venerdì, aprile 09, 2021

Il calcio prossimo venturo



ALBERTO GALLETTI ci chiarisce un bel po' di cose su come funziona il calcio dei grandi club e finanziatori e disegna le prospettive future.
DA LEGGERE.


VADANO PURE
annotazioni sparse…

22 Ottobre
Secondo un autorevole organo di informazione inglese, Manchester United e Liverpool sarebbero stati contattati da soggetti (non specificati) interessati alla formazione di una Superlega Europea (di calcio).
Sul piatto investimenti per cinque miliardi di euro. 
Sorprendentemente la notizia è apparsa all’indomani della proposta avanzata, dal medesimo duo, di Project Big Picture, cioè il loro progetto di riforma dei campionati professionistici inglesi.
Sicuramente concepita tra Boston e la Florida, rispettivi quartier generali del duo di cui sopra, la proposta prevede una  rivoluzione nella struttura del calcio professionistico inglese, della Premier League in particolare, con trasferimento dei poteri nelle mani delle autoproclamatesi  big-six più alcuni altri club da loro graditi, e un'aiuto in forma di percentuale sui ricavi annuali della PL da ridistribuire agli esclusi, delle rimanenti tre serie vale a dire la English Football League.

Il tentativo di americanizzare il calcio inglese (e poi anche il resto di quello europeo) al livello più alto è dunque realtà.

Non che si andasse verso qualcosa di diverso, ma ci sono voluti una decina d’anni, da quando cioè i due club di cui sopra furono acquisiti da investitori statunitensi che adesso sono usciti allo scoperto.

  Riepilogo veloce:
il Liverpool è proprietà di Fenway Sports Group, sede a Boston, personaggio chiave John W. Henry, proprietaria tra le altre cose dei Boston Red Sox, del loro stadio e affini.
Il Manchester United è invece proprietà della (contestatissima) famiglia Glazer tramite la First Allied Corporation che ha controllato fino a non molto tempo fa i Tampa Bay Bucaneers.

Sul piano formale la proposta prevede una prima riduzione riduzione della Premier League da 20 a 18 squadre, l’abolizione della Coppa di Lega e del Charity Shield, la retrocessione diretta di due squadre dalla PL con la sedicesima inserita negli spareggi con terza, quarta e quinta classificate del Championship.
  Formula quest’ ultima  già adottata in Germania da alcune stagioni. Tra le righe si intuisce la volontà di far spazio alla super lega europea, anch’essa uscita allo scoperto, stranamente quasi in contemporanea. 

Ieri, dimettendosi, l’ex-presidente del Barcellona Bartomeu ha dichiarato di aver già dato la sua adesione al futuro super-campionato per il bene delle finanze del club catalano che grazie alla sua presidenza versano in condizioni drammatiche. Si parla di oltre 1,1 miliardi di euro di debiti, 730 dei quali da estinguere entro giugno, più o meno la cifra promessa dagli investitori americani al tapino Bartomeu per salvare il didietro (e probabilmente anche il davanti). 

A livello organizzativo ed economico lo spregevole duo propone di dare, delle diciotto componenti la nuova PL, diritto di voto a sole nove squadre, cioè la metà, nominandole pure.
Oltre a loro, anche Manchester City, Arsenal, Chelsea, Tottenham, più West Ham , Everton e Southampton. Non ho ben capito su quale base hanno deciso di includere questi ultimi, o meglio si: è il club principale del ricco sud dell’Inghilterra che interessa ad una clientela, non più tifoseria ormai, con le tasche piene e disposta a spendere più che ad appassionarsi; in prospettiva, se la riforma andasse avanti porterebbe il Brighton, forse l’unica realtà di un certo livello della South Coast ad un livello più basso eliminando la concorrenza e proponendo il Southampton come unico punto di riferimento per il calcio di alto livello in tutta quella vasta area. Cose già viste nel rugby a coordinate geografiche invertite. 
 Forse è più strano che ci sia l’Everton.

La maggioranza richiesta per approvare cambiamenti regolamentari e negoziare diritti tv o streaming sarà di sei voti contro i 14 attuali; i votanti ora sono 20, cioè tutti.
Facile intuire cosa conta adesso davvero nel calcio e come le big-six saranno sempre compatte sul voto.
La sfacciataggine della proposta, un colpo di mano vero e proprio per la concentrazione del potere decisionale ed economico nelle mani dei pochi super-potenti ,e calcio nel culo definitivo alla Federazione e a qualsiasi tipo di ancoraggio alla struttura sportiva è inaudita.
In aggiunta si riservano pure l’approvazione di eventuali cessioni di club partecipanti alla PL.
Ergo, se non ci piacciono gli acquirenti non li vogliamo e blocchiamo la vendita.
E’ infatti già saltato fuori che il fallito tentativo da parte del fondo d’investimento reale saudita del Newcastle United sia fallito dietro la spinta di queste big-six.
Non vogliono nessuno a turbare la loro autodeterminazione ad arricchirsi sempre più, se non invitato da loro.

Filantropicamente il progetto si propone poi di destinare alle altre tre divisioni il 25% dei loro ricavi annuali invece dell’ attuale 4%, elargizione che verrebbe coperta dall’abolizione del lauto  paracadute per le retrocesse.
Per l’immediato sono pronti  alla creazione di un fondo di soccorso per le altre tre divisioni di 350 milioni di sterline.
La EFL vivrebbe così di sussistenza dalla PL e senza nessuna voce in capitolo.
Il presidente della EFL, che vive con l’acqua alla gola, si è già detto favorevole.
I club della PL non nominati hanno rigettato furiosamente la proposta.
E meno male!

Ma i tipi come Henry non sono gente che si arrende facilmente, hanno una chiara visione delle loro proprietà, delle loro potenzialità economiche e hanno dimostrato in patria di riuscire a sfruttarle.
Lo scontro culturale sulla visone dello sport, sebbene professionistico al massimo livello è inevitabile, come credo inevitabile sarà il declino verso il modello americano dietro la spinta di costoro. Perché, parliamoci chiaro, la prima cosa che salta in mente pensando ad una eventualità del genere è che presto, molto presto, la PL non sarà più un campionato normale ma un circolo esclusivo, solo per i soci (pochi) che se lo possono permettere.
Addio promozioni, retrocessioni, e alla spinta fondamentale dietro a qualsiasi cimento sportivo che chiunque possa farcela.
Mi rendo conto benissimo che è già così, ma il fatto che adesso ce lo sbattano in faccia non mi piace, e fa male.
Ne parlavo con Charlie mesi fa dopo essermi reso conto che le partite di PL, escluse quelle di quattro/cinque squadre, neanche tra le prime 5/6, erano pallosissime (cosa un po cambiata dopo la ripresa a porte chiuse) e di livello piuttosto scadente.
Ricordo che gli scrissi dicendo che secondo me prima o poi la PL verrà segata a 10 squadre perché la gente come Henry, ma anche i Glazer, sicuramente non vogliono permettere spettacoli scadenti quando la fonte dei loro fantasmagorici guadagni è il supposto livello di quello che propinano ad un audience televisiva planetaria.
Adesso ci siamo, ovviamente il traino è la motivazione economica, del come si gioca non credo gli importi. Gli arabi , dal canto loro, vanno dove vanno i soldi.

Non è dunque lontano il giorno in cui la PL sarà un torneo a 10/12 squadre, chiuso, senza retrocessioni.
Come la NFL o la NBA. Si profila quello che già successe in Scozia a fine anni ’70 quando la creazione di quattro divisioni invece di due, in modo da poter selezionare meglio le squadre di vertice,  portò ad aprire un gap incolmabile tra le due squadre che già erano più potenti e tutti gli altri, compreso chi fino ad allora ogni tanto riusciva ad avvicinarle.
Lo stato della competitività nel massimo campionato scozzese è una cosa ridicola da almeno trentacinque anni.

  25 gennaio
In aggiunta avranno la Super Lega europea.
Chefrin si è opposto, ma questi qua sono decisi e già vorrebbero introdurre il cambiamento in concomitanza con quello già previsto per il ’24.
I mercati asiatici spingono, chiedono, vogliono. Vogliono nomi, grandi nomi, sempre quelli e sono in grado di garantire audiences e vendite di magliette in quantità che il pubblico europeo non è in grado di avvicinare.
Chefrin comunque ha approvato la riforma.
Requiem.

E’ in circolazione da alcune settimane un documento dall’origine ignota che svela il piano.
Venti squadre, due gironi da dieci, partite martedì, mercoledì e sabato, quest’ultimo giorno un’indicazione, nemmeno troppo velata, sulla futura dubbia partecipazione di questi club ai campionati nazionali e all' imminente svilimento dei campionati stessi.

Le squadre indicate sono: 6 provenienti dalla Premier League, 3 da Liga e Serie A, due dalla Bundesliga e una dalla Ligue 1. 
 Più altre 5 fortunate che dovranno passare attraverso non meglio precisate qualificazioni
.

Scorrendo l’elenco Deloitte Football Money League, redatto da Deloitte & Touche, che mette in fila le performances finanziarie dei club più ricchi al mondo (tutti europei) si può facilmente risalire ai nomi: Manchester United, Manchester City, Liverpool, Arsenal, Chelsea, Tottenham Hotspur, Barcellona, Real Madrid, Atletico Madrid, Juventus, Inter, Bayern, Borussia Dortmund, Paris SG; a queste quattordici si aggiunge il Milan nonostante anni deludenti ma con potenziale in grado di rivaleggiare col Real Madrid.

Le performances finanziarie di questi club hanno generato introiti pari a 8,2 miliardi di dollari nella stagione 2019/20 segnando un -12% rispetto alla stagione precedente, calo dovuto all’impatto Covid-19 sugli introiti delle partite.
Comunque uno sproposito.
Interessante notare come, nonostante introiti per 715 milioni di euro a stagione, il Barcellona abbia debiti consolidati per 1,2 miliardi di euro dei quali 730 milioni a scadenza a fine giugno e capacità di onorare la scadenza dubbie.
Da qui la resa incondizionata di Bartomeu alla proposta di Superlega i cui proventi iniziali andrebbero a scongiurare il rischio bancarotta che appare in questo momento possibile. La follia sta, come in tutti gli altri posti, nell’ammontare del monte stipendi che al Camp Nou è al 74% degli introiti.
Naturalmente uno scenario del genere è destinato a creare una montagna di polemiche e risentimento nell’ambiente calcistico in special modo tra gli esclusi e cioè il 99 % del movimento, anche se tra i tifosi la percentuale scenderebbe drasticamente ben al di sotto del 50%.
Questo il motivo per il quale il documento circolato ultimamente non ha provenienza certa, non vi è un’intestazione, nessuna riconducibilità a un qualche soggetto; ma si sa benissimo da dove provenga.
Chiaro l’intento di far passare tutto sottotraccia e rendere la cosa ufficiale solo a giochi fatti.
Altrettanto curioso che non compaiano direttamente i nomi delle squadre coinvolte ma ci sia quello della banca che investirebbe nella formazione di questo campionato: JP Morgan Chase.

31 Gennaio
Oggi il quotidiano El Mundo rivela l’entità del contratto di Messi: Quadriennale, dal 1 luglio ’17 al 30 giugno ’21, da 555.237.619, 00 €;
cinquecentocinquantacinquemilioniduecentotrentasettemilaseicentodiciannove euro! Quasi 140 milioni a stagione.

Ovviamente il club ha dichiarato che adirà alle vie legali contro il quotidiano.
Ma intanto il presidente si è dimesso dopo aver rivelato di aver venduto i diritti tv ad un campionato che ancora neppure esiste per il bene finanziario del club.
Questo prima che saltassero fuori i numeri, di cui aveva probabilmente una paura folle, numeri che terrorizzavano pure Messi che ha fatto il diavolo a quattro per andarsene, accusando Bartomeu di essere la vera disgrazia del Barça.
Lo è anche lui che quei soldi lì ha avuto il  fegato di chiederglieli. Dovrebbe vergognarsi.
Ancor più indegno poi per aver preteso cifre del genere e star  ben sicuri che i numeri non saltassero fuori.
Ce n’è abbastanza per farli sparire dal calcio di alto livello per una ventina d’anni, quando le cose stavano ancora entro parametri ‘quasi’ normali sarebbe stato così.
Non adesso, non nell’era globale dove proprio loro, i super-ricchi, hanno pronto il loro nuovo piano.
Dopo aver rovinato la Coppa dei Campioni, degradato la Coppa UEFA e fatto sparire la Coppa delle Coppe, in modo che potessero essere ogni anno sempre loro ad arrivare ai turni finali e ad incassare i premi, ecco che adesso sono pronti a cancellare la loro stessa creazione, la Champions League, a favore di un campionato dove giocano, e incassano, solo loro. Per i disperati come il Barcellona un’ insperata ancora di salvataggio.

FIFA,  UEFA, FA e altri si sono già dichiarati contrari, davanti.
Ma la FIFA ha già dichiarato che 12 delle partecipanti a questa superlega parteciperanno al suo campionato mondiale per club, che verrà completamente ridisegnato, dietro.

Le coinvolte dovrebbero continuare a giocare i rispettivi campionati nazionali, almeno nel caso degli inglesi che hanno architettato quanto descritto nel paragrafo iniziale.
Barça e Real faranno quel che gli pare e converrà al momento, come han sempre fatto.
I tedeschi invece sembra potrebbero comportarsi diversamente, rivelazioni di Der Spiegel ci informano che il Bayern ha già dato mandato ad uno degli studi legali più autorevoli della Germania di sviscerare ogni aspetto e conseguenza nel caso decidessero di lasciare la Bundesliga.
In sintesi:
Rummenigge, che fa sempre la parte del buono, è andato fino in fondo con l’intenzione dichiarata di uscire dalla Bundesliga.
Quello che ha scoperto è che l’unico ostacolo che si troverebbe davanti è il rischio di un’esodo dei giocatori colpiti da squalifiche federali che si vedrebbero togliere il diritto di giocare nelle rispettive nazionali, quindi mondiali etc ormai irrinunciabili appuntamenti dello showbiz calcictico-televisivo.
Ha anche valutato che è un problema superabile. E’ ben spalleggiato da Agnelli, che fa la parte del cattivo e cattivo lo è anche quando dice che lavora per il bene dell’ ECA, della quale ha ereditato la poltrona proprio da Rummenigge, e delle 250 squadre rappresentate.
In realtà lavora per creare la Super Lega europea con tanti saluti a tutti gli altri.

Gli italiani boh, lasceranno tutto all’ultimo secondo, come sempre, per poi fare quello che faranno gli altri giustificandosi con l’ineluttabilità degli eventi.
Da Doha nessun problema per gli emiri qatarioti e i loro petroldollari pronti a fare altri petroldollari.
E comunque ad essere sempre presenti al massimo livello possibile; che è quel che per loro conta veramente, i soldi mai stati un problema.

PRIMI DI MARZO
Settimana scorsa la guardia di finanza spagnola ha perquisito la sede del Barça, quattro arresti. Tra loro anche Bartomeu.
Accuse principali distrazione di fondi, mismanagement, calunnie, la più grave, e  depistaggio…

FINE MARZO
Il voto sulla riforma della Champions League è stato rinviato.
Non c'è accordo.
Nessuno scrive tra chi. Se ho capito bene, le big europee protestano con l'UEFA per il controllo degli introiti che la loro presenza in un torneo riesce a generare; si mascherano dietro il paravento dell' ECA ma i restanti 230 membri (più o meno), protestano con le big che dicono di rappresentare anche loro ma in realtà vogliono togliersele di torno. Il campo è stato arato per benino ormai da 15 anni e pure seminato.
Adesso cominciano a raccogliere. 15 anni di Champions League hanno portato alla cristallizzazione del vertice grazie ai premi disttibuiti ai vincenti che sono risultati sempre i soliti e che ora, da una posizione assolutamente dominante, vogliono chiudersi dentro il loro cortile dorato e non farci entrare più nessuno.
Benissimo, lo facciano.
Sarebbe il momento buono per toglierseli dalle palle una volta per tutte.
Ci sono decine e decine di club grossi, medi, e piccoli, rapportati su scala europea; medio grandi nelle rispettive scale nazionali. Ci sono milioni di tifosi, milioni.
Non bisogna andare a mendicare un posticino nel loro cortile, ma cacciarli dal cortile comune.
Si possono fare altri campionati, altre coppe, il pubblico c’è.
Vadano pure, non servono.

Se non vogliono giocare con gli altri vadano.

E non si facciano più vedere.

12 commenti:

  1. Bellissimo articolo ! E sono d'accordo col finale proposto dallo scrivente! Che si facciano la loro lega e si levino dalle palle.
    No al calcio moderno! No al calcio televisivo e spezzatino !
    Forza Cagliari

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  2. anonimo delle 12:42

    e' la volta buona che il vicenza riesce tornare in A

    quindi praticamente si gioca in europa ma per clienti/utenti/paganti asiatici o americani (il calcio va sempre piu' forte in america)
    gli europei sono usati solo come comparse per riempire gli stadi e magari inizieranno scritturare maestranze per riempire i buchi.
    Qualche tempo fa ho chiacchierato con un mio corrispettivo pakistano di un nostro fornitore (un tecnico come me) e parlando del piu e del meno mi chiedeva cosa tifassi...milan, inter, juve, napoli? no tifo vicenza.
    Vicenza? cos'e'? e allora gli ho spiegato un po le basi...lui tifava real e mi diceva che in pakistan tutti ormai seguono il calcio. Ero assai stupito che un pakistano si interessasse al calcio. Conosceva esattamente le squadre sopra, real, barcellona, liverpool, manchester, milan, inter...nulla di tutto quello che c'e intorno


    In asia ci sono agenzie che organizzano i pacchetti vacanza con partita compresa, 5 giorni a milano, laghi, 5 terre e partita a san siro il sabato sera (beh i soldi li fanno con le tv)
    Tanto loro che ne possono capire della "poesia".


    dipende se regge sto baraccone, gia la champions ha fascino praticamente vicino allo zero e un campionato chiuso transeuropeo sarebbe ridicolo.

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  3. Anonimo delle 12:42

    comunque il PSG e' la squadra piu' finta, plasticosa, posticcia che esista.
    Gia' il calcio francese di club conta come una scoreggia in europa. E il PSG ha sempre contato meno di zero nel calcio francese quindi meno di una scoreggia. Ha piu' storia l'Ajax di tutto il calcio francese messo assieme. Se quest'anno il PSG riesce vincere la champions e' comunque la dimostrazione che hanno vinto loro

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    1. Beh, il calcio francese ha una sua dignità, poco appeal vero. Magari avrebbe avuto anche qualcosa da dire se negli ultimi venticinque anni non fosse stato regolarmente saccheggiato dei suoi migliori giocatori dalla Premier League

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    2. anonimo delle 12:42
      beh, in europa tutta la francia ha vinto come l'amburgo.
      Prima dei petroldollari ricordo sporadici servizi televisivi con squadre dalle maglie improponibili, molto stile sudamericane, e stadi vuoti.

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    3. Ha ha ha ha ha ha, vero. Uguale una coppa Coppe e una coppa campioni. E maglie inguardabili già dai primi anni '80.
      Però dai qualche piazza dignitosa c'è, o c'era : Lens, OM, Lille, Metz, Bordeaux, St Etienne, Lyon, Sochaux, Reims.
      Poi ciclismo e rugby fino all era pre 84 han sempre avuto più seguito

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    4. anonimo delle 12:42:

      vero, e nel ciclismo hanno preso quasi sempre mazzate

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    5. ... e i francesi ci rispettano
      che le balle ancora gli girano..

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  4. Hanno già vinto. Non c'è bisogno di aspettare che il PSG vinca la CL, basta constatare come da un quindicennio una squadra tipo l' Ajax appunto, non riesca, a parte rari casi, neppure ad entrare nella fase a gironi

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  5. Squadre trasformate in franchigie, tifosi trasformati in clienti, netto distacco della élite(autoproclamata)dal resto del movimento calcistico delle rispettive nazioni. Una triste, quanto potenzialmente vera, prospettiva. Nel mentre il calcio minore sta già affondando. Quest'anno la National Football League, quinto livello della piramide inglese, ha un campionato formalmente a 24 squadre ma giocato a 22 con due squadre saltate per bancarotta. Una prospettiva che fino a 25 anni fa sarebbe stata incredibile adesso non fa quasi manco più scalpore. Come direbbe un premio Nobel con chitarra ed armonica "i tempi stanno cambiando". Purtroppo.

    Charlie

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  6. Tabularasa! Stop al calcio moderno, lasciateci fare...

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  7. Tabularasa! Stop al calcio moderno, lasciateci fare...

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