mercoledì, ottobre 31, 2012

Ottobre 2012. Il meglio.



Ormai fine 2012 e una serie di nomi che ritroveremo nella top a fine anno. Secret Affair, Martha High, Slim Moore and the Mar Kays, Patti Smith, Garland Jeffreys, Jack White, Paul Weller, Motorpsycho, JImmy Cliff, Quantic+Alice Russell, Leonard Cohen, Dojo Cuts, Micatone , Mark Lanegan, Fay Hallam, Off! , Neneh Cherry and the Thing, Men of north country, Movement, Jon Spencer Blues Explosion, Jessica Lauen Four, Hiromi, Galileo 7.
Tra gli italiani Julie’s Haircut, Mr.T-Bone & Young Lions, Infernal Quinlan, Giardini di Mirò, Mike Painter/Viola Road, Redska, Lo.Mo, Sir Frankie Crisp, Glincolti, Rookies, Guignol, Liars, B.E.S.T., Umberto Maria Giardini, Xabier Iriondo, Deaf Players, Kaams, An Apple Day
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ASCOLTATO
45 giri
DEEP STREET SOUL - Hold on me / This love ain’t big enough
Super funk soul (sulle orme di Sharon Jones per capirci) dall’Australia con un singolo da paura con la stupenda “Hold on me” sullato A e una cover di Charles Bradley splendidamente riuscita sulla B side. GREAT !

NICOLE WILLIS and the SOUL INVESTIGATORS - Tell me when/It’s alla because of you
Dopo anni di assenza discografica torna la grandissima Nicole Willis con un nuovo singolo che prelude al secondo album della carriera, “Tortured soul” in uscita all’inizio 2013.
Due elegantissimi brani di mid tempo soul la title track, più lenta e nel Marvin Gaye mood di “What’s goin on” o della “Thin line between love and hate” dei Persuaders. Assolutamente affascinante.

AN APPLE DAY - Yes we can
Nuovo progetto di Paolo Apollo Negri condiviso con la sezione ritmica di Fred Leslie's Missing Link ( basso e batteria) e la chitarra di Marco Percudani. 13 brani (con altrettanti ospiti alla voce) dai repertori (oscuri) di hendrix, Led Zep, Cream, Gil Scott Heron (“The revolution..”), Audioslave, Wolfmother.
Siamo i dalle parti dei mid 70’s, zona Bronx e Harlem, sapori blaxploitation, blackness all’ennesima potenza, deep funk ma il tutto suona terribilmente fresco, moderno, attuale, prospettico.
Pure gold.

JESSICA LAUREN FOUR - s/t
Per la Freestyle records un eclettico lavoro, difficile ma affascinante e ipnotico, tra jazz, soul, ritmi latini, atmosfere ambient, prevalentemente strumentale arricchito da due interventi dell’incredibile voce black di Jocelyn Brown.
Notevole.

STRANGLERS - Giants
Nuovo album, molto maltrattato dalla critica, di uno dei più grandi gruppi post 77 della scena inglese. Non un capolavoro ma non mancano idee nè ottimi brani.
Ci sono echi della soft wave di “Feline”, il basso di JJBurnell ruggisce come su “Rattus Norvegicus”, la tastiera di Dave Greenfield gira alla grande con i soliti echi Doorsiani.
Manca Hugh Cronwell, si sente, come sempre, ma l’album è ottimo.

GALILEO 7 - Staring at the sound Allan Crockford è quel signore al basso con Prisoners, James Taylor Quartet, Solarflares tra gli altri. Credo che la presentazione sia sufficiente.
La nuova creatura Galileo 7 ci consegna un ottimo lavoro all’insegna di un fresco e coloratissimo sound tardo 60’s in cui convergono numerose e abbondanti le influenze psichedeliche che furono care a Creation, gli ultimi Action, Tomorrow, Blossom Toes, gli Who pre-Tommy, ballads Barrettiane, freakbeat a go go.
Il tutto eseguito con cura, buone le canzoni, atmosfere fluttuanti, bell’album non distante dalle atmosfere regalateci dai nostri immaginifici The June.

TAME IMPALA - Lonerism
Secondo, ottimo, album degli australiani Tame Impala alle prese con una moderna psichedelia che assimila anche elementi prog e shoegaze, mischia tutto, viaggia impudente tra 60’s, 70’s e suoni attualissimi e si pone in vetta alle bands più “avanti”.

MELODY’S ECHO CHAMBER - s/t
Uno dei Tame Impala prouce questo album della polistrumentista Melody.
Siamo in pieno fervore psichedelico dalle parti di “Tomorrow never knows” a tratti mentre altre volte si svolazza dalle parti degli Stereolab.
Molto personale, particolare e interessante.

THE NEW MASTERSOUNDS - Out on the faultline
Tornano i funkers inglesi con un superbo album super groovy dove ad infuocati deep funk alla Meters si affiancano echi del boogaloo di Jack McDuff (qullo di “Hot barbecue”), azzardi proto disco (ci sono rimandi perfino al primo Jamiroquai), Hammond grooves di prima qualità.
Un bellissimo album, intenso , da ballare, ascoltare, godere fino in fondo.

CODY CHESNUTT - Landing on a hundred
A dieci anni da un esordio solista clamoroso in cui si immergeva nella black music a 360° mescolando di tutto, torna Chesnutt con un lavoro meno funambolico, più omogeneo e “normalizzato”. Anche se stiamo parlando di un colto e riuscito viaggio nei territori più creativi del 70’s soul da dove estrae omaggi a Marvin Gaye, Isaac hayes, Al Green, si immerge in atmosfere care a Sly e ai Funkadelic.
Il tutto con una voce, una verve, arrangiamenti e spessore compositivo da veterano. Un grande album, moderno, interessante, tutto da scoprire.

AA.VV. - The Craig Charles Funk & Soul Club
Craig Charles è un notissimo Dj londinese specializzato in black music e conduttore di un seguitissimo programma sulla BBC.
In questo album accoglie 19 brani che abbracciano tutto lo scibile black tra nuove bands e vecchi classici.
Tra i nuovi act nomi dell’eccellenza new soul come Bamboos, Excitements o la ritrovata Martha High con Sppedometer.
Bellissima la rivisitazione funk struentale di “Killing in the name” dei Rage Against the Machine.

HIROMI - Move
Pianista giapponese mischia jazz, fusion, influenze classiche, virate prog, echi del Miles elettrico di fine carriera. Musica a 360 gradi, potente, intensissima, freschissima.
Una scoperta. Alla batteria Simon Philips già con Who e Townshend.

DIANA KRALL - Glad rag doll
Gradevole excursus in atmosfere jazzy pop alla Chet Baker con puntate rag, dixie, vaudeville e l’occasionale rantolo della chitarra di Marc Ribot che affonda qualche song nella melma raunchy blues di Tom Waits.
Il tutto scorre indolore e anche un po‘ insapore.

DIRTYFAKE - Shallow Dephts
E’ un sound dalle mille sfaccettature quello dei romani Dirty Fake, tra alt rock, malinconico lirismo melodico, chitarre aspre, ritmiche mid tempo e pochi paragoni da poter evidenziare tanto è personale la loro proposta.
Ottimi.

RIPPERS - Better the devil you know
Dalla Sardegna ritorna il classicissimo, ruvidissimo, gracchiante, urticante garage punk dei Rippers. Pochi ingredienti: rhythm ad blues bianco di Them, primi Stones, Pretty things, il punk dei Music Machine e Count Five, quello rimsticato in chiave 80’s di Fuzztones e Gravediger V.
E’ rock n roll e del migliore.

GARE DU NORD - Lifesexy
Un ottimo live del duo belga olandese, in attività dal 2001 con un sound jazz funk arricchito dalla favolosa voce di Dorona Alberti.
Due loro brani sono finiti nel nuovo film di Tarantino “Django unchained”.
Il live infila 13 brani di brillanti groove jazz, freschi ritmi acid jazz, funk e soul a volontà, blues, improvvisazioni, evoluzioni vocali di primissima qualità e una grande versione di “Summertime”. Classe.

GAZ COOMBES - Here come the bombs
L’ex leader dei Supergrass all’esordio solista con un buon album che rieccheggia ancora ovviamente la band madre, sperimenta qua e là nuove soluzioni ma resta incartato in un involucro eccessivamente cupo e spesso dispersivo, senza particolari direzioni e , cosa che i Supergras non sono mai stati, anonimo.

ASCOLTATO ANCHE:
PYRAMID BLUE (dalla Spagna un ineressante e avvolgento album di Ethio fun jazz strumentale. Ben fatto e groovy), WANDA JACKSON (dopo un grande album di rock n roll con Jack White la vecchia Wanda torna alle origini con un po’ di R&B, tanto country e qualche brivido roll. Non male ma trascurabile), TAPE FIVE (allegro e gradevolissimo electro swing. bello), GOD SPEED YOU BLACK EMPEROR ! (monumentale, noise sinfonico, imponente opera che richiama a tratti gli ultimi Motorpsycho. notevole), AND YOU WILL KNOW US BY THE TRAIL OF DEAD (svolta quasi heavy per la band dal nome più assurdo. Durissime sferzate, basi martellanti e claustrofobiche. Pesante ma interessante), JIM JONES REVUE (pare che dal vivo spacchi. Il nuovo album è un ottimo concentrato di aspro rock n roll e raw blues ma non del tutto convincente), MASHELL NDEGEOCELLO (un tributo a Nina Simone con alti e bassi ma dignitoso), BETH ORTON (cantautorato colto, lieve etc..palloso), JIMI TENOR & KABUKABU (afrobeat, jazz, Sun Ra, buon album), RINGO DEATHSTARR (si va di fuzz, noise, Jesus&MaryChain e affini. Dopo due brani spegni), ROCKET JUICE AND THE MOON (Damon Albarn, Flea e Tony Allen insieme ad un sacco di ospiti ma album fiacco, dispersivo e poco interessante. Peccato) SHAOLIN AFRONAUTS (australiani, 18 elementi, tra jazz, soul, afrobeat, Sun Ra, Fela Kuti, ritmi caraibici e latini e ethio jazz.Tutto strumentale), TIM BURGESS (la voce dei Charlatans in veste solista con Lambchop. Soft pop di gradevole sottofondo, nulla più), MAMA ROSIN (prodotti da Jon Spencer scavano tra cajun, zydeco, country, swamp, deep blues con modi caustici e sgraziati. ottimi), CARLO DE WIJS (dall’Olanda un buon album di soul, gospel e Hammond in grande evidenza), IAN SEIGAL (buon album di blues classico), ALLAH LAS (un nome che si fa notare. La musica è però un 60’s sound molto debole e smorto), MENAHAN STREET BAND (buon funk strumentale dal sapore “cinematografico” anche se l’labum non è eccezionale)

LETTO

GIL SCOTT HERON - The last holyday - A memoir
E’ nota la mia passione per Gil.
Di conseguenza questo libro (che dubito sarà mai tradotto in italiano) è uno stupendo viaggio nei meandri di una vita che ho cercato di conoscere in ogni suo anfratto. L’ironia, la capacità di raccontare, di cogliere aspetti inconsueti nella realtà e nella vita degli altri di Gil Scott Heron rendono il racconto divertente, interessante, profondo, ricco, sostanzialmente bello.
Anche se incompleto e assolutamente non esaustivo di mille fatti, sfaccettature, avvenimenti di cui avremmo voluto leggere (i suoi “guai” giudiziari e con la dipendenza non vengono minimamente accennati ad esempio).
Peccato ma ugualmente un tassello importante per la riscoperta di un genio della musica.
Grazie ad Enrico per lo splendido regalo (con timbro "CityLights" di SF).

MICHAEL CHABON - Le fanastiche avventure di Kavalier and Clay
Romanzone epico, divertente, coinvolgente, una saga che abbraccia i decenni pre e post seconda guerra mondiale tra intrecci improbabili ma non impossibili.
E che dopo 800 pagine (che si leggono in un lampo) prefigurano ulteriori possibili sviluppi e nuovi capitoli.
Speriamo.
Bello.

VISTO
“Desperate carachters” di F.Gilroy
Una bellissima e bravissima Shirley Temple in un claustrofobico film dai contorni molto vicini all’epica di Carver, tra dissoluzione famigliare, storie minimali, estreme, scarne. in una livida New York autunnale.
“Dersu Uzala” di A.Kurosawa
Visto un sacco di volte, rimane un capolavoro: contenuti, messaggio, fotografia, storia.
Uno dei miei film preferiti in assoluto.
“La nostra vita” di Daniele Luchetti
Ottimo lavoro, neo realista, spietato a tratti anche se “salvato” da un buonismo finale un po’ eccessivo che riscatta attraverso i valori della famiglia il male del denaro al centro di tutto. Non male.
“American psycho” di Mary Harron
Il film non è male ma non regge assolutamente il confronto con la potenza del libro di Bret Easton Ellis (di cui è la trasposizione cinematografica) perdendo tantissimo per chi ha letto il libro.
“The Invictus - L’invincibile” di Clint Eastwood
Inutile.
Il grande non riesce MAI a rendere sufficientemente bene l’atto sportivo. Eastwood parla di ben altro (il Sudafrica post apartheid in cui si inserisce il mondiale di rugby del 1995) ma, incentrato sulla Nazionale sudafricana alla caccia del titolo (poi ottenuto) perde, come sempre, in approssimazione e ingenuità. E anche il Mandela “buono, simpatico e un po’ rincoglionito” non giova. Tutto molto americano ma film godibile.
“Arbos” di Daniele Signaroldi
Si trova su Youtube.
Una mezzoretta di storia di una fabbrica piacentina di mietitrebbie, un’eccellenza nei 70’s. Una storia di lotta operaia, unità sindacale, difesa del posto di lavoro, utopia, vittorie e sconfitte. Una storia attualissima.
Purtroppo.

COSE & SUONI
Riprende l’attività di Lilith and the Sinnersaints dopo una quindicina di date promozionali del nuovo album “A kind of blues”.

www.tonyface.it
www.lilithandthesinnersaints.com

News sui Beatles su www.pepperland.it by me

IN CANTIERE
A buon punto il libro sugli Statuto.
Partito anche quello di stampo calcistico, “Rock n goal”
Si torna a suonare con Lilith (Aosta, Torino, Brescia, Milano, Parma, Piacenza già confermate).
Libro su Weller per Arcana a fine gennaio: “This is the modern world”.

12 commenti:

  1. Su youtube si trova, completo, "Il posto": un bellissimo film di Ermanno Olmi del '61.

    Consigliatissimo!

    AndBot

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  2. Buon compleanno,giovane :-)

    I Tame Impala stanno facendo,con le dovute riserve e radici permettendo,un discorso simile al nostro...infatti pure loro godono di una certa popolarità in Giappone,terra fertile per certe contaminazioni (stiamo preparando il reportage,quanto prima sarà su questi schermi).

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  3. Happy Birthday to you,
    Happy Birthday to you!!!

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  4. Ah oggi quindi Sir Tony spegne le candeline...ben bene!
    :-)

    Charlie

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  5. Qualcuno qui compie gli anni ? AUGURI Tony !!!!!

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  6. Augury Tony!!!
    casula!!!
    C

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  7. Ah dimenticavo..
    Un saluto ai grandi The RIPPERS,visti una volta sola (pad 14 Collegno che ricordera anche il Boss)ma che mi risuonano ancora nelle orecchie..
    immaginatevi Here Tis degli Yardbirds,live..triplicate la velocita senza perdere un beat..ecco il RIPPERS' Sound !
    SeeYouSoon

    Cristiano

    (ps Cagliari,e la Sardegna hanno SEMPRE prodotto band magnifiche,remember)

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  8. tanti auguri Tony, come tutti gli anni siamo coscritti per un mesetto e mezzo.... poi io ti frego sempre ed avanzo

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  9. Sorry, last post by Marco MODS Trieste, in fase preparazione valigia per Lavarone, quindi out of sight, out of mind.

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