lunedì, dicembre 10, 2012
L'ultima volta di Francesco Guccini
A metà degli anni 70, nelle giornate di vacanze estive che trascorrevo nella casa di campagna in cui ora vivo da decenni, uno dei giochi preferiti era diventato quello di fare in bici i 3 kilometri che mi separavano dal capoluogo Gragnano Trebbiense dove c’era l’unico telefono pubblico del Comune.
Passavo dalla strada (tuttora sterrata) della “Formica”, mettevo il gettone nella cabina telefonica (gialla) davanti al Comune e telefonavo a Quarta Radio, la radio del PCI di Piacenza (in cui di lì a poco sarei andato a lavorare per dieci anni...) che trasmetteva musica “altra”, richiedendo di volta in volta brani di Beatles, Who, Stones, Led Zeppelin, Deep Purple, King Crimson, Area.
Chiedevo di metterla però “tra un venti minuti”, il tempo di tornare a casa volando in bici e accendere la radio.
Uno dei brani più gettonati (appunto) era “L’avvelenata” di Francesco Guccini, non perché mi piacesse ma perché ad un certo punto il testo diceva ”un cazzo in culo” e in quel momento mi sembrava di raggiungere il massimo della trasgressione.
In realtà Guccini non mi piaceva.
Non era certo cool come Beatles e Stones, né spaccava le chitarre come Townshend, non faceva “musica totale” come King Crimson e Soft Machine e le riviste che leggevo lo prendevano spesso a pesci in faccia.
Dopo un po’ arrivarono sul mio giradischi Pistols, Clash e Jam e per Guccini lo spazio nel mio mondo musicale fu definitivamente bandito.
Con gli anni, l’età e una maggiore quiete dell’animo ho imparato a riascoltarlo, apprezzarne brani ed album, accostarmi alla sua opera in maniera “pacificata” e a capirne testi e approccio artistico.
Non ne ha fatto un mio idolo, né ha scalato di tanto la classifica dei miei preferiti ma il rispetto è aumentato a dismisura.
Guccini è icona immarcescibile della cultura italiana, al di là dell’apprezzamento artistico.
Tanto più che a 72 anni ha deciso di mettere la parola fine alla lunghissima carriera con un album d’addio.
Un congedo coraggioso, dignitoso, spontaneo, intelligente e sincero.
“L'ultima Thule” non è un capolavoro come in tanti hanno immediatamente sbrodolato ovunque.
Guccini ha fatto molto meglio in passato (“L’isola non trovata”, “Radici” , Via Paolo fabbri 43”, “Amerigo”, “Signora Bovary” ad esempio) ma l'addio è solenne e austero, il tono molto stanco e dimesso, antico, malinconico e talvolta eccessivamente cupo.
“Il testamento di un pagliaccio” è il momento che più mi piace, con arrangiamento bandistico, riferimenti agri all’attualità ma anche l’omaggio alla lotta partigiana “Su in collina”, scontato e prevedibile se vogliamo, ma sincero e sempre incisivo, “L’ultima volta” e “Quel giorno di aprile” sono ottimi episodi.
Guccini lascia la musica con un buon ricordo e con queste parole finali nella title track:
“L’ultima Thule attende e dentro il fiordo
si spegnerà per sempre ogni passione
si perderà in un’ultima canzone
di me e della mia nave anche il ricordo“
Grazie di tutto.
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Rimane un grande ma era ora che si ritirasse.
RispondiEliminaMeglio così
Si,infatti chi ha veramente stile sa bene quando è ora di darci un taglio...
RispondiEliminamolto più dignitoso di chi seguita,imperterrito,a riciclare se stesso ed a proporre le stesse identiche cose da decenni (e ce ne sono molti anche fuori dall'Italia).
eh bè da Stones a Who alle decine di gruppi che portano il nome che li rese famosi (da Yardbirds agli Animals) e che si riciclano continuamente con ormai solo uno o due membri originali...
RispondiEliminaE mi piacerebbe sapere che gusto provi la gente a farsi rapinare i soldi per certi spettacoli deprimenti,tipo quelli di Greg Lake solista o di Roger Waters,che ancora ce la mena con "The wall" !
RispondiEliminaAvreste dovuto essere ieri sera al Lennon Day a Torre d'Isola dove le cover-band erano in queste condizioni!!!
RispondiEliminaSolo perchè cera Wite coi suoi (grandi, a proposito! 4 pezzi una botta di volume elettrico e via!): istituto geriatrico.
Bravo Alberto! Un ricordo di JOHN e' doveroso..We All Shine On
RispondiEliminaGuccini e' un po un papa' o un fratello (molto) maggiore
C
Greg Lake ha appena suonato a Piacenza. 28 euro e mezzora di pezzi con le basi...con cover di Heartbreak hotel e un pezzo dei Beatles...
RispondiEliminaGrande Albert! Mini randevouz casula riuscito, direi!
RispondiElimina'Azz, Greg Lake avevo una mezza idea di venire....meno male...Però, secondo me il The Wall live è un altro discorso...
W
E comunque grande Guccini. Vai Flaco!
RispondiEliminaW
Mini rendez-vous riuscitissimo! Bella serata dai.
RispondiEliminaLa prossima volta Eight Miles High.....
Guccini non è propriamente nelle mie corde da ascoltatore tuttavia alcuni pezzi suoi sono entrati di diritto nella storia della musica italiana e col tempo pure io mi ci sono avvicinato nei momenti in cui avevo necessità di "volumi un pò più tenui". La ricetta era Guccini/De Andrè in Italia e Bragg/Suzanne Vega x l'estero....ok ora sparatemi addosso :-)!
RispondiEliminaIl vecchio barbudo è gradevole pure come romanziere oltre che originalissimo tifoso della Pistoiese....mai avrei detto!
Charlie
buone accoppiate cantautorali Charlie!
RispondiEliminaC
Greg Lake e' stato veramente imbarazzante ...
RispondiEliminaforse il peggio cui ho assistito.
Non vi dico le sbrodolate che gli ho visto tributare, sia ai Teatini (almeno li' non si pagava) che durante lo "spettacolo", da parte del pubblico e di alcuni personaggi.
So che qualcuno durante il break e' addirittura scappato.
Almeno non si e' sorbito anche la comparsata di una cantante stonata, di Bernardi Lanzetti e di Aldo Tagliapietra, chiamati sul palco a cantare una strofa di "Lucky man" (che cazzo sono venuti a fare ?)
Per quanto riguarda Guccini ed i cantautori in genere, anch'io ho subito piu' o meno lo stesso percorso di Tony. In particolare per Guccini, che rispetto e, quando mi capita di ascoltarlo, cattura la mia intenzione.
Altri (De Gregori in primis) li trovo francamente insopportabili.
GMV
Personalmente in ambito "cantautori italiani" a parte De Andrè che è un discorso a parte , riesco ad ascoltare alcune cose di Bennato e Finardi (i dischi anni 70 per intenderci) e brani sparsi (nel senso di due o tre al massimo) di Dalla, De Gregori, Guccini e pochi altri.
RispondiEliminaDiciamo che con un CD di un 'ora ci metto dentro il cantautorato italico.
Per non parlare dei "nuovi" che invece proprio ignoro e stop
Trovo fantastico Guccini nelle comparsate che fa nei film di Pieraccioni.
RispondiEliminaFabio T.
E bè e finisce qua ?
EliminaE Guccini e Fay Hallam ???
Adesso mi trovi un'attinenza !!!
Non ci puoi lasciare così !
Mi spiace, nessun legame.
EliminaHo mandato a Fay alcuni dischi di Mina, giusto perchè mi aveva detto che voleva imparare l'italiano, ma il legame tra l'albionica cantante e il canzoniere italiano termina qui.
Io e Luca Re speriamo sempre che acconsenta al ns. insano progetto di farla cantare A Day Without Love dei Love Affairs di Steve Ellis, che all'epoca fece anche la versione in italiano, in duetto con Luca, lui in italiano e lei in inglese, ma Fay fa finta di niente e glissa...
Fabio T.
Prova a proporle "L'avvelenata"...magari si convince
EliminaMangiano anguilla alla brace in una trattoria delle Valli di Comacchio?
RispondiEliminaBeh, considerando che Fay ha suonato e suonerà ancora tra Ferrara, Reggio Emilia e Parma, quindi in un certo senso tra la Via Emilia e il West, perchè no? Ma credo che a Guccini non gliene potrebbe fregare di meno!
EliminaTra l'altro ci sarà una novità carina, dal pdv strettamente musicale, per il prox tour, ma al momento devo stare zitto.
Fabio T.
In casa mia fin da piccolo, purtroppo, non sono mai girate molte musicassette (per non parlare dei vinili... mai visti)però mio padre, operaio oggi in pensione, ogni volta che veniva a sapere di un nuovo lavoro di Guccini si comprava la cassetta e se l'ascoltava in macchina vantandosene ed io quindi ho avuto la fortuna di ascoltarlo fin da piccolo adorandolo fin da subito. Sicuramente, anche per questo, l'ultima Thule per me rappresenta tanto. Grazie Guccio.
RispondiEliminaio amo affettivamente Via paolo fabbri 43 lp,..poi si andava a via dei poeti in quelle osterie quando si studiava ecc. .,.si parlava l'altro giorno con Cris di Ciampi, che tipo,...vi segnalo un libro su Bowie scritto dal fratello di Enzo degli Skizo
RispondiEliminahttp://www.caratterimobili.it/caratterimobili/?p=3307
Io trovo che Guccini sia sempre stato un bravo autore. L'unico (L'UNICO) che, per esempio, scrive(va) i versi in metrica. Non è facile nè scontato.
RispondiEliminaLo ammiravo.
Poi, a un certo punto, ha cominciato a partecipare al peggior cinema italiano (i fimetti ignobili di Pieraccioni), dopo aver fatto apparizioni in pellicole che meglio gli si addicevano e questo me l'ha drammaticamente fatto scadere. Dopo "Ti amo in tutte le lingue del mondo" era in ribasso, aver insistito per altre due volte l'ha definitivamente cancellato. Con buona pace de "L'avvelenata", "Il vecchio e il bambino" e "dio è morto".
Ieri Guccini era da fazio..bel farewell
RispondiEliminaBello l'ultimo verso del suo ultimo disco che hai citatao anche tu Tony
C
Guccini fu importantissimo per la scena beat dei 60,soprattutto per le mirabili interpretazioni dei Nomadi e dell'Equipe 84...ma se lo si ascolta bene,si possono riscontrare tracce di vera psichedelia anche in un album quale "Due anni dopo" (nella title-track soprattutto).
RispondiEliminaGuccini compose "Va canarino va", inn oal Modena calcio, primo singolo dell'Equipe 84 del 1964 !
RispondiEliminaAnche se è tifoso della ...Pistoiese
Negli anni precedenti aveva già fatto parte di alcune band locali,come chitarrista,insieme a Victor Sogliani e Bonvi (proprio quello delle Sturmtruppen).
RispondiEliminaRight Ursus..trovo MOLTO psichedelico l'album L'isola non Trovata (piu' che 2 anni dopo)
RispondiEliminaC