venerdì, luglio 31, 2020

Luglio 2020. Il meglio



Procede bene l'anno con Paul Weller, Fantastic Negrito, Pretenders, Sault, Igorrr, X, The Ranch, Bob Dylan, Liam Gallagher, Lux Hotel, Real Estate, Gerry Cinnamon, Christian McBride, Lightning Orchestra, Gil Scott Heron/Makaya McCraven, Devonns, Soul Motivators, Isobel Campbell, Monophnics, Black casino and the Ghost, Martha High and the Italian Royal Family, Crowd Company, Ben Watt. Moses Boyd, Shabaka and the Ancestors, Jazz Sabbath, Field Music.
Per l'Italia Calibro 35, Ritmo Tribale, Lilac Will, Mother Island, Rosalba Guastella, Dining Rooms, Dalton, Puglia, Era Serenase, Ok Bellezza, Caltiki, Cristiano Godano, Aspic Boulevard e Handshake.


PAUL WELLER - On sunset
Il quindicesimo album di PAUL WELLER ne conferma la grande classe compositiva, la voglia costante di non volersi riproporre uguale a sé stesso, il gusto di sperimentare.
"On sunset" é un BUON ALBUM, con ottimi brani ma che suona eccessivamente di maniera, raramente ha un guizzo, un graffio, una fiammata.
Rimane qualitativamente sopra una spanna di buona parte della produzione attuale, non é lecito aspettarci ogni volta un capolavoro da chi é in giro da ormai 45 anni ma sicuramente non sarà ricordato sul podio delle sue migliori prestazioni. Ancora una volta stupisce la pochezza grafica della copertina.
I 7 minuti e mezzo di "Mirror ball" aprono il disco con un brano dal ritmo funk disco ricco di tratti sperimentali, assoli, sonorità ardite.
"Baptiste" (con Mick Talbot all'Hammond, presente anche in "Village" e "Walkin" e Lee Thompson dei Madness al sax) ha un tempo saltellante e un gusto soul.
Ancora un groove disco funk in "Old father tyme" che a volte sembra una riedizione soft di "Woo see mama" da "Kind of revolution".
Rilassato e innocuo pop soul in "Village" molto in odore di Style Council che spuntano decisi nella successiva "More" con anche l'apporto vocale di Julie Gros dei francesi Le SuperHomard e la chitarra di Josh McClorey degli Strypes.
Umori bossa e uno sguardo a Bobby Womack e Bill Withers.
"Sunset" ruba gli accordi iniziali a "My sweet Lord" di George ma poi diventa una ballata piena di effetti, fiati, archi, cambi armonici e uno dei migliori episodi dell'album.
"Equanimity" ci porta in clima vaudeville caro a Kinks e al Paul McCartney tardi Beatles, con tanto di solo di violino di Jim Lea degli Slade.
Curiosamente anche la successiva "Walkin" si muove su coordinate simili anche se risulta un riempitivo un po' anonimo.
Con "Earthbeat" siamo di nuovo in piena era Style Council: pop soul "sintetico" solare, "autostradale" e gradevole ma poco più (Paul dice sia stato ispirato da Pharell Williams. Alla voce Col3trane, giovane artista della scena nu soul inglese - pare fidanzato di una delle sue figlie...).
Chiude "Rockets" una ballata orchestrale tipicamente Paul McCartney, suggestiva, ben fatta e ricca di classe.

PRETENDERS - Hate fo sale
Torna nella band Chrissie Hynde, affiancata alla composizione dal nuovo chitarrista James Walbourne ma soprattutto alla produzione dal mago Stephen Street, già con Smiths, Blur, New Order, Cranberries. Album frizzante, elettrico, pulsante, che si permette brevi pause più riflessive di gusto soul, un brano reggae ma che propone soprattutto canzoni immediate, dall'attitudine punk rock. Mezzora di musica, efficace, belle canzoni e una delle voci rock più belle di sempre che, alla soglia dei 70 anni, mette ancora in riga tutti.

SAULT - Untitled (Black Is)
La nuova opera del misterioso collettivo inglese è la perfetta colonna sonora di quanto sta accadendo nelle strade americane e non solo.
Il sound del BLACK LIVES MATTER (e non solo).
La rivoluzione è qui ed è ora e, anche se sarà trasmessa alla televisione, è troppo tardi per fermarla.
E le parole di questo disco sono sempre chiare e senza particolari metafore.
E poi la musica: e che musica! Hip hop, soul, afro beat , trip hop, drum n bass, jazz, funk, gospel.
Lo scibile della BLACK MUSIC in un solo album di 20 brani.
Accade ora!

LIGHTNING ORCHESTRA - Source And Deliver
Impressionante esordio su Acid Jazz per una band che mette insieme afro funk alla Fela Kuti, jazz alla Archie Sheep, Sly and the Family Stone, funk psichedelico di varia estrazione, Temptations, i Talking Heads, Blaxploitation, soul e un sacco di altre cose tutte da scoprire. Potentissimi e super groovy!

LETTUCE - Resonate
La band di Boston ci delizia con un album funk jazz di primissima qualità in cui si sbizzarriscono con un irresistibile groove, grande livello tecnico, brani poderosi e deliziosi.

THE HEMPOLICS - Kiss, cuddle and torture vol. 2
La band londinese sforna un secondo album con i fiocchi mischiando reggae, dub, funk, hip hop e una vena melodica strepitosa. Lavoro di grande spessore e interessantissimo.

BUZZARD BUZZARD BUZZARD - Non stop
La giovane band gallese flirta con T.Rex, primi AC/DC, glam 70, freakbeat, varie influenze "giuste" e nel nuovo ep diverte e ci inonda di tanta energia.
E poi intitola un brano "John Lennon is my Jesus Christ".
A posto così.

KAMAAL WILLIAMS - Wu Hen
Secondo album per uno dei principali rappresentanti della scena nu jazz inglese. Elettronica, jazz, funk soul moderno, atmosfere dilatate ma un lavoro che lascia poco il segno, un po' scontato e di maniera.

VV.AA. - Eddie Piller presents The Mod Revival
Solo Eddie Piller poteva compilare una lista esaustiva e autorevole per descrivere al meglio il MOD REVIVAL 79 e post.
Lo fa con 92 brani in quattro CD (ridotti a 28 nel doppio LP in vinile) inserendo uno spettro più ampio possibile tra classici (Jam, Chords, Lambrettas, Secret Affair, Purple Hearts, Merton Parkas, Dexys', Madness, Prisoners, Makin Time, Truth, Ocean Colour Scene etc) e rarità da collezionisti (Jolt, Speedball, Reflections, Small Hours, Small World, Les Elite, Unlookers etc).
Qualche scelta sorprendente (Long Ryders, Doctor & the Medics, Untamed Youth) ma un quadro che più completo non si poteva pretendere.
Italia perfettamente rappresentata con Statuto e Mads.

VV.AA. - Martin Freeman and Eddie Piller present Jazz on the Corner two
Martin Freeman e Eddie Piller tornano a spulciare tra le loro preziose collezioni ed estraggono 24 brani di jazz antico e moderno, tra classici e oscure gemme.
Da Nina Simone a Chet Baker, Stanley Tuttentine e Geroge Benson si arriva al nostro Nicola Conte e Brian Auger, Roberta Flack e The Lyman Woodard Organisation.
Semplicemente COOL !

ASPIC BOULEVARD - Memory Recall of a Replicant Dream
Originale, curato, creativo viaggio psichedelico in un mondo infarcito di elettronica vintage che ci riporta a strani mix di Kraftwerk, Pink Floyd del periodo "Ummagumma", Silver Apples, i Beatles più sperimentali, Soft Machine, primi Tangerine Dream, afflati prog. Un album fenomenale, di raro spessore compositivo. Eccellente.

CASINO ROYALE - Quarantine Scenario
Torna la storica band milanese con un’opera collettiva, nata dalla condivisione del brano “Scenario”, anticipazione ed estratto dal nuovo progetto intitolato “Polaris”.
Nel periodo di clausura da Covid il gruppo ha fatto girare il brano ad amici e colleghi tra Italia e resto del mondo. In decine hanno contribuito con oltre un’ora di musica tra sperimentazione, elettronica, ambient e tanto altro, facendolo diventare la colonna sonora di un film di Pepsy Romanoff che ha immortalato le immagini di questo storico, unico, momento.
Coordinati da Alioscia Bisceglia hanno contribuito tra i tanti Alessandro Baricco, Howie B, Gianni Miraglia, C’Mon Tigre, Max Casacci, Dj Gruff.

UMBERTO PALAZZO - L'Eden dei lunatici
Già membro di Massimo Volume, Santo Niente e Allison Run, autore della colonna sonora dei film “Jack Frusciante è uscito dal gruppo” e “Lost In The City”, Umberto Palazzo pubblica, a sorpresa, il secondo album della carriera solista. Registrato in un mese, durante la quarantena, si addentra in un mondo sonoro che ci riporta a fine anni 70, tra Lucio Battisti, Ivan Graziani, Lucio Dalla, Enzo Carella, Alan Sorrenti ma evocando anche il white pop funk dei primi Style Council (“L’unica ricchezza”) e un gusto funk dalle tinte “latine” (“Incontri misteriosi” e “La baia”) in un mix decisamente inusuale, originale, efficace.

KHRUANGBIN - Mordechai
Sempore suadenti, sinuosi, avvolgenti con un sound mediorientale che assorbe pop, funk, soul, reggae e tanto altro. Piacevoli ma innocui e un po' sciapi.

DAVID FLORIO - Italy is a strange place
Polistrumentista e autore dalla lunga e prestigiosa carriera a fianco di eccellenze italiane, da Zucchero a Mario Biondi. L'esordio solista lo coglie alle prese con un sound anomalo per le nostre parti, tra latin soul, funk, un gusto vicino allo Stevie Wonder dei 70 e agli Steely Dan. Tanto groove e un grande album.

ANY OTHER - Four covers
Lei rimane tra le migliori realtà italiane in circolazione. E lo dimostra con questo brebe ep di quattro brani minimali, sospesi, glaciali, algidi in cui riprende brani di Bjork, Beck, Frank Ocean, Jon Brion). Come sempre notevole.

ORANGE COMBUTTA - Vol.pe 1
Il collettivo di musicisti emiliani corre al passo con i tempi, affiancando agevolmente tante buone suggestioni che arrivano dalla Londra o dalla New York nel nu jazz contaminato da elettronica, hip hop, funk e soul. Aggiungendo in questo caso una mantecatura psichedelica a rendere il tutto più originale. Si parla un linguaggio caro a nomi come Yussuf Dayes o Ezra Collective o ai nostrani Dining Rooms ma con più voglia di sperimentare. Interessantissimi e "avant" !

SPUTA - No redemption
La band italo tedesca di stanza a Berlino rade al suolo ogni ostacolo che le si para di fronte con un bulldozer di potentissimo hardcore tinto di metal. Nonostante riferimenti a Suicidal Tendencies e Agnostic Front (e un'attitudine debitrice ai nostri CCM) il sound è fresco, moderno, devastante. Grande band, ottimo album.

ASCOLTATO ANCHE:
SIMON JEFFERYS (jazz funk hip hop dalla nuova scena inglese. Ottimo groove), GREG FOAT (jazz dalle tinte soul funk. Un po' troppo statico), THE BETHS (pop punk liofilizzato), RUFUS WAINWRIGHT (sempre ottima classe e ascolto gradevole), HAIM (impalpabile), BAHAMA SOUL CLUB (divertente mix di latin soul, funk, lounge, campionamenti, nu jazz), LIANNE LAS HAVAS (buon soul pop jazz), ORACLE SISTERS (folk pop di gusto 60, avvolgente e suadete)

LETTO

DEBBIE HARRY - Face it
E' una gran bella autobiografia quella della voce dei BLONDIE.
Personaggio in giro da metà degli anni 60 che prima di diventare (molto faticosamente) una star del pop, si è laureata, trasferita a New York dove vede i primi concerti dei Velvet Underground, una giovane Janis Joplin agli esordi, si trova a Woodstock nell'agosto del 1969, frequenta l'underground artistico della città, viene stuprata, scippata, picchiata, stalkerizzata, filmata di nascosto per un porno clandestino, si affida all'eroina, vive di espedienti, suona per breve tempo con i Wind in the Willows e poi passa alle Stilettoes, lavora come “coniglietta” al Playboy Club e come cameriera al mitico locale Max's dove incrocia Miles Davis o Andy Warhol di cui diventerà ottima amica.
Entra nel giro vizioso dei New York Dolls e poi, a 32 anni, in quello punk.
Diventa famosissima e perde tutto in poco tempo.
Riparte e riconquista il suo mondo.
Un lavoro pieno di racconti spesso crudi e spietati, altre volte solo piccanti (gli aneddoti del tour con Iggy e David Bowie...), sorprendenti (la sua passione per il wrestling), divertenti.
Debbie Harry descrive un mondo incredibile, ormai consunto e consegnato alla storia, con un pizzico di malinconia ma mai nostalgicamente anzi, spesso, risaltandone i tratti più drammatici e oscuri.
Libro godibilissimo con ampio corredo fotografico.

CASEY RAE - William Burroughs e il culto del rock 'n' roll
E' noto il ruolo di WILLIAM S BURROUGHS come "santo patrono degli artisti fuorilegge" e di come i suoi scritti, le sue visioni, la sua attitudine abbiano influenzato i personaggi più disparati, da Bob Dylan ai Beatles (Paul volle la sua immagine su "Sgt Peppers"), fino a Husker Du, Sonic Youth, Kurt Cobain, Patti Smith, Lou Reed, David Bowie, Genesis P-Orridge e decine di altri.
"William sembrava connesso con qualsiasi cosa.
Se guardi un film come "Blade runner" scopri che l'espressione 'blade runner' è farina del suo sacco, come 'heavy metal'...Lui è una specie di BIBBIA ALTERNATIVA"

(Patti Smith).
Senza contare quanto sia stato decisivo per molte delle istanze del punk:
"Il punk rock era influenzato da Burroughs perchè il punk rock era di fatto una rivoluzione ampia, internazionale, antiautoritaria, e culturale.
Credo che Burroughs fosse in tutto e per tutto punk
". (V.Vale di "RE/Search")
Ha inoltre definito alla perfezione il concetto di censura, nel 1962:
"La censura, ovviamente, è il presunto diritto da parte delle agenzia governative, di decidere quali parole e immagini i cittadini abbiano il permesso di vedere".
Il libro di Casey Rae è perfetto nel congiungere tutte le linee che hanno legato Burroughs alla musica attraverso dettagli, conversazioni, episodi.
Parlando anche, senza remore, della sua adolescenza tribolata, della tossicodipendenza, dell'omosessualità, della fascinazione per l'occulto e tanto altro.
Essenziale tassello per approfondire ancora di più uno degli aspetti meno noti e più sottovalutati della storia del rock.

GIULIO D'ERRICO - Attitudine riottosa
Uno sguardo molto approfondito e interessante sul periodo Anarcopunk inglese, dall'esplosione dei CRASS e tutto il loro seguito, al progressivo disfacimento di quella scena, musicale ma soprattutto socio politica.
A parlarne, in dodici capitoli, altrettanti protagonisti di quegli anni.
Che ci dicono di quanto vissuto, dalle manifestazioni "Stop the City" (in cui centinaia di anarchici, punk e affini, bloccarono gli affari della City "invadendola", alla deriva tossica di scene pur determinanti come quella di Bristol (Disorder, CHaos UK, Amebix), la situazione, unica, in Irlanda del Nord, l'espressione politica femminista, animalista, pacifista, con tutti i suoi distinguo più profondi e reconditi.
Uno spaccato che aiuta a capire una realtà spesso sfuggita alla comprensione immediata.

GABRIELE MICALIZZI - In guerra
Io e quelli come me siamo fotogiornalisti, viviamo per raccontare il nostro tempo, lo documentiamo, cerchiamo di divulgare le cose di cui parlano o si interessano pochi.
Non mi aspetto che tutti comprendano questa scelta ma è la mia scelta.

La scelta di chi gira in mezzo alle peggiori guerre (non che ce ne siano di "migliori") dalla Libia alla Siria all'Iraq con pezzi di uomo che ti atterrano davanti dopo un'esplosione, morti, feriti, mutilati, violenza efferata e, alla fine, un razzo dell'Isis che ti ferisce quasi a morte.
Ma di nuovo la voglia di ripartire e andare a vedere cosa succede, in prima linea, a capire e a documentare.
Sfidando ogni volta la morte, spesso per portare a casa solo delusioni e frustrazione.
Gabriele Micalizzi, reporter di guerra, racconta una vita pazzesca in mezzo a tutto questo.
Libro avvincente e a tratti durissimo.

COSE VARIE
Ogni giorno mie recensioni italiane su www.radiocoop.it, ogni domenica "La musica ribelle", una pagina sul quotidiano "Libertà", ogni mese varie su CLASSIC ROCK.
Periodicamente su "Il Manifesto" e "Vinile".

IN CANTIERE
Con i NOT MOVING LTD torniamo live il 3 settembre a Bologna al Parco della Montagnola @Frida nel Parco.
Entro l'anno un paio di nuovi LIBRI (tra cui una sorpresa molto particolare), uno a cui ho collaborato attivamente, una ristampa, un altro alla fine del 2021.
Si lavora intanto a un nuovo disco.

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