domenica, aprile 21, 2013

La storia dei Not Moving - Primo semestre 1986



Nelle foto:
"Sinnermen", un promo, dal vivo a Napoli, in RAI dal vivo a "Un certo discorso", in studio con Guglielmi
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La ritrovata visibilità grazie a “Black n wild” e una serie di concerti sempre più serrata e in luoghi strategici, il raggiunto status di “professionisti” e il sempre più veloce e radicale cambiamento della scena italiana, uscita dagli incerti primi passi pionieristici, imponevano scelte più meditate e meno impulsive.

I Litfiba erano usciti con “Desaparecido” e i Diaframma con “Siberia”, da Reggio Emilia i CCCP avevano appena squassato il panorama nazionale con il fulminante esordio “Affinità-divergenze”, i Sick Rose guidavano la sempre più rigogliosa scena garage 60’s oriented, dischi e gruppi di ogni genere e qualità si affacciavano sempre più numerosi.
Era ora della prima prova sulla lunga distanza, dopo quattro anni di concerti, 45, ep, problemi di ogni tipo.
La Spittle fa sul serio, c’è bisogno di un album su cui investiranno soldi ed energie e tocca ora a noi essere all’altezza.
Decidiamo, in un impulso egomaniaco di realizzare il nostro “Album bianco” o “London calling” in cui convergano tutte le influenze che caratterizzano il sound dei Not Moving, un manifesto sonoro del nostro mondo artistico.
Punk, blues, rock, beat, country, soul, psichedelia, dark, surf in 15 brani e 45 minuti.
Con il senno di poi il passo è leggermente più lungo della gamba e con una maggior morigeratezza e meno ansia di prestazione avremmo avuto un risultato migliore.
Ma andiamo con ordine.

Il 2 febbraio entriamo in studio a Roma, supportati dalla produzione di Federico Guglielmi, con 15 giorni a disposizione per portare a casa il nostro primo album già battezzato “Sinnermen”.
Alloggiati e totalmente spesati (particolare fantascientifico per noi) in un albergo/ristorante spagnolo (“El patio”..) sulla Casilina con vista Raccordo Anulare, due 25enni e tre 20enni si abbandoneranno, in funzione artistica ovviamente, alla miglior Dolce Vita immaginabile rendendo doveroso omaggio al titolo del disco.
La lista dei brani sfiora la ventina, ne sceglieremo 15, isolati dal (nostro) mondo e con l’unico scopo di suonare e registrare.
Non tutto scorre liscio.

Il nervosismo e l’ansia sono ricorrenti, non sempre siamo in sintonia con Guglielmi e i suoi suggerimenti (l’arroganza di noi Not Moving è leggendaria), l’unità di “Black n wild” subisce l’impatto con quella che sentiamo una “responsabilità”, una chiave concreta per l’immediato futuro “lavorativo”.
Nonostante ciò ne usciamo con un disco che ci soddisfa, che raggiunge l’obiettivo prefisso di rappresentare il nostro universo musicale.
C’è il blues (la misconosciuta, ai tempi, “Cocksucker blues” degli Stones e “Mr nothin blues”), il punk (la quasi hardcore X oriented “I know your feelings”), il garage (“Suicide temple”), il rockabilly surf (“My lovely loved”), il 60‘s beat (“You really got me babe”), i Gun Club (“Pray for your God”) il talking blues alla John Lee Hooker mood accelerato e massacrato (“Ice eyes baby”), il rock (“A wonderful night to die”), il dark sound (“In the batland” e “Land of nothing”), il rock n Cramps (“Lost bay” e “Catman”), l’hard soul (“A life long”), lo spiritual gospel morriconiano (“Sinnerman” di Nina Simone).
Intanto a Roma ne approfittiamo per alcune interviste a radio locali ma soprattutto per una lunga conduzione con Guglielmi in Rai nella trasmissione “Stereodrome”, passando parecchi nostri brani e con un concerto di mezzora in diretta a Rai3 nel programma “Un certo discorso” in una giornata in cui la capitale è sommersa da una mezza tempesta di neve !
La Spittle dal 24 al 28 marzo ci prenota la discoteca “Fantasy” a Montevarchi (AR) e per quattro giorni ci fa provare il set dell’imminente tour con fonico e tecnico luci e il 28 nel locale Teatro Masaccio (con un’altra band dell’etichetta, gli Aidons La Norvege che aprirà numerose altre nostre date) facciamo il concerto “numero zero”. Il giorno stesso esce “Sinnermen”.
E scoppia il casino.

Scopriamo che la copertina ma soprattutto il mixaggio sono stati cambiati, a nostra insaputa, inspiegabilmente e senza nessun motivo.
Un’operazione inutile che ha snaturato parte del nostro lavoro, facendo perdere alcuni particolari, aggiunte, arrangiamenti a cui avevamo lavorato a lungo.
La situazione si fa tesissima ma c’è un tour che ci attende, l’attenzione è molto alta sul gruppo, ci sentiamo ad un passo dal salto decisivo, il 4 aprile siamo attesi dalla prima a data a Roma e il 3 nella capitale c’è una conferenza stampa e una lunga serie di interviste in Rai e nelle principali radio.
C’è un febbrile scambio di telefonate (io sono a Rimini a co-organizzare il raduno Mod Nazionale) e alla fine “cediamo” e decidiamo di andare avanti.
Riempiamo il Teatro Espero a Roma, il Teatro Verdi a Pordenone, il Viridis di Milano, il QBo di Bologna, poca gente al Big Club di Torino e allo Slego di Rimini ma a Napoli al Diamond Dogs, a Pescara al Deliria e Bra(Cn) al Macabre , a Piacenza al Pluto, in un festival a Cremona, a Treviso e al Giardino Scotto a Pisa le cose vanno più che bene. Ovunque piovono interviste, quotidiani e riviste esaltano “Sinnermen”, i dischi vendono a valanga, suoniamo bene , duri ma precisi, ci concediamo raffinatezze, jam sessions, improvvisazioni.
Il 20 maggio siamo a RAI 3 all’”Orecchiocchio” con Party Kids, Out of Time e...Mal.
Spacchiamo.
Non si placano le tensioni con l’etichetta e anche tra di noi la pressione e la stanchezza creano non pochi problemi che talvolta risolviamo pacificamente e in maniera adulta e matura a schiaffi e a botte.
Ma si va avanti, il “successo” non arriva ma parecchia popolarità e abbastanza soldi si.

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