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martedì, aprile 27, 2021

Not Moving - Live in the 80's



Esce il 4 giugno per GoDown Records la ristampa in vinile (trasparente) di "Live in the 80's" (+DVD) dei NOT MOVING con codice per scaricare il DVD originariamente allegato.

L'idea del LIVE nacque nel 2004, in concomitanza con la partenza di questo blog.
Nel quale incominciarono a confluire riferimenti all'attività dei Not Moving (che avevo lasciato 16 anni prima).
In contemporanea su internet uscivano spesso articoli sulla band in cui si mischiavano la prima line up (quella degli anni 80) con i successivi cambiamenti che portarono il nome del gruppo verso altre sonorità e a dischi totalmente diversi dalle radici della band.

Così incominciai a selezionare materiale, attingendo da decine di cassette raccolte di ogni concerto, per pubblicare un album LIVE che testimoniasse il vero sound dei NOT MOVING negli anni 80, mai immortalato nel giusto modo su disco.

La Go Down Records fu ben felice di stamparlo e l'accordo venne suggellato da una stretta di mano con Leo Cola davanti a una birra.

Si aggiunse anche l'idea di allegare un DVD che rendesse giustizia a un'immagine così potente e particolare della band.
Anche in questo caso la ricerca di materiale avvenne in un turbinìo di video VHS, foto, volantini, tutti archiviati da tempo.
La programmata uscita coincise con il ritorno del bassista Dany in Italia dopo un quindicennio in Germania e l'idea di accompagnare l'album con un po' di date da stimolo divenne realtà.
Dieci concerti che culminarono con il concerto finale (a cui partecipò anche la tastierista Mariella) con Damned e Iggy and the Stooges al festival Rock in Idro a Milano in settembre.

Dettagli per l'acquisto del disco qua:
https://www.godownrecords.com/product-page/not-moving-live-in-the-eighties-LPx?fbclid=IwAR1Y9uVhewbtzCk46P9sgBA_0vmiAfmnLlGK33fwLVx0oSp97v4IqwYSbZU

domenica, giugno 09, 2013

La STORIA dei NOT MOVING: 2005-2006 la Reunion



Si chiude la lunga storia dei Not Moving in tutti i suoi dettagli e particolari.
Un suggello definitivo (personale) a qualcosa di particolarmente importante nella mia, nella nostra, vita.
Tornerò presto con un'altra (lunga) storia particolare...
.

Finito il periodo storico dei Not Moving e sciolto il gruppo dopo qualche anno, Severine lascia l’attività musicale, Dany la prosegue in Germania con Surfin Dead e Big Chief Broom Man Band (di cui la mia face Records pubblicherà un singolo), Dome con gli Hush e con MGZ, io con Lilith nel suo progetto solista fino alla fine dei 90’s.
Il nome dei Not Moving scompare per anni nel nulla, totalmente dimenticato.
Solo i collezionisti si contendono a prezzi esorbitanti e senza senso i vinili originali degli 80’s.

Nel 2003 la benemerita Area Pirata rispolvera il mini LP mai uscito nel 1984, "Land of nothing" e lo ristampa in vinile esattamente come sarebbe dovuto essere 20 anni prima.
Nello stesso periodo ai numerosi concerti del Link Quartet si presentano sempre più spesso persone con i vinili da autografare, accompagnati da richieste del vecchio materiale introvabile, il tutto supportato da sempre più numerose domande via web sulla disponibilità di ascolto dei lavori degli anni ’80.
Forse è ora di ridare giustizia ad una storia troppo presto dimenticata e che forse ha ancora qualcosa da dire.
Quale migliore dimensione se non quella live ?
Innanzitutto c’è da trovare un’etichetta e la neo nata GoDown Records risponde subito positivamente alla proposta di un live album dei Not Moving e davanti ad una birra, una stretta di mano sancisce l’accordo.
Ma non basta.
La registrazione temo non possa restituire in pieno la potenza del gruppo.
Ci vogliono le immagini.
Non ce ne sono molte ma da accanito archivista ho collezionato tutto e qualcosa di interessante si può utilizzare.
Ma per legare il tutto provo a chiedere in giro ad amici e conoscenti qualche testimonianza su come si ricordavano del gruppo.

Armato di una piccola telecamera incomincio a girare da Roma (da Federico Guglielmi) a Fidenza (Luca Frazzi), da Milano (Ermanno Mauro Giovanardi) a Faenza (Giordano Sangiorgi), da Torino (Oscar Giammarinaro) a Crema (dove suonano i Marlene Kuntz con Cristiano Godano e Gianni Maroccolo) ma ci sono anche Umberto Palazzo, Enzo Onorato, Luigi Riganti, Marc Pastorelli e Claudio Sorge.
Trascorro anche lunghe serate (e pure nottate) a selezionare in mezzo ad una marea di cassette le registrazioni più significative e meglio riuscite per il live, a scartabellare tutti gli articoli, foto e materiale d’archivio, a selezionare le immagini video meglio girate, a stilare varie scalette che possano rappresentare al meglio un set del gruppo.
Soprattutto a scrivere la sceneggiatura del testo che dovrà accompagnare il video.
Alla fine io e Rita/Lilith in studio di registrazione e in sala montaggio video trascorriamo ulteriori ore a leggere e a commentare le immagini.

Da aprile a settembre si completa il lavoro, ad ottobre la GoDown lo stampa, giusto in tempo per la REUNION.
Nel frattempo infatti è successo che Dany è tornato in Italia da un mesetto e che e telefonate con Dome si sono intensificate per decidere quali brani inserire e che verso Ferragosto dopo anni ed anni ci si era ritrovati a fare due chiacchiere per vedere se questo CD/DVD poteva avere anche il privilegio di essere promozionato dal vivo.
Molte le perplessità iniziali (Severine rinuncia per mancanza di tempo), soprattutto “etiche” (vale la pena ? abbiamo lasciato un buon ricordo, perchè disseppellire il cadavere ?) ma nel momento in cui l’agenzia Blitz Studio si è mossa chiedendo in giro se c’era interesse per i concerti del gruppo e una decina di locali si è subito dimostrata più che disponibile (anche con un cachet per nulla trascurabile..) decidiamo di provare a rientrare in sala prove. Domenica 2 ottobre dedichiamo 5 ore alla prima prova e ai primi 10 brani.
Non riesce granchè bene ma le quattro o cinque successive invece ci fanno ritrovare lo smalto e il tiro lasciato da parte una ventina di anni prima.
Il 30 ottobre facciamo quella generale e ultima perchè l’11 novembre si torna su un palco, allo “United “ di Torino per replicare il giorno dopo al “Melania” di Rimini, il 18 al “Thunder Road” di Pavia, il 26 al “Sonar” di Siena, il 1° dicembre al “Borderline” di Pisa, il 15 al “Jailbreak di Roma (con i Vib Prince Experience).

I concerti vanno più che bene, nel pubblico tanti reduci ma anche molti giovani, curiosi, fans con il classico vinile originale da autografare o con il CD/DVD “Live in the 80’s” che intanto vende bene spinto anche da numerosissime recensioni, interviste, articoli.
Musicalmente il tiro c’è ancora, ci si diverte, ogn itanto si improvvisa , inseriamo in scaletta anche un’inedita per noi “Venus in furs” dei Velevet Underground che si trasforma poi in “Dirt” degli Stooges.
Suoniamo ancora nel 2006 a Massa al “Baraonda”, a Brescia al “Frremuzik” a Rimini al “Velvet” e chiudiamo l’esperienza con anche Severine alle tastiere il 2 settembre a Milano al Festival Rock In Idro aprendo per International Noise Cospiracy, Damned e Iggy and the Stooges !

Poi torniamo alle occupazioni abituali.
Successivamente verranno ristampati l’album “Sinnermen” in CD e tutti singoli usciti con l’aggiunta del primo demo nel CD “Light/dark”.
Si attende la ristampa di “Flash on you”.

domenica, giugno 02, 2013

La STORIA dei NOT MOVING: 1989-1994



La storia dei Not Moving non finisce con l’abbandono mio e degl ialtri di cui si narrava nella scorsa puntata ma prosegue fino al 1994.
Ne riferisco per completezza prendendo spunto da informazioni ovviamente molto generiche e non approfondite.
I rapporti tra di noi ripresero ad essere distesi ma molto sporadici e superficiali.


Spezzatisi in due tronconi i Not Moving inizialmente finiscono.
Dome e Severine reclutano altri membri dagli ex Cheetah Chrome Motherfuckers, cambiano brevemente nome in Snap Dragon Fly per tornare velocemente al più conosciuto Not Moving.
Io, Lilith e Betty Blue formiamo i Timepills con cui si registrerà un demo, prima che Lilith lasci il gruppo per la carriera solista.

I nuovi Not Moving riprendono il lavoro lasciato in sospeso poco prima della frattura e pubblicano il mini Lp “Song of myself” per la Wide Records nel 1989 con la partecipazione di alcuni ospiti come Giovanni Lindo Ferretti , Luca Re dei Sick Rose, Zazzo dei Negazione con i testi recitati dal poeta Cheyenne Lance Henson e il lavoro ovviamente dedicato alla causa pellerossa.
Il gruppo cambia più volte formazione e nel 1990 il 12” per la Vitriol “A flash on you”/”Dancing” coglie la svolta sonora sempre più indirizzata ad un sound hard psych con reminiscenze Hawkwind e omaggi evidenti al sound dei Cult.
La band prosegue l’attività concertistica (aprendo anche per Nick Cave & the Bad Seeds serata di cui Cristiano Godano dei Marlen Kuntz mi ricordò una tremenda rissa nei camerini con botte, pianti e urla. Cosa che si verificò anche quando ci reincontrammo a Chiavari (Ge) in un concerto di Lilith in cui si presentarono i...Not Moving intenzionati a suonare. Ma avevano sbagliato data. Seguirono casini di vario tipo con gli organizzatori) e ritorna, sempre tra vari cambiamenti di formazione, all’incisione nel 1994 con l’album “Homecomings” (Pick Up records), come sempre dedicato alla cultura dei Nativi Americani e con sonorità proto stoner, intense ballate, hard rock e psichedelia.

domenica, maggio 26, 2013

La STORIA dei NOT MOVING - Secondo semestre 1988



L’ultimo atto della storia dei Not Moving (intesa nella sua dimensione “storica”) si consuma nel secondo semestre del 1988.
Le tensioni di cui si è già accennato sono al culmine ma si prosegue soprattutto in virtù di una serie di concerti che ci attendono e che vedranno la più fulgida incarnazione dei Not Moving da un punto di vista tecnico, suffragata da un’incredibile affluenza di pubblico, che arriverà tranquillamente alle 1.000/1.500 persone con cachet mai visti e trattamenti di prima categoria.
Compro addirittura un furgone per facilitare i trasferimenti ed evitare i soliti affitti onerosi, soprattutto in previsione di una lunga serie di concerti che si profilano sempre più numerosi all’orizzonte.

A luglio suoniamo a Borgonovo (Piacenza) con Ravings e Scrimshankers, con furibonda rissa finale tra incauti fascisti pavesi giunti a provocare alla Festa dell’Unità e compagni locali e finiti con auto sfasciata e numerose ecchimosi e ferite lacero/contuse.
Ricordo una fila di persone a piedi dalla “vicina” (un paio di kilometri) Castelsangiovanni dove erano arrivate in treno per vederci.
Poi a Pisa al “Metarock” con Boohoos e gli australiani Celibate Rifles con cui si fa notte e da cui si ricevono infiniti complimenti, a Bologna ai grattacieli Kenzo (dove Lilith vuota un bicchiere di vodka in testa a uno dei Jack Daniel’s Lovers che si era fatto un po’ troppo impertinente, a Impruneta (Firenze) con gli Avvoltoi (con cui ingaggiamo una lunghissima partita a calcio nell’afa pomeridiana che ci lascia distrutti e senza fiato) e Lonely Boys, con la partecipazione del poeta Cheyenne Lance Henson e a Rocca Scalegna in provincia di Chieti con i Boohoos e i Garbages, a Carrara con Sick Rose e Polvere di Pinguino, una mitica trasferta sarda a Tonara (Nu) dove davanti a tutta la Sardegna rock suoniamo con Wicked Apricots, Honeymoon Flowers e e Five for garage.
Lo slogan coniato da Alberto Campo alla Rai l’anno prima “Not Moving, minigonne e rock n roll” è perfetto per la stagione estiva !

Le tensioni, rivalità, rancori, antipatie svaniscono appena siamo sul palco e l’affiatamento diventa totale, si improvvisa, si suona al massimo, spesso si finisce con session varie con amici musicisti.
C’è un tiro incredibile supportato da un pubblico numeroso, da fans che si fanno centinaia di kilometri per un nostro concerto.
Le richieste arrivano da ogni parte d’Italia ma siamo spesso costretti a declinare a causa del cachet sempre più alto.
Quello che abbiamo mancato qualche anno prima sembra poter arrivare adesso.
Ma l’11 settembre (sarà il giorno che porta sfiga ?) alla Festa dell’Unità di Pisa dopo un altro eccellente concerto, dopo i locali Liars, Lilith e Severine si prendono a pugni e schiaffi, non risparmiandosi nulla.
Noi maschi le lasciamo fare per un po’, consapevoli che il gruppo è finito.
Cinque giorni dopo a Casalpusterlengo (Lodi) chiudiamo un festival di gruppi locali (presentati da Jo Squillo...) e di nuovo veniamo sommersi da una gran folla di persone a cui regaliamo un gig furioso e travolgente.
Il 24 e 25 settembre iniziamo le registrazioni al West Link di Pisa di un nuovo mini LP dedicato alla causa pellerossa con la partecipazione di Lance Henson.
La tensione è ai massimi livelli, nel caos totale portiamo a termine le basi di tre brani, poi alcuni di noi se ne vanno e proseguono gli altri ma i brani non verranno mai completati.
Il 1° ottobre al Teatro Albatros di Genova suoniamo con Ravings, Polvere di Pinguino e Steeplejack l’ultimo concerto (anche questo a favore dei pellerossa per un rimborso spese).
Una settimana dopo ci si ritrova a Piacenza a sancire la separazione.
Io Lilith e Betty Blue ce ne andiamo.
Troppe tensioni, posizioni “ideologiche” non condivise, lontananza di scopi, abitudini, stili di vita.
Seguiranno vaghi e vani tentativi di riconciliazione via lettera e telefono.
Un mese dopo noi tre incominciamo le prove con la nuova creatura TimePills, Dome e Severine ribattezzano la band Snap Dragon Fly per tornare successivamente al vecchio nome.
Ne riparleremo alla prossima, penultima, puntata.

domenica, maggio 19, 2013

La STORIA dei NOT MOVING: primo semestre 1988



Il nuovo anno incomincia con parecchi cambiamenti, soprattutto nell’aumento esponenziale della tensione all’interno del gruppo.
Sempre più scazzi, occhi neri (non scherzo...) e situazioni incontrollabili.
Abbandoniamo innanzitutto la Spittle Records, sempre più in crisi, che ha lasciato che “Jesus loves his children” andasse un po’ per conto suo, senza alcuna spinta adeguata a livello promozionale.
Sfumata la possibilità di un album per la tedesca Glitterhouse, un po ‘sorprendentemente anche per noi, con una telefonata e una stretta di mano ritroviamo in un paio di giorni l’appoggio di Claudio Sorge e della sua Electric Eye per cui sei anni prima avevamo firmato il nostro esordio discografico.
Entriamo praticamente subito nel mio studio Audiar da poco trasferitosi a Piacenza con una tecnologia di grande spessore (tra cui lo storico mixer vendutoci da Mauro Pagani su cui fu inciso “Creuza de ma” di de Andrè), a febbraio, con un buon numero di brani da incidere per l’imminente nuovo lavoro a 33 giri.
Sarà l’inizio della fine.

Sin dai primi giorni è evidente che il gruppo è quasi allo sfascio: litigi costanti e ripetuti, incapacità di portare a termine in maniera soddisfacente un brano che è uno, pareri sempre discordi, direzioni musicali sempre più lontane (chi vuole inasprire il sound, chi lo vuole più ascoltabile e professionale, chi vuole cercare di inserirsi a fianco delle bands che “ce l’hanno fatta” con qualcosa di più mainstream, chi vuole tornare a sonorità estreme).
In mezzo i famosi “rapporti sentimentali mutati nel tempo” che esplodono spesso in scontri fisici di estrema violenza (anche in strada o nel bar di fronte allo studio...).

Dopo aver inciso il brano “Looking for a vision”, Dany decide che ne ha abbastanza, lascia band e Italia e se ne va a vivere in Germania.
Troviamo al volo un sostituto in Betty Blue (Milo) Milani, amico di lunga data, che ci aveva spesso ospitato nella sua soffitta adibita a sala prove.
E’ un chitarrista ma si adatta velocemente al basso.
Con lui proseguiamo faticosamente le registrazioni.
Finite le batterie volo in California quindici giorni lasciando agli altri il compito di andare avanti.
Torno con il disco quasi completato.

“Flash on you” è un insieme di brani molto diversi per impostazione e direzione che spazia dalla riedizione di una brano di disco music dei tedeschi Sniff and Tears “Driver’s seat” ad un medley di brani di Jimi Hendrix, da un brano di palese ispirazione 60s’s come “Blue sing” ad un punk n roll tiratissimo come “Stupid girl” ad una ballata come “Sweet beat angel”.
Lo ritengo ancora un buon album ma l’unitarietà che caratterizzava i precedenti lacvori è abbondantemente persa.
Se ne parlerà bene e sembrerà un passo transitori overso il futuro, una maturazione, un nuovo capitolo.
Esce il 5 maggio, suoniamo al sud (Bari e Brindisi) e a Roma.

La nuova line up funziona, i concerti sono sempre più affollati, il cachet si alza ancora ma si vive “separati in casa”.
Una parte (Dome e Severine) si sta sempre più indirizzando verso una visione musicale proto stoner e abbracciando la causa dei Nativi Americani che un’altra parte (io, Lilith e anche Betty Blue) vede in maniera più distaccata mentre musicalmente privilegia altre direzioni (dal blues al soul, via Stones e Tom Waits).
E’ il preludio all’imminente fine.

domenica, maggio 12, 2013

La STORIA dei NOT MOVING: secondo semestre 1987



Nelle foto: a Cuneo, a Scandiano e in qualche altro posto sparso per l'Italia.

L'uscita di "Jesus loves his children" rafforza la popolarità dei Not Moving anche se non la fa crescere più di tanto rispetto a "Sinnermen".
Il salto in  avanti ormai non c'è stato, consolidiamo lo status di grande/ottima/buona rock n roll band della scena indipendente italiana ma mentre altri volano tra concerti sold out, dischi in classifica e vendite proficue (CCCP e Litfiba su tutti, gli uni usciti con "Socialismo e barbarie" gli altri con "17 re", mentre gli esordi di Gang con "Barricada rumble beat", Sick Rose con "Faces", Boohoos con "Moonshiner" ci affiancano nuove fortissime band con dischi eccellenti), noi rimaniamo nella nicchia.

Ci prendiamo comunque sempre un po' di soddisfazioni: le riviste tradizionali tributano i consueti omaggi, le fanzines si riempiono di interviste e recensioni, arrivano articoli da mezzo mondo, Inghilterra, Usa, Germania, Spagna, addirittura Finlandia e Perù !
In luglio suoniamo a Scandiano (Reggio Emilia) alla Festa dell’Unità e ad aprire c’è una nuova rock band, gli Ora Zero di un cero, sconosciuto, Luciano Ligabue, a settembre siamo a Cuneo al Festival Movimenti 87 dopo Violet Eves e Liars (che sforando il tempo a loro concesso e rubandone a noi rischiano l’aggressione fisica di Dany già partito con il basso a mo’ di clava per abbatterne qualcuno. Lo fermo appena in tempo) e prima di Rats e CCCP) poi a Torino al Teatro Nuovo con Truzzi Broders e Loschi Dezi con 1.500 persone davanti, a Malnate (Va) con 600 persone, al “Black out” di Carpenedolo (Bs) dove la Tramite Records registra il concerto e farà uscire un live con nostri due brani (oltre a quell idi Settore Out, Kim Squad e Views), due date in Sardegna ad Assemini e Ossi (sempre affollate) e chiudiamo a Civitanova Marche (Mc) in dicembre all’ “Oceanic” con il 100° concerto con l’attuale formazione. Ancora non lo sappiamo (ma un po’ lo sospettiamo) ma sarà l’ultimo con Dany al basso.

Il referendum dei lettori di Rockeriila ci piazza nel frattempo al sesto posto dei gruppi più amati (dietro a CCCP, Litfiba, Gang, Boohoos, Sick Rose), Lilith è al 15° (prima tra le italiane, davanti ad Alice...) tra le cantanti donne (in testa Suzanne Vega e Lisa Germano) , “Jesus...” è al quinto (dietro a CCCP, Litfiba, Gang, Boohoos davanti a “Blues” di Zucchero !??!?!).

A fine settembre registriamo al West Link di Ale Ovi Sportelli invece una serie di provini destinati all’etichetta tedesca Glitterhouse (che ai tempi aveva pubblicato la compilation “Declaration of fuzz”, cose dei Miracle Workers e aveva da poco iniziato un rapporto con la Sub Pop portando in Europa i dischi di Mudhoney, Green River , Tad e altri) che ci aveva richiesto nuovo materiale dopo averci visto in tour in Germania.
Come sempre, invece di lavorare su brani consoni alla direzione dell’etichetta, optiamo per qualcosa di meno duro e diretto del solito, con influenze country e blues (alcune delle quali finiranno sull’album successivo) e il contatto sfuma.

domenica, maggio 05, 2013

La storia dei NOT MOVING: primo semestre 1987



“Sinnermen” pur con tutti i guai subiti era stato comunque un “successo”, apprezzato dalla critica e accolto bene pure dal pubblico (anche se, come sempre, non abbiamo mai saputo le effettive cifre di vendita.
Pare qualche migliaio di copie ma..chissà...).
Le richieste di concerti aumentano e cresce anche il nostro cachet, mantenendoci nell’ambito del “professionismo”.
La Spittle Records, con cui i rapporti ritornano leggermente più distesi, ci offre nuove opportunità, tra cui quella di girare un video (cosa inconsueta per il 1987 per un gruppo del nostro tipo).
Come sempre, sordi ad ogni consiglio (e, con il senno di poi, ad ogni logica) scegliamo il brano meno rappresentativo del nostro sound, oltre tutto una cover e, seppur in inglese, quello meno “commerciabile”, “Cocksucker blues” degli Stones.
Lo giriamo a Parma prima di un concerto, non è male, ma alla fine non produrrà alcun effetto perchè VideoMusic (unico sbocco video, Rai e Finivest a parte, pressochè irraggiungibili) deciderà di evitare un brano che parla di un succhiacazzi...
E la cosa non aiuterà a migliorare i rapporti con l’etichetta.

Tra l’altro si accorge di noi anche l’ENPALS la “mutua degli artisti” che verifica che il nostro cachet (non frequentemente “fatturato” per usare un eufemismo) mal si accompagna con lo status di dilettanti da prestazione occasionale gratuita e ci appioppa una bella multa !

Poco importa, siamo già sul furgone per la GERMANIA. Dal 13 al 28 febbraio, tra ghiaccio, neve e temperature che raramente salgono sopra lo zero ci spariamo 10 date in 12 giorni (Neckargemund, Goch, Weisbaden, COLONIA, HANNOVER, BIELEFELD, Cloppenburg, BERLINO, Schwindkrichen, Amberg) in coppia con i locali Surfin Dead.
I concerti sono un vero successo: riempiamo quasi sempre i locali, la gente apprezza, suoniamo benissimo, spacchiamo veramente.
Qualcuno si lascia prendere eccessivamente dalla vita da rockstar ed esagera in tutti i suoi classici aspetti e non torna particolarmente “sano”.

Il tour è in ogni caso devastante.
Non si dorme quasi mai e le poche volte capita spesso di farlo in sacco a pelo sul pavimento o in case senza finestre (Berlino con -10 fuori) o sul furgone pieno di spifferi oppure direttamente sul palco (a Goch).
Si mangia poco e male, si beve tanto e bene.
Attraversiamo la Germania Est, muraglie di neve e kilometri di ghiaccio, ci perdiamo tre giorni nel quartiere “estremo” di Berlino, Kreuzburg, all’ombra del Muro, scoprendone tutti i vizi.
Torniamo veramente provati nel fisico e nella mente e con fratture all’interno della band che si riveleranno letali dopo poco tempo.

Suoniamo ancora a Lucca, Bergamo (con i Settore Out), Napoli, Bari, Imperia, Fiorenzuola(PC), Torino, Taormina, Savona (con Limbo e Thelema) e ogni volta è un succeso.
C’è sempre tanta gente entusiasta e l’accoglienza è costantemente eccellente.
A Bari al “Re Artù” viene filmata buona parte del concerto (alcuni brani sono disponibili su Youtube e rendono alla perfezione il clima del tempo).

Intorno intanto la DC vince come sempre le elezioni (noi votiamo un po ‘tutti DP, Democrazia Proletaria), a Caorso manifestiamo contro la centrale nucleare, a Novellara (RE) restiamo a bocca aperta al cospetto degli Husker Du. Il gruppo intanto traballa sempre più.

Dany è tornato dalla Germania con una ragazza tedesca, Heike, e spesso fa la spola Piacenza-Bielefeld e la cosa non aiuta con le prove, i concerti e la stabilità della band.
Sempre all’interno del gruppo sono cambiati anche altri rapporti sentimentali e non e il cameratismo, l’unione, la compattezza si stanno disgregando a vista d’occhio.
Troviamo però l’energia e la forza di registrare ancora un (ottimo secondo me) lavoro.
Dal 13 al 17 aprile torniamo allo studio TMB d iCastelfranco Emilia per il secondo 12” , “Jesus loves his children”. Come anticipato nella scorsa puntata, la strada sonora ora guarda all’Australia di Hoodoo Gurus e Lime Spiders bands che ritroviamo facilmente nella melodica e veloce “I want you” (che ricalca nel ritornello l’omonima di Bob Dylan) e nello strumentale “Surfin dead blues”.
“New situations” è uno strano (mai proposto dal vivo) rock jazz blues con assolo di armonica di Dany, mentre la cover metallica (alla Cult) di ”Break on through” dei Doors sarà a lungo la conclusione infuocata dei nostri concerti.
“Spider” è invece probabilmente il nostro brano più noto (con “Baron Samedi”) e anche quello più riuscito e rappresentativo del Not Moving sound.
Un misto di punk violento e di melodie 60’s, un tocco di hard blues, un po’ di beat.

Il disco esce il 5 giugno, ricompatta ancora per un po’ la band soprattutto grazie al risultato di cui siamo pienamente soddisfatti, anche se, per la prima volta, registriamo poco tutti insieme.
Chi finisce la sua parte se ne va a casa, per tornare per il mix (alcuni neanche per quello), chi non deve fare nulla non resta, come sempre, con gli altri a condividere l’avanzare del lavoro ma preferisce l’albergo o altre mete.
E’ l’inizio di una fine che si consumerà veloce e feroce e tutto brucerà con quella stessa fiamma che aveva acceso gli inizi e aveva scottato tutti costantemente per questi anni, tenendoci sempre svegli, giorno e notte per tutto questo tempo.

domenica, aprile 28, 2013

La storia dei NOT MOVING - Secondo semestre 1986



Nelle foto: in tour con il furgone, foto promo scartata, vari scatti dal vivo, gli ultimi due a Nusco (AV).

“Sinnermen”, nonostante la nostra insoddisfazione per il risultato finale (rimixato malamente e con copertina anonima totalmente diversa da quella scelta da noi.La versione “ufficiale” vedrà la luce solo nel 2009 per la GoodFellas per mano, ironicamente di quello stesso Simone Fringuelli che al tempo fu responsabile del misfatto), trova un ampio consenso di critica e anche di pubblico, riuscendo a piazzare parecchie copie in vendita, anche se, come sempre, non sapremo mai quante copie effettivamente siano state stampate e vendute (ovvero non abbiamo mai visto un soldo).

La serie di concerti prosegue in tutta Italia riempiendo locali e spazi all’aperto dal solito nostro “Pluto” a Piacenza, a Cremona a Porta Mosa (dove finiamo sotto un diluvio, imperterriti bagnati da capo a piedi incuranti, nonostante i fonici ci urlino di tutto, del pericolo di rimanere fulminati...), Treviso (con gli Scary Melodies ad aprire), Pisa al Giardino Scotto, alla Festa dell’Unità di Certaldo (FI) davanti a più di mille persone impazzite, a Padova in Piazza Mazzini (finito il concerto ce ne andiamo a Venezia a girare e a bere tutta notte), a Verona (con Underground Life e DHG).
Il 1° agosto siamo a Nusco (Avellino), con Violet Eves e Paranoja, ancora ferita dal terremoto di qualche anno prima, a suonare davanti alla case di Ciriaco De Mita (a cui Lilith non risparmia qualche battuta pubblica) poi a Diano Marina (Imperia) in piazza con i quasi esordienti Ritmo Tribale.
Torniamo al sud in ottobre, al “Ramblas” di Taranto (dove troviamo gente ad attenderci nel pomeriggio per foto e autografi ! E dove all’inizio del concerto si rompe la macchina del fumo/ghiaccio secco che in pochi minuti inonda il locale e rende l’atmosfera claustrofobica: non si vede nulla, noi suoniamo, la gente urla, qualcuno ha paura, noi anche..una finestra provvidenzialmente aperta risolve in breve la situazione) e in piazza ad Acireale (Catania).
Siamo di casa al “Pluto” di Piacenza (dove ogni tanto improvvisiamo anche brevi concerti alla fine di quell idegl ialtri, vedi in dicembre dopo gli Effervescent Elephants).
I gestori decidono di realizzare una compilation a cui accettiamo di partecipare con una versione di “You gotta move” di Fred McDowell, ripresa anche dagli Stones su “Sticky fingers”.
La registriamo nel mio studio Audiar in cui lavoro, da poco, a tempo pieno.
Ma ci beviamo su un po’ troppo e il risultato finale non è dei migliori.
Decidiamo così di partecipare sotto falso nome, Mad Strippers.

I rapporti con la Spittle non sono dei migliori ma il lavoro promozionale svolto e il riscontro che di conseguenza sta avendo l’attività live ci induce a continuare a lavorare con loro, perlomeno per un ulteriore passo discografico che è già in cantiere e che vuole cogliere l’urgenza dei nuovi brani che si affollano in repertorio.
Sui nostri giradischi girano da un po’ i vinili in arrivo dall’Australia di Hoodoo Gurus, Lime Spiders, Celibate Rifles che coniugano così bene il suono chitarristico e duro di certo punk con le melodie 60s’ a cui siamo così affezionati. E i nuovi brani si indirizzano proprio in quella direzione.

domenica, aprile 21, 2013

La storia dei Not Moving - Primo semestre 1986



Nelle foto:
"Sinnermen", un promo, dal vivo a Napoli, in RAI dal vivo a "Un certo discorso", in studio con Guglielmi
.

La ritrovata visibilità grazie a “Black n wild” e una serie di concerti sempre più serrata e in luoghi strategici, il raggiunto status di “professionisti” e il sempre più veloce e radicale cambiamento della scena italiana, uscita dagli incerti primi passi pionieristici, imponevano scelte più meditate e meno impulsive.

I Litfiba erano usciti con “Desaparecido” e i Diaframma con “Siberia”, da Reggio Emilia i CCCP avevano appena squassato il panorama nazionale con il fulminante esordio “Affinità-divergenze”, i Sick Rose guidavano la sempre più rigogliosa scena garage 60’s oriented, dischi e gruppi di ogni genere e qualità si affacciavano sempre più numerosi.
Era ora della prima prova sulla lunga distanza, dopo quattro anni di concerti, 45, ep, problemi di ogni tipo.
La Spittle fa sul serio, c’è bisogno di un album su cui investiranno soldi ed energie e tocca ora a noi essere all’altezza.
Decidiamo, in un impulso egomaniaco di realizzare il nostro “Album bianco” o “London calling” in cui convergano tutte le influenze che caratterizzano il sound dei Not Moving, un manifesto sonoro del nostro mondo artistico.
Punk, blues, rock, beat, country, soul, psichedelia, dark, surf in 15 brani e 45 minuti.
Con il senno di poi il passo è leggermente più lungo della gamba e con una maggior morigeratezza e meno ansia di prestazione avremmo avuto un risultato migliore.
Ma andiamo con ordine.

Il 2 febbraio entriamo in studio a Roma, supportati dalla produzione di Federico Guglielmi, con 15 giorni a disposizione per portare a casa il nostro primo album già battezzato “Sinnermen”.
Alloggiati e totalmente spesati (particolare fantascientifico per noi) in un albergo/ristorante spagnolo (“El patio”..) sulla Casilina con vista Raccordo Anulare, due 25enni e tre 20enni si abbandoneranno, in funzione artistica ovviamente, alla miglior Dolce Vita immaginabile rendendo doveroso omaggio al titolo del disco.
La lista dei brani sfiora la ventina, ne sceglieremo 15, isolati dal (nostro) mondo e con l’unico scopo di suonare e registrare.
Non tutto scorre liscio.

Il nervosismo e l’ansia sono ricorrenti, non sempre siamo in sintonia con Guglielmi e i suoi suggerimenti (l’arroganza di noi Not Moving è leggendaria), l’unità di “Black n wild” subisce l’impatto con quella che sentiamo una “responsabilità”, una chiave concreta per l’immediato futuro “lavorativo”.
Nonostante ciò ne usciamo con un disco che ci soddisfa, che raggiunge l’obiettivo prefisso di rappresentare il nostro universo musicale.
C’è il blues (la misconosciuta, ai tempi, “Cocksucker blues” degli Stones e “Mr nothin blues”), il punk (la quasi hardcore X oriented “I know your feelings”), il garage (“Suicide temple”), il rockabilly surf (“My lovely loved”), il 60‘s beat (“You really got me babe”), i Gun Club (“Pray for your God”) il talking blues alla John Lee Hooker mood accelerato e massacrato (“Ice eyes baby”), il rock (“A wonderful night to die”), il dark sound (“In the batland” e “Land of nothing”), il rock n Cramps (“Lost bay” e “Catman”), l’hard soul (“A life long”), lo spiritual gospel morriconiano (“Sinnerman” di Nina Simone).
Intanto a Roma ne approfittiamo per alcune interviste a radio locali ma soprattutto per una lunga conduzione con Guglielmi in Rai nella trasmissione “Stereodrome”, passando parecchi nostri brani e con un concerto di mezzora in diretta a Rai3 nel programma “Un certo discorso” in una giornata in cui la capitale è sommersa da una mezza tempesta di neve !
La Spittle dal 24 al 28 marzo ci prenota la discoteca “Fantasy” a Montevarchi (AR) e per quattro giorni ci fa provare il set dell’imminente tour con fonico e tecnico luci e il 28 nel locale Teatro Masaccio (con un’altra band dell’etichetta, gli Aidons La Norvege che aprirà numerose altre nostre date) facciamo il concerto “numero zero”. Il giorno stesso esce “Sinnermen”.
E scoppia il casino.

Scopriamo che la copertina ma soprattutto il mixaggio sono stati cambiati, a nostra insaputa, inspiegabilmente e senza nessun motivo.
Un’operazione inutile che ha snaturato parte del nostro lavoro, facendo perdere alcuni particolari, aggiunte, arrangiamenti a cui avevamo lavorato a lungo.
La situazione si fa tesissima ma c’è un tour che ci attende, l’attenzione è molto alta sul gruppo, ci sentiamo ad un passo dal salto decisivo, il 4 aprile siamo attesi dalla prima a data a Roma e il 3 nella capitale c’è una conferenza stampa e una lunga serie di interviste in Rai e nelle principali radio.
C’è un febbrile scambio di telefonate (io sono a Rimini a co-organizzare il raduno Mod Nazionale) e alla fine “cediamo” e decidiamo di andare avanti.
Riempiamo il Teatro Espero a Roma, il Teatro Verdi a Pordenone, il Viridis di Milano, il QBo di Bologna, poca gente al Big Club di Torino e allo Slego di Rimini ma a Napoli al Diamond Dogs, a Pescara al Deliria e Bra(Cn) al Macabre , a Piacenza al Pluto, in un festival a Cremona, a Treviso e al Giardino Scotto a Pisa le cose vanno più che bene. Ovunque piovono interviste, quotidiani e riviste esaltano “Sinnermen”, i dischi vendono a valanga, suoniamo bene , duri ma precisi, ci concediamo raffinatezze, jam sessions, improvvisazioni.
Il 20 maggio siamo a RAI 3 all’”Orecchiocchio” con Party Kids, Out of Time e...Mal.
Spacchiamo.
Non si placano le tensioni con l’etichetta e anche tra di noi la pressione e la stanchezza creano non pochi problemi che talvolta risolviamo pacificamente e in maniera adulta e matura a schiaffi e a botte.
Ma si va avanti, il “successo” non arriva ma parecchia popolarità e abbastanza soldi si.

domenica, aprile 14, 2013

La storia dei Not Moving - Secondo semestre 1985



Il primo semestre 1985 aveva decretato il passaggio ad un'attività ormai professionistica.
Ovvero si riusciva a campare (seppur a stento) suonando punk n roll in Italia.


Continuiamo a suonare parecchio, sempre meglio pagati, con impianti sempre di maggior livello e di fronte a platee sempre più numerose. Ad esempio in luglio suoniamo in una rassegna a Novellara (Reggio Emilia) dove tra gli organizzatori c'è un giovane appassionato di rock, tale Luciano Ligabue o a Lodi (Mi) dove veniamo ospitati a cena in un ristorante di lusso, serviti da camerieri attoniti di fronte all'abbigliamento di alcuni della band, circondati da clienti danarosi a bocca aperta (presente la scena al ristorante dei Blues Brothers ??).

Ma il momento più importante (e decisivo)è la firma del contratto per la neo nata SPITLLE RECORDS di Fringuelli e Currò che ci spedisce subito (dall'11 al 14 luglio) in studio di registrazione a Castelfranco Emilia al TMB di Tiziano Bellucci insieme a Federico Guglielmi in qualità di produttore.
Saranno quattro giorni indimenticabili trascorsi in un clima goliardico (al limite del teppismo, soprattutto nei confronti dello sfortunato albergo che ci ospitava dal quale rischiamo più volte l'espulsione), indotto anche dal fatto che lo studio sorge all'interno di un'azienda vitivinicola...
Si registra "Black and Wild" quello che rimane, a mio parere, il miglior lavoro in assoluto dei NOT MOVING.
I quattro brani inclusi (oltre all'aggiunta finale di un frammento di uno spiritual di Nina Simone, "Sinnerman") rappresentano al meglio il mondo sonoro della band, dal punk n roll tra X e Gun Club di "Goin' down" , il garage punk di "The crawling", il voodoo n roll Crampsiano della versione di "I just wanna make love to you" di Willie Dixon, la dark ballad di "Eternal door".

L'aiuto di Guglielmi è essenziale e decisivo, noi suoniamo compatti, precisi e spediti come non mai, ci sono un entusiasmo, un'unità, una comunità di intenti che non ritroveremo mai più.
La copertina è un disegno iconico di Dany, una veloce session fotografica a Firenze il giorno dopo chiude felicemnete il progetto.
Il 12 pollici esce il 1° ottobre, trova accoglienze positive da ogni parte e alla fine del mese siamo di nuovo in studio a registrare i provini per l'album previsto per il 1986.
Nel frattempo selezioniamo con cura le nuove date che ci portano in novembre al Sud (Bari, Napoli e Salerno), poi Firenze , Arezzo, due volte a Piacenza e trionfale chiusura dell'anno a Cagliari in un Teatro Tenda.

A dicembre con Fabio Ragionieri e il nostro nuovo fonico Ale Ovi Sportelli (futura anima del mitico West Link Studio) faccio un "viaggio della speranza" a Londra, ci facciamo ricevere da ROUGH TRADE che accetta di distribuire in Inghilterra un centinaio di copie di "Black & Wild".
Tra i momenti più emozionanti della nostra carriera.

domenica, aprile 07, 2013

La storia dei NOT MOVING. Primo semestre 1985



Il convulso 1984 pieno di alti e bassi ci proietta nel nuovo anno con rabbia, una ferrea volontà , al limite della missione religiosa, di farcela, a tutti i costi.
E quanto seminato per lungo tempo finalmente fa sbocciare i primi frutti.


Il nuovo manager Fabio Ragionieri ci trova concerti in un lungo e in largo nella penisola, troviamo una nuova etichetta, diventiamo, senza rendercene conto, “professionisti” ovvero viviamo , grazie anche a cachet sempre più dignitosi (si parla di cifre che viaggiano dalle 600.000 lire al milione e oltre. Lo stipendio medio all’epoca era di 600.000 lire al mese, un caffè costava 400 lire un giornale 600) conseguenza di locali sempre più affollati), della nostra musica.
E considerando che suoniamo un punk rock dalle mille influenze ma pur sempre punk, in inglese, nell’Italia del 1985, è un risultato pressoché miracoloso.
La logistica del circuito underground è migliorata, l’improvvisazione pionieristica di qualche anno prima cede il posto a situazioni decenti, talvolta ottime, anche se non ci facciamo mancare avventurosi ritorni notturni da centinaia di kilometri da casa o pernottamenti che definire improbabili è un eufemismo.
Suoniamo sempre più precisi, sicuri, spavaldi, il live act è maturo e travolgente, il repertorio di una trentina di brani.

Da gennaio a giugno infiliamo una ventina di date, da Piacenza ("Pluto" e"Maracanà") al “Casalone” di Bologna, Firenze ("Red&Black","Backdoors","Discipline", "Salt Peanuts"), Livorno ("Topsy"), Roma ("Much More"), Genova ("Sala Carignano"), Napoli ("Diamond dogs"), Pisa, Ravenna ("Bysantium"), Trieste ("Fashion"), Modena ("Pane Nero"), Vicenza ("La Grotta"), Padova ("Il gabbiano") , Empoli (in un festival dell’Unità che annovera il giorno prima Paolo Conte e quello dopo Lucio Dalla…noi siamo la “nuova canzone italiana”).
Prima o con noi dividono il palco i Gang, Nabat, Crushers, Crapping Dogs, Genocidi, Sect tra gli altri.
Al “Victor Charlie” di Pisa dopo due brani irrompe la polizia , con carabinieri e Digos. Una quarantina di rappresentanti delle forze dell’ “ordine” blinda locale e concerto e manda tutti a casa.
A Bolzano il responsabile dell’Auditorium da musica classica in legno raffinatissimo (il concerto prevede noi e un gruppo acustico di samba…!?!?!) dopo i primi venti secondi del primo brano del sound check ci caccia a male parole dal palco, ci mette in mano i soldi previsti dal cachet e ci butta fuori. Qualcuno di noi ringrazia prelevando, in prestito per lunghi anni, alcuni sofisticati microfoni dell’amplificazione.
A Trieste la stanchezza (arrivavamo da Napoli !!!) e l’eccessivo conforto di vino locale fissano in quello del “Fashion” uno dei concerti più disastrosi e deraglianti della storia del rock.
Nel frattempo si palesa all’orizzonte (grazie al solito Fabio Ragionieri) una nuova etichetta discografica, disposta ad investire con noi e su di noi, la Spittle Records.
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