lunedì, maggio 04, 2020

Johnny Thunders - Tour italiano 1984



La locandina del tour e una scaletta scritta da Johnny su una busta.


Nel novembre del 1984 JOHNNY THUNDERS arrivò in Italia per un breve tour alla fine di novembre.
Ad aprire le date i "miei" NOT MOVING (che ebbero sempre una calda accoglienza da parte del pubblico).

Johnny non era fisicamente in grande forma ma umanamente fu sempre molto affabile, gentile, disponibile, per quanto schivo e un po' appartato.

La band vedeva Dick Trueman alla chitarra, Keith Yon al basso e Tony St.Helene alla batteria (che aveva appena sostituito l'ex Clash Terry Chimes).
Tecnicamente poco coesa, soprattutto per seguire Johnny, non sempre lucido e "presente".
Tutto questo avveniva solo 9 anni dopo la fine del mito delle New York Dolls.

NB: I concerti si svolsero di lunedì, martedì e mercoledi.

Lunedì 19 novembre 1984 - TORINO - "Big Club"
Serata discretamente affollata (250 paganti), pubblico caldo e partecipe, band non brillante ma buon successo. Un'oretta di concerto con i vari classici, "Chinese" rocks", "Jet boy", "Born to lose" e gran finale con "In cold blood".

Martedì 20 novembre 1984 - Due Ville (VICENZA) "Palasport"
Concerto disastroso davanti a circa 200 persone sparse in un ampio palazzetto. Errori tecnici, nessuna empatia, freddezza del pubblico, qualche fischio, dopo mezzora Johnny pianta tutto e se ne va.
Torna un paio di volte sul palco mentre il palazzetto si svuota, suona ancora peggio un paio di brani e finisce tutto malamente.

Johnny Thunders a Due Ville:
https://www.youtube.com/watch?v=7hTKVR9pYzw

Not Moving a Due Ville:
https://www.youtube.com/watch?v=hHebpRLfNeM

Mercoledì 21 novembre 1984 - FIRENZE "Manila"
Johnny e la band si rifanno alla grande nella serata conclusiva.
Poca gente (100/150 persone) ma un live tirato, preciso, energico (forse anche grazie a qualche "aiuto" passato poco prima di iniziare da un generoso fan) che mise in luce tutta l'attitudine rock 'n'roll del nostro.

La mia ombra fu però TONY ST. HELENE, il batterista rasta della band che mi prese in simpatia e non mi mollò mai.
Ricordo il suo divertito stupore nello scoprire che anch’io mi chiamavo TONY.
Non riusciva a capacitarsi della coincidenza.
“Ma pensa te due batteristi nello stesso tour e entrambi si chiamano Tony”
“Va che roba eh”

E poi scoprì che amavo lo ska e la black music e non mi dispiaceva certo reggae.
"Ti piace di più Prince Buster o Laurel Aitken?"
"Bob Marley o Toots and the Maytals?"
"La Two Tone o la Stax? "

Allo stesso modo continuò per tre giorni a sgranare gli occhi ogni qualvolta rifiutavo le sue offerte di farmi una canna con lui.
Come se un assetato nel deserto dicesse no ad un bicchiere d’acqua.
“Non stai bene ?”
“Sei allergico ?” “Ma qual’è il problema?
”“Motivi religiosi ?”
“Tranquillo Tony, proprio non mi va, non mi interessa” e lui con quell’espressione-ma-come-è-possibile ?

Mi seguiva sempre, chiedeva tutto su tutto (cibo, chiese, monumenti, donne, animali, batterie, dischi), ogni pretesto era buono per:
“Tony what is it ? Why ? Really ?"
Quando ci salutammo, facendo l’alba, anzi le 8 di mattina, a Firenze, la mia vita fu più vuota.
Ho ritrovato sue tracce nella reggae ska band dei Marron Town e nei Tribesman.

5 commenti:

  1. JT una carriera da perdente e buttata via, purtroppo.

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    1. Era un grande musicista ma era tossico e incostante.

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  2. Non saprei. Forse proprio questo suo aspetto perdente gli ha dato (la pur deprecabile) popolarità.

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  3. Mi ricordo che ho perso la data del Big (esami sessione inverno) ma un'entusiasta sorella e amici mi dissero di gran bel clima e rock malato ma potente. Altri,parecchi, mi dicevano che erano stati meglio i Not Moving (visti insieme a febbraio coi Clash!)
    C

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  4. Presente a Torino, ricordo un buon concerto aperto dai not moving. Forse non sold out ma all'epoca eravamo abituati bene,c'era un concerto a settimana, cramps, gun club, Nick cave ecc ecc

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