mercoledì, novembre 23, 2016

Julian Nagelsmann e il TSG HOFFENHEIM



A cura di ALBERTO GALLETTI

Quando l’Hoffenheim, squadra della Bundesliga, il massimo campionato tedesco di calcio, consegnò le redini della prima squadra a Julian Nagelsmann lo scorso febbraio i media parlarono di bravata massmediologica e idea da fuori di testa.
Pareri duri ma senz’altro ma comprensibili viste le circostanze.

Il ‘piccolo’ TSG Hoffenheim è una squadra del Baden-Wurttemberg, espressione di un paese di 3.300 abitanti (comunque frazione di una cittadina di 35.000 abitanti), cosa ci fanno sti qua, innanzi tutto, in Bundesliga?
Vediamo:

Nel 1999 Dietmar Hopp , ex-giocatore dell’ Hoffenheim, squadra che fino ad allora aveva partecipato solo a campionati regionali dilettanteschi, rileva la proprietà del club forte della ricchezza acquisita grazie al successo della SAP, società di produzione di software, da lui fondata ed ormai assurta al rango di multinazionale dell’elettronica.
Hopp ha un sogno: portare la squadra nella quale ha giocato da ragazzo ai vertici del calcio tedesco, i mezzi non mancano la SAP ha un giro di affari di oltre 17 miliardi di euro e qualcosa come 74.400 dipendenti.
Quando Hopp rileva il club la squadra langue nella quinta serie tedesca, campionato regionale.
Investe subito nella squadra e vince due campionati consecutivi ritrovandosi in terza serie per la stagione 2001/02, vi rimane per sei stagioni fino al 2006/07 quando finisce 2° guadagnandosi la promozione alla Zweite Bundesliga, la serie B tedesca.
Tutto avviene molto in fretta, nella stagione 2007/08 l’Hoffenheim finisce secondo alle spalle del ben più glorioso Borussia Monchengladbach e a pari merito con un'altra ex-grande, il Colonia, conquistando la tanto sperata quanto incredibile promozione in Bundesliga.

Intanto nel 2009 è pronto il nuovo stadio, grazie ad un investimento da 100 milioni di euro, l’Hoffenheim ha adesso una nuova casa da 30.000 spettatori e la prospettiva di una stabilità finanziaria da club di alto livello.
Siamo ora a febbraio 2016, la squadra è al suo ottavo campionato in Bundesliga consecutivo, non è mai andata oltre a piazzamenti da centro classifica, ma si trova adesso all’ultimo posto in graduatoria: 14 punti in 20 partite, due sole vittorie, a 7 lunghezze dal quart’ultimo posto che vuol dire salvezza, situazione disperata.
Quello che succederà nei successivi nove mesi ha dell’incredibile a cominciare dalla nomina del nuovo allenatore.

Perché la stampa locale tuonò in termini tanto drastici contro la nomina di Nagelsmann?
‘Sarà stato senz’altro per via dell’età’ risponde il diretto interessato 29 anni oggi, 28 al momento della nomina.
‘Quando vieni nominato responsabile di una grande ad avviata impresa all’età di 28 anni è inevitabile destare sensazione’ aggiunge Julian.
‘Non li biasimo’ dichiara il direttore tecnico del club Alexander Rosen, ‘ ma Julian era con noi da sei anni, e noi sapevamo benissimo cos’era , ed è, in grado di fare. E’ un ragazzo molto preparato, dotato di grande talento, conosce il calcio ed ha una passione smisurata che trasforma in energia per caricare la squadra ’.

Già da tempo soprannominato ‘baby Mourinho’ all’interno del Club, Nagelsamann aveva dovuto abbandonare i sogni di carriera a causa di continui infortuni al ginocchio all’età di 20, come il più celebra portoghese, quando giocava nella seconda squadra dell’Augsburg FC sotto la guida di Thomas Tuchel attuale (bravo) tecnico del Borussia Dortmund.
Tuchel lo nomina suo vice l’anno dopo quindi i due si separano e Nagelsmann diventa allenatore dell’ Under 17 del Monaco 1860. L’anno dopo passa all’ Hoffenheim dove guida la squadra della stessa categoria, e poi via via su fino all’ Under 19 che guida per un triennio e conduce al titolo nazionale nel 2014, a soli 27 anni.

Quando Huub Stevens lo scorso febbraio per problemi legati al cuore si dimette con la squadra in enormi difficoltà di gioco e quasi spacciata in classifica, i dirigenti non hanno dubbi e nominano Julian allenatore, il quale prende d’assalto la Bundesliga con il suo manipolo di giocatori e firma un impresa grandissima, con un fenomenale girone di ritorno dove, grazie anche a 7 vittorie (a fronte delle due dell’andata), si salva, quart’ultimo posto con 37 punti.
‘La squadra mi ha seguito fin da subito’ afferma Julian che si ispira a Cruyff e Guardiola in termini di modello di gioco.

Tuchel lo ha definito un allenatore molto curioso ed interessato, e gran lavoratore.
‘Credo molto in lui e sono davvero contento per il successo che stà ottenendo’, afferma.
Per parte sua Nagelsmann crede fermamente nell’adattabilità applicata al gioco del calcio come chiave per vincere partite. Cambia di continuo piccoli accorgimenti tattici in funzione dell’avversario sia prima delle partite che a gara in corso. Rimane un convinto sostenitore del gioco d’attacco e a modelli come l’Arsenal di Wenger o il Barcellona del già citato Guardiola, rivisitato aggiungo io, in quanto il titic-totoc non incontra affatto il gusto prussiano per il fussball.
Tuchel rimane in ogni caso il suo modello.

‘Preferisco attaccare l’avversario a ridosso della sua area’ dice ancora, ‘ in quanto in caso di riconquista della palla la porta è molto più vicina’, fantastico aggiungo io che lo penso da trent’anni! Un'altra caratteristica delle sue squadre è la velocità del contrattacco da eseguirsi per linee dirette a gran velocità, verticalizzazioni vertiginose mi vien da dire usando il ‘Professore’.

L’aggressività è dunque la caratteristica principale del gioco di Nagelsmann le cui squadre amano attaccare lo spazio , specie a ridosso della fascia metà campo- trequarti avversaria con frequenti sovrapposizioni dei terzini a ritmi forsennati. Importantissima a mio avviso la convinzione di Nagelsmann di attenersi al suo piano generale e alla condotta di gara condivisa (con i calciatori), piuttosto che ad uno schema di formazione specifico, è passato indifferentemente dal 4-2-3-1 al 5-4-1, via 3-5-2 a seconda che l’avversario fosse il Magonza piuttosto che il Borussia Dortmund o il Kaiserslautern, in questo lo applaudo e di questo mi congratulo con lui, non è il cosa, ma il come che conta veramente. Una volta provato che tutti i calciatori sappiano giocare, si gioca!

La giovanissima età non ha affatto condizionato Nagelsmann, aiutato in questo da una rosa con ben otto elementi provenienti dal vivaio, priva di star bizzose o strapagate ma con elementi disposti a lavorare e sacrificarsi e l’età media più bassa del campionato, solo tre giocatori sono più vecchi di Nagelsmann infatti.
Il ragazzo è comunque dotato di un bel caratterino, se sul campo da allenamento è pacato e disposto al dialogo in panchina si agita parecchio trattenendo spesso a stento le emozioni, ma non deve essere facile alla sua età quando sia mentalmente che fisicamente ti senti ancora in grado di essere in campo, anzi praticamente lo sei.

Grazie a Julian e al suo lavoro, l’Hoffenheim si ritrova oggi al terzo posto in Bundesliga a quattro lunghezze dal duo di testa formato da Bayern e dal sorprendente RB Leipzig (che merita un discorso a parte), a braccetto con l’Herta Berlino.

Questo ventinovenne ha veramente ribaltato la Bundesliga.
Sotto la sua guida la squadra ha conquistato 43 punti in 24 gare, molti per una squadra che a febbraio sembrava già retrocessa senza scampo. Nell’ultimo turno di campionato hanno colto un ottimo 1-1 sul campo del sommo Bayern Monaco unico favorito alla vittoria finale.
E’ inoltre una delle sole cinque squadre nei cinque maggiori campionati d’Europa ad essere imbattuta. Nagelsmann ha saputo trasformare i suoi detrattori in ammiratori grazie alle prestazioni della squadra e al suo modo di essere che potremmo definire normale,quelli che parlavano di follia mediatica lo chiamano oggi Local Hero, una bella soddisfazione.

La strada è ancora lunga ma obbiettivamente il settimo posto, che porterebbe in dote la qualificazione all’Europa League e calcio Europeo alla Rehin-Neckar Arena, pare nelle possibilità di Nagelsmann e i suoi, glielo auguro.
Niente male per un paese di 3.300 abitanti, e si lo so che dietro c’è un colosso dell’informatica ma bisogna anche essere bravi e intendersene di calcio, e chi si intende di calcio ha sempre tutta la mia più sincera ammirazione.

Prost Herr Julien!
Con la benedizione di Rosen che dichiara molto saggiamente
‘ Ha fatto solo 26 partite in Bundesliga come allenatore, deve ancora imparare molto. Prima o poi arriveranno anche le sconfitte e dovremo permettere a Julian di lavorare in serenità’.

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