martedì, febbraio 22, 2022

Musica e oltraggio


Riprendo l'articolo scritto domenica per "Libertà".

Ormai musealizzato, omogeneizzato e reso innocuo, il rock conserva solo il lontano ricordo di quando era oltraggioso, scuoteva menti e anime e veniva additato come pericolo per la società. La provocazione, talvolta casuale o fine a sé stessa, era presa spesso molto sul serio, stigmatizzata e pubblicizzata dai media compiacenti e alla ricerca del titolo ad effetto, rivolgendosi a un pubblico ancora molto naif e poco preparato a filtrare il reale spessore dell'avvenimento.

Basti pensare al movimento del bacino di Elvis Presley che alla fine degli anni Cinquanta suscitò non pochi sussulti e rimbrotti da parte dei benpensanti ma non solo.
Tanto che nelle esibizioni televisive veniva rigorosamente inquadrato dalla cintola in su.
Il suo manager, il Colonnello Parker, decise di mettere a frutto la sua crescente popolarità, evitando ogni tipo di connessione con potenziali aspetti negativi della sua immagine. Elvis si ripulì velocemente, divenne il classico bravo ragazzo americano, andò a militare, incominciò a cantare sdolcinate canzoni d'amore, a interpretare sciocchi film, potendo continuare a coltivare in privato gli eccessi che lo portarono successivamente a una morte precoce.

Perfino i composti e sorridenti Beatles degli esordi furono additati a pericolo pubblico, a causa dei capelli lunghi e di un comportamento giudicato troppo poco rispettoso dei canoni tradizionali.
E pensare che fino a pochi anni prima, come da loro stessi ammesso, negli anni in cui suonavano otto ore al giorno nei locali più malfamati di Amburgo, andavano avanti a birra e anfetamine per reggere il ritmo.
Poi ci pensò il rude proletario John Lennon, già nel 1963, a gettare ancora più benzina sul fuoco. Durante un concerto, il 4 novembre, di fronte alla regina Elisabetta, la regina madre e la principessa Elisabetta, introdusse il brano finale, “Twist and shout”. chiedendo un aiuto al pubblico:
“Quelli nei posti più economici possono battere le mani, il resto di voi può far tintinnare i suoi gioielli”.
In realtà pare che l'intenzione di John fosse quella di far precedere la parola “gioielli” con un esaustivo e volgare “fuckin” ma venne, a fatica, dissuaso da Paul e dal manager Brian Epstein a lasciar perdere.
Nel 1966 replicò dichiarando che i Beatles erano, in quel momento, più famosi di Gesù Cristo, all'interno di un discorso più complesso sulla decadenza del potere della religione.
Si scatenò un putiferio, in America i gruppi fondamentalisti bruciarono i loro dischi, molte radio non li suonarono più, i paesi fascisti (SudAfrica e Spagna per primi) li esclusero totalmente dalle trasmissioni e non bastarono le parole ironiche di Brian Epstein, “Per bruciare i loro dischi devono prima comprarli”, per placare gli animi. Intervenne anche il Vaticano e la tensione continuò a salire fino a quando alla vigilia del tour americano del 1966 John, riluttante e contrariato, fece una dichiarazione di scuse.
Successivamente la band fu al centro di numerose altre polemiche, proprio a causa di una popolarità talmente vasta che qualsiasi parola veniva immediatamente riverberata in ogni modo possibile.

Per parlare dei Rolling Stones e delle loro scandalose abitudini non basterebbe un libro (e ne sono stati scritti in abbondanza al proposito). Dalle avventure sessuali di Jagger, in particolare, alle dipendenze di Keith Richards, che non ha mai lesinato particolari scabrosi tanto quanto sinceri, sulle varie modalità di assunzione, disintossicazioni, ricadute, fino alle infinite notti trascorse con ogni tipo di eccesso, non c'è spazio per l'immaginazione.
Qualsiasi cosa possiamo supporre, loro l'hanno fatta.

Restando agli albori del rock 'n' roll il grande pianista Jerry Lee Lewis, lanciato sull'onda di un successo planetario, si ritrovò la carriera distrutta dopo aver candidamente ammesso, nel 1958, di essersi appena sposato con la sua prima cugina, Myra Gale Brown.
Il problema era l'età della moglie, appena tredicenne.
Una volta dichiaratolo alla stampa, i suoi dischi vennero messi al bando e fu escluso per una ventina di anni dal giro concertistico e discografico, cosa che ne minò seriamente e quasi definitivamente la vita artistica. Anche perché era contemporaneamente sposato con un'altra donna.
Dopo dieci anni il legame con Myra finì tristemente a causa dell'alcolismo e l'infedeltà di Lewis, Scoperta da un investigatore privato che poco dopo diventò il nuovo marito di Myra.

E' risaputo che la vita da rockstar, almeno un tempo, attira facilmente frotte di donne e/o uomini nel proprio letto, dopo i concerti, ma non solo.
Il bassista dei Kiss, Gene Simmons, per non sbagliarsi e non dimenticarne qualcuna, ha collezionato le foto, scattate da lui, delle 4.000 donne che lo hanno reso meno solo dopo le sue esibizioni.

Jim Morrison fu il faro mediatico che portò i suoi Doors al successo.
Band straordinaria da un punto di vista artistico e compositivo, ebbe però la consacrazione eterna grazie alla capacità scenica del suo cantante.
Che però si immedesimò progressivamente troppo nel suo ruolo di guida spirituale sciamanica, sex symbol, provocatore e, soprattutto a causa del crescente abuso di alcol e droghe, finì per trasformare le sue esibizioni in happening talvolta semplicemente imbarazzanti.
Causando anche parecchie fratture all'interno del gruppo che auspicava una carriera soprattutto musicale invece che una costante attenzione sulle bizzarrie di Jim, a causa delle quali venne anche arrestato sul palco a Miami.

Più figurata la provocazione di Jimi Hendrix al Festival di Woodstock dove eseguì l'inno americano con la chitarra distorta, inserendo nella melodia suoni che richiamavano i bombardamenti che proprio in quel momento distruggevano il Vietnam.

Gli Who trovarono notorietà grazie a brani strepitosi ma anche distruggendo sistematicamente gli strumenti alla fine di ogni concerto. Senza contare l'usanza del batterista Keith Moon, di distruggere le camere d'albergo, tra le altre cose.

Iggy Pop è stato un maestro dell'oltraggio, fin dalla fine degli anni Sessanta, in cui si spogliava sul palco, si tagliava, si faceva male, sanguinava, introducendo un'usanza che diventerà diffusa nel punk, dalla metà degli anni Settanta in poi, con modalità spesso estreme, aggressive, violente.
Per chi non lo consosce è indescrivibile quello che faceva GG Allin (a cui queste pagine hanno dedicato spazio in passato). Lascio alla vostra curiosità andarne a reperire la storia.

In Italia il punk arrivò defilato e malamente compreso ma creò qualche episodio che vale la pena di ricordare, soprattuto il celebre episodio che vide protagonista il cantante dei Krisma, Maurizio Arcieri, che ti tagliò malamente un dito durante un concerto, spruzzando sangue ovunque, facendo la gioia dei giornali scandalistici e non.
Meglio di tutti fecero gli Skiantos di Bologna che, alla fine degli anni Settanta, si presentavano sul palco lanciando ortaggi e non solo all'attonito pubblico serioso dei tempi, provocando reazioni violente e inconsulte.
Al concerto per Demetrio Stratos a Milano non suonarono una nota ma recitarono poesie futuriste, in un altro caso salirono sul palco e si cucinarono una pentola di spaghetti, prima di andarsene di fronte a una platea esterefatta.

Le provocazioni sono state talvolta involontarie ma hanno fruttato l'inizio del successo e della popolarità. Alla fine degli anni Sessanta lo sconosciuto rocker Alice Cooper suonò in un festival in America. Improvvisamente saltò su un palco una gallina che Alice pensò bene di lanciare verso il pubblico, pensando che sarebbe volata via.
Peccato che, invece, come è naturale, dopo pochi secondi atterrò in platea. Che se la contese in modo selvaggio, facendola a pezzi, rilanciati sul palco tra l'orrore dei musicisti.
Il giorno dopo la notizia si diffuse sui media e Alice preparò un comunicato di scuse. Ma fu dissuaso da Frank Zappa, che di provocazioni se ne intendeva, che lo consigliò di non dire nulla.
In breve tempo i suoi concerti si riempirono di persone che si attendevano altre bizzarrie o volatili fatti a pezzi. La band divenne famosa e Cooper sfruttò la sua immagine proponendo show con pitoni e altri animali sul palco.

Come scritto all'inizio, buona parte di questi “oltraggi” ai nostri giorni fanno sorridere e il gusto per la provocazione non è più sinonimo di atteggiamento antagonista ma solo un mezzuccio per un quarto d'ora di celebrità (come predisse Andy Warhol), vedi le recenti pagliacciate Sanremesi.
Probabilmente anche perché le problematiche attuali inducono ad altre preoccupazioni rispetto a qualche nudità o dichiarazione sopra le righe.

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