martedì, marzo 30, 2021

Get Back. Dischi da (ri)scoprire

Speciale EQUIPE 84


STEREOEQUIPE (1968)
Il loro capolavoro e un vero e proprio gioiello pop psichedelico di gusto Beatlesiano, eccellenti orchestrazioni registrate dall'Orchestra Sinfonica della Scala di Milano oltre a classici come "29 settembre", "Il ristorante di Alice", "Nel cuore, nell'anima" (di Mogol/Battisti che firmano anche "Ladro" e "Hey ragazzo").
Tra i compositori anche Francesco Guccini, Ricky Gianco, Gian Pieretti.
Ci sono anche riuscite cover di "No Face, No Name, No Number" dei Traffic ("Un anno"), "Every little bit hurts" ("Tutto é solo colore", in chiave super psych con effetti e sitar), un brano degli Honeybus e "Land of Make Believe" degli Easybeats.
Copertina di Mario Schifano, il primo album italiano registrato solo in stereo.
Eccellente.


ID (1970)
Album particolare (più noto per la rarità del vinile che per la qualità del contenuto) con i soli Vandelli e Sogliani, Alfio Cantarella fuori gioco momentaneo dopo l'arresto per stupefacenti e Franco Ceccarelli che aveva lasciato la band.
Ad aiutarli Franz Di Ciocco de I Quelli, Mario Totaro dei Dik Dik e Donatello alla chitarra.
Un lavoro a metà tra il pop sinfonico alla Moody Blues, qualche sperimentazione, brani evidente frutto di improvvisazioni di studio.
Un'occasione persa, un album poco convincente ma che rimane un'interessante testimonianza di un'epoca di passaggio anche per la musica italiana.


MAURIZIO VANDELLI - L'altra faccia di Maurizio Vandelli (1969)
Vandelli pubblica un album solista, pur restando solidamente all'interno della band, in cui non si discosta minimamente dal percorso sonoro dell'Equipe 84, tra ballate malinconiche, orchestrazioni pomposamente sinfoniche, palesi omaggi ai Beatles ("Un giorno in più" ruba/plagia la strofa a "Golden slumbers", l'album si chiude con una versione rock blues, piuttosto originale e riuscita, di "Let it be"), una cover di Elton John ("It's me that you need" - "Era lei").
Un lavoro interessante e riuscito.
Copertina di Bonvi, suonano nell'album Dik Dik, Donatello, Detto Mariano, Natale Massara, Mario Totaro, Franz Di Cioccio, Giorgio "Fico" Piazza, Franco Mussida, Victor Sogliani, Gianni S., Barry Ryan, Walter Patergnani, Carlo Martenet.


SACRIFICIO (1974)
Reduci da due album piuttosto anonimi come "Casa mia" e "Dr. Jeckill e Mr.Hyde", all'insegna di un pop non prticolarmente significativo e sostanzialmente anonimo, chiudono la carriera con un album di particolare pregio, purtroppo molto spesso sottovalutato e ignorato.
Con Vandelli, Sogliani, Cantarella e Gagliardone alle tastiere, suonano anche Siani dei Nuova Idea alla batteria, Alberto Camerini e Ricky Belloni dei New Trolls alle chitarre, Hugo Heredia al sax (Mina, Gaber, Cocciante, Astor Piazzolla).
I brani spaziano da canzone d'autore al pop, dal folk rock al prog (splendido "La montagna sacra" con un groove space psichedelico), a tratti jazz rock, fino a un incalzante rock blues come "L'attore".
Da rivalutare, un lavoro di primissima qualità.

6 commenti:

  1. Dissento..Casa Mia è album tutt'altro che anonimo e comprende alcuni tra i brani più celebri della (Nuova)Equipe 84. Commercialmente e non solo molto meglio del precedente ID. Nella tracklist troviamo Casa Mia, Devo Andare (Sogliani lead vocal), Il Sapone la Chitarra bellissima, Io ero là con chitarre acustiche west-coast e Nessuno featuring Di Cioccio alla voce solista ben prima della sua leadership nella PFM, la cover di 4 marzo 1943 presentata con Dalla a Sanremo e per finire uno dei loro brani che amo di più (Cominciava così, b-side di Tutta mia la città)


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  2. Mi permetto di aggiungere che Padre e Figlio NON è minimamente la cover di Father and Son di C.Stevens......

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  3. L'ho ascoltato ripetutamente "Casa mia" e l'ho trovato davvero anonimo. Gusto mio ma proprio non mi va giù. Ragionissima su "Padre e figlio", errorone mio che correggo subito (chissà perché mi é venuto in mente. E dire che conosco il brano di Cat Stevens e ho ascoltato più volte questo. Boh...

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  4. StereoEquipe è il disco perfetto. Lo ascolto da che ho 6 anni e mi stupisce ancora oggi. Deve essere l'Alzheimer.

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  5. Ahahaha Pibio..è l'Alzheimer "di ritorno"!

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    1. certo, non pensavo sarebbe stato così bello. Mi sono dimenticato le robe storiche così le riascolto come se fosse la prima volta. 20 anni di metallurgia pesante eh :-)

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