martedì, novembre 10, 2015
L'educazione sessuale nelle scuole
L’educazione sessuale “è obbligatoria in tutti i paesi dell’Unione tranne che in Italia, Bulgaria, Cipro, Lituania, Polonia, Romania e Regno Unito”.
In Italia decenni di proposte ma neanche una legge in materia.
Nelle scuole i corsi sono lasciati all’iniziativa dei docenti.
In Svezia già nel 1955 diventò obbligatorio l'insegnamento in tutte le scuole, in Danimarca e in Austria nel 1970.
I genitori non possono chiedere che i figli siano esentati. In Olanda i primi programmi nascono negli anni ’60.
In Francia nel 2001 l’educazione sessuale divenne obbligatoria in tutte le scuole di ogni ordine e grado con almeno tre diversi cicli di lezioni durante l’anno.
La Germania, dopo la riunificazione, nel 1995, ha reso obbligatorio l’insegnamento in tutto il paese.
Perfino il Pakistan ha introdotto corsi in materia sessuale nelle scuole.
In Italia non esiste una legge, nonostante ci sia richiesta di formazione, con gli istituti che organizzano incontri e i consultori che offrono corsi nelle scuole.
Se ne parla da decenni ma tra veti incrociati vari non si è mai arrivati ad un soluzione.
L’11 gennaio 2011 papa Benedetto XVI condannava la “minaccia alla libertà religiosa delle famiglie in alcuni Paesi europei, là dove è imposta la partecipazione a corsi di educazione sessuale o civile (…) che riflettono un’antropologia contraria alla fede e alla retta ragione”. Contro i corsi a scuola si è scagliato il 26 marzo 2014 anche il cardinale Angelo Bagnasco
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Troppo Vaticano..Medioevo
RispondiEliminaC
Purtroppo è l'esemplificazione perfetta di chi poi alla fine decide un certo tipo di cose
RispondiEliminaArgomento delicato.
RispondiEliminaOvviamente richiede grado di civiltà e maturità si da parte del legislatore che dell'elettorato, per non parlare poi del corpo insegnante.
PS: non che io sia d'accordo, anyway.
E' ovvio comunque che in regime di democrazia la spunta la maggioranza, ed è ovvio che la maggioranza (anche se vota nei modi più disparati), è cattolica o si attiene a tale morale. Giusto così, tanto più che poi si risolverebbe nel solito scontro ideologico tra blocchi di opinione contrapposti, lasciando in mezzo i ragazzi (l'unica cosa che conterebbe veramente), vittime del solito strazio ideologico.
Il PS andava in fondo WTF!
RispondiEliminaQuello che manca è una legge.
RispondiEliminaChe dica: questo si, questo no.
Ma in Italia nemmeno quella
Non si può (e non si deve!) fare una legge su un'argomento del genere se la maggior parte della popolazione non è d'accordo.
RispondiEliminaInfatti..il punto e' "solo" quello e pertanto siamo alle solite, in Italia
RispondiEliminaC
SONDAGGIO: quanti hanno avuto un'educazione/informazione sessuale ai tempi?
RispondiEliminaIo no.
EliminaSiamo alle solite perché le tue idee (come le mie del resto), sono in minoranza, per cui va accettato così com'è.
EliminaCi sono già anche troppe leggi fatte senza nessun consenso alla base che obbligano la gente a fare quello che non vogliono in situazioni che non lo richiedono.
RispondiEliminasono limitazioni delle libertà personali , dittatura.
E' ovvio che dove esistono tali leggi il consenso trasversale della gente è ampio e rispecchia il 'senso comune', qui no.
RispondiEliminaFare educazione sessuale a scuola eviterebbe una percezione del sesso ignorante e purtroppo spesso becera.
RispondiEliminaCredo che se fosse introdotta nel programma scolastico sarebbe ben accetta dalla maggioranza della popolazione
Mia figlia (quinta elementare, scuola pubblica) quest'anno comincera un percorso dii Educazuone Affettiva.
EliminaFaranno tre incontri:
1) chi sono io ? ( consapevolezza di se)
2)il corpo che cambia
3) Amore attrazione affetto
Direi sempre meglio di niente
Cristina
Ma siccome lo devi chiedere prima....
RispondiEliminaOgni tanto penso che botta di fortuna sarebbe stata se il papato fosse rimasto ad Avignone...
RispondiEliminaSUPER OFF TOPIC, scusate ma:
RispondiEliminaRischiano addirittura l’ergastolo. La pena che in Italia viene inflitta agli assassini (e che non sempre concludono dietro le sbarre). In Nepal, invece, fanno sul serio. Arrestati e rilasciati solo dietro il pagamento di una cauzione (tra i 400 e i 4.000 euro), cinque calciatori nepalesi sono stati accusati di tradimento per aver truccato alcune partite giocate tra il 2011 e il 2014. Si tratta del capitano della nazionale Sagar Thapa - uno dei giocatori più rappresentativi della storia del calcio locale, a cui è stata subito tolta la fascia da leader - del vicecapitano Sandip Rai, del portiere Ritesh Thapa e degli ex Bikash Singh Chhetri e Anjan KC.
Sagar Thapa con la maglia del Nepal.
Gli inquirenti accusano i cinque calciatori di tradimento in base alla legge del 1989 sui «crimini contro lo Stato», in particolare di «aver tentato di mettere in pericolo la sovranità, l’integrità e l’unità del Nepal». La massima pena prevista è l’ergastolo.
giusto..a morte i traditori!
RispondiEliminaC
Ci manderei Doni in Nepal.
RispondiEliminaA parte che se fosse lasciato al giudizio degli ultras dell'Atalanta forse gli ocnverrebbe il Nepal.......