lunedì, settembre 07, 2015

I pugni in tasca



QUESTA SERA ALLE 21.15 su RAI MOVIE VA IN ONDA "I PUGNI IN TASCA" (nell'edizione recentemente restaurata), il CAPOLAVORO di MARCO BELLOCCHIO.
IMPERDIBILE
.

L'esordio di Marco Bellocchio (autofinanziato e rifiutato dalla Mostra di Venezia) esplode nel 1965, anticipa le inquietudini del '68, travolge il mondo intellettuale italiano, provocando un acceso dibattito e diventando un simbolo per le nuove generazioni dell'epoca.
Protagonisti, quattro fratelli, orfani di padre e una madre cieca (Liliana Gerace). Ale (Lou Castel) è affetto da crisi di epilessia ed è morbosamente legato alla sorella Giulia (Paola Pitagora), a sua volta insicura ma innamorata del fratello maggiore, Augusto (Marino Mosè), regolarmente fidanzato ma cinico e dalle ambizioni borghesi.
La vicenda si dipana in maniera morbosa e finirà tragicamente.


Bellocchio in un'intervista del 2013:
"Gli anni Sessanta erano anni difficili, il cinema era ancora molto legato alla politica, c'era un nucleo storico di registi che avevano contribuito alla grande storia del cinema italiano e altri più giovani che testimoniavano i fermenti della società che avrebbero poi portato a soluzioni drammatiche.
La cosa che colpisce di più, oltre a una storia che dà ancora turbamenti è che questo film conserva ancora una forza, continua ad avere qualcosa di insolito, un coraggio e una volontà di non adeguarsi ai modelli dell'epoca".

Interpreti e personaggi:
Lou Castel (Ale), Paola Pitagora (Giulia), Marino Masè (Augusto), Pierluigi Troglio (Leone), Liliana Gerace (la madre), Jeannie Mac Neil (Lucia), Mauro Martini (bambino), Gianni Schicchi (Tonino), Alfredo Filippazzi (dottore), Gianfranco Cella (ragazzo alla festa), Celestina Bellocchio (ragazza alla festa), Stefania Broglio (cameriera), Irene Agnelli (Bruna), Sandra Bergamini, Lella Bertante.

I pugni in tasca

Regia: Marco Bellocchio
Sceneggiatura: Marco Bellocchio
Fotografia: Alberto Marrama
Scenografia: Rosa Scala
Costumi: Gisella Longo
Musica: Ennio Morricone
Montaggio: Aurelio Mangiarotti
(Italia, 1965) Durata: 107'
Prodotto da: Enzo Doria

4 commenti:

  1. Il Guardian all'epoca lo definí il piú grande esordio registico dai tempi di "Ossessione" di Visconti, uscito piú di 20 anni prima. Il film fu girato, se non erro, nella stessa casa di Bellocchio nella campagna emiliana, con badget risicato e mezzi di fortuna. Bellocchio aveva incontrato diversi problemi per trovare un produttore, dovuti in gran parte ai temi alquanto spinosi trattati nella sceneggiatura ed eventuali problemi che potevano sorgere con l'allora spietata censura. Per il ruolo di protagonista aveva contattato Gianni Morandi, che da parte sua avrebbe pure accettato. Fu la famiglia Morandi ad opporsi, preoccupata che il ruolo da cinico e spietato antieroe potesse macchiarne l'immagine da bravo ragazzo e rovinare una carriera giá ben avviata. Il ruolo della sorella fu invece offerto inizialmente alla Carrá. Fortunatamente per la parte di Ale fu scritturato un quasi esordiente attore colombiano di origine nord europea, Lou Castel, mentre per il ruolo della sorella la scelta definitiva ricadde sulla graziosa Paola Pitagora. Grazie alla sua interpretazione Castel divenne un simbolo della ribellione giovanile della seconda metá degli anni '60. Partecipó a un gran numero di pellicole impegnate nei due decenni successivi, senza tuttavia raggiungere la brillantezza e la freschezza de I pugni in tasca.Tornó a lavorare con Bellocchio ne "Gli occhi, la bocca" del 1982, che costituisce quasi un'appendice dell'opera prima del regista. Lo stesso Bellocchio fu protagonista di una grande carriera, costellata di ottimi film, sempre impegnati e mai banali (anche se a volte sottovalutati ingiustamente), e coronata con il Leone d'oro alla carriera nel 2011. Insieme a Samperi, Bertolucci, Pasolini, Lizzani, Ferreri, ecc... é stato uno dei grandi nomi della Nouvelle Vague italiana, che poco o nulla aveva da invidiare alla sua controparte francese: furono i portavoce di una generazione capace di scagliarsi contro le tradizionali istituzione e di mettere a nudo l'ipocrisia borghese che dominava la societá italiana del tempo. Credo che i pugni in tasca appartenga a quella categoria di 50 - 60 film che un cinefilo deve conoscere a memoria. Spesso mi chiedo che ne sarebbe stato del film se Morandi avesse accettato la parte e come si sarebbe evoluta di conseguenza la carriera del cantante bolognese.... sarebbe stato credibile come simbolo di una generazione ribelle?
    A

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    1. Morandi avrebbe rovinato completamente il film...chi ci avrebbe creduto ???

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    2. sicuramente... il film era inoltre rivolto ad un target di pubblico che non era propriamente quello morandiano. Considerando che fu bandito dai cinema parrocchiali e da molte sale di paese, probabilmente ne sarebbe emerso un film totalmente diverso. Un po' come se la Warner Bros. avesse insistito per aver Mick Jagger nel ruolo di Alex in Arancia Meccanica o Dustin Hoffman avesse accettato la parte di Travis in Taxi Driver... quei classici sarebbero altra cosa!

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