martedì, luglio 09, 2013

Mod Heroes: Martin Freeman



Martin Freeman è un popolare attore brillante britannico (ultimamente impegnato nelle trasposizioni cinematografiche de "Lo Hobbitt" nel ruolo di Bilbo Baggins) con all’attivo oltre 20 film e varie serie televisive alla BBC (“Sherlock” e “The office” in particolare).
E’ altrettanto nota la sua passione e vicinanza alla cultura MOD, che espleta abitualmente esteticamente, sfoggiando un look sempre elegante e raffinato e con gusti musicali altrettanto espliciti (la passione per la Motown Records in particolare).
Una serie di stralci d’intervista chiariscono ancora meglio il tutto.

Ti consideri un mod ?

Direi di si.
Ma è una cosa pericolosa” da dire....vedi Wiggins, lui è un vero, è sempre stato dentro al Mod ma il problema è che appena la cosa salta fuori nei media tutti incominciano a girare con i parka, i pork pie etc.
Io ci sono dentro da quando avevo nove anni.
Incominciai a compare i dischi della 2Tone e da quel momento tutta questa cosa rude boy/skin/mod/soul boy indirizzò tutta la mia vita.
E ho sempre adorato i vestiti


Quali sono i tuoi eroi dello stile ?

All’inizio era Jerry Dammers degli Specials, poi Peter Tosh e poi Paul Weller.
Steve McQueen, gli Small Faces, mi è sempre piaciuto un certo tipo di look.
Quando dici la parola Mod so bene cosa vuol dire: tutto quello che va dal Modern Jazz del 1957 agli suedeheads dei 70’s..
La verità è che la maggior parte della gente no ha la minima idea di che cosa sia.
E’ come un culto.
Non sai davvero che cosa sia, ne hai sentito parlare “Ah i Jam, vero ?”. Certo, anche i Jam, ma almeno altre 500 cose.

Se tutti diventassero mod, diventerei probabilmente un rocker, perchè è questo che un mod dovrebbe fare.
E’ essere individualisti, non deve essere un’uniforme.
Ci sono dei comuni denominatori ma devono essere quelli più alti, migliori, non i più bassi, i peggiori.
Posso riconoscere un mod a miglia di distanza, non c’è bisogno che mi mandi un telegramma. E’ il taglio dei jeans, le scarpe, qualcosa nei capelli che porta.
Cose di cui un giornalista del Sun di sicuro non si accorgerebbe.

Mi piace il look dei tardi 50’s, quello stile alla Steve McQueen che influenzò i prino Modernisti.
Le Loafers sono state sempre presenti nel mio guardaroba da quando le vidi indossare da Terry Hall degli Specials nel video di “Do nothing”.
E mi piace quello stile Ray Davies circa 1966, quella specie di Dandy Inglese.
Essere un mod è l’attenzione al dettaglio e amore per i vestiti.

A 15 anni comprai una giacca tre bottoni Principe di Galles, una camicia Ben Sherman, loafers e un ombrello.
In giro la gente mi chiedeva, spiazzata, “Ma perchè ti vesti così ?”
Amo tantissimo comprare i dischi, è qualcosa di speciale.


12 commenti:

  1. Grande ! Non lo conoscevo !

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  2. Grandissimo!
    Faceva il Dr. Watson nell'ultima serie di Sherlock, che ho visto l'anno scorso anche li era vestito da MOD!
    Addirittura Sherlock sembrava un CASUAL quando se ne andava in giro con uno stratosferico deerstalker hat! Numeri uno.

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  3. Decisamente Cool! Possibile che l'abbia visto in tribuna al centrale di Wimbledon per la finale tra Nole e Murray?

    Charlie

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  4. Bè un grande.
    Sapevo che era molto vicino alla scena mod ma non pensavo così tanto dentro e da così tanto tempo.

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  5. Centrate anche alcune "semplici" riflessioni..
    Big hands!

    C

    (Fabio T,scusa ma la storia del tastierista Jim di Fay H mi stupisce davvero..vedi post precedente..
    "Chi l'ha visto il tastieristo?"
    Cheers

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  6. azzo non sapevo. sherlock è tra i pochi rifacimenti che ho visto con molto interesse (e per pura casulaità proprio un amico mod mi ha recentemente masterizzato tutta la serie che sto centellinando)

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  7. Ciao a tutti!!

    Ritorno con un po' di polemica.

    Io, questa mania di considerare Wiggins un super mod, proprio non la capisco. Uno che non si è praticamente mai visto a nessuna serata o weekender e che quando domandato sui suoi gusti musicali, la butta tutta sul pop anni 80 (Joy Division) e l'inide rock dei 90 (Oasis), non mi sembra proprio un super mod.

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  8. Diciamo che Wiggins ha riportato il mod alla luce del sole (il target sul casco, le foto con Weller e Kenny Jones etc).
    Credo sia un grande appassionato poi non so se è veramente "dentro" all'etica mod o se è solo una faccenda estetica

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  9. Ma è proprio quello, Tony. Nel senso che oramai Weller o glis Small Faces fanno parte di un certo folklore culturale e contano fans a migliaia, anche fuori dall'ambito mod (soprattutto Weller). E poi? Il target? la Fred Perry? Non sono forse input estetici un po' dozzinali per qualcuno che si dovrebnbe definire mod nel 2013?

    Basti vedere le differenze stilistiche (e non soltanto) tra Wiggo e, appunto, Martin Freeman: Molto meno ovvio, Motown piuttosto che New Order. Ska piuttosto che Oasis. Pork Pie Hat al posto del target, DNA Groove al posto di Pretty Green, elusività ed esclusività... Attenzione estrema al dettaglio. Insomma, modernismo.

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  10. Infatti Martin mi sembra molto meno plastic rispetto a Wiggo ma forse perchè è meno famoso.
    In ogni caso molto più dedicated

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