giovedì, aprile 29, 2021

Get Back. Dischi da (ri)scoprire


Ogni mese la rubrica GET BACK ripropone alcuni dischi persi nel tempo e meritevoli di una riscoperta.
Le altre riscoperte sono qui
:
http://tonyface.blogspot.it/search/label/Get%20Back

SPECIALE BRUNO LAUZI

Bruno Lauzi è sempre stata una figura particolare nell’ambito dei cantautori italiani.
Appartenente alla scuola genovese, uno dei primi cantautori (esordì nel 1965), spesso ostracizzato per le sue esplicite convinzioni politiche (appoggiava il Partito Liberale Italiano, di centro destra, per cui si candidò anche in qualche elezione), ha sempre vagato artisticamente tra canzoni d’autore, uno spirito cabarettistico, omaggi a sonorità sudamericane, fino alla deriva di “Johnny Bassotto” e “La tartaruga” e discutibili apparizioni televisive, per poi tornare, in sordina, a sonorità più personali a base di album a sfondo jazz.


KABARET 2 (1967)
Dopo un esordio incerto e ancora poco definito nel 1965 e una raccolta di singoli, finalmente il primo disco di spessore, caratterizzato da ironia, cabaret, ballate, jazz, blues, la splendida rumba jazz orchestrata di "New York" , un piccolo classico come "El me gatt" (di Ivan Della Mea) e tante belle cose. Un gioiellino.


BRUNO LAUZI (1970)
Un eccellente lavoro a cui partecipano fior di musicisti, da Lucio Battisti a Franz Di Cioccio alla batteria, Flavio Premoli alle tastiere, Mario Lavezzi alla chitarra, Damiano Dattoli dei Flora, Fauna e Cemento (poi autore di “Io vagabondo” dei Nomadi) poi a lungo collaboratore di Lucio Battisti.
La ballata country rock dalle movenze soul “Mary oh mary” scritta da Lucio Battisti (che suona anche, non accreditato, la chitarra acustica) apre magistralmente l’album.
A cui segue il gospel country di “Lucy l’ortopedica”, il jazz blues di “Quella casa in Lombardia”, il famoso caustico ritratto ne “Le bigotte” in chiave cabaret blues (traduzione di un brano di Jacques Brel), l’intensa ballata pianistica “Ti ruberò” con l’elegante orchestrazione di Claudio Fabi (padre di Niccolò Fabi e che produsse la versione italiana, Ragazzo solo, ragazza sola di Space oddity di David Bowie).
Chiude la celeberrima “E penso a te” (preceduta dalla malinconica “Il bene di luglio” composta da Vecchioni) di Battisti e Mogol, poi ripreso da numerosi artisti tra cui lo stesso Battisti, Mina, Vanoni, Ruggeri, con il sontuoso arrangiamento di Giampiero Reverberi.


AMORE CARO, AMORE BELLO...(1971)
Coraggioso album doppio (uno live, l'altro in studio) sulla scia del successo dell'omonimo brano del titolo.
Al suo fianco l'eccellenza degli strumenti italiani, da Di Cioccio a Ellade Bandini, Gianni Dall'Aglio, Franco Mussida, Edoardo Bennato all'armonica in un brano, Mario Lavezzi, La Bionda, Dario Baldan Bembo.
Molto bello e di grande pregio compositivo il disco in studio, ricco di pieghe rock, lievi divagazioni prog, un gusto gospel in sottofondo ed eccellenti canzoni.
Il live registrato al Teatro Filodrammatico di Milano, ci presenta il Lauzi cabarettista, intrattenitore, con canzoni già note interpretate con voce e chitarra e aNdrea Sacchi all'elettrica.
Il tutto con divertenti introduzioni.


LA MUSICA DEL MONDO (1988)
Un parterre di collaboratori di pura eccellenza, da Ivano Fossati (che firma "Naviganti") a Ron, Stefano Cerri, Sante Palumbo, Paolo Tomelleri. Claudio Pasocli tra i tanti. E un buon album in cui dalla canzone d'autore si passa al jazz e swing a pulsioni fusion alla buona cover acustico mediterranea di "Una giornata al mare" (di Paolo Conte composta per l'Equipe 84)

3 commenti:

  1. Amore caro amore bello il suo pezzo migliore

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  2. Molto bello davvero, ma non dimentichiamoci di Almeno tu nell'Universo scritta in coppia con Maurizio Fabrizio

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  3. 1 maggio conceto Noel Gallagher

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