massacri perpetrati da ambo le parti, riprese la vita della città, più divisa che mai, e con essa l’attività calcistica.
In Italia alla ripresa delle attività la Triestina ammessa alla Serie A italiana 1945/46 si piazzò all’ottavo posto del girone Nord Italia garantendosi la permanenza nel girone unico previsto per la stagione successiva, mentre il Ponziana finì secondo nel girone A di Serie C dell’Alta Italia.
La Jugoslavia alle prese con la ristrutturazione dei club calcistici secondo il nuovo ordinamento statale e con un’incredibile precarietà delle vie di comunicazione non riuscì ad organizzare nessun torneo.

Ma non stavano dormendo.
L'attività calcistica jugoslava fu programmata per ricominciare dal 1946, e non ebbe alcuna relazione con l'ultima stagione pre-guerra: le squadre partecipanti vennero selezionate in rappresentanza delle migliori società di ognuna delle sei repubbliche federate, Serbia, Macedonia, Montenegro, Bosnia, Croazia, Slovenia oltre alla Venezia Giulia, regione occupata militarmente e che ipoteticamente avrebbe dovuto costituire una ulteriore repubblica.
La gran parte delle società calcistiche dell'anteguerra erano scomparse o perché soppresse in quanto i loro dirigenti erano stati giudicati colpevoli di collaborazionismo, o perché fuse d'imperio a formare nuovi grandi club di stato nelle mani delle varie emanazioni economiche del partito comunista.
Emissari del governo comunista del maresciallo Tito contattarono, nella primavera/estate del 1946, i dirigenti del Ponziana ormai sostenuto alla base e anche al vertice dalla componente comunista della città nonché dagli sloveni desiderosi di una riunificazione con lo stato slavo.
La proposta, clamorosa, è quella di convincere il club ad iscriversi alla serie A jugoslava in modo da poter diffondere la propaganda comunista e filo-jugoslava in città, i soldi non sono un problema dissero, paga il governo di Tito che considerava il controllo di Trieste fondamentale per la sua politica (e per quella dell’URSS).
I dirigenti accettarono a maggioranza ma questo portò comunque ad una divisione all’interno della dirigenza stessa la cui minoranza sebbene ideologicamente a sinistra trovò difficile rinnegare l’identità italiana.
Vennero contattati vari giocatori, tutti triestini militanti in giro per la penisola, ai quali vennero proposti ingaggi fino a sei volte superiori e la possibilità di giocare in Serie A, come ebbe a ricordare il fratello di Valcareggi ex-Ct della Nazionale, ‘un milione al mese contro le trecentomila che prendevo a Legnano’.
Viene tesserato anche Euro Giannini, un mediano dotato di grande atletismo e resistenza , prigioniero di guerra a Mundorf che cede al richiamo dell’orizzonte natale e di una maglia del Ponziana pronta per essere indossata, stupito di fronte a un’offerta sei volte superiore rispetto a quando se n’era partito per la guerra.
Inoltre il governo di Belgrado mette a disposizione della squadra un vagone ferroviario sempre in attesa nella stazione di Lubiana e un piccolo aereo per le trasferte più lontane.

Comincia un triennio surreale a Trieste, il Ponziana cambia denominazione ufficiale in Amatori Ponziana e si iscrive alla serie A jugoslava, mantenendo con la vecchia denominazione la seconda squadra iscritta alla Serie C italiana.
L’avventura del Ponziana nel calcio Jugoslavo comincia con il ritiro di Postumia e quindi una serie di amichevoli , a Belgrado contro la Stella Rossa (sconfitta 7-1), quindi altre amichevoli contro Partizan e Metalac, ovunque andassero la propaganda comunista aveva preparato grandi accoglienze e episodi di fratellanza.
L’esordio nella seria A jugoslava è fissato per il 2 novembre 1946 a Zagabria, pareggio (0-0) contro la Lokomotiva.
Tra le gioie di una stagione comunque tribolata si segnala la vittoria in casa 1-0 sull’Hajduk Spalato una delle grandi del calcio croato sopravvissuta alle purghe comuniste.
In aggiunta il GMA toglie l’uso dello stadio Comunale al Ponziana, definita squadra politica e con poco seguito, vedendosi costretto a riservare analogo trattamento alla Triestina che deve emigrare a Udine.

Le partite del Ponziana si rivelano autentiche odissee in giro per i Balcani con trasferte che durano giorni e giorni.
Il campionato vede i bianco-azzurri chiudere all’undicesimo posto per effetto del quale si troverebbero retrocessi in virtù della riduzione del campionato da 14 a 10 squadre decisa per renderne lo svolgimento più agevole.
La Triestina dal canto suo chiude mestamente all’ultimo posto con una sfilza di undici sconfitte consecutive nelle ultime undici partite che ne determinano la retrocessione in Serie B.

Contrapposizione di blocchi politici, uniformità d’intenti.
Tito in persona ordina il ripescaggio della compagine biancazzurra, ben intenzionato a non mollare la presa su Trieste, la federazione calcistica comandata dal partito comunista obbedisce e ne decreta il ripescaggio. Anche sul fronte italiano la vicenda è vissuta con grave preoccupazione.
De Gasperi, da sempre convinto assertore dell’italianità di Trieste si occupa personalmente della vicenda, sollecitato da numerose missive provenienti dalla Triestina imploranti il ripescaggio per motivi politici al fine di non recedere l’unico cordone ombelicale reale che tiene in vita il legame tra Trieste e il resto d’Italia ben consapevoli del fatto che sull’altro versante gli jugoslavi non mollano.
Viene nominato il giovane sottosegretario agli Interni DC , tale Giulio Andreotti, responsabile della questione Triestina, dotandolo di tutti i mezzi necessari.
Nel consiglio federale di Perugia del giugno 1947 la FIGC approva l’allargamento della Serie A da 20 a 21 squadre e il conseguente ripescaggio della Triestina nella massima serie per meriti sportivi, o per meglio dire per motivi patriottici.
Andreotti non lesina mezzi e mette a disposizione del club alabardato i 500 milioni (!!) che il governo ha accordato di elargire, una follia.
Nel frattempo il GMA ha disposto che la squadra ritorni a disporre del proprio stadio in piazzale Valmaura, ancora una volta per equità il Ponziana riceve lo stesso trattamento quindi per la stagione 1947/48 le due squadre cittadine alterneranno le partite in casa e se una settimana la Triestina ospita la Juventus o il Milan, la settimana successiva tocca al Ponziana di ospitare il Partizan Belgrado, la Stella rossa o la Dinamo Zagabria.

La Triestina forte degli aiuti di Stato ingaggia Nereo Rocco, triestino purosangue ed ex-giocatore alabardato in qualità di allenatore che costruisce una compagine forte richiamando parecchi triestini tra i quali i fratelli Trevisan, la Triestina sarà protagonista di una stagione esaltante (la migliore della sua storia) chiudendo al 2°posto alle spalle dell’irraggiungibile Torino e a pari punti con Juventus e Milan.
Le cose andranno bene anche per il Ponziana che chiudera 7°, la squadra ha un pubblico medio di 4/5.000 spettatori a partita, con picchi di oltre 12.000 in occasione della partita interna contro la Stella Rossa,persa per 1-0 .
Durante questa stagione va ricordato come nonostante il brutto clima cittadino, i rapporti tra giocatori fossero buoni, Rocco soleva far svolgere un’amichevole a settimana tra le due squadre, rarissimamente si verificarono episodi violenti dovuti al risentimento covato da giocatori verso quelli di parte opposta, il Paròn fu comunque bravo a mantenere calma e rispetto.

Nella stagione 1948/49 la principale novità per la scena calcistica triestina non riguarda lo sport ma la politica, a seguito del rifiuto di Tito a sottomettersi totalmente ai voleri di Stalin, la Jugoslavia viene espulsa dal Cominform.
Il leader jugoslavo cominciò a volgere attenzioni diplomatiche ad ovest e ad intavolare primi dialoghi con il vicino più prossimo, la neonata Repubblica Italiana, l’occupazione di Trieste non è più un problema primario per Tito.
Di conseguenza il Ponziana smette di rivestire la sua funzione di ‘cavallo di Troia’ all’interno del capoluogo giuliano, i finanziamenti vengono ritirati, la squadra chiude il campionato all’ultimo posto e i dirigenti del club informati dalle autorità jugoslave del loro disimpegno rientrano nei ranghi chiedendo l’affiliazione della prima squadra alla FIGC per la stagione 1949/50, affiliazione accordata con squalifica di sei mesi per tutti i giocatori che avevano militato nel campionato jugoslavo. La squadra viene iscritta al campionato di Promozione Lega Nord che vincerà venendo promossa in serie C dalla quale retrocederà dopo una sola stagione.

Di seguito per i più appassionati di vicende calcistiche riporto le classifiche finali dei tre campionati di serie A jugoslava ai quali partecipò il Ponziana:

1946/47
1. Partizan Belgrado 26 23 1 2 77 17 47
2. Dinamo Zagabria 26 19 4 3 81 26 42
3. Stella Rossa 26 18 3 5 66 23 39
4. Hajduk Spalato 26 16 4 6 57 21 36
5. Metalac Beograd 26 13 3 10 40 35 29
6. Spartak Subotica 26 11 6 9 40 34 28
7. Lokomotiva Zagabria 26 10 4 12 34 43 24
8. Pobeda (S) 26 8 6 12 41 49 22 r
9. Kvarner Rijeka 26 7 7 12 27 42 21 r
10. Buducnost Titograd 26 7 6 13 44 54 20 r
11. Ponziana Trieste 26 9 2 15 35 50 20
12. Zeljeznicar Sarajevo 26 7 4 15 31 54 18 r
13. 14 Oktobar 26 4 5 17 26 76 13 r
14. Nafta Lendava 26 3 0 23 13 88 6 r
Coppa di Jugoslavia (ammessa al 2° turno)
2nd Round: Kvarner Rijeka - Ponziana Trieste 3-2

1947/48
1. Dinamo Zagabria 18 14 1 3 56 20 29
2. Hajduk Spalato 18 11 2 5 40 15 24
3. Partizan Belgrado 18 10 4 4 46 22 24
4. Lokomotiva Zagabria 18 7 5 6 21 18 19
5. Stella Rossa 18 5 6 7 24 25 16
6. Metalac Belgrado 18 4 8 6 16 24 16
7. Ponziana Trieste 18 6 4 8 21 45 16
8. Vardar Skopje 18 5 4 9 22 39 14 r
9. Spartak Subotica 18 5 1 12 21 38 11 r
10. Sarajevo 18 2 7 9 19 40 11 r
Coppa di Jugoslavia (ammessa al 3° turno)
3° turno: Kvarner Rijeka - Ponziana Trieste 2-3
4° turno: Napredak Krusevac - Ponziana Trieste 1-1aet (#)
1948/49
1. Partizan Belgrado 18 14 1 3 39 14 29
2. Stella Rossa 18 11 4 3 37 19 26
3. Hajduk Spalato 18 10 5 3 41 20 25
4. Dinamo Zagabria 18 7 5 6 29 25 19
5. Nasa Krila Zemun 18 6 4 8 32 28 16
6. Buducnost Titograd 18 6 4 8 29 36 16
7. Metalac Belgrado 18 5 4 9 31 34 14
8. Lokomotiva Zagabria 18 6 1 11 23 38 13
9. Sloga Novi Sad 18 5 2 11 17 31 12 r
10. Ponziana Trieste 18 3 4 11 12 45 10 r

Grandi club e grandi giocatori slavi calcarono l’erba dello stadio di S. Sabba (com’era conosciuto allora, per noi rimane più semplicemente il Grezar), il tutto in un clima di manipolazioni propagandistiche, passioni etniche e politiche con conseguenti divisioni degne di una Berlino Ovest.
Nei tardi anni 50 il C.S. Ponziana continuerà la sua attività di centro calcistico di estrazione (autenticamente) popolare, dal quale emersero nomi come Cudicini che finirà al Milan, Ferrini indimenticato capitano del Toro 60s e Galeone poi con l’Udinese e allenatore di fama.
I successi della squadra resteranno modesti tanta serie D, con un ultimo grande sussulto nella stagione 1974/75, dove vi trovarono una decaduta Triestina che batterono 1-0 (Miorandi) in un indimenticabile derby d’andata, il 4 dicembre 1974 allo stadio Grezar ,davanti a oltre 20.000 spettatori accorsi nella grande parte dai quartieri San Giacomo e Servola per sostenere la piccola compagine operaia.

Poi un lento , inesorabile declino (in questo ancora una volta in parallelo alle vicende della città e a quelle della Triestina) fino alla cancellazione del 2014 dopo 102 anni di tribolatissima storia.

Non ho mai saputo molto del Ponziana, a parte che aveva fatto la D nel 1975 e spesso cercando di ricostruire gli accadimenti leggendo gli scarni almanacchi italiani pensavo a come potessero essere andati quei due derby.
Fu così che cercando di saperne di più, mi imbattei in questa strana vicenda che rimase a lungo poco nota fuori Trieste, avendo causato all’epoca sentimenti assai violenti negli animi della cittadinanza, che nella sua grande maggioranza di ceppo italiano visse l’epopea del Ponziana come un tradimento e un tentativo di compromettere l’unità della città alla ‘madrepatria’ italiana.

giovedì, marzo 03, 2016

Il calcio che (non) conta


Nella foto lo stadio della leader del campionato delle Fiji.

Rubrica periodica che va a visitare i campionati meno seguiti e noti in giro per il mondo ma che non disdegna sguardi anche più in alto.
In precedenza se ne è parlato qui
:
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In EUROPA Champions e Europe decretano ancora una volta che a dominare sono spagnoli, tedeschi e inglesi.
Qualche eccezione qua e là ma destinata a scomparire ai prossimi turni.
Italiane fuori, rimane la traballante Lazio (dando per scontate le eliminazioni di Roma e Juve).
Poco da fare, come nel rugby, quando abbiamo davanti le migliori, andiamo a casa.

Nel frattempo pare sempre più probabile la formazione di una Super League con un accordo raggiunto da Arsenal, City, United, Liverpool e Chelsea con il miliardario Stephen Ross degli americani Miami Dolphins con la partecipazione anche delle big spagnole, PSG, Bayen Monaco, Olympiacos, Milan, Juventus, Inter, Roma...

In BRIT, Leicester e Tottenham stanno portando nuova linfa rispetto ai soliti nomi in INGHILTERRA, speriamo reggano fino alla fine.
In GALLES i soliti New Saints (8 scudetti negli ultimi 11 anni) dominano e stanno per raggiungere Aberystwyth Town,  Bangor City, Newtown sulla vetta dei più titolati (24 campionati).
Swansea, Cardiff City, Newport County, Wrexham, Colwyn Bay e Merthyr Town sono squadre gallesi che hanno scelto di giocare nella Lega Inglese.
In SCOZIA Celtic verso il titolo con Aberdeen e Heart of Midlothian piuttosto indietro ormai.
Tornano in massima divisione i Rangers.

In ALBANIA lo Skenderbreu guida deciso davanti al Partizani, poi il vuoto, ad ANDORRA il solito Santa Coloma spadroneggia sui Lusitans.

Nelle FIJI (n° 186 nel ranking dopo che nel 2008 arrivò al 106) in testa il Nadi Fc (campione in carica e con 9 scudetti)) che gioca nello stadio da rugby Prince Charles Park, dove nel 1999 la squadra di casa fu sconfitta in finale della Ocean Club Championship dagli australiani del South Melbourne.
In crisi il Ba (19 scudetti) vincitore del primo campionato, nel 1977.

In PALESTINA la complessità della situazione socio politica non impedisce lo svolgersi di un campionato che vede in testa il Shabab Al Khalil davanti al Shabab AL Khadr.
La Nazionale è arrivata alle soglie del 100° posto nel ranking ed è terza nel girone di qualificazione per il prossimo mondiale dietro ad Arabia Saudita e Emirati Arabi, davanti a Malaysia e Timor.

La SIRIA, devastata dalla guerra, sta invece lottando per passare il turno verso Russia 2018, dietro al Giappone ma davanti a Singapore, Afghanistan e Cambogia.

venerdì, febbraio 05, 2016

Il calcio che (non) conta



Rubrica periodica che va a visitare i campionati meno seguiti e noti in giro per il mondo ma che non disdegna sguardi anche più in alto.
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Veloce sguardo in "alto" partendo dal LEICESTER (tre Coppa di Lega il suo curriculum) che resta in vetta della Premier League contro ogni previsione e pronostico. Dietro City, Tottenham e Arsenal, United a 10 punti (e West Ham subito lì, olè!).
Già che ci siamo uno sguardo alla Serie B (la Championship) dove volano Hull e Middlesbrough mentre nomi storici come QPR, Nottingham Forest, Wolves, Leeds, Fulham viaggiano lontanissimi in classifica.

In Spagna i soliti Barca e Real con il terzo incomodo Atletico in mezzo, grande l'Eibar a un passo dalla Europe, imbarazzanti i 24 punti di vantaggio del PSG sulla seconda Monaco in Francia, mentre sono solo 8 quelli del Bayern sul Borussia in Germania. In Scozia se la vedono Celtic e Aberdeen (a soli tre punti) mentre in Championship gli otto punti di vantaggio dei Rangers dovrebbero garantire il ritorno in massima serie. La Stella Rossa ha 25 punti di vantaggio sulla seconda nel campionato serbo, l'Olympiacos 16 in quello greco mentre in GEORGIA la Dinamo Tblisi se la sta giocando con il Dila Gori.
Paykan, Fajr Sepasi e Koneh sono in una manciata di punti ai vertici in IRAN, Dudelange e Fola Esch in LUSSEMBURGO, Wac Casablanca e Faith Union Rabat in MAROCCO, Valletta, Hibernians e Birkirkara a MALTA, PSV e Ajax in OLANDA.
Dundalk ampiamente in vantaggio in IRLANDA.

Ah in ITALIA mi sa che se la vedranno NAPOLI e JUVE ormai, mentre rimane sconcertante vedere che appena dietro ci sono squadre come Fiorentina, Inter, Roma e Milan che non possiamo certo dire giochino un buon calcio. Sono crollate le squadre di medio rango come Torino, Udinese, Verona, Samp, Genoa.

Infine la CINA dove il calcio è diventato un AFFARE (Ramires, dal Chelsea al Jiangsu per 28 milioni, Gervinho, dalla Roma all’Hebei per 19, Guarin, dall’Inter allo Shanghai per 12, Ralf e Renato Augusto per 23 milioni al Beijing Guoan di Zaccheroni, Gil al Taishan Shandong e Jadson al Tianjin di Luxemburgo che si è portato anche Luis Fabiano dal San Paolo per 41 milioni e Geuvanio ( 11) dal Santos ( e sono in serie B). Non più solo vecchie glorie ma giovani e ancora ottimi giocatori.
Il calcio cinese ha voltato pagina: sponsorizzazioni, incentivi economici e investimenti delle compagnie statali nei club, piano decennale per 15mila calciatori in più all’anno, inserimento del calcio nei percorsi scolastici, costruzione di 50mila campi in tutto il Paese e candidatura a ospitare un’edizione dei Mondiali. (Fonte La Stampa).

venerdì, dicembre 18, 2015

Il calcio che (non) conta



Rubrica periodica che va a visitare i campionati meno seguiti e noti in giro per il mondo.
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Un veloce sguardo al sorteggio dei prossimi Europei 2016 che, guarda caso, ha favorito la squadra di casa, la Francia, con avversari abbastanza benevoli (Romania, Albania e Svizzera). Difficile quello per l'Italia (Belgio, Svezia e Irlanda) ma passano le prime due e le migliori 4 terze (insomma quasi tutte...).
In Champions invece impresa impossibile per le italiane (Real e Bayern) e difficile in Europe ma il Napoli ce la può fare tranquillamente.
E' bello vedere l'ALESSANDRIA e lo SPEZIA (e anche CARPI) ai quarti di Coppa Italia dove si incontreranno (una delle due la troveremo in semifinale).
Intanto nel Mondiale per Club se la vedranno in finale Barcellona e River Plate.
Eliminati i giapponesi del Sanfrecce, i neozelandesi dell'Auckland, i congolesi del Mazembe (battuti dai messicani dell'America nella finale per il quinto e sesto posto).

In SCOZIA, Celtic (appena eliminato dalla Europe) sicuro avanti sull'Aberdeen e l'Heart of Midlothian mentre in Championship i Rangers hanno tre punti sulll'Hibernian.

Nell'INDIA degli ex giocatori alla ricerca di un ultimo scampolo di danaro, il campionato si avvia alla fine con la finale tra il GOA allenato da Zico con in squadra Andrade e il Chennaiyin guidato da Materazzi (con in squadra Manuel Blasi ex Juve, Napoli, Fiorentina e 8 presenze in Nazionale e Alessandro Potenza già con Fiorentina, Genoa e Foggia).
In semifinale il Goa aveva eliminato i Delhi Dynamos capovolgendo con un secco 3-0 la sconfitta per 1-0 dell'andata mentre l'Atletico de Kolkata del portoghese Postiga ha battuto 2-1 il Chennaiyin che però aveva vinto all'andata 3-0.
In India troviamo anche Riise, Eder, Kamara, vari inglesi di secondo piano e ad allenare Roberto Carlos, Simao, Mutu, Elano.

A CAPO VERDE si gioca un campionato locale dal 1953 quando ancora era colonia portoghese. Il CS Mindelense è la squadra più titolata con 11 scudetti.
Nel 1971 partecipò alla Coppa di Portogallo (unica volta) e perse al primo turno 21-0 con lo Sporting Lisbona. La nazionale ha battuto il Kenya nelle qualificazioni ai prossimi Mondiali 2018 ed è nei gironi finali (oltre ad aver raggiunto il 39° posto nel Ranking Fifa davanti a Grecia, Danimarca, Paraguay, Perù.

In LIBIA succede di ogni ma il campionato prosegue e la Nazionale si giocherà la qualificazione ai Mondiali del 2018 dopo aver passato il turno battendo il Ruanda 1-0 e 3-1 anche se in una recente amichevole ne ha prese 4 in casa dal pur forte Marocco.
In campionato l'Al Ahli Bengazi ha staccato l'Al Ahli Tripoli campione in carica.

Dall'ERITREA non giungono notizie fresche, anzi. Solo che la nazionale è all'ultimo posto del Ranking Fifa e che da sette anni il campionato lo vince il Red Sea di Asmara

venerdì, novembre 20, 2015

Il calcio che (non) conta



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Inevitabile uno sguardo alle qualificazioni ai prossimi Europei del 2016.
Torna prepotentemente alla ribalta il calcio brit che, a parte la ormai cronica assenza della Scozia, porta Inghilterra, Galles e le due Irlande.
Anche da Est ritroviamo, oltre alla gradita sorpresa dell'Albania, un bel mazzo di squadre, dall'Ungheria alla Romania, Ucraina, Polonia, Russia, Croazia, Slovacchia, Rep. Ceca.
Interessante il ritorno dell'Austria e l'arrivo dell'Islanda, clamorosa l'assenza dell'Olanda.
La Turchia sempre più islamista stona in un contesto "europeo" ma qui si entra nella politica...

Rimanendo in Europa un primo sguardo ai campionati con il nostro molto incerto (Roma e Napoli favorite), quello inglese con il Chelsea flop e City e Arsenal a guidare la Premier League, quello spagnolo con i solito Barca e Real, il noiosissimo tedesco con solo il Bayern, l'altrettanto prevedibile francese con il PSG.
In Grecia domina l'Olympiacos a punteggio pieno (10 su 10) e +8 sul Panathinaikos, in Portogallo invece lo Sporting Lisbona.
In Olanda avanti di poco l' Ajax su Psv e Feyenoord.
In Russia alla grande il Cska con lo Zenit a -10 mentre in Turchia in testa il Besiktas su Fenebahce e Galatasaray e in Belgio Ostenda, Gent e Anderlecht a guidare.
In Ucraina Shakhtar e Dinamo Kiev appaiate a 34 punti.
In Bosnia se la stanno giocando Siroki Brijeg, Sloboda Tuzla e HSK Zrinjski, il Moldavia è il solito Sheriff Tiraspol dalla Trasnistria al vertice.
In Australia in testa i Brisbane Roar davanti al Sydney FC e al Melbourne Victory.
In Malawi, dove il campionato esiste dal 1986, i Big Bulletts sono sulla buona strada per confermare il titolo dello scorso anno dopo un dominio di quattro anni dei Silver Strikers, ormai staccatissismi.
Si gioca a calcio anche in Laos dove il Lao Toyota ha appena vinto il suo primo scudetto.
La nazionale intanto sta rimediando legnate ovunque nelle qualificazioni ai Mondiali del 2018, con un solo pareggio con Myanmar (dopo un 7-0 dal Libano e un 8-0 dalla Corea del Sud).

venerdì, novembre 06, 2015

Il calcio che (non) conta



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Nei paesi nordici i campionati sono già stati assegnati, prima del Grande Inverno.
E così al Norkopping è andato quello svedese, al Rosenborg il norvegese, all’SJK il finlandese, al Fimleikafélag Hafnarfjörðar (meglio conosciuto come FH) l’islandese, al solito Bate Borisov quello bielorusso (10° scudetto consecutivo), al B36 Tórshavn quello delle Far Oer.
In Irlanda del Nord se lo stanno contendendo Crusaders e Linfield in testa a pari punti, in Scozia il Celtic ha taccato di sei punti gli Hearts of Midlothian e di 7 l’Aberdeen. In Championship (la serie B) i Rangers hanno preso il passo giusto per tornare su, davanti ad Hibernian e Falkirk.

Sono otto invece le squadre che giocano la Premier League Afgana, fondata nel 2012. Il titolo quest’anno è andato al De Spin Ghar Bazan dopo i precedenti due successi di Shaheen Asmayee e del Toofaan Harirod.
Il calcio in Afghanistan si giocava regolarmente dal 1946, prevalentemente a Kabul ma le varie guerre hanno sospeso i campionati per lunghi periodi.
L’ Afghanistan è al 157° posto del Ranking Fifa ed è ormai eliminato nelle qualificazioni ai Mondiali del 2018, nel girone con Siria, Giappone e Singapore.
Il Brunei è stato subito estromesso dalla corsa ai Mondiali da Taipei ma anche lì si gioca un campionato da alcuni anni (dopo che una rappresentativa giocava in quello Malese).
Campione di quest’anno il MS ABDB !

In Suriname il campionato si gioca dal 1924 quando ancora era una colonia olandese e l’ultimo l’ha vinto l’Inter...Moengotapoe che ha dominato l’ultimo decennio con 7 titoli su nove.
Ma nella Champions caraibica e stata estromessa subito nel girone con squadre giamaicane, di Trinidad e Haiti.
A proposito di Mondiali.
Le qualificazioni sono iniziate ovunque e ci sono squadre già a casa come Nicaragua, Belize, Suriname e soprattutto Cuba, eliminata da Curacao (...) a sua volta poi fatto fuori da El Salvador.
In Africa niente da fae al primo turno per Sierra Leone, Somalia, Eritrea, mentre lo Swaziland ha spazzato via Gibuti con un 6-0 e un 2-1 che non ammettono repliche ed ora affronterà un match senza speranza contro la Nigeria.

In Asia senta sempre la Cina (dove è appena finito il campionato vinto per la quinta volta consecutiva dal Guangzhou di Felipe Scolari che aveva sostituito Cannavaro) dietro a Qatar e Hong Kong nel suo girone mentre non bastano i campionati con vecchie stelle decadute per far fiorire il calcio in India, 5 partite e 5 sconfitte nel suo girone dominato da Oman e Iran, dopo aver passato il primo turno a fatica contro il Nepal.
Il Bhutan aveva clamorosamente colto una delle sue rare vittorie battendo lo Sri Lanka e passando il primo turno.
Il cammino nel girone è impietoso: 15-0 dal Qatar, 7-0 da Hong Kong, 6-0 dalla Cina, più onorevoli il 3-4 dalle Maldive (con i tre gol segnati negli ultimi 4 minuti) e lo 0-1 casalingo da Hong Kong all’ultimo minuto.

mercoledì, ottobre 21, 2015

Gary Neville e Ryan Giggs



ALBERTO GALLETTI ci parla di un recente evento di CALCIO CHE (NON) CONTA...e che invece CONTA tantissimo !

Ho sempre avuto una forte ammirazione per Gary Neville sin dai tempi in cui giocava come giovane terzino del Manchester United, mi ha sempre dato l’impressione di uno coi piedi per terra.
In carriera ha collezionato 400 presenze e 5 gol tra il 1992 e il 2011, tutte con la maglia del Manchester United con la quale ha vinto tra le altre cose 8 campionati inglesi e due coppe dei campioni.
E’ anche un grande giocatore di cricket.
Ritiratosi dal calcio giocato ha intrapreso la carriera di commentatore televisivoed è protagonista di altre iniziative.
Insieme all’ex-compagno di squadra Ryan Giggs ha acquistato lo storico edificio del Manchester Stock Exchange, costruito nel 1906, dichiarato di interesse storico grado II (abbastanza alto), in stato di abbandono da diverso tempo, ed iniziato ingenti opere di recupero per la trasformazione del prestigioso immobile in albergo di lusso con palestre, spa resort, ristorante in perfetta linea con le tendenze d’oggidi.

Venerdì un gruppo di attivisti per la causa dei senzatetto ha occupato lo stabile manifestando per la causa , una quarantina di persone in gravi difficoltà che vivono da tempo nelle tende.
Gary Neville è intervenuto subito e raggiunto il capo cantiere al telefono si è fatto passare al telefono Wes Hall (nella foto in mimetica), capo degli attivisti e gli ha detto come la pensa ‘non ho nessun problema con questa situazione, sono anni che aiuto i senza tetto ma mi piacerebbe fare di più. Non ci sono lavori sostanziali da fare fino alla fine di febbraio quindi potete rimanere fino ad allora e avere un posto dove passare i mesi invernali più freddi, abbiate cura dell’edificio e comportatevi con rispetto.’
Hall è scoppiato in lacrime (anche altri del suo gruppo) e dopo aver confessato di essere tifoso del Burnley e di aver sempre detestato lo United, adesso adora Gary Neville.
Si è spinto oltre ed ha già dichiarato per questi mesi oltre al beneficio di avere un tetto sulla testa per tutti il suo gruppo di senzatetto organizzerà all’interno dell’edificio parecchie iniziative e lo farà diventare un punto di riferimento per le persone senza casa durante questi mesi, ha già attrezzato una cucina da campo, e sistemerà le persone nelle varie stanze, il tutto con la benedizione di Gary (e ovviamente anche di Ryan Giggs che è d’accordo anche se non è intervenuto di persona).

Neville ha chiesto in cambio che i geometri, ingegneri e le maestranze impegnate nei lavori di ristrutturazione abbiano libero accesso all’edificio ogni volta che ne avranno bisogno per le loro attività, nel rispetto comunque degli occupanti.
I due hanno già discusso anche di un’eventuale possibilità di impiego per alcuni dei senzatetto ospiti della struttura nei lavori di ristrutturazione.
Hall ha dichiarato che non si tratterà di una semplice occupazione ma di un’occasione per cambiare la vita delle persone e si darà da fare.
Ha detto anche che ancora non riesce a credere al colpo di fortuna e che si aspettava invece della telefonata di Neville, di vedere arrivare la polizia con l’ordine di sgombero. Wesley Dove un componente del gruppo senza casa da 12 mesi, ha dichiarato:
‘Gran bell’edificio, adesso che sappiamo di poter rimanere, cominceremo a fare qualche sistemazione. Una bella sicurezza per l’inverno, nice thing’.

Gary Neville è da sempre attento a certe tematiche, nel 2010 ha chiesto un permesso di costruire, per la sua casa, che quando sarà realizzata sarà la prima casa ad emissione zero nell’Inghilterra nord-occidentale.
La sua partita d’addio è stata la partita a più bassa emissione nella storia del calcio inglese.
Il calcio che non può contare più, vista la carriera ormai terminata, conta invece (eccome) per qualcun altro, il mio bravo va ad entrambi.

martedì, ottobre 06, 2015

Il calcio che (non) conta: Stockport County



Rubrica periodica che va a visitare i campionati meno seguiti e noti in giro per il mondo.
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A cura di ALBERTO GALLETTI

Stockport County
I movimenti calcistici ‘cosiddetti minori’ non sempre sono composti da realtà necessariamente piccole e dimenticate, capita ogni tanto che a sfangarsela in campi sconosciuti ci si possa trovare qualcuno che in un passato neanche tanto lontano abbia calcato palcoscenici ben diversi.
Lo Stockport County allora in seconda divisione, giocava nel 2001 un’ottavo di finale di FA Cup a White Hart Lane contro il Tottenham Hotspur davanti al solito tutto esurito 36.040 spettatori quel pomeriggio.
Nella scorsa stagione lo Stockport County decadutissimo dopo una rovinosa bancarotta ha di nuovo raggiunto gli ottavi di una competizione, la Cheshire senior Cup, la Coppa della contea dove ha incontrato l’Alsager in trasferta, spettatori questa volta? 141!

Nello scorso weekend lo Stockport County ha giocato nel secondo preliminare di FA Cup, dove nessuna delle altre 159 avversarie può vantare un passato così ricco, membri della Football League dal 1905 al 2011 , oltre un secolo di campionati professionistici alle spalle.
Il blasone comunque non vince le partite e lo Stockport è stato battuto ed eliminato a Flyde 1-0.
Possono persino vantare una squadra che ha il loro stesso nome in Cina.
Lo Stockport Tiger Star di Shenyang città a 200 km dal confine nordcoreano. Durante la turneè cinese del 2004 alla partita contro la squadra locale assistettero oltre 22.000 spettatori cifra simile a quelle fatte registrare da Manchester United e Barcellona per amichevoli disputate in Cina nello stesso anno.
Il tour fu organizzato grazie ai buoni uffici commerciali dell’allora presidente che riuscì a mandare la squadra al seguito dell’allora Cancelliere dello Scacchiere del governo Blair, George Osborne, nella sua visita di stato in Cina.
Da allora molte cose sono cambiate, il Tiger Star non esiste più e lo Stockport County dopo il fallimento si dimena nella National League North, il 6° livello delle serie inglesi, ma sporadicamente alcuni visitatori cinesi si fanno vivi da quelle parti a visitare la squadra inglese che diede il nome alla loro squadra in Cina.

Stridente il paragone tra Manchester City e Stockport County, tra il 1997 le squadre si incontrarono in campionato sei volte con tre vittorie dello Stockport, due pareggi e una vittoria del City, nel 1999 lo Stockport County era in seconda serie, mentre il City era in terza, 16 anni fa non molti.
Per uno strana serie di coincidenze ho visto lo Stockport County, squadra che ammetto non mi ha mai ispirato nessuna simpatia, giocare due volte, nel 1992 a Wembley dove vinsero lo spareggio promozione contro il Peterborough United 2-1 e il sabato di pasqua del 2000 quando in visita parenti nel West Yorkshire trascinai mio padre allo stadio di Huddersfield senza sapere chi fosse l’avversario, fcuk me ancora lo Stockport County che vinse la partita 1-0 .

In ricordo di tempi migliori:

https://www.youtube.com/watch?v=rHtmud6UPso

giovedì, settembre 24, 2015

Il campionato di calcio più piccolo del mondo



A cura di ALBERTO GALLETTI.

Le Isole Scilly sono un arcipelago al largo del Land’s End la punta estrema occidentale della Cornovaglia nella quale contea sono incluse, in realtà si governano autonomamente, vi si svolge il più piccolo campionato di calcio (apparentemente) al mondo: due sole squadre.
Il campionato è registrato ufficialmente alla Football Association, la federcalcio inglese.
Fu formato nel 1919 come Lyonesse Inter-Island Cup cui partecipavano le squadre delle isole di St.Mary,s , Tresco, St. Martin’s, Bryher e St. Agnes’,arrivati al 1950 solo due squadre rimasero in piedi i Rangers e i Rovers e furono trasferite sull’isola di St.Mary’s.
Dal 1984 i loro nomi sono stati cambiati, e mantenuti in Garrison Gunners, e Woolpack Wanderers rispettivamente e da quell’anno le due squadre si contendono ufficialmente quello che è considerato sulle isole il campionato vero e proprio.
Il campionato consiste in 17 partite da disputarsi tra le due squadre tra novembre e marzo.

Vi si disputano anche due Coppe, la Wholesalers Cup la coppa nazionale e la Foredeck Cup equivalente della coppa di lega, entrambe da aggiudicarsi su partite di andata e ritorno, in aggiunta c’è anche un Charity Shield (la nostra supercoppa), partita con la quale si apre la stagione.
La composizione delle squadre è singolare quanto incredibilmente sportiva, a inizio stagione i due capitani si incontrano (al pub del Scillonian Club sull’isola di St. Mary’s) e dopo aver effettuato il toss (lancio della moneta) scelgono i giocatori liberamente tra gli abitanti dell’isola che giocano, alternatamente, come si faceva all’oratorio col pari e dispari, le squadre durano poi per tutta la stagione.
L’età media è superiore ai 35 anni con Chas Wood (ex-presidente della federazione dell’isola) che a 70 anni suonati ancora gioca a centrocampo, dichiara inoltre che il sistema di formazione delle squadre è perfetto perché garantisce sempre equilibrio.
L’arbitro è sempre lo stesso, Paul Charnock, ex-arbitro della Vauxhall Conference (la nostra serie D), in pensione e ritiratosi sull’isola di St. Mary’s.
Inoltre per non farsi mancare nulla della gustosa tradizione natalizia del calcio inglese, il giorno di S.Stefano anche la minuscola isola di St.Mary ha il suo Boxing Day football con la partita giovani contro vecchi nella quale i ranghi delle due squadre partecipanti al campionato vengono rimescolati in base all’età. In totale 23 incontri a stagione tra le due compagini.
Ogni fine partita viene poi celebrato allo Scillonian club davanti alle immancabili pinte a parlare dell’incontro appena terminato.
Prima degli Europei di calcio del 2008, Adidas ha lanciato una campagna pubblicitaria, Dream Big, raccontando l’incontro tra alcuni dei più grandi campioni internazionali (tra cui David Beckam, Lionel Messi, Michael Ballack e Kaká) e le squadre di calcio più piccole del mondo, tra cui quelle delle isole Scilly: David Beckham, Patrick Viera e lo storico capitano del Liverpool Steven Gerrard hanno allenato per qualche giorno i ragazzi delle squadre dell’arcipelago calandosi magnificamente nella parte fu un episodio davvero bello per tutti.
Mike Green, abitante di St. Mary’s da 30 anni ed ex giocatore ben sintetizza tutto questo: ‘Viviamo insieme, lavoriamo insieme, giochiamo a calcio insieme, questo è come dovrebbe essere.’
E lo è!

Queste le vittorie in campionato che son riuscito a recuperare
2005 - Garrison Gunners
2006 - Woolpack Wanderers
2007 - Woolpack Wanderers
2008 - Garrison Gunners
2009 -
2010 - Woolpack Wanderers

venerdì, settembre 18, 2015

Il calcio che (non) conta



Rubrica periodica che va a visitare i campionati meno seguiti e noti in giro per il mondo.
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Nelle foto il presidente della Bolivia Evo Morales e quello del Burundi Nkurunziza.

Veloce carrellata europea per seguire il Lugano di Zeman ultimo con 6 punti in otto partite 6 gol fatti e 18 subiti, il campionato Scozzese con al vertice Aberdeen, Celtic e Hearts of Midlothian in tre punti, quello Nord Irlandese dove guida il Linfield davanti ai Crusaders, quello Gallese dove guida il Newtown di misura su New Saints e Bala Town e a quello Irlandese dove domina il Dundalk davanti al Cork City.

Ricordate il Cobresal ?
Ne avevamo parlato qui: http://tonyface.blogspot.it/2015/05/cobresal.html .
Squadra di secondo piano che ha vinto inaspettatamente il campionato cileno lo scorso anno.
Quest’anno dopo 6 partite ha portato a casa 6 punti e viaggia nelle parti basse della classifica, guidata dal solito Colo Colo (30 scudetti e una Libertadores tra i tanti trofei).

In BOLIVIA guida lo Sport Boys con 19 punti in 7 partite.
La squadra è arrivata per la prima volta in serie A lo scorso anno e ha nella sua rosa Evo Morales, presidente della Bolivia, classe 1959 e grande appassionato di calcio che ha firmato un contratto per 156 dollari al mese e che ha dichiarato che giocherà qualche partita per una ventina di minuti.
Difficile capire se le fortune degli Sport Boys sono direttamente correlate con la presenza del numero uno del paese in squadra....appena più dietro il The Strongest e il Bolivar che si sono divisi gli scudetti negli ultimi anni.

Il presidente/dittatore del BURUNDI Nkurunziza ha formato una squadra di calciatori veterani l' Haleluya FC con cui stravince sempre e di cui è, guarda caso, il capo cannoniere indiscusso. Il presidente (e buona parte del suo staff) finanzia (e tifa) il Le Messager che è arrivato di volata dalle serie minori alla serie A ma “curiosamente” non riesce ad imporsi a livello nazionale.
Un giornalista dell'opposizione lo spiega così:
“La classe arbitrale del Burundi è probabilmente l'ultimo tassello della società ancora integro e non corrotto, uno dei nostri è perfino andato ai Mondiali”.

E ricordate invece la squadra del CONGO, il Mazembe che arrivò in finale, perdendo con l’Inter della Coppa del Mondo per club ?
Lo scorso anno ha perso il campionato, dopo averne vinti sette negli ultimi otto anni, battuta di un unto nei play off dal AS V Club Ma viaggia bene nella Champions africana, dopo aver eliminato i sudafricani del Mamelodi Sundowns,, i maliani dello Stade ed essere passato in semifinale dopo un girone a quattro con i sudanesi del Al Hilal, i marocchini del Tetouan e gli egiziani dello Smouha. Ora affronteranno i sudanesi del Al Merreikh. Dall’altra parte gli altri sudanesi del Al Hilal e gli algerini dell’USM.
Nel Al Hilal giocano due brasiliani:
Andrezinho che dal Corinthians ha militato in Cina, nel Ferwncvaros, in Malesia nel Johor, in Lituania nel Zalgiris e Jhulliam che da varie squadre carioca è arrivato in Moldavia nello Sheriff Tiraspol, in USA nell’Indy Eleven e ora in Sudan !

mercoledì, settembre 02, 2015

Il calcio che (non) conta



Rubrica periodica che va a visitare i campionati meno seguiti e noti in giro per il mondo.
In precedenza se ne è parlato qui: http://tonyface.blogspot.it/search/label/Il%20calcio%20che%20%28non%29%20conta

Inevitabile dare un'occhiata all'anomalo inizio del nostro campionato (per quel che vale dopo due giornate in agosto). Fa un certo effetto vedere alcune squadre a 6 punti e un'altra a ZERO.

Le dieci squadre del campionato SVIZZERO sono alla settima giornata e il Basilea ha già preso il largo sul Grasshopers. Si segnala il Lugano di Zeman (che gioca per la salvezza, con due vittorie e cinque sconfitte e la peggior difesa con 15 gol incassati) penultimo, appena davanti allo Zurigo.

In IRLANDA del NORD è il Linfield (sqaudra fondata nel 1886 e composta solo da Nord Irlandesi) a punteggio pieno dopo 5 giornate a precedere Cliftonville e Crusaders, in SCOZIA il Celtic prende la testa davanti ad Aberdeen e Hearts of Midlothian, in GALLES Newtown su New Saints, in EIRE il Dundalk domina su Cork City e Shamrock Rovers

In ALGERIA siamo alla terza giornata e CR Bélouizdad e USM El Harrach guidano sul CS Constantine del malgascio Paulin Voavy, reduce da una buona esperienza in Francia con Evian e Cannes.

In BANGLADESH il Sheikh Jamal sta andando agevolmente verso lo scudetto (terzo consecutivo) con una decina di punti sul Sheikh Russell e parecchi di più su Dhaka Mohammedan e Dhaka Abahani. La National League esiste dal 2000. Precedentemente si giocava la Dhaka League con soli clubs della capitale Dacca.Significativa la presenza nelle squadre bengalesi di numerosi giocatori africani ma anche haitiani e bosniaci !

Singolare il campionato del MADAGASCAR, la THB Champions League, che divide in 4 gironi da sei squadre le vincitrici di 22 campionati regionali. Campione in carica il CNaPS Sport di Miarinarivo. Non si segnalano giocatori stranieri, solo malgasci.

Il campionato a CUBA si disputa dal 1912 e sono stati assegnati 100 titoli, nonostante il calcio, pur parecchio seguito in patria, non sia mai decollato a livello internazionale. Il Camaguey ha vinto il suo primo titolo quest'anno spazzando via la concorrenza con 12 punti di vantaggio sul quotato Cienfuegos.Solo quarto il Villa Clara, squadra con il maggior numero di scudetti, tredici.

Anche ad HAITI il calcio ha vita lunga. Il primo campionato si svolse nel 1937 e la Division 1 Ligue Haïtienne è composta da professionisti. Dopo 19 partite tra le 20 squadre partecipanti guida di misura il Don Bosco (...) davanti a América des Cayes e Aigle Noir. L'Inter è nona e il Valencia terzultimo.

La Ýokary Liga (partita nel 1992) volge quasi alla fine (in novembre) in TURKMENISTAN e vede l'Altyn Asyr spadroneggiare sul Balkan Balkanabat.Il Köpetdag Aşgabat è la squadra più scudettata con sei titoli. I giocatori sono tutti locali a parte qualche russo, ucraino e turco.

Sono invece alcuni anni che non si disputa più il campionato delle ISOLE FALKLANDS (tristemente famose per la guerra tra Inghilterra e Argentina).
Però il territorio britannico dove il calcio si gioca da tempi immemorabili e il primo campionato risale al 1916 esprime una specie di nazionale, lo Stanley FC che periodicamente gioca alcune partite (mai riconosciute ufficialmente), contando sui militari di stanza in loco, contro squadre altrettanto "precarie" come l' Isola di Man, le Shetland. Nel 2013 arrivarono terzi negli Island Games, giochi "olimpici" amichevoli che si disputano ogni due anni tra varie isole e altri piccoli territori.

martedì, agosto 11, 2015

Il calcio che (non) conta



Rubrica periodica che andrà a visitare i campionati meno seguiti e noti in giro per il mondo.

In ISLANDA il campionato è in pieno svolgimento e vede il Fimleikafélag Hafnarfjarðar (più brevemente conosciuto come FH) guidare la classifica con 30 punti distanziando il KR di 3 punti. A seguire Breidablik, Valur e Fjolnir.

Sempre da quelle parti nelle ISOLE FAR OER alla 20° giornata il B36 Tórshavn guida sicuro con 45 punti davanti al NSÍ Runavík a 40 e al Vikingur a 35.

In SCOZIA Celtic, Aberdeen e Hearts a punteggio pieno dopo due giornate. Solo una giornata in Championship (la serie B) e Irangers inaugurano battendo il St.Mirren 3-1.

Appena partiti in IRAN e Esteghlal FC e Sepahan guidano a pieni punti dopo due giornate. Male il Persepolis (una delle più note squadre locali, con 30 milioni di supporters).

In UZBEKISTAN alla 17° giornata il Pakhtakor Tashkent precede di quattro punti il Lokomotiv Tashkent, mentre i TURKMENISTAN domina l' Altyn Asyr con 12 punti di distacco sull'Ahal, dopo 18 giornate.

In SIRIA eppur si gioca. Sono sei le squadre impegnate e al momento AL Aish e al Whada sembrano aver la meglio dopo tre giornate.

In VIETNAM dopo 20 giornata è lotta incertissima tra B.Binh Duong (chiamato il Chelsea del Vietnam a causa di una florida situazione finanziaria e dove giocano il croato Marko Simic, una carriera tra Ferencvaros e, lo scorso anno, Pordenone, il nazionale ugandese Oloya e il senegalese Dieng, 127 presenze con l'Honved Budapest) e LS.Thanh Hoa, divise da un punto.

Dopo 10 giornare è la lotta al vertice in MONGOLIA tra FC Ulaanbaatar (in cui si segnalano le presenze di un giocatore irlandese, un liberiano, un nord coreano e un croato...) Selenge Press (dove gioca il giamaicano Andre Fagan) ed Erchim (dove giova il serbo Mladen Lazarević, già con Partizan e nella serie B belga).

Nel frattempo il BHUTAN, approdato per la prima volta ai gironi di qualficazione per i Mondiali 2018 dopo aver eliminato lo Sri Lanka ha iniziato maluccio perdendo 6-0 dalla Cina e 7-0 da Hong Kong.
Meglio l'AFGHANISTAN che pur sconfitto 6-0 dalla Siria ha rimediato una vittoria , 1-0 con la Cambogia.
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