lunedì, febbraio 08, 2021
Gang
Riprendo l'articolo che ho scritto ieri per "Libertà", quotidiano di Piacenza, dedicato ai GANG (con stralci di intervista a Marino Severini)
A volte (molte volte) non ci accorgiamo che tante cose belle ce le abbiamo a portata di mano.
D'altra parte é anche vero che i nostri occhi possono deliziarsi della visione delle Alpi innevate da centinaia di kilometri ma non riescono a vedere le ciglia che sono a pochi millimetri di distanza. Sarà per questo che così spesso trascuriamo la qualità di artisti e musicisti che possiamo vedere quando vogliamo, addirittura conoscere, incontrare, colloquiare con loro (sono sempre molti quelli che non si ammantano di mantelli da presunte rockstar e rimangono disponibilissimi).
I Gang sono tra i migliori, più sinceri, appassionati, creativi, profondi gruppi della scena italiana, da ormai quaranta anni. Hanno raccolto tanto, la stima per loro é immensa, meritata, affettuosa ma se vivessimo “nel migliore dei mondi possibili” sarebbero costantemente in classifica con ogni nuovo album e per i loro concerti ci sarebbe la fila.
Viviamo in un mondo imperfetto (per dirla con un amaro eufemismo) e così un gruppo come loro deve affidarsi al crowfunding (la raccolta di fondi attraverso i fan che, sulla fiducia, acquistano il nuovo disco prima ancora che venga inciso, dando così i mezzi necessari al gruppo per registrarlo e pubblicarlo) per incidere dischi.
In questo caso però é un valore aggiunto perché é tanto il sopracitato affetto che ogni volta raccolgono un sacco di soldi per fare album sempre più completi, curati e interessanti.
I fratelli Marino e Sandro Severini sono giunti a un nuovo lavoro, “Ritorno al fuoco”, come sempre un fuoco di passione, sana ideologia, testi intensissimi, musica che arriva dal cuore, dal sangue, dall'anima.
Marino Severini, cantante e chitarrista del gruppo, é un amico di vecchia data, uno di quelli che hai incrociato mille volte sulla strada, in qualche autogrill di notte di ritorno da un concerto, sotto a un palco, sopra a un palco, con cui hai diviso qualche serata e tante mail e soprattutto parole. Perché Marino é un costante fiume in piena.
Spiega, puntualizza, cita mille letture, ricordi, frasi, concetti.
E' un piacere lasciarsi avvolgere dalla sua colta dialettica. E allora quando gli chiedo di questo loro coraggioso affidarsi all'amore dei fan risponde deciso:
“Per produrre i nostri ultimi lavori siamo ricorsi al crowdfounding, che di fatto è la “ cassa comune”, il mutuo soccorso.
E il risultato è stato addirittura più del doppio di qualsiasi altro crowdfounding fatto in Italia per la realizzazione di un progetto di musica”popolare”. Per “Ritorno al Fuoco “ il risultato ottenuto è di circa 73 mila euro e 1611 co-produttori!
Una grande Vittoria, non dei Gang, ma di una Comunità che sbaraglia tutti i luoghi comuni, l’indifferenza, i piagnistei a proposito della produzione della musica indipendente italiana. Per me significa che posso affrontare un lavoro con una dose enorme di stima, di fiducia, che mi rende libero, sereno, fiducioso, che mi fa sentire parte di una comunità, appartenente e questo credo sia indispensabile per fare Bene per il Bene Comune.
Al nostro crowdfounding ho cercato di dare una valenza politica.
Creare comunità, dare ad essa slancio e ispirazione affinchè si possano realizzare Insieme gli obiettivi prefissi, Vincere in sostanza, e da ultimo creare economie.
Con l’uso di questo strumento siamo riusciti a realizzare insieme tutti e tre questi obiettivi che costituiscono l’essenza della Politica.
Questa vittoria é di una comunità reale che da tanto tempo si ritrova, si riconosce, si abbraccia e canta attorno al fuoco le canzoni Nostre, quelle dei Gang.
E’ una comunità che noi conosciamo bene e da anni, ed è la stessa che si è fatta e si fa carico dell’esistenza dei Gang ed ora anche della produzione dei nostri lavori ma soprattutto della nostra autonomia, indipendenza e libertà nel realizzarli.
E’ un mondo che ci ha sempre dimostrato una smisurata gratitudine anche regalandoci il vino, l’olio, i libri, le cioccolate…e nei confronti di questa comunità io mi sono sentito sempre in debito e ad essa dico Grazie! questo mi restituisce oggi, più di ieri la cosa che conta moltissimo per me, cioè l’Appartenenza!”.
Una comunità costruita in anni di durissimo lavoro, quello che si crea ogni giorno, sulla strada, da un locale a un centro sociale, da una festa di paese a una TV locale, da un articolo su una fanzine al quotidiano nazionale. Una parola sola, sincera, onesta, genuina per ognuno.
Il socialismo che tanta gente va a sbandierare con slogan inutili e vuoti si costruisce così.
Molto semplicemente con la condivisione e la socialità.
E in questo i Gang sono un esempio fulgido e unico. Nascono a Filottrano, in provincia di Ancona nei primi anni 80. Come riferimento artistico, sonoro, ideologico, i Clash.
Dall'esordio “Tribe's Union” del 1984 ad oggi inanellano una quindicina di album spostando progressivamente il loro sound verso una canzone d'autore che mantiene salda, a livello di testi, il legame politico con la matrice di protesta e a sfondo sociale ma che allegerisce il tessuto sonoro che si orienta sempre più verso il folk rock. Approdano alle major, ottengono continui e ampi riscontri, soprattutto dal vivo.
Collaborano con eccellenze della musica italiana come Massimo Bubola (a lungo compositore per De André), Mauro Pagani, David Riondino, Ambrogio Sparagna, lo scrittore Erri De Luca, il produttore Jono Manson, al loro fianco negli ultimi album. Quasi incalcolabile il numero di musicisti che si sono avvicendati nella lunga carriera.
Una band storica ma che continua a guardare al futuro.
Ancora Marino:
“Il mio atteggiamento nei confronti dei giovani lo posso riassumere con le parole di Antonio Gramsci:
“ Una generazione che deprime la generazione precedente, che non riesce a vederne le grandezze e il significato necessario, non puo’ che essere meschina e senza fiducia in se stessa anche se assume pose gladatorie e smania per la grandezza”.
Si rimprovera al passato di non aver compiuto il compito del presente: come sarebbe piu’ comodo se i genitori avessero fatto il lavoro dei figli. Forse sbaglio ma credo che ogni Rivoluzione cominci sempre con un GRAZIE ! E i piu’ giovani non sanno piu’ dire grazie, perche’ nessuno insegna loro come si dice.
Grazie a chi?
Grazie ai compagni che ci hanno sostenuto nell’adolescenza, che ci hanno aiutato a non sentirci soli nel superare i primi ostacoli e le angosce e le paure…e grazie infine ai propri maestri senza i quali non avremmo scoperto la Meraviglia!
Questa consapevolezza che nasce dal Grazie è indispensabile per avere e prendere coscienza della Libertà, che non è, come è stato insegnato da questa società ai piu’ giovani, da decenni, il “ fare quello che cazzo ti pare” ma la liberta’è poter scegliere e nella scelta sentirsi responsabili rispetto alla propria Appartenenza! Le canzoni che scrivo servono soprattutto per imparare a dire nuovamente GRAZIE.”
Il nuovo album é una boccata di aria fresca che ci riconsegna il bene prezioso che sono i Gang, che non hanno mai perso la spontaneità e la lucidità per essere al passo con i tempi, anche quando i tempi sono questi, mortiferi, egoisti, decadenti, approfittatori. E contribuisono a un mondo migliore con le loro storie.
Marino:
“Come scrive Leslie Silko, scrittrice indiana d’America “ Se hai le storie hai tutto, se non hai le storie non hai niente”. E queste storie nostre fanno una Storia diversa da quella dei vincitori, fanno la storia nostra, quella dei Vinti. Tenerle vive, ricordare, anche cantando queste nostre storie significa che non abbiamo dimenticato il nostro cammino, le strade fatte che ci hanno portato fino a qui, significa quindi che non abbiamo dimenticato l’esclusione, l’emarginazione, lo sfruttamento, le violenze subite.
E cosi’ teniamo viva la Memoria che è l’unico mezzo, l’unico strumento che da Vinti ci rende Invincibili!
Ti faccio una breve confessione a proposito di “Ritorno al Fuoco”, il nostro nuovo album:
“Canzoni, come El Pepe, Azadi, Rojava Libero, le ho scritte perché mosso da una voglia, da un desiderio che è quello di mandare affanculo la solita lagna che si ascolta ovunque e da tempo in questo Paese...”ma è tutto finito, ormai non c’è piu’ niente e nessuno per cui vale la pena lottare, ecc ecc”…”
Ecco! queste canzoni non sono la solita lagna ma “cantano” tutta un’Altra Verità…un Altro Mondo!
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Tre anni fa li abbiamo chiamati a suonare ad un 1 maggio autogestito in un paesino sui colli parmensi: sotto una pioggia battente hanno suonato con calore e passione per i pochi resistenti rimasti a sfidare il maltempo. Bellissimo concerto, bellissime persone.
RispondiEliminaOgni volta che capitano in zona Piacenza vado sempre, un'esperienza unica.
RispondiEliminaSono brave persone.
RispondiEliminaLe radici e la Ali è probabilmente uno dei migliori 50 dischi usciti in Italia negli ultimi 40 anni.
RispondiEliminaCharlie