martedì, luglio 07, 2020

Ringo Starr



Ringo compie 80 anni.
Difficile solo pensarlo.

Il batterista PIU' FAMOSO di sempre.
Non il più bravo ovviamente ma tecnicamente completo, in grado di districarsi abilmente nelle estrose variabili proposte dai tre Beatles, tra tempi dispari e generi il più disparati possibile, sempre con gusto, eleganza, raffinatezza.
Era notoriamente un metronomo e nelle infinite takes dei brani registrati dai Fab Four non sbagliava mai un colpo o il tempo.

Dopo lo scioglimento dei Beatles ha semplicemente smesso di suonare, sia in studio dove pur se accreditato è sempre stato sostituito da un altro batterista che dal vivo (sempre affiancato).
A seguire uno sguardo (affettuoso) alla sua discografia:

Sentimental Journey (1970) 6
Beaucoups Of Blues (1970) 6

Due esercizi di "stile", l'uno di brani da crooner anni 50 ("dedicato alla mamma"...), l'altro all'insegna del country Nashvilliano.
Simpatici.

Ringo (1973) 7
Primo vero album e sorprendente maturità stilistica.
Aiutato dai vecchi compagni sia a livello compositivo che direttamente in studio e da una serie di altri ospiti illustri (Marc Bolan, la Band, Steve Cropper, Nicky Hopkins), sforna un disco leggero e scanzonato ma fondamentalmente puro, sincero e bello.

Goodnight Vienna (1974) 6
Ringo's Rotogravure (1976) 6
Ancora amici a dare una mano (John e Elton John nel primo, di nuovo i tre altri Beatles, Eric Clapton, Peter Frampton e altri nel secondo) ma il risultato è fiacco, le canzoni deboli, anche se il tutto ancora una volta si salva grazie alla simpatia del personaggio e alla leggerezza dell'approccio.

Ringo The 4th (1977) 4
Bad Boy (1978) 4

Pessimi, senza stile, accenni disco, brani noiosi, cantati senza passione e svogliatamente.

Stop And Smell The Roses (1981) 6
Un buon album, non ispiratissimo, ma grazie all'apporto di Ron Wood, Stephen Stills e Paul riesce a strappare la sufficienza.

Old Wave (1983) 4.5
Altro album inutile e svogliato.

Time Takes Time (1992) 7
Vertical Man (1998) 6

Ringo lascia da parte l'attività discografica, risolve seri problemi con alcool, droga e depressione, suona in giro con la All Starr Band e ritorna in studio solo occasionalmente, di nuovo affiancato da una lista paurosa di amici (tra cui Paul e George) e confeziona due album curati, gradevoli a tratti grintosi e ben fatti.

Ringo Rama (2003) 5
Choose Love (2005) 5

Niente da segnalare se non brani mediocri e stanchi.

Liverpool 6.5 (2008) 6
Y Not (2010) 5
Ringo 2012 (2012) 4
Pur se impregnato di nostalgia in ogni parte, il primo è un lavoro dignitoso, piacevole, curato e con momenti riusciti.
Meno brillante il secondo con Paul in un paio di brani, Joss Stone, Joe Walsh, Ben Harper-
Ringo 2012 è invece difficilmente salvabile tra brani riciclati, la solita ode sulla vecchia Liverpool di quando era giovane e brani inconsistenti.

Postcards from paradise (2015) 5
Give me more love (2017) 5
What's my name (2019) 5

Ancora una totale mancanza del benché minimo gusto creativo.
C'è sempre Paul qua e là, una cover di un brano di John, costanti rimandi ai "bei tempi" e tanta tristezza.

ALL STARR BAND
Sono usciti 10 (DIECI !) album live accreditati alla All Starr Band che nel corso degli anni ha annoverato artisti come Greg Lake, la Band, Billy Preston, Joe Walsh, Dave Edmunds, John Entwistle, Ian Hunter, Sheila E., Edgar Winter, il figli Zak e decine di altri.
I contenuti sono abbastanza apprezzabili e passano dai migliori suoi brani solisti a classici dei Beatles ("Whit a little help.." , "Yellow submarine" , "I wanna be your man", "Act naturally", "What goes on" etc a brani degli ospiti della All Starr Band-
Ovviamente solo per folli completisti.

3 commenti:

  1. Dimostra almeno 20 anni meno!
    Ringo n.1 !!!!
    C

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  2. un grande. quanto mi piacerebbe fare un salto nel passato per vedere i Beatles.

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