martedì, luglio 14, 2020

1974 - Selezione Rosario - Argentina



ALBERTO GALLETTI ci porta in una GRANDE PARTITA DIMENTICATA.

1974: SELEZIONE ROSARIO – ARGENTINA

Il 1974 fu un’anno importante per il calcio, e la Coppa del Mondo di quell’anno ne fu, alla prova dei fatti, dimostrazione.
Successe di tutto, dalla prima ed unica partita tra le due Germanie, inaspettatamente vinta dalla DDR, alla detronizzazione della regina senza trono: l’ Olanda, battuta in finale dai padroni di casa.

In mezzo un mucchio di storie tipo la caduta del record di imbattibilità di Zoff in nazionale ad opera dell’ haitiano Sanon, che mi fece andare il ghiacciolo per traverso.
L’esilarante zairota che si staccò dalla barriera al fischio dell’arbitro e corse addosso a Rivelino che si apprestava a tirare una punizione dal limite.
Il vaffanculo di Chinaglia a Valcareggi.
La prima di una serie di mirabolanti eliminazioni della Scozia al primo turno.
Le botte tra olandesi e brasiliani e altro ancora.

Bei tempi, al mondiale ci andavano giocatori che non sapevano neanche le regole, ci si menava senza remore, ma da professionisti e tutto faceva parte del folklore.
I used to like football a lot.

C’era anche l’Argentina, che si qualificò a nostre spese nel girone salvo poi uscire al secondo turno, stracciata dagli olandesi e battuta dai brasiliani.
Eppure erano partiti da casa con grande considerazione di se e pensando di essere tra i favoriti, ma questo con l’Argentina succede più o meno sempre.
C’erano un sacco di nomi che , un po' come succede sempre anche all’Italia, finiscono poi per essere vittime di se stessi e della propria presunta grandezza.

In preparazione alla spedizione mondiale il programma della Selecciòn prevedeva un’ ultimo collaudo prima di partire per la Germania.
Fu un’anno speciale anche per Rosario che da sempre è una culla del calcio argentino e quindi mondiale. La striscia di talenti rosarina è lunghissima, ce ne sono in giro parecchi anche oggi.

La scuola di Rosario ha una lunga tradizione di bel gioco, votato all’attacco, fatto di trame e fraseggi, anche fitti, movenze e fondamentali eseguite con eleganza, sempre possibilmente veloci; il che significa che la tecnica necessaria per l’esecuzione deve essere ottima.
E di ottima tecnica a Rosario c’è sempre stato pieno.
Le sue squadre vivevano però, fin dall’alba dei tempi, oscurate dalle formazioni della capitale che avevano vinto ogni campionato argentino dal 1891 al 1970, eccezion fatta per la parentesi Estudiantes ‘67, anno in cui il Rosario Central riuscì nell’impresa di aggiudicarsi il Metropolitano.

Il Rosario Central si era poi aggiudicato il Nacional 1973, mentre il Metropolitano 1974 era andato al Newell’s Old Boys con il Rosario Central secondo.
In quel momento Rosario era senza dubbio la capitale del calcio argentino. Un test all’altezza per la Selecciòn avran pensato quelli dell’ AFA.

Girava inoltre per la città un giocatore leggendario, El Trinche Carlovich, che, per motivi caratteriali suoi, benché tecnicamente dotato per giocare non solo in una delle due squadre cittadine di prima divisione, ma anche nel River o in Nazionale, preferiva farsi gli affari suoi, stare in giro la notte, non svegliarsi il mattino per andare ad allenarsi, andare a pescare ogni qualvolta ne aveva voglia e si esibiva ogni settimana in seconda o terza divisione con la maglia del Central Cordoba, la terza squadra cittadina.
Qualcuno per la verità avvisò quelli dell’ AFA che un’amichevole a Rosario forse non era un’idea così buona per provare una squadra attesa da un’impegno tanto importante e che aveva bisogno, oltre che della sgambata, anche di fare morale.
A Rosario organizzarono una squadra, Combinado de Rosario la chiamarono, in cui selezionarono cinque giocatori del Newell’s Old Boys, cinque del Rosario Central, tra cui Kempes che era anche un nazionale; tutti campioni nazionali quindi, e, appunto, El Trinche Carlovich.

La partita ebbe ampio spazio sulla stampa che ne diede grande risalto creando parecchia aspettativa in città.
Fu una partita indimenticabile, ancora oggi parte della leggendaria mitologia del calcio argentino.
La guida tecnica del Combinado fu affidata congiuntamente agli allenatori di NOB, Juan Carlos Montes e Rosario Central, Carlos Griguol.
Il discorso pre-partita lo fece Montes, un emotiva esortazione ai ragazzi a divertirsi, a giocare il calcio come sapevano, per far vedere a tutti come si gioca a Rosario.

Massimo impegno, si, e massima libertà.

“Gli obblighi qui ce li hanno gli altri, che sono i migliori del Paese, non noi. Divertitevi “
Al Trinche non sarà sembrato vero di sentirsi dire qualcosa del genere in uno spogliatoio del genere.
Fuori, il Parque de la Independencia, stadio del NOB, è pieno zeppo, oltre trentamila persone e un’entusiasmo davvero grande. Certamente anche per accogliere la nazionale che li rappresenta comunque tutti.
Ma poi c’è la questione tra Rosario e il resto dell’Argentina.

“Essere di Rosario vuol dire essere in una maniera esagerata argentino.
 Fino alle estreme conseguenze”

Jorge Valdano

La partita comincia, El Trinche riceve palla da Aimar, gli si para davanti Sa, un monumento,dell’ Independiente (un campionato argentino e le ultime tre Libertadores vinte di fila), stoppa la palla, si ferma quasi, poi lo finta e gli fa un tunnel secco che manda lo stadio in visibilio.
Ripresa la palla dall’altra parte si gira, vede l’avversario non ancora del tutto girato a sua volta e gli rifila un secondo tunnel, e viene giù lo stadio.
E’ l’inizio di una ‘rumba’ che durerà tutto il primo tempo.
Al 6’ Robles conclude in porta invece di servire Kempes meglio piazzato, Santoro para con facilità.
Kempes sale in cattedra al 15’ e con grande spunto personale serve Gonzalez per l’uno a zero.
Al 37’ ancora Carlovich riceve palla, lascia due avversari sul posto e serve un grandissimo assist a Obberti che fa una gran giocata e infila il due a zero.
Per la Selecciòn, buio pesto.

El Trinche invece salì sulla ribalta e ci rimase tutto il primo tempo con uno show fatto di giocate sorprendenti, passaggi geniali, altri tunnel, rabone e tiri in porta; ma soprattutto diresse la squadra in modo esemplare.
Aveva voglia di giocare.
Il grande Brindisi si prese due sombreri dal Trinche in mezzora.
E poi ritmo, ritmo che il Trinche scandiva e che i suoi compagni, con i quali non aveva comunque mai giocato insieme neppure un minuto, avevano perchè allenati.
L’Argentina risponde con una combinazione Potente-Bertoni, il tiro di quest’ultimo si stampa sulla traversa; ma è un fuoco di paglia perché il Combinado riprende subito il possesso della palla e della partita.
Al 40’ Gonzalez s’invola sulla sinistra e mette al centro, dove irrompe Kempes, che di testa insacca il 3-0.

Goodnight Argentina.

All’ intervallo Vladislao Cap detto’ il polacco’, CT dell’Argentina, infuriatissimo, si fiondò negli spogliatoi del Combinado ed ebbe una violenta discussione con i due colleghi di Rosario.
Chiese loro, o meglio pretese, senza tante cerimonie, che quello alto magro cappellone, il numero 5, venisse tolto perché stava umiliando la nazionale, lo stadio era pieno di gente, di giornalisti e dirigenti dell’AFA; quindi questo non va bene e non si fa.
Rispetto, e che diamine!

Sicuramente stringeva le chiappe e aveva paura per la sua panchina a meno di due mesi dall’inizio del mondiale, meschino.
Griguol e Montes si guardarono perplessi, rispetto si, ma vale anche per noi.
L’incontro riprese con Carlovich ancora in campo che riprese a giocare come prima: verrà sostituito dopo un quarto d’ora.
Carlovich si avvia agli spogliatoi, ha giocato un partitone strepitoso; lo stadio è tutto in piedi ad applaudirne l’uscita.
Probabilmente ci rimase male, era il migliore in campo, più di Kempes, che poi al mondiale ci andò, e lo sostituirono.
Si tolse scarpe, maglia, fece la doccia, si cambiò e andò a cena con gli amici del quartiere.
Non aspettò neanche che la partita finisse.
Nessun giornalista riuscì ad intervistarlo quella sera, nessuno sapeva dove fosse l’uomo che, quasi da solo, aveva demolito l’Argentina. Immenso.
La Selecciòn ne approfittò subito per mettere a segno il gol della bandiera con Cocco , poi una girandola di cambi fece calare ritmo e intensità dell’incontro che proseguì fino alla fine con toni da vera sgambata amichevole .

Il ‘fracaso’ causato dalla sconfitta e ancor di più dalla prestazione fu però grande.
Fu una delle pagine più gloriose del calcio rosarino, la cosa al tempo non trapelò perche quelli dell’ AFA fecero di tutto per tenerla nascosta.

Rosario, Parque de la Independencia, 17 aprile 1974
Combinado de Rosario 3-1 Argentina
Combinado de Rosario: Biasutto; González (Rebbotaro), Pavoni, Capurro, Mario Killer; Aimar, Carlovich (Berta), Zanabria; Robles (Carril), Obberti (Aricó), Kempes.
Argentina: Santoro; Wolff, Togneri, Sá , Tarantini; Brindisi (Squeo), Telch, Poy; Houseman (Cocco), Potente (Cano), Bertoni (Chazarreta).
Gol: 15’ González (CR), 37’ Obberti (CR), 41’ Kempes (CR); 60’ Cocco (A)
Spettatori: oltre 35.000

P.S.:
La spedizione argentina in Germania fu un disastro, passarono il primo turno per differenza reti a scapito di una deludente Italia, il secondo turno fu imbarazzante.
In tutto il torneo vinsero solo contro Haiti.
Sarebbe stato meglio se quelli dell’AFA avessero chiesto al ‘polacco’ di togliersi di torno all’intervallo quella sera a Rosario e lasciare el Trinche in campo al suo posto.

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts with Thumbnails