martedì, marzo 14, 2023
Antonio Bacciocchi - Sex Pistols. Dio salvi la Regina (e il punk rock)
Ci sono voluti un paio di anni di lavoro per questo libro.
Scrivere dei SEX PISTOLS trovando una chiave che non ricalchi le mille pubblicazioni in merito non è cosa facile.
In questo nuovo lavoro ho privilegiato la voce dei protagonisti, tratta da decine di interviste, e quella dei giornalisti che vivevano in tempo reale quanto stava avvenendo, tra il 1976 e il 1978, riportando recensioni di concerti e dischi.
In modo da tessere la storia del gruppo nel modo più possibile corale.
Ulderico Wilko Zanni e Maurizio Iorio mi hanno gratificato con le loro introduzioni e testimonianze.
God save the Sex Pistols.
Quale altra band in ventisei mesi di attività (novembre 1975-gennaio 1978), e un solo album ufficiale all’attivo, è stata capace di influenzare maggiormente musica, cultura, società e moda? La sfida a trovarla è ancora aperta.
Dalla prefazione di Ulderico “Wilko” Zanni
Dopo il concerto sono insieme a alcuni amici dentro l’ affollatissimo spogliatoio.
Mentre stiamo parlando con Glen, estraggo il pacchetto di sigarette dalla tasca per fumare una Marlboro. John mi vede e mi viene incontro. “Posso avere una sigaretta, mate?”. Gli passo il pacchetto e Johnny prende una sigaretta. Alle sue spalle, a qualche metro di distanza, c’è Steve Jones insieme a alcune ragazze americane. Jonesy fa un verso riuscendo a richiamare istantaneamente l’ attenzione di Johnny Rotten nonostante il brusio frastornante del locale.
Con una veloce torsione del busto, John si volta e con un movimento rapidissimo gli lancia la sigaretta, che Jones, prontissimo, afferra al volo. John si gira nuovamente verso me e mi chiede con un filo di ironia “potrebbe gentilmente offrirmene un’ altra, Sir?”
Testimonianza di Maurizio Iorio
A conti fatti, forse il rock’n’roll è stato veramente una grande truffa.
Chi lo ha sempre sostenuto sono i Sex Pistols, iconoclasta band del “famigerato” Settantasette inglese.
Nonostante la vita (musicale) brevissima, i Pistols sono riusciti a stravolgere e riscrivere l’intera storia del rock.
L’immagine e la narrazione hanno sempre prevalso sui contenuti musicali dei quattro ribelli inglesi, ma non per pochezza artistica: la loro musica è invece onesta, diretta, urgente, insieme al dichiarato intento di mostrarsi mediocri e improvvisati, ma con paradossale competenza e gusto per la ricerca.
John “Rotten” Lydon, cantante e leader del gruppo, ha saputo perfino fare di meglio, grazie alla successiva e sofisticata incarnazione nei Public Image Ltd.
Sid Vicious, bassista, non ne ha avuto il tempo, morendo a ventitré anni nella personificazione tristemente perfetta del “bruciare in fretta è meglio che spegnersi lentamente”.
Amati o odiati, i Sex Pistols rimangono un pilastro essenziale nella storia del rock, artefici del punk inteso come moda e movimento culturale.
Antonio Bacciocchi
Sex Pistols. Dio salvi la Regina (e il punk rock)
Diarkos
268 pagine
18 euro
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