sabato, dicembre 24, 2022

C'era una volta la favola di New York


L'amico MICHELE SAVINI, che vive da tempo a DUBLINO ci introduce a una serie di particolarità interessanti made in Irlanda, nella nuova rubrica The Auld Triangle: narrazioni dalla Repubblica d'Irlanda.

Le precedenti puntate sono qui:
https://tonyface.blogspot.com/search/label/The%20Auld%20Tringle%3A%20narrazioni%20dalla%20Repubblica%20d%27Irlanda

Il Natale non arriverà mai abbastanza presto diceva qualcuno e a Dublino, arriva un po’ prima del previsto.
Dal 1 di Novembre infatti, immediatamente dopo le celebrazioni per la Festa di Halloween , gli alberi di Natale prendono rapidamente il posto delle zucche intagliate ormai andate a male, Babbi natale di plastica penzolano da ogni camino e la citta sfoggia già il suo miglior vestito, quel feticcio economico dell’ occidente capitalista che accompagna le festività natalizie.

Gli irlandesi potrebbero non essere così religiosi come lo erano una volta, ma amano ancora tutto quello che riguarda il Natale, dalle scintillanti luminarie della popolarissima Grafton Street che fanno da cornice allo shopping frenetico, alle decorazioni che recitano Nollaig shona dhuit, l’equivalente di Happy Christmas in Gaelico, passando per il tintinnio dei bicchieri delle pinte di Guinness che sbattono l’uno con l’altro, dentro i sempre affollatissimi pub accompagnando la celebrazione.
Ed essendo la musica una parte fondamentale di ogni celebrazione che si rispetti, il Natale ovviamente non fa eccezione. Ma se un po’ dappertutto, durante il periodo antecedente alla festività, combattiamo contro il sentimentalismo nostalgico dei vari “Last Christmas” o “All I Want For Christmas Is You” , nell’ intento di isolarci da quelle melodie che il natale ce lo fanno solamente odiare, in Irlanda la canzone natalizia per eccellenza è solamente una.

Una canzone scritta da Irlandesi, nella Londra degli anni 80’ e ambientata nella New York degli anni 40’.
Una canzone che non parla di neve, giri in slitta o vischi miracolosi, ma di giovinezza perduta e sogni spezzati, dove il Natale è tanto il problema quanto la soluzione e che inevitabilmente la rendono quasi la canzone “anti-natalizia” per eccellenza.

Quella canzone, come molti di voi avranno già capito è Fairytale of New York dei The Pogues.

La “Favola di New York” ha una storia lunga e contorta, fatta di disaccordi e contraddizioni, tipiche se pensiamo a Shane MacGowan e compagnia bella. Sembrerebbe che il manager della band Frank Murray, sia stato colui che suggerì che i Pogues facessero una Hit natalizia, proponendo la realizzazione di una cover di “Christmas Must be Tonight” di The Band.
Qualcun altro sostiene che Elvis Costello, allora produttore della band, abbia scommesso con Shane che non sarebbe stato in grado di scrivere un duetto natalizio da cantare con la bassista (e futura moglie di Costello) Cait O'Riordan.

Quello che è certo è che la canzone, dalla sua prima stesura fino alla sua pubblicazione, impiega più di due anni.
Nasce dall’idea del banjoista dei Pogues, Jem Finer, che è deciso a narrare la storia di un marinaio irlandese in America a cui manca la moglie a Natale.
Proprio sua moglie, a cui propone il pezzo per la prima volta, la definisce “banale” e la litigata che ne consegue, modifica la trama della canzone fino a farla diventare la storia di una coppia che attraversa momenti difficili e alla fine arriva a una redenzione.
Shane contribuisce con l’ idea del duetto e la melodia in stile “Broadway” , attingendo dal suo amore per Frank Sinatra e Judy Garland.

La prima Demo della canzone è registrata nel 1985 durante le sessioni di registrazione di Rum, Sodomy & the Lash ed ha chiaramente ancora bisogno di lavoro.
La melodia zoppica, i testi inciampano e la storia inizia in Irlanda “ It was a wild Christmas Eve on the West coast of Clare, "I looked 'cross the ocean, asked what's over there?” (Era una selvaggia vigilia di Natale sulla costa occidentale di Clare, Ho guardato attraversare l'oceano, ho chiesto cosa c'è laggiù).
Manca un titolo e quello suggerito da Costello “Christmas Day in the Drunk Tank” non convince totalmente Shane, che non lo ritiene adatto ad una canzone che deve essere una Hit Natalizia.
Per chiarire, la Drunk Tank citata nel primo verso della canzone, è una cella carceraria per persone intossicate, specialmente dall'alcol, dove i detenuti rimanevo fino al totale smaltimento della sbornia.
Il titolo finale è preso dal romanzo del 1973 “ A Fairy Tale of New York“ dello scrittore irlandese-americano J. P. Donleavy, che narra la storia del ritorno a casa di un irlandese-americano in lutto dall'Irlanda a Manhattan. Il resto del testo è completato da Shane in un ospedale a Malmö, dove era ricoverato dopo essere stato colpito da una doppia polmonite durante un tour dei Pogues in Scandinavia alla fine del 1985. Tuttavia, nonostante diversi tentativi di registrarlo, il gruppo non è soddisfatto dei risultati e la canzone viene temporaneamente messa da parte, anche in vista del tour del 1986, che li porterà per la prima volta nella “Grande Mela”.

Con il passare del 1986, tuttavia, i Pogues incontrarono vari problemi che bloccarono la registrazione della “Favola di New York”. La loro etichetta discografica infatti, la Stiff Record, ha notevoli difficoltà finanziarie ed è andata in commissariamento, il che significa che è necessario negoziare un nuovo accordo di distribuzione con un’altra etichetta per pubblicare qualsiasi nuovo materiale dei Pogues.
Nel frattempo anche il rapporto con il produttore Elvis Costello si è deteriorato il che li spinge a separarsi da lui e da Cait O'Riordan ( coinvolta sentimentalmente con Costello) che lascia la band nello stesso anno, dipartita che significa che la canzone ha quindi perso la sua interprete femminile.
(Elvis Costello e la bassista dei Pogues Cait O'Riordan)

Ed qui entra in gioco Steve Lillywhite, già produttore di U2 e Simple Mind, che decide di dirigere il prossimo album dei Pogues.
I problemi della Stiff infatti furono infine risolti e nel Marzo del 1987, la band entra ad Abbey Road per registrare un ulteriore Demo del pezzo, con McGowan che canta sia la parte maschile che quella femminile. Tuttavia, ci volle fino alla terza sessione di registrazione, tenutasi ai RAK Studios di Londra, per dare al pezzo il tocco finale.

Lillywhite infatti, si porta a casa il nastro della registrazione e chiede a sua moglie Kristy MacColl di registrare una traccia per la voce femminile che fungesse da linea guida per la versione demo del pezzo, nel loro studio di casa durante il fine settimana.
Kristy era infatti una già nota cantante pop ma la sua carriera da solista era stata bloccata a causa della paura del palcoscenico e dei problemi contrattuali.
Quando Lillywhite compare in studio il lunedì mattina con la registrazione e la fa sentire alla band, Shane e compagni ne rimangono semplicemente sbalorditi e capiscono che Kristy sarebbe stata la voce ideale per il personaggio femminile della canzone.
Addirittura Shane, insiste per ri-registrare la sua parte di voce, perché non la ritiene all‘altezza della performance di Kritsty.
Il tocco finale è dato dalla sapiente produzione di Lillywhite, già abituato a lavorare con band “da Stadio” che tramite una serie di accorgimenti (suono del mandolino moltiplicato per 10 e l’aggiunta di una sezione di archi e ottoni) da quell’ epicità alla canzone che tutti conosciamo.

Tra un intoppo e l’altro pero, siamo già alla fine del Settembre del 1987 e la canzone, se vuole effettivamente ambire ad essere un successo natalizio ha bisogno di essere urgentemente pubblica.
Lo è finalmente il 23 novembre 1987, leggermente in ritardo rispetto agli altri singoli natalizi e ad un solo mese dal natale. Questo non impedisce al pezzo di scalare le classifiche e di raggiungere immediatamente la prima posizione in Irlanda rimanendoci per 5 settimane.
Il 17 Dicembre i Pogues e Kristy si esibiscono nel famoso programma Top Of The Pops per tentare di scalare anche le classifiche del Regno Unito.
La canzone però raggiunge solo il secondo posto, battuta da una cover di “Always on My Mind” dei Pet Shop Boys, che si consacra hit natalizia del 1987.
Il sempre controverso Shane sembra che commentò la sconfitta con un “ Siamo stati battuti da due checche e una Drum machine” e aggiunse successivamente “Andare al numero 1 in Irlanda era ciò che contava per me ma non mi sarei mai aspettato che gli Inglesi avessero tutto questo buon gusto”.

Di seguito il video della performance a Top Of The Pops:
https://www.youtube.com/watch?v=qSkN4EXhBR8

Il testo della canzone, come già detto, narra la storia di una coppia di immigrati Irlandesi nella New York degli anni 40’.
Il personaggio interpretato da Shane nel duetto, dopo aver vinto ai cavalli con l’improbabile quota di 18/1, promette alla sua amata che sarà il loro anno e i loro sogni diventeranno realtà.
Ma come dice lo stesso Shane “ Il ragazzo è un barbone che vive per strada e ha appena vinto ai cavalli, quindi non sei nemmeno sicuro che stia dicendo la verità” ed effettivamente nella seconda parte del testo ci è chiaro che qualcosa sia andato storto, quando la conversazione esplode in una violenta litigata alla classica maniera irlandese, ovvero insultandosi pesantemente a vicenda.
Al “ Sei una vecchia puttana drogata” di Shane, risponde il “tu feccia, tu verme, tu disgustoso frocio taccagno” di Kristy, che suggella il tutto con un colorito “ Buon Natale un cazzo, prego Dio che sia l’ultimo che passiamo insieme”.

Il verso ha ovviamente suscitato molto scalpore all’ epoca (figuriamoci oggi) il che lo portò ad essere censurato dalla perbenista BBC, chiedendosi se “Puttana” e “Frocio” erano effettivamente “le parole che vogliamo che i nostri figli cantino sul sedile posteriore delle nostre auto” e dimenticando che forse, quando si scrive una canzone, bisognerebbe essere liberi di far “letteratura” e dire quello che si vuole.
Il contrasto fra il carattere rude del battibecco e l’immagine del coro che evoca le speranze e le fatiche di generazioni d’immigranti irlandesi è quello che rende meravigliosa la canzone. Senza quegli insulti, senza quel “frocio”, il Natale di Fairytale of New York non sarebbe altrettanto disperato e allo stesso tempo pieno di speranza.

La brillantezza della canzone è suggellata dalla sua strofa finale quando MacGowan protesta, "Avrei potuto essere qualcuno", e MacColl risponde: "Beh, un po’ come tutti …".
Quindi MacColl accusa: "Mi hai portato via i miei sogni" e Shane risponde, con tutto il calore trattenuto fino a quel momento, in uno dei versi più romantici mai scritti:
"Li ho tenuti con me piccola / li ho messi con i miei/ Non posso farcela da solo/Ho costruito i miei sogni intorno a te".

Quindi, nella sua interazione finale, il ritornello non è più un promemoria ironico e provocatorio di tempi migliori, ma una promessa di riconciliazione.
"Davvero non sai cosa gli succederà ", dice MacGowan. "Il finale è completamente aperto."

A proposito del ritornello: il “Coro del Dipartimento della Polizia Di New York” in realtà non esiste ne è mai esistito: sono gli ubriachi nella “Drunk Tank” che Shane paragona appunto ad un coro di bambini che cantano Galway Bay, una tradizionale canzone irlandese amatissima dagli immigrati, e cantata da Bing Crosby nel 1948.
E a rendere ancora più magica e simbolica la storia bisognerebbe inoltre aggiungere che Shane MacGowan è nato proprio il giorno di Natale, il 25 dicembre del 1957.
Ultima curiosità, se ascoltate bene l’intro di pianoforte iniziale noterete che la melodia ricorda davvero molto quella di “Tema di Deborah” di Ennio Morricone.
Infatti, quando i Pogues girano l'Europa nell'autunno del 1985, quasi consumano la videocassetta di “C'era una volta in America” , l'epico film di Sergio Leone e non essendo mai stati a New York prima, è quello l’unico portale immaginario che Shane e Jem hanno per costruire la loro storia. Perciò il riferimento è più voluto che casuale.

D'altronde, non tutte le belle favole iniziano con un “C’era una volta” ?

Buon compleanno Shane e Buon Natale a tutti.

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