lunedì, febbraio 07, 2022

Lo Zecchino d'Oro d'autore


Riprendo l'articolo ubblicato ieri dal quotidiano "Libertà" dedicato agli autori famosi che hanno partecipato alla Zecchino d'Oro.

Del Festival di Sanremo hanno parlato tutti e in abbondanza. Anche su queste pagine “ribelli” a suo tempo abbiamo fatto considerazioni in merito.
Ma per continuare ad andare controcorrente, con un avvitamento carpiato di rara difficoltà, invece che di Sanremo parliamo del suo corrispettivo in scala minore: lo Zecchino d’Oro.

Che in effetti venne pensato esattamente come un Festival di Sanremo per bambini.
E prese vita fin dal lontano 1959, otto anni dopo la più famosa esibizione canora nostrana. Fin dall’inizio fu caratterizzata dal ruolo di presentatore incarnato da Cino Tortorella che vestiva gli abiti del mago Zurlì. Fu un successo immediato, enorme, che arrivò a numeri pari a quelli di Sanremo, tanto che dal 1963 le canzoni vennero anche incise su disco, riscontrando un altrettanto vasto successo.
Il resto è storia che prosegue fino ai nostri giorni.

Ovviamente, verificata l’ampiezza delle platea di ascoltatori (e acquirenti), a cui si aggiunse anche un successivo trasferimento in Eurovisione (raccogliendo 150 milioni di spettatori), si mossero velocemente numerosi autori, desiderosi di accaparrarsi un mercato così fiorente.
E così nel corso degli anni possiamo trovare tra le firme dei brani, nomi di primissimo livello, impegnati a realizzare canzoni per bambini, cosa solo apparentemente facile, in realtà piuttosto complessa, dovendo riuscire a scrivere con un linguaggio (sia nei testi che nell’accompagnamento musicale) pertinente ma soprattutto in linea con i gusti (e le capacità vocali e interpretative) dei più piccoli.
Qualcosa che si possa cantare facilmente, con parole semplici ma accattivanti e con sonorità al passo con i tempi.
Ancora più complesso ai nostri giorni a causa dell’accessibilità e della velocità di espansione delle influenze artistiche, in tempi di internet, ormai largamente in uso anche nell’infanzia.

Per fare un esempio eclatante, la recente 64° edizione è stata vinta da un brano scritto da Marco Masini davanti a quello il cui autore è Claudio Baglioni.
In gara anche la musica di Flavio Premoli della Premiata Forneria Marconi e del cantautore Franco Fasano.
Quest'ultimo è un vero e proprio specialista della manifestazione, avendo scritto, nel corso degli anni almeno una quarantina di brani. Alcuni con lo pseudonimo Fegit.
Non è infatti raro che nomi conosciuti abbiano preferito nascondere la propria identità, non si sa se per una sorta di “pudore” o per non avere noie polemiche.
Infatti la presenza costante di alcuni autori ha scatenato frequenti diatribe su una presunta (ovviamente sempre smentita) via preferenziale per taluni rispetto ad altri.

Le firme autorevoli e famose non sono mai mancate e se scorriamo la lunga serie di edizioni troviamo nomi insospettabili. Di cui talvolta è curioso apprezzare il marchio di fabbrica.

Nel 2002 “Nonni nonni” fu firmata niente meno che da Lucio Dalla.
Canzone dall'incedere soul e rhythm and blues sull'ossessione di due nonni per la nutrizione del loro nipotino, giocata liricamente con la consueta ironia del grande cantautore bolognese.
Riconoscibile anche il timbro compositivo di Edoardo Bennato che firma, nella stessa edizione, “Lo stelliere” che non avrebbe sfigurato in un suo album.
Ed è ancora nel 2002 che in gara troviamo anche Bruno Lauzi che di canzoni per bambini se ne intendeva.
Grande autore, con alcuni album degni di entrare nella migliore tradizione della canzone italiana, ottenne il vero successo solo con un brano come “La tartaruga”.
Allo Zecchino partecipò due volte ma senza ottenere lo stesso riscontro.

Biagio Antonacci scrive nel 2005 una dolce ballata come “Il mio cuore è un gran pallone” ma è il 1990 un anno particolare da ricordare perchè si confrontano alcune eccellenze della musica italiana.
Nientemeno che Pino Daniele, Fabio Concato, Enrico Ruggeri e Mario Lavezzi.
La spunterà quest'ultimo, vincendo il festival con “E nelle onde baraonde”.
“Tegolino” di Pino Daniele è un reggae funk pieno di ritmo e soluzioni armoniche e melodiche originalissime.
Curiosamente è palesemente reggae anche il brano proposto da Enrico Ruggeri e il suo chitarrista Luigi Schiavone, “La canzone dei colori” pur non brillando per originalità.
Anche i Pooh, pur separatamente, hanno messo lo zampino nello Zecchino.
Dodi Battaglia per ben tre volte, agli inizi dei 2000, Roby Facchinetti nel 2002 mentre Red Canzian è stato un ospite speciale.

In pochi conoscono Luciano Beretta, uno dei più grandi parolieri della musica italiana. Scrisse, tra le altre, le parole di “Un ragazzo della via Gluck” e di “Siamo la coppia più bella del mondo” di Celentano (diventando collaboratore fisso del suo Clan) ma anche “Nessuno mi può giudicare” per Caterina Caselli o “Pugni chiusi” dei Ribelli oltre che per decine di altri interpreti, soprattutto negli anni Sessanta e Settanta.
Ebbene, Beretta ha lasciato la firma su decine di brani dello Zecchino d'Oro.

Altro personaggio poco conosciuto dalla massa è Giorgio Calabrese.
Uno dei più grandi talent scout italiani (scoprì e lanciò Orietta Berti e Ornella Vanoni), scrisse alcune tra le canzoni leggere più note (“E se domani”, “Domani è un altro giorno”), traducendo in italiano classici come “Il disertore” di Boris Vian e “La ragazza di Ipanema”.
Con lo pseudonimo Screwball appare in decine di brani per i bambini dello Zecchino.

Prolifico autore fu anche il vogherese Corrado Castellari che scrisse per De Andrè, Iva Zanicchi, Mina, Ornella Vanoni e fu per una quindicina di volte firma di brani per il festival. La sua scomparsa, nel 2013, fu annunciata proprio dal palco dello Zecchino d'Oro da Franco Fasano.

Anche Fred Bongusto, il cui repertorio affrontava abitualmente altre tematiche, è stato presente, nel 1963, nella quinta edizione con “Dormi dormi orsetto blu”, uno sgangherato jazz blues doo wop che, con il senno di poi, potrebbe stare bene in un album di Tom Waits!
Toto Cotugno partecipò due volte e nel 1987 si confrontò con i Righeira, Riccardo Fogli e Pupo che con “Canzone amica” vinse la trentesima edizione.
Uno dei brani iconici della manifestazione è stato “Il lungo, il corto e il pacioccone”, nel 1970.
Non a caso la musica era composta dal mitico Gorni Kramer.
Guardando indietro troviamo anche il Quartetto Cetra con le firme di Tata Giacobetti e Lucia Mannucci in due diverse edizioni.

Augusto Martelli è stato uno dei più geniali arrangiatori, compositori, direttori d'orchestra italiani, dalle infinite collaborazioni.
Figlio d'arte di Giordano Bruno Martelli.
Entrambi presenti in un numero spropositato della manifestazione con quasi un centinaio di brani.

“Volevo un gatto nero” è diventato un classico della musica italiana, indipendentemente dal profilo di canzone per bambini.
La compose il maestro Mario Pagano, autore anche per Sanremo, vincitore del festival della canzone di Napoli ma soprattutto costantemente presente allo Zecchino d'Oro con decine di pezzi (tra cui altri piccoli classici come “Il pulcino ballerino” o “Il torero camomillo”).
Sfogliando l'infinito elenco dei partecipanti scoviamo anche nomi insospettabili tra chi ha firmato brani, da Paola Pitagora a Lino Banfi (la sua “Bambinissimi papà” finì poi nella colonna sonora del film di Monicelli, “Parenti serprenti”), Mino Reitano e Memo Remigi, Cristiano Malgioglio, Francesco Salvi o Leonardo Pieraccioni, Castellano e Pipolo fino a Paolo Poli che scrisse il testo per “Vorrei volare” che partecipò alla seconda edizione del 1960.
Un brano struggente di rara bellezza.

Anche Renato Zero è rientrato nell'alveo dello Zecchino traducendo un brano tedesco in italiano, nel 2004.
Nel 1986 una bambina del Bangladesh portò un brano il cui testo, tradotto in italiano come “Siamo tutti re”, era tratto da una poesia di Rabindranath Tagore, premio Nobel della Letteratura del 1913.

Come abbiamo potuto vedere la musica riserva in continuazione sorprese e stimoli e anche un evento derubricato abitualmente come secondario, essendo musica per bambini e quindi non di pertineza di noi adulti, può contenere ampie dosi di arte, cultura e qualità. Come sempre bisogna avere voglia e perseveranza di cercare, scavare, ascoltare.
Senza pregiudizi e alterigia.
Qualcosa di buono si può sempre trovare.

"Tegolino" (composta da Pino Daniele)
https://www.youtube.com/watch?v=I9LTGS-3jC4

"Nonni nonni" (composta da Lucio Dalla)
https://www.youtube.com/watch?v=VT622RLwURM

Dormi dormi orsetto blu (composta da Fred Bongusto)
https://www.youtube.com/watch?v=t4zfOJoND6I

Lo stelliere (composta da Edoardo Bennato)
https://www.youtube.com/watch?v=7tbgi7Uvtuc



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