mercoledì, marzo 11, 2015

La "Ballroom Blitz" contro gli Sweet



ANTONIO ROMANO ci porta al 1973 quando gli SWEET ebbero l'ispirazione per uno dei loro brani di maggior successo dopo una sgradevole avventura concertistica.

I precedenti articoli di Antonio Romano sono qui: http://tonyface.blogspot.it/search/label/Antonio%20Romano

E’ il 27 gennaio del 1973, siamo nel cuore del periodo d’oro del glam rock, le ragazze impazzivano per David Bowie e Marc Bolan, i ragazzi accompagnavano le loro scazzottate con il sound dei vari Slade, Mud e Gary Glitter, e tutto il pop inglese era un luccicare decadente, e allo stesso tempo scazzato e incazzoso, di zatteroni, vestiti colorati e trucco pesante.
Tra tutte queste band, gli SWEET col vento in poppa per le milioni di copie vendute dai loro singoli “Little Willy”, “Wig-Wag Bam” e soprattutto la numero uno in classifica “Blockbuster”, percorrevano in lungo ed in largo il Regno Unito tra apparizioni televisive e concerti, con il loro concentrato, a base altamente energetica, del suono e del look dominante in quel periodo: glitter, power chords, richiami pop art, ribellione adolescenziale ed eccessi e provocazioni di ogni tipo, come quella volta che il bassista Steve Priest comparve in televisione in uniforme nazista, con tanto di svastica sul braccio:
“E’ curioso come tutti parlino ancora di quella divisa nazista. L’avevo semplicemente presa dal guardaroba della cara vecchia BBC. E la gente mi chiede ancora se stessi facendo sul serio, ma io dico: secondo voi, quanto poteva mai essere serio un Hitler gay?”.

Era il loro momento di gloria, potremmo dire. E tra un’esibizione ed un’altra, smessi i glitter e le ciglia finte, lavato via l’eyeliner ma ancora carichi di adrenalina, si riversavano in strada con la loro gang di 16 persone e si rilassavano andando in giro di notte, con i loro capelli lunghi e le loro giacchette di pelle, di pub in pub in cerca di “action”:
“Uscivamo ed andavamo a caccia di ragazze, non ci importava come fossero, bastava che respirassero. Era un gioco da ragazzi. Gli anni ’70 erano magici, erano come gli anni ’60 ma più pazzi. Solo Dio sa quanto ce la siamo spassata!”, racconta Priest.

Ma una sera gli Sweet se la dovettero fare letteralmente sopra dallo spavento: avevano da poco fatto la loro comparsa in scena sul palco del Palace Hotel di Kilmarnock, in Scozia, e stavano già suonando, quando ad un certo punto il cantante Brian Connolly alzò gli occhi e vide tra il pubblico, nelle retrovie, un uomo con gli occhi di fuoco, evidentemente alterato, ed una donna che inveivano ferocemente contro di loro.
Connolly deglutì preoccupato e non ebbe il tempo di capire cosa stesse succedendo: l’uomo alzò il braccio e diede la carica e in pochi secondi tutti i presenti si gettarono addosso alla band, coprendola di sputi, di bottiglie di vetro, urlando talmente tanto da oscurare la musica ed infine salendo sul palco e sfogando la loro rabbia distruttiva contro tutto ciò che trovavano a tiro.
Quasi una guerra lampo, non si sa se premeditata od organizzata, dalla quale la band, per sua fortuna, riuscì a scampare in maniera rocambolesca abbandonando lo stage e dandosela a gambe, con il cuore che gli scoppiava in gola.
Ma perché questa esplosione di violenza apparentemente gratuita al concerto di una band di rock’n’roll?

La risposta forse più ovvia, e di sicuro la più divulgata ed accreditata dalla stessa band, era proprio il fatto che fossero una band glam: si sostiene che il rozzo pubblico di Kilmarnock mal tollerasse gli eccessi estetici di tutte le band come gli Sweet, il trucco sul viso, l’abbigliamento scintillante, l’atteggiamento sessualmente provocatorio del cantante che si dondolava la chitarra tra le gambe e del bassista che gli mandava baci mentre indossava come se nulla fosse dei pantaloni di pelle rossi.
Ma, razionalmente, possiamo accettare questa versione per cui una massa di gente ha pagato deliberatamente il biglietto d’ingresso solo per malmenare la band?
Io direi di no, per due semplici motivi.
Il primo è che li potevano aspettare fuori e prendere a schiaffi gratis, se proprio ci tenevano, come è sfortunatamente successo a tante altre band. Secondo motivo, gli Sweet erano una delle band più famose del periodo, il loro look e la loro attitudine, e quelli di tante altre band, non erano certo un mistero, dato che almeno una volta a settimana erano ospiti in tv a Top Of The Pops e tutte le riviste musicali e per teenager offrivano loro ampio spazio e copertine.
Cosa ha spinto allora quella folla a scatenarsi così contro di loro?
Forse la diceria che gli Sweet non suonassero realmente i propri strumenti, ma che fossero una band costruita a tavolino, come nei 60s lo erano stati i Monkees.
Questa storia, non vera, era comunque avvalorata dal fatto che la band fosse, almeno fino a tutto il 1973, quasi totalmente manovrata dal duo di compositori Nicky Chinn e Mike Chapman, che inizialmente scrivevano interamente i loro brani ed i lati A dei singoli, quelli che avrebbero dovuto puntare alle vette delle classifiche, lasciando libertà compositiva alla band soltanto per quanto riguardava le facciate B, che suonavano effettivamente meno pop e decisamente più hard.
Sebbene già dall’album “Sweet Fanny Adams” del 1974, la band si fosse totalmente emancipata dalla tutela da padri-padroni esercitata su di loro dal duo di compositori, già da un po’ di tempo gli Sweet avevano deciso di non eseguirne dal vivo le composizioni, il che significava non dare al pubblico quello che voleva, le hit da classifica.
E potrebbe essere proprio questo il movente, o uno dei moventi, dell’esplosione della rabbia del pubblico di Kilmarnock.
Ma non c’eravamo, e non possiamo saperlo: possiamo solo supporre.

Quello che è certo è che da quell’esperienza gli Sweet trassero in un colpo solo uno dei loro capolavori, uno dei pezzi più rappresentativi del glam rock, uno dei classici minori del rock’n’roll coverizzato da decine di altri gruppi, uno dei miei brani preferiti (scusate se è poco) ed uno dei loro maggiori successi commerciali: “Ballroom Blitz”.
Pubblicata nel luglio successivo e finita al terzo posto in classifica in Gran Bretagna e in top ten in tantissimi paesi europei, è un potentissimo rocker che racconta esattamente cosa accadde quella sera, rivestendo il tutto di quel tono e quel fascino ribelle e romantico da “storia segreta del rock’n’roll:

“…oh yeah, it was like lightning
everybody was fighting
and the music was soothing
and they all started grooving
yeah yeah yeah yeah yeah
and the man in the back said: everyone attack!
and it turned into a ballroom blitz
and the girl in the corner said: boy I want to warn you
it'll turn into a ballroom blitz…”.


31 commenti:

  1. Epica del rock&roll!
    Prezioso come sempre il contributo di Antonio..tanx

    (e giù botte a 'sti travoni! scherzo eh..)

    C

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  2. E comunque anche loro andare a Kilmanrock vestiti così..ahahah...

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  3. Hip hip hurray for the Kilmarnock crowd!

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  4. ahahah no, dai, io le difendo fino alla morte le band glam ahahah non mi vestirei mai come loro, chiaro, ma musicalmente erano eccezionali, purtroppo viene sorvolato quel periodo (1972-75) quando si parla di rock'n'roll inglese perché ricondotto tutto al lato estetico od al confronto con david bowie, però tutte quelle band hanno da un lato recuperato il sound e l'urgenza dei gruppi dei 60s che più amiamo (gli who su tutti) e dall'altro sono stati un tramite fondamentale prima dell'eplosione del punk rock, non solo (come è ovvio pensare) per i loro eccessi provocativi, ma soprattutto per la "retorica" della teenage revolution, del teenage rebel, del ragazzo working class che si conquista la vita affermando la propria individualità. io del glam rock amo quest'etica, questo messaggio un pò ingenuo forse ma sincero, oltre che la musica. che poi è l'etica ed il messaggio del mod-ism in salsa 70s, secondo me, naturalmente spogliato della sua estetica.

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  5. Tutte le motivazioni da te elencate sono ineccepibili, ma anche comuni a tutte le forme/stili di pop/rock, ma perdonami se questo tra musica e stile lo metto alla pari con quegli altri del progressive, unbearable.
    Three more cheers for the unmatched Kilmarnock crowd!

    How about Kiss then?

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    1. Concordo Albe..ma i KISS sono altra cosa ,urgenza zero (poi che a qualcuno piacciano affari suoi) e approccio a mille miglia dalla street culture..
      e via cosi! Up the Pints for Kilmarnock!
      C

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  6. Scarterei pure io l'opzione che degli scozzesi abbiamo pagato l'ingresso solo per menare la band....e via con la sagra del luogo comune ah ah ah :-)

    Charlie

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  7. O magari erano dei fanatici seguaci di Mary Whitehouse ha ha ha ha ha ha ha ha ha ha ha ha ha

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  8. Clodoaldo puo linkare cio che ci diceva ieri tanx?
    C

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  9. OT sorry..per i Black Casula all'ascolto..

    http://webmail.virgilio.it/cp/ps/Main/login/SSOLogin#MAIL_eyJhY3QiOiJIU0hPV0ZPTERFUiIsImZwIjoiSU5CT1gifQ==

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  10. link giusto sorry..

    https://www.facebook.com/CymandeOfficial

    Back in London!!
    C

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  11. sir indigo, al di là dei gusti musicali, io non paragonerei il glam al prog. le band glam erano un "prodotto" pop, "pop art" se vogliamo, senza nessuna pretesa intellettualistica, con un target ed un audience composta, generalizzando per semplificare, da teenager della classe lavoratrice, che ascoltavano la musica per divertirsi dopo una settimana di scuola o lavoro, per ballare e per "collezionare un'altra scopata" (citando, senza motivo, franco califano ehehhe). invece, le band prog, che trovo anche io insopportabili, non si consideravano pop, ma puntavano a qualcosa che andasse al di là del mero successo da classifica, erano delle band intellettuali con un audience, anche qui generalizzando, middle-class, di studenti da scuola d'arte, di hippie pretenziosi e di controcultura.
    per me è questa la differenza, il glam era rock'n'roll e ribellione ingenua, nell'hic et nunc. il prog era qualcosa di intellettuale e di sofisticato che un teenager difficilmente avrebbe compreso.

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  12. Gli Scozzesi negli anni, hanno riservato lo stesso trattamento a tanti gruppi, tra i quali spiccano gli Stones e i Ramones. Questa si che è democrazia!
    ;-)

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  13. Indubbio!!!
    Non intendevo paragonarli ma buttarli nel cesso insieme (insieme a qualche altro), poi io non ci vedo tutta sta teoria dietro, quello che valeva per gli uni valeva anche per gli altri, le analisi (ottime le tue) son buone per chi viene dopo e giudica senza esserci stato, non è che questa gente pensava a tutte ste motivazioni/implicazione ad ogni piè sospinto.
    Per loro stessa ammissione “Uscivamo ed andavamo a caccia di ragazze, non ci importava come fossero, bastava che respirassero. Era un gioco da ragazzi. Gli anni ’70 erano magici, erano come gli anni ’60 ma più pazzi. Solo Dio sa quanto ce la siamo spassata!”,dov'è la teoria?

    Shame I wasn't there.....

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  14. appunto, io ho detto che il glam era ribellione "ingenua",senza pretese intellettuali (a differenza del prog), basata solo sul ballo e sull'affermazione della propria individualità, ma in modo del tutto spontaneo: tutta la settimana lavoro o vado a scuola,invece il sabato mi ribello come posso, cioè ballando, bevendo e conquistando una ragazza.
    che poi non ti piaccia esteticamente o musicalmente come genere, è un'altra cosa.

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  15. Appunto, quindi l'unico discorso che conta o non conta è se ti piace la tal cosa oppure no.

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  16. 1973, era il periodo in cui passai dai Nuovi Angeli al rock, gli Sweet mi piacevano, due o tre canzoni ancora oggi, ma sopratutto con gli Sweet ci divertivamo tra amici alla "casa del popolo" del paese. Quando nel juke box selezionavamo "Blockbuster" c'era un pensionato che declamava a voce alta: "O icche' c'è, l'ambulanza?" salvo poi scoprire che era la canzone che arrivava dal juke box, finendo per moccolare e mandarci a quel paese... ahahah

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    1. Quando partiva la sirena nell'intro del pezzo, specifichiamo...

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  17. Fuck me dead!!!! Ho appena scoperto che c'è una canzone degli Sweet che mi piace da quando sono un ragazzino, mai saputo che eran loro.
    Meglio cosi!!!!! hahahahahahahahahahahahahahahahaha che coglione!

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    1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    2. Mi vergogno, non te lo dico, ma riascoltata ieri l'ho canticchiata ancora. Débâcle!
      ha ha ha ha ha ha....

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    3. come on don't shame

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    4. non era il titolo..era spronarti a dirmi il titolo del pezzo

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    5. infatti era naaah (no) non te lo dico

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    6. ok..al prox meeting dopo un po' di metallurgia lo confesserai bro..ehehe
      C

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    7. ha ha ha ha ha ha visti i tuoi metodi mi sa proprio di si.........

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  18. haha,..un pò come i Pistols quando ebbero 'discussioni' in certi locali 'trad' texani,...cmq onore et una menzione speciale al Capitano del Kilmarnock Manuel Pascali

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  19. avrebbero potuto attaccare il ''Theme from Rawhide'.

    grande davvero Manuel Pascali, sempre forza Kilmarnock!

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