lunedì, febbraio 22, 2016
Albert Woodfox e gli Angola Three
Per quasi 44 anni Albert Woodfox ha vissuto in una cella di due metri per tre, senza incontrare nessuno a parte il secondino di turno, con a disposizione solo un piccolo televisore per capire cosa succedeva nel mondo.
Woodfox aveva 26 anni quando entrò nella cella del «solitary confinement» per rapina.
Poi l'accusa di aver ucciso di un agente, trovato morto in un dormitorio un giorno di aprile del 1972, insieme ad altri due compagni .
Ad accusarli, tutti e tre appartenenti al gruppo dei Black Panthers solo testimonianze di altri prigionieri.
Da allora ogni 90 giorni, Woodfox si è visto rinnovato l’ordine di isolamento. Un’ora d’aria al giorno, con mani e piedi incatenati.
Il Procuratore Generale della Louisiana James Caldwell lo definì «l’uomo più pericoloso della Terra».
Per anni vari Giudici federali hanno riscritto la storia degli «Angola Three», cancellando le vecchie sentenze, riconoscendo la probabile innocenza di Woodfox ma le autorità della Louisiana ne hanno sempre impedito la scarcerazione.
Nessuno ha mai vissuto così tanto in isolamento.
Woodfox è uscito il giorno del suo compleanno, ha festeggiato con il Black Panther Party a New Orleans. Con lui Robert King, un altro degli Angola Three, che ha visto annullare la sentenza nel 2001. Il terzo, Herman Wallace è morto nel 2013.
Quando il cancro lo stava ormai uccidendo un giudice l’ha fatto uscire di prigione ma poche ore dopo il rilascio, lo Stato della Louisiana ha chiesto un nuovo arresto. Ma il giorno dopo, poco priam di essere riportato in cella è morto.
Da uomo libero.
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Black Power
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storie vergognose
RispondiEliminaC
Assolutamente incredibile ! 43 anni di isolamento. Senza parole.
RispondiEliminaCome si dice?...ah si, il paese delle opportunità! Confronto a questi tre alla povera Baraldini è andata di lusso. Boing Boing :-(
RispondiEliminaCharlie