martedì, maggio 24, 2016
Post MOD depression
La scena MOD ha espresso musicalmente un numero vastissimo di bands e nomi di cui pochissimi hanno avuto il dono della longevità.
La stragrande maggioranza delle bands ascrivibili al fenomeno mod si sono sciolte dopo poco tempo, spargendo i propri componenti in giro per lo scibile musicale. Ma alcuni di questi si sono ritrovati in esperienze successive, talvolta molto interessanti.
Gli WHO alla morte di Keith Moon trovarono come sostituto nientemeno che il batterista degli SMALL FACES, Kenny Jones.
Non fu una parentesi particolarmente felice da un punto di vista artistico ma comunque nemmeno disprezzabile.
RONNIE LANE, lasciati gli Small Faces incise con PETE TOWNSHEND l'album "Rough Mix" nel 1977 ma anche una serie di lavori dedicati al Meher Baba, sempre con Pete.
Troviamo entrambi anche nella colonna sonora di "Mahoney's Last Stand" del 1976 con anche Ian Mclagan e Kenney Jones ex Small Faces, Ron Wood, Rick Grech, Ian Stewart etc.
Ronnie Lane e STEVE MARRIOTT si ritrovarono nel 1981 per un concerto insieme e un album (purtroppo pubblicato solo nel 2000 dopo la loro morte) con il nome di MAJIK MIJITS (ne ho parlato qui: http://tonyface.blogspot.it/2010/03/mod-heroes-majik-mijits.html ).
Tre degli Small Faces, è noto, finirono nei FACES, a fianco di Rod Stewart, prime mover della scena mod londinese, e RON WOOD che da quelle parti aveva bazzicato con i BIRDS.
Più complessa la ricostruzione per le bands post 79 revival con intrecci infiniti che proseguono fino ad oggi.
Scontato ricordare l'accoppiata PAUL WELLER / MICK TALBOT negli Style Council, quel Talbot che poi ritroviamo in numerosissime altre collaborazioni con (ex) appartenenti alla scena, fino alla partecipazione al singolo "Be lucky" degli Who e all'album di Roger Daltrey con Wilko Johnson.
Lo stesso Weller ha collaborato con Pete Townshend e gli ex Small Faces Ian Mc Lagan e Kenney Jones in esibizioni live mentre lo abbiamo trovato spesso coinvolto più o meno direttamente in produzioni di nuove mod bands.
Membri degli OCEAN COLOUR SCENE che si spargono tra Weller e Who, Buddy Ascott ex Chords che ritroviamo in varie esperienze come Times o Moment, Seb Shelton che dai Secret Affair approda ai Dexy's Midnight Runners, l'epopea degli ex Prisoners tra Solarflares, James Taylor Quartet, Prime Movers (dove finisce Fay Hallam dei Makin Time da cui esce anche il bassista dei Charlatans Martin Blunt).
It's a mod mod mod world !!
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In entrambi i casi comunque l'ondata giovanile si esaurì nell'arco di un'anno e mezzo, due al massimo
RispondiEliminaA proposito di intrecci mod estemporanei, qualche anno fa ho messo insieme (in loop) le poche immagini disponibile del video degli Spectrum (il “nostro” we are the world” ) sulla base di un audio decente, perché non era online.
RispondiEliminaMi ha anche risposto chi ha in mano il master 24 piste e il filmato intero, ma per ora non è stato ristampato.
A mio parere la versione originale è noiosa o troooppo lunga, ma se avessi i masters (e qualcuno in grado di sforbiciarli) io ne tirerei fuori un gran remix da 4 minuti, con i fiati più in evidenza
https://www.youtube.com/watch?v=6Nzkmnywb98
A me non è mai piaciuta questa versione. Troppo 80's come suoni.
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