sabato, ottobre 19, 2013

40 anni di "Quadrophenia"



Oggi fanno 40 anni dall’uscita di “Quadrophenia” degli WHO. Il mio album preferito, per mille motivi, di sempre (rivaleggia solo con “London calling” dei Clash e il “White Album” dei Beatles).
Per festeggiare la ricorrenza ho tradotto la recensione (molto criptica a tratti e non del tutto positiva) che ne fece LENNY KAYE (futuro chitarrista del Patti Smith Group) il 20 dicembre del 1973 per “Rolling Stone”.


"Quadrophenia" è gli Who al loro massimo del simmetrico e cinematografico, in ultima analisi spiazzante.
Capitanati da Pete Townshend hanno realizzato, splendidamente suonato e registrato in modo magnifico, un ritratto della mentalità giovanile inglese nella quale hanno avuto una parte non secondaria con una visione in bianco e nero e una profonda sensibilità della umida aria londinese del 1965.
Nonostante ciò, l'album non riesce a generare un impatto totale a causa di un paradosso insito nell’album stesso: invece che l’interazione a quattro facce implicito nel titolo e nel concetto del lavoro, “Quadrophenia” è esso stesso il prodotto di una singola coscienza (anche se geniale).
Il risultato è una qualità statica che il lavoro non riesce a superare completamente.
Townshend ha faticato tantissimo con questo album, lo ha portato in sè per oltre un anno, lo ha faticosamente montato pezzo per pezzo per comporlo in grande scala.
Ma invece di vincere la battaglia ha perso la guerra, ed è ancora più un peccato.
L’eroe di “Quadrophenia” è Jimmy, un giovane mod in preda ai dubbi su sè stesso e all’alienazione.

A differenza di “Tommy”, al quale è destinato ad essere inevitabilmente comparato, Jimmy non è una semplicistica parabola o un simbolo conveniente.
Le sue caratteristiche di perdente lo distinguono sia dagli amici che dai nemici, e anche se lui è più che disposto a essere guidato, in qualche modo anche quella sicurezza sembra sfuggirgli.

Lacerato tra varie identità, Townshend lo ha omaggiato con ben quattro, tutte in competizione per diventare quella leader nella psiche confusa di Jimmy.
In una è forte e determinato, padrone del suo destino, un’ altra lo trova pieno di sfacciata audacia e spensierato sciovinismo; un’altra ancora ammorbidisce e romanticizza la sua natura, dandogli una quieta forza interiore, e un’altra ancora lo rivela come insicuro, alla ricerca di una promessa e di una salvezza garantita.
Questo è “Quadrophenia”, doppiamente schizofrenico e Townshend manovra questo conflitto su più livelli, ognuno con un gran bell’effetto.
Il più importante di questi collegamenti è la generazione Mod in cui saltarono gli Who e solo secondari (anche se certamente la più interessante per quanto mi riguarda) sono gli Who stessi, quattro temi ("Helpless Dancer", "Bell boy", "Is It Me ? "e" Love Reign O'er Me ") divisi in tutto l'album.
Quanto a Jimmy, la sua frustrazione per non essere in grado di risolvere i suoi sé separati improvvisamente lo travolge, gli rompe lo scooter, fugge a Brighton sulla spiaggia, salendo su una barca con il vago obiettivo di suicidio.
Questo è dove lo troviamo all'inizio del lato A, perso tra i suoi flashback e i ricordi sconnessi, e dove lo lasciamo, con una nota di elevazione spirituale e di trascendenza, alla fine.

Questi non sono comunque nuove preoccupazioni per gli Who.
Considerando che i Kinks sembravano sempre occupati con con la middle class compassata e confortevole, in un rapporto di amore-odio archetipico, Townshend e soci all’inizio erano un affettuoso obbiettivo di una macchina fotografica puntata sui loro contemporanei, culminato con alcuni classici punti di riferimento come "Substitute", "Anyway, anyhow, anywhere "e " My Generation" ancora da eguagliare in quanto a potenza assoluta.

“Quadrophenia”, nell’osservare quel periodo in retrospettiva ed esaminando le sue implicazioni, indugia sui manufatti del periodo come se potessero fornire un indizio. Bollitori per il tè fischiano sulle voci minacciose della BBC, accenni di Who in concerto sfregiano i sogni frammentati di Jimmy, giacche attillate si mescolano con tagli di capelli puliti e ordinati.
Per la mentalità americana, “Quadrophenia” potrebbe sembrare così strano come porzioni di “American Graffiti” lo potrebbero sembrare agli inglesi, ma è certo che il fascino dei ricordi condivisi semi-nostalgici deve per forza funzionare sia per uno che per l'altro.

Il merito di Townshend è che la sua non è una visione disimpegnata o ipocrita dopo tutti questi anni. Nel cercare di capire Jimmy, sta anche cercando di comprendere le radici degli Who, la sua attrazione come punto di congiunzione, il suo eventuale rifiuto di Jimmy ("The Punk meets the Godfather") e - in modo più appropriato - se stesso.
Per impostare la fase del salto finale di Jimmy verso la fede, Townshend si deve chiedere perché la religione del rock & roll (così come la Vespa GS e le purple hearts) ha dovuto essere sostituita da qualcosa di meno temporale e inaffidabile.

Gli episodi interiori dove tutto questo viene generato è la parte più riuscita di “Quadrophenia” , perfettamente delineata da Townshend e incredibilmente eseguita dagli dal Who.
Jimmy cerca di ingranare con la sua famiglia , il suo gruppo di amici , la sua ragazza , e tuttavia rimane un outsider , chiedendosi perché "the other tickets look much better/Without a penny to spend they dress to the letter."
Incontra un vecchio idolo degli scontri in spiaggia, ora ridotto a fattorino di un albergo locale : "Ain't you the guy who used to set the paces/Riding up in front of a hundred faces?"

Pete , nel bene e nel male, è in possesso di una scrittura logica nella sua linearità, e se in effetti ci mettiamo nella mente di una mente emotivamente turbata di un adolescente, né la consistenza della musica né prospettive dell'album sono in grado di far fronte a questa sfida della ritrattistica .
Nonostante i vari temi , Jimmy è visto solo attraverso gli occhi di Townshend, orientato attraverso le percezioni di Townshend, e, di conseguenza, vista attraverso i quattro lati del disco, il concept va in crisi, l'album, sforzandosi di uscire dai suoi confini chiusi, ne esce vacillante e male.

Ciò si riflette nelle canzoni stesse, spesso notevolmente simili nella modalità e nella costruzione, con poche differenze che le distinguono. Solo poche stanno in piedi da sole, come le migliori che hanno fatto gli Who, ( "The Real Me", " Is it in my head?", " 5:15 ", il tema di Townshend "Love Reign O'er Me" ), ed è interessante notare che molte di queste sono brani recuperati dal lost album su cui gli Who hanno lavorato con Glyn Johns prima di “Quadrophenia” .
Inoltre , date le personalità eccessivamente complesse che compongono il gruppo, poco o nessun rilievo hanno Moon, Entwistle o Daltrey .
I loro ruoli sono secondari, in sottofondo, quando invece dovrebbero salire alla ribalta, e invece sottomessi dall’immaginazione di Townshend .

In altri album degli Who potrebbe essere accettabile, perfino benvenuto:
sicuramente Pete è stata la forza guida degli Who, la loro totale ispirazione
. E' la sua mente che ha creato le registrazioni tour-de - force dell'album, il paesaggio realistico e panoramico dell’Inghilterra pre-Carnaby Street, impostato in modo che ogni membro della band potesse dare pieno sfogo alla sua decantata e immensa, unica abilità strumentale.
In effetti , si potrebbe facilmente dire che gli Who non ha mai suonato meglio , sia come band che nelle parti soliste, dimostrando valore inalterato e la loro rilevanza in un'epoca che ha da tempo lasciato altri nomi della loro generazione dispersi in frammenti di storia.
Ma “Quadrophenia” è inferiore al marchio che lo ha prodotto.
“Il gabbiano JIMMY Livingston”, alla deriva in un mare tempestoso, con le ali spezzate e solo i ricordi a fargli compagnia - così vicino, eppure così lontano.

24 commenti:

  1. esattamente,..Quadrophenia e' è un chief d'ouvre,..absolutely!:),..pero' qualche day fa ascoltavo gli Yardbirds,..well, preferisco i Chesterfield Kings,..oppure i Monkees,..o anche Sgt. Pepper..,..bravo et ottimo il great Lou Reed,..concordo, in particular il secundus e third lps o una comp,... va beh, sed anche la 'singles collection' dei Jam??:),..poi e' vero,..anche i Triffids o i Fletwood Mac, proprio now stavo a ecouter i Soft Machine,..eh hin tant,..anche i Pogues e l'ELO,..etc

    Michelin

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  2. La band probabilmente più innovativa ed influente della storia del rock, questo e' un album storico, un must, meravigliosi gli arrangiamenti, fantastico keith Moon,non stanca mai anche dopo 40 anni,rimarra' nel tempo, ma potrei non essere assolutamente oggettivo: e' uno dei miei gruppi preferiti.

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  3. grazie tony, non l'avevo mai letta, interessante recensione. anche nonostante la 'secchezza' della traduzione credo quasi letterale

    buon weekend

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    1. si la traduzione è stata veloce e poco curata ma era giusto per dare un'idea di come si parlava e del giudizio di un americano su un album che più inglese non si può

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  4. per fare contento il gommoso e appiccicoso 'geniaccio' mentale appelé Mishlèn ,...I'll tell it in argotique language,....great movie,..nous l'öm vardà ( vardà is dall'Old Ostrogoth varda) deux fois en 1979 quand agh'eum douze ans:),...great movie , not seulement pour la musique but tambien pour l'histoire:),...la biondina che era? : tu sorella? :),...

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  5. la cosa più interessante di questa recensione è che... non parla di musica!
    da un chitarrista mi sarei aspettato qualcosa di più centrato su quella che su storia, annessi e connessi.

    The Real WC

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  6. E' tipico della mentalità primi 70's (che poi il punk ha in parte spazzato via) parlare e sparlare senza dire di cosa in effetti contenga il disco.

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  7. infatti, tipica recensione anni' 70,...perle 'sintattiche ' tipo:

    'nonostante ciò, l'album non riesce a generare un impatto totale a causa di un paradosso insito nell’album stesso: invece che l’interazione a quattro facce implicito nel titolo e nel concetto del lavoro, “Quadrophenia” è esso stesso il prodotto di una singola coscienza (anche se geniale).
    Il risultato è una qualità statica che il lavoro non riesce a superare completamente.',....(?)


    vabeh, perdoniamo il Lenny (dei Motorhead lol) per la ridondante sinthaxys e i giri di parole kerouac-like perchè comunque ci diede il 'Nuggets',...ma in questa recensione particolare certi passi mi sembrano molto 'datati'

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    1. Michele, è una traduzione, dichiaratamente NON professionale.
      Quali perle sintattiche?
      Per quelle, devi citare l'originale inglese, suvvia!
      Proprio da te non me lo aspettavo questo passo falso...

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  8. Quadrophenia
    Via una "rabbia" sotto con la prossima
    I dig everything
    Un estremo fa il giro e incontra l'altro
    Quadrophenia
    Senza pace nel posto "migliore" del mondo
    Gambe Pensieri veloci velocissimi

    A un marziano direi che questa bellissima storia di PT,suonata dagli Who,parla di Urgenza e lo Stile e' quello Mod


    Magically bored on a quiet street corner
    Free frustration in our mind and our toes

    I see her dancing across the ballroom
    UV light making starshine of her smile

    Why do I have to move with a crowd of kids that hardly notice I'm around

    Love reign o'er me


    La musica di Quadrophenia e' tutto il meglio "Wagnerian" di tastiere di Pete e Rabbit.
    Questo e' il suono definitivo degli Who,più forte e libero di rutilare di Who's Next..in grandi spazi da colonna sonora nella storia di Jimmy..
    Entwistle stratosferico
    Quadrophenia

    C









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  9. Anche a me è sempre sfuggita la grandezza di Quadrophenia.
    Ha ragione l'americano, la sua grandezza stà nella voglia di chi se ne interessa di addentrarsi nella psicanalisi di un depresso schizofrenico. Non paragonabile ad 'Who's next' . Le contraddizioni sono proprio tipiche del nostro canappia. Un mod che fa un concept album (è già il secondo) è di per se una contraddizione, avrebbe dovuto fare lui il film, ovviamente Jimmy è lui o perlomeno una parte di lui.

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  10. Quadrophenia è un ossimoro artistico.
    Il disco più mod con la musica meno mod che si potesse immaginare (hard sinfonico, pomposo, super arrangiato).
    Per cmq il top per un milione di motivi.

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    1. Difatti, è l'antitesi mod. Riconosco a Townsend il grande sforzo artistico di cercare un suono migliore, ma la sua tendenza a creare o cercare di creare opere rock intese come composizioni musicali ha a che fare solo con le sue menate personali e non con l'ambito mod, se ofsse stato un rocker non ci sarebbe stata nessuna Quadrophenia così come la conosciamo, è solo un appiglio ad un suo momento giovanile (nel '65 aveva colo 20 anni) . Anche i Promessi Sposi sono il top (o uno dei top) dello sforzo stilistico e della finto ricostruzione storica, ma questo non significa che sia un bel libro, anzi fa cagare. E' un disco degno dei Procol Harum o dei Jethro Tull, o roba simile, pallosissimo.

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  11. Quadrophenia e London calling hanno il miglior suono di batteria in assoluto. Quadrophenia il miglior suono di chitarra e basso.

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  12. senti 'simpatico'Rompiballe:),..l'ho scritta in fretta e dopo una scorpacciata schiacciata alta 3 dita come direbbe il Vecio Kit carson e 2 gotti di lambrusco,...:),....

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  13. haha canappia lo diciamo anche noi in dialetto,.longobardo napp(j)a = naso

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  14. Stiamo parlando di doni "divini" ma Quadrophenia ha il suono migliore (di Who's Next) cosi come secondo me Sandinista! e' un pelo migliore di London Calling (che gia e' il top)
    C

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  15. Canappia e' universale (dicesi anche Nasca,Saldatore ecc)

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  16. anche i rompicazzo sono universali:),...dai tempi della servitù della gleba ,...anche prina, direi:).

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  17. I wish you all the best,..da ora non rispondo a simili provocatori....tornatene alla sede di partito,...mentecatto:)

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