mercoledì, dicembre 21, 2022

Album italiani 2022


Ho scelto 38 album italiani che mi sono piaciuti parecchio.

Negli scorsi anni era andata così

nel 2007 Statuto e Temponauts
nel 2008 Assalti Frontali
nel 2009 Julie's Haircut, Edda e Teatro degli Orrori
nel 2010 June e Statuto
nel 2011 Verdena, Peawees, Enrico Brizzi, Dellera, Paolo Apollo Negri, Statuto
nel 2012 An Apple Day, Barbacans, Julie’s Haircut
nel 2013 Julie's Haircut, Statuto, Raphael Gualazzi, Cesare Basile, Giuda
nel 2014 Edda, Finardi, Bologna Violenta, Bastard Sons of Dioniso, Steeplejack
nel 2015 Cesare Basile, Iacampo, Mimosa
nel 2016 Winstons, Afterhurs, Michele Gazich, Statuto, Radio Days
nel 2017 Edda, Bastard Sons of Dioniso, Cesare Basile, Era Serenase, Mauro Ermanno Giovanardi, Alex Loggia
nel 2018 Nicola Conte, Roberto Vecchioni, Calibro 35, Iacampo, Evil Knievel
nel 2019 Piaggio Soul Combination, Winstons, Massimo Volume, Giuda, Julie's Haircut, Cesare Basile
nel 2020 Ritmo Tribale, Calibro 35, Dining Rooms, Era Serenase, Mother Island
nel 2021 Gli Ultimi, The Breakbeast, Andrea Chimenti, Piaggio Soul Combination, Radio Days


La mia TOP 10

SACROMUD - s/t
Eccellente nuovo capitolo del progetto che ruota intorno al chitarrista-compositore Maurizio Pugno. Dodici brani di fangoso blues che attinge dalle atmosfere minacciose dei peggiori luoghi di New Orleans ma anche dal cuore profondo dell'America sonora in cui si fondono soul, funk, gospel, rhythm and blues. In perfetto equilibrio tra Jack White e Fantastic Negrito con Dr.John a benedire. Album spettacolare!

THE DIPLOMATICS - Is time to fly?
La band veneta mantiene salde le radici nel classico sound garage/rock 'n' roll, aspro, divertente, pulsante, che attinge dagli Stones dei Settanta, New York Dolls, Saints e che in questo nuovo lavoro si allarga a influenze che arrivano a Jack White, punk/funk, Viagra Boys, Black Keys. Il tutto proposto con un'energia travolgente, grande padronanza della materia, un pizzico di folle genialità, voglia di sperimentare, capacità e coraggio di rinnovarsi e guardare avanti. Eccellente.

PIERPAOLO CAPOVILLA E I CATTIVI MAESTRI -s/t
Torna l'anima dei disciolti Teatro degli Orrori, accompagnato da un supergruppo con Egle Sommacal (Massimo Volume), Fabrizio Baioni (LEDA) e Federico Aggio (Lucertulas). E colpisce ancora nel segno con il consueto arrembante iconoclasta furore attraverso dieci brani ("otto cazzotti e due carezze, per raccontare questi tempi di violenza e sopraffazione, il paese e il mondo in cui viviamo") che incidono carne e anima con suoni potenti e travolgenti affiancati da parole ancora più letali, nella loro spietata lucidità. Super!

VERA DI LECCE - Altar of Love
L'aspetto peculiare del lavoro della sperimentatrice pugliese è l'inclassificabilità della sua proposta. Che spazia, con attitudine audace e avanguardista, tra elettronica, atmosfere glaciali e sintetiche e un'anima folk che attinge tanto dalla tradizione salentina, quanto da suggestioni popolari orientali.
Vocalità che emergono da un infinito passato ("The truth") convergono armonicamente in tribalismi elettronici ("Jenome") che riportano allo sciamanesimo sonoro dei Goat, lasciando sempre inalterato uno stato di tensione che può preludere a una pericolosa e improvvisa esplosione di suoni, un mood minaccioso dai tratti esoterici. Eccellente.

THREE BLIND MICE - Day’s Getting Dark
Quarto album per la creatura di Manuele Scalìa, attiva da una dozzina di anni e protagonista di concerti in mezza Europa e con personaggi come Lydia Lunch oltre a collaborare con alcuni nomi del gotha post wave. Il mondo dei Three Blind Mice è variegato ed eclettico. Pesca dalle atmosfere dark blues di Nick Cave e Gallon Drunk ma anche da country, surf, sonorità cinematiche, Gun Club, post punk, garage. Un contesto originale, un linguaggio personale e sempre più raffinato, una realtà di altissimo livello.

STERBUS - Solar barbecue
Spettacolare nuovo lavoro, interamente strumentale, per la creatura di Emanuele Sterbini che si butta a capofitto nelle acque limacciose di una sperimentazione dai contorni psichedelici ma che devono molto alla lezione primigenia di Frank Zappa, debordando anche nei campi coltivati da Soft Machine, del prog più hard, degli attualissimi Black Midi, senza dimenticare i Primus. Eccellente e coraggioso.

ASSALTI FRONTALI - Courage
Migliaia di "rapper" hanno conquistato i gusti delle nuove generazioni ma solo una piccola parte conosce gli ABSOLUTE BEGINNERS, gli ASSALTI FRONTALI ( ASSALTI FRONTALI OFFICIAL PAGE). Quando nel 1990 comprai "Batti il tuo tempo" degli ONDA ROSSA POSSE il (mio) mondo cambiò di nuovo...per me uno dei 10 dischi italiani di sempre. Li seguo da allora, li seguirò sempre. Gli ASSALTI FRONTALI sono ancora qui, nelle strade, a parlarci di quello che succede, adesso e ora, come i toaster giamaicani o i griot africani.
"Courage" è un nuovo disco, importante, profondo, immediato, urgente, attuale, moderno nella sua classicità sonora.

BEBAWINIGI - Stupor
Uno dei principali pregi del secondo album di Virginia Quaranta, alias Bebawinigi (cantante, attrice, compositrice, polistrumentista) è che sfugge a qualsiasi ipotesi di classificazione o inserimento in un “genere”. Qui si spazia tra mille influenze, riferimenti, tra sperimentazione, ballate intrise di dolcezza, esplosioni di furore sonico, una voce che ci porta ora alle soglie della vocalità di Diamanda Galas, ora dalle parti di Yoko Ono. I 70 minuti dell’album sono una sorpresa continua e pongono “Stupor” tra le migliori uscite del 2022.

A TEMPORARY LIE with GEORGEANNE KALWEIT - s/t
Un album di grande fascino, dolcemente decadente (nell'accezione che si usava per nomi come Roxy Music o Japan, al cui mood e approccio estetico il disco si avvicina). Canzoni perfettamente equilibrate, avvolgenti, sinuose, con un tocco blues in sottofondo. Cesare Malfatti (LA CRUS - THE DINING ROOMS) e Georgeanne Kalweit (DELTA V - THE KALWEIT PROJECT) sono affiancati da una lista di collaboratori di grande livello e soprattutto gusto, come Fabio Rondanini (CALIBRO 35, AFTERHOURS, SILVESTRI) alla batteria, Roberto Dell’Era (AFTERHOURS, THE WINSTON) al basso e Raffaele ”Rabbo” Scogna (DIODATO, NIC CESTER, SELTON) alle tastiere. Gli otto brani sono semplicemente uno più bello dell'altro e questo album entra prepotentemente tra le migliori uscite dell'anno.

DEAR - Out of Africa
Musicista, scrittore, giornalista, Davide Riccio ha un lungo percorso artistico alle spalle. Il nuovo progetto Dear ci regala questo nuovo lungo (19 brani) lavoro che si dipana in svariati ambiti sonori, tra elettronica, rock, sinuose ballate e l'Africa costante protagonista. Sia ritmicamente, con groove tribali, che a livello di immaginario sonoro e lirico. Un riferimento, pur non esaustivo ci porta concettualmente a David Byrne e ad alcune pagine della discografia di Brian Eno ("Far are the shades of Arabia") ma "Out of Africa" è più complesso e personale. Soprattutto originale. Un gioiello di prima grandezza.

IL RESTO (in ordine sparso)

DAGGER MOTH – The Sun is a Violent Place
Al terzo album con il nome d’arte di Dagger Moth, Sara Ardizzoni, valente chitarrista e compositrice (anche con Cesare Basile e i Massimo Volume), alza l’asticella qualitativa della sua proposta artistica, continuando ad esplorare tra elettronica e atmosfere sperimentali, solenni, avvolgenti. C’è un substrato compositivo che attinge dalla post wave classica (da Radiohead a Bjork) e dal trip hop ma l’aspetto più rilevante è la capacità di addentrarsi in un sound innovativo, cerebrale, che assume tratti quasi psichedelici e ambient. Interessante e ricco di personalità.
Ad affiancarla Victor Van Vugt (già collaboratore in studio di Nick Cave, PJ Harvey, Beth Orton e molti altri) con cui l’artista ha finalizzato il mixaggio a distanza fra Ferrara e Berlino; Fabrizio Baioni (già batterista per Pierpaolo Capovilla e i Cattivi Maestri, Leda, Cirro, Circo El Grito) con i suoi imprevedibili additional beats su tre degli otto brani presenti nella tracklist del disco; Alessandro Gengy di Guglielmo che ha curato il mastering a Milano.

THE DINING ROOMS - Turn to see me
Torna lo spettacolare progetto di Stefano Ghittoni e Cesare Malfatti, come sempre supportati da un buon numero di collaboratori, con il nono capitolo della saga Dining Rooms. Che si muove alla perfezione nella modernità sonora, attingendo da jazz, hip hop, nu soul ("Desire" è un vero e proprio malinconico e romantico gioiello di modern soul), elettronica, trip hop). I riferimenti si mischiano, sovrappongono, alimentano l'uno con l'altro. La classe del consolidato duo fa il resto e, ancora una volta, piazza un loro album nel probabile novero dei migliori dischi dell'anno.

THE CLEOPATRAS - Bikini grill
Torna la band toscana con un nuovo lavoro, il quarto della carriera, di primissima qualità. L'album si espande verso nuove influenze, tra punk rock, puntate quasi nell'hard, consueti riferimenti 60's e surf, power pop ("Feel the heat" potrebbe stare in qualsiasi album delle Go Go's), una riuscitissima cover di "Kiss kiss kiss" di Yoko Ono. Sound potente (grazie ad Ale Sportelli), album maturo, convincente, godibilissimo, divertente.

BEBALONCAR - Suicide lovers
Scanna è un personaggio che da lungo tempo calca i palchi della scena musicale italiana (dagli Ugly Things ai Primeteens, Sciacalli, Bohemians, Pamela Tiffins oltre ad essere protagonista di numerose altre iniziative nell'ambito della scena di derivazione Sixties italiana). Il nuovo progetto lo coglie ispiratissimo alle prese con un sound tenebroso che abbraccia psichedelia, retaggi beat, shoegaze, Velvet Underground (e di riflesso i Jesus and Mary Chain meno abrasivi) , folk psichedelico.
Un gioiello che riflette luci opache che conquistano al primo ascolto.

ROSALBA GUASTELLA - Grace
Torna la magia sonora di Rosalba Guastella che già aveva stupito con l'eccellente esordio del 2020 "My little songs".
Resta ancora in un contesto acustico, tra blues, psichedelia e una matrice folk che spazia da umori West Coast (a cui bene si accosta la voce di Rosalba che non di rado ha il gusto di una novella Grace Slick) a influenze britanniche tardi Sessanta. Atmosfere sinuose, conturbanti, avvolgenti, un nuovo piccolo/grande gioiello.

THE BASTARD SONS OF DIONISO - Dove sono finiti tutti?
Il trio trentino firma l'ottavo album di una carriera prestigiosa e ricca di soddisfazioni, confermandosi ancora una volta tra i migliori gruppi rock italiani. Il loro power pop melodico, con una buona dose di grunge, che si avvale di linee vocali di pura eccellenza, occhieggia non di rado ai troppo poco considerati Knack con quell'intreccio di chitarre, potenza ritmica e irresistibili richiami Beatlesiani. Un ulteriore plauso per la durata dell'album (meno di mezzora), il tempo perfetto per un disco rock.

BIG MOUNTAIN COUNTY - Klaus
Torna la favolosa band romana con un ep nuovo di zecca, intensamente psichedelico. Tre brani (e due remix) che ci accompagnano in vortici lisergici che vanno da "Tomorrow never knows" dei Beatles a certi voli dei Primal Scream in un 'ottica mai revivalista ma totalmente moderna. Ennesima conferma di un talento di rara efficacia.

TIN WOODMAN - Songs for eternal lovers
Il duo bresciano fa convergere nelle dodici canzoni del nuovo album psichedelia, pop rock inglese, folate prog, brit pop, indie rock, dissonanze ma soprattutto inventiva, versatilità, originalità, belle canzoni, un livello compositivo ed esecutivo di respiro internazionale.

ALTERNATIVE STATION - Alabaster
Nuovo lavoro per la band riminese, un ep di cinque brani, tirati e abrasivi ma che si caratterizzano per un gusto melodico di sapore brit pop. Molteplici le influenze che assimilano Arctic Monkeys, Strokes, Franz Ferdinand, primissimi Cure, Fontaines D.C. Grande maturità espressiva e compositiva, brani che rasentano l'eccellenza.

DALILA KAYROS - Animami
Un album (il terzo per la cantante, questa volta con il musicista elettronico Danilo Casti) ostico, solenne, dai tratti apocalittici, sperimentale. Elettronica spinta, accompagnata da un tribalismo vocale che pone il lavoro in un ipotetico equilibrio tra Diamanda Galas, Laurie Anderson e una versione estremizzata della prima Bjork.

EDDA - Illusion
Al sesto album il cantautore milanese conferma il suo passo artistico atipico, sempre sorprendente, non solo personale ma unico e inimitabile. Una sorta di Syd Barrett nostrano a braccetto con Rino Gaetano, più semplicemente Edda. Nel nuovo lavoro è affiancato da Gianni Maroccolo alla produzione che dona un nuovo carattere e tratto artistico alla sua scrittura. Canzone d'autore, un'impronta jazzy in molti brani ma anche impennate rock/post wave, a cui si uniscono le consuete criptiche liriche malinconico/romantiche e una voce inconfondibile. Un nuovo album che si pone tra i migliori dell'anno in corso.

CONFUSIONAL QUARTET - s/t
La band bolognese conferma il suo status di gruppo tra i più geniali della scena italiana, dai tempi degli Area. Al cui approccio si sono sempre avvicinati (non per niente gli hanno dedicato l'album "Plays Demetrio Stratos" utilizzando una sua traccia vocale, registrata poco prima della sua tragica scomparsa), pur in un contesto artistico diverso, mischiando, senza paura e problemi, le influenze più disparate.
Anche in questo nuovo lavoro sono un groove funk di base, unito a inserti elettronici, fusion, new wave, post wave, jazz, modalità prog, un tiro punk.
Una pioggia di creatività, tecnica esecutiva sopraffina, tante idee e voglia, intatta, di osare. Abitualmente solo strumentali fanno un'eccezione con il funk punk di "Prohibido", cantato da Gabro Da Silva e alcuni inserti vocali tra cui uno emozionante di Pier Paolo Pasolini in "Ostia Lido".

MANUEL AGNELLI - Ama il prossimo tuo come te stesso
Manuel Agnelli lascia la sua rinomata e glorificata comfort zone degli Afterhours per un esordio solista in cui si sfida stilisticamente e compositivamente. E' naturale che la matrice rimanga legata al lavoro con la band ma il taglio dell'album si muove in altre direzioni, più intimiste e liriche, spesso arricchite da sapienti orchestrazioni pur non mancando rimandi a grunge, post punk, momenti quasi noise. Eccellente lavoro sui testi, disco molto curato in fase di arrangiamento, una nuova ottima testimonianza di un artista in salute.

THE BLOKES - Same old stories
La band romana si esprime con un linguaggio semplice e diretto. Street punk tra Exploited, Cockney Rejects,Cocksparrer, Infa Riot, sound arrembante, ritmiche serrate, chitarre potenti, voce roboante, testi stradaioli. Una summa perfetta che non fa progionieri. Un album fresco e devastante. Finalmente!

BACKDOOR SOCIETY - This is nowhere
Secondo album per la band piacentina e furioso, sparatissimo e ruvidissimo attacco garage punk/rhythm and blues. Ci sono grandi riferimenti, oltre all'amato 60's beat olandese, dai Pretty Things e Downliners Sect, ai primi Stones fino al garage punk americano di Sonics e Monks e al quel sottobosco di nomi oscuri che troviamo nelle compilation "Peebles" e "Back From The Grave". Un album "cattivo" e abrasivo, entro i limiti dell'eccellenza per chi ama il genere.

ACID JACK FLASHED - The devil's charm
Non c'era da dubitarne ma il nuovo album del duo lombardo è un vero e proprio gioiello di sapiente unione di ispirazione psichedelica tardo 60's, prog folk, un costante gusto beatlesiano (con sguardi generosi a Kinks, Who e Small Faces) ma capace di flirtare con un approccio moderno e di deviare a piacimento in un brano punk rock o in uno country. Ben fatto, suoni perfetti, arrangiamenti sempre efficaci.

THE MANGES - Book Of Hate For Good People
Alle soglie del trentennale di carriera la band spezzina firma il sesto album (oltre a vari 45, ep, raccolte e un live), confermandosi una delle migliori punk rock band in circolazione. Compatti, i Ramones (da sempre) nell'anima, potenti, grandi brani e melodie, totale padronanza della materia. Un nuovo grande lavoro.

STINKING POLECATS - s/t
Mancavano su album da 17 anni! Festeggiano il ritorno con un grande lavoro, dieci nuovi brani fiammanti, puro punk rock dalle tinte 90’s con sprazzi 77 in odore di Stiff Little Fingers (“Go get ready”), energia e freschezza intatte. L’album fila via arrembante, preciso, potente, al limite dell’eccellenza.

NERO KANE - Of knowledge and revelation
Il terzo album dell'artista milanese ci porta in un viaggio psichedelico fatto di atmosfere sospese, oscure, solenni, malinconiche, drammatiche, in cui abbraccia folk apocalittico, post wave e una sorta di canzone d'autore goth/dark dall'attitudine ambient, screziata dalle molteplici anime dei Velvet Underground.
Spiccano originalità e personalità, che sublimano una maturità artistica di primo livello.

OSSI - s/t
Simone Tilli e Vittorio Nistri (anime degli sperimentali e avanguardisti Deadburger) alle prese con una nuova creatura artistica e 12 brani autografi, registrati con Andrea Appino, Dome La Muerte e Bruno Dorella. Un album che esplora psichedelia, garage beat ma anche e soprattutto quell'anima dissacrante che porta da Zappa e Captain Beefheart ai nostri Skiantos (erroneamente sempre derubricati a "demenziali"), inserendo riferimenti ben precisi al concetto, troppo dimenticato, di controcultura. Splendida la confezione vinilitica gatefold, con all'interno, posizionato in una speciale tasca fustellata, un booklet fumettistico di 28 pagine a colori, stampato nel formato originale degli albi dei Freak Brothers, e colmo di invenzioni, In copertina un disegno di Andrea Pazienza. Album importante e originalissimo.

UMBERTO PALAZZO - Belvedere Orientale
Umberto Palazzo ha alle spalle una lunga carriera artistica con nomi di primo piano della scena “indie” italiana (dai Massimo Volume ai Santo Niente). L’ultima incarnazione lo vede vestire i panni cantautorali (spaziando da Lucio Battisti ad Alan Sorrenti) ma con una vena soul/funk/disco che riporta alla scena inglese degli anni 80 (Style Council, Orange Juice e paraggi). Come sempre, siamo dalle parti dell’eccellenza.

KICCA - Call me sugar
Brillante ritorno della cantante veneta/parigina con un album ultra groovy di funk, soul, disco, bluesy, perfino un salto nel reggae e nello ska, con la consueta stupenda voce che spazia tra inglese, francese e italiano. Arrangiamenti sontuosi, brani (tutti autografi) sempre frizzanti e pulsanti, disco delizioso.

SOUL BASEMENT - Do no wrong
Nuovo elegantissimo, raffinato, super groovy ep per la band di Fabio Puglisi, aiutato dalle stupende voci di Alvin Le-Bass e Lana Gordon. Soul funk con un retrogusto disco, quattro brani di altissima qualità compositiva e artistica, splendidi arrangiamenti, sonorità calde e avvolgenti, un piccolo gioiello nu soul.

PELUQUERIA HERNANDEZ - Volume 4
Torna, con il quarto album (titolo e copertina citano volutamente i famosi volumi del sassofonista Fausto Papetti), la band veronese ed è di nuovo festa. Il loro mix di suoni latini, lounge, reggae, funk, soul, ritmi caraibici, richiami alle colonne sonore morriconiane e/o polizieschi anni 60 e70, prevalentemente strumentale, è come sempre divertente, coinvolgente, gustosissimo. Composizione e arrangiamenti, come è loro abitudine, molto curati ma ciò che spicca è l'originalità (unicità è forse più appropriato) dell'interessantissima proposta.
ALMAMEGRETTA - Senghe
La band partenopea si conferma come tra le realtà più interessanti e al passo con il suono del nostro tempo. La loro miscela di influenze mediterranee, elettronica, nu funk, dub, reggae, world music, tematiche sociali è come sempre coinvolgente, d’avanguardia, fresco, attuale, moderno, pulsante. Un altro eccellente capitolo di una grande storia artistica.

C'AMMAFUNK - Bouncing
La band salernitana rinnova la tradizione campana dell'amore per il funk e la fusion (da Napoli Centrale e James Senese in poi) con un album di altissimo livello qualitativo, soprattutto nei termini di un'impeccabile esecuzione e un gusto sopraffino per suoni e arrangiamenti. Brani ispiratissimi, groove. SAVANA FUNK – Ghibli
Ancora una prova di grande forza e potenza. Il loro afro funk contaminato e che guarda in diverse direzioni (vedi “Ghanaba” che potremmo trovare tranquillamente in un album del primo Carlos Santana), abbraccia sempre di più il sound che soffia dai deserti del nord Africa, tra Tinariwen e Mdou Moctar. La padronanza della materia, la raffinatezza esecutiva, l’eleganza e la veemenza compositiva ci offrono un lavoro di alto livello, originale, personale, pieno di groove e sentimento.

ZONA POPOLARE - Un passo dopo l'altro
Secondo album per la band bolognese e nuova bordata di street punk Oi! serrato, duro, compatto (dai Nabat agli Ultimi passando per i Dalton ma con riferimenti ai classici Cockney Rejects, Uk Subs, Cocksparrer). Grandi testi, pieni di contenuti working class, di vita di strada, antifascismo, militanza.

FANFARA STATION - Boussidia
Il polistrumentista tunisino Marzouk Mejri, il trombettista canadese Charles Ferris e il DJ e producer di musica elettronica torinese Marco Dalmasso aka Ghiaccioli e Branzini, insieme per un travolgente assalto a base di sonorità afro/mediterranee dalle trame dance e funk (a tratti appaiono perfino echi lontani dei primi Mano Negra). E’ il primo capitolo di una trilogia concepita come un percorso di esplorazione nelle culture e nei mondi sonori di ciascun membro del gruppo. Si parte dalla Tunisia con un album ricchissimo di suggestioni, riferimenti, influenze che crea un mix originale, personale, dai tratti personalissimi.

2 commenti:

  1. Stranamente manca La mia patria attuale di Massimo Zamboni.

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  2. L'ho ascoltato ed era in predicato di entrare nella lista ma non mi è piaciuto così tanto

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