lunedì, febbraio 28, 2022

Febbraio 2022. Il meglio


Parte bene l'anno con Miles Kane, Yard Act, Elvis Costello, Electric Stars, St.Paul and the Broken Bones e Diasonics
Mentre tra gli italiani Dear, White Seed, Tin Woodman, Alternative Station, Massimo Zamboni e Path


YARD ACT - The overload
la giovane band di Leeds è stata un po' frettolosamente derubricata nel calderone del nuovo post punk brit.
In realtà hanno un taglio molto originale che mette insieme quei suoni e i "soliti" The Fall ma vi ritroviamo anche Franz Ferdinand, un po' di XYTC, Gang of Four e una bella fetta di Sleaford Mods.
Album molto interessante, frizzante, vivace.

JP BIMENI & THE BLACK BELTS - Give me hope
Il secondo album parla il consueto linguaggio vintage soul, tra Motown, Stax, il primo Marvin Gaye, lo Stevie Wonder dei 60's, il James Brown proto funk (vedi il brano del video), Otis Redding. In generale adagiato su ballate soul blues è un album godibilissimo, ideale per chi ama QUEL sound.
Sweet Soul Music.

ABIODUN OYEWOLE - Gratitude
THE LAST POETS.
Uno dei collettivi più rivoluzionari nella musica pop(olare) contemporanea.
Già attivi nel 1968/69, inventarono il rap, parlando di diritti civili e contenuti socio/politico/culturali su basi funk/soul. Il giovane scrittore Gil Scott Heron vedendoli in concerto decise di passare alla musica.
ABIODUN OYEWOLE è uno dei cantanti della band ed esce ora conn un album che si muove all'interno di sonorità attuali e moderne, tra rap, hip hop, nu soul, funk, per continuare a parlare ad alta e profonda voce di quello che accade intorno nella società, nella sua New York, nella quotidianità. Grande, come sempre.

THE DELINES - Sea drift
Il terzo album della band americana è un avvolgente, pastoso, tiepido come una giornata primaverile, viaggio nei meandri di uno struggente slow soul con un taglio country acustico e bluesy. Un disco di cui ci si potrebbe innamorare perdutamente.

ELECTRIC STARS - Velvet Elvis the only lover left alive
Torna dopo un lungo silenzio la band di Manchester con uno splendido album che abbraccia psichedelia, mod beat, i primi Primal Scream di "Sonic Flower Groove", Stone Roses, ampie dosi del miglior brit pop, gli Stones dei 70, jingle jangle, Who.
Band matura, grandi canzoni, arrangiamenti perfetti.

ST.PAUL & THE BROKEN BONES - The Alien Coast
Al quarto album la band dell'Alabama ha acquisito uno stile riconoscibile e personale, grazie alla stupendo falsetto di Paul Janeway e di un groove che pesca a piene mani dal miglior mellow soul dei 70, vellutato, sinuoso, orchestrale, danzereccio (oltrepassando a volte i confini con la disco).
Poco più di mezzora, brani sempre azzeccati tra soul, funk, umori bluesy.

DEVON LAMARR ORGAN TRIO - Cold as Weiss
Sulle tracce dell'Hammondismo strumentale di Booker T & the Mg's, Jack Mc Duff, Jimmy Smith, tra soul, funk, blues e tanto groove.

SAMM HENSHAW - Untidy Soul
L'esordio del cantante e compositore londinese è di grande qualità.
Pop soul venato di gospel e hip hop, molto raffinato e slow che guarda al passato ma è in piena linea con il black sound attuale.

AA.VV. - The Summer of Soul Soundtrack
Esce la colonna sonora con diciassette brani (con l'esclusione di alcuni partecipanti, primo tra tutti Stevie Wonder) presi da quel fantastico evento che fu l'HARLEM CULTURAL FESTIVAL dell'estate del 1969.
Registrato con grande cura vede in scena Nina Simone (con una spaziale "Backlash Blues" e i sette minuti ipnotici, duri e primitivi di "Are you ready?"), Sly and the Family Stone (come sempre esplosivi), BB King, Jimmy Ruffin (con una spettacolare "My girl"), 5th Dimension (i sette minuti di "Aquarius/let the sunshine in" sono da brivido), i grandissimi Staple Singers con il loro torrido gospel & blues, Gladys Night & the Pips da paura con una ritmatissima "Heard it through the grapevine", il latin soul di Mongo Santamaria e Ray Barreto, band gospel e jazz.
Il sound è crudo, pulsante, l'entusiasmo contagioso, si avvertono vitalità, energia, gioia.
E anche rivoluzione.
Una bellissima testimonianza.

AA.VV. - Eddie Piller Presents British Mod Sounds of the 1960s
EDDIE PILLER è uno dei personaggi più influenti nella storia dell'epopea mod.
Dalla fanzine "Extraordinary sensations" al ruolo di fondatore della Acid Jazz, a una proficua carriera da DJ, si è dedicato negli utii anni a compilare eccellenti compilation (anche con Martin Freeman) che hanno circoscritto sempre meglio il concetto di "Musica Mod".
In questo nuovo quadruplo CD scava nei profondissimi 60's, pescando 100 brani, spaziando da nomi noti come High Numbers, Small Faces, Kinks, Spencer Davis Group, Yardbirds, Action, Creation, Fleurs de Lys, George Fame, PP Arnold con gli Small Faces (scegliendo però sempre brani particolari e mai scontati) a oscuri e perduti protagonisti di brevi apparizioni.
In alcuni casi proponendo anche inediti o brani introvabili.
In mezzo i primi passi di Rod Stewart, dei John's Children di Marc Bolan, David Bowie, i Bluesology di Elton John, i Rockin Vickers di Lemmy, futuro Motorhead, gli Episode Six di Ian Gillan e Roger Glover futuri Deep Purple, gli Spectres di Francis Rossi (poi negli Status Quo) che riprendono "I' ain't got nothin yet" dei Blues Magoos.
E poi i Dog Soul che suonano "Big bird" (ripresa poi dai Jam) con Jim Rodford poi con Argent, Kinks e Zombies o il duetto tra Rod Stewart e PP Arnold.
La lista è lunga, la musica sempre godibilissima (prevalentemente circoscritta a un ruvido rhythm and blues, beat, alcune prime influenze psichedeliche), l'ascolto ovviamente travolgente.

REDSKINS – Neither Washington Nor Moscow 4 boxset CD
I Redskins hanno marchiato a fuoco gli anni Ottanta militanti, soulcialisti, camminato come i Clash, cantato come le Supremes, lasciando poche tracce ma tuttora indelebili.
Questo box di 4 CD (libretto, foto etc) raccoglie tutto e di più della band di Chris Dean: l'unico album "Neither Washington Nor Moscow", i singoli, le varie versioni extended, estratti live con partecipazioni eccellenti (Billy Bragg e Jerry Dammers), grandi cover come "Skinhead moonstomp", "Tracks of my tears" o "Back in the Ussr", le Peel Sessions, i primi demo punk ancora con il nome di No Swastikas.
Punk, soul, impegno politico, passione, energia, sincera ingenuità/ingenua sincerità, un raggio di sole in mezzo al buio Tatcheriano.
Che poi vincerà e darà il via a un'epoca oscura che ancora dura, perdura e annienta diritti e speranze di giustizia sociale.
Chris Dean e Compagni ci avevano avvertito e scagliato l'ultima pietra.

JOHNNY MARR - Fever Dreams Pts. 1-4
16 brani, album doppio, qualche gemma qua e là a ricordarci la sua classe compositiva ma una vena indie/elettronico pop prevalente che appiattisce il risultato finale.
Buono ma, personalmente, abbastanza trascurabile.

BRIAN AUGER - Auger Incorporated
Compilation con varie rarità e 7 inediti dallo sterminato archivio dell'immenso tastierista. Sempre tante belle cose.

KERBSIDE COLLECTION - Round the corner
Molto gradevole il funk strumentale e orchestrale da colonna sonora della band australiana. Qualche pennellata jazz a corredo del tutto per un sottofondo tutto groovy.

KENDRA MORRIS - Nine lives
Quarto album in diecianni per la vocalist New Yorkese. Ottimo sound soul, eccellente voce, tempi medi, belle atmosfere. Merita un ascolto.

JOHN MAYALL - The Sun is Shining Down
A 89 anni non ha alcuna intenzione di smettere. E perché poi dovrebbe? Il nuovo album ripropone quello che ha sempre fatto: blues. E fatto nel migliore dei modi. Niente di più, niente di meno.

MF ROBOTS - Break The Wall
Jan Kincaid, fondatore dei Brand New Heavies e Dawn Joseph, vocalist della band, firmano il secondo album insieme (accompagnati da musicisti di livello stratosferico come Gail Ann Dorsey (David Bowie) o Cory Wong (Vulfpeck). Soul funk jazz disco di qualità eccelsa, super groovy e di grande impatto.

SILAS SHORT - Drawing
Un buon esordio, da Milwaukee, con un soft soul molto vellutato e con pennellate rap e folk gustose.
Molto gradevole.

AA.VV. - Ocean child. Songs of Yoko Ono
Classico tributo a un personaggio mai adeguatamente considerata da un punto di vista musicale ma che ha lasciato piccoli gioielli sparsi negli anni. A tributarle omaggio, tra i consueti alti e bassi, nomi come David Byrne, Flaming Lips, Sharon Van Etten, Yo La Tengo.

THE SWAGGERLIES - The Last Of The One And Only’s
La band americana si muove con agilità tra torrido rock 'n' roll, punk rock, New York Dolls/Johnny Thunders, Hellacopters e compagnia schitarrante. Semplice e diretto, niente fronzoli o particolari novità ma efficace.

VERDENA - America latina
Colonna sonira strumentale dell'omonimo film, con brani recuperati dall'ultimo album, risalente a ormai sette anni fa.
Funzionale esclusivamente alle immagine, poco significativo e interessante all'ascolto.

DEAR - Out of Africa
Musicista, scrittore, giornalista, Davide Riccio ha un lungo percorso artistico alle spalle. Il nuovo progetto Dear ci regala questo nuovo lungo (19 brani) lavoro che si dipana in svariati ambiti sonori, tra elettronica, rock, sinuose ballate e l'Africa costante protagonista. Sia ritmicamente, con groove tribali, che a livello di immaginario sonoro e lirico. Un riferimento, pur non esaustivo ci porta concettualmente a David Byrne e ad alcune pagine della discografia di Brian Eno ("Far are the shades of Arabia") ma "Out of Africa" è più complesso e personale. Soprattutto originale. Un gioiello di prima grandezza.

PAOLO APOLLO & ANTONIO NEGRI – Sambabila
Un connubio raffinatissimo e super groovy quello tra l’Hammond soffice di Paolo Apollo Negri e il drumming jazzato del padre Antonio. Alle prese con bossa, samba, latin jazz, in quattro suadenti brani strumentali originali di primissima qualità.

CHIELLO - Oceano paradiso
Dalla trap a una sorta di trap pop efficace e da seguire per chi ama le sorti del nuovo pop italiano. C'é del talento, non è per ragazzini ma per adolescenti un po' più "maturi. Interessante.

THE OUTER SPACE - Anita (Girl From Outer Space) b/w She Laughs, She Cries, She Loves, She Lies
Realizzato da musicisti proveniente da Italia, Belgio e Francia, un gradevole 45 giri con due brani dall'incedere jingle jangle 60's / folk rock con sguardi ai primi Rolling Stones. Sound minimale, crudo e lo-fi.

P38 PUNK - Il mondo nuovo
I p38punk compiono 30 anni di attività. Per celebrare l’evento hanno chiesto aiuto a un po’ di amici (da membri di CCCP, Blood 77, Carillon del Dolore, Bloody Riot etc). Nove brani di duro e puro street punk rock dalle inflessioni Oi!, suonato con durezza e purezza. Suoni perfetti, attitudine acclarata, grandi canzoni. Punk’s not dead.

KOKADAME – Dounlowd
Sei brani diretti e immediati per la band piacentina, all’insegna di un punk rock primitivo e primordiale (tra Johnny Moped, Uk Subs, Slaughter and the Dogs) e un approccio che riporta ai nostri Skiantos e Sorella Maldestra. Originali, aggressivi, teppisti. Una miscela che mancava da troppo tempo. Grandi!

GIALLO MAN – Bonfyah
Gianlorenzo Scarpa in arte Giallo Man è uno dei principali esponenti della prolifica e validissima scena reggae italiana. Il nuovo album è un piccolo gioiello del genere tra original reggae, rocksteady, reggae soul, dub, ragamuffin. Gran bel disco che non mancherà di entusiasmare i cultori del genere.

AGAPE – Mind Pollution
Esordio della giovane fiorentina con un disco fresco e convincente, nonostante percorra sentieri sonori già abbondantemente frequentati ovvero un hard rock che guarda ai classici schemi anni 70 (glam, Led Zeppelin, Grand Funk Railroad, Suzi Quatro, Runaways, Fanny) ma con una voce femminile che regala al sound un’anima più pop. Suonano bene, i brani hanno una grande resa, l’album è godibilissimo.

ASCOLTATO ANCHE:
PINEGROVE (Folk/Alt/Rock. Impalpabile), JETHRO TULL (bruttino davvero. Pomposo e inutile), MARY J BLIGE (hip hop soul di classe, voce super, molto piacevole), EDDIE VEDDER (tronfio, pomposo, noioso. Il peggio),

LETTO

MICHAEL PERGOLANI - Nudo
Lo ricorderanno bene quelli con più primavere alle spalle.
Un personaggio strano, bizzarro, con la bombetta, i folti baffi e i capelli lunghi.
Perfino anomalo in quella follìa che era “L'altra domenica” di Renzo Arbore, programma innovativo e rivoluzionario che cambiò le carte in tavola nella televisione (ai tempi la Rai aveva il totale monopolio e ancora non esisteva Rai3) italiana.
La trasmissione andò in onda dal 1976 al 1979, all'interno della quale Michael Pergolani si occupava di curare da Londra servizi sulle tendenze musicali e di costume.
Fu lui a fare conoscere per la prima volta al pubblico nostrano la nuova tendenza punk, mostrando filmati di Sex Pistols e Clash e dando, di fatto, il via alla (pur lenta e zoppicante) penetrazione del fenomeno in Italia.
Ma Pergolani è stato uno dei giornalisti e agitatori culturali più all'avanguardia e stimolanti nella storia della comunicazione nostrana.
Non a caso.
Il suo nuovo libro, edito da Libreria L'altracittà, “Nudo” ci svela centinaia di aneddoti e particolari della sua vicenda professionale e privata.
Semplicemente incredibile.
Lo fa con un stile particolarissimo “senza l'utilizzo di lettere maiuscole, in quanto rappresentazione grafica di un personale flusso narrativo che elude ogni confine, alternando versi, prosa e musica”.
Una storia entusiasmante ma anche tragica e dolorosa, raccontata con un incedere rap, veloce, incalzante, travolgente, senza alcun finto pudore.
E se la magica triade “sesso, droga e rock 'n' roll” ricorre costantemente, c'è tanto altro nel suo racconto (romanzato ma non troppo).
Un'infanzia nella Germania post nazista in bilico tra disagio, tragedia, malinconia, che fa da trampolino a un folle salto nella Londra degli anni Sessanta.
“Quella” Swinging London dove tutto accadeva e ti potevi imbattere e fare amicizia con George Harrison, arrivare al cospetto di Francis Bacon, assistere, in prima fila, al radicale cambiamento che influenzerà generazioni e generazioni successive, che avveniva in tempo reale, giorno dopo giorno. E lui era lì, tra abitazioni precarie, droghe a profusione, lavori incerti, concerti incredibili a cui assistere.
“La mia Londra diviene tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio dei Settanta, con una fortunata invenzione giornalistica, la Swinging London, la città simbolo del cambiamento sociale, culturale e sessuale in atto tra i giovani delle cosiddette società più evolute del pianeta, anche se non ne siamo del tutto consapevoli, specie all'inizio, siamo in mezzo a una trasformazione epocale di cui non riusciamo bene a capire dimensione e confini, è un rinnovamento che coinvolge ed unisce i pischelli e le pischelle di tutto il pianeta, un cambiamento così profondo del modo di vivere che nulla sarà più come prima, a cominciare dal rapporto con i genitori e l'altro sesso...no al capitalismo e alle multinazionali, no ai muri tra i popoli, al napalm e alle bombe atomiche, noi diciamo no, no, no...viva il sesso libero, viva il sesso senza i mille tabù che lo opprimono, viene scoperto e immesso sul mercato il grimaldello che toglierà la paura di fare sesso e renderà la donna simile all'uomo:
la pillola anticoncezionale.
Il femminismo e la parità di genere partono da là.
Tutto questo grande putiferio, tutto questo grande film, oltre ad essere proiettato in ogni angolo del mondo, ha come immensa colonna sonora la musica pop e il rtimo frenetico del rock, questa è la musica che incarna la voglia di libertà dei ragazzi di allora e ne diventa la lingua universale, da quel periodo così straordinariamente fecondo, ad oggi ineguagliato, fioriscono tutta la musica successiva e un nuovo approccio di vita”.
Michael Pergolani viaggia costantemente sul filo del rasoio, arriva al cospetto dei grandi del rock, dell'arte, del teatro, del cinema, ne condivide spesso rapporti più o meno stretti, si arrangia con articoli per vari giornali e riviste, sale e scende le scale del successo professionale, talvolta adorato, altre boiocottato (esilarante il rapporto aspramente conflittuale con Sandro Paternostro, che fece di tutto per mettergli i bastoni tra le ruote) arriva, alla fine, a trovare una più o meno traballante stabilità all'interno della Rai, grazie ad Arbore, collaborando a numerosi altri programmi e inventandosi l'appuntamento radiofonico “Demo”, che per dodici anni farà conoscere i nuovi talenti musicali nostrani, sorta di prodromo del poi ben più celebre X Factor.
E' anche attore sia al cinema che a teatro, sceneggiatore del film “No grazie il caffè mi rende nervoso” con Troisi e valente fotografo con anche una sua agenzia con sede in Inghilterra, la Campus.
Al suo fianco, a condividerne follie ed eccessi, l'inseparabile Cleo.
“Ci sentivamo così forti, così scaltri, così potenti, così unici, Cleo. Vivevamo in una costante esaltazione che riempiva l'aria, la mente, il cuore, ma anche le nostre braccia, le mani, le cosce...era così potente questa frenesia che avevamo paura che gli altri se ne accorgessero”.
Ma in mezzo a tanto amore e frenesia, nel libro c'è anche tanta morte, tanto dolore, tante tragedie. Uno strazio talvolta insostenibile, tanto va a scavare in uno struggente privato.
Ma Pergolani è tutto questo, in una volta sola. Quello che riesce a intervistare uno degli spauracchi per ecellenza dei giornalisti, Frank Zappa o che, ad Amsterdam, dopo una fetta di torta all'hashish si trascina, in stato di semi incoscienza, in un locale, si siede in un angolo e solo grazie alla musica che sta suonando il gruppo sul palco, riesce a “ricollegarsi” con il mondo circostante in completa armonia. Quando esce dal club si volta per vedere sulla locandina chi avesse suonato.
Tali, pressochè esordienti, Pink Floyd.
Ma frequenta anche spesso, divertendosi con lui in modo legalmente “illecito”, Marc Bolan, poco prima della sua tragica scomparsa ma che deve anche fare i conti con la “signora invidia”:
“Un camerino quello della signora invidia che, a pensarci bene, nel tempo è sempre stato piuttosto affollato ma senza che me ne rendessi conto e questo per il semplice fatto che non avevo mai pensato di potere essere oggetto di invidia e di conseguenza di astio, dispetto, calunnia.
Non avevo niente che qualcuno potesse invidiare, non ero ricco, non avevo la giacchetta di Armani di Sting e non navigavo nel lusso, avevo invece un lavoro che, seppur gradevole, era saltuario e mi costringeva a pensare di continuo a come sfangarla nei mes successivi”.
Pergolani non è più giovanissimo ma conserva una lucidità di giudizio e di percezione di una realtà cambiatissima in poco tempo, che si palesa alla perfezione in un impietoso ritratto di ciò che sta accadendo proprio ora:
”...si finisce sempre a discutere di questo cazzo di paese che i suoi figli ha ridotto a fantasmi, sono almeno un paio le ghost generation che girano per strada vestite di nulla, trasparenti come il cellophane per il formaggio.
Penso che il Tribunale dell'Aia dovrebbe giudicare e condannare i responsabili di questa fantasmizzazione generazionale, un regolare processo, per carità, ma poi, se trovati i colpevoli, alla catena alla Cayenna...
loro, i ragazzi-quasi-adulti a lamentare che non hanno niente, nessuna prospettiva e a considerare me, l'anziano-quasi-vecchio assai fortunato a essere nato nel dopoguerra, certo, la vita era quella che era, era povera, spesso miserabile, non c'era il servizio sanitario, gli stipendi erano bassi, si girava senza i telefonini, a casa niente computer, non si viaggiava e non si andava in vacanza a Ibiza, niente aerei di Ryanair, niente aria condizionata e niente mojito per l'aperitivo ma era una vita ricca, piena di speranza, di voglia di fare, di futuro, una vita da ottimisti e non da depressi cronici di oggi...i giovani fantasmi di oggi che i sentono sfigati tra gli sfigati, nati e cresciuti in un'epoca sfigata, dominata e condotta da politici, finanzieri, industriali sfigati o fetenti...io non sono triste ma deluso!
Perché avevo creduto di stare lì per partecipare alla creazione di un mondo migliore, lì per sconfiggere le superstizioni e l'ignoranza e invece mi rendo conto di avere toppato su tutta la linea”.
“Nudo” è un libro che fotografa un mondo sempre meno culturalmente e socialmente vivibile, alla luce di quello che è stato (e avrebbe potuto essere) fino all'altro ieri.
Pergolani è un testimone privilegiato di un doppio cambiamento epocale, quello della speranza e della rivoluzione di 50 anni fa, quello della reazione e oscurantismo che ci ritroviamo oggi.
Un libro e una testimonianza importanti.

ROBERTO CALABRO'- MC5. Future/Now
Tanto seminali quanto sfortunati e devastati da mille ostacoli, gli MC5 sono stati tra i gruppi più originali e particolari tra i 60 e i 70.
Tre album e un complesso post di nuove band, reunion, tragiche scomparse, droghe, arresti e tanto altro.
Roberto Calabrò ne ricostruisce con minuziosa (e benvenuta) pignoleria ogni passo, in un atto d'amore per una band semplicemente grandissima che seppe accostare rock 'n' roll, sperimentazione, politica, in un momento sconvolgente per la storia sociale e culturale degli Usa.
Anche il seguito è ricchissimo di spunti e interesse: Sonic’s Rendezvous Band, New Order, Destroy All Monsters, New Race, DTK/MC5, Patti Smith e tanto altro.
Qui c'è tutto.

PABLITO EL DRITO - Lo spettro della droga
"Tutte le cose sono veleno, niente è senza veleno e solo la dose fa si che una cosa non sia veleno"
Paracelso
Ogni cultura o civiltà ha le sue droghe socialmente accettate: la nostra le definisce farmaci oppure le considera piaceri/vizi tutto sommato accettabili (alcol, caffé, tabacco) soprattutto perché sono compatibili con i ritmi della produzione e con la possibilità dello stato di tassarli.
Pablito El Drito scrive un libro IMPORTANTE, ESSENZIALE, in cui ci apre le porte della percezione di ciò che è l'uso e la storia delle SOSTANZE.
In modo circostanziato, con cifre, riferimenti, date, dati.
Senza giudizi personali, illazioni, direzioni ideologiche.
Qui c'è la storia con tutti i suoi perché, le connessioni politiche e sociali, le contestualizzazioni temporali, le statistiche.
Soprattutto le lucide considerazioni.
La "droga" non è un fatto che riguarda solo chi le usa o i trafficanti.
Il destino dei paesi avanzati è legato indissolubilmente a quello dei paesi produttori.
In alcuni di questi le sostanze ufficialmente vietate sono ormai un mezzo di sussistenza fondamentale...la massa di danaro immessa nel circuito dai narcos ha contribuito in maniera decisiva all'uscita dalla spirale della crisi finanziaria (in Colombia nello specifico ma in tanti altri paesi).
Il traffico di droga potrebbe essere l'unica industria in espansione con poca o zero disoccupazione.
I proventi vengono reinvestiti solo parzialmente in attività illecite.
Il resto viene immesso nell'economia legale con il riciclaggio.
Il libro mette in luce l'uso e abuso delle varie sostanze nel corso delle epoche più recenti, vedi gli stimolanti ampiamente usufruiti dalle truppe nelle due guerre mondiali ma non solo, e dalle popolazioni, dove anfetamine e tranquillanti, legalmente disponibili, erano di consumo comune), le guerre (quelle dell'oppio tra inglesi e cinesi, ad esempio), lo sfruttamento delle guerre stesse per traffici illeciti (Afghanistan, Kosovo etc), sia da parte delle parti belligeranti sul campo che dalle "forze di pace".
Il proibizionismo che consegna alle mafie il controllo dello spaccio (spesso in collusione con le autorità), la diffusione pianificata (suffragata da prove inconfuntabili) per fiaccare i movimenti antagonisti e controculturali, di droghe che provocano dipendenza, l'assenza di politiche statali che le gestissero in maniera adeguata, delegandole a strutture private (vedi, in Italia, San Patrignano).
La 'ndrangheta che passa da mafia locale, rozza e arcaica, a leader dello spaccio con un "fatturato" di 44 miliardi l'anno, radicata ovunque.
Si parla anche delle droghe nello sport, del dark web, nuova svolta nello spaccio, del realismo cocainico e del manicomoio chimico in cui ormai (spesso inconsapevolmente) viviamo ("il vero manicomio oggi sono gli psicofarmaci"), fino alla dipendenza da internet e social ("FOMO, Fear Of Missing Out, paura di restare fuori, di perdere qualcosa se resto lontano dallo schermo dieci minuti").
"Senza uno smartphone collegato 24 ore su 24 alla rete molte persone non sanno più vivere, esattamente come un tossico senza la droga da cui dipende".
Da un chilo di coca pura, a 30.000 euro, si possono ricavare almeno quattro chili di sostanza, venduta al grammo 70/80 euro, moltiplicando l'investimento del grossista di dieci volte. Non c'é altra merce al mondo che garantisca margini di profitto così alti come la cocaina.
E il consumo di sostanze non conosce crisi.
Essendo strumenti tecnologici le sostanze non conoscono qualità morali intrinseche.
Possono essere usate in maniera positiva, per migliorare la qualità della vita e aumentare il nostro potenziale o in maniera negativa, rendendoci schiavi e riducendo il nostro potenziale. Il valore etico e pratico dell'utilizzo di qualsiasi sostanza dipende dal metodo di assunzione ma soprattutto dalla frequenza con cui si assumono.
Bisogna capire se il rapporto tra noi e le sostanze porta benefici o se invece diventa solo un ennesimo fattore di alienazione e autodistruzione
.

PIER ADDUCE - Epifania in via Campania
Pier Adduce è musicista (mente dei Guignol), agitatore culturale, attivo in svariati ambiti artistici, ora anche nella scrittura.
"Epifania in via Campania" è un romanzo di formazione (con ampie componenti autobiografiche), dall'infanzia/adolescenza nella periferia milanese degli anni 70 che si trasforma lentamente ma radicalmente in un'altra entità, passando attraverso gli "anni di piombo", quelli dell'eroina e dello spaccio, fino all'età adulta che ridefinisce brutalmente le vite di ognuno. Troviamo innocenza, dramma, ironia e poesia, con un'entità "aliena", la cosiddetta Cosa a dettare i tempi.
Ben scritto, sorta di perfetta sceneggiatura per un film neo realista, veloce e frizzante.
Da leggere.

VISTO

Caterina Caselli. Una vita, cento vite di Renato De Maria
Donna colta, preparata, intelligente, caparbia e determinata.
Avanti sui tempi fin dagli anni Sessanta in cui coglie una serie di indimenticabili successi come cantante, per poi lasciare la carriera, sposare Sugar e costruire un impero discografico, pur costellato da grandi difficoltà e imprevisti, sperimentando (dagli Area a Giuni Russo) e scoprendo talenti milionari (Bocelli su tutti ma accalappiando anche uno come Paolo Conte).
In questo gustosissimo film, CATERINA CASELLI rivive, passo per passo, in prima persona, in modo spontaneo e semplice, una carriera strepitosa, di artista e manager.
Pochi fronzoli, tanto raro materiale di repertorio, taglio semplice e diretto.
Una testimonianza preziosa.

Paolo Conte. Via con me di Giorgio Verdelli
Non ho mai avuto una particolare vicinanza con il PAOLO CONTE cantautore.
Sempre refrattario alla sua piacioneria/ammiccante/da da da tutuu durudù/la milonga/il gezz, il kazoo.
Ma totalmente prono alle incredibili capacità compositive che mi hanno regalato le mie canzoni italiane preferite di sempre come "Azzurro" (la canzone nostrana più bella in assoluto) o "Onda su onda", "Via con me", "Messico e nuvole", "Bartali".
Il film di Verdelli è un'elegia, dovuta e inevitabile, a un genio della musica nostrana, raro esempio di personalità, in grado di mischiare quel jazz "antico" con la musica d'autore, ironia, cultura e mille altre cose.
Un monumento della tradizione artistica italiana.
Piaccia o no.
Scorrono le testimonianze di grandi e meno grandi che ne tessono le lodi, lo stesso Conte parla, commenta e affascina con la sua regalità.
Film da vedere per chi coltiva interesse per la nostra musica e cultura.

COSE VARIE
° Ogni giorno mie recensioni italiane su www.radiocoop.it (per cui curo ogni settimana un TG video musicale - vedi pagina FB https://www.facebook.com/RadiocoopTV/).
° Ogni domenica "La musica ribelle", una pagina sul quotidiano "Libertà"
° Ogni mese varie su CLASSIC ROCK.
° Ogni sabato un video con aggiornamenti musicali sul portale https://www.facebook.com/goodmorninggenova
° Nel sito www.goodmorninggenova.org curo settimanalmente una rubrica di calcio "minore".
° Periodicamente su "Il Manifesto" e "Vinile".

IN CANTIERE
E' uscito in tutte le librerie il libro "Soul. La musica dell'anima" per Diarkos.
Qui i dettagli: https://tonyface.blogspot.com/2022/01/antonio-bacciocchi-soul-la-musica.html
Tra un po' di nuovo in pista i Not Moving LTD.
Il 26 marzo esce per Area Pirata l'album "Love Beat" con otto inediti e una cover



Pre Order qui:
https://areapiratarec.bandcamp.com/album/love-beat

GIOVEDÌ 3 MARZO 2022 ALLE ORE 20:00
GALLERY 16 via Nazario Sauro 16 - Bologna
Antonio Tony Face Bacciocchi e Luca Frazzi presentano "SMALL FACES" e "GRAHAM DAY" due titoli usciti per COMETA ROSSA Edizione e distribuiti da HELLNATION Libri.
"Edicola Rock, 50 + 50 riviste musicali italiane” curata da Luca Frazzi con post fazione di Claudio Sorge.
A seguire DjSet by Felice Mata (If the Kids are United/Radio città Fujiko - Bologna City Rockers).

https://www.facebook.com/events/363899852263576

Venerdì 4 marzo a Genova
Teatro della Tosse
Piazza Renato Negri, 6
DALLE ORE 18:30 ALLE 21:30
//Soul, la musica dell'anima\\ presentazione libro con l'autore Antonio Bacciocchi
Presenta Diego Curcio

https://www.facebook.com/events/672114397308498

3 commenti:

  1. Senza togliere nulla agli altri ma REDSKINS Boxset è stato davvero un regalo.
    Curiosità:non sapevo dell'esistenza di Giallo Uomo mentre conosco bene il suo "omonimo" giamaicano Yellowman (albino,vita dura)

    "Zungguzungguguzungguzeng"

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  2. Ci sono gruppi che han sempre fatto copertine brutte (Jam,Weller spesso). Altri belle e bellissime. L'ultimo NOT MOVING mi piace un casino. Compliments.

    RispondiElimina

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